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Autore: sissi149    12/09/2017    3 recensioni
Tsubasa scosse la testa:
“Tutto ciò è molto interessante, ma perché la polizia ha avvertito la Squadra Speciale per l'attacco ad un idolo delle ragazzine?”
Aoba rispose prontamente, digitando sul suo tablet:
“Hanno chiamato noi perché l'attuale coinquilino, nonché suo manager ed ex tastierista del gruppo, è Yuzo Morisaki.”
Misaki si passò una mano nei capelli, osservando la foto appena apparsa, che ritraeva un uomo all'incirca della stessa età del cantante:
“Intendi il figlio del Colonnello Morisaki?”
Genere: Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Koshi Kanda, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hikaru e Koshi ricevettero la telefonata mentre stavano mangiando dei sandwich ad un chiosco sulla strada, non molto lontano dal negozio di fiori. I loro progetti prevedevano di rientrare in ufficio dopo il rapido pranzo, a meno che non avessero ricevuto ordini diversi.

“Perfetto, grazie Sugimoto. Terminiamo di mangiare e ci rechiamo sul posto. Buon pranzo anche a voi.”

Matsuyama chiuse la comunicazione, addentando poi il panino.

“Non fare troppo lo sdolcinato con la nuova arrivata, o la tua mogliettina potrebbe avere qualcosa in contrario.” Lo ammonì Kanda.

“Finiscila Koshi! Quanto meno io una moglie ce l'ho.”

L'altro fece spallucce:

“Al momento non sono interessato.”

Hikaru non aveva intenzione di perdere l'occasione per pungolarlo:

“Ieri sera la 'caccia' è andata male?”

“È andata molto bene, invece. Una donna davvero fantastica.”

“Immagino che non la rivedrai. - Hikaru scosse la testa, disapprovando la vita sregolata del collega – Quando la finirai con le avventure di una notte?”

“Quando ne avrò voglia! - Ribatté Kanda, irritato – E non farmi la morale, metto sempre in chiaro le cose con qualsiasi donna, prima di portarmela a letto.”

Finirono il pranzo in silenzio.

Quando furono nei pressi dell'auto, Kanda lanciò il mazzo di chiavi al partner.

“Guida tu a questo giro, maritino dell'anno.”

Hikaru afferrò al volò e sbuffò:

“Kanda, sei odioso.”

La bocca dell'Agente si curvò verso l'alto, in un sorrisetto insinuante, mentre la mano destra veniva portata all'altezza del cuore:

“Ma come? Io sono così felice per te!”

“Attore!”

Le portiere si chiusero e l'auto partì.

L'autonoleggio era situato in una zona un po' complicata da raggiungere: bisognava conoscerlo e sapere dove si trovasse per arrivarci, molto difficilmente si sarebbe capitati lì per caso. Era un posto che non poteva competere con le grandi catene di autonoleggi e Kanda dubitava persino che fosse adeguatamente segnalato su internet.

Incontro a loro venne una donna corpulenta, dall'aria molto energica.

“La signora Ishizaki, immagino.” Si fece avanti Matsuyama, espletando poi tutte le presentazioni di rito.

Il partner affrontò subito il motivo della loro visita:

“Vorremmo informazioni circa il noleggio di una berlina scura che questa notte è stata ripresa in prossimità di una scena del crimine. Questa è la targa.” Porse un foglietto.

“Un attimo solo.”

La donna controllò il suo registro in una ricerca che si faceva sempre più affannosa mano a mano che proseguiva.

“L'auto risulta rientrata stamattina ed è già stato effettuato il lavaggio e la disinfezione.”

“Merda! - Kanda non riuscì a trattenere l'imprecazione – Non troveremo prove!”

Hikaru lo ammonì con lo sguardo per la sua mancanza di diplomazia.

“Signora Ishizaki, potrebbe darci il nome di chi ha preso l'auto?”

“Lo farei volentieri, ma la scheda è ancora incompleta. Si è occupato di questa prenotazione mio figlio e come al solito avrà lasciato metà dei documenti in chissà quale angolo! Ryooo!” La signora si sporse fuori dalla finestra del piccolo ufficio in cui erano entrati, cercando di attirare l'attenzione del figlio.

Dopo parecchi minuti e molte grida, Ryo si decise a comparire sulla soglia.

“Mi hai chiamato?”

“Ho bisogno della documentazione completa sull'ultimo affitto della macchina 125, dobbiamo consegnarla agli Agenti.”

Solo allora Ryo Ishizaki notò i due uomini che erano in compagnia della madre. Iniziò a balbettare:

“Ecco... dovrebbe... cioè...”

La proprietaria dell'autonoleggio si spazientì:

“Cosa hai combinato questa volta?”

