Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: mikyferro    11/09/2017    0 recensioni
Diana Verquez è una giovane fattrice presso la fattoria di famiglia. Un giorno conosce Conrado Romero, famoso avvocato. I due si sposeranno ma vivranno un matrimonio triste e infedele. La povera donna riesce a scappare dalle grinfie del marito trasferendosi a Londra. Di seguito conosce Harvie, un giovane uomo inglese. I due si innamoreranno perdutamente, anche se il passato di entrambi continua a tormentarli.
La storia è disponibile anche su Wattpad. Il mio nome utente è: iron_11
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo VI 

 

Il giorno successivo, Conrado non rincasò. Diana era già lontana dalla villa affidata alle domestiche; non volle restare una giorno in più in quella casa. Seguì il percorso del lungo fiume che portava ad una cascata; lì si riposò. Aveva con sé una borsa di abiti puliti, abbastanza denaro e qualche frutto. Aveva tanta paura perché non sapeva dove passare la notte cosi decise di recarsi nella fattoria di suo padre. Il suo piano era quello di abbandonare per sempre Billbao. Con l'aiuto di Cristobal, riuscì ad ottenere un biglietto per una nave. Avrebbe navigato per lungo tempo con diverse destinazioni: Bordeaux, Nantes, Rennes e infine Londra. Un viaggio abbastanza semplice anche perché la nave avrebbe costeggiato per l'intera durata la costa francese. Partiva da sola e fu selezionata in seconda classe.

Nel pomeriggio Conrado tornò a casa e vi trovò un silenzio tombale. Levò il lungo mantello che indossava e posò la valigetta sul divano. Continuava a ripetere a voce alta “Diana sei qui?” ma senza alcuna risposta. Dalla cucina apparve Carmen con una lettere tra le mani unte.

- Signore, qui c'è una lettera per lei! -

Conrado ruppe il sigillo e lesse le seguenti frasi:  

<< Caro Conrado,

quando leggerai queste righe, io sarò già lontana. Quando ti incontrai quel giono pensai "forse lui è quello giusto", ma mi sbagliavo. Per un momento ho sempre pensato di amarti, ma non è cosi! Ti ho sposato per interesse, perché volevo tanto avere una vita di lusso, quella che non ho mai avuto in tutta la mia infanzia e adolescenza. Forse penserai che sono una sfruttatrice e una codarda, ma mi fa tanto male prenderti in giro e usarti. Forse quella giusta per te è Miranda>>

E c'era qui uno spazio tra le righe.

<< Non sono una buona sposa, per questo volevo tanto diventare una suora. Credo che neanche tu sia un buon marito! Chi uomo lascerebbe la propria donna a casa per andare a cena con un'altra donna?

Ti auguro il meglio e goditi la vita...

Tua moglie, Diana – Virginia Verquez>>

Egli restò qualche istante con quella carta grossa fra le dita. Gli venne in mente quella mattina di marzo, il giorno del loro matrimonio, la luna di miele, l'arrivo alla loro nuova casa e all'ultima discussione avuta. Poi pensò a suo padre quando lo rinchiuse in un collegio. Capì che era uguale a lui, egoista. Una lacrima scese sulla sua morbida guancia e si smarrì nella folta barba. Stracciò la lettere. Prese il quadro che ritraeva loro felici e lo gettò nel fuoco del camino. Il fuoco lo illuminava tutto, penetrando d'una luce cruda la trama dei pori uniformi della sua pelle bianca, e delle palpebre che ogni tanto sbattevano.

L'indomani, fu il giorno della partenza di Diana. Quando stava per mettere piede sul molo, la donna ebbe un attimo di esitazione. Si trovava ad un passo dalla nave. Il mare era agitato, come il suo stato d'animo in quel momento. Alzò gli occhi al sole estivo che illuminava il porto affollato e chiassoso. I raggi penetravano nel suo cappello di paglia, abbagliandola. Tanto baccano la prese alla sprovvista e lei si ritrasse spaventata, come se quelle urla fossero rivolte a lei. Aspettava che Cristobal la raggiungesse per darle il biglietto. Però non veniva. Ella prese posto su una panca accanto alla biglietteria e i suoi occhi rimassero fissi sulle onde del mare, più bianco che blu a causa della schiuma.

Finalmente arrivò suo cognato con il biglietto. Diana era pallida.

- Sei sicura?- domandò l'uomo.

Diana pensava che quello che stava facendo non era corretto, però in fondo sapeva che era la cosa giusta da fare.

- Ti verrò a trovare a Londra appena posso! Questo è l'indirizzo dell'albergo già prenotato. Sii prudente. - raccomandò egli.

Diana lo abbracciò e salì sulla maestosa nave.

L'orologio segnava le due del pomeriggio, l'ora della partenza era prevista per le tre. Si recò nella sua stanza e vi sistemò la valigia. Era pronta per partire. La nave partì dal porto con dieci minuti di ritardo. La donna dal ponte salutò Cristobal che rimase lì ad aspettare la partenza. Dopodiché andò a pranzare in un ristorante e fece un pisolino.


Con il cappello di paglia in mano, Diana si sporse dalla balaustra ricoperta di salsedine e guardò di nuovo in basso. Per ben mezz'ora aveva fissato il colore cangiante del mare. Ora che l'acqua era passata dal grigiastro al turchese scuro sapeva che era lontana da Bilbao, dalla sua città. Si guardò intorno e si sentì sollevata, quasi felice. “Prenditi cura di te stessa!” le aveva detto suo padre prima che partisse.

Mentre la sua voce le riecheggiava in testa, rimase stupita perché ne sentì un'altra maschile, proprio accanto a lei.

- Prima volta a Londra? - La donna si voltò a guardare e fu costretta a strizzare gli occhi per l'accecante sole che brillava nel cielo.

- Si... - rispose timidamente lasciando cadere il cappello dalle mani.

L'uomo si china a raccoglierlo e glie lo porse. La donna lo ringraziò arrossendo.

- Il mio nome è Harvie, il vostro?

- Diana Verquez! - esclamò la donna.

Il signor Harvie Montgomery aveva ventisette anni; era di natura calmo e d'intelligenza acuta; aveva frequentato molte donne ma non ne ha mai amato una.

- E' stato un piacere conoscervi. - disse Harvie

- Anche per me -

Baciò la sua mano, salutò e se ne andò. Presto fu dall'altra parte del ponte, vicino a un gruppo di anziane signore francesi.

“E' molto carina! - egli diceva; - bel portamento, profumata, occhi neri. Sarà mia! ” Poi si domandava: “Come farò a conquistarla? In che modo? -

SPAZIO ALL'AUTORE: Ciao a tutti! Con questo capitolo è appena iniziata la seconda parte della storia. Un saluto! -Mikyferro
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: mikyferro