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Autore: Devil_san    03/09/2017    2 recensioni
Marinford.
La guerra tra i Pirati e i Marines è quasi giunta alla sua fine e i pirati si stanno ritirando visto che quello che sono venuti a fare è stato fatto.
Problema, Pugno di Fuoco è una dannata testa calda, ed è caduto nella trappola di Akainu e ora per salvare suo fratello darà in cambio la sua vita.
No, aspetta.
Sono appena stati salvati entrambi da Kurosaki Ichigo, lo Shinigami.
…No, aspetta di nuovo. Perché diamine lui è qui!?
O
Ichigo si è ritrovato catapultato nel Mondo di One Piece più di vent’anni fa finendo per unirsi alla ciurma dei Pirati Jolly Roger; viaggiando, esplorando, cambiando la storia senza saperlo e venendo adottato come zio da tre tempeste scuoti-mondo senza che gli chiedessero il permesso.
Non che si penta di niente di tutto questo.
In fin dei conti, loro tre sono il suo Tesoro.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: ASL, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Treasure's Series'
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Non Possiedo Bleach o One Piece






1




 
 
 
Un Era stava finendo.
I Pirati di Barbabianca e gli Evasi di Impel Down si stavano finalmente ritirando dopo che Mugiwara no Luffy era riuscito nella difficile impresa di liberare Hiken no Ace, il suo fratellone, dalla piattaforma di esecuzione dopo il suo strabiliante arrivo dalla Inespugnabile Prigione, insieme ai suoi compagni evasi, letteralmente cascando giù dal cielo.
Con la nave.
Non dimentichiamoci della dannata nave.
I due fratelli D. stavano correndo verso la baia per fuggire con una delle tante navi che c’erano, su cui i Marines e i Pirati stavano combattendo con le unghie e con i denti per mantenerne o prenderne il controllo, con Jinbei che guardava loro le spalle, mentre Shirohige si occupava di coprire la ritirata dei suoi uomini – i suoi figli – anche se i Marines erano dannatamente tenaci e continuavano a perseguire come cani rabbiosi i due giovani Pirati solo per via del sangue che scorreva nelle loro vene.
In effetti c’era un cane rabbioso che era deciso più che mai a non lasciare i due fuggire da questa isola vivi. Akainu, il cane rosso come il magma, stava inseguendo i loro passi con una tenacia che un segugio avrebbe invidiato.
In effetti, il cane bastardo era riuscito a far fermare Ace dalla sua corsa, provocandolo, dopo aver insultato pesantemente Shirohige, l’unico uomo al mondo che considerava essere suo padre, chiamandolo un vigliacco e codardo.
E la carogna, dopo essere riuscito a ferire Ace, invece di continuare lo scontro con lui adocchiò Luffy, che era inginocchiato a terra dopo aver perso tutte le forze ora che i Tension Hormone avevano finito il loro effetto e sul punto di raccogliere la Vivre Card di Ace, con la coda dell’occhio e si lanciò verso di lui con un pugno di magma incandescente.
Ace tese la mano verso il suo fratellino, una supplica disperata sfuggendogli dalle labbra, e in quel momento Ace sapeva, sapeva che la sua richiesta non sarebbe mai stata ascoltata, che nessuno avrebbe mai fatto in tempo a fermare l’inevitabile.
Nessuno tranne lui.
Non esitò.
Non si rammaricò.
Solo si slanciò in avanti.
 
…E il mondo trattenne il fiato.
 
 










 
 

 
«…VOI DUE NON LASCERETE QUESTO POSTO!» affermò Sakazuki, pugno di magma al fianco e Ace in ginocchio ai suoi piedi mentre si riprendeva dal colpo infertogli poco prima proprio dall’Ammiraglio.
«Osserva bene…» pronunziò Akainu puntando i suoi occhi su Luffy in ginocchio poco distante ora che la fatica finalmente si faceva sentire, e si lanciò verso il suo fratellino con un pugno di magma incandescente.
«…Ehi! Fermati!» gridò Ace rivolto contro Sakazuki, ma sapeva quello che stava per succedere, e senza fermarsi a pensare si lanciò anche lui verso suo fratello.
