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Autore: inlovewitharry    07/09/2017    0 recensioni
"Qualche volta penso che ti abbiano estratta perché sapevano che ti avrei amato." La storia completa di Annie e Finnick, iniziando dalla Mietitura di Annie fino alla fine di Mockingjay. Annie's POV [Traduzione della fanfiction inglese di frombluetored] IN REVISIONE.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio, Vincitori Edizioni Passate
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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cap6 Capitolo 6: Goodbyes.
 
 
Nel capitolo precedente: Annie scrive la lettera d’addio per sua sorella e successivamente i tributi vengono chiamati per mostrare le loro capacità agli Strateghi. Chiron litiga con Osmium, il tributo del secondo distretto. Chiron riceve 10 mentre Annie 6. Annie rimane scandalizzata quando scopre le differenze nell’allevamento dei figli che ci sono tra la capitale e il suo distretto.
 
 
 
 
I punteggi della notte scorsa sono ancora l’argomento principale della conversazione a colazione, l’indomani mattina.
Annora e Finnick intrattengono una leggera conversazione per tutto il pasto, chiacchierando su un cittadino di Capitol City e poi di un altro, fino a quando finiscono gli argomenti e ritornano a parlare dei punteggi che determineranno un sacco di cose per noi.
Si congratulano di nuovo con noi, ma io sono impegnata a chiedermi cosa abbia fatto Chiron nella sua sessione per prendersi un 10. Ha fatto di meglio di alcuni Favoriti. È più giovane di loro e non particolarmente robusto, quindi non sono completamente certa di cosa abbia potuto fare.

Mangio in silenzio per un paio di minuti, poi la domanda mi esce fuori istintivamente.
“Chiron, cosa hai fatto per gli Strateghi?” chiedo.
Lui mi guarda dalla parte opposta del tavolo e sembra esausto. Sono sicura che abbia dormito poco la scorsa notte. Guardando le facce disinteressate delle altre persone sedute al tavolo, realizzo di essere l’unica a non sapere cosa abbia fatto.
“Che cosa hai fatto tu?” chiede infine.
Sono spiazzata dal suo sospetto. Ci rimango male per un momento, sicura di non aver mai fatto niente di male per meritarmi il suo dubbio. Anche se, cosa ha fatto ognuno di noi per meritare di essere in questa situazione?
“Ho fatto un nodo ed ho tirato un coltello.” Dico con semplicità. Lo fisso dritto negli occhi, mostrandogli di non aver nessun problema dicendogli questo, come per fargli capire che può dire anche a me cosa ha fatto.
Lui annuisce e abbassa gli occhi al suo piatto.  Parla al piatto, non a me.
“Ho iniziato usando una spada ed una lancia,” inizia. “ero abbastanza bravo. Ma poi ho solo parlato con loro.”
I miei occhi guardano la sua faccia rivolta verso il basso. Parlato con loro? Cosa dovrebbe significare?
Lui velocemente comincia a spiegare. “Ho parlato con loro come se fossero un tributo che cerca di uccidermi. Ho parlato con loro come se stessi provando a persuaderli di non farlo. Ho fatto una lista di tutte i motivi per cui loro non avrebbero dovuto uccidermi. E poi ho detto agli Strateghi: ‘se posso convincere voi anche solo per un secondo a non uccidermi, immaginate cosa potrei convincere di fare ad un tributo spaventato’.”
Sono sconvolta dal suo coraggio e dalla sua creatività, così come lo erano sicuramente gli Strateghi. Non sarei mai riuscita a tirare fuori una roba del genere. È un miracolo che lui ce l’abbia fatta. È finita per essere la cosa migliore perché gli ha dato proprio il punteggio che gli serviva.
“Molto rischioso, ma buon lavoro.” Si congratula di nuovo Mags.
Lui sorride. “Grazie, Mags.”
Finnick finisce di mangiare, si alza e gira intorno al tavolo. Penso che stia per uscire dalla sala da pranzo, ma poi lo sento toccarmi i capelli. Giro la testa e lo vedo in piedi proprio dietro la mia sedia.
“Indovina, signorina Sei? Mi hai tutto per te per tre intere ore oggi mentre lavoriamo per il contenuto delle tue interviste.” Dice. “La tua sorte va sempre meglio.”
Afferro la fine del tavolo. “aspetta, dammi un minuto. Penso di stare per svenire dall’eccitazione.”
Lui ride rumorosamente e appoggia la mano sullo schienale della mia sedia.
“Ci vediamo nella mia stanza quando hai finito colazione,” dice, con un tono di voce volutamente seduttivo.
La mia faccia diventa immediatamente rossa, che era proprio il suo intento, giudicando la sua risata. Lancio un’occhiata alle altre persone sedute al tavolo, preoccupata improvvisamente che non siano familiari con il modo di scherzare di Finnick e che lo intendano in un modo diverso da quel che veramente è. L’unica persona che sembra un minimo non a proprio agio è Chiron. La sua bocca è tirata in una linea sottile. Ma poi, alla fine, lui sembra sempre non a suo agio.
Mi giro a guardarlo e fingo di sussultare. “non dovresti almeno portarmi prima a cena?”
Fa un sorrisetto. “ho appena fatto colazione con te, vero? È più di quanto ricevano molte ragazze.”
Mi fa l’occhiolino mentre esce. Io alzo gli occhi al cielo.

