CAPITOLO
16: UNA MISTERIOSA CREATURA
-Woo
oh! Complimenti zio! –
-Dovresti
insegnarci qualche trucchetto! –
La
mattina, alle prime luci dell’alba fui svegliata da un
paio di voci fin troppo arzille, per i miei gusti. Quando aprii gli
occhi, vidi
Fili e Kili in piedi davanti a me, con le braccia incrociate e un
sorriso
malizioso stampato in faccia.
Solo
in quel momento mi resi conto che non ero tornata
all’accampamento
la notte precedente e che Thorin dormiva a fianco a me, stringendomi.
-Se
non ve ne andate entro due secondi giuro che vi
disintegro – disse Thorin con una calma disarmate. Tuttavia
la minaccia
funzionò a dovere, tanto che Fili e Kili se la diedero a
gambe levate.
Io
divenni paonazza per l’imbarazzo e iniziai a
riflettere su come avrei fatto quel giorno a guardare i miei amici in
faccia
senza morire di vergogna.
-Buongiorno
– disse Thorin, mutando completamente il tono
di voce.
-Buongiorno
– E gli stampai un bacio sulle labbra.
-Perdona
i miei nipoti – riprese il principe -A volte
sono degli idioti. O forse lo sono sempre –
Io
scoppiai a ridere, stiracchiandomi per bene e
assaporando la fresca aria mattutina.
-Ora
ci conviene raggiungere gli altri –
A
quel pensiero iniziai a sentirmi male, ma evitai di
proferire parola.
E
come previsto, una volta messo piede nell’accampamento
una dozzina di sguardi ambigui e maliziosi piombarono su me e Thorin.
Ovviamente tranne quelli di Bilbo – che grazie al cielo aveva
ancora un minimo
di decoro – e quello di Gandalf, tutto occupato a preparare
la partenza per
accorgersi che io e Thorin eravamo spariti nel bel mezzo della notte.
-Dobbiamo
muoverci – iniziò lo stregone – Avremo
anche
seminato gli Orchi una volta, ma nulla impedisce loro di raggiungerci,
quindi
sbrigatevi! –
Affiancai
lo stregone, aiutandolo a raccogliere le poche
cose che ci erano rimaste. In verità avevo un disperato
bisogno di parlare con
lui riguardo la mia scoperta della sera precedente. Magari mi avrebbe
potuto
aiutare a controllare quell’energia, o meglio, ad usarla per
aiutare i miei
amici.
-Gandalf
io… -
-Non
ora mia cara – mi rispose lui, brusco -Ho detto che
dobbiamo darci una mossa e ti assicuro che non stavo scherzando.
Parleremo dopo
–
E
dopo essere stata liquidata in quel modo non potei fare
a meno che unirmi all’Allegra Brigata e mettermi in marcia.
-Scenderemo
dal Carrock, dopodiché proseguiremo il nostro
cammino nelle pianure – avvisò Gandalf, scendendo
già i primi scalini -E prestate
attenzione, non sarà affatto facile -
Non
a caso, la discesa dal Carrock fu probabilmente una
delle camminate più estenuanti della mia vita: i gradini
erano ripidi e
scivolosi, costituiti da quel tipo di rocce che a furia della continua
erosione
diventano lucide come specchi, il che non aiutò per niente
la nostra impresa.
Non
sto ad elencarvi il numero di volte in cui vidi
Bombur in procinto di scivolare e investirci tutti con la sua dolce
mole, ma
nemmeno io posso vantarmi di essere stata un’eccellente
escursionista, viste le
diverse volte in cui il mio sedere cadde rovinosamente sul terreno.
-Come
fanno ad esserci degli scalini scolpiti nella
roccia? – domandò Kili ad un certo punto
-E’ una cosa innaturale! –
-Vedi
mio caro Kili, qualcuno tempo fa, molto prima che
gli Orchi scendessero dal Nord, aveva fatto di questo picco la sua roccia e aveva deciso di rendere la
sua scalata più agevole per lui e per la sua famiglia
– spiegò Gandalf, pur non
rallentando il passo -Era il suo rifugio, un posto tranquillo in cui
stare
quando… beh quando aveva delle esigenze particolari
–
-E
chi era costui? – domandò Ori, sempre con la sua
vocina timida.
