Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: LysandraBlack    10/09/2017    3 recensioni
Aenor Mahariel, fiera Cacciatrice tra i Dalish.
Geralt Amell, ambizioso mago intrappolato nella Torre del Circolo.
Kallian Tabris, sogna una vita tranquilla nell'Enclave di Denerim.
Elissa Cousland, ansiosa di mettersi alla prova.
Natia Brosca, che non conosce altro che i bassifondi di Orzammar.
Duran Aeducan, comandante dell'esercito e Principe della città dei nani.
Sei eroi, provenienti da ambienti radicalmente diversi, si ritroveranno loro malgrado a fermare il Flagello che si abbatte sul Ferelden. Ce la faranno?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Leliana, Morrigan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The unlikely heroes of Thedas'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO NOVE: LOTHERING


 





Impiegarono qualche giorno ad uscire dalle selve e raggiungere la Via Imperiale. Morrigan aveva suggerito di dirigersi ad un villaggio poco distante, Lothering, il cui commercio era fiorente grazie alla posizione strategica nel punto d'incontro delle strade che conducevano a Denerim, la capitale, Redcliffe e Orzammar, ma anche fuori dai confini del Ferelden, verso Orlais.

Sulla strada, avevano incontrato il mabari curato dal maestro dei canili di Ostagar, che si era unito al gruppo contento e scodinzolante.

«Che strano. Ora abbiamo anche un cane, eppure Alistair resta il più stupido del gruppo.» Aveva commentato Morrigan, ridacchiando in direzione del Custode. Alistair l'aveva ignorata, seduto per terra intento ad accarezzare il mabari sulla pancia. “Falon”, l'aveva chiamato Aenor, “amico” in elfico. E Falon si era da subito rivelato un buon amico, aiutandoli a respingere alcuni Prole Oscura. Sulla strada, più si avvicinavano a Lothering, più numerosi diventavano i gruppi e le carovane di gente che fuggiva dall'Orda. Soldati feriti, civili con il poco che erano riusciti a salvare sulle spalle, straccioni che erano stati probabilmente al seguito dell'esercito, tutti sfilavano a testa bassa davanti a fattorie abbandonate, rovine in fiamme e morti abbandonati sul ciglio della strada.

Arrivarono in vista del villaggio verso mezzogiorno: le tende dei rifugiati erano ovunque, e il fumo di piccoli fuochi riempiva l'aria di profumo di cibo.

«Altolà!» Urlò un uomo parandosi in mezzo alla strada, seguito da una mezza dozzina di altri come lui. «C'è da pagare un pedaggio, per proseguire.» Mise una mano sull'elsa della sua spada, cercando di intimidire il gruppetto.

«Ah, sembra che la stupidità si stia diffondendo più velocemente della Prole Oscura...» Commentò Morrigan, sollevando un sopracciglio e guardandoli divertita.

Aenor sfoderò la sua spada, facendo qualche passo verso l'uomo e fissandolo dritto negli occhi. «Fuori dai piedi.» Gli intimò. Erano stati giorni difficili, Morrigan e Alistair non avevano fatto altro che discutere, mentre la continua carovana di feriti e il puzzo dei cadaveri l'avevano resa particolarmente di cattivo umore. Non vedeva l'ora di mangiare una zuppa calda e riposarsi senza temere un attacco da un momento all'altro, e non sarebbero stati certo un paio di shemlen idioti a bloccarle la strada.

L'uomo deglutì, fissando il tatuaggio che la ragazza aveva sul viso e le orecchie a punta. «Non importa chi siete, la regola è che dovete pagare.» Ripetè, anche se con meno convinzione, facendo per estrarre a sua volta la propria arma.

Prima che potesse anche solo farla uscire per metà, si ritrovò l'elsa della spada di Aenor tra le costole. Andò giù con un gemito, sputando un rivoletto di sangue.

I suoi compari si gettarono subito sull'elfa, ma vennero storditi da un incantesimo di Morrigan, che li rallentò a sufficienza per permettere ad Alistair, Aenor e il mabari di eliminarli senza problemi.

L'elfa si chinò a frugare i cadaveri, recuperando una sacchetta ricolma di monete d'argento. Le armi che i banditi portavano addosso non valevano il loro peso, quindi le abbandonarono lì con il resto degli oggetti confiscati: sicuramente nel giro di qualche minuto uno dei mendicanti lì attorno sarebbe accorso a vedere cosa poteva raccogliere.

Entrarono al villaggio, venendo accolti da un frastuono di gente impegnata in lavori di vario genere, Aenor che si guardava intorno, frastornata da tutta quella gente. Falon la seguiva trotterellando, il naso puntato verso l'alto a seguire i vari profumi.

Superarono la piazza principale. Qualcuno urlava a squarciagola, attirando una piccola folla.

«Non c'è speranza! Ci prenderanno tutti, mangeranno i cuori dei vostri figli, il male scenderà sopra tutti noi!» gridava l'uomo come un pazzo. Il pubblico si scambiava sguardi terrorizzati, alcuni piangevano, altri bisbigliavano che il chasind aveva ragione, non c'era via di scampo.

