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Autore: princess_sweet_94    02/09/2017    1 recensioni
REVISIONATA E MODIFICATA IL 07/05/2021
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"Cos'è?" domandò, fissando quell’oggettino quasi fosse in trance.
Il coniglio non rispose e la rosa s'illuminò nuovamente facendo apparire dinnanzi a lei una boccetta di vetro quadrata ricca di decori floreali, simile a quella di un profumo, che rimase sospesa a mezz’aria.
"Sei tu..." mormorò il coniglio "Sei la prima Pretty Cure... la Rosa ti ha scelta. Oa non resta che trasformarti" concluse, rilassandosi contro il suo petto.
Haru guardò la chiave e il profumo con sconcerto, confusa e disorientata, non capendo minimamente cosa dovesse fare.
“Io non so…” iniziò ma l’animaletto scosse piano la testa, alzando gli occhi su di lei.
“Verrà da solo” rispose “Devi solo volerlo.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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REVISIONATO IL 12/12/2022
 


Tra le varie cose che si dovevano sapere su Nagi, in cima alla lista c'era il suo spiccato amore per la musica: l'aiutava a rilassarsi nel tempo libero e a concentrarsi durante gli allenamenti o quando studiava. Aveva una melodia per tutto, anche per quella nebbiosa mattina di fine aprile mentre correva per le strade della città.
Ma nonostante amasse la musica era molto pignola sulla scelta delle canzoni e dei cantanti: aveva una vasta collezione di playlist tutte accuratamente selezionate con le migliori compiltion dei migliori idol. Eppure una in particolare, nell'ultimo periodo, l'aveva presa come nessun'altro: Natsuromi Kan, una idol apparsa da un'annetto o poco più nelle migliori radio del Giappone. E Nagi aveva capito da subito il perché e continuava a ripeterselo ascoltando una sua canzone proprio in quel momento: Natsuromi non aveva solo una voce bellissima, tutti i suoi testi raccontavano una storia ed erano incentrati sui temi più disparati e con gli stili più diversi. Lei scriveva di ciò che più la ispirava e non aveva mai paura di provare qualche genere musicale nuovo o qualche tema poco diffuso, sapeva sempre essere nuova ed originale e regalare emozioni a chiunque ascoltasse una sua canzone.
Era questo ciò che lei e i suoi milioni di fan amavano di lei.
Rallentò il passo quando arrivò nei pressi di casa sua, asciugandosi il viso con l'asciugamano che portava al collo, e spense la musica togliendosi le cuffie dalle orecchie prima di aprire la porta: sua madre era già in cucina a preparare la colazione e, dopo averle dato il buongiorno, corse al piano di sopra per fare la doccia.
Riempì rapidamente la borsa con i libri, indossò la divisa e prese il cofanetto di pelle bianco contenente la boccetta di profumo, un "acquisto" recente che testimoniava la sua entrata in un'ancor esiguo gruppo di supereroine.
Quando si era trasformata la prima volta era stato tutto talemente assurdo e veloce che era rimasta frastornata per un bel po', ma Haru e Reiha si erano messe con impegno e tranquillità per spiegarle ogni cosa nei minimi dettagli: a quanto aveva capito, un'Imperatore malvagio aveva distrutto un Regno di Folletti e voleva fare lo stesso con la Terra se loro, le Season Charge, non lo avessero fermato.
Insomma, cose del genere Nagi le aveva lette solo nei manga ed era bastato a farle girare la testa. Ma Haru c'era dentro fino al collo, così come anche lei a quel punto, e non l'avrebbe lasciata da sola a combattere i cattivi per nessun motivo al mondo. Così si era unita all'allegro quadretto, impegnandosi a combattere i mostri e cercare le ultime tre Guerriere che avrebbero completato la squadra.
Sperando che niente andasse storto, naturalmente.
Scese in cucina, consumò velocemente la propria colazione, salutò i genitori e corse fuori diretta a casa di Haru: da quando erano diventate una squadra, aveva preso l'abitudine di accompagnarla a scuola la mattina così semmai si fossero imbattute in qualche mostro gigante sarebbero state insieme.
Come da copione, dovette aspettare dieci minuti buoni prima la ragazza scendesse: dopotutto, che Haru fosse una ritardataria cronica non era certo un segreto. Se la trascinò dietro fino a scuola, sentendola biascicare delle scuse molto sentite, ma a cui ormai faceva poco caso (in senso positivo, naturalmente).
Generalmente, la scuola media Koji era un luogo molto normale e tranquillo (escludendo le ultime due piante assassine) pertanto quando accadeva qualcosa d'insolito saltava subito all'occhio generale. Come quella tranquilla mattina di aprile, nel quale tutta la scuola era radunata intorno alla bacheca posizionata nel cortile. Si udivano brusii eccitati percorrere l'ingente gruppo di persone, mentre Nagi cercava di sbirciare oltre le loro teste.
"Ah, non vedo niente!" sbottò indispettita, maledicendo la propria statura nella media.
"Come mai tutta questa folla?" chiese una voce alle loro spalle, facendole sobbalzare tutte e due.
"Buongiorno anche a te, Matsumoto" borbottò Nagi, trattenendosi dal gettargli la borsa dritta sul naso: odiava quel suo modo di apparire dal nulla alle spalle delle persone, a volte pensava che lo facesse apposta "Stiamo cercando di capire cosa succede ma non vedo niente" rispose.
Haru, totalmente ammutolita all'apparizione del ragazzo, si era portata le braccia a stringere il petto e stava scivolando lentamente via dalla folla, quasi non camminasse ma fluttuasse sotto lo sguardo seccato di Nagi: erano settimane che andava avanti quella storia, poteva anche darci un taglio a quel punto.
Hayato spostò lo sguardo sulla ragazza, che si fermò di colpo rabbrividendo... poi allungò le braccia, afferrandola per i fianchi, e l'alzò senza nessuno sforzo facendosi passare le sue gambe intorno al proprio collo. Interdetta e agghiacciata, Haru si ritrovò seduta sulle sue spalle.
"Vedi qualcosa?" chiese con la sua solita naturale pacatezza. La ragazza, rimasta senza parole per un'attimo, arrossì di botto e alzò la testa di scatto cercando di leggere il grande manifesto sulla bacheca, in un pessimo tentativo di dissimulare l'imbarazzo.
"A-allora..." balbettò, provando a non pensare alle mani del ragazzo strette intorno alle sue cosce "La Preside Jun organizza una festa per il 76° anniversario di fondazione dell'Istituto, domani sera, ed ha ingaggiato una cantante" disse, portandosi una mano alla fronte per coprirsi gli occhi dal sole "Credo che si chiami... Natsuromi Kan" concluse incerta.
"Qualcuno la conosce?" chiese, abbassando lo sguardo sul proprio piedistallo personale.
"Io no" rispose Hayato, alzando gli occhi su di lei.
Nagi, ammutolita, fissava entrambi come se fossero degli alieni.
"H-hai detto... Natsuromi Kan?" balbettò.
Entrambi si voltarono verso di lei. "Si, perché?" chiese Haru.
"Sai chi è?" chiese Hayato.
Nagi boccheggiò: "Se so chi è?!" sbottò, incredula, chiedendosi se quei due venissero davvero da Marte "Certo che so chi è!" esclamò, scandalizzata, facendoli sussultare "È semplicemente la mia idol preferita! Piuttosto, voi due come fate a non conoscerla!"
Haru e Hayato si scambiarono un'occhiata veloce.
"Ehm… sai che non guardo molto la televisione" cercò di giustificarsi lei.
"Preferisco la musica classica" rispose il ragazzo alzando le spalle.
"Oh, non ci posso credere!" sbottò la ragazza, afferrando Hayato per un braccio "Venite a farvi una cultura!"
Haru, ancora in bilico sulle sue spalle, trasalì e si aggrappò alla sua testa rischiando di perdere l'equilibrio: "Nagi, ferma. Fammi scendere prima!"
 