-Qualcuno
che spero non dovrete mai incontrare. Sapete,
prova un certo astio nei confronti dei nani… - concluse
Gandalf, lasciando
cadere il discorso.
Scendemmo
ancora per diversi metri, quando iniziai a
sentire un fastidioso dolore alle caviglie. Notai che anche i miei
amici erano
piuttosto provati da quell’estenuante discesa, soprattutto
Thorin, le cui
ferite non erano ancora perfettamente guarite.
Mi
affiancai a lui con sguardo preoccupato: -Ehi, tutto
bene? –
-Sto
bene, non preoccuparti – mentì Thorin, ma le sue
smorfie e le membra livide dicevano tutt’altra cosa.
Non
insistetti oltre e accelerai il passo per raggiungere
Gandalf, in testa al gruppo.
-Gandalf,
adesso dobbiamo proprio parlare –
Lui
mi sorrise, dandomi la mano per scendere da un
gradino più grande degli altri: -Sono
tutt’orecchi, ragazza mia –
E
così gli raccontai tutto – o quasi –
ciò che era
successo la sera precedente e di come fossi riuscita a evocare la luce
di
Laurelin. Gandalf fu molto sorpreso del fatto che ce l’avessi
fatta e si
congratulò con me, pur ammettendo di non essere in grado di
aiutarmi a fare
pratica.
-Vedi,
mia cara – mi spiegò –
Quest’energia… questa luce
è per me una grande novità. So solo che ad una
persona era stato concesso
l’onore di possederla e solo quella persona era stata in
grado effettivamente
di domarla –
Per
me fu un brutto colpo non poter contare sull’aiuto di
Gandalf, ma d’altra parte iniziai a comprendere la grandezza
e il potere di
quell’energia e l’importanza del compito che mi
aveva lasciato mia madre con il
ciondolo.
Poco
tempo dopo giungemmo finalmente ai piedi del Carrock
e con somma gioia per le nostre caviglie proseguimmo la strada in
pianura: le
distese pianeggianti verdeggiavano e gli alberi alti e massicci ci
permettevano
di mimetizzarci alla perfezione con il paesaggio. In lontananza si
riusciva a vedere
il profilo delle Montagne Nebbiose, coperte da uno spesso strato di
nuvole e
nebbia.
Era
quasi l’ora del tramonto quando nell’aria
risuonò un
violento boato che ci fece accapponare la pelle.
“No,
non di nuovo” pensai io, immaginando Azog a cavallo
del suo Mannaro albino darci la caccia.
-Cosa
diavolo è stato? – gridò Kili,
allarmato, estraendo
subito la spada.
Ori
divenne una maschera di terrore: -Siamo spacciati… ci
hanno trovato –
-Non
credo, non possono essere così vicini –
bofonchiò
Gandalf, irritato – Ma sarebbe meglio controllare. Bilbo!
–
Al
solo suono del suo nome lo Hobbit sobbalzò
terrorizzato: -Devi andare in avanscoperta! Sei quello con il passo
più
leggero, nessuno ti sentirà arrivare – disse
Gandalf – Noi ti aspetteremo
vicino allo strapiombo, così saremo nascosti dalle rocce
–
Il
Mago non gli lasciò nemmeno la possibilità di
obiettare, così il povero Bilbo si incamminò da
solo verso gli peroni più alti
della rupe, tremando come una foglia.
-Non
farti uccidere – gridai io, prima che sparisse del
tutto, mentre i miei compagni ridacchiavano sottovoce. La fifa di Bilbo
era
probabilmente una delle cose più spassose che ci capitava di
vedere in quei
momenti così carichi di tensione.
Per
fortuna però qualche minuto dopo lo Hobbit fece
ritorno tutto trafelato e con uno sguardo preoccupato sul viso: -Il
branco è
troppo vicino, un paio di leghe non di più –
inspirò rumorosamente per prendere
fiato – Ma questa non è la parte peggiore.
C’è una strana creatura là fuori!
