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Autore: Unique_1D    04/09/2017    0 recensioni
Arimi, una ragazza con una doppi personalità, carina e gentile con gli amici, diavoletta e movimentata con suo cugino Lysandro e il suo migliore amico Nathaniel...Perché?
Scopre di essersi innamorata di Nathaniel e del migliore amico di suo cugino, Castiel.
Castiel è come lei nella sua vera personalità ma non le dispiace neanche Nathaniel che la ha accettata così come è a differenza di altri, i due si odiano ma lei va d' accordo con entrambi.
Molti dei suoi segreti vengono a galla e misteri e incertezze verranno risolti.
Al liceo le cose vanno avanti e Arimi riuscirà a fare chiarezza. Seguirà la mente o il cuore? Si arrenderà? O andrà avanti? Ma soprattutto come andrà a finire? Sta a voi saperlo...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Nathaniel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WHAT DO I DO WITH A BOY LIKE YOU?

        -Rivelazioni-

-Capitolo 10-

Anche quella sera era terribilmente difficile chiudere occhio, ero talmente stressata che anche avere Castiel  vicino a me, non bastava più a calmarmi. Erano già passate due settimane dalla prima live ed eravamo riusciti ad avere una piccola soddisfazione nel vedere le classifiche in serata. I giudici avevano cominciato ad eliminare delle band e ci spaventava il fatto che fossero tutti degli ottimi gruppi. Anche questa sera siamo riusciti a salvarci e con noi, anche Debrah. Nella top ten eravamo settimi e lei nona. Castiel non lo dava a vedere ma era felice che in classifica avessimo una posizione migliore della sua, avrei giurato di averlo sentito esultare, se non fosse che subito dopo venne a sollevarmi per aria tutto contento. Sapere di star combattendo questa battaglia insieme a lui, mi faceva sentire invincibile.

Smisi di pensare non appena vidi il bollitore scattare e il vapore inondare la cucina. Versai l'acqua bollente nella tazza più colorata che trovai nella credenza e ci versai l'acqua calda e una bustina di camomilla.

Non so perché fossi lì a preparare una camomilla nel bel mezzo della notte, il talent stava andando bene e la relazione tra me e Castiel procedeva a gonfie vele, eppure c'era sempre un velo di tristezza negli occhi. Cosa mancava? Cos'é che ancora non ho? Avevamo passato due settimane intere a seguire tabelle di marcia, provando vestiti di scena, parrucchieri, truccatori, fotografi...

Mi capitava più volte in un giorno di pensare a quanto le cose siano cambiate in poco tempo. Da quando venni ad abitare con Lysandro a quando conobbi Castiel, non quel Castiel fastidioso che mi tirava palline di carta durante le lezioni di matematica... Il vero Castiel. 
Pensavo a quanto ci sia voluto poco che io mi fidassi ciecamente di lui, del concerto di beneficienza fino ad oggi.

I pensieri annebbiavano talmente la mia mente che solo quando guardai il panorama dalla portafinestra, mi accorsi che non avevo neanche acceso la luce, che le candele erano rimaste accese e che la maggior parte della luce veniva da fuori.

Parigi di notte era qualcosa di meraviglioso. La vita notturna sembra quasi più vivace di quella di giorno, tra pub, discoteche e strade affollate di ragazzi. Stavo per uscire in balcone quando pensai che forse le candele di Lysandro avevano sparso abbastanza profumo di fiori di ciliegio per tutta la stanza. Inutile dire quante volte sia scattata la corrente in questo edificio, avere delle candele era diventato oramai una necessità.

Feci molta cautela nell'aprire la portafinestra, presi la mia camomilla e la coperta che ormai usavamo tutti per coprirci quando guardavamo qualche film insieme la sera. Subito una ventata di aria fredda mi investì così, mi affrettai ad avvolgere la coperta intorno alle mie spalle, una volta seduta al tavolino fuori.

Presi a sorseggiare la tisana lasciando che il calore si propagasse per tutto il corpo. Non era molto freddo ma era da un pò che su Parigi si abbattevano violenti temporali che per dirla tutta, avevano causato non pochi danni, sopratutto in periferia. L'aria più fredda era fastidiosamente umida e il cielo perennemente nuvoloso, brutto segno, di sicuro sarebbe venuto di nuovo a piovere.

Diedi un'occhiata al telefono e subito notai i ventiquattro messaggi di Rosalya, le otto chiamate perse da vari contatti e innumerevoli notifiche della sezione on-line del gruppo sulla app del talent. Non avevo voglia di parlare con nessuno, tantomeno di leggere i commenti, e poi oramai era troppo tardi per chiamare qualcuno.