 
 
Hiki finì di leggere il documento e appose la propria forma in silenzio, passandolo a Soku perché mettesse la sua. Il ragazzo fece scorrere elegantemente la penna d'oca sul foglio e lo spinse al centro del grande tavolo verso il resto dei consiglieri. La donna incrociò le braccia al petto e si appoggiò seccamente allo schienale del grande scranno che, di norma, era destinato al loro Imperatore e che in quel momento divideva scomodamente con il suo compagno d'armi.
Per qualche ignota ragione, il loro sovrano spariva spesso negli ultimi tempi senza dire dove fosse diretto e quando sarebbe tornato, e aveva lasciato a loro quattro (i suoi Primi Ufficiali) il compito di sostituirlo nelle questioni del palazzo; ciò riguardava anche partecipare alle noiose riunioni del consiglio e compilare scatoffie burocratiche in quantità. Erano onorati di avere la totale fiducia del loro Signore per questioni così importanti, naturalmente, ma non potevano negare che fosse tutto molto seccante.
Dovevano essere almeno in due a presenziare alle riunioni e firmare i documenti minori, conservando le questioni più importare per il ritorno di Roku, e di solito facevano a turni; quella volta, però, Eratu si era presa un disdicevole malanno (detto "raffreddore") nella sua breve permanenza sulla terra, quindi a Hiki era toccato prendere il suo posto.
"Bene, se questo è tutto possiamo chiudere la riunione" decretò Soku, voltandosi verso di lei. La donna annuì semplicemente ed entrambi si alzarono in piedi. I consiglieri, tuttavia, rimasero seduti.
Hiki alzò un sopracciglio: "Qualcosa non va?" domandò freddamente.
Gli uomini si scambiarono occhiate nervose e uno di loro si alzò in piedi, schiarendosi la gola: "Sono mesi ormai che il nostro Imperatore non si presenta alle riunioni e siamo stanchi di dover parlare con lui attraverso di voi" asserì deciso "Abbiamo cose di cui discutere, piani per le prossime terre da conquistare, e invece di un confronto diretto ci ritroviamo a scambiarci post it a cadenza settimanale. Non è molto confortante."
Un mormorio di assenso si levò dalla tavola ma i due ufficiali non si scomposero. Soku sorrise lievemente e radunò le carte dinnanzi a sé, chiudendole nella cartella che avrebbe dovuto presentare al re al suo ritorno: "Il nostro sovrano è un uomo impegnato, dovreste saperlo bene" decretò tranquillamente "La ricerca della Rosa del Tempo ha la massima priorità in questo momento, specialmente con la recente comparsa di due Guerriere della Natura. Sono certo che capirete cosa comporta e la gravità della situazione in cui ci troviamo."
Il silenzio calò tra i presenti e Soku sorrise più ampiante: "L'Imperatore ha inoltre dato ordine di far rinchiudere chiunque osasse lamentare la sua assenza" aggiunse, mettendosi la cartella sottobraccio, setendendo distintamente il brivido gelido che li attraversò uno ad uno "Pare che tra di voi ci sia questa bizzarra convinzione che siate tutti indispensabili quando, ovviamente, al nostro Sovrano basta schioccare le dita per riorganizzare completamente il consiglio in meno di un'ora."
Lasciò che le sue ultime parole risuonassero per bene nella stanza e vide, finalmente, l'uomo tornare lentamente a sedersi. "Bene. Per oggi è tutto, ci vediamo fra due settimane" decretò cordialmente, facendosi da parte per permettere a Hiki di precederlo "Dopo di te" invitò.
Quando si furono chiusi la parta della sala alle proprie spalle, la donna sospirò pesantemente: "Non so come fai a restare così tranquillo, avremmo dovuto farlo gettare direttamente in prigione senza sprecare troppe parole" sbottò, marciando nel corridoio.
"Sì, sono stato tentato dal farlo" ammise Soku affiancandola "Ma credo che un avvertimento sia d'obbligo: se la prossima settimana avanzeranno nuovamente delle lamentele, ci penseranno Eratu e Koiko a prendere provvedimenti."
Hiki si lasciò andare ad un verso seccato e Soku sorrise: "Come va lo sviluppo dei nuovi semi?"
La donna scosse il capo: "Eratu ha detto che ci vorrà ancora un po'. Anche se germogliano sono troppo instabili e difficili da controllare, potrebbero finire con l'attaccare anche noi."
"Se vuoi anticipare la missione usando quelli normali vorrei venire con te" propose lui "Sono curioso di vedere queste guerriere con i miei occhi."
"La prima era una ragazzina, niente di speciale" rispose lei "Probabilmente non sa neanche in che cosa si è cacciata, quasi mi dispiace per lei."
"Sarà comunque interessante vederle in azione" constatò lui "Non si vedevano delle Season Charge da molto tempo, se non fossimo sui due fronti opposti dovremmo essere onorati di vivere nella loro stessa epoca."
Hiki alzò gli occhi al cielo: "La tua diplomazia a volte mi irrita" confessò schiettamente.
"Sono solo sincero."
"In ogni caso, se vuoi venire per me non fa differenza. Ti farò sapere quando partirò."
"Bene, non vedo l'ora."
 
 
 
Haru si sedette sulla panchina sotto il gazebo del cortile, sistemandosi al meglio la gonna, mentre Hayato si lasciava cadere accanto a lei. Nagi, tutta esaltata, trafficava con il cellulare.
"La prossima volta che vuoi trascinare via qualcuno assicurati che non abbia nessuno in spalla" borbottò Haru, sistemandosi le trecce scompigliate: si era fatta tutto il tragitto addosso al ragazzo poiché la sua amica aveva bellamente ignorato le sue proteste e lei non aveva avuto il coraggio di saltare giù mentre erano in movimento. "Sono tutta scarmigliata."
"Oh, ma che te ne importa!" tagliò corto, euforica "Piuttosto, rifatevi le orecchie miscredenti!" disse facendo partire una canzone dalla sua playlist. La melodia che si diffuse nell'aria era talmente dolce ed intensa che catturò completamente l'attenzione di Haru.
"È splendida!" commentò. Nagi ghignò.
"Lo so" rispose "Ed è solo una delle tante: Natsuromi ha uno stile impeccabile, riesce a scrivere un sacco di canzoni diverse mantenendo sempre la sua impronta. Ha un talento davvero unico!" spiegò con gli occhi che brillavano "Non vedo l'ora di conoscerla dal vivo!" aggiunse con la voce incrinata dall'emozione.
"Deve piacerti veramente tanto" commentò Hayato.
"Si può dire che è il mio idolo!" rispose lei, scrollando le spalle "Sono certa che al concerto di domani presenterà una canzone tutta nuova!"
"Messa così, viene voglia anche a me di conoscerla!" sorrise Haru.
"Spero che firmerà degli autografi, ho sempre desiderato avere il suo!"
"La spaventerei se ti presenterai a lei così esaltata" notò Hayato, guadagnandosi un'occhiataccia.
Nessuno di loro si accorse della figura che li spiava da dietro l'istituto, prima di sparire nel buio.
 