Aenor rimase un attimo a guardare la scena, incerta.

Alistair le picchiettò sulla spalla. «Dovremmo dire qualcosa, no?»

«E che cosa?» Gli chiese lei. «Probabilmente ha ragione. Questa gente non ha mai preso una spada in mano, e un intero esercito di soldati ben addestrati, tra cui i famosi Custodi Grigi, sono stati spazzati via nel giro di mezza giornata.» Scosse la testa, proseguendo oltre e lasciando l'uomo a urlare indisturbato. «Nel giro di qualche giorno, anche loro saranno tutti morti.» Bofonchiò, ma l'altro Custode sembrò non averla sentita. Si girò a cercarlo.

Alistair era rimasto tra la piccola folla, l'aria corrucciata.

«Sembra che l'idiota abbia qualche problema ad affrontare la realtà.» Commentò Morrigan, che chiaramente trovava tutta la situazione immensamente divertente.

Rimasero a guardare mentre il ragazzo fronteggiava il Chasind, che smise temporaneamente di urlare per guardarlo perplesso.

«Ascoltatemi bene!» Alzò la voce Alistair, assicurandosi che tutti potessero sentirlo. «Non dovete perdere le speranze! I templari e i soldati qui vi proteggeranno!»

Alcuni tra i presenti annuirono, un paio gridarono la loro approvazione.

Il Chasind strabuzzò gli occhi, guardandolo sconvolto. «Posso sentire il male dentro di te! La Prole Oscura ci ucciderà tutti, vi dico! Come hanno distrutto l'esercito del re, spazzeranno via questo posto!» Urlò, indicando Alistair con mano tremante.

Il Custode sembrò in difficoltà, guardandosi attorno in cerca di aiuto da parte dei compagni. Aenor lo guardò a sua volta, incrociando le braccia davanti al petto. “Ora te la cavi da solo...”

Alistair si strinse nelle spalle, facendosi coraggio. «La Prole Oscura non è imbattibile! Io stesso ne ho uccisi alcuni e ci sono decine di uomini più capaci di me qui, a combattere per la buona gente di Lohering!» Ribatté. «E tu, sei grande e grosso, dovresti usare quella spada che porti sulle spalle per difendere questa gente, non terrorizzarli a morte con le tue urla! O sei forse un codardo?»

L'altro restò a bocca aperta a fissarlo, messo in imbarazzo dalle sue parole. «No, io...»

«Bravo!» «Diglielo!» Urlò qualcuno. Alistair gonfiò il petto, sfidandolo a ribattere.

L'omone indietreggiò di qualche passo. «Beh, probabilmente avete ragione...»

Il Custode annuì convinto, voltandosi poi verso la folla. «C'è sempre speranza!» Dichiarò, per poi raggiungere Aenor e Morrigan, che erano rimaste a guardarlo in disparte.

«Strano, per qualcuno che fino ad un paio di giorni fa si disperava per la morte dei suoi compagni, sembra che tu si sia ripreso bene.» Gli disse Morrigan.

«Non so quanto possa servire.» Rincarò la dose Aenor, che tuttavia era rimasta ammirata dalle parole del Custode. Per tutto il viaggio Alistair era rimasto in silenzio, corrucciato, ma sembrava che la determinazione che l'aveva preso nella capanna di Flemeth si fosse soltanto rafforzata.

«Sempre meglio che lasciarli nel terrore.» Ribattè lui. «Siamo Custodi Grigi, è il nostro lavoro.»

Entrarono nella Chiesa, a cercare informazioni sulla sorte dell'esercito e teyrn Loghain. Li accolse un templare, che chiese loro se avessero bisogno di qualcosa.

«Informazioni.» Rispose Alistair, che era quello del gruppo che attirava di meno l'attenzione. «Eravamo nell'esercito, ci siamo salvati per un soffio.»

Il templare annuì, comprensivo. «Sì, sono in molti qui ad avere una storia come la vostra. Purtroppo non c'è posto per altri rifugiati, a Lothering, ma potrete prendere qualche provvista per il viaggio, e accamparvi nelle vicinanze per qualche giorno.» Rispose. «Cosa volete sapere?»

«Grazie, non intendevamo comunque fermarci per molto. Il re, abbiamo saputo che è morto...» Rispose Alistair, incupendosi.

«Si dice... si dice che i Custodi Grigi lo abbiano assassinato. Che siano dei traditori, e abbiano cospirato per prendersi il regno, strappandolo al nostro amato Re Cailan.» Rispose il templare, abbassando la voce fino ad un sussurro. «Personalmente fatico a crederci, ma è Teyrn Loghain in persona che lo ha annunciato, tornato da Ostagar, e il teyrn è un uomo d'onore.» Scosse la testa, affranto. «Il re si fidava ciecamente dei Custodi... L'esercito è stato spazzato via, la Prole Oscura sarà qui a giorni e noi non abbiamo abbastanza uomini per difendere la città.»

