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Autore: RoryJackson    07/09/2017    9 recensioni
"Chi sei?" Chiese una voce dietro di lei. Era una voce maschile, calda e profonda, stranamente umana. Rory si fermò impietrita. Possibile che fosse lui...? Girò il viso verso la voce la quale proveniva effettivamente dalla creatura, completamente sveglia e all'impiedi.
Questa volta, Rory, poté ben vedere gli occhi della creatura: dalla forma leggermente triangolare, confinavano con il muso beige. Le iridi rosse come il fuoco. - CAP 1
"Tu non sei in grado di spezzare un giuramento" constatò la giovane, placando in un momento l'animo di Shadow, [...] "Io mi fido di te" - CAP 10
Shadow: un essere tanto temibile eppure tanto umano. Un riccio dal cuore indurito per l'ingiustizia subita da parte degli uomini e che, per questo, odia con tutto se stesso. Riuscirà mai a cambiare idea?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Eggman, appena avvistò Shadow insieme a quell’odiata ragazzina che aveva tanto osato ferire il suo ego smisurato, fece forsennatamente fuoco verso di loro. Ma la creatura dal manto ebano non si fece cogliere impreparata e, dopo essersi assicurata di avere ben salda la ragazza tra le mani, balzò in aria, finendo con l’atterrare sul tetto del velivolo dello scienziato. Shadow aveva fatto un salto in alto lungo circa una trentina di metri, se non oltre, costringendo Rory a stringersi forte a lui, dopodiché chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla tempia della creatura. Il cuore le batteva in petto come un tamburo, sentendo a pelle l’adrenalina fluire libera nel sangue. Aveva già avuto modo di vedere il suo amico in azione - in primo luogo, quando era tra le braccia di lui, in una situazione analoga all’attuale - ma non aveva idea che Shadow possedesse tale agilità benché tenesse in braccio una persona.

Dal microfono proveniente dalla sala comandi del dirigibile, si levò alta una voce rauca e tonante: “Te la farò pagare, stupida ragazzina, per la tua insolenza”.
La giovane strabuzzò gli occhi, basita da una tale impetuosa veemenza.
“Ma che cavolo vuole?” chiese Rory ad alta voce, senza rivolgersi a nessuno in particolare, “non solo mi spezza in due il cellulare…”
Shadow, d’altro canto, rimase zitto, intento a schivare la raffica di colpi mentre si allontanava dalla bocca di quel mitragliatore laser, per poi arrivare, dopo tre grandi falcate, alla coda del velivolo. Ma prima di saltare nuovamente, un altro grido potente si udì per l’intera Napoli e provincia. Questa volta, però, proveniente dalla bocca di Rory, la quale, sempre in braccio al suo salvatore, si era girata quel tanto che le bastava per urlare una sottile intimidazione accompagnata dal suo pugno stretto e protratto verso la finestra della sala comandi, dove si trovava il dottore.
“Idiota, esci da lì, se hai coraggio! Te li raso a zero quei baffi!”
Che razza di minaccia è?
 Non poté fare a meno di chiedersi, a questo punto, il riccio nero, che nel frattempo era balzato - provocando un ultimo gridolino di sorpresa da parte della ragazza, che tornò a stringersi nuovamente a lui - ed atterrato sul velivolo di Tails, che lo fissava stupito.
“Falla salire!” ordinò Shadow, il suo tono profondo e austero fece trasalire leggermente la piccola volpe. Senza farselo ripetere, Tails, spingendo un pulsante, fece issare lo sportello ovale fatto di un materiale simile alla resina termoindurente ed invitò la ragazza a sedersi sulla poltroncina posteriore. Il riccio bicolore aiutò la giovane a raggiungere la sua postazione dopodiché si voltò. Ma prima che potesse saltare di nuovo, due mani minute afferrarono la sua, che lo spinsero a voltarsi nuovamente verso di lei. Rory lo fissava con uno sguardo sinceramente preoccupato e alquanto mesto.
“Shadow, io devo ancora chiederti scusa come si deve per ciò che ti ho detto, per cui…” mormorò lei, mentre con i pollici accarezzava la ruvida stoffa del guanto, “... sta’ attento, per favore”. Tails rimase a bocca pressoché spalancata nel vedere una tale affezione verso una creatura tanto sicumera quanto arrogante come Shadow. Persino il riccio ebano non poté fare a meno di meravigliarsi di tanta gentilezza. Ma quest’ultimo, sentendosi a disagio nel notare quello scintillio di gratitudine mista a costernazione nei suoi occhi, ritrasse la mano, costringendola a lasciarlo andare. La creatura dal manto onice spiccò un ulteriore salto, mentre lo sportello di plexiglass si abbassava su di lei, ingabbiandola. Rory premette le mani sul vetro, scrutando dall’alto quel minuscolo riccio nero, ormai atterrato sulla strada asfaltata.
“Il mio nome è Miles Prower, ma tutti mi chiamano Tails”, disse il volpino con una voce dolce e genuina, mentre teneva le mani sul volante. La giovane abbozzò un sorriso nel frattempo che allacciava le cinture di sicurezza, sebbene fosse consapevole che lui non potesse vedere le sue espressioni.
“Io sono Rosa, ma tutti mi chiamano Rory”.