Bevvi tutta la camomilla rimasta sul fondo della tazza, anche se ogni volta dimenticavo quanto sia fastidioso accorgersi che dopo averla lasciata qualche minuto sul tavolo, si sarebbe freddata de tutto.

Alzando gli occhi al cielo notai che le nuvole si stavano a nord e che pian piano qualche stella cominciava ad uscire allo scoperto.

Finalmente anche la luna sembrava esserci rischiarata, una bella luna piena padroneggiava fiera il cielo notturno. Sin da piccola, ogni volta che la osservavo, continuavo a vederci una faccia che sembrava fissarci, come per tenere sott'occhio quello che accade sulla Terra.

Chissà quanti la guardano la notte, punto d'incontro di sguardi di persone insonni.
E anche stasera, dopo il suo giro giornaliero intorno alla Terra, rieccoci a guardarci.

Presi la coperta e mi andai a sdraiare sull'amaca. Mi coprii meglio che potei per poi immergermi nel cielo stellato.

Non so quanti minuti fossero passati ma sussultai non appena sentii qualcuno alzare la coperta e stendersi vicino a me.

"Allora, come mai qui in piena notte?" 
Ed eccolo qua, inutile dire quanto fosse bello vedere le stelle specchiarsi nei suoi occhi grigi.

Dopo aver atteso una mia risposta invano, si era messo freneticamente in cerca di qualcosa, i suoi occhi si muovevano veloci tra stelle e nuvole che piano piano abbandonavano la città.

"Quella é la stella polare, la vedi?" Chiese indicandomela.

Scrutando nel cieo, la vidi lì a risplendere, la più lucente tra tante.

"E pensare che noi le vediamo con anni di ritardo"  
Sospirò continuando a fissarla.

"Come mai sei venuto?" Chiesi distogliendo lo sguardo dal cielo, per poi guardarlo.

"Ti ho sentita uscire dalla camera ma pensavo stessi andando al bagno, quando ho visto che non tornavi mi sono preoccupato" Spiegò guardandomi di rimando.

"Ary che succede? Sono un pò di giorni che ti vedo giù... Per caso centro io?"

Come può pensare che sia lui il problema? É la migliore persona che si possa avere accanto! Siamo una coppia di guerrieri oramai, meglio di due Parabatai nella saga di Cassandra Clare! Insomma, scherzi a parte, lui é la persona che mi migliora le giornate, non può essere lui il problema.

"Assolutamente no!"

"Allora cosa hai?" 
Chiese girandosi lentamente verso di me cercando di non smuovere troppo l' amaca.

"Non lo so, te lo giuro, non lo so neanche io... Sono contenta di come stiano andando le cose, stiamo anche vincendo su Debrah! Però, c'è qualcosa che non va, sta succedendo tutto troppo in fretta..." Spiegai girandomi anche io verso di lui con cautela.

"Ti capisco perfettamente" 
Disse cominciando ad accarezzarmi i capelli.

"Ti prometto che non appena saremo usciti di qui, vinto o no, ti porto da qualche parte"

"Noi due da soli" Si affrettò ad aggiungere sussurrando.

Non poteri fare a meno di stringerlo a me più forte che potei.

"Davvero?" Chiesi non potendo ormai bloccare un sorriso.

"Si, ci prendiamo un pò di tempo per noi, durante le vacanze di Natale, che ne dici?" Chiese arrotolando una ciocca dei miei capelli intorno alle sue dita.

"Secondo te possiamo permettercelo?"

"Calcolando che ogni volta che i miei partono per lunghi viaggi, mi lasciano sempre qualcosa, avevo cominciato a mettere qualche soldo da parte per una nuova chitarra ma, credo che questa stia diventando troppo preziosa per essere sostituita" Mi spiegò ridendo sull'ultima frase.

Già, anche qui Castiel suonava con la sua inseparabile chitarra, aveva rifiutato qualsiasi chitarra gli venisse offerta. Teneva troppo a "Cassandra", alle volte ero gelosa anche della chitarra per tutte quelle volte che passava ore a suonarla o a lucidarla.

"Mi piacerebbe andare in Italia"

Non appena sentii pronunciare il mio paese, mi pietrificai.

"P-perché vuoi andare in Italia?" Domandai balbettando.

"Beh, vorrei vedere il Colosseo, il Pantheon, San Pietro, il Circo Massimo e poi vorrei andare al famoso Pincio, so che tutte le coppiette vanno lì... Mi piacerebbe andarci con te!"

"E poi potresti farmi da guida no?"

Ero stata molte volte a Roma. Quando ero in Italia, ci abitavano i miei zii, anche quello che mi regalò la chitarra elettrica.

Se voleva andare a Roma per me non c'era problema, a patto che però rimanessimo a Roma. Non vedevo vedere mio padre, tantomeno tornare nel paesino dal quale ero scappata.