«Abbiate fede, ser, non è detto.» Cercò di confortarlo Alistair. Il suo sguardo si posò alle spalle del templare. Aenor lo vide stringere gli occhi, come a cercare di riconoscere qualcuno. Il Custode si incamminò verso il fondo della Chiesa, avvicinandosi ad un cavaliere che stava sfogliando dei libri su uno scaffale.

«Alistair?» Lo riconobbe quello, quasi lasciandosi cadere il tomo dalle mani. «Cosa ci fai qui?»

L'altro lo salutò a sua volta. «Eravamo ad Ostagar. Stiamo cercando di andare da Arl Eamon...»

Il cavaliere fece una smorfia tesa. «Allora temo di avere brutte notizie per voi... l'Arl è malato. E nessuno ha trovato una cura, per cui tutti i cavalieri di Redcliffe sono stati mandati alla ricerca dell'Urna delle Sacre Ceneri. Ci stiamo affidando persino alle leggende, da quanto siamo disperati.»

«L'Urna delle Sacre Ceneri?» Chiese Aenor, che non ne aveva mai sentito parlare prima,

«L'Alr è malato?!» La ignorò Alistair, visibilmente turbato. «Com'è possibile? Da quanto?!»

Il cavaliere si strinse nelle spalle. «Due settimane circa. All'improvviso è collassato, e non si è più svegliato da allora.» Rispose.

«È terribile!» Esclamò Alistair. «Dobbiamo arrivare immediatamente a Redcliffe, e scoprire cos'è successo.»

«Vi auguro buona fortuna, le strade sono sempre più pericolose.» Li salutò il cavaliere.

Uscirono dalla Chiesa, scambiandosi occhiate cariche di sconforto.

«Arl Aemon è malato e Loghain non ha perso tempo a dare tutta la colpa ai Custodi Grigi... ora tutti pensano che abbiamo tradito il regno, mentre lui può governare indisturbato al posto della figlia! E senza Aemon, non c'è nessuno tra i nobili che possa tenergli testa.» Ringhiò Alistair tra i denti, attento a non farsi sentire.

«Sempre peggio.» Commentò Aenor, guardandosi attorno. La sua attenzione venne catturata da un piccolo gruppo di persone, radunato attorno ad un carro carico di merci. Si avvicinò ad indagare. Una donna vestita con i colori della Chiesa stava litigando a voce alta con quello che era chiaramente il mercante proprietario del carro.

«Questa gente non può permettersi di pagare così tanto per beni di prima necessità!» Disse la donna, alzando la voce. «La maggior parte di queste cose le hai acquistate a poco prezzo dalle stesse persone a cui ora vuoi rivenderle al quadruplo del loro valore iniziale!»

Il mercante non sembrava impressionato. «Sono affari, sorella, niente di personale. Se non possono permettersi la mia roba, vadano a comprare da qualcun altro.» Notò i tre nuovi arrivati, e fece loro segno di avvicinarsi. «Hei, voi! Se mi levate di torno questi scocciatori, vi farò uno sconto sulle merci che acquistate!» Urlò loro.

Aenor si avvicinò, individuando una bella spada a due mani spuntare dal carro. Era probabilmente della grandezza giusta per lei, sembrava affilata al punto giusto e di buona fattura. «Quanto per quella?» Chiese al mercante, indicando l'arma.

Quello si illuminò, gli occhietti che brillavano di cupidigia. «Quattro monete d'oro. È un affare, credetemi, non ne troverete una migliore qua in giro! Di ottimo acciaio e splendida fattura!»

Stava evidentemente gonfiando il prezzo. «Io dico che potete regalarmela. Ed evitare di affamare questa gente, che hanno già abbastanza problemi.»

L'altro le scoppiò a ridere in faccia. «Sei impazzita, orecchie a punta?!» Fece un gesto con la mano, come per scacciarla. «Via, non ho tempo da perdere, sparite, pure voi!» Si girò per coprire la merce esposta, dando le spalle all'elfa.

Aenor estrasse la sua spada, e prima ancora che il mercante potesse accorgersi di quello che stava succedendo, lo colpì con il pomolo sulla tempia. Quello cadde a terra con un gemito, privo di sensi, trascinandosi dietro parte della mercanzia, che si sparse con un rumore di ferraglia. La donna della Chiesa si mise ad urlare, ma un paio di persone attorno a loro lanciarono grida di approvazione. Aenor ignorò tutti loro, recuperando la spada a due mani dal carro e saggiandone l'equilibrio e la lama, soddisfatta. Se la assicurò sulle spalle, prendendo anche una placca pettorale dal mucchio e misurandosela per vedere se fosse della sua taglia. Andava aggiustata, ma poteva andare.

Si girò poi verso Alistair e Morrigan, che sembravano per una volta approvare entrambi. «Vedete se avete bisogno di qualcosa. Altrimenti, questa gente saprà certo farne uso.»

«Tu... Non vuoi nulla in cambio?» Balbettò la donna della Chiesa, incerta su cosa fare.

«Non avreste nulla che mi serve.» Rispose l'elfa, finendo di assicurarsi la nuova armatura e lasciando per terra quella vecchia, praticamente distrutta dopo lo scontro ad Ostagar.

