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Autore: Mellorine    07/09/2017    4 recensioni
Lacrime di sangue rigavano le guance pallide di Deku, il suo volto aveva un'aria ancora più malsana eppure adesso si teneva perfettamente in piedi da solo, come se si fosse ripreso del tutto in un attimo.
I suoi grandi occhi verdi che gli avevano sempre fatto perdere la testa erano spariti, a fissarlo c'erano due abissi rossi… Occhi rosso scuro che lo guardavano con disprezzo, come se Katsuki fosse la causa di ogni male sulla Terra.
Quello non era Deku.
[KatsuDeku; Villain Deku (non AU); Ambientazione nel futuro]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo intorno a Katsuki era sul punto di sparire.
Era diventato di nuovo tutto ovattato, le persone sembravano muoversi al rallentatore, le voci gli arrivavano distanti, come il giorno in cui Deku gli era stato portato via.
Gli fischiavano le orecchie in un ronzio costante e fastidioso, forse perché ormai gli mancava il fiato nei polmoni.
D'altronde stava correndo come un forsennato da una parte all'altra della città da tutta la mattina.
Appena aveva "concluso" la telefonata con Kirishima, se per concludere valeva distruggere uno smartphone, si era fiondato ad indossare di tutta fretta la sua tenuta da eroe ed era corso a perdifiato fino all'ospedale.
Per fortuna aveva una scorta di cellulari sia in casa che all'agenzia, visto che gli capitava spesso di distruggerli nei momenti di rabbia, per cui non aveva rischiato di perdersi qualche altro possibile aggiornamento su Deku.
Quando era arrivato in ospedale, gli amici erano sembrati più preoccupati per lui che per loro stessi.
Come lo aveva già rassicurato Kirishima, fortunatamente non era davvero nulla di grave.
Kaminari aveva un braccio ingessato e qualche cerotto sparso sul viso,  ma si era alzato dal letto per corrergli incontro guardandolo con aria preoccupata, come se fosse Katsuki quello con qualche osso rotto.
Sero invece aveva la testa bendata e l'aria più stordita del solito, oltre a una gamba immobilizzata che gli impediva di alzarsi dal letto, ma lo aveva guardarlo lo stesso con lo stesso identico sguardo con cui lo guardavano tutti da giorni.
Insieme a Kirishima, che lo aveva raggiunto tenendo un braccio intorno a (!!!)ai fianchi di Kaminari, Katsuki di era ritrovato fissato da tre paia di occhi pieni d'apprensione.
Subito era seguita l'ondata di spiegazioni e tentativi di confortarlo. 
I due amici che erano sul luogo dell'incidente gli avevano raccontato tutto nel dettaglio: erano di pattuglia nelle zone, quando erano stati contattati in quanto eroi più vicini al quartiere in cui si era scatenato il putiferio.
Un gruppo di villains aveva attaccato gli edifici più importanti ed i negozi più frequentati della zona con lo scopo di distruggerli, sembravano intenzionati a nient'altro che creare caos e paura. Loro due ed altri eroi erano accorsi per fermarli, quando era arrivato Deku.
La notizia dell'eroe numero uno disperso ed in mano ai nemici non era ancora trapelata fino ad allora, per non creare scompiglio nella popolazione, per cui era stato un duro colpo per tutti quando le persone che avevano tirato un sospiro di sollievo al suo arrivo si erano viste attaccate dalla loro fonte di speranza.
Per gli eroi era stato problematico salvarli, perché le persone non capivano ancora di doversi allontanare al passaggio di Deku, non riuscendo proprio immaginare di dover temere il loro eroe numero uno…
Erano accorsi sempre più eroi, parecchi dei quali loro vecchi amici, e si erano divisi tra chi aveva aiutato ad evacuare la zona e chi aveva combattuto per fermare Deku ed i villains.
Avevano combattuto a lungo ma Deku era stato inarrestabile, infine aveva abbattuto un palazzo…
Katsuki era atterrito alla notizia, doveva aver fatto una faccia davvero spaventosa perché Kaminari si era precipitato a chiarire subito che il palazzo fosse vuoto. Katsuki aveva tirato un sospiro di sollievo, avvertendo il sangue tornare a circolargli regolarmente nelle vene.
Il palazzo era stato già evacuato ma c'erano ancora delle persone per strada da salvare dal crollo, era in quel modo che Kaminari e Sero si erano feriti.
