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Autore: Horse_    14/09/2017    4 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                     We're going to try. 


Pov Ian.

Oggi è sabato e tra poche ore andremo all’evento di beneficenza con i gemelli al nostro seguito. Io e Nina, sebbene avessimo già deciso, ne abbiamo parlato ancora e alla fine, dopo qualche altra indecisione, abbiamo deciso di portarli con noi. I bambini, una volta detto, sono scoppiati dalla gioia e per quasi un giorno ci hanno riempito di domande su come debbano vestirsi, con chi parlare e su cosa fare, ma noi li abbiamo rassicurati dicendo loro di comportarsi come sempre e che sarebbero stati perfetti in ogni caso. 

Io ho uno smoking nero con scarpe dello stesso colore e una camicia bianca. I bambini sono stati vestiti da Ilaria Urbinati* e indosseranno uno smoking praticamente uguale al mio, mentre di Nina non so ancora nulla, penso che sceglierà all’ultimo momento, come al suo solito. Abbiamo detto ai nostri figli che non sarebbero stati obbligati ad indossare uno smoking e di scegliere liberamente qualcosa di più comodo, ma loro hanno voluto lo smoking perché vogliamo essere eleganti come papà e non nego di essere stato molto orgoglioso dalla loro affermazione. 

Scendo in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e per dare una mano a Nina per vestire i bambini, perché saranno troppo impegnati a fare tutto fuorché vestirsi. La trovo appoggiata al ripiano della cucina mentre è intenta a mangiare uno yogurt, mentre i bambini sono in divano e stanno sicuramente finendo di vedere un cartone. Indossa un paio di pantaloncini corti e una maglietta larga a maniche corte e ogni volta mi chiedo come faccia a rimanere così. Abbiamo i temi accesi, altrimenti si morirebbe di freddo, ma comunque io sto benissimo con un paio di pantaloni lunghi, mentre lei è in tenuta estiva. 

 

“Hai davvero così tanto caldo?”- le chiedo avvicinandomi a lei.

 

Nina alza lo sguardo su di me e mi sorride.

 

“Io sto bene così.”- mi risponde con un’alzata di spalle e non si accorge che le ho appena rubato un po’ di yogurt. Quando lo fa mi fulmina con lo sguardo. -“Era il mio yogurt!”

 

La faccia che fa è arrabbiata, ma è così tremendamente buffa che scoppio a ridere comunque.

 

“Era finito.”- mi difendo io mettendole una mano sul fianco.

“Se ne hai mangiato vuol dire che non era finito.”- puntualizza lei schiaffeggiando la mia mano.

 

Toccale tutto, ma non il cibo, un po’ come Stefan.

In tutta risposta l’attiro a me e appoggio la fronte sul suo collo. L’arrabbiatura di Nina sembra passata perché mi abbraccia dolcemente.

Infilo una mia mano sotto la sua maglietta e la posiziono sul suo ventre e ne accarezzo dolcemente quella porzione di pelle.

 

“Come sta nostra figlia?”- le sussurro dolcemente.

 

Nina si stacca leggermente da me per appoggiare le sue labbra sulle mie.

 

“Suona così bene nostra figlia…”- mormora contro le mie labbra e io sorrido. -“Ma potrebbe essere anche un altro maschio, sai?”

 

Si, potrebbe, ma come potrebbe essere anche una femminuccia. Non vedo l’ora di scoprirlo, ma la mia priorità sarà sempre la sua salute, l’importante è che sia sano -sana-, il resto viene dopo.

 

“Potrebbe, si…”- mormoro baciandole il naso. -“Come potrebbe essere una bambina, chi lo sa…”

“Magari avremo la sfortuna di non vedere mai bambole in casa…”- mormora lei.

Forse, o magari no. In caso contrario dovremo metterci al lavoro per una femminuccia.”- ribatto io.

“Frena un attimo…”- mi dice Nina alzando un sopracciglio. -“Non sei tu a dover convivere con nausee perenni, mal di schiena, una pancia gigante per nove mesi e poi metterlo o metterla al mondo…”

“Ma sei bellissima già così, figuriamoci con una pancia gigante, come dici tu…”- le dico accarezzandole un braccio con la mano libera.

“Sarò una balena…”- borbotta lei incrociando le braccia al petto.

“Non è vero, sarai semplicemente stupenda.”- obietto io.

 

Ed è vero, lo penso davvero. Non sarà una balena, ma una donna meravigliosa che porta in grembo mia figlia -o figlio. 

 

“Una donna stupenda che amo e che porta in grembo nostra figlia.”- continuo poi.

“Sei proprio fissato!”- esclama lei, ma posso vederla divertita.

“Non so è come se… Insomma… Ho questa sensazione.”- ammetto con un’alzata di spalle.

 

Ed è vero, non so spiegarlo, ma sento, nel profondo del cuore, che sia una bambina.

Posso anche sbagliarmi, è vero, ma lo sento e ne sono praticamente sicuro, ma lo scopriremo soltanto tra qualche mese.