Luffy ebbe solo il tempo di sollevare lo sguardo da terra, vedersi la morte rovente apparirgli davanti agli occhi prima che-
Sbang!
-Sakazuki fosse calciato in faccia, a cui saltarono via svariati denti come una pioggia di lapilli, da una macchia nera volante che passò sopra di lui e Ace che era appena apparso davanti ai suoi occhi pronto a prendere il colpo destinato a Luffy anche se questo lo avrebbe sicuramente ucciso nel processo.
Tutti si bloccarono e si girarono a guardare.
Lì, davanti ai due fratelli D., stava un alto uomo dalle ampie vesti neri tradizionali (simili a quelle che si vedevano su Wano), due strane e particolari spade avvolte in bende bianche appese sulla sua persona, la lunga sulla schiena e la corta al fianco, ma la cosa che più colpiva l’occhio erano i lunghi e brillanti cappelli arancioni che adornavano la sua testa, tenuti intrecciati in una morbida treccia alla francese da tre strisce di tessuto.
E gli occhi.
Non dimentichiamoci gli occhi, che brillavano di luce assassina mentre inchiodava con il suo sguardo l’Ammiraglio che aveva osato attentare alla vita di Luffy e Ace.
«Ehi! Bastardo! Come osi attaccare i miei nipotini carini!?» esclamò incazzato il giovane uomo che era appena arrivato, dito puntato controAkainu e con quest’ultimo slittando sulla pietra di schiena con i denti che rotolavano ai suoi fianchi come fedeli scagnozzi.
Silenzio.
Tutti, ma proprio tutti, trattenevano il fiato in assoluto silenzio aspettando che qualcuno tagliasse la tensione per poter capire cosa diamine stesse succedendo.
E soprattutto chi diamine è quel tipo!?
…Aspetta, li ha chiamati nipoti!?
E mentre tutti cominciavano a mostrare tanti diversi tipi di incredulità il silenzio fu spezzato da Ace, che si stava lentamente voltando a guardare l’uomo che li aveva appena salvati, dalla sua posizione davanti a Luffy: «Ichigo-occhan …» sussurrò quietamente, e nel silenzio che si dispiegava sulla piazza quel sussurro rimbombò come un tuono.
«Yoh!» alzò la mano Ichigo in saluto senza però voltarsi verso di loro ma tenendo gli occhi puntati su Akainu che si stava lentamente rialzando mentre con una mano si massaggiava la mascella dolente: «Felice di rivedervi, gaki
Ma qualsiasi discorso stavano per intavolare fu fermato dal grido, piuttosto unanime, di: «Li ha appena chiamati Nipoti!?»
Mentre qualcun altro gridò sorpreso: «Lo ha chiamato Zio!?»
Ichigo fece una smorfia al chiasso, e si pulì l’orecchio con il mignolo con espressione annoiata: «Kami-sama, non c’è bisogno di suonare così sorpresi. In questa famiglia le adozioni sono all’ordine del giorno.» informò i presenti che lo guardarono ancor di più a bocca aperta.
«Kurosaki Ichigo…» ringhiò Sakazuki guardandolo con occhi assassini dal suo posto a diverse yard dal gruppetto di tre: «lo Shinigami…»
«Meeeeh, Sakazuki, devi dirlo per intero per ricordarti chi sono?» sbeffeggiò Ichigo con un finto dito ammonitore e con un sorriso minaccioso: «Vedo che nella vecchiaia sei diventato più smemorato.» finì con un ghigno impertinente allibendo ancor di più i presenti per avere la sfrontatezza di inimicarsi l’ammiraglio più intransigente di tutta la Marina.
Il pensiero di molti fu è un uomo morto.
«Aspetta. L’ha chiamato Shinigami?» esclamò un marine presente guardandolo con sempre più crescente orrore ora che lo aveva riconosciuto: «Lo stesso Shinigami no Ichigo, membro della ciurma del Re dei Pirati e che trafugò il corpo di Gold Roger dopo che fu giustiziato!? » gridò qualcun altro tra i presenti.
«Sì, sì. Sono io. Problemi?» rispose scocciato con un rotei degli occhi.
«Non è invecchiato per niente!» esclamarono tutti con gli occhi fuori dalle orbite.
«Sempre con questa storia dell’invecchiamento,» brontolò scontento: « anche io invecchio!» affermò petulante ad alta voce perché tutti potessero sentirlo.