Come molti altri eroi, avevano dovuto parare dei colpi di Deku mentre portavano in salvo le persone.
Alla fine era arrivato lo stesso tizio in nero che aveva portato via Deku tre giorni prima, aveva chiamato a sé l'eroe numero uno e i pochi villains che non erano stati catturati, ed erano spariti nel nulla.
Per fortuna non c'erano stati morti, ma quel racconto era stato abbastanza da far stringere i pugni di Katsuki fino a conficcarsi le unghie nei palmi delle mani.
Era dilaniato dai sensi di colpa.
Ovviamente gli dispiaceva per gli amici che erano rimasti feriti, l'ansia lo aveva divorato finché non aveva visto coi propri occhi che stessero bene, ma la sua più grande preoccupazione era un'altra: Era preoccupato per Deku.
Non riusciva nemmeno ad immaginare come si sarebbe sentito il compagno quando sarebbe tornato in sé (perché sì, era SICURO di riuscire a riprendersi Deku dalle mani di quel bastardo) ed avrebbe scoperto che cosa aveva fatto.
Attaccare degli innocenti disarmati, le persone comuni che lottava sempre per difendere, ferire dei colleghi, addirittura i suoi amici…
Sarebbe stato troppo per chiunque, e Midoriya Izuku era la rappresentazione vivente di tutto ciò che era più lontano dalle sue azioni di quel giorno.
Katsuki lo conosceva fin troppo bene, sapeva che non se lo sarebbe mai perdonato. Avrebbero potuto sconfiggere quello stronzo in nero, tornare a casa insieme, guarire da ogni ferita… ma quello?
Come poteva salvare Deku dai sensi di colpa che lo avrebbero attanagliato? Dannazione, si sentiva così inutile… quella situazione lo stava facendo impazzire!
Gli amici sembravano aver letto sul suo volto tutte le sue preoccupazioni, perché Sero e Kaminari si erano dilungati a ribadire più volte che Deku non era in sé, che si vedeva benissimo che fosse controllato da qualcuno.
Non era stata una grande rassicurazione, in realtà, visto che Katsuki sapeva benissimo quanto fosse forte la volontà del compagno…
Che cazzo, non lo avevano visto tutti quanti reagire ad un quirk  del controllo mentale quando era soltanto un ragazzino di merda al liceo!?
Se un bastardo riusciva a controllare Deku, al punto da fargli fare cose che l'altro avrebbe preferito morire piuttosto che farle, doveva essere davvero forte.
Non era questo a fargli paura, non temeva lo scontro col villain che aveva ridotto Deku ad un ameba. Moriva così tanto dalla voglia di far esplodere quel pezzo di merda che probabilmente avrebbe urlato di gioia, quando se lo sarebbe trovato tra le mani.
Ciò che lo preoccupava erano le conseguenze del suo controllo che sarebbero pesate su Deku, e soprattutto la sua astuzia.
Quel villain si era dimostrato davvero bravo a nascondersi e sparire nel nulla, di questo passo avrebbero potuto volerci ancora giorni, se non chissà quanto altro tempo, per trovarlo.
Tutto altro tempo che Deku passava senza controllo su se stesso… era questo a spaventarlo sul serio.
Era uscito dall'ospedale col cuore meno alleggerito di quanto aveva sperato.
Vedere le ferite degli amici, per quanto lievi, aveva reso tutto reale. Era stato Deku a farlo e Deku ne avrebbe sofferto, non riusciva a toglierselo dalla testa.
Per fortuna il dovere aveva chiamato, ed era stato costretto a smettere di pensarci.
Un'altra corsa a perdifiato ed era arrivato sul luogo della nuova emergenza della giornata,  un gruppo parecchio consistente di villains stava attaccando la folla di passanti a caso in una strada celebre per lo shopping.
Si era gettato subito ad allontanare i villains dagli eroi che stavano portando in salvo le persone e, mentre combatteva, una parte del suo cervello aveva già registrato il dettaglio che gli aveva fatto perdere un colpo al cuore: quel tipo di attacco era assurdamente simile a quello accaduto in mattinata,in cui era intervenuto Deku.
Non aveva potuto fare a meno di guardarsi intorno per tutto il tempo in cui aveva abbattuto un villain dietro l'altro, diviso tra ansia e aspettativa.
