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Autore: MarcoBacchella    13/09/2017    1 recensioni
Ci sono poche ragioni per cui un autore decide di chiamare uno dei suoi due protagonisti "Møbel". Il codice numerico per la o con la sbarretta è difficile da ricordare, e se si ha un portatile bisogna prima premere "FN" e poi attivare la tastiera numerica. Insomma, l'è un casino, ma ci deve essere una ragione ben precisa. Esattamente come la decisione di incentrare un giallo sullo stereotipo stesso del Giallo. Una sorta di meta-giallo con così tanti strati di ironia che l'autore non si ricorda se è serio o meno.
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Capitolo 5

Tu hai rubato la gallina?”
“Anche tu. Non sai se è una gallina o un gallo in transizione.” rispose a Isabella.
“Perché l'hai fatto?”
Møbel ci pensò su. Non c'era una vera e propria ragione, se non quella che ci fosse una gallina.
“Sono un cleptomane.” disse lui.
Isabella pensò a tutto quello che gli aveva sempre detto Corrado, quello che ora, per motivi di archetipi relativi al genere letterario di questo testo, dobbiamo definire suo mentore.
Le veniva in mente solo “non fumare in macchina o non ti pago”
Allora la signorina provò a pensare a tutt'altro. Si rese conto che per semplificare la trama poteva semplicemente cedere e accettare che la gallina avesse qualche importanza, anche perché non ci sarebbe stata se non avesse avuto nessun tipo di rilevanza, che oramai siamo arrivati al quinto capitolo e nulla di tutto quello che è stato scritto ha un briciolo di senso e i lettori cominciano ad annoiarsi.
Isabella si alzò dalla sedia della cucina, appoggiò la scatoletta di tonno che nel frattempo si era messa a mangiare, andò nel corridoio e tornò con una lavagna bianca coperta da un telo: oramai si era rassegnata pure lei.

“Non hai pennarelli, vero?” disse lui.
Lei ancora non era chiaramente cosciente di essere all'interno di un romanzo e sarebbe bastato un piccolo deus ex machina per farli apparire dal vaso alla sua destra, quindi cercò dove aveva trovato la lavagna. Che poi, col senno di poi, è il posto più logico dove potevano essere.
Li trovò lì, ma nel mentre che lei era nello stanzino, il coprotagonista aveva già levato il telo, rivelando solo a lui e al gallus un plot twist importantissimo: la lavagna era piena di scritte e scarabocchi.
Quello che appariva davanti a quelle tre paia di occhi sembravano le lyrics di una canzone di Battiato.
La parola IKEA compariva al centro della lavagna, cerchiata più volte. Da uno dei cerchi partiva una freccia che puntava alla scritta COMODINO.
Due bollette dell'a2a attaccate con lo scotch nella parte inferiore, bollette da 3500 euro di un edificio della parte est di Milano, erano affiancate dalle scritte “VEGANI?” e “UOVA”.

  
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