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Autore: Mr Lavottino    11/09/2017    4 recensioni
STORIA AD OC
"Un'altra giornata lavorativa stava per iniziare per Chris, autista di un pullman, che, invece di essere contento ed eternamente grato a una qualche divinità per il lavoro trovatogli, in maniera piuttosto miracolosa, si lamentava con se stesso, sbattendo le palpebre più volte per via del sonno.
Erano a malapena le sei e lui, come di consueto, doveva eseguire il, noiosissimo, giro degli isolati per caricare gli studenti che sarebbero andati a scuola."
Un autista e alcuni studenti rimangono bloccati su un autobus per "cause sconosciute", riusciranno a salvarsi o soccomberanno per via delle entità?
*STORIA IN REVISIONE*
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Furry | Contesto: Contesto generale
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Quando era successo, precisamente? Poco dopo la morte di Valeria, o meglio, poco dopo il ritrovamento del suo cadavere. In quell'istante aveva preso possesso del corpo di Chris, il quale era svenuto. Successivamente aveva aperto il bus, permettendo ai ragazzi di esplorare la zona circostante.
Aveva provato a mantenere lo stesso carattere dell'autista, ma alla fin fine la sua voglia estrema di salvarli l'aveva costretto ad allontanarsi da quella che era la condotta del moro.
Era stato perfino costretto a parlare del suo stesso omicidio utilizzando la faccia del'assassino. Inizialmente era shockato ma alla fine venne praticamente costretto a dirlo, causa la possibile morte di Skarah.
Non ricordava nemmeno il momento in cui aveva stretto quella specie di "alleanza" con Satana. L'unico frammento della loro conversazione di cui aveva memoria era uno degli ultimi. Un litigio. Il diavolo voleva ucciderli, mentre a lui non andava bene.
Voleva semplicemente spaventare Chris, facendogli capire il suo errore. E, dopo aver visto la sua faccia quando aveva trovato il cadavere di Valeria, capì di starsi spingendo troppo in là. I ragazzi erano innocenti e coinvolgerli ulteriormente sarebbe stato ingiusto. Purtroppo, però, era ancora un bambino, pertanto non riuscì a ribellarsi.
L'unica cosa che poté fare fu cercare di salvarli, con scarsi risultati.
Ed in quel momento stava piangendo, distrutto per aver perso altri due innocenti. Aveva legato con entrambi, soprattutto con Ronaldo. Questi erano riusciti a passare oltre il fatto che la colpa fosse totalmente di Chris, riuscendo a parlargli e a mettere le discussioni da parte.
Infondo gli era grato, perché lo avevano portato a redimersi.
Scosse la testa, interrompendo quei lunghi pensieri che gli avevano portato via fin troppo tempo, controllando la situazione. Era tutto come l'ultima volta: i mobili al medesimo posto, lo specchio totalmente integro e il lenzuolo del letto completamente sporco di sangue.
Si guardò intorno per un po', poi prese un altro mobile e lo mise affianco dell'altro davanti alla porta, cercando di aumentare la barricata. Dopodiché puntò dritto verso lo specchio, cercando di far azionare il portale.
- Che stai facendo?- domandò Skarah, incuriosita dallo strano atteggiamento dell'autista. Il moro esitò, ma alla fine decise di informarle, così da poter ricevere un eventuale aiuto.
- Il portale è questo. Dobbiamo solo trovare un modo per aprirlo.- disse, tentando di essere il più chiaro e coinciso possibile. Le due rimasero a bocca aperta per qualche istante, rimanendo tuttavia in silenzio. Osservarono il punto indicato da Chris, costatando che la salvezza era talmente vicina che potevano quasi toccarla. L'unica cosa a separarli dalla loro normale vita era quella minuscola parete, che in quell'istante stava riflettendo i loro volti.
- Hai qualche idea?- chiese Lorde, sorprendendo i due visto che non parlava praticamente dal giorno prima.
- No. Però per un istante si era aperto.- portò la mano sotto il mento, cercando di riflettere con accuratezza. L'unica cosa che ricordava era che, quando ciò era avvenuto, lui stava bazzicando con gli oggetti sulla mensola.