Nell'arco di poco tempo era tutto finito, era sempre così quando c'era un eroe come Katsuki ad intervenire. La zona era stata evacuata, i soccorsi stavano accorrendo, altri eroi stavano immobilizzando i villains catturati e tutti stavano tirando un sospiro di sollievo… quando arrivò Deku.
"Wow, c'è Katsuki! Oggi è il mio giorno fortunato~"
Katsuki sentì la sua voce prima ancora di vederlo,  ma la sua sola presenza riuscì a togliergli il fiato.
Essere pronto a trovarselo davanti agli occhi non lo aiutò a trattenere lo sgomento, quando si voltò verso il compagno e lo vide…
Trasalì e rimase paralizzato dallo stupore, capace soltanto di guardare dritto davanti a sé ad gli occhi sgranati, anche mentre Deku saltò giù dal tetto su cui era apparso e cominciò a camminare verso di lui.
Non era ciò che si aspettava di vedere, quando sarebbe riuscito a ritrovarlo…
Non sapeva esattamente che cosa si aspettasse, non ci aveva mai voluto pensare per davvero, ma di sicuro non si aspettava questo.
Non si sarebbe mai aspettato di vederlo indossare la sua divisa da eroe come sempre, intatta e pulita, mentre scatenava il caos attorno a sé e feriva le persone che amava.
Non si sarebbe aspettato di essere guardato ancora dai suoi grandi occhi verdi, mentre quello di fronte a sé non era il suo Deku.
Sarebbe stato molto più semplice vederlo indossare qualcosa di strano o trovarsi ancora di fronte quegli strani occhi rossi, qualsiasi cosa di estraneo a ciò che era veramente Deku, qualcosa che mettesse bene in evidenza come tutti quei comportamenti non fossero da lui.
E invece ogni azione che l'altro faceva somigliando perfettamente al solito Deku era come un calcio nello stomaco.
"Deku..?" Katsuki sussurrò con un filo di voce, il tono tra il dubbio e la speranza, e sbatté le palpebre quando si accorse di che cosa avesse appena fatto.
Si sentiva il cervello a puttane, non stava capendo niente, e non si era accorto di essersi fatto abbindolare da quegli occhi verdi.
Quei fottuti occhioni da (finto) cucciolo del cazzo in difficoltà erano sempre stati la sua debolezza, col tempo Deku aveva imparato che sbattendo un po' le palpebre poteva ottenere da lui tutto ciò che voleva.. ed anche in quel momento si era lasciato fregare.
Vedere i suoi occhi verdi come sempre lo aveva fottuto, gli aveva insinuato la speranza di trovarsi di fronte al suo Deku, non il pazzo schizzato che aveva mandato in ospedale gli amici quella mattina…
Ma Deku distrusse subito quelle speranze.
Katsuki aveva completamente abbassato la guardia, restando come un coglione che non era mai stato, aveva lasciato avvicinare Deku indisturbato e fu costretto a riscuotersi solo quando l'altro lo raggiunse con un calcio che lo colpì in pieno petto.
Volò all'indietro di parecchi metri, fino a schiantarsi di schiena nel muro di un negozio ormai vuoto. Per fortuna, dato che si era fatto leva con le esplosioni per attutire il colpo, col risultato di far crollare la parete alle proprie spalle.
E così si ritrovò steso tra le macerie, sopraffatto dalla forza di Deku… no, dalla propria incapacità di reagire e contrastarlo, proprio come l'ultima volta.
"Sei una delusione, sai? Come ho potuto innamorarmi di te? Certo che ero davvero noioso!" Deku si lamentò con quella vocetta infantile che normalmente non usava mai, quasi come se leggesse i propri pensieri e concordasse con lui su quanto fosse patetico. Almeno quel tono insopportabile del cazzo aiutò Katsuki a ricordare che quello che aveva di fronte al momento non era davvero il compagno, non si sarebbe comportato come lui.
Katsuki non lo degnò di una risposta ma si limitò a ringhiare, frustrato, mordendosi il labbro inferiore.
Com'era possibile che diventasse un totale coglione di fronte all'altro!?
Non aveva MAI lasciato avvicinare un nemico standosene imbambolato a guardarlo, non aveva mai incassato un colpo senza nemmeno provare a pararlo, aveva sempre i riflessi vigili e pronti.
Ma sapeva benissimo quale fosse il punto: Deku non era un nemico, appunto.
