Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: RaidenCold    31/08/2017    0 recensioni
Il nemico del Santuario è l'antico mostro Tifone, che Atena ritiene avere una sede sull'isola di Death Queen; radunati tutti e 12 i cavalieri d'oro, decide di inviare Leonidas e altri quattro per stanare il nemico. Sull'isola però troveranno qualcosa che anni prima ha cambiato radicalmente la vita di molte persone al Santuario.
Nel frattempo Kara, la misteriosa donna incontrata da Leonidas e Lambda a Delfi, nonché reincarnazione di Echidna, parte per quella che con tutta probabilità sarà una missione senza ritorno...
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Kiki, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Maggio 2015, Kalos:

Oggi divento cavaliere dei Gemelli;

l’odio verso il sangue che scorre nelle mie vene

renderà il mio ruolo ancora più difficile,

ma d’altronde il mio cammino non può che essere questo.

 

“Buona fortuna fratelloni!”

Minerva abbracciò Lun e Leonidas, ed essi arrossirono.

“Dai, ci guardano tutti!” - provò a protestare il minore dei due.

Leonidas avrebbe voluto rimproverarlo con qualcosa in stile :«Non essere scortese!», ma la cosa effettivamente lo metteva in imbarazzo e si limitò ad accarezzare la sorella con aria ebete. Tra le risatine in sottofondo sentì chiaramente quella di Lambda.

“Ora dobbiamo andare sorellina.”

“Leo… fate attenzione!”

“Non ti preoccupare, andrà tutto bene.” - sorrise il ragazzo, mentre Lun impaziente di partire già scalpitava sulla scaletta dell’aereo.

Leonidas si allontanò lentamente, e quando la sua mano non toccò più quella della ragazza, ebbe la sensazione che un abisso incolmabile si fosse formato fra loro; aveva una brutta sensazione. Si voltò un’ultima volta e vedendo il suo viso sorridente si rassicurò.

“Non ti preoccupare, mi occuperò io di quei due.” - disse Lambda accarezzando la spalla della ragazza.

Minerva sorrise:

“Grazie.”

Non aveva mai avuto molte occasioni di parlare con il cavaliere dell’Ariete, per via del suo carattere circospetto, ma grazie a quel piccolo gesto d’affetto ora la sentiva molto più vicina.

Per la prima volta si era resa conto che avevano la stessa età.

 

 

Una coltre di nubi nere avvolgeva l’isola rendendo impossibile il passaggio dei raggi del sole; a generarla era un enorme vulcano che troneggiava tra tutte le aspre montagne di Death Queen.

“Un deserto dimenticato da Dio, pregno di morte in ogni angolo, molti lo definiscono un inferno su terra: di giorno il caldo è talmente insopportabile che tutto il corpo pare bruciare, mentre di notte cala un freddo pungente che ti congela fin dentro le ossa.”

Kalos, nonostante l’usuale possanza, appariva turbato da quel luogo,

Lun deglutì:

“E-e adesso?”

“Fra breve il sole tramonterà, anche se noi non possiamo vederlo per via della coltre di fuliggine che ricopre l’isola, l’unica luce che avremo, sarà la luminescenza dei fiumi di lava. Capirai che è notte quando, come ho appena detto, sentirai le ossa raggelare.”

“Sembra davvero l’inferno… come faremo ad atterrare?” - domandò Miles;

“Con un po’ di fortuna.” - rispose il cavaliere dei gemelli; guardò attentamente gli altri cavalieri sull’aereo, erano spaventati.

Ripensò a quello che gli aveva detto Chiron prima di partire, che per i cavalieri assieme a lui quella missione sarebbe stata la prova finale del loro addestramento e che lui avrebbe dovuto fungere da supervisore in quanto membro più anziano ed esperto della spedizione.

«Devo essere forte, altrimenti come potrò ispirarli? Non posso deluderli.»

La verità è che quella era anche la sua prova finale: l’isola di Death Queen era l’ultimo ostacolo verso il riscatto, finalmente sarebbe stato libero dal suo passato.

Lambda conosceva Kalos da più tempo di tutti tra i presenti sull’aereo, eppure, avrebbe potuto dirgli qualcosa per farlo stare meglio, eppure non aveva il coraggio di parlargli. Chiron aveva ritenuto opportuno non rivelare prima di una missione così importante l’esistenza di Loki al ragazzo; d’altronde anche se avessero parlato di altro, nella mente di Lambda sarebbe rimasta fissa l’immagine di quella ragazza, la sorella del cavaliere dei gemelli di cui quest’ultimo ancora ignorava l’esistenza.

La ragazza guardò Leonidas, che era immerso nei suoi pensieri, più del solito; sicuramente pensava alla donna dai lunghi capelli bruni e sperava di trovare sull’isola le risposte di cui era in cerca.

Miia uscì dalla cabina di pilotaggio:

“Il pilota dice che fra poco atterreremo, allacciate le cinture!”

