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Autore: cin75    31/08/2017    5 recensioni
Semplicemente la nascita di un grande amore. Quello tra Jared e Jensen.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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N.d.A.: questa volta le note le metto all’inizio per ringraziare chiunque abbia seguito Preghiere e tutti i suoi missing moment o sequel.

Questo il prequel della storia, di come Jared e Jensen si siano avvicinati, si siano trovati e innamorati, dei loro dubbi, le paure e le incertezze.

Per chi ha seguito tutte le storie di questa serie, di certo, non mancherà di notare i vari riferimenti presenti nelle altre parti della serie.

Spero tanto che anche questa ultima storia, conclusiva, vi piaccia.
Preghiere è stata, in EFP, la mia prima long, la mia prima storia, il mio primo amore.

Grazie a tutti e tutte per averlo amato con me!

Baci, Cin!
 

 

Iniziare le riprese di questo nuovo show sembrava essere una scommessa per tutti, produttori e sceneggiatori compresi.

Il soprannaturale!!

Tanto per cambiare, qualcosa che non stava né in Cielo né in Terra.

 

La scelta dei due protagonisti era stata, ancora di più, una vera e propria sfida.
Fin quando nella stanza del casting si presentarono due giovani attori con una certa esperienza e già una faccia nota perché provenienti da serie tv già conosciute e ben consolidate.

Il gruppo notò subito che erano entrambi texani, quindi, magari, già il fatto che se fossero andati d’accordo, sarebbe stato un problema da divi in meno. E poi , quando avevano parlato con loro separatamente, prima l’uno e poi l’altro, si era dimostrati completamente affascinati dalla trama del pilot.
 

Nella stanza adiacente a quella dove si sarebbe dovuta svolgere l’ultima audizione, i due giovani attori si ritrovarono seduti uno accanto all’altro.

Si guardarono di sfuggita. Forse si studiarono. Ma alla fine si sorrisero.

“Così sei del Texas anche tu?!” chiese il maggiore dei due.

“Sì. San Antonio. E tu?!”

“Dallas.” Rispose.

“ Evvai Dallas Cowboy!!!” esclamò come un tifoso.

“Puoi dirlo forte!!!” convenne l’altro battendogli un amichevole cinque con la mano.

“Io sono Jared, comunque! Jared Padalecki.”

“Jensen Ackles.” rispose subito l’altro stringendogli la mano tesa.

“Jensen!?” fece Jared un attimino colpito dal nome non proprio texano.

“Ti prego!! È una lunga storia. Mia madre c’ha messo più di tre giorni per scovarlo!!” rispose frustrato dal fatto che ogni volta che si presentava a qualcuno, passava i primi dieci minuti a fare lo spelling del suo nome, passando da nomi come Jason, Jansen, Janson e finendo, frustrato, a farsi chiamare semplicemente Jay!!!

Jared rise , ma si fece giurare che se le cose fossero andate bene dopo quell’ultimo provino, Jensen avrebbe dovuto raccontargli più cose della sua vita, poiché si prospettavano racconti decisamente divertenti.

“Sei qui per…?” chiese Jensen, alludendo al personaggio da interpretare.

“Sam. Mi hanno richiamato per Sam!” rispose fiducioso il più giovane.

“Buffo!! Anche io mi ero presentato per Sam , ma poi mi hanno proposto l’altro fratello, il maggiore, Dean. E ora…vediamo come va!!” fece anche lui con una nota di fiducia nel tono di voce.

“Senti, ma dove saranno gli altri?” chiese ad un certo punto Jared, notando la stanza che rimaneva vuota , quando invece, di solito, ai provini finali, c’erano sempre più di poche scelte.

“A quanto pare, nessun altro in giro. Solo io e te, amico!” rispose Jensen, fissando perplesso la porta da cui avrebbero dovuti chiamare.

