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Autore: stirlingite27    12/09/2017    0 recensioni
[Lindsey Stirling]Quando nasci nel Deserto, la vita è difficile. Quella è una terra vasta e spietata. I Padroni dominano su orde di schiavi e uccidono a loro piacimento. La terribile Arena è una minaccia costante. Però, una luce si accende nel buio: una giovane coppia, una come quelle di un tempo. Lei è figlia degli Dei della Luna, lui degli impetuosi Dei del Sole. Insieme, devono unire tutti, per cancellare pregiudizi millenari e tradimenti e riuscire a cambiare il Deserto. Una storia ispirata da un video di Lindsey Stirling!
Traduzione della storia "Escaping the Arena" di @stirlingite27 su Wattpad.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Attacco
 
Flashback
 
"Guardate e piangete, signori!" gongolò Lindsey, adagiando drammaticamente le proprie carte sul tavolo.
 
Un coro di lamenti frustrati echeggiò nella stanza. Lindsey stava vincendo ogni singola mano, quella sera.
 
"Stai barando! Ne sono sicuro!" imprecò Raine gettando le sue carte sul tavolo. "Non è davvero possibile che continui a vincere!" La prendeva sempre male ogni volta che perdeva soldi, soprattutto con Lindsey.
 
La ragazza non replicò, mentre ridacchiava tirando platealmente a sé i soldi per aggiungerli al già cospicuo cumulo.
 
"Piantala, Raine, sei solo geloso che la ragazzina ti stia battendo tutte le volte!" lo prese in giro Argus.
 
"Già, Rainey!" rise forte Lindsey, mentre le orecchie dell'uomo si facevano rosse.
 
La stanza si riempì di risate. Era sempre bello riuscire a trovare una serata per giocare a carte. Tutto il gruppo negli ultimi tempi era stato impegnato con la fazione. L'acqua diminuiva e la popolazione aveva iniziato a farsi prendere dal panico. Ognuno di loro aveva il compito di cercare di tenere calmi tutti. Era una situazione che li aveva messi a dura prova. Le sere in cui riuscivano a rilassarsi erano quindi molto apprezzate.
 
"Non capisco come faccia ad essere così brava!" grugnì Raine mescolando le carte. "Kairos, spero che tu non la stia aiutando di nuovo."
 
Lindsey e Kairos si scambiarono uno sguardo divertito, non sarebbe stata la prima volta che i due avessero fatto comunella contro tutti gli altri. "Non stasera, Rainey." lo rassicurò Kairos.
 
Iniziò a farsi tardi, e il gruppo smise di giocare a carte per sedersi attorno a un enorme falò, gli uomini bevevano grandi sorsi dai loro bicchieri mentre Lindsey li intratteneva con storie delle sue avventure notturne.
 
"E quindi me ne stavo lì, sotto il cielo nero come l'inchiostro, quando all'improvviso ho sentito un rumore dietro di me! Sembrava un bambino che piangeva," raccontava muovendo enfaticamente le mani come a illustrare la scena. "Sono saltata giù dalla Roccia e ho cercato per quelle che sono sembrate ore, e poi l'ho trovato! Un animaletto minuscolo, non più grande della mia mano, i suoi occhi sembravano essersi appena aperti. L'ho preso in braccio, quel povero piccolino tremava. Quando mi sono alzata per portare con me la povera creatura, ho sentito un sibilo dietro di me, e mi sono girata e ho visto quella che penso fosse la madre. Lei ha iniziato ad avvicinarsi lentamente, io ho messo giù il piccolino. In un attimo, lei è corsa lì, lo ha afferrato ed è fuggita via!"
 
"Almeno, questa volta non l'hai portato a casa." rise Kairos, abituato al vizio della compagna di prendere con sé ogni creatura selvaggia in cui si imbatteva durante le sue avventure attorno alla fazione. Eos e Vasílissa l'avevano avvertita un sacco di volte che gli animali selvatici non erano cuccioli da compagnia, ma ciò non le aveva impedito di continuare a portare di tutto dal deserto.
 