Le prime due ore di lezione per l’intervista scorrono senza eventi degni di nota. Finnick finge di essere Caesar Flickerman e mi chiede una serie di domande, ma dato che mi ha detto di essere semplicemente me stessa, è piuttosto semplice. L’unica volta in cui sbaglio è quando ‘Caesar’ mi chiede quale sia la differenza più sorprendente tra il distretto 4 e la Capitale, ed io inizio a discutere sull’allevamento dei bambini.

“Non vuoi parlare di quello in TV. È tipo un argomento tabù nella Capitale.” Spiega Finnick.
Annuisco lentamente, mentre la preoccupazione mi divora il buco dello stomaco. “Finnick, e se mi chiedesse una cosa a cui non so rispondere? E se mi bloccassi?”
Lui sorride gentilmente. Ha delle leggere occhiaie sotto gli occhi e i suoi capelli color bronzo sembrano più spettinati del solito. Mi chiedo se sia stato sveglio tutta la notte. Deve esserlo stato sicuramente.
“Segui il tuo istinto. Saprai cosa fare.” Risponde semplicemente.
Siamo seduti su due poltrone lussuose nella sua stanza, e mi sento già esausta, anche solo dopo due ore. Non ho dormito bene la scorsa notte e le sedie sono così comode. La voce di Finnick è calma e rassicurante e mentre continua a parlare mi ritrovo ad abbioccarmi.
Finnick posa una mano dolcemente sulla mia fronte. Riapro velocemente gli occhi, sentendomi colpevole. Lui non sembra arrabbiato, solo preoccupato.
“Stai bene?” chiede.
Annuisco e scrollo velocemente la testa per darmi una svegliata. “sto bene. Sono solo stanca. Mi dispiace tanto Finnick. È stato molto maleducato da parte mia.”
Mi stringe la mano. “Per tua fortuna sei troppo dolce. Non è un problema, succede.”
Lo dice in tono affettivo, ma so che non è una cosa così bella come la fa sembrare. Staremo a vedere completamente nell’arena, sono sicura.
 
Mauve si fa vedere un’ora dopo, dopo che io e Finnick avevamo abbandonato l’allenamento per l’intervista e stavamo invece parlando della sua infanzia. È cresciuto solo con sua madre. È morta due anni prima a causa di reazione allergica ad un’allergia che non sapevano neanche avesse. Sembra quasi arrabbiato nel dirlo e mi domando se si senta colpevole per ciò. Però non poteva sapere che lei fosse allergica se neanche lei lo sapeva.
È bruttissimo e mi sento male per lui. Mi chiede di mia madre e parliamo di lei prima di decidere che probabilmente mia madre e sua madre sarebbero state amiche. Per qualche motivo ciò mi fa sentire meglio. Parlare di mia madre è ancora difficile, quindi non riesco ad immaginare quanto possa essere dura per Finnick.
La nostra discussione mi rende ancora più certa di una cosa che sapevo già: vedere Finnick triste è bruttissimo. Mi fa male al cuore e il mio stomaco cade ai miei piedi. Gli ho tenuto la mano quando stava parlando del funerale di sua madre e mi piace pensare che l’abbia fatto sentire un po’ meglio. Lo spero.
Una volta arrivata Mauve, cambiamo marcia ritornando a preparare l’intervista. Il resto della sessione di quattro ore consiste principalmente in io in piedi di fronte a loro mentre girano in cerchio intorno al mio corpo e fanno commenti su come dovrebbe essere il mio abbigliamento e trucco.
“Penso sempre che dovremmo andare sul sexy.” Dice Mauve. “Il sexy vende di più rispetto alla gentilezza.”

