Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    03/09/2017    4 recensioni
Un colpo perfetto, realizzato da Fujiko e Jigen e festeggiato in maniera piacevole, causa, invece, conseguenze sgradevoli per via di una leggerezza del pistolero. Lupin gli verrà in soccorso, la vita di Fujiko è in pericolo e la persona a cui è stato fatto lo sgarro sembra ben determinata. Ma qualcuno, oltre a Zenigata, risolverà tutto, inaspettatamente. Brano da ascoltare durante la lettura: "Paranoid Android" dei Radiohead
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Jigen Daisuke, Koichi Zenigata, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chicago, Stati Uniti

Una pioggia notturna di quelle che non si azzardano mai a trasmettere inquietudine, senza tuoni né lampi, concedendosi soltanto il piacere di scendere copiosa, quasi a cullare chi, quella notte, stava dormendo o, per lo meno, ci stesse provando. Nel caso di Daisuke Jigen e Fujiko Mine, la notte era fatta anche per altro. Avevano, infatti, appena finito di fare l’amore, in un appartamento sfitto che era diventato il loro rifugio, in un palazzo alto che avrebbe necessitato di una ristrutturazione. Non era un postaccio, no, ma non era nemmeno un luogo adatto ad amenità familiari. Non era, però, arredato male, per essere un rifugio. La pioggia aveva aumentato la sua intensità, spezzando il silenzio che regnava nella camera da letto di quell’appartamento di Chicago e coccolando i due, che si sentivano rilassati. Fujiko si era messa prona, coprendosi col lenzuolo, che Jigen, invece, spostò, per abbracciarla e baciarle dolcemente la schiena.

-Perché?- domandò la donna

-“Perché” cosa?- rispose il pistolero

-Perché non sei di quelli che, dopo un orgasmo, si girano di lato o si addormentano di colpo?-

-Capita anche a me, sai? Però con donne diverse da te... perdonami la mancanza di delicatezza, ma di sgualdrine ne ho incontrate e la cosa migliore è fumarsi una sigaretta, dopo aver finito-

-Quindi per te non sono una sgualdrina-

-Non ho nemmeno voglia di fumare-

La risposta apparentemente vaga fu seguita da altri baci, non solo sulla schiena, ma anche vicino all’orecchio. Fujiko accennò un sorriso, Jigen si fermò a contemplarlo.

-Mi sorprendi sempre, pistolero. Queste coccole...Se penso a Goemon e alla sua costante fretta di “arrivare”…-

-Appena "è arrivato" crolla? Beh, ognuno è fatto a modo suo-

Risero.

-Rimarrei così per giorni interi: io, tu e le coccole…ehi, ma che fai?- disse poi Jigen, cercando di abbracciarla di nuovo.

-Vado in bagno. Sai com’è…-


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La vedeva incedere, vestita solo della sua bellezza e pensava che, sicuramente, l’avrebbe posseduta ancora, quella notte. Ma non aveva fretta. Più che mai, si sentiva felice per come si fosse conclusa la giornata, dopo esser riusciti a mettere a segno un colpo. No, non era un colpo, ma, piuttosto, una faccenda che riguardava solo Jigen e che, per pura coincidenza, aveva coinvolto anche Fujiko. La banda Lupin non c’entrava affatto, questa volta. La donna poi tornò in camera da letto, per indossare una sottoveste. Si chinò per baciare Jigen, per poi recarsi in cucina: aveva voglia di the.

-Ne vuoi un po’ anche tu? O forse tu vorresti farlo ancora?- Domandò, senza ricevere risposta: Jigen si stava addormentando.

Non appena mise l’acqua a bollire sul fornello, Fujiko avvertì un rumore. Lì per lì non ci diede peso, sentendolo provenire dall’esterno, ma poi spense il gas. Qualcosa non la convinceva. Corse ad avvertire Jigen, che minimizzò.

-Chicago non è una città silenziosa-disse lui, semiaddormentato.

