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Autore: Syerra    31/08/2017    1 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla fine non aveva dormito, si era rigirato più volte nel letto senza riuscire a prendere sonno. Appena chiudeva gli occhi le immagini della serata con Hitomi inondavano la sua mente, i suoi occhi, il bacio e poi quando l'aveva respinta. Aveva visto la rabbia e frustrazione negli occhi della ragazza. Era stato un cretino, si era lasciato prendere dall'istinto, sapeva che se Hitomi non fosse stata la cognata di Sanae non si sarebbe fatto tante remore. Era intelligente, simpatica e carismatica ma soprattutto bellissima. Si era accorto subito di essere attratto fisicamente da lei, ma aveva dato la colpa all'astinenza, invece poi l'aveva conosciuta meglio e aveva scoperto quanto fosse divertente e bello stare in sua compagnia. Si era impuntato che doveva starle alla larga per il suo bene, a fine di quella vacanza sarebbe ripartito per la Germania e non l'avrebbe più vista, credeva di potercela fare. Invece quella sera aveva ceduto alla tentazione di assaggiare le labbra di quella ragazzina.
Appena i primi raggi del sole filtrarono dalla tapparella decise di alzarsi e ad andare a correre. Percorse tutto il lungo mare, incontrando di tanto intanto qualche pescatore che tornava dalla nottata in mare o i negozianti che si apprestavano ad aprire bottega. Solo quando il corpo gli chiese pietà decise di rientrare.
Dopo aver fatto una doccia veloce trovò gli altri in cucina intenti a far colazione. Tsubasa lo prese in giro per il suo stacanovismo
“Non vorrei mai diventare un pelandrone come te”
per indispettire ancora di più il capitano gli rubò il giornale
“Non ti preoccupare per me, di notte faccio ben altro movimento fisico, ahia”
Sanae sentendo quelle parole aveva dato una leggera sberletta alla spalla del suo uomo, rossa come un peperone.
Pian piano la cucina si riempì dei componenti della casa, Genzo cercò di comportarsi come il solito, ma appena entrava qualcuno dalla cucina alzava lo sguardo dal giornale per vedere se era la ragazzina.
“Hitomi non scende?”
“È la solita pelandrona”
“No Hikaru, non sta bene, ha detto di avere l'emicrania”
“Avrà preso un colpo di freddo”
Con la scusa di recuperare un paio di cose per la spiaggia salì al piano di sopra. Fissò la porta della stanza di Hitomi, era indeciso se bussare o meno. Sapeva che era colpa sua se stava male, una parte di lui voleva chiederle scusa ed abbracciarla, mentre l'altra voleva lasciarla stare.
Stava per bussare quando sentì la voce dei bambini salire, così lasciò perdere e scese in spiaggia.

Aveva pianto per quasi tutta la notte, non si era mai sentita così male per un ragazzo. Aveva pianto tutta notte, sentiva un macigno al petto, il suo cuore era stato strappato e calpestato. Nemmeno quando si era lasciata con il suo ragazzo Naoto era stata così male. Si erano conosciuti alle superiori, era più grande di lei di un anno, erano stati un anno e mezzo insieme, poi quando lui aveva iniziato l'università si erano sempre più allontanati e così di comune accordi si erano lasciati. Non c'erano stati drammi e grandi pianti ma erano rimasti in buoni rapporti. A dirla tutta si era sentita quasi libera. Mentre per Genzo si sentiva mancare il fiato, non riusciva quasi a respirare e il petto le faceva male da morire, come se le fosse passato sopra un tir.
Che stupida e sciocca ragazzina, si era illusa che anche il ragazzo provasse qualcosa per lei e invece era sola pura attrazione fisica, nulla di più. Perché se davvero Genzo avesse provato una sorta di sentimento nei suoi riguardi non l'avrebbe allontanata. La sua coscienza continuava a gridarle che sapeva benissimo che giocando col fuoco si sarebbe scottata, ora ne pagava le conseguenze.
Sentì Sanae entrare in camera sua, di solito quando rischiava di far tardi all'università entrava nella sua camera e apriva le tende, sicuramente lo voleva fare anche quella volta
“No Sanae ti prego, ho una terribile emicrania, non far entrare la luce”
La cognata le fu accanto, mentre le accarezzava la testa le chiese gentilmente se le servisse qualcosa, al suo rifiuto e alla promessa che si sarebbe rialzata entro domani la lasciò nella sua solitudine.
Era una codarda, non aveva la men che minima voglia di vedere gli altri e soprattutto il suo aguzzino. Rimase chiusa nel suo piccolo mondo per tutto il giorno, si alzò solo nel pomeriggio, quando furono tutti in spiaggia, per prendere un po' di succo e sbirciò dall'enorme vetrata gli altri che si stavano divertendo. Vide il portiere vicino al capitano che parlava come se niente fosse. Uno strano moto di rabbia si impossessò di lei, con stizza risalì in camera e prese a pugni il cuscino. Era tentata di prendere tutte le sue cose e di andarsene, ma la fece desistere l'immagine di Yayoi e Yoshiko tristi per la sua partenza.
Per fortuna verso sera la chiamò il suo migliore amico, Hiro le raccontò dei bellissimi paesaggi e delle tecniche che stava apprendendo
“Di un po' Wakabayashi in costume com'è?”
“Carino”
“Cosaaa? Hitomi stai male, stiamo parlando del ragazzo più sexy che conosciamo…. Tutto ok? Mi sembri strana”
Hiro la conosceva meglio delle sue tasche, capiva il suo umore anche senza vederla in faccia, non voleva rovinargli la vacanza, sapeva che si sentiva già in colpa per il loro viaggio mancato
“Tutto ok, ho solo l'emicrania, devo aver preso troppo sole”
Stettero in silenzio per qualche secondo, come se l'amico aspettasse qualcosa, ma sentì dall'altro capo del telefono qualcuno chiamarlo, così si salutarono con la promessa di risentirsi al più presto.