- Non c'è un interruttore o qualcosa di simile?- Skarah si guardò intorno, alla ricerca di un eventuale pulsante da dover premere.
- No, non credo.- l'autista tagliò corto, sentendosi a priori di escludere tale opzione. Effettivamente era piuttosto surreale e, oltretutto, era da escludere poiché quando il portale si era aperto la scorsa volta nessuno dei due aveva cliccato niente.
I tre si persero in una lunga ricerca, durante la quale non riuscirono a trovare nulla di utile. Sentivano il rumore degli zombie, proveniente da fuori, farsi sempre più intenso, come se fossero pronti a sfondare la porta e ad aggredirli.
Poi, dopo qualche attimo, udirono un rumore particolare. Era una voce maschile.
- Toh, quindi siete giunti alla stanza, eh?- si voltarono più volte, tentando di capire da dove provenisse, ma non sembrava esserci nessuno fatta eccezione per loro.
- Chi è?- domandò Chris, senza aspettarsi effettivamente una risposta, che invece arrivò.
- Lucifero, il Diavolo, Satana, il vecchio del pullman o come preferite chiamarmi. Noto che ce l'avete fatta. Beh, però non è ancora finita. Dovete capire come azionare il portale.- la voce si lasciò andare ad una leggera risatina, cosa che inquietò non poco i tre. Continuarono a guardarsi intorno, senza però trovare un papabile interlocutore.
- Tu sai come si fa?- Skarah prese coraggio e cercò di parlargli, balbettando leggermente per via dell'insicurezza, dovuta alla paura.
- Ovviamente.- tagliò corto, ridacchiando. - Però credo sia il momento di ristabilire l'equilibrio.- non capirono subito a cosa stesse alludendo, almeno finché un raggio di luce investì Chris, costringendolo a coprirsi il volto con le mani. Questa rimase fissa su di lui per una decina di secondi, poi scomparve senza lasciare alcuna traccia.
Quando il moro riaprì gli occhi rimase quasi shockato. Davanti a lui c'era Andy, in una forma strana, quasi come se fosse composto di luce. Il bambino si girò in sua direzione, ridendo.
L'autista si toccò la faccia, costatando che, finalmente, aveva riottenuto il suo corpo. Aveva assistito da spettatore fino a quel momento, intrappolato nella sua coscienza per causa dell'entità. Sospirò, accasciandosi contro un muro con fare stanco.
- Che diavolo succede? Perché lui è uscito dal corpo di Chris?- Lorde balbettò la frase, tentando di finirla, riuscendoci per miracolo. Il moro non se ne era reso conto, ma la figura del bambino era uscita direttamente da di lui, cosa che gli altri avevano notato.
- Era stato posseduto. Andrew aveva preso il controllo del suo copro.- spiegò il demone, continuando a ridere. Le due rimasero un po' interdette, tentando di capire quelle parole. I loro occhi passavano dal corpo dell'autista a quello, illuminato, del bambino. Tutto ciò, se esamino con la giusta attenzione, poteva tornare. L'improvviso cambiamento di carattere avuto dal moro era a dir poco strano ma non gli avevano dato troppa importanza, classificandolo come "istinto di sopravvivenza".
- Quindi? Cosa succederà?- domandò Skarah, la quale era esitante nel ricambiare lo sguardo che Andrew le aveva rivolto.
- Ha infranto gli accordi. Gli aspetta l'inferno.- i tre si voltarono verso il castano, che stava ridacchiando, consapevole di ciò.
Come già detto, non ricordava quando avevano stretto il patto, ma sapeva alla perfezione cosa sarebbe successo se lo avesse infranto.
Improvvisamente un altro fascio di luce colpì Andrew, questa volta di colore rosso. Accadde tutto in pochi attimi, un ultimo urlo disperato da parte di Chris e una lacrima, scesa dagli occhi del bambino.
- Scusami, Andrew.- l'entità nemmeno rispose, limitandosi a sorridergli. Non poteva perdonarlo e, sinceramente, mai avrebbe voluto farlo. Però sapere che, perlomeno, si era pentito di ciò che aveva fatto lo aveva reso più felice.