«Ma dove!?» gli gridarono contro infuriati come squali.
«Questo è non importante,» affermò Sakazuki: «chiunque si metterà in mezzo alla strada della giustizia verrà eliminato! Soprattutto tu,Shinigami no Ichigo!» gridò imbestialito mentre caricava contro Ichigo, con tutte le intenzioni a schiacciarlo come una mosca così da poter poi proseguire nella sua caccia ai due fratelli.
«Tsk!»
Stizzito Ichigo si apprestò a sguainare le sue spade ma un ombra scura comparve in quel momento sopra Akainu e lo Shinigami non aveva bisogno di alzare lo sguardo per sapere chi era.
In fin dei conti “l’ombra” non si stava minimamente preoccupando di nascondere la sua “presenza”.
Sorrise storto.
Akainu ebbe solo il tempo per vedere quel sorrisetto compiaciuto sulla sua faccia che per la seconda volta quel giorno l’Ammiraglio fu colpito senza troppe cerimonie sulla testa.
Tund!
Un pugno squamoso rivestito da un duro strato di Buso-shoku no Haki fu battuto con forza sulla testa dell’Ammiraglio e la macchia blu appena caduta dal cielo si contorse serpentina in un turbine di ali conciate e balzò via non appena il suo bersaglio si schiantò faccia a terra per non essere colpito dalla lava che ne ricopriva il corpo.
Raddrizzando il cilindro sulla sua testa con un sorriso soddisfatto il nuovo giocatore dal lungo cappotto blu entrato in partita si fermò affianco a Ichigo, ritrasformando le sue membra draconiche in quelle da umano che era.
«Bel colpo, Sabo.» si complimentò Ichigo guardando divertito Akainu che si sollevava nuovamente da terra infuriato.
«Grazie, Ichigo-occhan.» rispose Sabo che osservava con soddisfazione il suo operato: «Però c’era davvero bisogno di lasciarmi dietro in quel modo?» chiese scocciato.
«Eri lento.» rispose svogliato senza però mai lasciare gli occhi da Sakazuki: «In questo modo invece abbiamo fatto in tempo.» e dal tono Sabo capì immediatamente l’implicazione dietro le parole dello zio.
Il suo sguardo si oscurò di furia.
Come osavano i marines attentare alla vita dei suoi fratelli?
Qualsiasi discussione che avrebbe potuto iniziare fu interrotta dal grido di detti fratelli: «Sabo!»
«Ehi, fratelli miei!» salutò Sabo girandosi con un sorriso pronto verso le due teste nere: «E’ bello rivedervi!» stupendo i presenti a sentire il biondo chiamarli fratelli: «E’ stato un po’.»
«Non è il momento di chiacchierare!» esclamò Ichigo mentre adocchiava Sakazuki e sentiva gli altri Marines riprendersi dallo stupore in cui erano caduti dovuti ai continui segreti che venivano rivelati in questo giorno: «Sabo, assicurati in ogni modo di portare via i tuoi fratelli da qui! Io vi coprirò la ritirata!» ordinò sguainando le due Zangetsu dai loro foderi di bende candide mentre un ombra incandescente si stagliava sopra di loro.
Senza aggiungere altro Sabo voltò le spalle al campo di battaglia e ritrasformandosi, grazie al suo Akuma no Mi, in un lungo e serpentino drago azzurro dalla lunga cresta ossea dorata si caricò sul dorso sia Ace che Luffy, che teneva stretta tra le dita la Vivre Card del fratello, e subito prese a galoppare verso la baia con un Luffy completamente stremato disteso a peso morto di traverso lungo il suo corpo mentre Ace con una mano si assicurava che il loro fratellino non scivolasse giù mentre usava l’altra per tenere lontano i marines che si avvicinavano troppo a loro.
Jinbei intanto copriva la loro ritirata correndo dietro di loro a soli pochi passi di distanza.
Assottigliando lo sguardo Ichigo teneva d’occhio Sakazuki, l’Ammiraglio più deciso al non permettere ai suoi ragazzi di fuggire dall’isola vivi (e che aveva una vendetta personale contro di lui – non è che quella volta intendesse dargli fuoco, manco pensava fosse possibile dare fuoco a un uomo di magma! – e che quindi aveva un motivo in più ora per ucciderli), e in meno di un battito di cuore ebbe una conversazione lampo con gli spiriti della sua zanpakuto.