Non appena Fujiko tornò in cucina, un uomo le puntò la pistola addosso, mentre i complici la imbavagliarono, ma lei fece in tempo per gridare “aiuto”. Non appena Jigen si destò di colpo si ritrovò due uomini addosso, uno che gli puntò la pistola alla testa e un altro pronto a sparargli all’altezza del cuore. Non poteva muoversi e, senza abiti e senza la sua Magnum vicino, rimase inerme nel vedere rapire Fujiko.
-Questo è per il patto che non hai rispettato, pezzente- gli disse il tizio che poteva sparagli in testa.
Rimase solo, Jigen, a realizzare quanto accaduto, immobile, come traumatizzato. In tanti anni la pistola addosso gliel’avevano puntata in parecchi e sul corpo portava cicatrici da arma da fuoco; eppure, in quel momento, si sentiva un emerito idiota e non ci mise molto a comprendere il perché: per colpa sua Fujiko era in pericolo. Non aveva dubbi su chi fosse il committente del rapimento, ma ciò che risultava più frustrante per lui era il dover chiedere aiuto a Lupin, che lo avrebbe presto raggiunto a Chicago. Goemon, invece, non era negli USA. Da quest’ultimo, almeno, non avrebbe rischiato di farsi affettare gli attributi, ma come avrebbe reagito Lupin nel sapere che Fujiko era stata rapita dopo una notte d’amore con Jigen? Non era la prima volta che il pistolero finiva a letto con lei, Lupin ne era a conoscenza e doveva farsene una ragione, poiché non era la sua donna, ma a Jigen dispiaceva lo stesso: sapeva che Fujiko, per Lupin, era tutto.
 
Trascorsero due giorni, durante i quali Jigen non ebbe nessuna notizia su Fujiko; temeva il peggio per lei e, anche se aveva una vaga idea di dove potesse trovarsi, non sapeva come muoversi, per non compiere passi affrettati. Si rese conto che Lupin era davvero necessario per la risoluzione della faccenda e lo cercò, certo di trovarlo da Jim, il vecchio Jim, un anziano amico che ne sapeva una più del diavolo. Prima, però, doveva mangiare: l’ultima volta che aveva toccato cibo c’era Fujiko a guardarlo negli occhi. Seduto in un diner, Jigen mandava giù qualcosa di commestibile, di cui non riconosceva nemmeno il sapore. Quando si è nervosi, le pietanze hanno un unico sapore, quello dell’amarezza. Lui era nervoso e l’amarezza era l’unico aroma ben definito, in quel momento, e di questo ne era certo. La birra, però, era buona e ne bevve parecchia. Raggiunse Jim, che, però, non c’era e si trovò davanti Lupin, che gli mostrò un pacchetto di Gitanes vuoto.


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-Amico mio, mi sa che il tuo guaio è peggiore del mio: senza sigarette posso stare, ma senza la serenità dei miei più cari amici no- disse Lupin-e tu sei in grossi guai, Jigen…ho ragione?-

-Non credo che sarò più così caro, per te, dopo che ti avrò raccontato tutto-

Non ebbe timore di dirgli quanto era successo, ma si sentiva uno str…

-Sai, Daisuke, Fujiko ce l’hanno portata via tante volte, davanti ai nostri occhi- affermò Lupin, per sdrammatizzare –il problema è liberarla presto-

-Il problema è che sono stati solo i miei occhi a vederla rapire-

-E vorresti giustificarti con me? Ahahahahah, ma credi che io sia un cretino? No, non lo credi, però sei convinto che io pretenda l’esclusiva su quella donna. Guarda che non mi chiamo Goemon Ishikawa! Quindi, non abbiamo niente da nascondere o rimproverarci, amico mio. Una cosa mi secca: perché fare il colpo voi due? Anzi, no, la domanda la pongo meglio: che c’entrava lei con il tuo famoso patto? Ti ficchi nei casini? Mi sta bene, ma perché mettere in mezzo Fujiko?-

-Ci si è messa lei, ovviamente, ma è stato un puro caso, perché ignorava che anche io conoscessi Douglas-

-Douglas King, quel ciccione disgustoso. Gli avete preso tutto quello che ha, forse?-

-Tutto no, ma più del dovuto. Il patto era che si dividesse il tutto in parti uguali, ma sono stato io a convincere Fujiko a prenderci tutto: soldi, diamanti, ecc. Ora si trovano al sicuro, ma non nel nostro rifugio-

-Ecco cosa ti tormenta: per una volta l’avido sei stato tu-

-Volevo rendere felice la donna sbagliata, evidentemente, e lo avevo fatto per lei. Volevo anche provare a fidarmi e a non pensare a un suo eventuale inganno-

-Beh, è difficile diffidare di una donna dopo che ci si è andati a letto e non potrei biasimarti. Sai che, però, se Goemon fosse qui, ti avrebbe fatto a fette? Io, al massimo, ti costringerei a comprarmi stecche di Gitanes, perché a incazzarsi vengono le malattie. Ma nessuno è perfetto, su questa Terra, e anche tu diventi idiota quando ti innamori. Poi ti lamenti perché ti va sempre male…e credi che con Fujiko ti andrebbe bene? Ma poi ti comporti da misogino e ti permetti di fare la predica a me: ora ho capito il perché. Ti aiuterò a venire fuori da questo casino, solo perché sei il mio migliore amico-
 