 

“Sei un sensitivo ora?”- mi domanda lei prendendomi in giro con un buffetto sulla guancia.

 

Scuoto la testa divertito, poi l’attiro a me baciandola con passione. Non facciamo l’amore da un po’ e mi manca come l’aria; un po’ perché abbiamo avuto tanti impegni e tanto lavoro, un po’ perché è più le volte che Nina è in bagno che fuori ed è continuamente stanca, proprio perché è incinta e non ha assolutamente colpa di ciò, un po’ perché ho paura di far del male alla bambina… Insomma… Non farei mai nulla che possa nuocere a Nina o alla bambina. 

 

“Quanta passione…”- mormora lei tra un bacio e l’altro. -“Mi piace…”

 

Veniamo interrotti, come sempre, dai bambini che ci fanno notare di come manchino meno di due ore all’evento. Ci stacchiamo un po’ ansanti e cerchiamo in ogni modo di riprenderci e di darci un po’ di contegno.

 

“Puoi pure andare a prepararti, vesto io i bambini.”- propongo alla mia donna.

“Tu?”- mi domanda lei ilare. -“Non sai nemmeno fare un nodo alla cravatta.”

 

Okay, questo è vero, è sempre stata Nina a farli per me e, quando non c’era lei, a sua volta l’ha sempre fatto qualcun altro. Non è che sia proprio incapace, ma ci metto una vita.

I bambini ridacchiano e Nina mi sorride divertita.

 

“Forza, andiamo a prepararci.”- li incita Nina e i bambini corrono subito in camera.

 

Alla fine li aiuto anche io a prepararsi e capisco a che cosa si riferisse Nina con quel non sai nemmeno fare un nodo alla cravatta, perché anche i bambini ne hanno voluta una, che sicuramente poi alla fine toglieranno. 

Dopo un po’ di gel tra i capelli sono finalmente pronti e soddisfatti. Sono bellissimi, i bambini più belli che abbia mai visto e sono i miei figli.

Okay, non lo dico perché sono i miei figli, ma sono bellissimi vestiti nel loro mini smoking mentre ci guardano soddisfatti.

 

“Sono bellissimi…”- dico a Nina mentre li osservo.

“Lo so, abbiamo fatto un bel lavoro…”- mormora lei con gli occhi lucidi.

“Un lavoro perfetto direi.”- concludo io avvolgendole un braccio attorno alla vita.

 

Alla fine faccio loro una foto e la metto come blocco schermo del cellulare, così avrò un ricordo di loro vestiti in questo modo. Alla fine i bambini ritornano giù in sala e ci promettono di stare buoni mentre finiamo di prepararci. Io mi vesto velocemente e in pochi minuti sono pronto, con solo la cravatta da sistemare. Nina, invece, dopo essersi messa un filo di trucco, si è chiusa in bagno per decidere che vestito mettere. Comincio a preoccuparmi quando i minuti passano e lei non esce dal bagno. 

Aspetto qualche altro minuto, poi decido di entrare perché ho seriamente paura che possa esserle capitato qualcosa, tipo un giramento di testa e si sa che il bagno non è il luogo adatto visto che potrebbe sbattere la testa da qualsiasi parte e farsi veramente male. Quando apro la porta del bagno però mi rallegro subito e tiro un sospiro di sollievo. E’ in piedi davanti allo specchio, con solo la biancheria intima addosso color carne, che fa risvegliare in me una certa passione, già con i capelli preparati, raccolti in una treccia laterale, e con due vestiti per mano e li guarda sconsolata.

Si accorge quasi subito della mia presenza e si volta verso di me con gli occhi lucidi e capisco al volo che anche gli ormoni stiano giocando con lei in questo momento.

 

“Hey…”- mi avvicino cautamente e dolcemente a lei. -“Che cosa c’è che non va?”

“Non so quale mettere…”- mormora lei con voce strozzata. -“Mi piacciono tutti…”

 

Osservo i vestiti: uno nero, uno azzurro, uno verde e uno rosso. Cerco di immaginare la donna al mio fianco con tutti e quattro i vestiti e non ho alcun dubbio sulla scelta. Sarebbe meravigliosa con tutti, ma con uno in particolare sarebbe ancora più meravigliosa. 

Rosso, assolutamente.

 

“Saresti meravigliosa con tutti e quattro, ma sai che ho un debole per il rosso…”- le dico afferrando il vestito rosso.

 

Alla fine riesco a convincerla e Nina indossa il vestito rosso con il quale sembra una dea. Il rosso le ha sempre donato, ma questa sera sembra più luminosa che mai. 

 

“Mi aiuti con la cerniera?”- mi chiede lei indicando la cerniera dietro la sua schiena. 

“Con piacere…”- le sussurro all’orecchio con un tono di malizia nella voce.

 

Averla qui, davanti a me, con la schiena praticamente nuda, non aiuta a molto, anzi, non fa altro che peggiorare la situazione. Nina rabbrividisce al mio tocco sulla sua pelle e so, per certo, che non l’ha fatto per il freddo. Faccio tutto il più lentamente possibile, godendomi le sue reazioni, anche se per me rimane comunque una piccola tortura.