Che poi Chris era sempre stato colto da continui rimorsi, ma mai era riuscito a parlarne, ammettendo quindi le sue colpe.
Dopo di ciò tutto tornò come prima. Un silenzio abissale si insinuò nella stanza, interrotto solo dai continui lamenti emessi dagli zombie fuori alla porta.
- Buona fortuna.- sussurrò l'entità malvagia, per poi sparire definitivamente.
Chris si sedette sul bordo del letto, facendo attenzione a non entrare in contatto con la gigantesca macchia di sangue presente sul lenzuolo. Osservò un po' la stanza, senza aspettarsi di trovare chissà che, giusto per riabituarsi al suo corpo.
Camminare gli era leggermente difficile, così come muovere le braccia velocemente. Era stato rinchiuso nel suo subconscio per tutto quel tempo, pertanto i suoi sensi si erano arrugginiti.
Aveva assistito ad ogni scena. Perfino alla confessione fatta da Andrew su l'omicidio. Si era sentito uno schifo e, in quel sogno, aveva chiesto apertamente scusa, tentando di farsi perdonare, seppur consapevole che fosse pressoché impossibile.
L'unico perdono di cui aveva bisogno era il suo. Doveva accettare lo sbaglio fatto e provare a ripartire, cosa che era stato in grado di fare grazie alla prigionia all'interno della sua mente.
Rilassò i muscoli, cercando di riacquistare il possesso del proprio corpo, divenendo così in grado di controllarlo correttamente, seppur in maniera parziale.
I rumori provenienti da fuori si facevano sempre più forti, così come i colpi che la porta stava subendo. Non avevano più tempo, necessitavano di trovare una soluzione al più presto possibile. Ormai solamente Lorde stava cercando una via d'uscita, mentre gli altri due si erano fermati, troppo occupati a riempirsi la testa di paranoie.
La bionda si accorse del loro atteggiamento e, presa dallo sconforto, tirò fuori un lato del suo carattere che nessuno pensava avesse. Afferrò una foto, probabilmente dei genitori di Andrew, e la lanciò contro l'anta dell'armadio, frantumandola.
- Che cazzo state facendo? Piuttosto che perdere tempo, cercate di aiutarmi!- strillò, richiamando la loro attenzione. Stette ferma per qualche attimo, per riprendere il fiato, poi riprese la ricerca, venendo lentamente raggiunta sia da Chris che da Skarah.
Si guardò per un istante la mano notando un leggero taglio, sul palmo, causato dai frammenti di vetro. Cercò con lo sguardo un qualcosa con cui asciugarsi e, dopo qualche attimo di esitazione, decise di utilizzare il lenzuolo che, seppur sporco, era l'unica cosa che non avrebbe macchiato perennemente.
Non appena la sua pelle venne a contatto con il tessuto sentì Chris urlare. L'autista aveva la faccia rivolta verso lo specchio che, inaspettatamente, si era illuminato, rendendo visibile l'immagine del bus. Il portale si era aperto. La ragazza sobbalzò, portando istintivamente le mani sulla bocca, però, in quel preciso istante, l'immagine scomparve, lasciando spazio al solito riflesso.
Per qualche secondo rimase un po' stranita, poi provò a riappoggiare il palmo sul lenzuolo, ottenendo il risultato sperato.
Il portale si riaprì, lasciando intravedere tutto ciò che vi era al di fuori. Urlò di gioia, informando i due.
- Si apre con il sangue!- disse, facendo dipingere un'espressione felice sul volto, di quelle che da tempo immemore non aveva.
- Come, scusa?- chiese Skarah, la quale non aveva ancora compreso a pieno dove volesse andare a parare.
- Guardate.- fece lo stesso gesto di prima, dimostrando come, non appena la sua ferita entrava in contatto con il lenzuolo, lo specchio si illuminava. I due furono colti da un impeto di gioia, che venne però prontamente bloccato.