-Ragazzi, ma conoscete davvero il covo? Guardate che le cose sono cambiate e il panzone e i suoi scagnozzi si trovano altrove-

Jim sapeva tutto, come sempre. Jigen si rese conto di aver preso un abbaglio, un altro ancora. Douglas King era un pezzo grosso della mala di Chicago, vecchia conoscenza di Jigen e, di tanto in tanto, i due si erano rivisti per “affari”, anche se non correva buon sangue, per via dell’atteggiamento arrogante che Douglas dimostrava spesso. Si tolleravano e bastava questo. Ma come aveva scoperto il rifugio di Jigen e Fujiko? I suoi scagnozzi erano entrati a colpo sicuro e senza il dubbio di aver sbagliato posto. Lupin aveva un’idea su come poter liberare la donna, anche se metterla in pratica poteva rivelarsi rischioso.

-Agiremo tra stanotte e domattina presto, ma, soprattutto, restituiremo a Douglas la parte di bottino che gli spetta, con degli interessi a vantaggio loro-affermò il ladro-in questo modo avremmo più possibilità di rivedere viva Fujiko. Ci comporteremo da bravi figlioli, ma con le nostre bimbe sempre in agguato (le pistole, n.d.a)-

Jigen annuì, senza parlare. Decise poi di rimanere da Jim, insieme a Lupin: il suo rifugio non era più sicuro, anche se conteneva degli oggetti personali di Fujiko, che avrebbe desiderato recuperare. Quando la notte li colse, Lupin si rigirava continuamente nel letto, dormendo poco e male, mentre Jigen non chiuse occhio. Uscirono di casa poco prima dell’alba e Lupin si accorse di non avere molta benzina nella sua automobile.

-Basterà-disse-il covo è qui vicino. Ho dato una parte del bottino nostro al vecchio Jim, per ringraziarlo.
-E se poi non è quello il covo?-

-Ehi, sei tornato il Jigen di prima? Sospettoso, razionale e non quel tipo sconvolto e imbambolato che mi è venuto a cercare. Me lo confermi?-

Jigen non proferì parola e si accese una sigaretta. Non appena arrivarono al covo, videro un energumeno, parecchio più alto di loro. Aveva un’espressione poco sveglia e Lupin trovò il modo di metterlo fuori gioco.

-Oh, mi scusi, mi sono sbagliato, forse è quello il portone?- domandò Lupin al bestione, indicando un punto lontano da loro.

 -Lì dove?-

-Non so, cercavo Phillis…Joe Phillis. Lo vedi quel portone? Forse lui si trova lì-

Non appena l’omone cercò di individuare con lo sguardo il fantomatico portone, Lupin si mise un fazzoletto davanti a naso e bocca e gli spruzzò una dose di cloroformio, per addormentarlo.

-Ehi, Lupin, poi mi presenterai Joe Phillis?- domandò Jigen ridendo.

-Sì, certo…e anche gli abitanti di Marte ahahhahahaa-

Il covo si trovava in un palazzo che aveva una parte sfitta e semi-abbandonata ed entrarvi non sembrava semplice.

-Certo che Douglas deve essersi rimbambito a nascondersi in un posto del genere- affermò Jigen-prima viveva in una suite-

-Beh, nascondere Fujiko in una suite non credo sia la soluzione migliore: è un ostaggio, non in vacanza- ironizzò Lupin-Magari lui non è qui e ci sono solo i suoi scagnozzi. Ad ogni modo, non dobbiamo far rumore-

Non appena Lupin finì di parlare si trovò davanti tre uomini di Douglas.

-Ehi, Jigen, fazzoletto fase 2!-

I due ladri si coprirono il volto con un fazzoletto e fu spruzzato altro cloroformio per mettere a nanna i tre scagnozzi.

-Accidenti, li stiamo neutralizzando peggio degli scarafaggi-disse Jigen, soddisfatto.

-Credi che sparando non faremmo troppo casino?- rispose il ladro con tono beffardo.

Gli zaini pieni del malloppo pesavano parecchio sulle spalle di Lupin e Jigen, ma per salvare Fujiko questo e altro. Si addentrarono nel covo, convinti di trovare sia Douglas sia Fujiko, ma furono loro a essere trovati da altri suoi scagnozzi, che li sorpresero di spalle, puntando loro un mitra alla testa. Jigen lanciò un’occhiata a Lupin, che decise di prendere la parola.

-Noi non siamo qui per uccidervi, ma per consegnarvi la vostra parte: è nei nostri zaini, mentre il resto si trova vicino all’ingresso; pesava troppo- disse il ladro.

-Non vi crediamo- rispose uno degli uomini di Douglas.

-Controllate…non vi faremo niente-

Gli scagnozzi credettero a Lupin e, dopo aver controllato gli zaini, se li misero sulle spalle.

