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Autore: flavsxx    04/09/2017    0 recensioni
A causa di un errore Alison si troverà a convivere con tre ragazzi molto diversi tra loro.
Nell'appartamento 3A nasceranno nuove amicizie,ma soprattutto proprio lì,Alison conoscerà Alex,
un ragazzo difficile,che si ribella alla vita dopo aver perso la madre.
Lui dapprima non vuole la sua presenza nella casa,ma dopo non potrà più farne a meno.
A tal punto che quando lei deve andare via...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Ero appena entrata nello stabile dove da lì a poco avrei tenuto il colloquio con i ragazzi del terzo piano ed ero agitata,confusa e soprattutto speravo nel meglio dato che era l'ottava casa che andavo a visitare.

Erano state due settimane intense,tra un appartamento e l'altro,incontrando gente diversa e spesso molto strana.

Tutto quello che desideravo era una stanza in cui dormire poiché l'alloggiare in un hotel stava cominciando a svuotare il mio portafogli di giorno in giorno e Viola non sarebbe arrivata a New York prima di qualche mese.

Sua madre,tramite delle conoscenze,ci aveva trovato un appartamento economico in cui vivere,ma non potevo entrarci prima del suo arrivo. Mi serviva quindi un punto di stallo,in attesa del suo arrivo,ma la ricerca si rivelò più difficile del previsto.

Io e Viola sognavamo da sempre di andare a vivere insieme,da sole,proprio come nei film e finalmente questo sogno stava diventanto realtà. Avevamo appena finito gli studi superiori,così,dopo l'estate facemmo le valigie ed eravamo pronte a partire. Sfortunatamente pochi giorni prima della partenza,il padre di Viola morì,e lei fu costretta a rimandare la partenza di qualche mese,ma mi pregò di partire comunque in modo da poter inziare l'università mentre lei seguiva delle lezioni online in attesa di potermi raggiungere.

Ero curiosa di conoscere nuova gente e provare nuove avventure ma dall'altra parte stavo morendo di paura.

Paura di non essere accettata,paura di non esser capita e soprattutto paura di essere giudicata.

I giudizi mi avevano sempre spaventato,gli davo troppa importanza e questo mi faceva soffrire e mi rendeva insicura.

Non fraintendetemi,amo la mia persona,sono contenta e fiera di ciò che sono,ma appena mi relaziono col mondo esterno,l'insicurezza mi costruisce un muro davanti ,che spesso la gente non aveva voglia di abbattere.

Su di me ci sarebbe così tanto da dire che a volte non trovo le parole adatte.

Mi comporto sempre di conseguenza alla persona che ho davanti. Posso essere la ragazza più estroversa e solare del mondo,ma anche la più insicura e sfuggente.

Non sono di certo la ragazza più bella del mondo,e soprattutto non sono una donna per tutti,ma chi era riuscito a guardarmi dentro,ad andare oltre,a leggere i miei grandi occhi verdi,si era sempre trovato ammagliato dalla mia empatia,dal mio sguardo penetrante,dal mio grande cuore e dalla mia ironia.

Entrai in ascensore e schiacciai il pulsante facendo un lungo respiro.

L'appartamento era abitato da tre uomini e una donna,così c'era scritto sul giornale che avevo comprato qualche giorno prima,io,quindi,sarei stata la quinta inquilina.

Ero un po' spaventata,perché integrarsi in un gruppo già formato da tempo e' difficile,e non avevo mai vissuto con un uomo al di fuori di mio padre.

Ma l'affitto della stanza era il più basso che avessi visto fino a quel momento,e questa era la cosa più rilevante.

Arrivata al piano,vidi due porte di fronte a me.

3A e 3B.

Suonai all'appartamento 3A,con le gambe che non riuscivano a stare ferme dall'agitazioni.

Mi sistemai velocemente i capelli e feci un lungo respiro.

La porta era ancora chiusa quando sentì il rumore di qualcosa rompersi dentro la casa,e subito dopo delle risate maschili.

Dopo qualche istante un ragazzo mi aprì la porta,distratto,mentre cercava di tornare serio,con il sorriso ancora sul volto.

Ci volle qualche istante prima che mi focalizzasse,poi assunse un espressione confusa.

"ehm,io..sono Allison.Per la stanza." Improvvisai impacciata.

Il ragazzo si portò una mano alla fronte,scuotendo la testa.

"Era oggi, certo! Scusami, l'avevo del tutto dimenticato. Comunque io sono Mike." Mi porse la mano sorridendo.

Era un gran bel ragazzo, moro, sul metro e ottanta e mi fu chiaro da subito che fosse d'animo buono.

Gli accennai un sorriso e lui mi fece cenno di entrare in casa.