- Non pensavo ci sareste riusciti.- la voce del demone si insinuò nelle loro teste, interrompendo i loro festeggiamenti. - Ebbene sì, il portale si attiva tramite il sangue umano. Però, più precisamente, necessitava di una vittima sacrificale. Per permettere agli altri di attraversare il portale serve che il corpo resti a contatto con il letto. Pertanto, uno di voi dovrà restare qui.- i tre si guardarono straniti, mentre la voce ridacchiava, consapevole che si sarebbe, molto probabilmente, divertita.
Nessuno di loro tre voleva morire.
Lorde doveva vivere per Hiro, così da non rendere vano il suo sacrificio, e anche un po' per sé stessa. Era leggermente egoista e lo sapeva bene. Ma non le interessava. Ormai la necessità di sopravvivere era per lei essenziale. Voleva a tutti i costi uscire da quell'inferno e avrebbe combattuto fino all'ultimo per riuscirci.
Per Skarah era lo stesso. Aveva assistito alla morte di Pitch e questa l'aveva convinta a voler uscire da lì. Poi, molto probabilmente, si sarebbe tolto la vita, infondo non le restava più niente e restare viva in quelle condizioni sarebbe stato pericolosissimo.
Però voleva assolutamente riuscire a scappare, così da poter alzare, almeno una volta nella vita, la testa in alto e dire di essere stata capace di fare qualcosa.
Chris, tra i tre, era il più egoista. Ora che si era perdonato il crimine commesso voleva tornare alla sua vecchia vita, come se nulla fosse successo. Sapeva bene che, almeno fin quando Andrew aveva preso il possesso del suo corpo, si sarebbe volentieri sacrificato, ma ora che possedeva piena coscienza delle sue azione era arrivato alla conclusione di voler vivere. Al costo di uccidere le altre due. Al costo di macchiarsi ancora le mani con dei crimini. Non gli importava di chi era morto, non più.
Ormai era diventata una battaglia che non avrebbe perso, o almeno così si era convinto.
I tre si allontanarono uno dall'altro, consapevoli che avrebbero dovuto lottare con i denti per la sopravvivenza.
- Buona fortuna.- disse la voce, per poi scomparire per sempre. Fu come il "via" in un videogame. Dopo quelle due parole iniziarono a scrutarsi, tentando di capire chi di loro dovesse rimanere lì.
- Sentite, perché non sorteggiamo? Almeno non saremo costretti ad ucciderci a vicenda. Tiriamo un dado e via.- Skarah prese la situazione in mano, tentando di calmare gli spiriti. Era la scelta più logica, seppur fosse da stupidi mettere la propria vita nelle mani di un piccolo cubo a sei facce.
La mora estrasse l'oggetto dall'astuccio, facendolo vedere agli altri due. Questi si guardarono per un po', poi acconsentirono con un gesto della testa.
- Chi fa il numero più basso rimane qui.- spiegò, senza ottenere risposta dai due, troppo presi dalla competizione. Il cuore di tutti e tre batteva a mille, tanto che non si sarebbero presi se fossero stati colti da un infarto.
- Inizio io. - Lorde si fece passare il piccolo cubo, tenendolo per mano per un po'. Osservò tutte le facce, pregando che uscisse un numero abbastanza alto da permetterle di rimanere in vita. Chiuse gli occhi e prese un grosso respiro, poi lanciò il dado, osservando quanto fosse uscito solo dopo che il dado entrò a contatto con il pavimento.
Sei.
Per poco non le scappò un urlo di gioia. Trattenne l'entusiasmo, mentre il sangue di Skarah e di Chris si era completamente ghiacciato nelle loro vene.
- Tocca a me. - disse la mora, prendendo il piccolo oggetto da terra. Si morse il labbro, pregando in tutte le lingue che uscisse un numero abbastanza alto. Tirò l'oggetto, osservando la faccia all'in su.
Tre.
Esitò un attimo, consapevole che non fosse ne troppo alto ne troppo basso. Passò l'aggeggio a Chris, che lo osservava con fare riluttante. Se lo rigirò tra le mani per qualche istante, poi lo lanciò. Il dado girò su sé stesso diverse volte, eseguendo una sadica danza della morte che quasi fece strozzare il moro. Si fermò dopo una decina di secondi, facendogli gelare definitivamente il sangue.