***

Shadow, nel frattempo che schivava i fulminei proiettili, saettò fino ad arrivare al fianco di Sonic, il quale sfrecciava a gran velocità mentre lo fissava sbilenco. Il riccio nero non poté fare a meno di lanciargli un’occhiata pressoché furibonda, ma si trattenne dallo scagliarcisi contro. D’altronde, per lui, Sonic era un cretino e niente al mondo avrebbe potuto fargli cambiare idea sul suo conto.
“Ehilà, Shadow, com’è andato il sonnellino?”, lo salutò lui, con un sorriso strafottente, come se non si fosse accorto di aver messo in pericolo la vita di due giovani - anche se, poiché colto da un istinto ancor più intimo e sopito di quello primitivo, stranamente, per la Forma di Vita Definitiva solo una delle due era veramente importante. Shadow rispose con la smorfia più austera che riuscì a mostrare, come se stesse avendo a che fare con un marmocchio malandrino.
“Te lo sei fatto scappare?!” sbottò il nero, riferendosi all’ultimo scontro avuto con Eggman, durante il quale fu anche lui protagonista della vicenda. Finalmente, la sua controparte blu sembrava aver perso ogni briciolo di irriverenza cui era solito possedere. Sonic tornò a puntare il viso sulla strada, singolarmente serio. Il riccio dal manto ebano sbuffò, affinché il blu ritornasse a rivolgergli lo sguardo, con risoluta curiosità. Dunque, Shadow balzò in aria, lanciando una breve sfilza di Chaos Spear direttamente contro il dottore, il quale, prontamente, si riparò utilizzando come vittime sacrificali tanti robot volanti quante ne erano le lance di energia. In quel momento lo scienziato arrestò la sua corsa, rimanendo fermo in quel punto della città, ormai deserto. Le persone avevano lasciato le abitazioni per mettersi al riparo da qualche altra parte, lontano da quello scontro senza eguali, tanto che neppure restare in casa era sicuro.
“Cosa speri di fare?” esclamò la voce baritonale e rimbombante dello scienziato proveniente dal megafono. Shadow sorrise. Un sorriso derisorio, tracotante e glaciale, privo di qualsiasi tipo di pietà per l’avversario. Rory, dall’alto della sua postazione, poté distinguere l’oscuro scintillio di crudeltà in quegli occhi cremisi, una luce che non vide mai prima di allora e che la lasciò profondamente sconvolta. Shadow sembrava pregustare il momento di…
“Quello che non sono riuscito a fare la volta scorsa, dottore” esclamò lui, il viso quasi sfigurato in una severa espressione irata, lanciando un’altra serie di colpi pregni di energia del caos, che vennero nuovamente fermati da una truppa di creature metalliche. L’aria era ormai impregnata dell’odore di fuoco e di circuiti esplosi, i quali cadevano come pioggerellina grigia sulle strade della città.