Le sue parole mi fanno venire il panico. Afferro Finnick mentre fa il giro per rimettersi di fronte a me.
“No!” esclamo. “Non ce la posso fare!”
Nella mia mente turbinano immagini di vestiti orrendi che coprono solo il trenta percento del mio corpo. Sto immediatamente immaginando come potrebbe essere stare così esposta sul palco, con le luci accecanti del palco che mi bruciano la pelle ed ogni occhio di Panem su di me come se fossi qualche tipo di cibo.
Lui mi sorride rassicurante. “Non lo faremo.” Si gira verso Mauve. “Non sarà a suo agio facendo così, e noi vogliamo che lei sia il più tranquilla possibile sul palco. Le interviste sono un’esperienza estremamente stressante e non c’è motivo di renderle ancora più stressanti.” Si gira verso il tavolo che c’è tra le due poltrone su cui eravamo seduti prima e lancia un’occhiata alle sfumature di colore che Mauve ha portato con sé. “Inoltre,” dice, nello stesso tono che ha usato sul tetto e quindi mi fa pensare che lo stia dicendo a sé stesso e non a noi, “i vincitori sono conosciuti per come si presentano in queste interviste. Non voglio che lei sia conosciuta per questo. Detto da uno che lo era.”
La sua voce ha un tono di rimorso, così leggero che sono sicura che Mauve non l’abbia neanche percepito. Io l’ho capito, però, e questo mi fa pensare. Mi chiedo se forse lui abbia le sue amanti nella Capitale non per divertimento o possessione materiale, ma perché è in qualche modo obbligato come vincitore. Non ho idea di come sia essere un vincitore. Per quel che so, ci sono certe regole di etichetta e comportamento che li obbligano a fare qualsiasi cosa che li chiede l’élite della Capitale per farli partecipare alle feste dei vincitori e cose simili. Sono sicura che non sia quello il caso, dato che i vincitori dovrebbero essere i più liberi di tutto, ma qualcosa che vedo nella faccia di Finnick quando si gira mi trattiene dal chiederlo.

Gli cerchio gli occhi mentre si avvicina a me, tenendo in mano una sfumatura di rosa chiaro. Lo tiene vicino alla mia faccia e mi fissa. I suoi occhi non hanno le risposte che sto cercando, ma tengono così tanto rimorso da accorgermi che nonostante a Finnick Odair piaccia fingere il contrario di fronte alle altre persone, non sta vivendo i migliori anni della sua vita qui a Capitol City. Infatti, potrebbe odiarla più di quanto lo faccia già io.
Sento che i nostri occhi non si lasciano per i prossimi tre minuti. Mi arriva il solito senso di magnetizzazione e non posso guardare da un’altra parte. Il verde dei suoi occhi mi fa tremare ma allo stesso tempo mi tiene con i piedi per terra. Sento quasi come se potesse vedere cosa sto urlando nella mia mente: So che non sei chi fingi di essere. Neanche un po’. E lui sta urlando come risposta: Lo so che lo sai.
È come ho detto a mia sorella. È come dice Mags. In qualsiasi modo sia successo, io e Finnick siamo uguali. È meraviglioso. Non ho mai avuto un amico su cui pensare queste cose. Non ho mai incontrato nessuno a cui dire ciò. È una cosa fortunata averlo trovato nei miei ultimi giorni di vita.
“Decisamente il vestito in questa sfumatura.” Dice infine a Mauve, mantenendo sempre gli occhi su di me.
 