Ne sei sicuro? gli chiese retorico Ossan mentre Shiro rideva deliziato alla possibilità di scatenarsi sul campo di battaglia.
Certo che ne sono sicuro! Loro sono i miei nipotini! rispose risoluto Ichigo.
E allora scateniamoci! Gridò il suo hollow ridendo maniacalmente.
In un vortice di bianche bende e scintille scure di reiatsu Ichigo si scagliò con un ruggito contro Sakazuki, ingaggiando battaglia contro di lui tra scintille di lava incandescente e nero metallo  prima che Fushicou no Marco e altri pirati di Barbabianca si unirono allo scontro gridandogli: «Va’! Va’ e proteggili! Ci occupiamo noi di lui!»
Con un ultimo colpo con l’impugnatura della spada Ichigo scaraventò Sakazuki ai piedi di Shirohige, che non perse tempo a colpire l’ammiraglio con un suo pugno ricoperto dal potere dei terremoti per aver osato attaccare il suo figlio prediletto, Ichigo con un passo lampo comparve sopra i suoi tre ragazzi giusto in tempo per contro attaccare con un Getsuga Jujisho l’ammiraglio Kizaru che li stava puntando dal cielo.
«Forza! Forza!» li esortò Ichigo anche mentre i tre fratelli superavano con un balzo uno dei tanti marines lì a terra, sconvolto e traballante, come molti suoi compagni, dalle scosse di terremoto che il vecchio pirata aveva scatenato coi suoi colpi e dividendo efficacemente la piazza a metà con un immensa lunga voragine al centro, e con lui muovendosi sopra di loro con le spade rivolta sempre verso i Marines che instancabilmente cercavano di abbattere i tre.
Fu così che vide subito, ancor prima di sentire, Kurohige sopra a dove un tempo stava fieramente in piedi la piattaforma d’esecuzione e senza voltarsi intimò a Ace quando lo sentì ringhiare con ancor più furia alla vista del traditore: «Non osare! Non osare rendere inutile il sacrificio di Shirohige!» anche se lui stesso tremava dal desiderio di correre verso quel bastardo schifoso per aver consegnato il suo nipote più anziano ai marines.
Fu così che nei seguenti momenti furono costretti a sentire quel viscido bastardo di Teach gongolare e spiegare a Sengoku il vero motivo per cui era entrato nella Flotta dei Sette e inevitabilmente venire attaccato da un infuriato Shirohige subito dopo.
Con un peso nel cuore Ichigo guardò come uno degli ultimi grandi pirati di quest’era, attaccato vilmente da quel viscido verme fifone e la sua ciurma, spirare con orgoglio e ritto in piedi ma non prima di aver gridato al mondo intero che lo One Piece esiste!
E il suo bianco e immacolato cappotto da capitano calò a terra rivelando l’orgogliosa schiena immacolata libera da qualsiasi segno di codardia.
Ma la sua attenzione fu ben presto distolta da quello che stava accadendo nella piazza, un maledetto Kurohige gongolante (un giorno, si ripromise, un giorno lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani) che veniva ben presto attaccato sia da Genkotsu no Garp che Hotoke no Sengoku, quando notò che finalmente erano giunti vicino alla baia, anche se Aokiji, lo stronzo, congelò nuovamente il mare costringendoli a cercare un'altra nave da quella che avevano intenzione di usare.
Con stizza scagliò un Getsuga Tensho contro Kuzan, ma i suoi momenti di distrazione gli costarono caro. Senza che nessuno se ne accorgesse l’Ammiraglio di magma spuntò da sottoterra in un fiume di lava puntando contro i tre fratelli.
Buona cosa che Ivankov, Inazuma e Jinbei erano lì, grazie ai loro sforzi si riuscì a guadagnare abbastanza secondi perché Ichigo si liberasse dei suoi avversari correnti, moscerini fastidiosi come le loro altrettanto pallottole ronzanti, e saltare tra Akainu e i tre fratelli per bloccare l’immenso pugno di magma incandescente, anche se non riuscì a bloccare completamente il colpo e la lava che gocciolava dal corpo dell’ammiraglio finì per ustionare i suoi tre nipotini, più in basso, malamente.