 

“Ian, puoi… Velocizzare i tempi?”- mi chiede lei con voce strozzata.

“Perché?”- le domando facendo finta di non essermi accorto di nulla. Lei sbuffa frustrata, ben capendo dove voglio arrivare. -“Ti senti eccitata?”

 

Lei in tutta risposta si volta verso di me e mi tira uno schiaffo sul braccio.

 

“Ti sembra questo il momento?”- mi domanda mettendosi entrambe le mani sui fianchi. -“Siamo in ritardo, come al solito, e tu stai giocando con me, ben consapevole anche di avere dalla tua parte i miei ormoni in subbuglio!”

 

Rido divertito, ma alla fine mi trovo costretto a chiuderle il vestito senza tentarla più perché sotto ci sono i nostri figli e stiamo cominciando ad essere in ritardo. Decide di indossare un paio di tacchi e a nulla valgono le mie parole sul dopo, perché sicuramente si lamenterà di avere male ai piedi così, senza che se ne accorga, decido di prelevare dalla sua scarpiera un paio di ballerine rosse perché sicuramente, a metà serata, serviranno. 

Arriviamo nel luogo in cui si terrà la serata di beneficenza con quasi venti minuti di ritardo e, come tutti gli altri, passiamo dall’entrata secondaria. Perfino lì c’erano dei paparazzi appostati -non solo per noi, credo, un po’ per tutti-, ma sono stati mandati via per l’ennesima volta dai bodyguard presenti. L’entrata secondaria era completamente sgombera dai paparazzi così, una volta scesi, siamo stati accompagnati all’interno della sala. Una sala enorme -anche se enorme è un eufemismo-, addobbata come alle grandi manifestazioni, dove i colori che prevalgono sono il dorato, il bianco e il nero. 

I bambini -Joseph a mano con Nina e Stefan a mano con me- rimangono a bocca aperta nel vedere tutto questo e non parlano per qualche minuto buono, godendosi interamente tutto quello che li circonda. Io e Nina ci scambiamo uno sguardo a metà tra il divertito e il soddisfatto nel vederli così estasiati. 

All’entrata ci hanno fatto lasciare, dentro degli appositi armadietti personalizzati per ogni persona -o famiglia- cellulari e qualsiasi cosa potesse scattare foto o divulgare informazioni perché nessuno sappia cosa accada qui dentro ed è anche questo uno dei motivi principali per cui io e Nina abbiamo accettato. 

Una bambina dai lunghi capelli castani dentro un vestito rosa confetto ci corre incontro e la riconosco subito: è Rachel. Dietro di lei ci sono Paul e Phoebe che ci salutano con la mano e ci vengono incontro. 

Rachel, dopo averci salutato allegramente, mostra ai gemelli il suo braccialetto ed iniziano a parlare allegramente, anche se comunque si nota un feeling più intenso con Stefan.

 

“Finalmente siete arrivati!”- ci saluta Paul.

“Dovreste sapere che arriviamo sempre in ritardo.”- gli sorride Nina salutando Phoebe con un abbraccio.

 

Si salutano come se non si vedessero da mesi, quando, in realtà, non si vedono da questa mattina.

 

“Chissà di chi è la colpa.”- la punzecchio io.

“Ah, non guardarmi così, questa volta è colpa tua.”- si difende la donna al mio fianco facendoci ridacchiare tutti quanti.

“Li avete portati.”- sorride Phoebe guardano sua figlia e i gemelli. -“Sono bellissimi, sembrano usciti da una rivista.”

“Hanno voluto indossare uno smoking come Ian, perché volevano essere eleganti come lui.”- le dice Nina sollevando gli occhi al cielo, ma con tono estremamente orgoglioso. -“Però sono bellissimi, si.”

 

Se qualcuno le fa i complimenti dice sempre che è troppo -lo dice perfino a me, quindi so di che cosa sto parlando-, ma lascia che a Joseph e a Stefan tutti gliene facciano e anche lei fa altrettanto, ma penso che tutte le mamme siano così.

Alla fine Nina e Phoebe iniziano a parlare di cose da donne, io e Paul cominciamo a parlare di qualche scena girata questa mattina, tenendo comunque d’occhio tutti e tre i bambini. Li abbiamo avvisati di non dare troppa confidenza in giro, è un posto sicuro, ma non si sa mai. 

Ad un certo punto della serata incontriamo perfino Stephen Amell, nostro vecchio collega che ha preso il volo però con Arrow. La moglie si ferma a parlare con Nina e Phoebe, lui con noi e Mavi, all’inizio con un po’ di timidezza, alla fine si lascia andare con i gemelli e Rachel e posso notare, ogni tanto osservandoli, che parla più con Joseph che con Stefan -forse è rimasta affascinata dalla sua parlantina. 

