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Autore: shana8998    11/09/2017    1 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sangue". "Grida".

La disperazione era vivida negli occhi di quei poveri ragazzi che tentavano di difendersi in tutti i modi.

Poco più che ventenni , qualcuno non ci era nemmeno arrivato a compierli..

"Non rivedranno più i loro cari...".

Piansi. Fu un impulso incontrollabile , mentre sferravo colpi di spada sui crani viscidi di quegli esseri.

"Non è giusto...".

-Ana!-. Mi voltai verso Adrian. Si era fatto strada fra le bestie , ed era pronto a fuggire.

Mossi i piedi verso lui , quando il mio braccio venne afferrato da qualcuno.

Mi voltai di scatto. Avevo il cuore in gola.

-Ti ...Prego aiutami...-. La ragazza , era stata una nostra compagna. Non la conoscevo bene , ma spesso mi capitava di vederla allenarsi con il resto del gruppo. Credo si chiamasse Meredith.

Aveva il viso ricoperto di sangue e lacrime rossastre che le circondavano gli occhi marroni.

L'avevano morsa. Ovunque.

-Non lasciarmi qui.-.

Il suo corpo era frustato da dolorose convulsioni ad intermittenza.

-Devi sdraiarti.-. Mi guardai attorno. Eravamo troppo allo scoperto , troppo a vista, perché io potessi cercare di aiutarla.

La caricai , portando un suo braccio attorno al mio collo trascinandola verso un punto di fortuna.

Cercai con lo sguardo Adrian.

-Tu va intanto . Ti raggiungo fra un momento.-. Le pupille del giovane si dilatarono di paura. Ma lui mi conosceva. Sapeva perfettamente com'ero fatta , ed ancor di più , sapeva che mai e poi mai avrei lasciato qualcuno perire da belva.

Il giovane non disse nulla , bastonando lo sguardo.

-Trova la moto, e torna a prendermi.-. Aggiunsi poi con tono ferreo , allontanandomi dalla sua immagine.

Camminare fra quella moltitudine di belve ed Hunter che combattevano fu difficile.

Cercai di proteggere entrambe , sparando a vista , con la Beretta che mi aveva procurato Adrian solo il giorno prima.

Finalmente dopo un' estenuante corsa contro il tempo , raggiunsi un piccolo spiazzo al centro di un boschetto.

Stesi la giovane sul terriccio umido e le strappai la casacca per capire dove fosse ferita.

-Sto morendo. Non è così?-. Disse mentre combatteva con il sangue raggrumatosi in gola che a stenti la faceva parlare.

Mantenni lo sguardo sul suo corpo.

A quel punto , avrei potuto dirle la verità, cioè che quei mostri le avevano esportato parte dell'addome a morsi e che se non era morta dissanguata era solo perché aveva il loro veleno in circolo che ben presto l'avrebbe fatta diventare un End, o mentirle.

Mentirle si , e dirle che sarebbe andato tutto bene ...Magari parlare della sua famiglia o delle cose belle che ricordava della sua vita.

In ambe due i casi però..Io l'avrei uccisa. L'avrei fatto prima, che il veleno le potesse far perdere la razionalità. Prima che l'ennesima vittima di quella strage diventasse come loro.

Strappai una manica del suo giubbotto mimetico tamponando il morso che grondava sangue a flotti.

-Cercherò di medicarti.-. Presi tempo. -V..Vedrai che andrà tutto bene..-. Fu difficile pronunciare quella frase.

Venni travolta da un'oppressione nel petto per averle mentito.

Sorrise.

-Tanto lo so che sto morendo...Non mentire..-. Il suo tono di voce e la punta di amaro sarcasmo con cui l'aveva tinto , mi vibrarono addosso.

-Vorrei solo che mi togliessi la vita , prima che...-. Tossì violentemente. -Il veleno faccia effetto.-.

Strinsi il pugno attorno al manico della spada allacciata alla mia cintura.

-Mi dispiace.-. Dissi in un filo di voce distorto da quelle lacrime che sentivo pulsarmi negli occhi. E bruciavano...Dio se bruciavano.