Al sentire le grida di dolore dei suoi nipoti Ichigo si scagliò contro l’Ammiraglio con un ruggito furente e terrificante e viscerale di: «Sakazuki!»
In un esplosione di reiatsu nero e bianco la sfocatura che lo Shinigami diventò agli occhi di marine e pirati si scontrò contro Akainu con la potenza di un maremoto e l’Ammiraglio si ritrovò, a causa della velocità con cui si muoveva il suo avversario, a riuscire a parare a malapena i fendenti delle spade che affogate da onde rabbiose di reiatsu squarciavano il suo magma (e anche se sulla pelle non mostrava chi sa quali danni Akainu accusava i colpi poiché le lesioni erano più profonde di quelle inferte normalmente anche dagli utilizzatori di Haki, erano ferite che squarciavano lo spirito), a evitare il lungo corno bianco apparso sul lato della testa dello Shinigami (e l’occhio, il suo occhio sinistro non aveva più niente di umano) che in qualche modo gli permetteva di scagliare fasci di energia rossa in maniera simile a Kizaru quando attaccava con i suoi raggi di luce e la nera ala di pura energia emersa sul lato destro e con cui ogni volta lo spadaccino cercava di decapitarlo ogni singola volta che il suo collo era alla giusta altezza per tale manovra.
Come se i continui tentativi con le sue spade non fossero già abbastanza.
Ma Ichigo si era stufato di pensare a giusto e sbagliato, corretto e scorretto, se ne fregava altamente di queste insignificanti (al momento) nozioni, semplicemente quell’ultimo attacco contro i suoi nipoti era stata l’ultima goccia e lo Shinigami aveva deciso di non trattenersi più e al diavolo il combattimento onorevole.
Il cane bastardo aveva tentato per l’ennesima volta di uccidere i suoi nipoti.
Non si meritava nessun tipo di considerazione da parte sua.
E anche Shiro e Ossan erano d’accordo.
Perché il bastardo aveva osato ferire la preziosa famiglia del loro possessore e per tale offesa si sarebbero assicurati con il loro potere che il cane pazzo non ne sarebbe uscito vivo da questa guerra.
Con un rabbioso urlo da battaglia tagliò di lungo il dorso dell’uomo di magma, una barra netta di sangue che costrinse l’Ammiraglio a indietreggiare se non voleva essere fatto a pezzi dalla seconda oscillazione della spada più piccola che comparve come uno spettro a pochi millimetri dal collo e per poco non gli staccò la testa di netto ma che, sfortunatamente, lo graffiò solamente.
Con furia continuò a tentare di uccidere brutalmente Akainu ma quando notò Kizaru puntare con i suoi poteri di luce contro il sottomarino in cui, anche in tutta questa confusione, era riuscito a sentire gridare sia da marines che pirati che i suoi tre nipoti si erano rifugiati lì a fatica insieme a Jinbei in ordine di poter scappare da questo massacro, scagliò via con un colpo imbevuto di reiatsu Sakazuki verso i comandanti di Barbabianca che subito si posizionarono perché dovesse prima sconfiggere tutti loro prima che potesse tentare di inseguire i tre giovani pirati in fuga e saltò tra il sottomarino e l’ammiraglio di luce.
«Bakudo #81: Danku!» esclamò e tra lo stupore generale apparve una barriera semi-trasparente che si frappose tra l’attacco dell’ammiraglio e lo Shinigami che guardava truce la stupida scimmia scintillante, e la barriera non mostrò un singolo segno di rottura nonostante la potenza dell’attacco.
Senza aspettare che Borsalino potesse aprir bocca per commentare, i commenti della dannata scimmia gialla Ichigo li trovava da sempre molto aggravanti, lo Shinigami ingaggiò battaglia con il più indolente dei tre ammiragli e anche se sentì un giovane Marines gridare: «Adesso basta!» e richiedere che questo inutile bagno di sangue si fermasse non poteva fare niente di più che ascoltare con un orecchio distratto perché il bastardo in completo giallo era davvero veloce come la luce quando si decideva a combattere seriamente.