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Quando aspetto dietro le quinte, il mio stomaco è annodato in un nodo più stretto di tutti quelli che io abbia mai fatto.
I ragazzi del Distretto 1 hanno appena finito le interviste. Sento di dover vomitare ogni pezzo di cibo che Mauve mi ha forzato di mangiare oggi. Dopo otto ore totali di allenamento per l’intervista (le quattro con Annora sono state le più sfiancanti), una notte senza sonno ed una mattina intera di preparazione, non mi sento molto vivace.
Mi sento a disagio vicino al tributo maschio del 3. Odora fortemente di un tipo di colonia e questo non mi aiuta a mettere a posto lo stomaco. Chiron è silenzioso come al solito e guarda intensamente il muro davanti a sé. Immagino che si stia ripassando di continuo le cose da dire se gli verranno chieste determinate domande. Cerco di fare lo stesso, ma sono così stanca che tutto ciò che vorrei davvero è fare una lunga camminata in un posto senza una massa enorme di persone vestite con colori sgargianti o con luci fluorescenti o con enormi televisioni.

Finnick appare con Mauve. Gli stilisti e i mentori stanno facendo avanti e indietro tra dietro le quinte e platea. Lui si inginocchia di fronte a me e mi prende le mani dopo che il ragazzo del 3 viene chiamato sul palco. Le sue mani sono calde e ferme e io le stringo più di quanto sia necessario. Posso sentire gli sguardi dei miei compagni tributi, ma non mi interessa. Incateno i miei occhi con i suoi e mi fa un sorriso così catartico che anche io gli sorrido.
“Sarai incantevole. Ti guarderà tutto il tempo, ok? È come durante le prove.” Mormora. Io annuisco. Lui tiene le mie mani fino a quando il mio nome è chiamato. Le stringe e poi toglie le sue mani dalle mie, aiutandomi ad alzarmi. Mi accompagna gentilmente nel punto del palco dove devo entrare e tutto quello che riesco a sentire è il mio cuore che batte.
“Buona fortuna.” Sussurra e poi inizio ad entrare nel palco.


Le urla della gente sono assordanti. Cerco di dirmi di non guardare la platea, ma è come quando sei in alto e qualcuno ti dice di non guardare in basso – non puoi evitare di farlo. Guardo la platea, ma fortunatamente per me, le luci esageratamente luccicanti che rivestono il palco lo bloccano. Giro indietro la testa e cerchi bianchi orbitano di fronte ai miei occhi.

Prendo posto cautamente nella sedia accanto a Caesar Flickerman. Mi sta facendo un gran sorriso e sembra la stessa persona carismatica di com’è in televisione. Aspetta fino a quando la folla smette di acclamare.
“Ciao, Annie! Come va?” chiede.
Tiro nervosa la fine del mio vestito.
“Sono nervosa. E non riesco a vedere niente ora perché ho fissato le luci del palco.” Dico. La mia voce viene proiettata ad un tono così alto vicino a me che non posso evitare di provare fastidio. Le mie guance diventano improvvisamente rosse e abbasso la testa. So di essere condannata a fare una figuraccia.
Lui ride e la platea ride con lui. Incrocio le braccia al mio petto, probabilmente cercando di farmi più piccola possibile.
“Quelle luci sono una minaccia! Dice Caesar. “Perché, le fisso ogni giorno, e mi fa male ogni volta come la prima. Pensereste che dopo tutti questi anni io sia abituato!”
Dubito fortemente che le fissi, ma sorrido comunque.

La risata finisce ancora una volta e Caesar si sposta nella sua sedia, avvicinandosi a me.
“Quindi, Annie, come trovi la Capitale fino ad ora?” chiede.
Lo guardo in viso – molto più giovane per l’età che dovrebbe avere – e dico la verità.
“È più straordinaria di quanto mi aspettassi. I colori sono la mia parte preferita. Niente è così luminoso nel Distretto 4, neanche l’oceano o i tramonti.”
Caesar sorride dolcemente. “Sì, siamo piuttosto eccentrici qui. Proprio come piace a noi!” La folla ovviamente concorda con lui. “Cosa pensi delle tue possibilità nei Giochi quest’anno?”
I miei occhi vagano ancora una volta per platea. Fisso oltre le luci di fronte a me e posso vedere un paio di facce scure nella platea. Non riesco a trovare Finnick o Mauve, però. Mi giro verso Caesar.
“Sarà difficile vedere le persone che si feriscono. Sarà difficile fare male ad una persona.” Dico dolcemente.
La faccia di Caesar prende una piega molto seria.
“Sì, quello potrebbe essere molto difficile. Comunque, sono dei sacrifici necessari per assicurarci che non ci sia un’altra Ribellione!”
Posso sentire la tensione fuoriuscire da Caesar. Sta camminando in una linea molto sottile e cerca di non tagliare le mie preoccupazioni ma anche di non rifiutare la necessità dei giochi.
Continua. “E sono molto entusiasmanti, vero?”
La folla grida forte, ignorando la breve agitazione che ci ha preso sul palco.