Di fronte a noi c'erano due ragazzi.

Uno di loro era a petto nudo, e mi fissava serio con una palla da basket in mano,l'altro era di piccola statura ed aveva un'aria buffa.

La casa era ben arredata e lo stile era moderno ma era chiaro fosse arredata da ragazzi.

Sul tavolo c'erano bottiglie di birra e pacchetti di patatine e per terra c'era la lampada che uno di loro aveva atterrato con la palla da basket.

Mi chiesi dove fosse la quarta inquilina, la ragazza. Guardai l'ora e vidi che era mezzogiorno.

"Probabilmente è all'università." Mi dissi.

Mike si girò verso gli amici e mi presento.

"E' la ragazza che ha risposto al nostro annuncio per la stanza libera, ci ho parlato al telefono ieri ma ho dimenticato di dirvelo."

"Una ragazza,davvero?" disse il tipo a petto nudo.

Mike lo fulminò con lo sguardo.

"Lui è Alex."Si rivolse a me indicandolo.

"mentre lui è Derek"

Alex mi fece un cenno con la mano. Aveva un'espressione in volto che mi faceva venir voglia di prenderlo a schiaffi.

Derek si avvicino e mi porse la sua mano,presentandosi cordialmente.

Guardai Alex,incuriosita dal capire cosa gli passasse per la mente e da cosa venisse quell'atteggiamento.

I nostri occhi si incrociarono e ci guardammo intensamente fino a quando la voce di Mike non ci distrasse.

"Alex,vatti a mettere una maglietta e iniziamo il colloquio."fece.

"ti infastidisce il fatto che sia a petto nudo? Sono certo non sia la prima volta che ti capita,no?"

La sua espressione era furba,ma non cattiva.

"Non c'è alcun problema. Possiamo iniziare." Replicai schietta.

I ragazzi si sedettero su un divanetto blu,e mi fecero accomodare su una poltroncina,posizionata proprio di fronte a loro.

Avevo sei occhi puntati su di me,così abbassai lo sguardo imbarazzata,giocando con le dita.

Mike parlò.

"Il prezzo dell'affitto è quello che hai letto nell'annucio,e comprende le spese di ogni mese,salvo imprevisti.

La casa ha 4 camere,un salone e un solo bagno" precisò con delusione.

Era facile capire che Mike era il più responsabile e giudizioso.

"Derek ha 20 anni,è il più piccolo della casa. Ci conosciamo da tempo,ma convive con noi da un anno. Lavora come cameriere,la sua camera è la più piccola ma anche la più disordinata.Ti consiglio vivamente di non metterci mai piede,per il tuo bene."

Tutti scoppiammo a ridere,e Derek arrossì imbarazzato.

"Io ho 22 anni,e da quando ne ho 18 anni convivo con Alex. Abbiamo la stessa età e siamo cresciuti insieme,siamo praticamente fratelli."

Alex guardò l'amico,poi gli diete una pacca sulla spalla.

Sorrisi notando quanto fossero legati.

"Noi due andiamo all'università. Io studio economia e lui,strano ma vero,studia giurrisprudenza." continuò.

"Quanto ad Alex,beh,ha tre talenti.Finire una confezione di preservativi in 4 giorni,cucinare e uccidere un uomo a mani nude. –rise.

"fa boxe da quando ha 7 anni"-spiegò.

"Potrai vedere qualche ragazza per la casa,ma nessuna rimarrà a dormire,quindi non preoccuparti."

Alex non sembrò imbarazzato dalle parole dell'amico,anzi,aveva un sorrisetto beffardo stampato sul viso.

"Non ascoltare nessuna voce riguardo a lui all'università. In quel posto inventano un sacco di cazzate." Continuò.

Annuì,curiosa di sapere cosa dicesse la gente di lui,quale fosse la sua reputazione.

"credimi,ha un cuore grande,devi solo saperlo prendere." Concluse.

"hey amico,sono qui." Disse alex facendoci ridere.

"ti abbiamo detto tutto di noi,ora parlaci di te." Mi invitò Derek.

Mi sistemai comoda sulla poltrona.

"sono Allison Moon e ho 19 anni. Ho deciso di trasferirmi qui con la mia migliore amica perché volevamo la nostra indipendenza ma lei mi raggiungerà tra qualche mese. Quindi ho bisogno di un alloggio dove stare nel frattempo che lei torni. So cucinare molto bene e.."

"il fatto che sai cucinare è un grandissimo punto a tuo favore. Ma spiegami meglio,la camera ti servirà solo per qualche mese,quindi?" mi chiese Mike.

"Esattaente,tre o forse quattro mesi." Precisai. "Ho solo una domanda. So che con voi convive un'altra ragazza,dovrò condividere la stanza con lei?"