Stufo del combattimento con la scimmia dalla faccia idiota pugnalò Kizaru alla spalla con la lama più piccola e lanciò in contemporanea la lama maggiore di Zangetsu contro il pugno alzato di Akainu quando notò che stava per uccidere senza pietà un giovane marines dai capelli rosa, lo stesso marines che aveva chiesto che il conflitto si fermasse, solo perché ‘intralciava la giustizia.’
Tund!
La potenza del colpo di Akainu rimbombò come un tuono nell’isola contro la lama della sciabola di Akagami no Shanks che parava il pugno incandescente diretto al marine dai capelli rosa e la grande spada nera si infilzava, non un attimo più tardi, con forza nel braccio di magma piantandosi nel ghiaccio e portando in ginocchio l’orgoglioso Ammiraglio con la sua dannata giustizia assoluta.
Con un movimento veloce Ichigo estrasse la piccola Zangestu dalla ferita appena inferta a Kizaru e senza perdere un attimo incantò Bakudo #63 Sajo Sabaku bloccando efficacemente l’ammiraglio Borsalino dal poter fare un atto offensivo di qualsiasi tipo.
Almeno per il momento.
«Sono venuto a mettere fine a questa guerra!» Ichigo sentì gridare lo Yonko mentre si lasciava cadere giù più a livello del terreno ed estraeva in un movimento fulmineo la grande Zangetsu da Akainu e scagliandolo lontano contro un cumulo di macerie nello stesso istante di estrazione con una pedata ben piazzata nello sterno.
Con sguardo torvo, da affianco alla sua posizione con Akagami, sfidava con lo sguardo chiunque che avesse osato sfidare le parole del giovane Yonko. Fu felice di vedere che la maggior parte delle persone si erano tutte fermate, anche se alcune sembrava estremamente desiderose di continuare questa inutile e sanguinosa guerra.
Nessuno osò davvero sfidare le sue parole.
Anche quando Buggy, convinto da Shanks alla prospettiva di una mappa del tesoro, andò a consegnare il cappello per cui era diventato tanto famoso Luffy al Capitano Chirurgo che aveva preso con sé i tre fratelli e Jinbei nessuno fece un gesto, come se tutti fossero stati congelati sul posto da Kuzan quando Shanks avesse fatto la sua comparsa, ma Akainu, come il cane che era che non mollava mai l’osso non importa cosa, istigò i suoi compagni Ammiragli a tentare un ultimo attacco contro il sottomarino che si immergeva velocemente nelle profondità dell’oceano.
Irritato Ichigo lanciò in contemporanea due Getsuga Tensho a parare gli attacchi, la lama più grande occupandosi del ghiaccio che Aokiji stava creando sotto la superficie dell’oceano e disintegrandolo prima che potesse estendersi troppo in profondità mentre con la lama più piccola creò una nera parete di pura energia che assorbì come se niente fosse la pioggia di luce che Kizaru aveva fatto discendere su di loro dall’alto.
E finalmente, quando Shanks sfidò gli irriducibili a continuare a combattere contro di lui e la sua ciurma, finalmente la battaglia si calmò abbastanza perché tutti gli schieramenti presenti si ritirassero, i feriti soccorsi e i morti compianti.
Ma solo quando l’Ammiraglio della Flotta, Sengoku, dichiarò a gran voce: «La Guerra..!! E’ Finita..!!» che il sipario della più grande guerra combattuta durante la ‘Grande Era dei Pirati’ finalmente calò giù lasciando il suo segno indelebile nella storia.
Ichigo si permise finalmente di sospirare di sollievo.
Dopo giorni passati in ansia per la sorte dei suoi nipoti tirati in ballo solo per soddisfare il malato piacere di sangue e morte di quelli che stavano in cima a governare su questo mondo, schifosi e paurosi vecchi codardi, Ichigo si mise a disposizione dei feriti.
Sarà conosciuto da tutti come Shinigami ma era pur sempre anche un dottore.
Solenne osservò il corpo del vecchio Shirohige venire portato via, e anche se sapeva che il mondo festeggiava per la vittoria dei Marines sapeva che in verità gli equilibri di forza mondiali erano appena stati completamente sconvolti e i tempi che sarebbero ben presto seguiti a questa guerra sarebbero stati pieni di lacrime e sangue.