E infatti dopo qualche minuto, un assistente di produzione , li richiamò invitandoli a seguirlo.
Ai due giovani attori venne chiesto di recitare una scena tratta dal pilot. Dovevano avere un simpatico confronto su una morte sospetta, seduti ad una scrivania di quella che doveva essere una biblioteca. Quando ebbero finito, venne chiesto loro di accomodarsi fuori e aspettare di essere richiamati e quando i due misero di nuovo piede nella stanza in cui vi era il creatore della serie – un visionario da quello che si diceva in giro - lo showrunner e uno dei registi che poi era anche uno dei produttori esecutivi, un caloroso applauso fece capire che non ci sarebbe stato più nessun provino e che le scelte erano state fatte e i ruoli dei protagonisti assegnati.


Un alchimia immediata e spontanea era stata più che palese in quelle poche battute!!

Sam e Dean Winchester avevano finalmente un volto e il 13 settembre 2005 fu reso noto al mondo telefilmico che parve letteralmente impazzire per le storie dei due fratelli di Lawrence, Kansas.


 

Passarono circa quattro anni da quel fatidico giorno. La serie Supernatural aveva un seguito non eccessivo, ma i riscontri che comunque riscuoteva erano su piano mondiale. Tanto che in Giappone ne fecero addirittura un Anime e le richieste di ospitare le convention della serie di certo non mancavano. Anzi!!

Alla faccia di chi dice che il pubblico di nicchia non abbia il suo valore??!!


 

Le cose andavano bene e di certo andavano anche meglio per Jared e Jensen che cominciavano a godersi i loro successi senza mai però vestirsi da divi o dimenticare le loro origini e questo li fece amare ancora di più dal pubblico e dalle persone che lavoravano con loro.

La loro alchimia fuori e dentro del set era evidente e sempre più forte. Il loro legame si faceva , a volte, fin troppo protettivo l’uno verso l’altro. I due avevano legato in un modo che definire “fraterno” , forse, solo forse, poteva spiegare la quantità di tempo che passavano insieme.

Sembravano aver incarnato appieno l’idea di appartenenza dei fratelli televisivi che interpretavano, tanto che, in accordo con la produzione, decisero di andare ad abitare insieme in un piccolo appartamento di Vancouver che Jared aveva già preso in affitto per sé. Una villetta a schiera di due piani: un piano per Jensen e uno per Jared, per garantire comunque una certa privacy in quella nuova convivenza.

Qualcosa però cambiò appena dopo iniziata la quarta stagione.

Anche se nessuno ci faceva caso, i due attori compresi , a volte si scoprivano a guardarsi in momenti in cui i loro sguardi dovevano essere rivolti da ben altra parte. Si sorprendevano a cercarsi quando uno dei due tardava sul set o magari a qualche incontro. A sentirsi stranamente con lo stomaco sottosopra quando o Jared o Jensen, si attardava in qualche angolo del set appena dismesso, a parlare con la comparsa di turno o magari con una fan più intraprendente e quando questo accadeva, allora, il viaggio di ritorno al loro appartamento si svolgeva in un pesante silenzio che nemmeno Cliff, il loro tuttofare personale, riusciva a spiegarsi ma che, ignaro di tutto, associava la cosa alla stanchezza e ai ritmi assurdi delle riprese.


 

Una sera , dopo la registrazione di un episodio che portò parecchi problemi sia tecnici che emotivi, i due protagonisti , decisero di invitare alcuni membri della crew e del cast al loro appartamento. Nessuno rifiutò l’invito naturalmente, men che meno il nuovo arrivato, Misha, l’angelo Castiel, che sorprendendo ogni aspettativa, era entrato velocemente nel cuore dei fan e anche di Jared e Jensen.

La serata passò tra pacche amichevoli e sfottò vari sui capelli costantemente curati di Jared, le facce da fotomodello di Jensen, il modo buffo di Misha di entrare nell’ingenuamente ambigua interpretazione di Castiel. Tutti i presenti risero ad ogni racconto o immancabile scherzo avvenuto sul set e quando ormai l’una di notte faceva capolino all’orologio, l’allegra brigata decise che era il momento di tornare ognuno ai propri appartamenti.