Vidi i ragazzi scambiarsi degli sguardi,confusi.

"Non c'è nessun'altra ragazza. Siamo solo noi tre." mi spiegò Derek divertito.

Sgranai gli occhi sorpresa.

Il colloquio era andato bene,ed erano stati gli unici ad avermi messa a mio agio.

La casa mi piaceva,e l'affitto era il più basso a cui mi ero interessata fino ad allora.

Inoltre l a casa era vicina all'università.

Avrei dovuto precludermi una buona opportunità solo perché erano tre uomini? Nella vita non mi ero mai posta dei limiti o pregiudizi,e di certo non avrei iniziato ora a fare il contrario.

Mike mi guardò con faccia dispiaciuta.

"mi dispiace averti fatto perdere del tempo." disse.

"in realtà,se per voi va bene...io sarei comunque interessata."

Ero preoccupata e tesa. Stavo andando incontro ad una nuova esperienza e speravo che i ragazzi capissero le mie intenzioni. Non mi interessava far colpo su qualcuno,ma solo una benedetta stanza.

I ragazzi si guardarono tra loro meravigliati. Alex sembrò sorpreso.

"quindi per te va bene vivere con tre uomini che non conosci e che potrebbero ucciderti senza scrupoli?"

Alex parlava poco ma parlava mirato.

"non lo so,avete intenzione di uccidermi?" lo guardai,con aria altrettanto ironica.

"No Mio Dio! Ovviamente no! Sei solo...tosta!" Mike rise.

Vivere con tre uomini sconosciuti,in una città che non è la tua,sarebbe stata una follia per tutti,ma quei ragazzi e quell'appartamento mi ispiravano sensazioni positive. Era quello che mi sentivo di fare.

"ci prendiamo un attimo per consultarci e torniamo subito con il verdetto." Ironizzò Derek.

I tre ragazzi si chiusero nella camera di Mike e potei sentire ogni loro singola parola. Non erano molto bravi a non farsi ascoltare.

"Una ragazza,amico? Ma come ti viene in mente? Scombussolerà gli equilibri! Mi conoscete e sapete bene che non riesco a relazionarmi con una ragazza per più di due ore!" sbottò alex.

"Ci servono i soldi Alex,non possiamo continuare a divedere le spese in tre! Mi sembra seria e responsabile,e poi sarà un'esperienza divertente."

"Devi prometterci che non proverai a portartela al letto! È una fottutissima regola." Derek alzò la voce.

"È il miglior colloquio fino ad ora. Volete forse lasciare la stanza al tipo che suona la tromba 9 ore al giorno?"

Risi immaginando i personaggi che avevano incontrato precedentemente.

"solo solo pochi mesi."

Dopo qualche minuto vidi la porta aprirsi.

Il cuore mi batteva fortissimo e non sapevo neanche il perché.

Mike mi guardò entusiasta.

"Per noi è sì,benvenuta in famiglia!"

HEY.
Innanzitutto,GRAZIE se hai speso qualche minuto del tuo tempo per leggere questo LUNGO (è stato necessario per avviare la storia) capitolo.
Ho cercato di renderlo il più scorrevole ed interessante possibile,ma i primi capitoli,essendo di introduzione,sono sempre i più noiosi.
Nonostante questo,spero che la trama vi piaccia. Lasciatemi un commento per  sapere cosa ne pensate.

Un bacio grande,F.
 

 

NEL PROSSIMO CAPITOLO:

"Jack,tienila sotto controllo. Se le succede qualcosa ti taglio la gola."

Dopo aver minacciato l'omone,Alex si diresse verso la pista.

Le donne lo fissavano e spettegolavano fra di loro,mentre gli uomini gridavano il suo nome.

Una ragazza fermò Alex dal braccio e poi gli stampò un bacio sulle labbra. Lui gli diede una pacca sul sedere.

Provai un senso di disgusto e di rabbia,poi sentì una voce rimbombare nella piazza.

"Signori e Signore,è tornato dopo tanto tempo e dire che ci era mancato,è dire poco. Piace alle donne perché è bello da far girare la testa,e piace a noi maschietti perché corre su queste piste come nessuno sa' fare. Siete pronti a vincere un sacco di soldi con lui? Fate un po' di rumore,e dite una preghiera,per il solo Alex Miller!"

Non avevo mai vissuto niente di simile,sembrava di vivere un film. Ero terrorizzata dal fatto che gli potesse accadere qualcosa. Lo chiamai ad alta voce tra la folla.

Gridai il suo nome quattro,forse cinque volte,poi sentì la mia voce e si voltò.

"Sei sicuro di volerlo fare?" urlai.

Mi sorrise,poi si voltò e camminò verso la sua macchina.
  
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