Il resto della serata scorre tranquillo, tra buon cibo e chiacchiere con vecchie conoscenze e vecchi amici (ad un certo punto ho pure incontrato Maggie Grace, mia vecchia collega in Lost, con la quale Nina non ha mai avuto un bellissimo rapporto perché una volta, ad un vecchio evento di anni fa, ci ha provato con me e Nina non l’ha mandato giù ed anche questa sera è stato più o meno lo stesso, soprattutto quando si è avvicinata ai bambini complimentandosi con me per la loro bellezza. Nina, stizzita, se n’è andata e, con una scusa, l’ho rincorsa e ho subito capito di come fosse gelosa e diciamo che l’ho amata ancor di più in quel momento perché ho sempre adorato anche il suo lato geloso, che non mostra molto spesso, ma c’è). L’unico intoppo, alquanto prevedibile, è stato il cambio scarpe di Nina perché le facevano, ovviamente, male ai piedi.

Nina e i bambini ad un certo punto cominciano ad essere stanchi così, dopo aver salutato Paul e Phoebe e alcuni nostri amici, in comune e non, facciamo ritorno a casa. 

 

“Vi siete divertiti?”- chiede loro Nina mentre li aiutiamo a mettersi a letto.

“Tantissimo!”- esclama Joseph alzandosi in piedi sopra il letto. -“Erano tutti vestiti eleganti, c’erano tante persone, abbiamo fatto amicizia…”

“E Mavi ti è piaciuta?”- gli chiedo io curioso.

“Papà!”- mi riprende lui con le guance improvvisamente rosse.

 

Nina e Stefan ridacchiano alle mie spalle, ma non si fanno notare. 

 

“Okay, okay, andiamo a letto, forza.”- mi affretto a toglierlo dall’imbarazzo.

 

Dopo aver borbottato un Forse è meglio, Joseph si mette sotto le coperte e alla fine Stefan fa la stessa cosa. Rimaniamo ancora qualche altro minuto con loro, poi, dopo innumerevoli sbadigli da parte loro e di Nina, decidiamo di andare a letto anche noi. 

Torniamo in camera nostra ancora vestiti come prima. 

 

“Ti fanno ancora male ai piedi?”- le domando dolcemente.

“No, non più.”- mi dice lei rassicurandomi con lo sguardo mentre si toglie le ballerine. -“Hai fatto la scelta giusta.”

“Sapevo che prima o poi ti sarebbero venuti male ai piedi.”- le dico divertito. -“Ovviamente tu non mi ascolti mai sui tacchi.”

“Sono più eleganti.”- ribatte lei con un’alzata di spalle.

“Non capisco perché voi donne preferiate soffrire invece di stare comode…”- le dico sfilandomi la giacca e iniziando a sbottonarmi la camicia. 

“Perché le donne devono essere sempre eleganti…”- borbotta lei iniziando a sfilarsi la treccia.

 

Quando finisce di slegarsi la treccia e io di infilarmi una maglietta pulita mi chiede di aiutarla a sfilare il vestito, o perlomeno la cerniera. 

 

“Stai benissimo con questo vestito…”- le dico iniziando a far scorrere la cerniera. -“Eri la più bella di tutte…”

 

La vedo sorridere attraverso lo specchio.

 

“Anche tu stavi bene con lo smoking.”- mi dice lei girando la testa e dandomi un bacio sulle labbra. -“Così bene che avevi tutte le donne attorno.”

 

E so bene a chi si riferisce con tutte le donne perché ha in mente una donna in particolare.

 

“Ma solo una mi ha qui con lei, adesso…”- le ricordo posandole un bacio sul collo. -“E anche gli uomini non sono stati da meno…”

 

E’ vero, Nina pensa che non li abbia notati, magari nemmeno lei l’ha fatto, ma più di qualcuno l’ha guardata questa sera, talvolta lasciando perdere anche le proprie compagne, quindi non è l’unica che si è dovuta contenere questa sera. 

 

Ma solo uno mi ha qui con lui, adesso.”- mi ripete lei voltandosi verso di me e aggrappandosi alla mia maglietta. -“Facciamo l’amore?”

 

Le sue mani scivolano sotto la mia maglietta accarezzando i miei pettorali.

 

E me lo chiedi?”- le domando afferrandola per la vita. -“Non faremo del male alla bambina vero? Perché se è pericoloso o se-”

“Ian…”- mi interrompe lei mettendomi un dito sulle labbra. -“Il bambino o la bambina è protetto da una specie di sacco che si chiama sacco amniotico ed è al sicuro lì dentro…”

“Siamo sicuri? Non succederà nulla, vero?”- le chiedo per ulteriore conferma. 

“Se non mi credi va bene, allora dormiamo.”- mi dice lei staccandosi da me. -“Cercalo su Internet se vuoi.”

“Internet non è molto affidabile…”- puntualizzo io con una certa nota di panico nella voce dalla sua improvvisa lontananza.

“Allora credi a me…”- mormora lei immergendo una mano tra i miei capelli. -“Non succederà nulla…”

 

La guardo negli occhi e so che non farebbe nulla per mettere in pericolo nostra figlia -o figlio-, così, prima che possa parlare, la trascino, sempre con delicatezza, a letto e in poco tempo siamo completamente nudi e i nostri corpi uniti.