Dopo che anche Misha andò via, accompagnato da Cliff, poiché evidentemente brillo, Jared e Jensen decisero di dare almeno una rassettata veloce al loro soggiorno che aveva decisamente l’impressione di una stanza in cui era appena finita la festa di compleanno per un bambini di 7 anni sovraccaricati di zuccheri.

Caos ovunque!!

Se non fosse stato per le bottiglie di birra vuote, sparse un po’ in ogni dove, di certo avrebbero rimandato tutto al giorno dopo. Ma l’idea di svegliarsi con l’impressione di vivere in una birreria non allettava nessuno dei due.

“Ok!” fece risoluto Jensen, tirandosi su le maniche della maglietta. “Io combatto a est…” indicando la cucina. “…tu ad ovest.” indicando la parte della stanza che iniziava dalla porta che si erano appena chiusi alle spalle. “Sconfiggiamo questo demone, fratellino!!” scherzò con il tono di Dean.

“Forza e coraggio!” convenne Jared ed imitandolo nei gesti, si smanicò anche lui e afferrando una busta dell’immondizia e iniziò a buttarci dentro bottiglie e lattine man mano che avanzava nella stanza.

Jensen faceva lo stesso dall’altro lato della camera , fin quando , entrambi , non si ritrovarono al centro del soggiorno, giusto davanti al divano, e con uno sguardo di sfida, erano pronti a contendersi l’ultima bottiglia di birra che sostava abbandonata ai loro piedi.

“Ok! Chi la manca , finisce di rimettere a posto questo casino domani mattina!” sfidò Jensen, fissando la bottiglia a terra fra di loro.

Jared lo guardò perplesso e per niente convinto di quella sfida.

Jensen sorrise di sghembo e lo provocò ancora.

“Che c’è, Padalecki? Non sei certo di vincere?!”

“Non lo so. Il fatto è che tu sei avvantaggiato dato che sei più basso di me quindi più…vicino!” replicò Jared anche lui in tono di sfida. “Non sarebbe meglio…sasso-carta-forbice?”

“Nah!!!! Mi piace il rischio!” fece il biondo. “Pronto?” ingaggiò quindi la sfida.

“Al tre!”

“Uno.. “ iniziò Jensen.

“Due…” continuò Jared.

“TREEE!!” e in un attimo i due si chinarono verso la bottiglia.

L’afferrarono entrambi contemporaneamente e questo fece iniziare una sorta di guerriglia a chi riusciva a tirarla via dalle mani dell’altro.

“Molla…”

“No! Molla tu….”

“Io l’ho presa per primo.”

“Scordatelo. Hai bisogno di occhiali, moccioso!!”

“Guarda che quello più vecchio tra noi sei tu!!” ribattè scherzoso il “giovane”.

Ma ad un certo punto, Jared strattonò la bottiglia verso di lui con più vigore e Jensen, perdendo appena un po’ l’equilibrio, si ritrovò quasi addossato all’amico collega.

Ad un centimetro dal suo viso.

Vicino!

Troppo vicino!

Troppo…troppo vicino.

 

Fu una frazione di secondo, quella che servì al loro respiro di congelarsi. Ai loro occhi di scontrarsi in uno sguardo fatto di confusione e di quel qualcosa che non potevano ancora spiegarsi.

Le mani ancora artigliate intorno al vetro ambrato.

Le bocche schiuse in cerca, forse, di dire una qualsiasi cosa. Una resa da parte di uno dei due, magari, avrebbe salvato la situazione.

Ma la resa non arrivò.

Quello che accadde fu l’annullare del tutto lo spazio fra di loro, le loro bocche, le loro labbra.
 

Chi andò verso chi? Chi respirò per primo il respiro dell’altro?
Chi chiuse gli occhi per primo, godendosi inaspettatamente l’impensabile ?