Sapeva che non poteva rimanere chiusa nella sua stanza per tutto il restante della vacanza, insomma non doveva vergognarsi di nulla, era solo una stupida delusione d'amore. Aveva provato un dolore ben più grande nella sua vita e non si era lasciata abbattere. Prima di entrare in cucina fece un profondo respiro, ricordandosi che poteva farcela. Salutò tutti e si sedette al suo solito posto, constatando che non c'era il portiere. Jun abbandonò il giornale che stava leggendo chiedendole come stesse
“Bene, devo aver preso un colpo di sole”
“Forse è meglio se per oggi stai all'ombra”
Ascoltò le ragazze mentre decidevano che cosa preparare a per pranzo e cena, poi l'agitazione le salì quando Genzo entrò nella stanza sentì un nodo nello stomaco, abbassò immediatamente lo sguardo sulla fetta di pane, facendo finta di essere impegnata a spalmare la marmellata, era la prima volta che trovava così interessante. Sperò con tutta se stessa che si sedesse lontano da lei, ma non fu così
“Come stai?”
-Di merda- “Bene”
quando il ragazzo si sporse per prendere la brocca col succo le loro braccia si toccarono, Hitomi si irrigidì immediatamente e trattenne il respiro, ricordò la sera del bacio e sentì di essere sull'orlo del precipizio. Come se fosse stata punta da un'ape scattò in piedi e corse su per le scale dicendo che aveva dimenticato la crema solare in camera, facendo scattare le solite battutine di Jun e Hikaru
“Benedetta ragazza non perde la testa solo perché ce l'ha attaccata al collo”
Dopo qualche minuto chiusa nella sua stanza riuscì a riprendere il controllo di se stessa, doveva tener duro, poteva farcela, dopotutto era solo un rifiuto. Certo le bruciava da morire, soprattutto sapere che in realtà piaceva a quell'idiota, ma non aveva il coraggio di lasciarsi andare per delle stupide paranoie. Tirò l'ennesimo sospiro e si preparò per scendere.
Anche durante la giornata Hitomi continuò ad evitare il portiere, appena il ragazzo si avvicinava si allontanava o metteva le cuffiette ascoltando la musica a tutto volume. Non voleva minimamente ascoltarlo e parlargli.
Genzo fissò Hitomi mentre parlava con Isabel, voleva parlarle per chiarire, ma lei era così sfuggente. Certo sapeva che le cose non sarebbero tornate come prima, ma non credeva che l'avrebbe presa così male. Forse doveva lasciarla sbollire.