 
 
Un sospiro uscì dalle labbra della ragazza, attirando l'attenzione della sua vicina. Haru sbirciò la sua compagna di banco, incuriosita: era poco più alta di lei, con lunghi capelli biondi e grandi occhi verdi.
Se non sbagliava si chiamava Lilian Inoshi e si era iscritta all'istituto l'anno prima, solo che non riusciva a dare una definizione precisa a quel volto: in classe passava inosservata e si assentava molto spesso, senza contare che per quel che ne sapeva non aveva mai approfondito nessun rapporto con nessuno compagni di classe.
In quel momento era china su un foglio, l'estemità della matita tra i denti e i trucioli di gomma sparsi ovunque sul suo lato; sembrava concentrata e affranta allo stesso tempo.
Dopo due minuti buoni la vide accartocciare il foglio e gettarlo nella propria borsa, con uno sbuffo di resa: sembrava veramente delusa.
"Va tutto bene?" si azzardò a chiedere Haru. La ragazza sussultò e si voltò verso di lei, per poi arrossire.
"Ehm... sì" mormorò, abbassando lo sguardo, non aggiungendo nient'altro.
"E questo è quanto" concluse l'insegnante "Studiate i capitoli che vi ho assegnato, ci vediamo la prossima settimana."
Haru si alzò, mettendo i libri nella propria borsa e voltandosi verso di lei.
"Che ne dici di pranzare con me ed una mia amica?" sorrise, cogliendola di sorpresa "Andiamo al caffé qui dietro" aggiunse. La ragazza sembrò esitare e si guardò nervosamente attorno.
"O-ok" rispose, mettendosi la borsa sulle spalle per poi sorridere dolcemente "Va bene" aggiunse un po' più posata.
"Perfetto!" esclamò Haru "Io sono Haru Momoka!" si presentò, tendendo la mano.
"Lilian Inoshi" rispose lei, stringendola.
Si unirono a Nagi, di ritorno dall'allenamento di calcio, nel cortile interno e dopo le dovute presentazioni si diressero verso il bar della scuola, dove presero un tavolino vicino le finestre.
"E così ti diletti di musica?" chiese Nagi, addentando una crêpe.
"Si" rispose lei, sbocconcellando il suo panino rustico "Dovrò partecipare ad un concerto tra poco e volevo presentare una canzone mia... ma non riesco a comporre" spiegò, con la voce velata di tristezza.
Haru e Nagi si scambiarono uno sguardo.
"Beh, immagino che scrivere una canzone non sia affatto semplice" rispose Nagi "Ma non devi abbatterti, ti serve solo l'ispirazione giusta!" commentò.
"Esatto! Il segreto e non arrendersi mai!" esclamò Haru.
Lilian le osservò per qualche istante, infine sorrise lievemente "Già, immagino di sì" rispose.
"Devi solo continuare a provare!" suggerì Nagi "Giusto, Aira?" aggiunse, rivolgendosi alla ragazza dai lunghi capelli viola che era appena apparsa al tavolo accanto, svuotandolo dalle stoviglie sporche. Aira si voltò e sorrise dolcemente.
"Certo" rispose "Tentare e ritentare" aggiunse, prendendo alcune tazzine e dei piatti vuoti da un'altro tavolo, poggiandoli sul vassoio "Il vero fallimento sta nello smettere di provare" ricordò, allontanandosi per tornare al bancone.
"Visto?" Nagi si voltò verso Lilian, trovandola a fissarle con un sopracciglio alzato.
"Oh, lei è Aira: la nostra saggia proprietaria del caffè" spiegò Haru "Se hai un problema, una tazza di thè e i consigli di Aira sono la soluzione giusta."
"Giusto, era ovvio" ammise lei, trattenendo una risata, per poi guardare l'ora "Oh, si è fatto tardi, devo andare" notò, recuperando lo zaino e alzandosi "Grazie per tutto. Mi ha fatto bene parlare un po' con qualcuno" sorrise sebbene il suo sguardo fosse ancora affranto.
"Grazie a te" risposero in coro le due ragazze. Lilian salutò con la mano ed uscì dal locale.
"E' simpatica ma non credo che le siamo state di grande aiuto" commentò Nagi. Haru annuì con un sospiro vedendola tornare verso l'istituto: e dire che l'aveva invitata a stare un po' con loro proprio perché sperava di tirarle su il morale.
Lilian fece pochi passi fuori dal locale prima di fermarsi, portò una mano alla borsa e ne estrasse il foglio spiegazzato con sopra scritte poche parole mezze cancellate. Sospirò e si allontanò.
 
 
 
Quando Haru arrivò a scuola, la mattina dopo, trovò Nagi che saltellava come una matta davanti l'ingresso.
"Arriverà fra poco!" esclamò, entusiasta, non riuscendo a stare ferma.
"Sono venti minuti che fa così" spiegò Etsuko.
"Mi è venuto mal di testa" commentò Akio.
Hayato, Seiichiro, Shio, Asami e Shinya si limitivano ad osservare gli scleri della ragazza, divertiti e seccati. Haru sorrise, per poi guardarsi intorno: non riuscì a scorgere Lilian fra tutti i ragazzi ammassati in cortile ma non poté continuare la ricerca, perché Nagi le saltò addosso.
"Eccola! Eccola! Eccola!" avvertì, guardando con occhi luminosi la lunga macchina nera che oltrepassava i cancelli, con le grida in sottofondo dei ragazzi. L'auto si fermò di fronte al corpo insegnanti e un uomo in giacca e cravatta uscì da essa, fece il giro ed aprì la portiera: una donna con lunghi capelli castani a tratti viola scese dalla macchina, togliendosi gli occhiali da sole e mostrando delle grandi iridi color ambra. Guardò tutti, infine sorrise dolcemente.
"È lei! È Natsuromi Kan!" quasi urlò Nagi, gravando di più sulle spalle della povera Haru.
"Nagi, stai uccidendo Momoka!" le fece notare Shio, tentando di salvare la povera ragazza dalle grinfie di quella fanatica che era la sua migliore amica. Natsuromi parlò con la Preside e gli insegnanti, poi concesse autografi agli studenti e Nagi trascinò Haru nella folla, incurante delle proteste degli amici.
Mentre Natsuromi faceva una dedica su un CD che Nagi si era portata dietro, Haru finalmente vide Lilian: se ne stava in disparte, nascosta nei pressi dell'edificio, ed osservava la scena con attenzione.
"Ci presenterai una nuova canzone, vero Natsuromi?" chiese una ragazza, eccitata.
La donna sembrò esitare: "Mi dispiace, ma deve essere una sorpresa" spiegò, sorridendo e facendo l'occhiolino.
Lilian sospirò, abbassando lo sguardo, e si ritirò nell'ombra; Haru era così intenta ad osservare la scena che non si accorse che Hayato si era parato alle sue spalle con la copertina originale di uno degli album di Natsuromi finché non parlò, facendola sobbalzare.
"Potrebbe farmi una dedica?" chiese "È per mia cugina, è una sua grande fan" spiegò. Natsuromi sorrise.
"Certo, come si chiama tua cugina?" chiese, posando il pennarello sull'album. Proprio mentre Hayato pronunciava il suo nome, Nagi si voltò verso Haru mostrandogli tutta eccitata l'autografo del suo idolo. Haru riuscì a cogliere solo un "ra" nel nome, il resto fu coperto dagli schiamazzi della ragazza e degli studenti.
"Andiamo, usciamo di qui. Odio le folle" disse Hayato, mettendo l'album nella propria borsa e prendendo le due ragazze per le spalle: con la sua stazza (non che fosse esattamente un nano) non ebbe difficoltà a farsi spazio e ritornare nel cortile.
"Allora? Fatto tutto?" chiese Etsuko. Nagi annuì, sprizzando gioia da tutti i pori.
"Non sapevo avessi una cugina" commentò poi, rivolta ad Hayato.
"Abita fuori città" rispose lui, passandosi una mano tra i corti capelli neri "Ho saputo che le piace Natsuromi Kan e le volevo regalare un suo autografo per il compleanno" spiegò, scrollando le spalle.
Haru, però, continuava ad osservare l'angolo in cui Lilian era sparita.
 