–
-Che
forma ha assunto? – domandò Gandalf, pensieroso
-Quella di un orso? –
Bilbo,
seguito da noi tutti, sgranò gli occhi, non
capendo: -Si… sì, ma era molto più
grosso di un orso –
Gandalf
si voltò risoluto: -E tu sapevi di questa
bestia?! – strillò Bofur, -Io propongo di fare
marcia indietro –
Io
incrociai le braccia, alzando gli occhi al cielo: -Non
essere sciocco, gli Orchi ci braccherebbero subito! –
I
miei amici iniziarono a litigare su quale fosse
l’opzione migliore, quando all’improvviso la voce
di Gandalf li zittì tutti:
-C’è una casa, poco lontano da qui, dove noi
potremmo… si insomma, potremmo
trovare riparo –
-Di
chi è la casa? Amico o nemico? – Nemmeno Thorin
sembrava molto favorevole all’idea di Gandalf.
-Nessuno
dei due. Lui ci aiuterà o ci ucciderà –
Thorin
mi sembrava ancora molto titubante, così
intervenni per convincerlo: -Thorin, che scelta abbiamo? –
-Nessuna
–
Un
altro terrificante boato ci costrinse a correre
nuovamente e questa volta a perdifiato: eravamo braccati non solo da un
manipolo di orchi, ma anche da una gigantesca bestia feroce che per
qualche
strana ragione Gandalf conosceva.
Corremmo
verso l’entroterra, superando rigagnoli d’acqua
e prati fioriti, fino a quando, in mezzo alla boscaglia, il ringhio
dell’animale si fece più violento e solo in quel
momento ci rendemmo conto di
quanto fosse vicino.
-Bombur,
coraggio dobbiamo andare! – gridai io al mio
compagno, impalato per un attacco di panico -Corri! –
Usciti
dal bosco, vidi in lontananza una piccola oasi in
mezzo ad un immenso campo brullo, con una casa racchiusa da alberi e
cespugli
immensi e curati: -Ecco la casa! – gridò Gandalf
– Muoviamoci –
Ma
in quello stesso istante vidi la belva spuntare fuori
dal bosco, sbraitando e correndo ad una velocità spaventosa.
Corsi più veloce
che potei, pur sentendo le caviglie andare in fiamme e i polmoni sul
punto di
esplodere.
-Aprite
la porta, presto! – gridò Thorin, sopraggiungendo
tra gli ultimi.
Non
appena entrammo nell’oasi, tutti i miei amici si
fiondarono sul massiccio portone di legno, cercando di sfondarlo. Non
avevano
di certo visto che c’era una semplice serratura.
-Per l’amor del cielo, fate largo – urlai io, facendomi spazio in quella bolgia. Spinsi il catenaccio e in un secondo ci fiondammo dentro e richiudemmo la porta, proprio mentre quella creatura tentava di varcare la soglia. Con tutta la forza di cui eravamo dotati spingemmo il portone per cacciarlo via e alla fine riuscimmo nell’impresa, afflosciandoci sul pavimento come marionette per la stanchezza.
Spazio Autrice:
Buonsalve a tutti! Come state?
Prima di parlare della storia volevo fare una piccola parentesi su una cosa che mi è successa giovedì, anche se non ve ne frega una mazza ahahaha : in poche parole, giovedì sera ho festeggiato i miei diciotto anni e ho visto arrivare i miei amici con un pacco gigantesco. Inutile dire che la mia curiosità era alle stelle, ma non appena l'ho aperto sono letteralmente schizzata in piedi per urlare: ORCRIST. Mi hanno regalato la riproduzione ufficiale della spada di Thorin, vi rendete conto?!' Adesso l'ho appesa al muro della mia stanza e ogni volta che la guardo la mia espressione è peggio di quella di Gollum con l'Anello....
Ma chiudiamo questa inutilissima parentesi che è meglio.
Che ne pensate del capitolo? Piano piano sto introducendo una figura che io reputo importantissima nel libro di Tolkien, ovvero Beorn: trovo che sia un alleato e un aiuto molto prezioso per la compagnia e cercherò di dargli maggiore rilievo rispetto al film, dove a parer mio è stato un po' messo da parte.
Questo è stato solo un capitolo di transizione, ma vi prometto che nel prossimo ci sarà qualcosa in più!
Vi aspetto e buon rientro a scuola per chi, come me, martedì ricomincia l'incu... ehm volevo dire la scuola!
Un bacio,
Jenny