Due.
Aveva perso. Era destinato a rimanere là dentro, alla merce degli zombie. Strinse i pugni e i denti, mentre le due sospiravano di sollievo. No, non lo avrebbe mai accettato. Con uno scatto veloce saltò addosso a Lorde, stringendo le sue mani intorno al collo della ragazza. Premette con forza, mentre sulla sua faccia si era dipinta un'espressione di mezzo tra il sadico e il disperato.
Invece Skarah, la quale stava assistendo alla scena senza fare nulla, era piuttosto riluttante. Non sapeva se intervenire o no. Se la bionda fosse morta lei si sarebbe salvata, mentre se fosse intervenuta c'era la possibilità che la rabbia del moro si riversasse su di lei.
Esitò un attimo, però alla fine il suo istinto umano prese il sopravvento. Afferrò un piccolo cofanetto, contenente dei gioielli, situato vicino allo specchio e lo sbatte contro la testa di Chris, facendogli allentare la presa su di Lorde. La ragazza si allontanò di scatto,iniziando a respirare con fatica e in maniera più veloce possibile.
Come da pronostico, l'uomo si alzò incamminandosi verso di lei. La situazione si invertì, facendola finire preda delle grinfie del moro. Tentò di allontanarlo, ma venne sopraffatta piuttosto facilmente. Il suo sguardo si poggiò su Lorde, che osservava la scena, intimidita.
Era tutto al contrario. Ora stava alla bionda decidere cosa fare.
Provare a salvare Skarah o lasciarla morire e salvarsi?
Lei avrebbe voluto far morire la mora, così da essere sicura della propria salvezza, ma sentiva dentro di sé una voce che la invitava a salvare quella che, qualche istante prima, l'aveva allontanata dalla morte certa.
Prese un pezzo di vetro, proveniente dalla foto che aveva rotto prima, e, dopo aver cacciato un urlo disperato, si fiondò su di Chris, infilzandogli l'oggetto nel collo. Dopodiché lo spinse via da Skarah, che non poté fare a meno di mettersi a piangere.
- Te lo dovevo.- disse la bionda, porgendole poi la mano per aiutarla ad alzarsi.
Le due prese il corpo del moro e lo gettarono sul letto, osservando lo specchio che pian piano rendeva visibile l'immagine dell'interno del bus.
Prese un grosso sospiro e, dopo qualche istante, si decisero ad attraversarlo. Ma, mentre le dita di Lorde stavano per entrare a contatto con l'immagine, questa sparì, lasciando ritornare il normalissimo riflesso. Si voltarono entrambe di scatto, notando che Chris, seppur gravemente ferito e pieno di sangue, si era alzato dal letto. Saltò addosso a Skarah, colpendole il volto con un pugno. Lorde fu presa alla sprovvista, motivo per cui venne messa a terra con facilità, anche lei da un colpo piuttosto violento dell'autista.
Però, improvvisamente, si sentì un rumore acuto e, dopo qualche attimo, la porta cadde, lasciando entrare gli zombie. Il moro si distrasse, permettendo a Skarah di rialzarsi. La ragazza lo spinse verso di loro che, noncuranti delle sue urla, lo aggredirono, stendendolo sul letto per poterlo mordere. Il portale si riaprì e, con un gesto rapido, Lorde entrò, lasciando fuori solo la testa. Invitò la mora a seguirla con un gesto della mano, ma quella si limitò a sorriderle.
La bionda non capì il perché di quel gesto ma, poco dopo, Skarah  le fece vedere il labbro. C'era un morso.
- Mi spiace, non posso venire.- disse,asciugandosi le lacrime che avevano iniziato a solcare le sua guance. Era stato Pitch. In quel breve istante in cui si erano baciati aveva sentito un leggero dolore che, dopo poco, si rese conto essere un morso. Ma non se ne pentiva, ne era arrabbiata con il castano, infondo era stata lei a volerlo baciare. Guardò la ragazza, poi si avvicinò lentamente e, con sorpresa della bionda, la spinse dentro, per poi frantumare lo specchio.