 
Quel giorno le lezioni si svolsero normalmente. Haru notò subito l'assenza di Lilian in classe e la cosa la preoccupò un po', tuttavia, alla fine delle lezioni, Nagi la trascinò letteralmente a casa per cambiarsi e tornare a scuola il più presto possibile: sebbene mancasse ancora qualche ora al concerto Natsuromi sarebbe stata lì tutto il pomeriggio e lei voleva provare a parlarle in privato.
"Sembriamo delle stalker" mormorò Haru, sporgendosi dietro il cancello dell'Istituto per assicurarsi che non ci fosse nessuno in vista.
"Oh, che te ne importa" rispose Nagi "Via libera!" esclamò, correndo dentro.
"Aspettami!" la chiamò lei, andandole dietro.
"Qui da qualche parte dovrebbe esserci il suo camerino" informò Nagi, vagando senza meta per il cortile esterno.
"Nagi, rischiamo seriamente di finire nei guai" la richiamò Haru, guardandosi nervosamente intorno.
"Tu ti preoccupi troppo" rispose lei, agitando tranquillamente la mano.
E faceva bene, si ritrovò a pensare Haru tormentandosi le mani, se uno degli insegnanti le avesse scoperte a gironzolare per la scuola durante l'orario di chiusura sarebbero finite in grossi guai.
"Sh! Ascolta!" esclamò all'improvviso Nagi, fermandosi nel cortile. Haru tese le orecchie ma avvertì solo il suono delle foglie smosse dal vento e qualche raro cinguettio lontano.
"Io non sento niente" rispose.
"Ma sì! Delle voci!" specificò Nagi. Haru si concetrò più a fondo e, effettivamente, riusciva a sentire dei sussurri poco distanti. Le due ragazze si guardarono per un secondo, prima di gettarsi dietro una siepe decorativa; gattonando, si mossero rasente l'istituto, finché non si fermarono dove le voci erano un po' più forti. Aprendosi un varco nelle foglie con le mani (cosa per cui il giardiniere le avrebbe sicuramente prese a rastrellate) sbucarono nel cortile interno e sgranarono gli occhi quando riconobbero le due figure sedute all'ingresso di una roulotte, a parlare fitto fitto tra di loro.
"Ma quella è Lilian!" bisbigliò Haru, vedendola la ragazza abbracciata alle proprie ginocchia con lo sguardo basso. Accanto a lei vi era Natsuromi, che le sussurrava qualcosa con uno sguardo dolce e un'aria bizzarramente materna.
"Che cosa si staranno dicendo?" sussurrò Nagi.
"Non lo so, parlano a voce troppo bassa" rispose Haru, sporgendosi un po' di più.
"Non sporgerti troppo o ci vedranno" l'ammonì Nagi, cercando di tirarla indietro per un braccio. La dinamica degli eventi successivi fu troppo confusa per poterla capire, sta di fatto che, dopo aver trafficato per un po', entrambe scivolarono oltre il cespuglio una sopra l'altra.
"Ah, scusa Haru" biascicò Nagi, stesa sulla ragazza.
"Non fa nulla" rispose lei, ritrovatasi a pancia in sotto sul selciato.
"Haru! Nagi!"
Entrambe le ragazze sobbalzarono e alzarono lo sguardo: Lilian era balzata in piedi ed ora le fissava ad occhi sgranati: "Cosa ci fate qui?" chiese.
Le due si guardarono, prima di ridere nervosamente: "Sai, questa è proprio una bella domanda" commentò Nagi.
Nasturomi le guardava meravigliata e Lilian sospirò. "Non importa" disse, massaggiandosi le tempie.
"Sicura?" chiese Natsuromi.
"Sì, possono restare" rispose lei, con una sicurezza disarmante.
"Ehm... possiamo sapere che succede?" chiese Haru, mettendosi in ginocchio. Lilian alzò i grandi occhi verdi su di loro e annuì.
"Ormai siete qui. Venite dentro" invitò, aprendo la porta della roulotte, seguita dalla donna. Le ragazze si guardarono per un secondo, perplesse, poi le seguirono. L'interno era molto più grande di come appariva dall'esterno ed arredato bene: a giudicare dalla fila di vestiti, cosmetici e accessori che facevano bella mostra un po' ovunque era ovvio che quello fosse il camerino. Nagi e Haru si sedettero su un divanetto di pelle nera situato in un angolo, con Lilian che prese posto di fronte a loro separate solo da un basso tavolino di vetro. Natsuromi restò in disparte, apparentemente intenta a riordinare il caos sulla toeletta.
Lilian si portò le mani in grembo e respirò a fondo, prima di parlare: le parole che uscirono dalla sua bocca, però, fecero congelare le due ragazze sul posto e Nagi si lasciò scappare il bicchiere di acqua oramai vuoto, che le era stato offerto dalla donna poco prima, che cadde con un tonfo sul tappeto.
"Ecco, ora sapete la verità" sospirò Lilian, abbassando lo sguardo.
Haru sbatté le palpebre, con la bocca semiaperta, poi lei e Nagi si scambiarono un'occhiata sconvolta prima di riposarla sulla ragazza. Le parole uscirono da sole, perfettamente armonizzate.
"Che signfica che sei tu Natsuromi Kan?!"
Lilian alzò di poco lo sguardo su di loro e vi poterono notare una scintilla di dispiacere in esso.
"Vedete, è inizato tutto quando ho fatto un provino per un musical, l'anno scorso" cominciò a raccontare "Quando uscì l'opera, un produttore a cui era piaciuta la mia interpretazione volle che lavorassi per la sua casa discografica. Il punto è che a me non piace stare al centro dell'attenzione men che meno essere famosa: quando sei in quel campo è tutto diverso. Ho sempre faticato a socializzare perché non riuscivo mai a trovare delle persone sincere con cui farlo: quando diventi famosa ti circondi solo di gente che mira al tuo successo e non a chi sei veramente. Per questo ho chiesto a Natsuromi di essere la mia prestavolto" spiegò. La donna annuì "Lei sarebbe stata sul palco, avrebbe partecipato agli eventi, si sarebbe presa il merito... e io avrei scritto e cantato le canzoni. Volevo solamente... essere normale, senza però rinunciare alla mia passione" concluse.
Le due ragazze avevano ascoltato in silenzio; Nagi si era piegata a raccogliere il bicchiere per poi posarlo sul tavolino, quasi senza fiatare.
"Io... mi dispiace di aver mentito" mormorò abbassando lo sguardo.
Scese il silenzio per qualche secondo, infine Nagi prese la parola: "E cosa avresti intenzione di fare ora?" domandò. Lilian strinse la mani in grembo.
"Non lo so" ammise.
"Io invece credo che tu lo sappia" ribatté la ragazza "Devi salire su quel palco, stasera, e dire a tutti la verità!"
La bionda sgranò gli occhi, guardandola, poi scosse il capo: "Non posso" disse "Io... non posso. Li deluderei... più di quanto farò quando stasera non avranno la nuova canzone che tanto aspettavano" aggiunse "Ci ho provato ma non riesco più a comporre, sono bloccata!" ammise, portandosi le mani al viso "Forse non sono mai stata portata per fare questo, ho paura persino di salire sul palco!" confessò "I fan non vogliono avere una idol del genere!"
Sotto lo sguardo attonito dei presenti, Lilian balzò in piedi ed uscì dalla roulotte.
"Lilian!" Natsuromi si affacciò sulla porta, ma la ragazza girò l'angolo e sparì alla vista. La donna sospirò. "Ho provato molte volte a farle cambiare idea, ma lei non ne vuole sapere di mostrarsi" disse, rivolgendosi alle due ragazze "È molto insicura e se è riuscita ad arrivare fino a questo punto è solo perché si nascondeva dietro la figura di Natsuromi" spiegò, con voce grave "Sono più che sicura che, se si liberasse di questo peso, le cose andrebbero meglio anche per lei."
Haru e Nagi non risposero, limitandosi a scambiarsi uno sguardo significativo.
"Non si preoccupi, ce ne occupiamo noi!" esclamò Haru. Nagi annuì, poi uscirono entrambe seguendo la scia della ragazza.
 