Eppure anche se non aveva minimamente accennato ai miei genitori o al paesino nel quale ho vissuto i miei anni peggiori, le lacrime cominciarono a scendere incontrollabili sul mio viso al solo pensiero di tutto quello che ho passato a scuola, con mamma a casa, a tutte le sedute dallo psicologo... A tutto il mio passato.

Castiel si mosse così bruscamente verso di me che quasi cademmo entrambi, ci fu un momento di tensione ma poi finalmente l'amaca smise di oscillare e subito si mise ad asciugare le mie lacrime.

"Scusa... Ho forse detto qualcosa di sbagliato?" 
Mi chiese con un'espressione preoccupata.

"Scusami é che... Quando hai detto "Italia", ho cominciato a pensare a mio padre..."

Castiel sbuffò, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Io continuo a non sapere nulla del tuo passato Arimi...Perché non mi racconti una volta per tutte la storia della tua vita?"

" Voglio sapere" Concluse deciso.

Quella sera, sotto le stelle ripercorsi poco a poco la mia vita, gli raccontai tutto, non tralasciai nulla, lui era lì a sostenermi anche quando mi veniva da piangere di nuovo. 
Così dopo pause, lacrime e abbracci, per la prima volta nella vita buttai tutto fuori...

"Vedrai, la prossima volta che tornerai in Italia, sarà solo per cose belle!" 
Con gli occhi ancora umidi abbozzai un sorriso, cercando di prendere abbastanza aria per calmare i spasmi. 
Mi diede un lungo, tenero bacio e quando ci staccammo, ci rendemmo conto che tra non molto avremo visto l'alba, da lontano il cielo cominciava a dipingersi di un arancio pallido.

"Guardiamo l'alba ma dopo andiamo a dormire un altro pò prima delle prove, voglio che ti riposi" Disse dandomi un bacio sulla fronte.

"Va bene mamma" Esclamai scoppiando a ridere.

Castiel roteò gli occhi esasperato e ridendo mi diede un rapido bacio. 
Rimanemmo a vedere l'alba fino a vedere l'intero disco giallo sbucare dietro le case della città poi ci rifugiammo in camera mia con le tende chiuse per dormire qualche ora in più. Ammetto che Castiel ha passato una buona mezz'ora a farmi le coccole, so che lo faceva per tranquillizzarmi ma non volevo si preoccupasse troppo, lo vedevo assonnato e speravo con tutta me stessa di non vederlo dormire sulla sedia da Lara fra qualche ora.

Quando Nathaniel cominciò a prendere a pugni la porta, erano le undici passate, avevamo un' ora di ritardo e a giudicare dall'aspetto di Lysandro, anche lui non era sveglio da molto.

Inutile dire che ci prendemmo una ramanzina da Pierre, per non parlare delle lamentele di Morgan che ci aspettava per la prova degli outfit. La mattinata sembrava non scorrere mai, sentivo le palpebre degli occhi pesanti, per non parlare poi delle occhiaie di Castiel, si sarebbero viste anche con un chilo di correttore.

"Ragazzi! Non dormire sugli allori! Non vuol dire che se siete nella top ten resterete di certo nel talent!" 
Gridava Lara mettendoci pressione.

Alla fine del talent mancavano altre tre settimane e rimanevano ancora quindici band in gioco, tra cui noi.

Dovevamo essere perfetti per la prossima live, così ricominciammo a provare per l'ennesima volta "War of change" dei The Food Krutch.

"Ragazzi, questa volta voglio che sia Arimi la voce principale e Lysandro, la seconda"

Rimasi sbalirdita, tutti ci guardammo con occhi sgranati. Lara aveva stabilito me come voce principale per una canzone dal timbro caldo e pesante molto diffile da cantare... Perchè non Lysandro?

"Ragazzi, fidatevi di me. So quel che faccio"

Detto questo, anche se immersi nello stupore, cominciai a cantare con Lys con il testo sul leggio, avevamo una settimana per impararlo e provare insieme.

Ne sarei stata in grado? Avrei fatto in tempo in tempo ad impararla per la  live successiva? Non potevo sbagliare! Ormai avevo il peso sulle spalle.

ANGOLO SCRITTRICE:
Ciao ragazzeee! Eccovi un mini capitolo per festeggiare i 3K!!! Grazie mille a tutte davvero! Ricordo ancora quando avevo iniziato un anni fa e speravo a malapena in mille. 
Spero vi sia piaciuto, ho incentrato questo capitolo sulla vostra coppietta preferita ahaha. So che é corto rispetti agli altri e devo dire che ci ho messo molto impegno. Detto questo fatemi sapere come sempre cosa ne pensate che ci tengo! Auguratemi buona fortuna per l'esame di matematica ahaha. Un bacione a tutte!!! ❤️

   
 
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