In quel momento Lorde capì il perché di quel gesto. Se il portale fosse rimasto aperto, cosa ovvia visto che Chris era stato steso sul letto, gli zombie sarebbero potuti entrare nella loro dimensione.
Si mise a piangere. Più che di tristezza, quello era un pianto di esasperazione. Era finita. Finalmente.
Era salva.
Gettò un'occhiata intorno a sé, notando un enorme atrio bianco. Non sapeva cosa aspettarsi, però il dubbio che, forse, avessero sbagliato qualcosa le era entrato in testa, motivo per cui rimase un po' interdetta.
Poi notò una figura familiare avvicinarsi.
Andrew.
Il bambino era nella stessa forma lucente in cui l'aveva visto prima. Questo si voltò verso di lei, le sorrise e infine parlò.
- Mi dispiace per ciò che ho fatto. Ma, per una questione egoistica, non posso dire di esserne pienamente pentito. Sono contento che almeno uno di voi sia riuscito a sopravvivere. E mi spiace per Chris. Non volevo finisse così. Infondo sapevo che non era possibile cambiarlo.- non appena finì il discorso rimase immobile, attendendo un'eventuale domanda.
- Cosa mi succederà?- chiese, intimorita.
- A breve verrai fatta tornare nella tua dimensione.- spiegò, facendole fare un sospiro di sollievo.
- Ho un'altra domanda.- attirò l'attenzione del fantasma, il quale si girò, sorpreso da tali parole.
- Dimmi pure.- la invitò a parlare con un gesto della mano.
- Perché sei così intelligente? Dovresti avere circa quattro o cinque anni. - questa era una domanda che si era posto per tutto il tempo. Come faceva un bambino ad essere così furbo? Poteva capire la violenza, infondo era pur sempre uno spirito tormentato, ma tale intelletto per un alunno delle elementari era impossibile.
- Sei, per la precisione.Ti ringrazio del complimento. Nel momento in cui si muore si ottiene l'eterna conoscenza. Tutto qui.- Andrew rise, divertito da quella domanda.
- Ah, ho capito.- disse Lorde, quasi vergognandosi di ciò che aveva chiesto.
- Ci siamo.- la sua espressione divenne seria, cosa che fece quasi spaventare la bionda. Una porta comparve davanti a loro. - Attraversala.- ordinò, indicandogliela con la mano.
- E a te cosa succederà?- chiese lei, vedendolo ridacchiare.
- Lo hai sentito prima. L'inferno.- sorrise, limitandosi a guardare la ragazza mentre entrava nella porta, per poi scomparire.
Era la fine, ma infondo era contento. Se lo meritava. Aveva commesso un grave peccato e, per le persone come lui, l'inferno era il posto migliore.
Sorrise per un ultima volta, poi vide una porta apparirgli davanti.
- Su, Andrew, non sarai l'unico. Anche David ha fallito.- una voce, ormai a lui fin troppo nota, richiamo la sua attenzione, facendogli fare una smorfia.
 Si avviò verso la porta e la attraversò, senza dire nemmeno una parola. 
 
 
Quando Lorde riaprì gli occhi si rese conto di non essere ne a casa sua ne sul pullman. Era in un letto. La prima cosa che vide fu un grande quadro rappresentante un prato verde, mentre alla sua destra c'era una finestra. La stanza era di un color bianco pallidissimo, motivo per cui necessitava di una ristrutturazione o almeno di una corretta tintura, ma dopo aver osservato le, grandi, crepe sulle mura si rese conto che forse sarebbe stato meglio rifarla da capo.
Notò, con la coda dell'occhio, uno strano aggeggio alla sua sinistra. Esso era un lungo pezzo di metallo nero che sorreggeva una sacca contenente un liquido, a lei non conosciuto, che veniva passato nelle sue vene. SI rese conto anche di un altro piccolo particolare. Un ticchettio, piuttosto forte, attirò la sua attenzione. Roteò, con troppa foga, la testa e sentì un dolore incommensurabile. Dietro di lei c'era un rettangolo nero nella quale venivano passate delle linee verdi altalenanti. Era tale oggetto a produrre quell'insopportabile suono.
