Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Ic2g03N1lE0.
Sensei,
veglia su di me
Trunks
si allacciò i lunghi capelli color glicine e
raggiunse la finestra, si affacciò e guardò
tutt’intorno. Osservò i palazzi
semi-distrutti, gruppetti sporadici di persone che percorrevano le
strade, il
cui asfalto era bucherellato e distrutto in più punti.
Alzò
il capo e le sue iridi azzurre divennero liquide,
appoggiò le mani sul davanzale della finestra e il vento gli
sferzò il viso
pallido.
<
Ancora non riesco a credere che sono riuscito a
salvare il mio mondo > pensò. Si deterse le labbra
con la lingua e si voltò,
in un angolo della stanza, era appoggiata la sua spada contro la parete
scrostata. Si mordicchiò il labbro e corrugò la
fronte.
“Sensei, se
da lassù mi stai guardando, sei orgoglioso di me?”
domandò a bassa voce. Sentì
gli occhi pizzicare, i suoi occhi si arrossarono e una lacrima gli
rigò il
viso.
“Sensei
Gohan, sto facendo la cosa giusta?! Cosa posso fare per
saperlo?!” sbraitò a
pieni polmoni. Sentì la gola bruciargli e le sue gambe
tremarono. Cadde in
ginocchio e singhiozzò, chinò il capo e la
frangetta color glicine gli coprì
metà del volto, mettendoglielo in ombra.
Accarezzò il pavimento con le dita
tremanti, il respiro irregolare.
<
Ho sconfitto i cyborg, ma continuano a popolare i
miei incubi. Questa pace è appesa a un filo e ho il terrore
si possa spezzare
da un momento all’altro.
Quel
passato così diverso mi tenta come le sirene
fecero con Ulisse, non riesco a smettere di sentirne il canto. Vorrei
rivedere
mio padre… e soprattutto te, Gohan. Lo so che quel Gohan non
è il mio, ma
vorrei vederlo crescere, stargli accanto come la sua controparte del
mio mondo
è rimasta al mio fianco.
Penso
che anche mia madre non creda che tutto si sia
risolto, perché l’ho vista lavorare a una nuova
macchina del tempo. I materiali
scarseggiano e ci vorranno anni, ma lei non si è fermata un
attimo > pensò.
“Sensei
Gohan, riuscirò a tenere in salvo questo mondo? Oh, se solo
fossi ancora qui,
accanto a me. Sei morto a causa mia, ti ho indebolito io. Perdonami, ti
prego,
ti supplico, dovunque tu sia, perdonami” gemette.
Singhiozzò con più forza, le
lacrime gli solcarono il viso e il suo fisico massiccio fu scosso da
tremiti
sempre più forti. Le sue iridi si tinsero di verde-acqua, la
sua aura s’incrementò
tingendosi d’oro e si trasformò in un supersaiyan.
Si rialzò in piedi, tremando
e raggiunse la sua spada, avvolse le dita intorno all’elsa e
la mise nella
fodera sulle sue spalle. Si pulì il viso dalle lacrime con
la mano, corse e
saltò dalla finestra, spiccando il volo. Sfrecciò
sopra i palazzi, solcando il
cielo azzurro, zigzagando tra le nuvole. Il vento gli faceva ondeggiare
il
lungo codino, la frangetta gli sferzava il viso arrossandogli la pelle.
“Forse
è meglio che io torni ad allenarmi”
mormorò
Trunks con voce rauca.
La
sua aura dorata si rifletteva nei suoi occhi,
sorvolò un’autostrada abbandonata e
atterrò sulla cima di una montagna, nel
centro di una pineta. Sfoderò la spada ed iniziò
a dare una serie di fendenti,
i muscoli scattanti.
“…
Io proverò a difendere questo mondo, sensei,
fino al giorno in cui ci
ricongiungeremo” bisbigliò.