 






 

Tre settimane dopo.

                                                                                                (nove settimane)

Pov Ian.

Tum Tum Tum.

Sentire per la prima volta il cuoricino di nostra figlia -o figlio, si, fino a che non lo scoprirò, rimarrò convinto che sia una bambina- è stata una delle cose più emozionante della mia vita, pari alla scoperta di avere due bambini e alla scoperta di aspettarne un altro. Questa mattina siamo andati ad una visita di controllo e, come promesso, abbiamo potuto ascoltare il suo cuoricino battere e sono arrivato ad emozionarmi quasi come un bambino, sotto lo sguardo divertito, e un po’ emozionato, di Nina. Sapere che sta andando tutto bene, che Nina e la bambina stiano bene, e sentire il suo cuoricino mi fa stare più sereno. Layla ha dovuto darmi per l’ennesima volta un fazzoletto, che questa volta ho accettato, e ci ha consigliato di comprare uno strumento, che si può facilmente trovare in farmacia, per ascoltare il cuore del bambino. Ovviamente io e Nina l’abbiamo ordinato e sono rimasto abbastanza sorpreso che si potesse fare una cosa del genere anche a casa. Ho poche informazioni, per questo ho deciso di incominciare a leggere dei libri sulla gravidanza e sui neonati, in modo da aiutare il più possibile Nina.

Inoltre in queste settimane il suo ventre è diventato leggermente più gonfio, segno che pian piano diventerà sempre più grande, e può sembrare strano, ma mi sento parecchio elettrizzato.

 

“Papà? Mi aiuti a fare matematica?”

 

Mi volto e trovo Stefan sconsolato con la testa appoggiata sul tavolo.

Matematica, fantastico, hanno la mia stessa passione insomma. La scuola non mi è mai piaciuta, devo dire la verità, e matematica ancora di meno, ma vedrò quello che posso fare. Prendo una sedia e mi siedo accanto a mio figlio.

 

“Cosa dobbiamo fare?”- gli chiedo.

 

Numeri dappertutto, ecco quello che vedo.

 

 

“Le frazioni!”- esclama Stefan rimettendo la testa sul tavolo facendomi sorridere. -“Odio le frazioni.”

“Oh, tesoro, ci saranno molte altre cose che odierai della matematica, puoi starne certo.”- gli dico.

 

Sa di consolazione questa frase, ma anche no.

 

“E’ così tanto brutta la matematica?”- mi chiede lui.

“Non è brutta…”- mento. Non voglio che già da così piccolo cominci ad odiarla, avrà tempo per farlo. -“E’ complicata.”

“Tantissimo!”- esclama Stefan afferrando la matita. -“Ecco, qui.”

 

Joseph ha già finito matematica -e qui ha preso sicuramente da Nina- e, nel fare merenda, si è sbilanciato e il succo gli è caduto tutto addosso, così Nina è con lui di sopra e lo sta aiutando a cambiarsi.

 

“Uhm, abbiamo il rettangolo diviso in otto parti, poi abbiamo tre parti colorate, giusto?”- gli chiedo per avere conferma. -“Ecco, bene. Se abbiamo tre parti colorate di otto, che cosa fa?”

“Tre ottavi!”- esclama lui, poi mi guarda in attesa di conferma. -“E’ giusto, papà?”

“Esatto, è giusto.”- gli sorrido lasciandogli una carezza tra i capelli. -“Se abbiamo il rettangolo diviso in otto parti e tre parti colorate, quante parti non sono colorate?”

“Allora… Otto parti divise… Tre colorate… Otto meno tre fa cinque… Cinque parti libere… Abbiamo cinque ottavi liberi!”- conclude lui scrivendo tutto sul suo quaderno.

“Proprio così… Tre ottavi colorati e cinque ottavi liberi.”- confermo. 

“E’ una noia mortale comunque…”- borbotta lui. 

“Lo so, tesoro, ma bisogna fare i compiti comunque.”- gli dico comprensivo. -“Così quando hai finito puoi andare a giocare con Joseph a quello che volete.”

 

Sento dei passi dietro di noi e mi volto per vedere Nina e Joseph scendere le scale.

 

“Hai finito, tesoro?”- domanda Nina a nostro figlio.

“Quasi, mamma…”- gli risponde Stefan continuando a scrivere sul suo quaderno. -“Papà mi sta aiutando.”

“Davvero?”- gli chiede Nina avvicinandosi a noi.

“Si, perché matematica è noiosa!”- esclama Stefan.

“Amore, non è noiosa, magari è difficile… Ma è una materia che bisogna fare per forza.”- gli risponde Nina dandogli un bacio tra i capelli.

 

Attiro Nina a me e la faccio sedere sulle mie gambe. Le do un bacio sulla fronte, poi lei appoggia la testa sul mio petto. Joseph si va a sedere accanto al fratello per controllare i suoi progressi, poi sento che si dicono qualcosa, molto probabilmente riguardo ai compiti.