Soichiro e Keiraro avevano portato in spiaggia la loro collezione di biglie, ci era voluto più di un anno per averne di così belle, la preferita del piccolo Mitsui era quella di vetro blu, se esposta al sole si potevano notare delle piccole sfumature azzurre. I due bambini iniziarono a fare una piccola pista, l'unico problema era la creazione del tunnel, ogni volta che credevano di avercela fatta questo crollava. Stavano per rinunciarvi quando Tsubasa gli andò vicino chiedendo quale fosse il problema
“mmm forse ho trovato una soluzione”
Il capitano riempì il secchiello d'acqua per poi metterci un bel po' di sabbia, fece un blocco per poi passarci in mezzo il manico della paletta
“Dovrebbe resistere”
I due bambini guardarono con ammirazione il capitano e lo invitarono a partecipare alla gara. Poco dopo si aggiunsero anche Jun e Hikaru che tentarono di superare più di una volta il capitano, ma senza successo.
Yayoi guardò i ragazzi e scosse leggermente la testa, delle volte Jun si comportava peggio dei bambini, ma aveva apprezzato il nuovo lato del marito. Istintivamente si toccò il ventre e pensò che Jun sarebbe diventato un buon padre.

Si stavano rilassando dopo il pranzo, erano in sala a guardare le notizie sportive, le ragazze complottavano tra loro, mentre Hitomi e i bambini stavano studiando. Verso le tre suonò il campanello, fu Jun ad andare ad aprire
“E tu che ci fai qui?”
Davanti a se aveva un sorridente Shingo Aoi
“Ero nei paraggi, così sono venuto a fare un saluto”
Aoi era ospite a casa di alcuni amici che vivevano e lavoravano in zona. Per puro caso aveva scoperto attraverso il capitano, di non essere tanto distante da dove alloggiavano i compagni di squadra. Così aveva preso la palla al balzo ed era andato a trovarli, soprattutto dopo aver scoperto che tra loro c'era anche Hitomi.
La presenza del ragazzo aveva messo di malumore uno dei compagni di squadra, Genzo non sopportava le attenzioni che il numero venti riservava alla ragazza. Cercava in tutti i modi di attirare l'attenzione di Hitomi. Appena erano scesi in spiaggia aveva posizionato il telo di fianco a quello di lei, e come non poteva non notare lo sguardo da pesce lesso di Shingo quando la ragazzina era rimasta in costume, sembrava mangiarla con gli occhi. Ciò lo stava facendo innervosire. Per fortuna aveva trovato in Hikaru e Jun dei validi sostegni. Appena Aoi provava ad avvicinarsi un po' troppo rispetto ai loro standar, si intromettevano. Come quando Shingo aveva tirato fuori il cellulare e aveva proposto a Hitomi di farsi un selfie, lei come se niente fosse aveva accettato avvicinandosi di più al ragazzo e sorridendo alla camera, approfittandone il giocatore cercò di metterle un braccio attorno alle spalle, ma Hikaru intervenì mettendosi in mezzo ai due
“Dai Shingo scatta sta foto non possiamo stare qui tutto il giorno”
Dopo una bella nuotata si avvicinò alla riva, i ragazzi stavano facendo fare dei tuffi ai bambini, vide Hitomi seduta sotto l'ombrellone insieme ad Aoi, il ragazzo si sporse e le parlò all'orecchio. Non sentì che cosa le avesse detto, ma lei arrossì leggermente einiziò a ridere, ciò gli fece andare quasi il sangue al cervello. Con passo svelto si avvicinò ai due, tentò di calmare il tono della voce
“Aoi, Tsubasa vorrebbe che lo aiutassi a far fare un paio di tuffi ai ragazzi”
quando fu sicuro che il compagno di squadra si fosse allontanato e che nessuno lo potesse sentire disse
“Vedo che ti diverti con Aoi” senza volerlo quella frase gli era uscita con un tono acido
“Si è simpatico”
“Già, così simpatico da farti dimenticare le tue pene d'amore”
Provò una certa soddisfazione a vedere la faccia della ragazza confusa e quasi addolorata, non capiva neanche lui da dove gli fosse uscita tutta quella cattiveria. Per risposta Hitomi si allontanò, ma non prima di avergli detto che era uno stronzo.Si sdraiò sul suo telo sospirando amareggiato, cavoli era stato lui ad allontanarla, convinto che fosse per il bene di entrambi, eppure adesso si sentiva un tale idiota. Non sopportava che qualcuno la toccasse o la facesse ridere e arrossire.



Finalmente sono riuscita ad aggiornare,spero che la storia continui a piacervi. Grazie a tutti coloro che la stanno seguendo e leggendo. Giuro che aggiornerò presto, un abbraccio Syerra

   
 
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