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Autore: pokepony10    02/09/2017    0 recensioni
Alex è un ragazzo calmo è totalmente nella norma, bravo a scuola e circondato spesso dal suo ristretto gruppo di amici. Molte volte però viene perseguitato da una strana ragazza conosciuta da tutti col nome di Morte Bianca. Molti eventi coinvolgono i due in un mistero che ha le sue radici a molti secoli fa. Riusciranno a scoprire il segreto di questo mistero o moriranno provandoci?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Morte Bianca 
Appena entrata gli chiesi cosa volesse da me e senza girarci troppo in torno mi chiese se doppia p gli aveva fatto un incantesimo. Lo fissai negli occhi, ammetto che gli donavano gli occhi azzurri, sarei rimasta a fissare per ore ma lui era molto impaziente. Gli risposi che da ciò che vedevo c'era lo zampino di una magia. Lui mi fissò per qualche secondo e poi con un volto serio mi chiese di raccontargli tutto ciò che sapevo su doppia p. io lo guardai sorpresa -ma se ci stai insieme non dovresti essere tu a saperne più di me sul suo conto?-  chiesi, allora decise di farmi promettere che avrei risposto sinceramente alle sue domande. Non mi piaceva l'idea di essere messa sotto interrogatorio, sbuffai e alzandomi dal divano gli dissi che ero li per aiutarlo, non per fare due chiacchiere. Gli dissi che non sapevo nulla di che sul conto di doppia p e che se proprio voleva i dettagli doveva chiedere alla dea stessa, ma era impossibile farlo. Lui mi interruppe e con sguardo basso e cupo in volto -no, non è impossibile, una volta tu hai dato corda al tuo lato di dea, e la sua furia devastante ha ucciso una persona-. Sentite quelle parole non trattenni una furia dentro di me, lo presi dalla maglia e gli chiesi come faceva a sapere di sasha. Lui era confuso e preoccupato, capì che non era il caso di attaccare, ciò che sapeva doveva far parte dell'incantesimo di doppia p. lui mi incoraggiò a parlare di questa storia ma io mi rifiutai e gli chiesi il libro per mettere fine al incantesimo. Avevo già collegato nella mia mente che il colore degli occhi rappresentava la pietra ma con il secondo incantesimo ebbi la prova finale. Gli chiesi delle informazioni su come l'incantesimo ebbe inizio ma lui ro troppo confuso. Scelsi allora di fare una domanda ben studiata -alex… rispondi a questa mia domanda… cosa ricordi di ieri?-. Lui divenne confuso e inizio a lamentarsi mettendosi le mani alla testa. Cadde in ginocchi e mi supplicò di aiutarlo, -zaffiro…- pensai cercando un modo per aiutarlo. Lui continuava a lamentarsi aumentando sempre di più la voce, sembrava voler piangere. Timorosa mi avvicinai a lui e lo strinsi a me, speravo di riuscire a calmarlo. Gli passai una mano sui capelli e lui lentamente iniziò a calmarsi. Mi accorsi che il suo volto poggiava sul mio seno solo quando lui alzò la testa. Ero imbarazzata e vedevo che non ero l'unica. Sorpreso e rosso in volto mi chiese se quello avvennuto la notte prima era stato solo un sogno o realtà, io gli risposi che era veramente successo, soprattutto quel bacio.  Vidi i suoi occhi illuminarsi e tornare normali, sentì dentro di me un grande sollievo. Mi abbassai fino ad arrivare all'altezza del suo volto. Gli chiesi immensamente scusa per averlo baciato, sapevo che nn lo avrei mai dovuto fare, ma era l'unica soluzione che avevo trovato. Decisi allora di parlare, forse sarei riuscita a rispondere sinceramente alle sue domande. Mi chiese per prima cosa di parlare di sasha e io gli parlai di questa ragazza e di come il giorno dopo la sua morte non si ebbero sue notizie e nessuno nella scuola ne parlò. Come seconda cosa mi chiese come faceva doppia p a fare gli incantesimi, io gli parlai delle 5 gemme e soprattutto di quelle che aveva usato fino a quel momento, e sottolineai che avevo subito capito di quali pietre si trattava.  -come hai fatto?- chiese -lo zaffiro ha condizionato i tuoi ricordi e la tua conoscenza sul mio conto, lo smeraldo invece ti ha reso dolce nei miei confronti.- dissi -e chi ti dice che quello che ricordavo o esprimevo come emozione non fosse tutto mio?- mi rispose. -cosa? Lo smeraldo ha ancora degli effetti su di lui?- mi chiesi. Dentro di me sentivo una rabbia aumentare, non sopportavo che lui credeva che doppia p gli aveva dato della liberta, soprattutto non sopportavo che a ingannarlo era qualcun altro, che poteva soffrire a causa altrui. Volevo io il privilegio di condizionarlo, desideravo sol che tutto tornasse come era stato per gli anni precedenti, io il cacciatore e lui la preda. Mi alzai e infastidita di non aver del tutto aiutato alex me ne andai lasciando a metà l'interrogatorio di alex. Scesi gli scalini del palazzo e ad ogni passo la mia furia aumentava, non capivo perchè ma solo l'idea che doppia p aveva condizionato e, in un certo senso, spifferato il mio passato ad alex mi faceva bruciare dentro. Erano fatti miei e volevo solo che tutto fosse come lo volevo io. Usci dal palazzo e mi fermai in mezzo alla strada, un motociclista frenò e io lo buttai giù dalla moto fregandogli il veicolo. Andai di corsa a scuola, era il momento di fare i conti con doppia p e di mettere fine alla tortura di dover aiutare alex ogni volta che finiva nei guai. Arrivai fuori scuola, lei usciva dalle lezioni pomeridiane -doppia p!- urlai arrivando in corsa contro di lei, come con l'intento di investirla. Lei si sposto e con un calcio deragliò la moto che finì contro una macchina, io saltai dal veicolo poco prima del impatto. -mi cercavi?- chiese fissandomi a una decina di metri di distanza -si- dissi sistemandomi i vestiti -cosa vuoi da me?- chiese con una freddezza nella quale mi riconoscevo -lascia stare alex- le dissi con tono serio e furioso -ciò che sto facendo non ti riguarda- rispose -invece si- dissi correndo contro di lei. Caricai un cazzotto ma lei lo bloccò -tu non sai con chi hai a che fare, non puoi nulla contro di me- disse dandomi una ginocchiata nello stomaco. Io ricordai quel colpo e mi lanciai di lato evitando un calcio -questa mossa la conosco… quindi sei tornata a torturarmi sasha?- chiesi riprendendomi dal colpo -non ti è bastato morire una volta?- le chiesi. I miei occhi si illuminarono e la mia voce mutò, sentivo dentro di me lo stesso mutamento sentito la mattina della resa dei coti con sasha anni prima. Sferrai un pugno, lei lo schivo, le diedi un cacio che per fortuna non riuscì a prevedere. La colpì sul fianco e approfittai della guardi bassa per colpirla in volto. Il mio corpo fu preso da una energia devastante e la furia accumulata iniziò a liberarsi -non ti è bastato una volta?! Se vuoi ti ucci do anche una seconda!- urlai.  Le diedi una pesante raffica di cazzotti in pieno volto, uno lo riuscì a schivare, mi prese per il braccio e mi buttò di prepotenza a terra e si sedette sulla mia schiena. Sentivo il freddo asfalto sul mio corpo mentre il suo peso voleva quasi schiacciarmi fino a rompermi tutte le ossa. -non puoi nulla, eri una ragazzina prima e lo sarai sempre, non puoi sconfiggere il tuo incubo più grande- disse sussurrando al mio orecchio. Approfittai di questa sua vicinanza e le sferrai una testata riuscendo poi a scrollarmela di dosso, mi alzai in piedi e le diedi un paio di calci sul viso e lei cadde per terra. Mi sedetti su di lei e con una mano le bloccai i polsi mentre stringendo le gambe le bloccai le sue. Con la mano libera presi un vetro che trovai li vicino, ero pronta per la mossa finale -metterò fine a questa storia- pensai.
   
 
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