 

“Potevate chiamarmi se c’era bisogno di un aiuto…”- mi sussurra Nina.

“Dai, non sono così incapace…”- le rispondo ridacchiando. -“Qualcosa me la ricordo ancora, poi le frazioni non sono così complicate…”

“Beh, hai ragione…”- mi dice lei dandomi un bacio a fior di labbra. -“Stefan ha proprio preso da te.”

“Già, ma forse io da piccolo ero ancora peggio… Almeno lui, anche se la considera noiosa, la fa comunque… Io chiudevo direttamente il libro.”- le dico sorridendo al ricordo.

“Ma eri un piccolo teppista!”- esclama lei dandomi un colpetto sulla spalla.

“Oh, certo che lo ero…”- ridacchio. 

 

Rimaniamo qualche altro minuto così, minuti preziosi nel quale coccolo la donna che amo, poi Stefan dice di avere ufficialmente finito e di poter finalmente mettere via i quaderni e i libri.

 

“Non mi serviranno mai queste cose nella vita!”- esclama lui una volta finito di sistemare tutto dentro la cartella. -“Me lo sento…”

“Tesoro, le frazioni servono… Se io divido una torta in otto parti e Joseph ne mangia tre, bisogna sapere quante fette rimangono…”- gli dice Nina.

“Ma così farà un’indigestione e comunque non può mangiarne tre, sono troppe!”- polemizza Stefan facendomi scoppiare a ridere seguito da Nina. 

“Era un esempio.”- lo rassicura Nina ridacchiando.

“Era un bel esempio però…”- commenta Joseph abbracciando la madre.

 

Nina ricambia stringendolo a se.

 

“Non si scherza con il cibo!”- continua Stefan. -“Posso fare merenda?”

“Vieni che ti preparo la merenda.”- gli dice Nina sorridendo.

“Vuoi che gliela prepari io?”- mi offro. -“Tu puoi rimanere seduta qui.”

“Sono in grado di preparare un panino.”- mi ricorda lei alzandosi. -“E mi hai permesso di muovermi soltanto prima, da questa mattina.”

 



































 

 

                                              * * *

 

































 

“Siete sicuri?”- mi domanda per l’ennesima volta Paul mentre mi passa Damon. 

 

Paul e Phoebe non hanno un momento libero e intimo da quanto è nato Damon, se non da prima, così io e Nina ci siamo offerti di tenere per loro Rachel e il piccolo per la serata e per la notte. Anche loro hanno tenuto qualche volta i gemelli, mi sembra il minimo ricambiare il favore.

 

“Se non esci da casa nostra ti prendo a calci!”- lo minaccio bonariamente, mentre sento Nina ridacchiare alle mie spalle.

 

Phoebe le sta dando le ultime cose per il bambino e le sta dicendo alcuni orari -penso quando deve bere il latte.

 

“Ho due bambini anche io, non preoccuparti.”- la rassicura Nina. -“Staranno benissimo.”

“Li porteremo domani mattina sul set.”- concludo io passando il bambino a Nina, che lo prende delicatamente tra le braccia.

“Grazie ancora.”- ci sorride Phoebe.

“E’ il minimo.”- le dice Nina toccando il naso di Damon. -“Staranno bene con noi.”

“Andate, altrimenti vi perderete la serata!”- concludo io.

 

Alla fine, dopo qualche altro minuto, Paul e Phoebe se ne vanno, lasciandoci soli con tutti i bambini a casa. 

Ricambiamo il favore e nel frattempo facciamo anche esperienza. E’ vero che Damon ha ormai tre mesi, però è pur sempre un neonato. 

 

“A che ora deve mangiare?”- chiedo a Nina.

“Phoebe ha detto che si farà capire quando avrà fame, ma preferibilmente tra due ore e mezza.”- mi dice lei.

“Pensi che ce la faremo?”- le chiedo dandole un bacio sulla fronte.

“Penso di si… Stefan e Joseph sono sempre stati bravi, in più quando sono con Rachel sono ancora più calmi, specialmente il primo… Rachel è un amore e Damon è piccolo, ma è comunque un angioletto…”- mi rassicura lei cullando piano il bambino.

“Non è che si sveglierà in piena notte urlando come un pazzo?”- le chiedo cautamente.

“E’ un bambino, molto probabilmente lo farà…”- ridacchia lei sfiorando una guancia del bambino.

“Addio sonno, quindi?”- le domando appoggiando il mento sulla sua spalla mentre guardo Damon.

“Forse si, forse no… Ci stiamo preparando per quello che avremo in futuro, no?”- mi dice lei.

“Mi sa di si.”- le dico sorridendo. -“Tra sette mesi, al posto di Damon, ci sarà nostra figlia.”

 

Nina alza gli occhi al cielo, ma non dice nulla.

 

“E se prendesse da Joseph saremmo fregati. Niente dormite per mesi.”- mi dice lei.

“Davvero?”- le chiedo curioso.