Era stata una degna morte per un uomo del calibro di Edward Newgate, meglio conosciuto in tutto il mondo come Shirohige, spesa fino all’ultimo secondo per proteggere i suoi figli e il loro futuro come il buon padre che era, e l’unica consolazione che gli confortava il cuore anche mentre stava in piedi tra i feriti e i morti era che tutti e tre i suoi nipoti erano al sicuro e navigando velocemente lontano da questa terra di lacrime e sangue (e che Luffy fosse finito nelle mani di un dottore capace, lui sarà stato distratto durante la battaglia – la salvaguardia dei suoi nipoti era la sua prima priorità –  ma Zangetsu non perse tempo a riferirgli quello che era successo intorno a lui mentre lui impegnava un ammiraglio dopo l’altro. Il Shi no Gekai, per chi sa quale strano motivo conosciuto solo a lui, aveva deciso di aiutarli. Si sarebbe sicuramente preso cura delle ferite dei suoi nipoti, la sua fama come chirurgo era ben nota in tutti i mari e ben meritata).
Riuscì anche a salutare da lontano il vecchio Garp (alla fine in una delle tante visite del vecchio marine erano finiti per incrociarsi. Buona cosa che, anche se pazzo, Garp era in fin dei conti un uomo buono e giusto) che ricambiò prima che Ichigo si imbarcasse sulla Red Force.
Finalmente ebbe la possibilità di avere un attimo di pace dopo giorni di tensione spesi in una folle corsa per riuscire a raggiungere in tempo Marinford; e finalmente scambiare due parole con il giovane mozzo che aveva conosciuto sulla Oro Jackson e che ora era diventato un grande e potente e rispettato pirata.
«Ehilà, marmocchio!» salutò per lo stupore generale della ciurma più qualche comandante di Barbabianca, che erano saliti a bordo per scortare il corpo del loro vecchio capitano e pianificare le logistiche per il funerale e tutto il resto, per come apostrofò lo Yonko: «Vedo che ne hai fatto di strada dall’ultima volta che ti ho visto!» e scompigliandogli i capelli con un sorriso allegro.
Scocciato Shanks scacciò la mano dalla sua testa prima di brontolare: «E’ bello rivederti, Ichigo-san
Il sorriso dello Shinigami si fece un tocco più affezionato: «Yeah, è bello…»
Con un sorriso si rivolse verso la ciurma del Rosso e con un leggero cenno del capo: «Grazie per esservi presi cura di questo combina-guai. So che deve essere stato faticoso evitare che si uccidesse da solo in qualche modo strampalato.» li ringraziò mentre tutti sorrisero imbarazzati a tali parole.
Benn parlò a nome della ciurma: «Non c’è bisogno di ringraziarci. Sarà un po’ idiota-»
«Benn!» gridò offeso Shanks al suo Primo Ufficiale.
Lui fece finta di non aver sentito: «-ma è pur sempre il nostro Capitano.»
Ichigo canticchiò di gola in accordo, felice che il giovane mozzo che aveva conosciuto tutti quegli anni fa avesse trovato tali uomini leali.
Con un ultima pacca sulle spalle: «Hai trovato una buona ciurma. Ne sono felice.» si diresse verso Fushicou no Marco che guardava la loro interazione interessato (il biondo era finalmente riuscito a smettere di versare lacrime o forse non ne aveva più da versare) ma che non si spostava dal corpo del suo Oyaji coperto da un grande telo bianco, seguito da Akagami.
«Fushicou no Marco.» salutò educato.
«Shinigami no Ichigo. Akagami no Shanks. Grazie per poco fa.»
«Non c’è niente da ringraziare.» contradisse Shanks con un suo solito sorriso.
«Concordo col monello qui» concordò Ichigo guadagnandosi un mugugno da parte di Akagami ad essere chiamato ‘monello’: «Era la giusta cosa da fare, senza contare che entrambi di noi avevamo i nostri stessi motivi per immischiarci in questa guerra.»
Fushicou si prese un attimo per considerare le loro parole prima di accettarle per poi chiedere incuriosito rivolto verso lo Shinigami: «Così… Tu sei lo zio di Ace, Mugiwara e quel biondo con cui sei arrivato?»
