Capitolo
5
“Tu
hai rubato la gallina?”
“Anche tu. Non sai se è una gallina o
un gallo in transizione.” rispose a Isabella.
“Perché l'hai
fatto?”
Møbel ci pensò su. Non c'era una vera e propria
ragione, se non quella che ci fosse una gallina.
“Sono un
cleptomane.” disse lui.
Isabella pensò a tutto quello che gli
aveva sempre detto Corrado, quello che ora, per motivi di archetipi
relativi al genere letterario di questo testo, dobbiamo definire suo
mentore.
Le veniva in mente solo “non fumare in macchina o
non ti pago”
Allora la signorina provò a pensare a
tutt'altro. Si rese conto che per semplificare la trama poteva
semplicemente cedere e accettare che la gallina avesse qualche
importanza, anche perché non ci sarebbe stata se non avesse avuto
nessun tipo di rilevanza, che oramai siamo arrivati al quinto
capitolo e nulla di tutto quello che è stato scritto ha un briciolo
di senso e i lettori cominciano ad annoiarsi.
Isabella si alzò
dalla sedia della cucina, appoggiò la scatoletta di tonno che nel
frattempo si era messa a mangiare, andò nel corridoio e tornò con
una lavagna bianca coperta da un telo: oramai si era rassegnata pure
lei.
“Non hai pennarelli, vero?” disse lui.
Lei ancora
non era chiaramente cosciente di essere all'interno di un romanzo e
sarebbe bastato un piccolo deus ex machina per farli apparire dal
vaso alla sua destra, quindi cercò dove aveva
trovato la lavagna. Che poi, col senno di poi, è il posto più
logico dove potevano essere.
Li trovò lì, ma nel mentre che lei
era nello stanzino, il coprotagonista aveva già levato il telo,
rivelando solo a lui e al gallus un plot twist importantissimo: la
lavagna era piena di scritte e scarabocchi.
Quello che appariva
davanti a quelle tre paia di occhi sembravano le lyrics di una
canzone di Battiato.
La parola IKEA compariva al centro
della lavagna, cerchiata più volte. Da uno dei cerchi partiva una
freccia che puntava alla scritta COMODINO.
Due bollette
dell'a2a attaccate con lo scotch nella parte inferiore, bollette da
3500 euro di un edificio della parte est di Milano, erano affiancate
dalle scritte “VEGANI?” e “UOVA”.