“Ecco, non ho fatto la copia del documento di riconoscimento quando l'auto è stata ritirata. È venuto un tizio dicendo che la prenotazione l'aveva fatta un suo amico che a causa di un contrattempo non sarebbe riuscito a passare per l'ora stabilita. Ha detto che avrebbe sistemato alla restituzione. Ha pagato tutto in contanti in anticipo. Stamattina quando sono venuto ad aprire ho trovato l'auto parcheggiata davanti al cancello e quindi ho pensato che alla fine fosse andato bene così.”

La signora Ishizaki stava morendo dalla voglia di strangolare il figlio, ma si trattenne solo per la presenza degli Agenti.

“Quante volte ti devo ripetere che un'auto non può uscire di qui senza che i documenti siano in regola! Dannazione, Ryo! Ora rischiamo una denuncia.”

Hikaru si frappose fra madre e figlio per cercare di ottenere ancora qualche informazione.

“Ricordi il nome di chi ha fatto la prenotazione?”

“Sì, l'ho segnato su un foglietto. Stavo per gettarlo.”

Estrasse dalla tasca dei pantaloni un foglio appallottolato e lo passò all'Agente Matsuyama, che a sua voltò lo mostrò al collega.

“Un cinese?” Esclamò stupito Kanda.

“Così pare, - disse Ryo – ma a ritirare l'auto è venuto un giapponese.”

“Ne sei sicuro?” Chiesero all'unisono i due Agenti.

“Mi farei prendere a pallonate in faccia se mi sbaglio.”

 

 

 

 

La luce del tramonto filtrava dalle finestre della stanza che gli Agenti della Squadra Speciale capitanati da Ozora usavano come loro ufficio. Era un locale non troppo grande, di forma quadrata, in cui le quattro scrivanie erano collocate una per parete, rivolte verso il centro, in modo che i quattro potessero sempre confrontarsi. Rispetto alla sala operativa, il regno di Aoba e Sugimoto, gli uffici delle squadre erano collocati un piano più in basso.

Tsubasa e Taro stavano tentando di tirare le file delle indagini in quella giornata che sembrava infruttuosa, in attesa che rientrassero anche gli altri due compagni. Entrambi stavano visualizzando sui loro computers il fermo immagine che ritraeva il veicolo fermo al semaforo all'uscita del quartiere Toshima.

“Solo a me questa immagine puzza? Sembra che stiano facendo di tutto per farsi notare dalla telecamera!” Commentò Taro, distogliendo gli occhi dallo schermo e pigiando il sacchetto del ghiaccio sulla guancia ferita.

Tsubasa annuì.

“Avrebbero potuto lasciare il quartiere per un sacco di altre strade. Quella pistola fuori dal finestrino è inguardabile: o sono dei principianti che hanno tentato un colpo grosso, con buona pace del Colonnello...”

“O sono ad un livello superiore e stanno apertamente provocando. Come il nostro simpatico amico all'albergo.” Concluse per lui Misaki.

I due si scambiarono un sorriso, come ogni volta che capitava che si concludessero le frasi a vicenda.

“Wu Jun-Ren e i suoi non giocherebbero così con il fuoco. Come hanno detto, sanno come coprire le tracce.” Concluse Ozora.

Matsuyama e Kanda entrarono in quel momento. Koshi, la cui scrivania era la più vicina alla porta, essendo collocata presso la stessa parete di questa, si gettò a peso morto sulla sedia e la fece ruotare su sé stessa.

“Matsuyama, tira le tende, ho tutto il sole negli occhi!”

“Ai suoi ordini, principessa.” Hikaru attraversò la stanza, sistemò la finestra e si sedette alla sua postazione.

“Come è andata a voi?” Domandò Tsubasa.

Hikaru appoggiò il mento sulle mani.

“I vecchi membri della band non hanno degli alibi, ma secondo noi sono da scartare, sembrano piuttosto soddisfatti delle loro attuali vite. Ma che ti è successo Taro?” L'Agente aveva notato solo ora il livido sul volto del collega.

“Un regalino di Wang Zhong-Ming: non ha apprezzato la nostra intromissione nei loro affari. Temo sia qualcosa di personale con noi, indipendentemente che loro c'entrino qualcosa o meno con questa storia.” Misaki era piuttosto scoraggiato.

Kanda continuava a girare sulla sedia, come un bambino su una giostra.

“Aspettate di sentire chi avrebbe noleggiato l'auto su cui si trovavano i nostri uomini: è stata prenotata a nome di Wu Jun-Ren!” Fermò platealmente la sedia in modo da potersi godere lo spettacolo dei colleghi ai suoi due lati che restavano a bocca aperta.

Tsubasa era scettico:

“State dicendo che il Colonnello avrebbe ragione a ritenere i cinesi colpevoli?”