Caesar decide velocemente che chiedermi dei Giochi non funziona più. Cambia argomento.
“Dunque, il tuo mentore è Finnick Odair. Com’è stato come mentore?” chiede con gli occhi luccicanti mentre le sue labbra si curvano in un sorriso quasi consapevole.
La folla starnazza ancora più forte alla menzione del nome di Finnick. Sono in panico. Non ho idea di come rispondere alla domanda.
Decido di fare come Finnick mi ha detto fin dall’inizio, ed essere semplicemente onesta.
Liscio la fine del mio vestito e cerco di nuovo tra la folla il viso di Finnick. Infine colgo un ciuffo color bronzo e vedo che mi sta sorridendo. Le telecamere lo inquadrano e quindi sono sicura di non essere l’unica a vederlo. Sorrido anche io senza accorgermene.
Guardo di nuovo Caesar. Sento di poterlo dire ora, perché so che Finnick può sentirlo e immaginerò semplicemente di star parlando con lui.
“È un mentore eccezionale. Non sarei riuscita a gestire questa situazione senza di lui.” Mi trattengo dal guardare di nuovo Finnick. “È un brav’uomo. E’ buono fino al midollo.”
Posso percepire che questo non era quello che Caesar o gli spettatori volevano sentire. Volevano sentire qualcosa di suggestivo, qualcosa che c’entra con il loro ritratto che hanno nella mente di Finnick Odair, ma non gli darò ciò. Perché non voglio che Finnick vada a casa stanotte con il pensiero in testa che lo vedo nello stesso modo in cui lo vede Capitol City. Perché non gli voglio dare un’altra ragione per cui pensare che lui valga solo per quello che dice la Capitale. Perché voglio che sappia che è un brav’uomo, anche se lui non lo pensa. Non penso che lo faccia. Se posso fare anche solo una cosa prima di morire, allora sarà questa. Sarà io che dipingo una nuova facciata dell’identità pubblica di Finnick Odair. Sarà io che ricordo a lui ed a tutti gli altri che non è solo il sex symbol di Capito City; è anche un’ottima persona.