-Per cosa?-. Ridacchiò debolmente.

-Tu e quel ragazzo non potevate fare niente...Loro sono troppi...Ma...Trovate chi ha creato tutto questo...Ed uccidetelo...Vi prego...-.

Strinsi la sua mano fra le mie.

-Lo faremo , te lo prometto.-.

Sorrise ancora ed una lacrima, l'ultima che avrebbe gettato le solcò il viso. Passai l'indice sulla sua pelle per cancellarla.

E mentre la sua trasformazione avanzava , mi accomodai seduta accanto a lei , e parlammo.

Parlammo delle nostre vite , di quanto ci sarebbe piaciuto andare a cavallo o suonare il piano. Certe volte ci fermavamo per ridere , mentre lei ricordava dei suoi allenamenti alla base , prima di quella notte.

-Sai Anastasia, saresti stata un'ottima amica secondo me.-. Le sorrisi.

all'improvviso una fitta la costrinse a contorcersi.

Quando mi guardò capii cosa mi stava chiedendo. Era giunta l'ora...

Dovevo ucciderla prima che l'avrebbero fatto loro. Ma io non ero pronta . Non avevo mai tolto la vita a qualcuno che ancora era umano.

Un flash mi riportò indietro nel tempo. A Gregory , ai miei genitori...

"E' solo colpa tua" . Il volto di Alexander mi trafisse i pensieri come un lampo a ciel sereno.

Mi sollevai da terra .

-Sono pronta.-. Disse lei tirando un respiro che le si incastrò nei polmoni.

Estrassi la spada dal fodero e riposi la pistola.

Attorniai la sua impugnatura con entrambe le mani.

-Ce la farai Ana...Tu li sconfiggerai per tutti noi...-.

Annuii con il capo sorridendole per un ultima volta, questa volta lasciando che delle lacrime malinconiche mi rigassero il viso.

Sollevai la lama in alto, sopra la mia testa con la punta rivolta verso il suo petto.

Il bagliore della luna si infranse su di lei ed attorno a noi illuminandole il viso. I suoi occhi si stavano tingendo di nero mentre la pupilla ormai era quasi vitrea pronta ad accogliere l'innaturale rosso delle loro iridi.

Fu 'ultimo dettaglio che mi restò impresso nella mente prima di serrare le palpebre.

"Me la pagherete per tutto questo".

La giovane ansimò e l'aria stridette nella sua cassa toracica uscendole come fischio dalla gola. Sentii la lama separare la sua pelle rumorosamente e non mi fermai finché la punta non toccò la terra oltre le sue scapole.

Si mosse in un ultimo spasmo poi scese il silenzio.

Caddi sulle ginocchia e gridai.

Un fiume di sensazioni orribili mi travolse. Avrei preferito la morte a tutto quello.

Picchiai un pugno sul terriccio.

 

Improvvisamente, mentre il silenzio aveva divorato tutta l'area attorno a me ,avvertii una sensazione strana nel mio petto che mi procurò una sorta di dolore sordo. Ad un tratto ebbi la certezza di non essere più sola.

Alzai lo sguardo dritto a me , ancora appannato dalle lacrime.

Non riuscivo a vedere chiaramente il perimetro di ogni cosa che mi circondava.

Ma loro c'erano nelle mie orecchie ....Dei passi.

Sordi, fra le foglie tonfavano nel buio del bosco.

Portai di riflesso una mano al mio petto. Mi sentii soffocare di colpo come se qualcuno mi fosse sopra. La testa incominciò a girare vertiginosamente e formicolii si arpionarono al mio corpo percorrendolo ovunque.

Quando la sagoma raggiunse la linea circolare creatasi al centro di quel piccolo spiazzo libero dalle fronde degli alberi, il mio cuore si fermò.

 

I suoi occhi chiari , quasi grigi , mi trafiggevano. Quello sguardo mi terrorizzava , lo aveva sempre fatto...

Avvolto nel suo soprabito nero, con la spada salda in un pugno, il mio incubo mi guardava fiero di avermi trovata.

Ma io ero sola questa volta...

 

 

   
 
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