Col cervello fritto o meno, quello restava il suo compagno di vita in carne ed ossa e, nonostante sapesse di dovergli fare il culo per riportarselo a casa, era difficile accettare di doverlo combattere.
Combattere per davvero, non cazzeggiando a sfidarsi in sala d'allenamento.
Sarebbe mai riuscito a fargli del male, se fosse stato necessario? Quanto tempo era passato da quando aveva voluto combattere seriamente contro l'altro?
Aveva passato l'intero liceo a dannargli l'anima perché voleva un vero scontro con lui, se le erano date sul serio di santa ragione, e poi… cos'era successo?
Poi era arrivata la convivenza, si era abituato a dormire col calore di Deku addosso perché non riuscivano a dormire senza stare incollati, anche d'estate nonostante morisse di caldo! Si era abituato ad andare a letto più tardi la sera, per passare più tempo insieme a lui. Si era abituato ad arrostire di più un pezzo di carne, perché all'altro piaceva ben cotta. Come si poteva mandare a fanculo tutto questo?
Nonostante gli anni passati a sbraitare a tutti che non gliene fregasse niente di Deku, aveva imparato a prendersi cura dell'altro come qualsiasi fidanzato normale…
Se doveva fare una cosa, doveva farla bene, oh. Nel momento in cui aveva accettato di stare con Deku, aveva deciso di dover essere un fidanzato perfetto.
A giudicarlo dall'apparenza poteva sembrare assurdo, ma l'idea di far del male a Deku era contro la sua natura, non ci riusciva… non più.
Nemmeno quando era un moccioso di merda aveva mai voluto davvero fargli del male. Il suo istinto da represso del cazzo gli imponeva di allontanare quel bambino che non smetteva mai di rialzarsi e seguirlo e, crescendo, quel ragazzino aveva imparato a tenergli testa per raggiungerlo… solo che lo faceva nel peggiore dei modi.
Per questo gli costò un considerevole sforzo alzarsi in piedi con la consapevolezza di dover combattere con l'altro.
Era l'unico modo, Deku non sarebbe tornato in sé con quel villain nei paraggi (ed era sicuro che sarebbe arrivato) né lo avrebbe seguito di sua volontà. Doveva metterlo fuori gioco e trascinarselo a casa di forza.
Prese un respirò profondo e lo guardò, forzandosi di studiarlo come avrebbe fatto con un nemico.
"Ooh~  finalmente fai sul serio? Sai, devo ucciderti ma sarebbe stato noioso senza un po' di movimento!" Deku notò il cambiamento e ne sembrò compiaciuto, dato che si concesse un ghigno senza nemmeno preoccuparsi di mettersi sulla difensiva.
Quello fu un errore che dimostrava quanto quel Deku fosse rincitrullito, perché Katsuki era del tutto deciso a riprenderselo a tutti i costi.
Si preparò ad attaccare e si lanciò sull'altro dandosi la spinta con una forte esplosione. Deku lo guardò sorpreso, come se non si aspettasse di doversi difendere sul serio da lui, probabilmente credeva di averlo già in pugno.
Quando provò a scansarsi, per lui fu troppo tardi. Katsuki lo afferrò per un braccio, impedendogli la fuga, e gli sferrò il suo primo vero colpo dopo interi anni.
Un tempo lo avrebbe preso in giro per istigarlo a dargli del suo meglio di rimando, e poterlo schiacciare così con tutta la propria forza in una vittoria inopinabile. "Eccoti il tuo pugno preferito, dannato stalker!" o qualcosa del genere, ma al momento non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia, mentre stringeva i denti  e si costringeva a colpire.
Combatterono per davvero, interi minuti in cui Deku capì di doverlo prendere sul serio. Altri eroi provarono ad accorrere in aiuto di Katsuki, ma li allontanò sbraitandogli contro di occuparsi dei civili e di restare all'erta per altri villains che sarebbero sicuramente arrivati. Lì se la vedeva lui.
Era pronto a colpire Deku, ma non avrebbe mai accettato che fosse qualcun altro a fargli del male.
In una situazione del genere poteva essere un ragionamento infantile ed egoista, ma porca puttana non gliene fregava un cazzo di cosa Deku rappresentasse per l'intera popolazione mondiale. Non era una questione tra eroi e villains, l'altro era il suo uomo, era lui a doverlo prendere a sberle e farlo tornare in sé.