***

“Come fa a disporre di tutto quell’arsenale, quel deficiente?” chiese d’un tratto, inveendo contro Robotnik, la giovane alla piccola volpe, quest’ultima impegnata come sempre a pilotare il velivolo e sparare a raffica contro la corazza del dirigibile, riuscendo appena a scalfirla.
“Eggman possiede tre smeraldi del caos e con la loro energia riesce a potenziare le sue armi” spiegò Tails, l’ingegnere cervellotico del gruppo. Rory si mise a braccia conserte, mentre si portò una mano al mento con fare pensante. In quel momento comprese perché gli smeraldi fossero così importanti per il dottore. Possibile che delle gemme contenessero tutto questo straordinario potere?
Sospirò frustrata, strinse i pugni e chiese: “Non possiamo sottrarglieli in qualche modo?”
Tails parve rifletterci su, ma poi scosse il capo, in segno di diniego.
“Potremmo, ma è rischioso. Gli smeraldi potrebbero essere nascosti in un qualsiasi punto del dirigibile, inoltre io non posso abbandonare il Tornado X senza pilota”.
Rory si morse il labbro inferiore, fissando mesta i due ricci che combattevano contro il piccolo esercito di creature meccaniche volanti e schivavano i colpi laser contemporaneamente, creando una danza di colori blu e nero. Tutto ciò che stava accadendo era contro natura: chissà quante persone erano morte durante gli scontri con Eggman, perché non riuscivano ad evacuare le zone sotto assedio in tempo... chissà quanti bambini, anziani o altri innocenti avevano dovuto soffrire per queste faide insensate.
No.
Non poteva accettarlo.
Inoltre, non sopportava di essere inutile, soprattutto quando un amico stava combattendo per lei e non poteva dare la possibilità a quello scienziato di farla franca, dopo tutto quello che era accaduto. Uno di quegli smeraldi era di Shadow, accidenti!
“Ci vado io”, esclamò lei, decisa, mentre slacciò la cintura di sicurezza.
“Tu?” chiese Tails, scioccato “no, non puoi, sei solo una ragazza. È troppo pericoloso!” protestò il volpino, atterrito. Non poteva permetterle di andare, soprattutto perché era sicuro che Shadow gliel’avrebbe fatta pagare amaramente se le fosse successo qualcosa. E lui non ci teneva affatto a rimetterci la pelle.
“Tails, non c’è altro modo. Tu non puoi lasciare il posto di pilota e Shadow e Sonic - sì, credo che sia lui - stanno combattendo contro i robot” ribatté la giovane, posando la borsa ai suoi piedi, per poi posare una mano sul bordo del sedile anteriore di stoffa imbottita, sul quale era seduto il nuovo compagno “tra tutti sono l’unica che se ne sta con le mani in mano. E poi pensaci bene: credi che il dottore se lo aspetti che una sciocca ragazzina vada lì a fargliela pagare? Avremo anche l’effetto sorpresa dalla nostra” continuò lei, con ferma determinazione. Era intenzionata ad andare e, anche se sapeva che rischiava la vita, non poteva lasciare che quell’uomo meschino continuasse ad agire indisturbato. Tails corrucciò la fronte, leggermente irritato per il fatto che non potesse aiutarla e preoccupato per la sua sorte. Il volpino non poté che convenire: il ragionamento non faceva una piega. “Farò attenzione, te lo prometto” disse lei, quasi come a mettere fine a quella conversazione.