“Diciamo di sì. – rispose Matsuyama – Se non fosse che non c'è nulla che indichi i cinesi a parte questo nome e che hanno mandato un giapponese a ritirare la vettura.”

“Il grande culo di essersi rivolti al ragazzo più sprovveduto di Tokyo!” Chiosò Koshi.

Dopo qualche istante di silenzio, Taro espresse ad alta voce il pensiero di tutti:

“Perché mai i cinesi avrebbero dovuto usare i loro veri nomi, quando hanno tutte le possibilità di procurarsi delle identità false ed i mezzi per agire nell'ombra? Non è da loro commettere errori così grossolani.”

Aoba entrò nella stanza, tablet in mano, seguita da Kumi.

“Ragazzi, dovete vedere questo video. Ho un amico che lavora all'Hotel Imperial e mi doveva un favore. Questa è la telecamera sulle scale di emergenza del quinto piano.” Premette un tasto e il video venne mandato in contemporanea a tutti e quattro i computer.

Si vedevano Wu Jun-Ren, Fei Xiang e Wang Zhong-Ming intenti a fumare delle sigarette, seduti sui gradini e sulle ringhiere delle scale pressapoco alla stessa ora in cui l'auto era stata inquadrata nei pressi di villa Izawa.

“Con somma gioia del Colonnello, direi che possiamo escludere pure i cinesi. - Concluse Ozora – Una giornata di lavoro quasi buttata.”

Matsuyama cercò di vedere il bicchiere mezzo pieno:

“Il ragazzo Ishizaki ci ha lasciato una descrizione dell'uomo che ha ritirato l'auto. Ho fatto un identikit: non è bello come se l'avesse fatto Misaki, ma penso possa andare.”

Passò a Yayoi il ritratto schizzato a matita su un foglio volante gentilmente cedutogli dalla signora Ishizaki.

“Un buon punto da cui partire domani. - Tuonò il Direttore Gamo, facendo sussultare un po' tutti, poiché nessuno si era accorto del suo arrivo, come sempre: il Direttore aveva la capacità di apparire quasi dal nulla nei momenti più inaspettati. - Andate pure a casa a riposare.”

“Ne è sicuro, capo?” Chiese Misaki.

Gamo annuì.

“Izawa è in ospedale, Morisaki junior pare sia ancora là, sotto protezione di un paio di uomini di fiducia del Colonnello. Quanto al caro Baiko, è in grado di proteggersi da solo e mi ha fatto capire che non gradisce la nostra custodia. Se chi c'è dietro puntava alle persone e vuole ritentare, troverà di sicuro il comitato di accoglienza.”

“Se mi consente, capo, io resterei a sistemare delle scartoffie e posso iniziare a lavorare all'identikit.” Disse Tsubasa. In realtà non aveva nessuna voglia di tornarsene a casa, da solo a ripensare alla ex-moglie, ogni scusa era buona per mantenersi impegnato.

“Yayoi, lasciami pure il foglio.”

La donna era incerta sul da farsi:

“Avrei un impegno in serata, ma se hai bisogno, disdico e resto qui a darti una mano.”

“Ti vedi ancora col dottorino?”

“Koshi, sei una comare.”

“Mai quanto te, Hikaru.”

Le guance di Yayoi si erano leggermente imporporate: quei due sapevano sempre tutto sulla vita privata altrui!

“Sei forse geloso della mia vita sentimentale, Kanda?”

L'uomo alzò le mani.

“Assolutamente no! Constato soltanto che pare stia diventando una faccenda seria.”

“Immagino non gli avrai detto il tuo vero lavoro?” Domandò Tsubasa, facendosi improvvisamente interessato.

Taro alzò gli occhi al cielo: quando Ozora si fissava con qualcosa era impossibile schiodarlo.

“Non è la stessa cosa di Sanae.” Ribatté.

Aoba sospirò.

“Tsuabasa, è poco più di un mese che ci frequentiamo. È ancora presto, ma stai certo che se la cosa dovesse andare avanti glielo dirò.”

“Nemmeno io l'ho detto a Yoshiko al primo appuntamento, ma lo sapeva benissimo quando le ho chiesto di sposarmi. – disse Hikaru – Sicuro che non vuoi che restiamo?”

Messo in minoranza sull'argomento segretezza, l'Agente Ozora assicurò che non necessitava di alcun supporto per le ricerche via computer ed invitò tutti a seguire l'ordine del Direttore di andare a passare la serata lontano dal lavoro, per essere pronti a ripartire a pieno regime la mattina seguente.




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Se da una parte scopriamo di più riguardo a quanto è successo, dall'altra le indagini paiono ancora essere in alto mare, dato che le due principali piste seguite fin'ora sembrano non aver portato a nulla. Sarà la pista dell'autonoleggio a dare sviluppi?

 
  
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