 
I piccoli boccioli facevano timidamente capolino tra le verdi foglie degli alberi, nonostante la stagione di fioritura fosse ben lontana.
Con delicatezza, quasi fosse fatto di porcellana, ne prese uno tra le dita staccandolo dal gambo e portandolo al viso: ne inspirò piano il profumo, assaporando quel momento di pace in assoluta solitudine... o quasi.
"Non ti facevo sentimentale" mormorò il ragazzo alle sue spalle. Hiki scrollò le spalle.
"Certe volte fa bene estraniarsi un po'" rispose lei, pacata. Soku sorrise: era un sorriso strano il suo, spontaneo, gentile, sicuro... eppure, non fuori luogo. Almeno per lei.
"Non hai perso il tuo tocco" commentò, quando un passerotto si posò sulla sua spalla. Lui ne sembrò lievemente sorpreso.
"Già. Credevo fosse sparito anni fa" ammise, carezzando l'uccellino sul capo. Poi si fece serio "Abbiamo divagato abbastanza" decretò, gettando uno sguardo in basso, verso le tre figure presenti nel parco "Sono loro?"
Hiki annuì e si raddrizzò. Con un gesto, quasi avesse intuito il pericolo, il passerotto aprì le ali e volò via mentre il bocciolo si sbriciolava nelle mani della donna.
"Cominciamo."
 
 
Lilian teneva lo sguardo basso, su quel foglio bianco scarabocchiato lievemente, e scuoteva il capo.
"Vi prego, non insistete, non potrei" mormorò.
"Lilian, non puoi continuare a nasconderti" la rimproverò Nagi.
"Voi non capite" rispose lei "Sono tutti impazienti di avere una nuova canzone, li avete sentiti… persino tu non aspettavi altro" aggiunse, rivolta alla ragazza "Vi ho sentito parlare nel gazebo, ieri... ma se mi presentassi su quel palco, se sapessero che il loro idolo è solo una ragazzina impaurita che non sa nemmeno più scrivere una canzone..." s'interruppe e sospirò.
"Lilian, tu hai scritto un sacco di canzoni splendide!" esclamò Nagi "E lo dico perché le ho ascoltate tutte" aggiunse "È vero, mi aspettavo una nuova canzone, ma non è la fine del mondo se non sei riuscita a scriverla. Insomma, è facile pretendere ma se dovessi mettermi io non saprei neanche da dove cominciare per comporne una! E sono sicura neanche loro."
"Tutto ciò che devi fare è essere sincera con te e con gli altri" consigliò Haru, inginocchiandosi di fronte a lei "Non serve a nulla nascondersi dietro un muro di bugie, fai solo del male a te stessa, e non è vero che sei solo una ragazzina impaurita: sei colei che, con le sue canzoni, ha trasmesso emozioni a tutti coloro che le hanno ascoltate. E sono certa che questo non cambierà per nulla i sentimenti degli altri verso di te" assicurò "Quando ti ho offerto di venire a pranzo con noi io l'ho fatto pensando a te, a Lilian Inoshi, non alla persona dietro la maschera di Natsuromi Kan... anche perché non sapevo nemmeno che lo eri" aggiunse.
"Pazienza se non riesci a scrivere una canzone, lo farai quando avrai l'ispirazione" scrollò le spalle Nagi "Fai la cantante per passione non per stare dietro ai capricci dei fan. Nessuno deve impedirti di essere ciò che sei."
Lilian guardò da una all'altra, stringendo un po' il foglio tra le dita.
"Il segreto è non arrendersi, ricordi?" sorrise Nagi, alzando il braccio.
"Che belle parole" commentò una voce sopra di loro, facendole sussultare "Se potessi mi commuoverei."
Tutte e tre alzarono lo sguardo, incrontrando quello di una donna sospesa a mezz'aria: aveva lunghi capelli d'argento con due grandi ciocche che poggiavano sulle spalle, sottili occhi grigi e lo sguardo di chi aveva sempre qualcosa da rimproverare. Indossava un lungo cappotto nero, che si apriva sulla vita lasciando intravedere i jeans e gli stivali neri.
"Che ironia tagliente" la riprese il ragazzo seduto sul ramo dell'albero, accanto a lei. Aveva corti capelli bianchi e luminosi occhi azzurri, indossava un completo bianco pantaloni e gilét... ed era carino. Molto.
"E voi chi siete?" chiese Haru.
"Quella tizia vola?!" esclamò Lilian, stranita, indicandola.
"E conosco solo qualcuno che può farlo!" disse Nagi a denti stretti.
La donna incrociò le braccia al seno e alzò il volto: "Io sono il Generale Hiki" si presentò.
"Ed io il Comandante Soku" rispose il ragazzo, chinando lievemente il capo in segno di saluto "Siamo i Primi Ufficiali delle Armate della Nebbia, l'esercito dell'Imperatore Roku" informò candidamente.
"L'esercito di chi?" domandò Lilian. Haru si portò le mani alla bocca e Nagi afferrò le due ragazze per le braccia.
"Dei tipi strani, non badarvi Lilian. Corri!" esclamò trascinandosele dietro.
"Tsk, patetico!" decretò Hiki, facendo apparire un seme nella propria mano "Germoglia, mio piccolo Kurofuku... e distruggile!" con uno schiocco di dita il seme schizzò verso il suolo e sparì nel terreno. La terra tremò e, da esso, uscì un gigantesco girasole con denti aguzzi.
"Di nuovo uno di quei cosi!" strillò Lilian.
"Non guardare: corri!" urlò Haru.
"E non badare al fatto che sia uscito dal terreno tramite un seme lanciato da una tizia che vola!" aggiunse Nagi.
"Cosa?!" esclamò Lilian.
"Nagi!" la riprese Haru.
"Che ho detto?"
"Kurofuuku!" con un ruggito, il mostro partì all'inseguimento lasciando solci profondi nel terreno con le proprie radici. Nagi prese Lilian per l'avambraccio e la spinse in avanti.
"Corri! Non girarti!" avvisò.
"Non ne ho intenzione!" rispose lei, dando fondo a tutte le proprie energie. Appena la ragazza si fu distanziata un po', Nagi saltò addosso ad Haru e rotolarono dietro un cespuglio.
"Presto, dovete intervenire!" Reiha sbucò fuori dal cappuccio della felpa di Haru, facendole sobbalzare entrambe.
"Sei sempre stata lì?!" chiese Haru, spaventata.
"Non c'è tempo, trasformatevi!" rimbeccò lei.
"Giusto!" trafficarono con i cofanetti e ne estrassero i profumi, staccando la chiave che faceva bella mostra su di essi come un portachiavi.
"Season Charge: Metamorfosi!"
 
 
Lilian si fermò di fronte ai cancelli del parco, riprendendo fiato.
"Lo abbiamo... seminato?" ansimò, non ricevendo risposta "Ragazze?" si voltò ma dietro di lei trovò solo il parco deserto "Cosa...?" si guardò in giro e un dubbio atroce la colse: erano rimaste indietro? E se fossero state catturate? Forse erano in pericolo o peggio? Si portò la mani al petto, chiuse a pugno che quasi si toccavano, inziando a saltellare sul posto "Che faccio? Che faccio? Cerco aiuto?" esclamò, guardando oltre il cancelletto "O vado a cercarle?" domandò, rivolgendo lo sguardo oltre gli alberi. Guardò in entrambe le direzioni un'altra volta, indecisa, poi scosse il capo e si rigettò nel parco.
 