La donna si affrettò ad esaminare le merci sul carro, aiutata dagli altri tre che la accompagnavano. Alistair trovò degli stivali nuovi, da sostituire ai suoi che cadevano ormai a pezzi.

Se ne andarono poi in direzione della taverna, un edificio in legno piuttosto grande che dominava la piccola piazza sul fiume.

L'interno era caldo, affollato e chiassoso. Uomini e donne si aggiravano muniti di boccali di birra e sacchi mezzi vuoti di vettovaglie, mentre il proprietario sbraitava ordini ai pochi camerieri costretti a servire quella masnada di gente.

«Non abbiamo camere!» Urlò non appena vide i nuovi arrivati avvicinarsi al bancone. «E non offriamo birra ai soldati, non mi importa da dove venite o cosa avete combattuto!» Mise in chiaro.

Aenor gli mise di fronte una manciata di monete, prese dai briganti affrontati prima. «Dacci tutta la carne secca, il pane e il formaggio che possiamo comprare con questi.»

L'oste squadrò il gruzzolo. «E dove li avrebbe trovati tutti questi soldi, un'orecchie a punta?» Le chiese diffidente, addentando una moneta con sospetto. Sembrò soddisfatto, però, e sparì sul retro.

«Ottima domanda.» Disse qualcuno con tono da attacabrighe.

Si girarono, vedendo alzarsi cinque uomini armati di tutto punto venire verso di loro, minacciosi.

«Teyrn Loghain sta cercando proprio due come voi, un'elfa tatuata e un ragazzo dall'aria scema. Siete Custodi Grigi, vero?» Disse l'uomo che aveva parlato prima, estraendo la spada. «Vi preferirebbe vivi, ma non penso abbia nulla in contrario se vi portiamo da lui a pezzetti.»

Aenor sfoderò la spada a sua volta, soddisfatta di come se la sentiva in mano. «Pensi davvero sia una buona idea?»

«Hei, stiamo calmi...» Provò ad intromettersi Alistair. «C'è un sacco di gente, qui, e qualcuno potrebbe farsi male se-»

«Fate spazio!» Urlò Aenor, prima di gettarsi contro il capo a testa bassa, facendo cozzare le spade con un forte clangore metallico. Quello rispose al colpo, ma l'elfa era più veloce e capace. Gli avrebbe tagliato la testa con un colpo ben assestato, se non fosse stato per una ragazza che le si parò davanti a braccia aperte, costringendola a fermarsi a pochi centimetri dalla sua gola.

«Sei impazzita?!» Le gridò, furente. L'uomo ne approfittò per sgusciare via, facendo per colpirla ad un fianco, prendendola alla sprovvista.

La ragazza che si era intromessa però gli sferrò un colpo alla testa con il manico di un coltello, facendolo barcollare e dando la possibilità ad Aenor di buttarlo a terra con un calcio. Assicurandosi che l'uomo restasse fermo puntandogli la spada alla gola, si girò di nuovo verso l'altra.

«Che ti salta in mente?!»

L'altra alzò le mani in segno di resa, rinfoderando l'arma. Portava un arco e una faretra piena di frecce sulle spalle, e due coltelli legati alla cintura, che cozzavano con gli abiti da Sorella della Chiesa che indossava. Aveva i capelli ramati tagliati a caschetto, due treccine che pendevano di lato. «Non c'è bisogno di uccidere nessuno, vero? Questi uomini si saranno chiaramente resi conto di non avere speranze...» Disse, lanciando un'occhiata verso gli uomini di Loghain, che si scambiarono uno sguardo terrorizzato. Uno di essi era tenuto da Alistair, che lo aveva disarmato colpendolo in piena faccia con lo scudo.

Aenor scosse la testa. «Non credo proprio.» Ringhiò, premendo l'arma contro la gola del capo. Quello singhiozzò terrorizzato, sentendo la lama spillare sangue.

«Ferma!» Le intimò la ragazza, afferrandole il braccio. Aveva una presa sorprendentemente salda.

«Ti consiglio di lasciarmi, o sarai la prossima.» La avvertì l'elfa in tono minaccioso, non togliendo lo sguardo dall'uomo a terra.

«Siete dei Custodi Grigi, vero?» Proseguì la ragazza, non accennando a mollare la presa. «Sono qui per aiutarvi, è il compito affidatomi dal Creatore.»

Aenor scoppiò a ridere. «Come hai detto?»

«Il Creatore mi ha parlato, devo venire con voi, aiutarvi a sconfiggere il Flagello.»

«Oh, allora è tutto a posto.» La prese in giro Aenor, allontanando però di poco la spada dall'uomo. «Le voci nella tua testa ti dicono di seguirci, prego, aggregati pure.»

«Sul serio?» Le chiese l'altra, sorpresa.

«No.»

Aenor si girò nuovamente verso l'uomo, sollevando la spada e conficcandogliela nel collo con forza. Si girò poi verso gli altri, estraendo la lama e puntandola verso di loro. «Voi siete i prossimi.» Annunciò, prima di caricarli roteando la spada con agilità e troncare un braccio di quello più vicino, che cadde a terra con un urlo assordante. Alistair tagliò la gola a quello che teneva prigioniero, mentre Falon ne azzannava un altro alla gamba. Alla fine, ne restò solo uno.