 

Poi, quella frazione di secondo, divenne un momento, poi un lungo momento di movimenti di labbra accennati, di una morbidezza sconosciuta ma sorprendentemente bella.

E poi finì. All’improvviso , così come era iniziato.


 

I due ragazzi si staccarono, restando però fermi, immobili in quella loro posizione. Si fissarono sconvolti, straniti. Incapaci di dire una qualsiasi cosa. Di darsi una qualsivoglia spiegazione a ciò che era appena successo.


 

Un bacio. Un bacio vero. Uno stramaledettissimo bacio che gli aveva ingarbugliato lo stomaco. Fatto impazzire cuore e respiro. Un bacio che aveva provocato in entrambi, una sensazione che nessuno dei due provava da tempo. E questo, anche se nel segreto della mente di entrambi, li sconvolse ancor di più.


 

Jared mollò immediatamente la presa sulla bottiglia e si lasciò cadere all’indietro , finendo seduto sui talloni.

Jensen, invece, caduto quasi in uno stato di sconvolta confusione, rimase con la bottiglia stretta tra le mani, si alzò in silenzio e senza proferire parola, andò verso la sua stanza al primo piano.

Jared non osò chiamarlo. Sentì solo i passi pesanti dell’amico e la porta della sua camera da letto chiudersi.

Il giovane rimase per un tempo che non avrebbe saputo dire, seduto su quel pavimento. Interdetto.

Che cosa era successo? perché si erano baciati? perché il suo corpo aveva tremato, e non di rifiuto , al tocco delle labbra di Jensen sulle sue ? perché non si era tirato immediatamente indietro e anzi la sua bocca si era perfino protesa verso l’altra?

E poi, sconvolgendosene…..perché gli era piaciuto?


 

Nella sua camera , Jensen, non era messo meglio e nella sua mente si accavallavano le stesse domande e gli stessi dubbi che tormentavano il ragazzo al piano terra.

Che cosa era successo? perché si erano baciati? perché il suo corpo aveva tremato, e non di rifiuto , al tocco delle labbra di Jared sulle sue ? perché non si era tirato immediatamente indietro e anzi la sua bocca si era perfino protesa verso l’altra?

E poi, sconvolgendosene ….perché gli era piaciuto?


 

Nessuno dei due dormì quella notte. Nei loro occhi, l’immagine perenne dell’altro.

Sulle labbra il sapore aspro della birra che “quelle altre” labbra vi avevano lasciato.

Non poteva essere. Non doveva essere.


 

E la mattina dopo , quando i due attori , si incrociarono nel soggiorno, a pochi passi da dove tutto era successo, a malapena si scambiarono un buongiorno di cortesia, per poi andare ognuno per la propria strada. Ossia , ritornare, nelle loro camere.

Quando la sera della domenica, dovettero per forza di cose , parlarsi, per mettersi d’accordo con Clif e sull’orario in cui li avrebbe presi la mattina dopo, fu Jensen, a prendere il discorso.

“Senti..” disse solo, evitando perfino di pronunciare il nome dell’altro. “…è successo, ok!? Eravamo brilli, per non dire ubriachi. Non sarebbe accaduto niente , altrimenti. Abbiamo un’opportunità con questo show. Una vera, concreta, di fare qualcosa di importante nella vita. Non sprechiamola per qualcosa che non ha senso, non può averla e non deve averla.” disse però tutto di un fiato , come a non voler dare spazio ad alcuna pausa di farlo ricredere.
E Jared questo lo notò. Ormai conosceva Jensen e sapeva quando non era convinto di qualcosa.

Ma il “qualcosa” in questione, questa volta era troppo grande. L’avevano fatta davvero grossa e si convinse che doveva dargli ragione.

“Va bene!” confermò. “Allora ci buttiamo tutto alle spalle.” disse , non domandò.

“Tutto alle spalle!” convenne Jensen. “Come se non fosse mai successo!”

“Come se non fosse mai successo!” gli fece eco , il più giovane.

   
 
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