Caesar continua. “Sembra che tu lo conosca abbastanza bene.” Dice, il suo tono suggerisce dove vuole che io vada.
“È così.” Rispondo, e ovviamente la mia faccia decide di diventare rossa in quel momento. Caesar decide che questo sia il meglio che possa ottenere, perché lo prende e lascia perdere. Lancia alla platea un sorriso consapevole.
“Beh, posso dire che amo cosa stai indossando stasera? Alzati così tutti possono vedere.”
Mi alzo tremante in piedi e le mie gambe tremano in modo imbarazzante.
“Mauve Gerald ha fatto un ottimo lavoro, vero?” chiede. La platea esulta. Sono anche io estasiata dal vestito, ma soprattutto perché è comodo e mi ricorda casa. È un vestito di seta rosa chiaro con un rivestimento di avorio a barriera corallina. La maggiore lunghezza e le maniche ad aletta mi trattengono da sentirmi troppo esposta alla gente.
Mi siedo di nuovo.
“Prima che il nostro tempo finisca, ti voglio fare ancora una domanda. Quale pensi sarà la tua risorsa migliore durante i Giochi?”
Pensavo che avesse finito con le domande sui Giochi. Deglutisco nervosamente e guardo di nuovo la folla e i miei occhi finiscono di nuovo su Finnick. Deve aver capito che sono persa, ma non mi può dire niente perché tutta Panem lo vedrebbe. Mi giro verso di Caesar.
“Il mio istinto.” Dico infine.
Sorride. “È molto importante. Grazie per aver parlato con noi, Annie. Sei assolutamente deliziosa e spero di rivederti qui presto. Ti auguro il meglio della fortuna.”
Mauve e Finnick stanno aspettando dietro le quinte quando esco. Finnick mi prende tra le sue braccia e mi abbraccia forte. Mi riscalda dalla punta della testa alle dita dei piedi. Mi rilasso e lo abbraccio anche io, respirando nel profumo del suo shampoo ora familiare che sembra emettere. Non ho abbracciato nessuno da quando ho detto addio alla mia famiglia.
Mi trattiene per un po’ di lunghi secondi. Lo tengo forte e mi sento così sicura da non volerlo lasciare andare. Ci separiamo però, e i suoi occhi mi dicono che ha capito esattamente cosa cercavo di dirgli nel palco, e so che non è stato inutile.
Mauve, silenziosa come sempre, mi dice che sono stata adorabile. La ringrazio e guardiamo tutti l’intervista di Chiron. È ovvio che lui vada per un’immagine brutale. Caesar gli chiede la sua miglior risorsa come ha chiesto a me, e lui risponde con ‘la mia spietatezza’. Riesce a fare quello brutale abbastanza bene, specialmente con il punteggio che ha ricevuto. Non scivola via da quest’immagine fino a quando Caesar fa uscire fuori la sua migliore amica la ragazza dei Giochi dell’anno scorso che è morta per le mani del suo presunto alleato. Ricorda alla gente com’è morta e chiede a Chiron come ci si sente a stare dove lei era l’anno scorso.
Guardo Finnick.
“Come fanno a sapere che erano migliori amici?” chiedo.
La sua bocca è tirata in una linea stretta e so che è arrabbiato con Caesar per averlo tirato fuori quando Chiron stava facendo così bene.
“Penso che Sophia lo abbia menzionato brevemente nella sua intervista. Qualcuno deve averlo ricordato e lo ha fatto presente a Caesar prima.”
Incrocio le braccia al petto, mentre il cuore mi batte per Chiron.
“È crudele tirarlo fuori.” Sussurro.
Finnick annuisce. “Sono d’accordo. Ma qualsiasi cosa per l’audience, no?” dice acido.
Sospiro. “Giusto.”
Chiron sembra perdere subito la sua brutalità. Fissa il soffitto sopra la platea.
“È bruttissimo.” Dice infine. Sembra raccogliere della forza da dove sta guardando perché sposta lo sguardo verso Caesar, sembrando improvvisamente aggressivo come prima. “Ma mi ha dato un’agenda che sono determinato a riempire.”
Caesar sembra di nuovo in difficoltà. “Oh? E cosa sarebbe?”
Chiron guarda la folla. “Vendetta, per Sophia.”

La folla se la beve con entusiasmo. Urlano, applaudono e sbattono i piedi.
Caesar reindirizza la conversazione gentilmente. “Vendetta verso i Distretti che le hanno voltato le spalle?”
Chiron annuisce una volta ed anche io ho paura ora.
Dopo la fine dell’intervista di Chiron, Finnick e Mauve tornano nella platea per andare vicino a Mags ed alla stilista di Chiron. Il resto dell’intervista passa in un lampo. Un paio di tributi si differenziano dagli altri, secondo me, tipo Twine del Distretto 7 che era quello che ha lanciato un’occhiataccia a Chiron nell’ascensore dopo la parata e sembra anche lui andare per un’immagine ugualmente brutale. La ragazza del 6 si differenzia anche lei, solo perché è così piccola. Una ragzza chiamata Magnolia del 11 va ovviamente per un’immagine sexy e indossa un vestito così trasparente che non riesco a guardarla.
Quando l’ultimo tributo viene intervistato, Caesar dice che i Giochi iniziano domani in una sua domanda, e l’impatto di ciò equivale ad un pugno nello stomaco. Trascorro il resto del viaggio di ritorno verso il Centro di Addestramento in uno stordimento pieno di panico. Cercando di capire dove siano andati a finire i giorni, cercando disperatamente un modo per tornare indietro.
 
Sono sempre preoccupata anche a cena quella notte. Penso che anche gli altri lo siano, perché nessuno parla a parte Annora. Sproloquia su quanto sia esaltata. Mags parla ogni tanto e poi ci ricorda piccoli consigli. So che dovrei mangiare, perché domani mi pentirò di non averlo fatto, ma non riesco a mandare giù niente eccetto il succo alla ciliegia e il pane sul tavolo. L’Avox sembra notarlo e si assicura che ci sia sempre sia il succo che il pane sul tavolo. Voglio ringraziarla, ma non posso neanche guardarla senza che mi venga voglia di piangere. Improvvisamente tutto è devastante, specialmente cosa hanno fatto a questa gente.
Non riesco neanche a concentrarmi sui replay delle interviste. Giro la testa quando comincia la mia, certa di non volerla vedere. Preferirei credere a quello che ha detto Mauve e lasciare andare. Se la guardo e ho fatto una cosa pessima, tutto quello che posso fare è abbattermi ancora di più, il che non aiuterà per niente.
Finnick è vicino a me nel divano e mi tocca delicatamente i capelli.
“È stato adorabile davvero,” dice.
Lo ringrazio a voce bassa, con la voce smorzata dal cuscino del divano in cui ho la faccia contro.
 