«Pietà! Pietà, vi prego!» Urlò terrorizzato, tenendosi le mani sopra la testa, le armi abbandonate a terra. «Non uccidetemi, non volevo nemmeno venirci, qui! Seguo solo gli ordini!»

Aenor lo tirò su afferrandolo per il colletto. «E allora avresti dovuto farti furbo, e scappare.»

«Vi prego, lasciatemi andare! Non dirò nulla a nessuno, lo giuro...»

«Di certo lui da solo non costituisce un pericolo.» Si intromise nuovamente la ragazza vestita da sorella della Chiesa.

«Correrà da Loghain nel momento stesso in cui lo lasceremo andare.» Ribattè Aenor, sollevando la spada per dargli il colpo di grazia. L'altra le urlò di nuovo di fermarsi, ma l'elfa la ignorò, staccando la testa dell'uomo con un colpo netto.

Pulì il sangue dalla lama con uno straccio preso da un tavolo, per poi voltarsi verso l'oste, estraendo altre cinque monete d'argento dalla sacca che portava alla cintura. «Per il disturbo.» Disse, lanciandogliele sul bancone e afferrando il sacco con le provviste che l'uomo aveva loro preparato, per poi uscire dalla taverna.

«Qualcuno parlerà.» Le disse Alistair mentre cercavano un posto dove mangiare qualcosa, appena fuori città. «La notizia non tarderà ad arrivare fino a Denerim.»

«Bene.» Ribattè Aenor, buttandosi a terra e rovistando nella sacca alla ricerca di un pezzo di carne secca. «Racconteranno anche di come li abbiamo massacrati, e questo terrà lontani i prossimi.»

«Non ci conterei troppo.» Commentò il ragazzo, sedendosi anche lui e prendendole la sacca, tirandone poi fuori un pezzo di pane e uno di formaggio.

Falon uggiolò, sentendosi ignorato.

«Qualcuno nutra il sacco di pulci, almeno sta zitto.» Disse Morrigan, seduta poco distante.

L'elfa diede al cane un osso con dei brandelli di carne ancora attaccati, che il mabari si mise a sgranocchiare di gusto di fianco a lei.

«Hai visto gli incarichi sulla Bacheca del Cantore?» Le chiese Alistair. «Davano una ricompensa di tre monete d'oro per chiunque avesse liberato la zona settentrionale dai ragni giganti.»

A quelle parole, Aenor rabbrividì, i ricordi della caverna che lei e Tamlen avevano esplorato ancora vividi. Odiava i ragni, non li aveva mai potuti sopportare, figuriamoci dopo quanto era accaduto. «Non ho intenzione di avvicinarmi a quei cosi.» Decretò.

«Beh, c'era anche una ricompensa per eliminare qualche bandito, verso il bivio per Redcliffe.» Continuò il ragazzo.

«Altri banditi?» Chiese lei con una smorfia. «Questo posto è sempre meglio.»

«Ci farebbero comodo altri soldi...» Cercò di convincerla l'altro.

«Lo fai solo per proteggere gli inutili abitanti di questo villaggio, Alistair, non prendiamoci in giro.» Disse Morrigan, intromettendosi nel discorso.

«E che ci sarebbe di male in questo?!» Ribattè offeso lui. «Solo perchè tu non hai mai provato emozioni, non significa che noialtri dobbiamo essere insensibili quanto te!»

Prima che potessero rimettersi a bisticciare, Aenor si alzò in piedi di scatto. «Va bene!» Sbottò, mettendoli entrambi a tacere. «Elimineremo questi banditi e prenderemo la ricompensa.»

Si diressero a nord, verso seguendo al riva del fiume e sbucando dietro ad un campo, già depredato di ogni cosa commestibile che vi crescesse un tempo.

«Dovrebbero essere da queste parti...?» Disse Alistair, guardandosi attorno e indicando una collina di fronte a loro. «Forse si nascondono lì dietro.»

«Fidati, appena vedranno tre avventurieri, ci piomberanno addosso in un attimo.» Gli assicurò Aenor con un mezzo sorriso.

Trovarono i banditi dopo nemmeno un'ora, quando vennero attaccati in quella che i malviventi credevano fosse un'astuta imboscata. Dopo un acceso scontro, l'ultimo di essi, il capo probabilmente, si buttò a terra, implorando pietà.

«Non credo proprio.» Disse Morrigan con un ghigno divertito, roteando il suo bastone magico e sparando un getto di scintille sull'uomo che, già ferito, collassò in preda agli spasmi.

Aenor gli frugò nelle tasche, recuperando alcune monete e una chiave. Il forziere, che trovarono nascosto dietro una roccia poco più avanti, conteneva un paio di gioielli dall'aria costosa, che avrebbero potuto vendere per ricavarne un buon gruzzoletto, e un pugnale dall'elsa decorata.

«Carino.» Commentò l'elfa, mettendoselo nella cintura. «Bene, direi di avviarci a prendere la nostra ricompensa...»