Ma le cose non andarono come si aspettava, di nuovo…
Ancora una volta, si ritrovò incastrato in un letto di macerie con Deku che incombeva su di lui.
Ricacciò indietro le lacrime di frustrazione, senza permettere neanche ad una goccia di farsi avanti.
Sapeva benissimo come fosse successo, che cosa avesse sbagliato. Era convinto di averci provato per davvero, proprio come quando giorni prima aveva combattuto contro Deku convinto che fosse un impostore. Anche stavolta era sicuro di essere convinto, deciso a tutto pur di portarlo a casa, ma alla fine nei fatti non ce l'aveva fatta.
Aveva tentennato di nuovo di fronte a quegli occhi verdi e non era riuscito a sferrare il colpo decisivo, uno vero che avrebbe messo fuori gioco l'altro…
Deku invece lo aveva fatto, con un calcio che gli aveva tolto il respiro.
"Davvero, non capisco che cosa ci trovassi in te… Sei sempre stato solo una seccatura." commentò Deku con aria annoiata.
"Mi avevano detto che sarebbe stato divertente, ucciderti… bhè, grazie per averci provato!" l'altro gli si chinò addosso con un sorrisino stentato, premurandosi di premergli un ginocchio sul petto per tenerlo bloccato contro le macerie.
Erano così vicini che Katsuki riuscì a sollevare una mano e raggiungere il suo viso.
Deku si pietrificò e la mano gli rimase protesta a mezz'aria, probabilmente nell'iniziale intento di portarla alla gola dell'avversario.
"Deku… Non gli permetterò ancora di farti questo, tu adesso vieni con me." Katsuki parlò con un filo di voce, ma suonò ugualmente determinato com'era realmente. Il suo tono trasmetteva più forza di quanta ne avesse messa nei suoi pugni, era la forza di tutte le sue intenzioni di riportare il compagno a casa.
A sentirlo parlare, non sembrava essere lui quello in svantaggio, che si trovava schiacciato per terra sotto il tiro di qualcuno che diceva di volerlo uccidere.
Doveva essere suonato davvero convincente, perché Deku gli dedicò tutta la sua attenzione.
"Torna a casa… torna da me." Aggiunse, e gli accarezzò il viso con una dolcezza che normalmente non avrebbe mai osato, per il troppo imbarazzo.
Ma stavolta non aveva altre armi, e per fortuna sembrò servire perché qualcosa brillò negli occhi verdi di Deku.
"K-Kacchan….?"
Il tono innocente e spaesato con cui l'altro pronunciò il proprio nome lo spiazzò tanto che Katsuki sussultò.
La pressione del ginocchio di Deku sul proprio petto era diventata così debole che riuscì a drizzare la schiena con uno scatto, e si ritrovò a fissare il compagno faccia a faccia.
Deku aveva chiamato il nome che aveva sempre usato con lui, e lo aveva chiamato per davvero, senza prese in giro.
"DEKU!?" Katsuki lo afferrò per le spalle e lo scosse come se volesse riscuoterlo da quello stato di trance, sicuro che in quel modo riavrebbe ottenuto il compagno.
Ne era sicuro, quella era la voce di Deku… quello era Deku!
Deku lo guardò con aria confusa e spaventata, come se non capisse che cosa stesse succedendo. Aprì la bocca e fece per parlare, probabilmente per chiedere spiegazioni, ma i suoi occhi divennero di nuovo rossi come pochi giorni prima.
"DEKU! NO, CAZZO! DEKUUU!!! GUARDAMI!" Katsuki lo guardò con orrore e continuò a scuoterlo per le spalle con più foga di prima, come se sperasse di poterlo ancora far tornare in sé. E quasi fu convinto di esserci riuscito.
Stavolta i suoi occhi restarono rossi solo per pochi istanti, forse il tempo di resettare il controllo sulla mente di Deku, e tornarono verdi… ma vuoti, assenti.
A Katsuki non restò che guardarlo impotente mentre le palpebre del compagno si abbassavano si quegli occhi vitrei.
Deku perse i sensi e gli cadde tra le braccia. Katsuki lo accolse prontamente e se lo strinse al petto, ma non ebbe tempo per tirare nemmeno mezzo sospiro di sollievo.
Con la coda dell'occhio lo aveva già notato, il figlio di puttana in nero apparso alle spalle di Deku, in cima all'edificio di fronte a loro.  
 
  
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