***

Sotto gli occhi attoniti e curiosi dei ricci, Tails tirò un lieve sospiro, poi spinse avanti una leva, affinché, con la spinta da parte dei motori, potesse superare il dirigibile all’istante, quel tanto che bastava per arrivare alla bocca che affacciava alla sala comandi del dottore. Sonic e, straordinariamente, anche Shadow si chiesero all’unisono quale fosse il piano della giovane volpe. Superato l’imbocco della strada giunti alla piazza centrale del posto, Rory riuscì a vedere un’orda di persone che urlavano a squarciagola impaurite e che cercavano di trovare, chi a destra e chi a manca, una via di fuga sicura. Era una scena davvero orribile, intollerabile. Per quanto l’inquietudine minacciasse di sopraffarla, non poteva permettersi di provare timore in quel preciso momento e tirarsi indietro.
Robotnik tentò di contrastare quell’offensiva attraverso l’utilizzo dei fucili mitragliatori laser, posti sopra il tetto dell’aeromobile, e cominciò a sparare ad un ritmo folle contro il volpino e l’umana. Ma Sonic e Shadow, il blu per proteggere un amico, il nero per altri scopi, furono più lesti di lui. Dopo aver saltato contro gli edifici ed atterrati sulla corazza rossa del dirigibile ad una velocità esorbitante, i due rivali si arricciarono fortemente, creando una sfera di aculei con il loro corpo, e con una spinta aggressiva colpirono violentemente i due enormi fucili, distruggendoli alla base.
Rory rimase sbalordita a quella vista, ma non c’era tempo da perdere nell’ammirare con quanta prodezza il suo compagno aveva sfoggiato le sue straordinarie abilità.
“Tails, è il nostro momento!” esclamò lei, incitando la volpe ad agire, “ho bisogno che tu rompa il vetro della sala comandi”.
Il piccolo amico annuì, impugnando un’altra leva alla cui estremità vi era un pulsante, che fece scattare i proiettili azzurri appena lo pigiò. Un intenso fumo si levò in aria, coprendo la visuale di tutti, tranne che di Tails e di Rory, i quali erano ancora protetti dal vetro del Tornado X.
La piccola volpe si avvicinò di buon grado al velivolo del nemico, per permettere alla ragazza di saltare ad una distanza più che agevole per lei, dopodiché alzò lo sportello, pregando affinché la fortuna l’avesse assistita. La giovane balzò ed atterrò tutta intera sul metallo. Appena sentì i piedi aderiti al nuovo pavimento, corse, fino a sorpassare l’atrio dell’entrata improvvisata che portava agli smeraldi del caos. E, ad aspettarla, c’era Eggman, caduto a terra, che sbatteva gli occhietti azzurri e tossiva forsennatamente.
“Dottor Robotnik”, esclamò lei, per attirare la sua attenzione, dopodiché prese la strana arma arancione, simile ad una pistola, che l’uomo aveva ai suoi piedi, per disarmarlo. Dopo aver controllato che lui la guardasse, lei gliela puntò alla fronte e disse: “ha qualcosa che non le appartiene!”
La sua mano, per il timore che stava provando, minacciava di tremare in quel momento, ma si impose di calmarsi. Aveva una missione da svolgere ed un solo errore avrebbe fatto scattare il conto alla rovescia della sua morte.
Rory diede una fugace occhiata in giro, avvistando in un secondo tre gemme - una color rubino, una zaffiro e una smeraldo - incastonate ad una piastra di metallo contenente, oltre gli smeraldi, altri quattro fori e posta accanto alla miriade di tasti, leve e pulsanti della sala comandi del dirigibile. La fortuna era dalla sua.
“Come osi sfidarmi?” urlò lo scienziato, le guance così rubiconde da assomigliare a due pomodori ciliegini. Senza neanche badare alle parole del dottore, la giovane corse verso gli smeraldi del caos, ma appena arrivò a toccarli, Robotnik si alzò in piedi e pigiò uno dei bottoni dell’immensa tastiera della sala. In men che non si dica, una dozzina di robot di vari colori riempì l’ambiente, circondandola. La giovane strabuzzò gli occhi impietrita.
“Speravi di passarla liscia? Sei solo una sciocca ragazzina!”
“Lo credi tu, Eggman!” una voce squillante riempì la stanza, terminando la frase con un risolino beffardo e cristallino. Al suo fianco, Rory udì uno sbuffo familiare. Shadow era lì, a braccia conserte, che fissava con sguardo severo la moltitudine di creature meccaniche in avvicinamento e pronti a fare fuoco, mentre poco distante vi era Sonic, da cui proveniva quella voce.
Neanche il tempo di urlare l’ordine di sparare verso gli ospiti, che in un batter d’occhio i due ricci distrussero i robot: il nero utilizzò una raffica di Chaos Spear mentre il blu li colpì impiegando la stessa tecnica adoperata per abbattere i fucili del velivolo, dando il tempo alla giovane di sottrarre gli smeraldi del caos al dottore, custodendoli gelosamente tra le braccia. Rory scavalcò la tastiera della sala comandi, stando ben attenta a non schiacciare nessuno dei pulsanti ed infine uscì raggiante come un sole fuori dal dirigibile, con il bottino in mano.
Non ebbe il tempo di salire sul Tornado X che il riccio dal manto ebano la riprese in braccio: la ragazza non poté non notare che sul viso del compagno aleggiava una smorfia alquanto contrariata.
Rory, sentendo su di sé tutto il peso di quello sguardo infuocato, si morse il labbro inferiore.

Shadow era davvero infuriato.











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Angolo autrice: Oh, ragà, rieccomi XD Ok, ammetto di aver postato prima del previsto, ma sono finalmente riuscita, tra un impegno e l'altro, a portarmi un pochino avanti con la storia. Sto pensando, dal momento che tra poco inizia per voi la scuola e per me i corsi, di postare ad una scadenza di tre o quattro settimane circa. Quindi, il prossimo capitolo penso di postarlo tra il 25 settembre e il 5 ottobre. 
Che dire: spero che anche questo capitolo vi piaccia e... beh. Se trovate errori, ditemelo! 
Un bacio,
Rory!
   
 
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