Sulla strada di ritorno per il villaggio, un folto gruppo di contadini tagliò loro la strada.

«Voi siete i Custodi Grigi.» Disse uno di quelli, armato di un coltellaccio da macellaio.

«Prendiamoli!» Urlò qualcun altro dal fondo del gruppo.

Aenor sollevò un sopracciglio, squadrandoli. Erano una dozzina di persone, forse un paio di più, indossavano vestiti da tutti i giorni ed erano armati solo di piccoli coltelli da lavoro o attrezzi per coltivare i campi. Si scambiò uno sguardo con Morrigan, divertita.

«Davvero pensate sia una buona idea?» Chiese loro a voce alta.

«Abbiamo appena fatto fuori dei banditi, poco più avanti, e praticamente non ci siamo fatti un graffio.» Rincarò la dose Alistair. «Fatevi da parte, non vale la pena morire per niente.»

«Non è niente di personale, ser!» Rispose un uomo anziano, che quasi non si reggeva in piedi. «La ricompensa che ha offerto Teyrn Loghain sfamerà tutte le nostre famiglie...»

Si fecero avanti in cinque, correndo verso di loro.

Aenor ne falciò via due con estrema facilità, roteando la spada intorno a sé e tagliando le loro carni prive di armatura come se fossero fatte di burro. Alistair ne aveva stordito uno con lo scudo, colpendone un altro con la spada: caddero entrambi a terra, privi di sensi ma vivi. L'ultimo venne attaccato dal mabari, che si gettò sulla gamba dell'uomo con un ringhio feroce, facendolo urlare di dolore e accasciare al suolo, cercando di liberarsi dalle mascelle potenti del mastino.

Alla vista della scena, gli altri si fermarono, intimoriti.

«Ultima possibilità.» Avvisò l'elfa minacciosa, la punta della spada tenuta alta verso di loro.

Quelli si scambiarono uno sguardo spaventato. Un paio di essi scapparono via verso il villaggio, ma l'uomo anziano che aveva parlato prima cacciò un urlo, zoppicando verso di loro, il coltello alzato.

Aenor scosse la testa, roteando l'arma e mirando al collo. Un tonfo sordo segnalò che il colpo era andato a segno, ma lei si era già avventata contro il successivo.

In pochi attimi, era finita.

Si guardarono attorno, in un lago di sangue. Alcuni gemevano di dolore, ma la maggior parte era morta o priva di conoscenza.

«Potevi anche non ucciderli.» Commentò Alistair, guardando i cadaveri con disgusto.

«Li avevo avvertiti.» Rispose secca l'elfa. Sputò per terra un grumo di sangue, pulendosi il labbro tagliato dove uno dei banditi di prima era riuscita a centrarla con una testata. «Stupidi shemlen.»

Mandarono Alistair a recuperare i soldi della taglia sui banditi, mente Morrigan e Aenor trovavano un posto dove accamparsi la notte.

Il ragazzo tornò dopo poco tempo, sedendosi accanto alla compagna e lanciandole il sacchetto con le monete appena recuperate. «Hai dato un'occhiata ai Trattati?» Le chiese. «Dovremmo decidere dove andare.»

«Credevo che volessi andare a Redcliffe.»

«Sì, beh, ma ci sono anche altri a cui potremmo chiedere aiuto. Elfi, nani... Magari c'è scritto qualcosa di utile su come effettivamente usare i Trattati.»

«E allora perchè non li hai guardati tu?» Ribattè lei, prendendo un sorso d'acqua.

«Li hai tu nella borsa. Pensavo li avessi tenuti per guardarteli con calma.»

“Oh, già”. Con tutto quello che era successo da quando li avevano trovati, si era dimenticata di averli tenuti in borsa e non averli nemmeno consegnati a Duncan. Li estrasse dalla tracolla, erano un po' stropicciati, ma la custodia in pelle sembrava resistente e impermeabile.

«Tieni.» Disse dandoli ad Alistair.

L'altro allungò la mano, sfogliandoli. «Hm, non c'è niente di utile, a parte che siamo in grado di chiedere soldati a chiunque, durante un Flagello. Potremmo pure invocare il diritto di coscrizione...»

«Scordatelo.» Lo interruppe Aenor con voce dura. Ancora le bruciava essere stata trascinata via dal suo clan, non avrebbe fatto la stessa cosa.

«Scusa. Mi ero dimenticato...» Alistair si grattò la nuca, a disagio. «Com'era? Il tuo clan, intendo.»

Aenor si alzò di scatto. Non le andava di parlarne. «Vado a riempire le borracce.» Disse, facendo segno a Falon di seguirla. Il mastino si alzò, seguendola scodinzolando verso il fiume.

Finirono per ripercorrere la città per intero, uscendo dalla parte opposta da cui erano arrivati. Una gabbia attirò la sua attenzione, era grossa, abbastanza da tenere un uomo al suo interno, ma non permettergli di stare seduto. Si avvicinò, incuriosita.

Da dietro le sbarre, un uomo più alto di qualsiasi altro lei avesse mai vista alzò lo sguardo, puntando un paio di occhi viola nei suoi. Era albino, dalla pelle scura e portava i capelli acconciati in treccine legate dietro la nuca in una coda di cavallo.