Lui sorrise orgoglioso: «Yeah.» il suo sorriso si arricciò un po’ più divertito: «E quel biondo come lo hai chiamato tu è un pezzo grosso dell’Armata Rivoluzionaria.» rivelò tra lo stupore generale: «E stavolta non riuscirà a evitarsi un manifesto di taglia nonostante già tutti i guai famosi che ha combinato per conto dei Rivoluzionari.» rivelò allegro prima di scuotere la testa in falsa commiserazione: «Povero Sabo.» ridacchiò di gusto alla prospettiva della faccia del biondo quando sarebbero uscite le nuove taglie.
E già, non vedeva l’ora di vedere i nuovi manifesti di taglia di quei tre.
Le taglie sarebbero sicuramente aumentate per i due corvini e Sabo stavolta non sarebbe riuscito ad evitare di finire con una taglia ufficiale rilasciata dal Governo Mondiale sulla sua testa.
Sorrise contento già al solo pensiero.
Quei ragazzi avrebbero messo sottosopra il mondo.
Stavano già mettendo sottosopra il mondo.
Che prospettiva meravigliosa.
Scuotendo la testa divertito Marco voltò la testa verso il mare: «Ora l’unica cosa che manca sarebbe scoprire come sta Ace, …e i suoi fratelli.» rifletté il nuovo capitano della restante ciurma di Barbabianca con una nota di preoccupazione.
«Non angosciarti troppo.» gli consigliò Ichigo incrociando le braccia con un sorriso rassicurante: «Stanno bene.» rivolgendo anche lui la testa verso il mare: «In questo momento si staranno dirigendo verso la sicurezza,» lo Shinigami poteva sentire forti e costanti, anche da qui, i reiatsu dei suoi indomiti nipoti, una rassicurazione che calmava i suoi stessi nervi come un balsamo: «e non appena ho parola che la via è sicura accompagnerò un piccolo gruppo di voi a vederli.»
Una piccola farfalla nera a coda di rondine comparve come per magia sulla sua mano.
«Ace sarà felicissimo di rivedervi.»
Delicatamente, si alzò in volo.
 










Dizionario:
Hiken no Ace: Ace Pugno di Fuoco
Mugiwara no Luffy: Luffy Cappello di Paglia
Akagami no Shanks: Shanks ‘Cappelli Rossi’ il Rosso
Fushicou no Marco: Marco la Fenice
Shirohige: Barbabianca
Akainu: Cane Rosso
Kizaru: Scimmia Gialla
Aokiji: Fagiano Blu
Haki: Ambizione
Buso-shoku no Haki: Ambizione dell’Armatura
Akuma no Mi: Frutto del Diavolo
Kurohige: Barbanera
Yonko: Imperatore
Oyaji: Padre
Shi no Gekai: Chirurgo della Morte
Genkotsu no Garp: Garp il Pugno
Hotoke no Sengoku: Sengoku il Buddha
Shinigami no Ichigo: Ichigo ‘Dio della Morte’ lo Shinigami
Shiro: Bianco
Ossan: Vecchio
Zangetsu: Luna Tagliente
Getsuga Jujisho: Colpo Incrociato della Zanna di Luna
Getsuga Tensho: Zanna di Luna che perfora i cieli
Occhan: zio
Gaki: monello
Kami-sama: Dio come in Sant’Iddio
Reiatsu: Energia spirituale
Zanpakuto: spada mieti-anime
Bakudo #81: Danku - Kido Difensivo 81 Spazio Proibito
Bakudo #63 Sajo Sabaku - Kido Difensivo 63 Catena intrecciata immobilizzante










Note:
E questo è il mio contributo per i vent'anni di One Piece con un pizzico piccante di Bleach in mezzo. Perchè ammettiamolo, Ichigo come zio di quei tre ...spassoso. Soprattutto visto come i loro caratteri sicuramente finirebbero per scontrarsi e tenendo conto che nessuno di loro ha molta fortuna a stare fuori dai guai le loro avventure sono sempre all'ordine del giorno.
E poi diciamocelo chi non ha mai voluto dare un calcio in faccia ad Akainu?
Un momento d'oro.
E qui chiudo momentaneamente il sipario, ci vediamo il prossimo mese per la seconda parte della storia un interludio passato a ricordare momenti del passato.

Ps: La storia se siete interessati la trovate anche su Ao3 e FanFiction.net con lo stesso titolo qui di Efp.


Ja ne!



  
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