 

I ragazzi erano scesi dall’aereo e stavano indossando le rispettive armature, tutti tranne Kalos, che si era bardato dell’armatura già prima che atterrassero; scese dal mezzo e questo ripartì dileguandosi tra le nubi nere dell’isola. A quel punto il cavaliere dei gemelli si mise in testa al gruppo:

“Per la sicurezza del capitano l’aereo non ci aspetterà qui, ma parcheggerà in un’isola vicina; quando la missione sarà terminata lo richiameremo e verrà a prenderci. Noi dobbiamo esplorare l’isola e vedere se c’è qualcosa di sospetto… state sempre in guardia, probabilmente i cavalieri neri ci stanno già osservando. Avete bisogno di sapere altro?”

Lambda si fece avanti:

“Per evitare che il pilota corra ulteriori rischi non sarebbe meglio che io teletrasportassi tutti via da qui quando sarà il momento?”

“Purtroppo, su quest’isola c’è una barriera simile a quella del grande tempio che impedisce di utilizzare il teletrasporto.”

Lun alzò la mano impaziente:

“Io non ho capito bene… dobbiamo tipo, andare in giro e pestare a sangue chiunque troviamo? Cerchiamo qualcuno? Oppure… qualcosa?”

“Non lo so cosa troveremo, ma se il nobile Chiron ci ha mandato qui, sono certo che avremo pane per i nostri denti.”

“In pratica stiamo assediando quest’isola.” - commentò in modo pungente Miia.

“Se vuoi metterla in questi termini… sì, è un assedio. I cavalieri neri sono ancora impuniti per i fatti di sei anni fa, e ciò che è accaduto recentemente a Metellene ha riacceso le tensioni tra il Santuario e questo posto. Tuttavia, c’è dell’altro.”

“Tifone?” - domandò Leonidas facendosi cupo.

“Qualcosa legato ad esso. Secondo il mito T ifone è sepolto in Sicilia, molto lontano da qui, tuttavia sembrerebbe esserci un legame tra i cavalieri neri ed i seguaci di quel mostro leggendario.”

“In sostanza: chi cerca trova. Giusto?” - aggiunse Lun.

Kalos annuì, disarmato dalla semplicità del ragazzo albino.

D’un tratto Ian alzò lo sguardo e si guardò attorno con circospezione

“Sta arrivando qualcuno…”

Anche gli altri cavalieri se ne accorsero subito dopo: un piccolo cosmo si stava avvicinando a loro. Non era particolarmente ostile, ma emanava comunque una qualche sorta di energia negativa; per Leonidas e Miles non era una sensazione nuova, avevano già sentito quella presenza la notte dell’attacco a Metellene.

Da una collina rocciosa si avvicinava lento e mesto, ammantato con una tunica nera, un vecchio dai capelli color cenere; nel suo passo ciondolante vi era qualcosa di sgradevole, ma nessuno avrebbe saputo dire di preciso cosa.

L’uomo giunse dinnanzi ai cavalieri; aveva un naso camuso e occhi di fuoco che sembravano uscire dalle orbite; allungò il braccio adunco facendo cenno con la mano ossuta di avvicinarsi, e sorrise, mostrando i pochi denti che gli erano rimasti:

“Benvenuti cavalieri, il mio nome è Sosia; il mio padrone mi ha mandato incontro a voi affinché vi conducessi da lui, venite, non abbiate paura, non è una trappola.” - ridacchiò rauco il vecchio sputacchiando.

Kalos guardò gli altri, affinché lo seguissero.

Il vecchio alzò la mano per fermarli:

“Il cavaliere d’argento e quello di bronzo non sono invitati.”

Miles guardò il cavaliere dei gemelli:

“Ce la caveremo, non preoccuparti.”

Miia fece cenno dando conferma.

I cavalieri d’oro seguirono il vecchio Sosia, che li condusse fino a una strettoia in mezzo a due rupi:

“Seguite la strada, ad un certo punto troverete un tempio: là, il mio padrone vi aspetta.”

Aveva tutta l’aria di essere una trappola, ma per il momento non potevano fare altro che stare al gioco del vecchio; in ogni caso, Lambda aveva eretto una sottile ed invisibile barriera di cristallo per evitare attacchi a sorpresa.

 

Camminarono per circa mezz’ora – di tanto in tanto si poteva scorgere qualche figura nera strisciare sulle rupi – fino a che, come detto da Sosia, trovarono un tempietto in stile greco, completamente nero.

All’entrata vi erano due cavalieri neri, che esortarono i cinque ragazzi a entrare.

La sala interna del tempio era molto simile a quella del gran sacerdote, vi era persino il trono al centro della stanza… sul quale sedeva un uomo, con indosso un elegante completo nero.

Kalos impallidì di colpo.

“Salve, cavalieri d’oro.”

“Non può essere…!” - bisbigliò Lambda.

Leonidas le strinse la mano: non l’aveva mai sentito tremare così tanto.

L’uomo si alzò in piedi e venne incontro al cavaliere dei gemelli, che riuscì a dire solo un’unica, distinta, parola:

“Padre.”

Amphitrion sorrise:

“È passato molto tempo, Kalos."

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: RaidenCold