«Non sei una degli altri umani di questo villaggio.» Ruppe il silenzio quello. «Chi sei?»

«Aenor.» Rispose lei. «Sono un'elfa, dei Dalish.»

«E cosa ci fai qui, Aenor dei Dalish?» Le chiese di nuovo l'uomo. «Sei venuta a deridermi, e insultarmi come gli altri?»

L'elfa si avvicinò ulteriormente alla gabbia. «Perchè dovrei?» Il mabari annusò l'uomo, incuriosito. «Anzi, perchè sei stato chiuso qui dentro?»

«Ho ucciso dei contadini.» Rispose il prigioniero. «E sono stato condannato ad aspettare qui l'arrivo della Prole Oscura.»

Aenor soppesò la sua risposta. «Come mai li hai uccisi?»

L'altro sospirò, come se considerasse tutto ciò una grande scocciatura. «Sono stato preso dal panico, e quei contadini erano nelle vicinanze.»

«Sembra che tu sia più che in grado di usare una spada.»

«Lo sono. Perchè ti interessa?»

«Sono un Custode Grigio. Io e i miei compagni stiamo cercando di fermare il Flagello.» Spiegò lei.

«Ho sentito parlare dei Custodi Grigi. Sono stato mandato qui per indagare su questo Flagello e il mio compito era tornare dall'Arishok con delle risposte.»

Aenor non aveva idea di chi o cosa stesse parlando. «Chi?»

«L'Arishok, è come un re, per noi Qunari.»

“Qunari?!” Non ne aveva mai incontrato uno, ma erano rinomati guerrieri di forza straordinaria, temuti in tutti i paesi. La loro guerra contro il Tevinter andava avanti da centinaia di anni... Guardò il lucchetto della cella. Non sembrava ci fosse modo di romperlo facilmente.

«Chi ha le chiavi?» Gli chiese.

«La vecchia della Chiesa.»

L'elfa annuì, per poi allontanarsi in direzione della Chiesa. Avrebbe chiesto alla vecchia di darle le chiavi, con le buone o meno.

«Che avevi da confabulare con quel Qunari?» Le chiese una voce.

Si girò di scatto, portando istintivamente una mano dietro la schiena, afferrando la spada. Un uomo era di fronte a lei, i capelli neri e la barba curata tenuta corta, gli occhi che brillavano divertiti.

«Hei, non preoccuparti, non stavo andando a fare la spia!» Si affrettò a dire quello. «Nemmeno io ho tanto affetto per la Chiesa.»

«Ah sì? Buon per te.» Tagliò corto l'elfa, facendo per andarsene.

«Non ti darà mai le chiavi, lo sai vero?» La inseguì lui, affiancandola. «Ti conviene aprire il lucchetto adesso, senza che nessuno ti veda.»

Aenor si fermò, scocciata. «Non so scassinare una serratura, e a meno che tu non ti stia offrendo di farlo...» Gli fece chiaramente segno di levarsi di torno.

L'altro sfoderò un sorriso accattivante. «Ci sono altri modi per aprire quella gabbia.» Disse, facendole l'occhiolino. «Coraggio.»

Tornarono di fronte al Qunari, che li squadrò privo di espressione. «Cambiato idea?» Le disse.

Aenor incrociò le braccia, voltandosi verso lo scocciatore. «Allora?»

L'uomo le sorrise un'altra volta, prima di allungare entrambe le mani sulla serratura. Quelle brillarono come di luce propria, e uno spesso strato di ghiaccio comparve sul metallo.

«Prova a colpirlo, con tutta la forza che puoi.» Le disse, ignorando la sorpresa sul volto dell'elfa.

«Sei un mago!» Esclamò lei, portando nuovamente la mano dietro la schiena e afferrando la spada.

«E tu sei un Custode Grigio.» Ribattè lui, per nulla impressionato. «Vi ho visti, alla locanda. Avete bisogno di tutto l'aiuto possibile, con l'intero regno che vi crede traditori... persino di quello di noi maghi eretici.»

L'elfa rimase con la mano attorno all'elsa, incerta sul da farsi.

«Non dirò nulla, se tu farai lo stesso.» Proseguì l'uomo. «Ora, se ti dai una mossa...»

Aenor si decise a lasciare la presa sull'arma, chinandosi a prendere un sasso da terra e picchiandolo con tutta la forza che aveva sul lucchetto, che si ruppe al secondo colpo. Il Qunari, però, rimase all'interno, scrutando il mago con aria torva.

«Guarda che puoi anche uscire.» Gli disse quello. «Sei libero.»

«Mi sono fatto catturare di mia volontà.» Ribattè il Qunari. «E non mi fido dei maghi.»

L'uomo si strinse nelle spalle. «Credo mi metterò a piangere.»

«Invece di aspettare di morire dentro una gabbia, puoi aiutarci a fermare la Prole Oscura.» Disse Aenor al Qunari. «E se proprio ci tieni a morire, potrai farlo combattendo uno di quei mostri. Comuque, la scelta è tua, fai come vuoi.»