Se ho pensato che tutto quello che ho fatto fino ad ora fosse tremendo, mi sbagliavo di grosso. Il vero dolore arriva quando è tempo di dirci i nostri addii finali. L’unica persona che vedrò domani sarà Mauve. Gli sponsor e gli escort andranno nei quartieri dei Giochi dopo che se ne vanno i tributi. Ci portano via molto presto nella mattona.
Sono in piedi di fronte a Mags, Annora e Finnick. Chiron non ha molti problemi a dire i suoi addio. Sembra provare sincero dispiacere a dire addio a Mags, ma il resto non lo tocca. Se ne va a letto dopo di ciò, lasciandomi da sola di fronte a loro tre.
I miei occhi bruciano e cerco di cacciare indietro le mie lacrime, ma le posso sentire lo stesso sull’orlo dei miei occhi.
Mags e Annora mi guardano con tristezza, ma è la faccia di Finnick che mi distrugge.
Sembra più triste che mai. “Oh, non piangere, Annie. Per favore non piangere!” dice.
Tiro su con il naso e premo i palmi delle mie mani nei miei occhi, cercando di non farlo. Mags mi trascina verso di lei e poi mi abbraccia con forza. Da un bacio tra i miei capelli e mi lancia un’occhiata che può essere descritta come una materna.
“Credo in te, Annie.” È tutto quello che dice. È tutto quello che deve dire. Mi sorride e va indietro.
Annora sta sorridendo con gli occhi pieni di lacrime.
“Sarà fantastico, Annie! Non preoccuparti! Voglio solo che tu sappia che spero che tu vinca. Tifo per te! Anche se i miei amici tiferanno per qualcuno di diverso, tiferò per te e Chiron. Lo prometto.” Dice.
Io annuisco. “Grazie, Annora.”
Sono riconoscente della sua promessa, anche se probabilmente non era la cosa migliore che potesse dire. Ci tengo a lei, anche se probabilmente non dovrei. Mi mancheranno i suoi vestiti strani e la sua risata.
Mi abbraccia con forza e poi da un colpetto ai miei capelli.
“Sei una ragazza così dolce.” Dice, tirando su con il naso e asciugandosi gli occhi.
Mags la porta via dopo di ciò e lasciano entrambe la stanza. Desidero quasi che non l’avessero fatto. Rende ancora più difficile dire addio a Finnick.
Lui mi fissa con gli occhi tristi e le braccia tese al suo finaco. Lo fisso anche io fino a quando i miei occhi sono appannati dalle lacrime.
“Finnick, non sarò mai in grado di ringraziarti abbastanza per tutto ciò che hai fatto per me.” Sussurro.
Lui fa un passo in avanti e la sua mandibola si muove come quella notte sul tetto. Realizzo ora che on era arrabbiato allora. Deve essere stato turbato.
“Non ce n’è bisogno.” Risponde. “O, in realtà, mi puoi ringraziare promettendomi di provare a fare il tuo meglio nell’arena. Non arrenderti.”
Asciugo i miei occhi ed annuisco.
“Ok. Prometto.” Dico.
Non voglio che lui dica la parola addio. Non penso di dirla neanche io.
“E io ti prometto di fare il mio meglio per portarti fuori di lì viva.” Dice.
Sorrido. “È qualcosa che non dubito affatto, Finnick.”
Fa di nuovo un passo avanti e mi attira in un abbraccio per la seconda volta quel giorno. Mi cura proprio come la prima. Appoggio la mia testa contro il suo petto e lascio che i miei occhi si chiudano.
“Tu sei il mio tributo preferito.” Mormora tra i miei capelli.
Non posso evitare di ridere. “E tu sei il mio mentore preferito.”
Ride anche lui con me. Posso sentire la sua risata vibrare nel suo petto.
“Non dirò addio, quindi non dirlo neanche tu.” Dice. “Ci vedremo di nuovo. Poi possiamo andare alla spiaggia come fanno gli amici nel distretto 4.”
