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Autore: MarcoBacchella    13/09/2017    0 recensioni
Ci sono poche ragioni per cui un autore decide di chiamare uno dei suoi due protagonisti "Møbel". Il codice numerico per la o con la sbarretta è difficile da ricordare, e se si ha un portatile bisogna prima premere "FN" e poi attivare la tastiera numerica. Insomma, l'è un casino, ma ci deve essere una ragione ben precisa. Esattamente come la decisione di incentrare un giallo sullo stereotipo stesso del Giallo. Una sorta di meta-giallo con così tanti strati di ironia che l'autore non si ricorda se è serio o meno.
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Capitolo 4


Il ragazzo finalmente ebbe l'opportunità di utilizzare la porta d'ingresso dell'edificio. Non trovando il pulsante apri porta, accese tutte le luci delle scale, poi provò a spingere, poi a tirare, poi bussò al portinaio, che, da buon portinaio, era in vacanza, e infine capì che doveva semplicemente usare la maniglia.
Uscì in strada, e notò la polizia di cui tanto si era preoccupato in precedenza troppo indaffarata a capire come ci fosse arrivato un furgoncino senza guidatore tra una delle loro macchine e un palo della luce per notare la sua presenza.
Alzò lo sguardo e vide Isabella sporgersi dalla finestra.
La ragazza non pensava al fatto che è risaputo che è pericolosissimo, ma lei, come ogni donna della letteratura post moderna che si rispetti, era sprezzante del pericolo. Non si sa perché, ma deve essere un qualcosa relativo al fatto che, per come ragionano alcuni ambienti letterari, le donne forti e senza paura corrispondono per forza a personaggi femminili ben scritti.
“Che ore sono?” gridò Møbel.
“Che importanza ha?” replicò, sempre urlando, Isabella.
“Le due e ventiquattro” disse la vecchia del primo piano “e ora smettete di rompere il cazzo!”
“Grazie!” urlò Møbel, non recependo il messaggio.


Nel mentre che la vecchia era rientrata borbottando in dialetto, intorno al furgone si erano radunati diversi spettatori.
Un furgone che si guida e si “parcheggia” alla milanese da solo era l'ultimo ritrovato della tecnica e della tecnologia nostrana, ma proprio mentre uno dei vari carabinieri stava vedendo se almeno fosse aperto, sul finestrino batté il becco di una gallina.
Il carabiniere sobbalzò. Non so dire se dalla paura o dalla sorpresa.

Guidatori così esperti erano una rarità a Milano, quello era vero, esattamente come il fatto che le patenti non possano essere rilasciate alle galline.
È anche vero che l'avere una patente non è un requisito per poter guidare, come averla non è per forza sinonimo di saper guidare.

Il carabiniere si riprese, non poteva aver paura di un uccello che non vola, e aprì la portiera della macchina.
“Bguok!” disse la gallina.
“Bguok!” urlò Møbel.
“La smetti di rompere il cazzo?” urlò la vecchia.
Il volatile si dimenò in mezzo alle forze dell'ordine saltando e beccandosi una strada in mezzo alla folla, fino a che non arrivò davanti al nostro protagonista.
Quest'ultimo, sorpreso, capì che doveva prendere sotto braccio il volatile. Il gallus gallus domesticus, incurante dell'odore di sudore dell'ascella di Møbel, rimase calmo e smise di urlare “Bguok!”, per la gioia della vecchia.

I carabinieri, ovviamente, si avvicinarono al nostro eroe.
“È sua la gallina?”
“Ha appena presunto il suo gender?”
“Cosa?”
“Dico, ha appena presunto il suo gender?”
“Ma cosa sta dicendo?”
“L'ha chiamata “Gallina” quando può essere tranquillamente un “Gallo” in transizione.”
“È una gallina perché sembra una gallina in quanto non è un gallo, e sicuramente questo uccello non è un gallo.”
“Ah, quindi adesso la donna è solo una contrapposizione dell'uomo?”

Ciò che il povero poliziotto ignorava era il dibattito della questione generesesso che infiammava tutti gli ambienti di sinistra anglosassoni.
Ciò che il povero Møbel ignorava era il completo disinteresse da parte del resto del mondo.

I poliziotti si guardarono tra di loro. Quelli non interessati alla conversazione facevano spallucce, quelli più vicini all'azione, invece, annuivano tra di loro.
“Facciamo gli spiritosi, quindi.”
“Beh, no. Perché vi serve l'animale?”
“Potrei farti la stessa domanda. Te lo richiedo un'ultima volta. Il volatile è tuo?”
“No.”
“E allora perché l'hai preso?”
“Beh mi sembrava nervoso, e poi ha appena fatto un incidente in macchina. Potrebbe essere in stato di shock, ha bisogno di cure. Ma voi non dovreste pensare a come è arrivato qua ?”

Le forze dell'ordine ci pensarono un po'. Parlottarono tra di loro. Potevano fermarlo per ostruzione d'indagine, o per semplice schiamazzo, oppure potevano fare come facevano per i profughi, potevano portarlo dentro con un accusa di spaccio in mancanza di prove.
Nel frattempo, il nostro eroe si era già dileguato.

  
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