 

Effettivamente non mi ha mai detto molte cose dei gemelli da piccoli, forse è anche un po’ colpa mia. Ho visto tantissimi album fotografici, ho chiesto varie cose, ma sono sempre stato abituato a vederli da grandi.

Dovrò informarmi il più possibile, per conoscere qualcosa in più di loro e per il futuro che verrà.

 

“Si, Joseph non ha quasi mai dormito di notte per ben cinque mesi… Un po’ perché aveva il sonno agitato, un po’ per le coliche che non gli davano tregua… Ovviamente piangeva e beh… Svegliava anche Stefan che si univa a lui…”- ridacchia divertita al ricordo.

 

Guardo i nostri figli seduti in divano con Rachel al centro mentre ridono divertiti guardando un cartone. Sorrido automaticamente.

 

“Poi però si è calmato ed ha cominciato a dormire sempre di più… Ora non si sveglia nemmeno se cascasse il mondo.”- continua lei.

“Ha preso dalla mamma, insomma.”- concludo io divertito.

 

Nina si volta verso di me fintamente offesa.

 

“Anche tu non sei da meno, eh.”- ribatte lei. -“Non solo io.”

“No, certo che no.”- rido divertito. -“Chi ti sveglia alla mattina?”

“Okay, forse è vero, ma anche tu hai il sonno parecchio pesante!”- ribatte.

“Però più leggero del tuo!”- ribatto io.

 

Nina si siede su una sedia, tenendo tra le braccia Damon, mentre io mi occupo di accendere il forno per preparare la pizza. Si, i nostri figli hanno decido di mangiare la pizza questa sera, ma non quella che si compra, hanno voluto che preparassi l’impasto per poi divertirsi a decorarla -ovviamente dobbiamo ancora fare questo ultimo punto e si aggiungerà anche Rachel.

Joseph si alza dal divano e si avvicina a Nina per osservare il piccolo Damon che si sta per addormentare contro il suo braccio.

 

“Mamma, ma non può venire anche Damon a guardare i cartoni con noi? O è troppo piccolo?”- lo sento chiedere alla madre. -“So che non ci capirà nulla, ma magari si divertirebbe comunque.”

 

Nina gli sorride dolcemente prima di dargli una risposta.

 

“Hai ragione, non capirebbe niente perché è troppo piccolo e inoltre non ci vede ancora bene per riuscire a distinguere le figure alla televisione. Magari tra qualche mese si aggiungerà a voi per farvi compagnia.”- gli risponde Nina parecchio esaustiva.

 

Joseph prende una sedia e si siede accanto alla madre e sfiora delicatamente una gambina del bambino. Damon la muove leggermente, ma continua a tenere gli occhi semichiusi.

 

“Oh… Ma quindi mangia e dorme solo?”- gli chiede Joseph.

“Si, i neonati fanno solo questo.”- gli risponde Nina accarezzandogli con una mano i capelli.

“Ma è una noia mortale…”- borbotta Joseph.

“Per lui no, è ancora troppo piccolo per fare determinate cose. Anche tu da piccolo facevi le stesse cose, così come Stefan e anche Rachel.”- continua a rispondere Nina.

“Allora è bello essere grandi!”- ribatte Joseph incrociando le braccia al petto. 

“Goditela finché puoi!”- ribatto io divertito scompigliando i capelli di mio figlio, poi mi rivolgo anche all’altro mio figlio e a Rachel. -“Venite a preparare la pizza con me?”

 



 

Pov Nina.

I bambini non se lo fanno ripetere due volte e in meno di un minuto sono già tutti e tre pimpanti mentre seguono le istruzioni di Ian. Damon, intanto, si è addormentato tra le mie braccia, così decido di metterlo sul divano, molto più comodo dell’ovetto, ovviamente con le giuste precauzioni e i cuscini attorno che gli impediranno di cadere, in caso si muovesse. 

 

“Mamma, con cosa vuoi la pizza?”- mi chiede Stefan con la bocca tutta sporca di pomodoro.

 

Mi avvicino a lui e, dopo aver preso una salvietta, gli pulisco la bocca prima che possa sporcarsi i vestiti. 

 

“Fatela a vostro piacimento, a me non cambia.”- gli dico osservando anche Rachel e Joseph.

“Niente ananas questa volta?”- mi chiede Ian sorridendo sornione.

“Niente ananas.”- gli dico con un’alzata di spalle.

 

Alla fine i bambini, Rachel compresa, mi preparano una pizza niente male, con prosciutto, funghi, salame, pomodoro e tanta mozzarella. 

La serata trascorre tranquilla, ad un certo punto Damon comincia a reclamare il suo biberon e alla fine è proprio Ian, con qualche intoppo, a dargliela perché vuole fare pratica, a detta sua. Così, quando viene l’ora del cambio pannolino, lo faccio cambiare a lui, un po’ per fargli fare pratica e un po’ perché gli odori forti mi alterano parecchio e non è l’ideale. 