 
"Cherry!"
Nagi afferrò la ragazza per il braccio e la trattenne per evitare che venisse sbalzata contro un albero.
"Sto bene, tranquilla" rispose lei rimettendosi in piedi.
"Beh, mi aspettavo di meglio" ammise Hiki.
"Evidentemente Eratu è stata presa alla sprovvista dal fatto che ne era apparsa un'altra" commentò Soku.
"Finiamole e prendiamo la Rosa, ho già perso troppo tempo" decretò la donna, schioccando le dita: il Kurofuku si lanciò all'attacco.
"Eccolo che riparte!" esclamò Haru.
"Dividiamoci! Non può seguirci entrambe e quella che viene ignorata lo attacca!" propose Nagi. La ragazza annuì e si separarono, saltando ai due poli opposti del Parco. Come previsto, il mostro si diresse verso Haru. Nagi si parò alle sue spalle e saltò, usando un albero come appoggio.
"Vediamo di finirla! Il potere della Natura! Season Charge: Tempesta..."
"Nagi!"
Con un sobbalzo, la ragazza perse la concentrazione: la foglia d'acero nelle sue mani si dissolse e lei rischiò di cadere a faccia in giù nell'erba. Atterrò barcollando, maledicendo i tacchi degli stivali, e si voltò: Lilian se ne stava sulla stradina che la osservava ad occhi sgranati.
"Sei tu?" domandò la ragazza, perplessa.
"Lilian, ti avevo detto di scappare!" esclamò "Va via, è pericoloso!" aggiunse, facendole segno con la mano di sparire.
"Ma che succede...?"
"Cure Wind!" chiamò Haru, disperata, continuando a fare slalom tra gli alberi.
"Quella è Haru?" chiese.
"Ti spiego tutto dopo, promesso, ora vai!" rispose lei, correndo all'inseguimento. Scivolò sotto le gambe del mostro e si parò proprio di fronte a lui, con l'amica alle spalle. "Sbrighiamoci a farlo fuori!"
"Kurofuuku!" con un ruggito, la pianta abbatté le sue liane su di loro, spazzandole via con poca delicatezza.
"Stai bene, Wind?" mormorò Haru, facendo leva sui gomiti per alzarsi.
"Mi ha presa alla sprovvista" ribatté lei, alzando il braccio, stesa a pancia in su sull'erba.
"Che spettacolo pietoso" commentò Hiki "Finiscile, avanti" ordinò.
Il mostro alzò le liane, pronto ad abbatterle sul duo...
"Tu non farai proprio niente!"
Con un sussultò generale, un cestino per i rifiuti disegnò un arco nel cielo che andava imbrunendo e colpì il mostro alla testa... beh, al fiore. Lentamente, si voltò verso la ragazza in piedi accanto alla fontana che si ritrovò a rabbrividire.
"Lilian, no!" esclamò Haru.
"Questa sì che è una cosa stupida da fare" commentò Nagi e lo diceva proprio lei che aveva fatto la stessa identica cosa neanche un paio di settimane prima.
Lilian scosse il capo per riprendersi: "Non so perché c'è una tizia che vola e voi indossate quegli strani costumi... ma so che quel coso è pericoloso e non me ne starò con le mani in mano!" esclamò.
"Torna a casa, ragazzina" sospirò Hiki "Non è una cosa che ti riguarda."
"No!" rispose lei, mentre una scarica di adrenalina le invadeva il corpo "Sono stanca di scappare, lo faccio da tutta la vita!" esclamò, mentre sentiva lacrime di rabbia pungerle gli occhi "Non mi interessa quanto possa essere rischioso, non sarà una vecchia strega come te a farmi paura!"
Fu come se un gigantesco masso con su inciso "Vecchia Strega" fosse caduto sulla testa della donna, Soku sgranò gli occhi e voltò la testa di testa di lato, piazzandosi un mano sulla bocca per trattenere una risata.
"Come ti permetti?!" sbraitò Hiki, perdendo la sua compostezza e drizzandosi a mezz'aria "Ho solo ventidue anni!"
"Sul serio?!" chiesero Haru e Nagi, voltandosi stupite verso di lei.
"Perché quel tono sorpreso, voi due?!" sbottò "Si vede benissimo che sono giovane!"
"Beh, se la smettessi di comportarti come una nonna zitella magari se ne accorgerebbero" sorrise gentilmente Soku, ricevendo uno sguardo omicida in risposta.
"Prova a ripeterlo" sibilò la donna con voce minacciosa. Il corpo del giovane, sebbene lui fosse ancora sorridente, iniziò ad essere percorso da brividi gelidi e si ritirò lentamente sull'albero. "Kurofuku, falle sparire tutte e tre!" ordinò Hiki che, ormai, l'aveva presa sul personale. Il mostro continuò la sua opera e Lilian si parò di fronte alle ragazze, fissando il coso (come lo aveva ribatezzato lei) con aria di sfida.
"Haru e Nagi sono le prime vere amiche che abbia mai avuto e non vi permetterò di far loro del male!" decretò.
Con un boato sordo, un fascio di luce giallo avvolse la ragazza, salendo fino al cielo, respingendo l'attacco della pianta.
Lilian trasalì ritrovandosi circondata da quella luce dorata "Cos'è? Sono arrivati gli alieni?" chiese, guardandosi intorno con agitazione, ormai aspettandosi di tutto.
"Ma no! Sei stata scelta per diventare una Season Charge!" esclamò Reiha, piombando sulla sua testa e facendo sussultare.
"Un coniglio che parla?!" cosa mancava, ora, gli unicorni? Un drago?
"Sono un folletto" la rimbeccò lei, stizzita, poi prese la Rosa tra le zampe "Guarda attentamente" il medaglione s'illuminò, fasci di luce si concentrarono al centro poi, con un sonoro ding un piccolo sole giallo apparve davanti al viso della ragazza cadendo tra le sue mani. Appena lo ebbe tra le dita, con un lieve click, dall'estremità spuntò una chiave.
"Che cosa devo farci con questa?" chiese, rigirandosela tra le mani.
"Le metti qui..." rispose il folletto, proprio mentre la Rosa s'illuminava di nuovo e la boccetta triangolare di un profumo cadeva nell'altra mano della ragazza "...ti trasformi e vai a distruggere il mostro" concluse.
"Eh? Io cosa?" chiese, alzando lo sguardo per guardarla.
"Avanti, prova!" la esortò Reiha, scendendo dalla sua testa.
"Io... uh... non ne sono sicura" balbettò lei che ormai non ci capiva più niente: le girava la testa e quella luce abbagliante iniziava a farle male agli occhi.
"Hai detto che non avresti permesso loro di far del male alle ragazze" ricordò Reiha "Con quello avrai il potere per aiutarle. Hanno bisogno di un mano, hanno bisogno della terza Guerriera… hanno bisogno di te!" la esortò, sistemandosi la rosa sulla schiena "E' arrivato il momento di smetterla di scappare e mostrare al mondo intero chi sei veramente! Abbi fiducia in te stessa!"
Lilian fissò attonita quel coniglio parlante darle lezioni di vita ma non poteva negare che avesse ragione, che ciò che diceva era giusto: non poteva nascondersi per sempre e, in quel momento, le uniche persone che poteva chiamare amiche avevano bisogno di lei. Inspirò a fondo e chiuse gli occhi, stringendo quegli oggetti a sé.
E' arrivato il mio momento…
Una scarica elettrica le pizzicò la schiena e il suo corpo si mosse da solo: sistemò il profumo con la chiave sopra di essi dinnanzi a sé ed esalò quelle parole sconosciute che le erano salite spontaneamente alla gola: "Season Charge: - inserì la chiave nel tappo che si riempì all'istante di un liquido giallo - Metamorfosi!"
Instantaneamente venne avvolta da una luce intensa, i suoi vestiti scomparvero lasciando il posto ad una veste bianca. Impugnando il profumo, girò su sé stessa tenendosi sul fianco, e sparse cristalli gialli ovunque "Splendi, Aroma Estivo!" esalò. Fece una giravolta e congiunse le mani in alto, venendo avvolta da un potente fascio di luce che, quando disparve, la lasciò completamente trasformata: i capelli, più chiari di quanto ricordasse, erano chiusi in due grandi code ondulate che partivano da dietro l'orecchio e scendevano sul petto fermati da due fermagli a forma di sole. Una collana con un sole, due semplici bracciali a cerchio e due orecchini con due piccoli soli erano gli unici ornamenti. Il corpetto giallo del vestito senza maniche aveva una striscia con motivi a triangolo al centro che si alternavano al bianco e l'arancione, con un pizzo di un giallo lievemente più scuro che circondava il bordo superiore. La gonna corta, che si apriva dietro allungandosi fino alle caviglie dove finiva a punta, aveva i bordi ondulati e un grande fiocco arancione con un sole giallo al centro la divideva dal corpetto. Le scarpe consistevano in delle ballerine gialle con dei nastri che si arrampicavano sul polpaccio. Come tocco finale, un diadema dorato con cinque collinette (due più basse ai lati ed una alta al centro) ornati da quattro pietre arancioni e un grande sole arancione al centro sostava tra i capelli.
Come se fosse qualcuno a guidarla, portò la mano sinistra in avanti e fece una giravolta "Splendida e abbagliante, come il sole d'estate: - si aggiustò la frangia con un gesto e portò le braccia ad incrociarsi di fronte al busto - io sono Cure Soleil!" portando il braccio sinistro in alto posizionò il destro piegandolo in avanti, così che toccasse la spalla.
Poi il silenzio.
"Cosa... ho appena detto?" chiese, pietrificata in quella posa. Haru e Nagi sbatterono le palpebre, si guardarono per un'istante... poi Haru lanciò uno strillo.
"Non ci posso credere! Fai anche tu parte della squadra!" urlò, saltandole addosso e rischiando di soffocarla.
"Non lo avrei mai detto" ammise Nagi, grattandosi il capo.
"Oh, che ve ne importa, basta che sia una del gruppo" rispose Reiha.
"Quale gruppo?" chiese la ragazza.
"Le Season Charge, le Leggendarie Guerriere della Natura" esclamò Reiha "Sei diventata Cure Soleil, la Pretty Cure dell'estate!"
"Non ho capito" ammise lei, perplessa.
"Te lo spieghiamo dopo" sospirò Nagi, battendole dei colpi comprensivi sulla spalla "Adesso usa i tuoi poteri e abbatti quel coso!" esclamò, indicando il girasole, facendole sgranare gli occhi.
"E come faccio?"
"Con il tuo cofanetto!" esclamò Haru, battendo con la mano sul cofanetto bianco che conteneva il profumo "Porta le mani davanti ad esso e concentrati! La magia farà il resto."
Lilian lo guardò per un'istante: "Ehm… va bene" annuì "Ci provo."
Hiki assottigliò lo sguardo "Pensate davvero di poterci battere solo perché adesso siete in tre? Mettiamo fine a quest teatrino!"
Il Kurofuku tornò all'attacco e Lilian si piazzò di fronte a lui: "Non te lo permetterò! Sappi che non mi fai paura! ...ok, forse un po', ma ti batterò lo stesso!" asserì decisa: il cofanetto s'illuminò e la ragazza portò le mani chiuse a coppa al suo fianco. Chiuse gli occhi e si concentrò sul suo obbiettivo: un calore inspiegabile le salì al volto, le sue dita formicolarono e le parole le sfiorarono le labbra spontaneamente "Il Potere della Natura! Season Charge: - il fascio di luce si concentrò nelle sue mani, assumendo la forma di una sfera luminosa - Raggio Splendente!" portò le braccia in alto e il piccolo sole esplose in fasci di luce che si diressero in tutte le direzioni, investendo il Kurofuku come centinaia di raggi laser, trasformandolo in un piccolo seme che si dissolse nell'aria.
Poi cadde di nuovo silenzio.
"Diventano più forti ogni volta che se ne aggiunge una" commentò Soku.
"Lui non ne sarà contento" decretò Hiki. Poi entrambi scomparvero in una nebbia scura.
Lilian sbatté le palpebre, le braccia ancora a mezz'aria, guardando il parco ora deserto.
"E con questo siamo a tre, ne mancano due!" esclamò Reiha, battendo le zampette.
"Due di cosa?" chiese la bionda, guardandole tutte e tre alternanza "Mi spiegate che succede?" chiese.
Haru sorrise: "Torniamo a scuola, ti raccontiamo tutto per strada."
 
