Ringrazio anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom: Originale,
generale.
★ Iniziativa:
Questa
storia partecipa alla Challenge “All Summer
Long” a cura di Piscina
di Prompt e Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 932.
★ Prompt:
A e B non hanno i soldi per
andare in vacanza e un@ de@ due invita l’altr@ alla vecchia
casa al mare della
famiglia, in un paesino sperduto.
★ Genere:
Slice of
life.
★ Bonus:
Album di
fotografie.
Nella
vecchia casa al mare
“Manuela,
questa è stata davvero una bruttissima idea.
In questo posto siamo completamente isolate” disse la donna.
Girò il pancake
che stava cucinando.
Manuela
sospirò, gonfiando le guance paffutelle e
abbassò lo sguardo.
“Sophia,
non avevamo i soldi per fare una vacanza e
tra un po’ avremmo anche perso i giorni di ferie”
borbottò, mettendo una ciocca
riccia dietro l’orecchio.
Sophia
piegò in avanti la testa, piegando il collo da
cigno.
“Sì,
ma il paesino è a valle e comunque non
c’è niente
che possiamo fare” ribatté. Un leggero fumo si
alzava da quello che stava
cucinando.
Manuela
si sedette sul divanetto e accavallò le gambe
paffutelle, strette dal pantaloncino che indossava.
“Non
esagerare” borbotto.
“I
cellulari non prendono, più di due libri in valigia
non sono riuscita a mettere, manca il wifi e la televisione non
funziona. Non
possiamo permettere di chiamare l’antennista.
Dovendo
fare le faccende di casa non mi riposero affatto,
per non parlare del fatto che questa baita di legno è
polverosa” disse. Prese
un piatto dalla piattaia e lo appoggiò sul lavandino,
controllò che il pancake
fosse cotto e sospirò rumorosamente.
<
Con la fatica che ho fatto ad accendere il fuoco,
mi duole spegnerlo > pensò.
“Quando
ero bambina venivo sempre qui a divertirmi e
per me non è mai stato un problema. Correvo al ruscello, mi
riposavo sul prato,
mi arrampicavo sugli alberi e…”
raccontò Manuela.
Sophia
mise il pancake nel piatto, vi mise di sopra
coltello e forchetta, portando tutto al tavolo. Ve lo
appoggiò e,
allontanatasi, si assicurò che lo chignon reggesse.
“Senti,
selvaggia, mi sai dire se almeno il telefono fisso
funziona?” chiese.
“Perché?”
domandò Manuela, raggiungendo il tavolo.
“Non
voglio finire vittima di qualche serial killer”
rispose Sophia, massaggiandosi la spalla ossuta.
La
luce del sole che filtrava dalla finestra faceva
risplendere la sua pelle color ebano.
“Guarda
che l’altra villetta non è così
lontana.
Possiamo chiedere aiuto anche a piedi” ribatté
Manuela, la sua pelle era color
cioccolato.
“Non
ti ho chiesto questo” rispose Sophia, piegando le
labbra sottili.
“Sì,
il telefono fisso funziona. Certo, è un po’
disturbato
durante i temporali…” rispose Manuela. I suoi
occhi erano in parte coperti dai
suoi voluminosi ricci.
“Oh,
perfetto!” gemette Sophia, sollevandosi la
spallina della canotta bianca che indossava.
“La
polizia locale pattuglia la zona, abbiamo il
sistema d’allarme, le sbarre alle finestre e i rilevatori se
qualcuno prova a
forzare dall’esterno. Rilassati, quell’impianto
è nuovo” la rassicurò concitata
Manuela.
“Al
contrario di quello del gas, dell’acqua e della
fognatura” rispose Sophia. Raggiunse la padella e la mise nel
lavandino.
“Pensi
di lamentarti per tutte le nostre vacanze?”
piagnucolò Manuela.
“Altre
idee?” rispose Sophia, finendo di lavare la
padella. Si voltò e vide Manuela che prendeva un morso dal
pezzo di pancake
sulla forchetta e nascose un sorriso con la mano.
<
Tenera > pensò.
“Prima
di tutto possiamo andare al mare. Questa
casetta è strategia proprio per quello” rispose
Manuela, indicando la finestra
con la forchetta.
“Oggi
piove e fa freddo, il mare sarà mosso e
pericoloso” rispose l’altra, mettendo a posto la
padella.
“Però
non sarà sempre così”
ribatté Manuela. Annuì
vigorosamente alle proprie parole, dando vita a una cascata di ricci.
“E
fu così che si scatenò un tornado”
ironizzò Sophia.
“Beh,
questa casa è della mia famiglia da generazioni.
I miei stavano anche iniziando a sistemarla”
spiegò Manuela, tagliando un altro
pezzo di pancake.
“Salvo
poi abbandonarla” esalò Sophia. Iniziò
a lavare
i fornelli.
“Quando
i miei nonni sono morti, hanno smesso di
venirci. Inoltre ci sono stati dei problemi legati al testamento. Il
fratello
di mio padre la voleva per sé” spiegò
Manuela.
“Ah,
quel simpatico signore che il giorno del nostro
matrimonio è venuto ad augurarci una morte lenta e
dolorosa” ringhiò Sophia,
serrando un pugno.
Manuela
guardò il pancake e sentì gli occhi pizzicare.
“Proprio
lui. Alla fine questa casa è risultata di mio
padre, ma questa ‘guerra fratricida’ combattuta con
gli avvocati ha fatto
passare la voglia di mio padre di venirci. Ha smesso di amare questa
casa, gli
ricordava tutti quei litigi e problemi legami”
mormorò roca.
Sophia
si voltò verso di lei, scorse gli occhi lucidi
della moglie e raggiunse il frigorifero.
“Il
fatto che lui se la possa permettere una bella
vacanza e sia solo tirchio nei tuoi confronti non conta,
vero?” domandò. Le
mise davanti lo sciroppo d’acero.
Manuela
lo vide, sorrise e il suo viso s’illuminò.
“Ho
qualcosa che ti potrà convincere a passare un bel
quarto d’ora con me!” gridò.
Sophia
si piegò in avanti e le avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Divertirci
a fare l’amore come criceti in calore per
tutto il mese, utilizzando anche quello sciroppo d’acero in
modo creativo?” le
propose all’orecchio.
“Emh, io
volevo farti vedere l’album di fotografie di quando ero
piccola” ammise Manuela,
avvampando.
La
moglie scoppiò a ridere rumorosamente.
“Va
bene. Fammi vedere com’eri da piccola, sono
curiosa” disse. Si spostò, Manuela
appoggiò lo sciroppo sul tavolo e si alzò.
“Io
e mia cugina venivamo qui a divertirci per almeno
un mesetto ogni estate, perciò ci sono tante foto”
spiegò.
“Davvero
molto dolce, ma se inizi a farmi vedere un
sacco di persone a caso per enumerarmi nomi e cognomi di tutti i tuoi
parenti,
scappo” le fece sapere Sophia.
Manuela
congiunse le mani paffutelle e saltellò sul
posto, facendo ondeggiare i seni prosperosi.
“Promesso”
sussurrò con voce trillante.
“Benissimo”
disse Sophia, accomodandosi nella
poltrona. Guardò l’altra correre via e dirigersi
verso le scale del piano di
sopra.
“Si
trovano in soffitta!” la sentì gridare.
<
La mia adorabile bambinona > pensò.