Poi un uomo entrò nella stanza, cogliendola di sopresa.
Tentò di tirarsi su, ma venne prontamente fermata.
Questo indossava un camice bianco e ed aveva un'espressione felice sul volto. Lesse il nome sul suo cartellino, anche se non gli interessava particolarmente. Dottor Trent Davis.
- Riposati, ti sei svegliata solo oggi dopo una settimana di coma. - disse quello, lasciandola stranita. Non fece domande, anche perché aveva la bocca completamente impastata.
Improvvisamente la porta si aprì di colpo, lasciando intravedere una figura che conosceva bene, fin troppo bene. Cresta verde, occhi celesti e pieno di piercing, come confonderlo?
- Lorde! Grazie al cielo ti sei svegliata! Tra poco anche la mamma e Aileen saranno qui!- gridò, avvicinandosi rapidamente al letto. La guardò, quasi con le lacrime agli occhi. Qualche istante dopo entrò una ragazza, anch'essa a lei ben nota. Capelli neri con meches blu, aspetto gotico e pelle cadaverica.
- Duncan! Non parlarle così rapidamente!- sgridò il ragazzo, mettendosi a sedere su una delle sedie presenti nella stanza. - Ben risvegliata, Lorde.- disse, sorridendole.
- Su, Gwen, sono solo preoccupato per la mia sorellina!- controbatté quello, andandosi a sedere accanto a lei. Le prese la mano, per poi dilettarsi in un breve, ma intenso, bacio.
- Potete andare a fare quelle cose da un'altra parte?- commentò, con le poche forze che aveva. I due ridacchiarono, avvicinandosi a lei.
- Bentornata, Lorde.- la bionda, non appena sentì quelle parole, scoppiò a piangere. Un pianto di frustrazione, di sfogo ma soprattutto di felicità.
- Sì, ce l'ho fatta.- disse, per poi affondare tra le braccia del fratello.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ed ecco la (corta) fine.
Ebbene sì, questo capitolo è piuttosto colto ma, ovviamente, c'è un suo perché. Ho preferito farlo più corto, si parla di pagine word, per dare più importanza alle scene descrittive.
Infatti è corto ma piuttosto lungo.
Ma, tralasciando queste sciocchezzuole, arriviamo al fulcro del chappy. Si scopre che il vero Andy si era impossessato di Chris e che la vera mente malvagia dietro tutto questo era il Sig. Satana, wow! Poi, Lorde smatta, i tre capiscono uno di loro si dovrà sacrificare per la sopravvivenza degli altri due, tirano un dado, Chris cerca di uccidere Lorde, poi ci prova con Skarah ma fallisce nuovamente. Alla fine gli zombie entrano e se magnano l'autista (poor guy). Poi si scopre che la moretta era infetta (Pitch le aveva morso il labbro durante il bacio) e che voleva sopravvivere solo per non rendere vano il sacrificio del castano, visto che aveva deciso di suicidarsi una volta tornata a casa (Nei miei piani iniziali doveva andare a finire così). Lorde si salva, parla con Andy e si risveglia in ospedale.
Era tutto in sogno? Chi lo sa, questo lo lascio decidere a voi.
Ah, ho inserito la Gwencan poiché sono un fag ;-)
Beh, ora vorrei concedervi due piccole informazioni di routine, tanto per.
Ho intenzione di pubblicare un'altra storia, questa volta una OS, con protagonista una coppia piuttosto strana che però ho scoperto avere a suo seguito abbastanza fag, cosa che non mi aspettavo. Se riuscirò a finirla forse forse potrete leggerla.
Per quanto riguarda l'epilogo, giovedì uscirà. È corto, circa tre pagine, ma mi serve più che altro per fare i dovuti ringraziamenti a chi c'è stato e a chi mi ha seguito in questa (lunga) avventura. Ehi, è passata un'estate!
Ho iniziato a Giugno, credo, e ho terminato qualche giorno prima dell'inizio della scuola, pertanto ho avuto modo di divertirmi parecchio in questa estate, anche grazie a voi.
Detto questo, ci vediamo giovedì!
 
   
 
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