Quello sembrò rifletterci, ma poi chinò il capo. «Va bene, Aenor dei Dalish. Sono Sten.»

L'elfa annuì a sua volta. «Andiamo.»

«Beh, sembra che io abbia compiuto la mia buona azione della giornata.» Commentò l'uomo, grattandosi la barba. «Ora me ne vado. Buona fortuna nel salvare il mondo.»

«Lothering sarà presto invasa.» Lo fermò Aenor. «Faresti meglio ad andartene, finchè sei in tempo.» Gli consigliò, anche se era una cosa ovvia da dire.

L'altro alzò una mano, come a scacciare una mosca. «Tranquilla, me la caverò.» Le disse, voltandosi e iniziando ad allontanarsi. «Non è così semplice ammazzare noi Hawke!»

L'elfa scosse la testa. “Che tipo bizzarro”, pensò, mentre lei e il Qunari tornavano verso Alistair e Morrigan. «Ti servirà una spada.» Disse Aenor a Sten. «E un'armatura.»

«Già.» Rispose laconico l'altro.

«Abbiamo recuperato una buona spada, prima, in mano a dei briganti. Puoi prendere quella.»

«D'accordo.»

In silenzio, arrivarono dagli altri, per trovare che c'era qualcuno di sgradito.

La ragazza della taverna era seduta di fianco ad Alistair, ed erano impegnati in una fitta conversazione. Entrambi alzarono lo sguardo al loro arrivo, sorpresi della presenza del gigante albino.

«E lui chi è?!» Chiese Alistair, scattando in piedi.

«Lui è Sten.» Rispose Aenor. «Piuttosto, chi ha invitato la pazza?»

«Non guardare me. Di casi umani già ne abbiamo uno...» Si intromise Morrigan, guardando la ragazza dai capelli rossi con schifo malcelato.

«Hei!» La redarguì il ragazzo. «Se ci vuole dare una mano, perchè no?»

«Perchè parla con le voci nella sua testa, Alistair.» Rispose tagliente l'elfa.

La ragazza tossicchiò, schiarendosi la voce. «Non ho mai detto di parlare con delle voci.» Obiettò. «Il Creatore mi ha dato un compito, e io ho intenzione di seguirlo. Fatemi venire con voi.»

Aenor alzò la voce. «Scordatelo.»

«Sei una Dalish, vero?» Le chiese quella. «So che non credete nel Creatore, ma potrei esservi utile. Hai visto di cosa sono capace, posso tirare con l'arco, usare i pugnali, aprire lucchetti e cose del genere... Nessuno qui ha le mie stesse abilità. E non importa perchè lo faccio, l'importante è che io vi voglia aiutare, no?»

«Dai, Aenor, Leliana ha ragione!» Rincarò la dose Alistair, rivolgendole uno sguardo supplichevole.

«Perchè ti interessa tanto?» Sbottò l'elfa.

«Perchè nessuno parla mai con me, e magari lei mi spiegherà come chiacchierare con le voci nella mia testa, per scacciare a solitudine.» Rispose lui, cercando di fare lo spiritoso. «Anche tu hai reclutato lui, no?» Disse, indicando Sten, che nel frattempo era rimasto in piedi, in disparte e in silenzio.

L'elfa sospirò. «D'accordo. Ma non voglio sentire una singola parola sul Creatore, su missioni divine e quant'altro. E una volta arrivati a Redcliffe...» Si interruppe bruscamente. Non sapeva se fosse ancora dell'idea di andarsene, ma non poteva certo dirlo ad alta voce. «Una volta arrivati a Redcliffe, vedremo cosa fare dopo.» Concluse, prendendo il suo zaino e mettendoselo su una spalla. «Dobbiamo andare, comunque. Tra poco ci verranno a cercare.»

«Perchè, che altro hai fatto?» Le chiese Alistair, allarmato.

«Niente di che, ho solo liberato Sten, qui, da una gabbia dove la Chiesa lo aveva rinchiuso.»

Ignorando le accese proteste del ragazzo, fece segno a Morrigan di spegnere il fuoco.

«Ho portato un mulo.» Si intromise Leliana, indicando un animale che ruminava poco distante. «Ho pensato che fosse una buona idea, calcolando quante cose dovremmo portarci dietro durante il viaggio...»

«Anche questo te l'hanno suggerito le voci?» La sbeffeggiò Morrigan, avvicinandosi però all'animale per caricarlo delle sue cose.

Ben presto, furono di nuovo sulla Via Imperiale, svoltando a sinistra al crocevia, diretti a Redcliffe. Alistair provò a chiedere a Sten per quale motivo fosse stato incarcerato, ma il qunari continuò ad ignorarlo smaccatamente, il volto una maschera impassibile.















Note dell'Autrice: La breve comparsa di Hawke ci tenevo un sacco a metterla, adoro Garrett. E anche Leliana e Sten si aggiungono al gruppo. Ogni commento o critica, come sempre, è ben accetto! 

A chi interessasse, ho disegnato i vari protagonisti, trovate i link in fondo ai capitoli delle rispettivi Origini! :)

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: LysandraBlack