 
 
Hiki guardava con finta indifferenza la maschera esagonale che copriva il volto del suo signore, riusciva a scorgere nitidamente i gelidi occhi azzurri dietro il bianco della ceramica e ciò, doveva ammetterlo, lo aveva sempre trovato molto inquietante.
"Tre?" chiese lui, con voce bassa e pacata.
"Tre" rispose lei risoluta.
Roku portò una mano al volto a sorreggere il mento, mentre poggiava il gomito sui braccioli del trono.
"Tre" ripeté in un mormorio "Ne mancano due" continuò.
"Se posso permettermi, Mio Signore, trovo che recuperare la Rosa sarà più complicato del previsto" azzardò Soku, facendo un passo avanti "Sappiamo tutti l'immenso potere di quel manufatto e non dobbiamo dimenticare che le Season Charge traggono i loro poteri da essa."
Roku alzò il viso, scrutandolo attentamente per un lungo momento: "Cosa proponi, quindi?"
"La mia idea sarebbe di separare il Folletto che custodisce la Rosa dalle ragazze" rispose "Senza la loro protezione sarebbe indifesa e quindi più facilmente catturabile" disse "Inoltre, senza nessun umano nei dintorni non c'è il rischio che possa spuntar fuori una quarta guerriera."
"E come pensi di fare?" chiese Roku, drizzandosi.
"Dovremmo distrarre le guerriere in qualche modo, senza però far loro capire ciò che sta succedendo. E, dato che conosco già me, Hiki ed Eratu..." cominciò.
"...useremo qualcuno che ancora non hanno visto" finì l'Imperatore, annuendo, per poi rivolgere l'attenzione in fondo alla sala "Posso contare su di te... Maggiore Koiko?"
La figura nell'ombra sorrise, chinando lievemente il capo: "Ovviamente, Mio Signore."
 
 
 
Natsuromi osservò la ragazza in piedi davanti a lei, che la osservava con i suoi grandi occhi verdi sgranati di decisione. Infine sorrise.
"Era anche ora" commentò sollevata. Lilian ricambiò il sorriso e annuì: si era cambiata apposta per quello, scegliendo gli abiti con cura dato che non voleva sfigurare durante il suo primo debutto in scena.
Osservò il foglio che aveva tra le mani e respirò a fondo: aveva scritto quelle parole appena tornata nel camerino, frutto di un'ispirazione improvvisa. Certo, tutta quella storia delle Guerriere della Natura e di Imperatori malvagi l'aveva spossata... ma non aveva dubbi sul fatto che voleva partecipare davvero a quella stramba missione per aiutare le sue amiche.
Le prime vere amiche che avesse mai avuto.
"Buona fortuna" le mormorò dolcemente la donna. Lei annuì, piegò il foglio mettendoselo in tasca e, preso il microfono dal reggimento, se lo porto al grembo. Respirò profondamente ed entrò in scena.
Centinaia di occhi la fissavano: chi perplessi, chi stupiti, chi semplicemente incuriositi. Incontrò i volti di Haru e Nagi, in piedi sopra il rialzo delle casse, stagliandosi di qualche centimetro sopra gli altri. Sorrise, ricambiando i loro cenni di incoraggiamento, e si portò il microfono al viso.
"Salve" disse e la sua voce rieccheggiò nel cortile per qualche istante, accolta dal silenzio generale "Forse molti di voi non mi conosceranno... beh, quasi sicuramente non mi conosceranno... ad ogni modo: io sono Lilian Inoshi, della quarta sezione del terzo anno. Mi sono trasferita in questa città l'anno scorso per motivi... ok, lo ammetto, strani" cominciò. Si schiarì la voce e continuò "Il fatto è che... può sembrarvi strano, e non vi biasimo se non mi crederete, ma... insomma" insipirò a fondo e si fece coraggio "Sono io la voce dietro Natsuromi Kan."
Bam: bomba sganciata.
Un silenzio attonito scese sulla folla e, per qualche secondo, non si sentì volare una mosca.
"Non so dire con esattezza quando sia cominciato" continuò "Avevo semplicemente paura di salire sul palco e di mettermi in mostra... per questo ho chiesto a Natsuromi di essere la mia prestavolto. Vi sentirete presi in giro e mi dispiace, ma se stasera ho trovato il coraggio di salire su questo palco lo devo esclusivamente a due mie care amiche che mi hanno fatto trovare la forza per... essere me stessa. È grazie a loro..." continuò, sfilandosi il foglio dalla tasca "...se sono riuscita di nuovo a comporre. È una canzone buttata giù così, poco fa, ma esprime alla perfezione ciò che provo e... beh, spero che vi permetterà di perdonarmi" concluse. Fece un cenno alle sue spalle, le luci si spensero e il gruppo iniziò a suonare mentre lei, microfono in una mano e foglietto accuratamente piegato nell'altra come a darle conforto, racimolava le forze per far uscire le parole: era da tanto che non cantava davanti a qualcuno.
 