Le sue parole fanno rompere il mio tentativo di non piangere. Piango nella sua giacca elegante e lui stringe ancora le sue braccia intorno a me. Non posso evitarlo; tutto questo mi sta spezzando il cuore. Quello che voglio così tanto da far male è poter essere amica con Finnick nel Distretto 4, poter fare le cose normali che fanno gli amici. Ma sto per morire e non vedrò più né lui né la mia famiglia.
Dopo un paio di minuti inizio a sentirmi così esausta da non poter più piangere. Finnick non mi lascia andare e non sono mai stata più grata per niente in vita mia. Se la sua mano o le sue braccia mi hanno tenuta insieme prima di ora, non è niente in confronto a come mi sento in questo momento. Mi sento come se fossi rotta in mille piccoli pezzetti e come se lui li stesse tenendo stretti nelle sue braccia. So che quando lascerà andare, cadrò per terra.
“Neanche io dirò addio.” Sussurro infine.
Lui ride tristemente. “Bene.”
Si ritrae e mi prende la mano. Mi porta attraverso il corridoio e verso la mia stanza. Lascio che lui si prenda cura di me con di una bambina, perché probabilmente questa sarà l’ultima occasione che ho perché qualcuno lo faccia per me. Vado nel bagno e mi metto la vestaglia e lui tira via le coperte e i lenzuoli per me quando entro nella stanza. Scivolo nel letto e mi sistema come faceva mio padre quando ero una bimba.
I suoi occhi cercano i miei intensamente. Sono terrorizzata e so che può percepirlo.
“Vuoi che io rimanga?” chiede.
Chiudo brevemente gli occhi. “Non so. Non penso di riuscire a dormire comunque.”
La pressione sul mio stomaco è ancora una volta intenso e so di essere vicina ad entrare in panico.
Si siede senza dire una parola sopra le coperte. Scivola fino a quando è proprio di fianco a me ed è seduto con la schiena contro la testiera e le sue gambe sono lunghe davanti a lui. Fa molto più caldo vicino a lui. Lui si avvicina e comincia a accarezzarmi i capelli. Le mie palpebre diventano pesanti e miei occhi si chiudono mentre il panico contro di me va via un poco.
“Fai questo per tutte le ragazze? È parte del pacchetto Finnick Odair?” lo provoco. La mia voce è esausta.
Mi aspetto qualche risposta presuntuosa e una risata. Invece, le sue dita trovano il mio mento e alza gentilmente la mia testa per far sì che io lo guardi direttamente. La sua espressione è seria.
“Mai. Neanche un po’.” Mormora. I suoi occhi rimangono fissi su di me. “Mi credi?”
Sembra essere disperato di sapere che io gli creda. Sarebbe facile per qualcuno pensare che lo dica solo per fare qualcosa di gentile facendomi pensare di essere speciale nelle probabili mie ultime ore di vita. Ma io gli credo. Gli credo per le stesse ragioni per cui gli ho sempre creduto: posso leggere nei suoi occhi che è onesto e bravo.
“Sì.” Sussurro.
Lui si inclina verso di me, con la faccia proprio sopra la mia e sono completamente immobile, cercando di capire cosa stia facendo. Preme le sue labbra sulla mia fronte, baciandomi dolcemente. Il gesto fa contorcere il mio stomaco e si forma un sorriso sulla mia faccia. Se sia per il bacio stesso per l’affetto che posso percepire proprio sotto di esso, non ne sono sicura. Tiene la sua faccia premuta contro la mia fronte per un istante e poi si siede di nuovo. Riprende ad accarezzarmi i capelli.
Posso sentire le palpebre sempre più pesanti e proprio prima di addormentarmi, faccio uscire un’altra frase, probabilmente la più importante che dirò.
“Grazie per essere mio amico, Finnick.” Mormoro.
L’ultima cosa che sento è la sua risposta.
“No, Annie. Grazie a te.”
 
 
Angolo della traduttrice: sono tornata (io ed il mio computer nuovo). Scusate per l’assenza.
  
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