-Ora, però, ridateci la ragazza: ci interessa solo questo-

-Vi portiamo dal capo, è con lui, ma prima venite con noi a prendere il resto del malloppo-

Lupin e Jigen annuirono e tutti insieme si avviarono a recuperare il resto della refurtiva, ma furono circondati da numerosi agenti di polizia.

-Siete in arresto, tutti!- si sentì urlare.

-Zenigata!- esclamarono all’unisono Lupin e Jigen.

-Ci avete ingannato, avete chiamato la polizia!- urlò uno degli scagnozzi.

-Non è vero!- affermò Jigen, con fare agitato.

Non appena uno degli uomini di Douglas cercò di sparare ai due ladri, Zenigata ebbe la prontezza di colpirli con la sua pistola, ferendoli gravemente e ordinando agli agenti di arrestarli.

-Nessuno la fa a Zenigata- disse poi- e nessuno ha chiamato la polizia… è che sono un segugio e so fiutare le tracce giuste, specie quando si tratta di Lupin-

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Altri poliziotti misero le manette a Lupin e Jigen, e, quando arrivò Douglas, ci fu una sparatoria e a rimetterci furono altri scagnozzi, arrestati poi insieme al capo. Quest’ultimo, in manette e braccato dagli agenti, si rivolse a Jigen:

-Perché hai rotto il patto? Credevo che da anni ci fosse ormai una tregua tra noi-

-L’ho fatto perché non ho mai creduto in te né alla tregua e volevo darti una lezione-

-Chi credi di prendere in giro? Lo hai fatto solo per quella lurida sgualdrina…ci ha dato pure del filo da torcere, provando a ribellarsi-

-Mmm, sei arguto, Douglas, anche se mi fai ribrezzo. Sai, è che ogni tanto mi ricordo di essere un uomo, oltre che uno spara-pallottole e vedere una donna felice non mi dà poi così fastidio-

Poco dopo, arrivò Zenigata portando Fujiko sulle spalle. Lupin e Jigen trasalirono.

-Ha bisogno di un ospedale, è ridotta male- disse l’ispettore- non credo che abbia subìto violenza, ma sembra denutrita-
 

Il giorno dopo, i due ladri, sorvegliati da Zenigata e da altri agenti, si recarono in ospedale a trovare Fujiko, alla quale, non appena li vide, brillarono gli occhi.

-Arsene! Che piacere rivederti!-

Lupin le prese una mano per baciargliela, mentre Jigen si chinò per baciarle la fronte.

-Me lo fate un favorino? Vorrei un waffle con il gelato: me lo portate? Ho una fame!-

-Ci penserò io-intervenne Zenigata-Loro sono in arresto e toccherà anche a te, non appena sarai guarita. Non la passerete liscia, stavolta-

Fujiko ringraziò tutti per averla salvata, anche se il merito maggiore sarebbe andato a Zenigata, che fece un cenno a Lupin di avvicinarsi a lui, per parlargli.

-Ce l’ho fatta, scimmietta- gli mormorò.

-Io, invece, devo chiederti scusa: hai rischiato la vita per una mia leggerezza-disse Jigen a Fujiko, baciandola ancora.

-Nostra, vorrai dire- rispose la donna- Io ero più coinvolta di te, per colpa di Douglas. Comunque, non avrei mai pensato che tu, per me…-

-Per te cosa?-

-Niente, è solo che io non ti ho mai odiato, sappilo-

-Nemmeno io, perché…-

La conversazione fu interrotta da Zenigata, che ordinò agli agenti di rimettere le manette ai ladri e di riportarli in carcere.

In cella, Lupin e Jigen se ne stavano silenziosi, con la noia che aveva preso il sopravvento su di loro. Una noia del vivere, più che del non far nulla.

-Certo che Fujiko è bella anche malandata- disse Lupin, per spezzare un fastidioso silenzio.
Jigen non commentò.

-Quindi è finita?- disse poi- Ce ne staremo a marcire qui? Dove sono le tue solite idee geniali per evadere?-

-Sì, è finita, Jigen. Non ci resta che affidarci alla Fede. Ho chiesto a Zenigata di far venire un prete, perché tu sai che sono cattolico e ogni tanto ho bisogno di pregare-

-Bah…contento tu! A me non serve nessun prete, sono ateo-

-Nemmeno se si chiamasse Padre Jim?-

-Boh…ehi, un attimo, ma…-

Lupin mostrò un sorriso raggiante e Jigen iniziò a ridere.

-Non mi dire!- disse poi.

-Shhhhh…ti dico, ti dico!-

L’evasione era vicina, anche questa volta.

© 2017 by Fujikofran
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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