 
 
Partiremo prima che faccia giorno
e ci dirigeremo verso un domani che non abbiamo ancora visto
Non ho alcun ripensamento su questo
(Oh, io so che cosa farò)
Chissà quali sfide ci aspettano,
non riesco a fermare il battito impazzito del mio cuore
Il posto a cui miro è soltanto uno
(Volo verso la luce)
 
I legami che quella battaglia mi ha lasciato,
non permetterò a nessuno di spezzarli
Se il pugno che hai stretto si aprirà,
lì troverai la tua forza
 
Avanti, andiamo,
un nuovo mondo ci sta chiamando!
Ehi, ascolta,
per quanti oceani potranno separarci
io ti sosterrò sempre,
perciò vai avanti senza paura
Non dimenticarlo,
Noi combattiamo insieme!
 
 
Gli uccelli si librano sospinti dal vento
e oltre l'arcobaleno che attraversano
sboccia il fiore della speranza
(I fiori non moriranno mai)
Quel desiderio si spinge sempre più avanti,
tenerlo gelosamente nel cuore
non lo farà soffocare?
(Volo verso la luce)
 
Cosa pensi di proteggere con le menzogne?
Cadere in ginocchio non è una vergogna
rialzati, forza, ogni volta che ti succede
perché un giorno ci rincontreremo sicuramente
 
Avanti, andiamo,
un nuovo mondo ci sta chiamando!
Ehi, ascolta,
per quanti oceani potranno separarci
io ti sosterrò sempre,
perciò vai avanti senza paura
Non dimenticarlo,
Noi combattiamo insieme!
 
 
Non ho infangato nulla quel giorno,
ho alzato lo sguardo e ovunque ho visto un alto e vasto cielo
Sono arrivato così lontano,
tutti i giuramenti sono qui nel mio cuore
Non ho esitazioni, solo cose di cui farmi carico
 
Il sole sta sorgendo
e insieme al resto illuminerà anche la tristezza
Io ci credo,
un giorno partiremo insieme
per cercare quel futuro che ci lega l'uno all'altro
Non c'è nessuno che può sostituirti
Non dimenticarlo,
Noi combattiamo insieme!
 
La vita va avanti
La vita va avanti
La vita va avanti
La vita va avanti
La vita va avanti
La vita va avanti
 
Non dimenticarlo,
Noi combattiamo insieme!
 
 
Se prima la folla era rimasta immobile, quando la ragazza aveva cominciato a cantare era esplosa in grida, cori e applausi. Hayato era saltato sul rialzo, piombando tra Nagi e Haru, stavolta venendo visto in anticipo.
"È brava" commentò, battendo le mani a ritmo restando però indifferente col resto del corpo.
"Ed è nostra amica" aggiunse Nagi emozionata.
"È una star da tre minuti e già te ne vanti?" chiese Haru, divertita. La ragazza scrollò le spalle, ridendo; partirono tutte e due col coro di "Life goes on" che si era alzato dai ragazzi, seguendo il ritmo di Lilian, finché la ragazza non finì in bellezza con un'assolo del ritornello: per tutto il cortile risuonò solo il suo "Wasurenaide, We Fight Togheter!" prima che scoppiasse un'applauso generale, seguito da urla e fischi.
Lilian guardò quella folla festante, sorridendo, infine s'inchinò imbarazzata. Salutò Haru e Nagi con un cenno emozionato e spostò lo sguardo sulla donna che la osservava da dietro le quinte con gli occhi lucidi. Un sola parola sfiorò le sue labbra venendo ricambiata da un'inchino del capo: "Grazie".
 
 
 
 
 
 
 
Angolo della cosa:
ma quanto amo questa canzone? Se non l'avete ascoltata dovete rimediare assolutamente, altro non è che We fight togheter di Namie Amuro, un vero gioiello.
Bando alle ciance e ciancio alle bande, la terza Pretty Cure è apparsa flash maaaa... solo per esigenza di trama: le ultime due ve le farò rosicare MUHAHAHAHAHAHA *si schiarisce la gola* ma basta fare le cretine e passiamo alle cose serie.
 
Tantantantan: ringraziamenti!
Ringrazio stardust94 per aver inserito la storia tra le seguite; Ainomegumi per averla inserita tra le preferite; e _Alcor e di nuovo stardust94 per le recensioni: e sempre bello ricevere un parere :')
Ovviamente ringrazio anche quelle anime pie che sono arrivate fino a qui anche se non si fanno vedere e i lettori silenziosi: è per tutti voi che continuo a scrivere.
Grazie di cuore, davvero.
 
E... altra sorpresina! O meglio, due sorpresine!
Udite, udite: l'altro giorno un'amica mi ha disegnato queste due belle versioni dei costumi di Haru e Nagi. Sapendo che avrei postato a breve anche la terza Pretty Cure, le ho dato le referenze del costume di Cure Soleil che vedrete in anteprima assoluta qui sotto!
Che dire, la ringrazio moltissimo per i disegni: è uno dei tanti motivi per cui le voglio bene!

 
20170810-134348-1
 
20170810-134403-1
 
20170902-094421
 
La seconda sorpresina sono le schede personaggi.
Ok, bazzicando su internet ho trovato un sito che fabbrica avatar e mi sono divertita a crearne alcuni che somigliassero alle ragazze (trovate le due migliori quì sotto) quindi mi son detta: perché non creare delle schede su di loro? Sembrava un’idea carina e sono sicura che vi aiuterà a comprendere meglio i personaggi.
Le schede contengono tutte le informazioni base dei personaggi (e non parlo solo delle protagoniste ma anche di tutti quelli principali, compresi i villain), con tanto di simbologia collegata alle piante: a ogni personaggio è assegnato un fiore diverso in base ai significati che hanno. Se siete curiosi vi lascio il link da cui ho preso spunto
(https://www.interflora.it/StaticPage/Content/Linguaggio).
 
Che dire, ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono e sostengono questo sclero, e prometto di impegnarmi per rendere questa storia sempre migliore!
Baci!

 
 
 
 
 
 
 
Haru-Momoka-2
 
Haru-Momoka
 
 
Nome: Haru (Primavera)
Cognome: Momoka (Fiore di Pesco)
Data di nascita: 22 marzo
Età: 15 anni
Segno Zodiacale: Ariete
Le piace: il pollo alle mandorle, il gelato fragola e cioccolato, i lamponi, gli animali e la natura in generale; ha una cotta stratosferica per Yuji ma si vergogna ad ammetterlo.
Non le piace: i film horror, le persone bugiarde, lo sport e quando sua madre la incastra in cucina a lavare i piatti
Materia in cui riesce bene: Letteratura
Materia in cui va male: Educazione Fisica
Obbiettivi futuri: Gestire un parco naturale
Sogna: di poter visitare la Francia
Il suo simbolo: il delphinium
Soprannomi: HaruHaru (da suo fratello); Principessa (dai suoi amici); Momoka (da tutti gli altri).
Il suo motto: “Provare e riprovare: è questo il segreto!”... ma con lo sport ha rinunciato proprio

 
  
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