Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Umile_Bardo    01/09/2017    0 recensioni
Lupin e Jigen sono di nuovo in Spagna e per il pistolero non è esattamente un posto piacevole, dato che gli ricorda una delle sue avventure amorose finite in modo pessimo. Questa volta però, invece di esserlo da una rosa, verrà colpito da uno strano violino argentato e dalla sua proprietaria, alla quale più criminali stanno dando la caccia per impossessarsi di un incredibile tesoro.
Davanti ad una avventura così Lupin III e i suoi compagni non posso certo tirarsi indietro
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Fabbricare uno Stradivari... > Lupin mormora pensoso. Nei suoi occhi però scorgo uno scintillio, come se nel suo cervello stesse bollendo una grande idea.

 

Accanto a me Goemon si è irrigidito. Sembra che l'idea che qualcuno si metta a costruire altri violini lo irriti molto.

Non passa neanche un momento che mormora < é impensabile che qualcuno li ricostruisca. Il pregio di quegli strumenti è la loro rarità. É come se fossero....spade! Spade costruite da un fabbro leggendario! >

 

Sorrido tristemente. É un bel paragone....

 

< Si, ma sta calmo Goemon. In fondo quelle istruzioni potrebbe semplicemente essere messe in un museo ed essere così mostrate al pubblico. > Lupin continua a fissare il soffitto.

 

< Io non credo che la gente che sta alle calcagna della signorina sia interessata unicamente a metterle in un museo! > brontola Jigen, accendendosi un'altra sigaretta.

 

< Ha ragione. > dico io abbassando il capo < Per questo ho deciso di anticipare la mia tournée, in modo da tenere quei farabutti lontani dalla mia famiglia. >

< Quindi non è il primo attacco che subisce. > il pistolero sbuffa una nuvola di fumo nella mia direzione.

< No.....è da molto che la cosa va avanti. Fin'ora nessuno della mia famiglia era stato aggredito a causa del violino, tutto è cominciato con me... >

 

Lupin improvvisamente scatta in piedi, guardando verso di me con aria trionfante e sicura.

< BENE! Allora è deciso signorina! Io, Arsenio Lupin III, insieme ai miei compagni la accompagneremo in questa turbolenta avventura per scoprire il tesoro di Stradivari! In fondo ci sono in ballo cose preziose! >

Mi sorride con quella sua aria accattivante. Per una frazione di secondo il mio stomaco si ingarbuglia, come se provassi attrazione per lui.

 

No...no! Decisamente no!

Contemporaneamente con il mio cervello la mia bocca pronuncia quelle parole.

 

Lupin sgrana gli occhi e anche Jigen mi fissa.

< Non ho intenzione di partire per una caccia al tesoro che possa mettere in pericolo il violino o qualunque altra persona gli stia accanto. Questo...strumento non è solo un dono del maestro Stradivari, è il retaggio della mia famiglia, il ricordo di mio nonno! > mi alzo in piedi anche io, con gli occhi di fuoco. Ho paura...sarebbe da stupide non ammetterlo. Paura per il violino, per tutta questa storia e per la mia famiglia.

 

< Si è già dimenticata dell'aggressione della scorsa notte? Se non fossimo intervenuti noi dubito che sarebbe ancora viva! > quasi mi ringhia addosso il pistolero mentre pronuncia quelle parole. Sembra molto irritato e io sobbalzo sentendo quel tono aggressivo. Arrossisco per quella reazione che conferma la mia debolezza.

 

< Non sono un ladro Jigen. Non sono cose fatte per me queste! L'unica cosa che so fare è suonare! E più lo faccio lontano più posso tenere al sicuro le persone che mi sono care! Io posso provare a cavarmela, ma dovete capirmi! > afferro la custodia del violino < Dovete capire che..io non sono come voi! > c'è molto più rammarico di quanto avessi voluto nelle mie parole.

Rammarico...e forse invidia. Così forti, agili, imprevedibili e inarrestabili. Ecco come sono Jigen, Lupin e Goemon.

Per un attimo desidero essere come loro, ma poi mi riscuoto.

No. Non è la mia vita. Io sono come i campi di ginestre illuminati dal sole, mi guardi e sono tutta lì. Io sono come appaio. Non ho segreti affascinanti o comportamenti misteriosi.

Io....sono io.

 

< Bene. Ora che sapete il mio punto di vista vi chiedo di accompagnarmi alla stazione più vicina, in modo da prendere il treno e incontrarmi con il mio agente. >

< Come vuole signorina. > il ladro gentiluomo sembra abbastanza dispiaciuto.

< Grazie, ora mentre vi organizzate faccio una telefonata. >

 

----______----

 

Mi calco il cappello sugli occhi, scocciato.

Stupida ragazza.