"L'avrei fatto, ma immagino che stesse meglio con la sua vera mamma, anche se sono sicura che Bubo e Artemus lo avrebbero adorato." Disse, riferendosi agli altri due animali che teneva con sé, un gufo e una piccola volpe del deserto che aveva trovato qualche anno prima.
 
Il gruppo rise, e ognuno tornò ai propri bicchieri. La notte era quasi giunta al termine e le prime luci del mattino stavano cominciando a mostrarsi in lontananza. Quello era il momento preferito di Lindsey, quando il mondo era silenzioso e un nuovo giorno stava per avere inizio.
 
Si adagiò contro Kairos, il corpo improvvisamente stanco, probabilmente per via di quel disgustoso liquore che gli uomini l'avevano convinta ad assaggiare durante la nottata. Non era una che beveva, ma a volte era piacevole rilassarsi. Con l'alba, sarebbe dovuta tornare ai suoi obblighi per aiutare la fazione, non che fosse un peso, ma comportava molto sudore e molti falsi sorrisi. Anche lei era preoccupata per via della carenza d'acqua, ma non poteva permettersi che la gente lo intuisse.
 
Rimase così per un po', iniziando ad appisolarsi al suono delle voci degli amici che discutevano degli affari della fazione.
 
All'improvviso, non era più seduta attorno al fuoco, al caldo e al sicuro tra le braccia forti di Kairos.
 
Si guardò intorno, urla e odore di fuoco la invasero. Poteva sentire la sua gente implorare pietà a qualche sconosciuto aggressore. Riusciva a vedere la sua stessa casa finire in fumo.
 
"Dimmi dov'è, Eos, e forse risparmierò questa maledetta fazione. Sarà il tuo riscatto per essere così avido." Sentì un uomo che non riconobbe dire al suo Leader e tutore. Eos guardò l'uomo negli occhi, e non aveva paura, anzi, al contrario sembrava coraggioso e deciso, come lei lo aveva sempre conosciuto.
 
"Amico mio, non c'è bisogno di fare tutto questo. La ragazza non ti sarà di nessuna utilità." Disse calmo Eos con fare diplomatico. "Noi Nexus condivideremo volentieri l'acqua non appena aumenteranno le scorte, stiamo trivellando ogni giorno nel terreno per trovare un'altra riserva, ma gli Dei non ci hanno più graziato con la pioggia, per questo non ne abbiamo più molta a disposizione. Devo pensare prima di tutto alla mia gente."
 
L'uomo dai capelli bianchi afferrò Eos per il colletto. "Consegnami quella maledetta Rinnegata." ringhiò.
 
Lindsey sussultò. Non succedeva spesso che altre fazioni sapessero della sua presenza tra i Nexus. Quelli che ne erano a conoscenza avevano provato a comprarla, rapirla e molte altre cose nel corso degli anni, ma nessuno era mai arrivato al punto da reclamarla così deliberatamente. Perché era così importante per quell'orribile Padrone? Le sue visioni non erano poi così spettacolari.
 
Eos guardò nella sua direzione e poi di nuovo il suo aggressore. "Morirò prima che tu la prenda."
 
Senza una parola, il Padrone tirò fuori un enorme coltello dalla tasca e tagliò la gola di Eos.
 
Lindsey non riusciva a muoversi, né a respirare. Aveva appena visto il suo guardiano morire. Per lei.
 
All'improvviso, qualcuno la scosse per svegliarla. In un attimo tornò al calore del fuoco. Kairos la teneva stretta a sé, sentiva le guance bagnate di lacrime e la gola in fiamme, di sicuro doveva aver urlato.
 
"Cosa c'è?" chiese Kairos, "Cos'hai visto?"
 
Lei lo guardò, la voce svanita. Non voleva ripetere gli orrori della visione che aveva avuto. Il respiro le veniva fuori a stento mentre cercava disperatamente di far tornare l'aria nei polmoni.
 
"Ti prego, Lindsey, dimmelo!" Kairos sembrava terrorizzato. Non aveva più avuto una visione del genere da molto tempo.
 
"A-attacco" fu tutto quello che riuscì a dire prima di perdere conoscenza e svenire tra le braccia di Kairos.
 
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