< Con quella testardaggine non andrà da nessuna parte! > sbotto spegnendo violentemente la sigaretta nel portacenere.

< é una sua scelta Jigen. In fondo posso capirla, è spaventata e noi siamo degli estranei. Te l'ho già detto prima, lei è una di quelle donne che non c'entra assolutamente nulla con il nostro mondo. > Dice Lupin, alzandosi per mettere in cucina le tazze del caffè.

 

Bah! Incrocio le braccia, lanciando un'occhiata al samurai di fronte a me. Sembra in sintonia con il pensiero di Estrella. Ad un certo punto anche lui mi lancia uno sguardo, severo e freddo. Poi senza dire una parola si alza e se ne va.

 

< Comunque Jigen ti conviene calmarti, sopratutto perchè dovrai accompagnarla tu! >

< IO???? E per che diamine dovrei andarci io, Lupin??? >

< Perchè tra poco qui ci raggiungerà Fujiko!! > il ladro mi fa un sorrisone.

Oh porca vacca! Meglio accompagnare Estrella piuttosto che trovarsi tra i piedi quell'altra donna!

 

Così una decina di minuti dopo mi ritrovo al volante della 500 di Lupin.

Il sole splende e la strada è abbastanza trafficata. L'aria si è fatta calda e viaggiamo con i finestrini abbassati.

 

Lancio un'occhiata verso Estrella, seduta al posto del passeggero. Guarda i campi dorati sfilare via e sembra non avere molta voglia di parlare. Non ha spiccicato parola da quando è salita in macchina.

 

Non che la cosa mi dispiaccia. Non mi piacciono le persone troppo chiacchierone, Lupin forse è l'unica eccezione.

 

Ci troviamo fermi in coda poco prima di imboccare lo svincolo di uscita dell'autostrada, per raggiungere uno di quelle cittadine dai nomi sibilanti che costellano tutta la Spagna.

Mi accendo una sigaretta.

 

< Non è il caso di stare lì a tenermi il broncio. > dico, cercando di provocarle una qualche reazione.

Infatti lei si riscuote, girandosi fulminea e arrossendo un po' < Non sto tenendo il broncio!! >

Sorrido dietro al fumo. Più facile che tirare al piattello.

< Eppure mi sembrava un tipo abbastanza ciarliero! >

< Io non parlo se non ho qualcosa da dire e in questo momento non mi sembra di dover intrattenere un discorso!! > mi risponde tirandosi dritta sul sedile e sistemandosi gli occhiali < Se ci tiene tanto a chiacchierare cominci lei! >

< Non si scaldi signorina. > faccio degli sbuffi col fumo mentre le auto ricominciano a muoversi ed usciamo dall'autostrada < O le si scorderà il violino! >

 

La ragazza mi lancia un'altra occhiata offesa, poi la sua bocca si distende in un sorrisetto malcelato. Poi si volta e torna a guardare il paesaggio, ma con un'espressione più serena sul viso.

 

Passano dieci minuti di silenzio.

< Non sembra approvare la mia scelta. > mi dice continuando a guardare fuori.

< Ognuno la pensa come vuole miss, e decide cosa fare di testa propria. Non ho intenzione di mettermi a dare consigli alla gente. >

< Lei che farebbe al posto mio? >

< Bè non sono mai stato il tipo che scappa, per cui dubito che lo farei. >

 

Estrella stringe le labbra in una smorfia di disapprovazione. Probabilmente non le aggrada il fatto che la stia accusando di scappare, ma è quello che sta facendo. Per cui è inutile addolcire la pillola.

 

Continuo a guidare lungo le strade del paese che abbiamo da poco imboccato. Non c'è in giro molta gente, saranno tutti in casa a mangiare con le proprie famiglie.

Fermo l'auto davanti alla stazione.

Tre gradini di pietra conducono verso l'edificio color verde scolorito sulla cui facciata troneggia un grande orologio.

 

Estrella mi porge una mano, mentre con l'altra afferra il violino.

< Le auguro buona fortuna miss Estrella >

 

-----_____----

 

Jigen mi stringe la mano con una presa ferrea. Sento il suo palmo ruvido contro il mio. É una sensazione piacevole.

 

Apro la portiera e scendo dall'auto, salendo i gradini senza voltarmi indietro.

Ad un certo punto mi volto, cercando qualcosa da dire.

Ma lui ha già messo in moto la vettura e si sta allontanando.

 

Tsk. Cosa speravo di dirgli? E cosa può avere trovato di interessante in me? Siamo su due pianeti completamente diversi e forse sono mondi che sarebbe meglio non far incontrare.

Ma sentimi! Come se fossimo perdutamente innamorati l'uno dell'altra!

 

Tiro un sospiro e mi sbrigo per andare a prendere il treno.

 

  
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