Decidiamo di guardare un cartone animato, per la gioia dei bambini, e ci sediamo in divano. Damon, con tutto il trambusto, non vuole addormentarsi e alla fine decido di tenerlo in braccio perché tutte le voci sembrano piacergli.

Ad un certo punto il telefono di Ian comincia a squillare e lui lo ignora.

 

“Dovresti rispondere.”- gli suggerisco, mentre i bambini continuano a guardare il cartone. 

“Sicuramente non è importante, godiamoci la serata.”- mi dice lui lasciandomi un bacio casto sulle labbra.

 

Il telefono diventa improvvisamente silenzioso.

 

“Visto?”- mi dice lui.

“Poteva essere Paul per sapere come stessero Rachel e Damon.”- gli ricordo.

“E va bene, adesso lo richiamo.”- mi dice lui afferrando il cellulare.

 

Ian prende il cellulare tra le mani e aggrotta le sopracciglia alla vista del numero. Non fa nemmeno in tempo a richiamare che il cellulare inizia a squillare di nuovo.

 

“E’ mia madre…”- mormora lui.

 

Ian si alza dal divano e si allontana di qualche passo per parlare con la madre, mentre io continuo a seguire il cartone con i bambini. Passano i minuti, poi sento i passi di Ian tornare in sala. Aspetto che torni accanto a me, per proseguire il cartone, anche se penso che molto probabilmente tra poco metteremo tutti i bambini a letto, ma non lo fa. Aspetto qualche secondo, ma rimane ancora lì, dietro di me. Decido di alzarmi, per vedere che cosa abbia o se sia successo qualcosa di grave, e mi avvicino a lui.

Incontro i suoi occhi, quasi indecifrabili, ma ci leggo dentro tantissime cose. E’ nervoso, spaesato, spaventato e triste. 

Cos’è successo?

 

“Ian… Cos’è successo?”- gli chiedo toccandogli un braccio.

 

Ian sussulta leggermente e sospira prima di parlare con voce tremante.

 

“Mio padre sta morendo.”

 

 

 

 

 

_______________________________

 

*Ilaria Urbinati, per chi non lo sapesse, è la stilista di Nina. 

 

Come avete visto questo capitolo non è stato assolutamente un miraggio.

I’m here, dopo mesi e mesi, con un nuovissimo capitolo. Le mie ragioni le avete lette nell’avviso che ho pubblicato una settimana fa, quindi non sto qui a dilungarmi. Voglio ringraziare tutte le dolcissime ragazze che in questi mesi hanno continuato a scrivermi dandomi per dispersa o credendo mi fosse successo qualcosa di grave. I vostri messaggi mi hanno fatto un sacco piacere e per qualsiasi cosa potete continuare a scrivermi, lo apprezzo davvero molto ^^

Poi vorrei ringraziare le quattro ragazze che hanno recensito il 50° capitolo, ovvero Percy_Styles, jo90, lilla 98 e Claugiuly28. Alcune di loro nuove, mentre altre di vecchia data e che non mi hanno mai abbandonato. Grazie mille a tutte, siete fantastiche, come sempre (a cui ora risponderò bene bene!).

Passo al capitolo, perché poi devo fare ulteriori ringraziamenti (si, non sono mai troppi).

E’ stato un capitolo abbastanza tranquillo, ma dove eravamo rimasti? Già, Nina è incinta (yep *___*), Ian è fuori di se, i bambini ancora non lo sanno, ma ci sarà ovviamente per questo. Gli unici che lo sanno sono i genitori di Nina (la madre ci è arrivata da sola, altrimenti sarebbe rimasto segreto ancora un po’). I nostri Nian, insieme ai nostri bambini preferiti, vanno ad una serata abbastanza importante e tutto va per il verso giusto, soprattutto per i bambini vestiti di tutto punto come il loro papà. Ma ve li immaginate due mini Nian (dai capelli scuri come quelli di Nina e gli occhi azzurri come il padre) in smoking? Ho avuto gli occhi a cuoricino per gran parte del capitolo. Questi capitoli, comunque, mettono in scena la loro vita quotidiana. Dopo una storia e mezza passata a scrivere disastri è giusto che questi due si meritino un po’ di relax. No, perché la bomba viene sganciata alla fine. Il padre di Ian, colui che non vede da una vita, sta morendo. Purtroppo questo è uno step che ho dovuto affrontare, ma lo scoprirete meglio nel prossimo capitolo. 

Non ho nient’altro da dire, solo Joseph che a quanto pare si è preso una cotta per Mavi (è la figlia di Stephen, Oliver Queen in Arrow, ed è una bambina bellissima e troppo forte, la amo!).

 

Dunque, per quanto riguarda gli altri ringraziamenti, arriviamoci subito (riporterò anche quello che hanno scritto con la mia risposta, perché comunque mi dispiacerebbe che non la ricevessero, in quanto hanno speso belle parole per me. Poiché andrò a cancellare l’avviso, ci tengo che abbiano una mia risposta!).

Ringrazio, in ordine di recensione, innanzitutto yogia_02

Io starò qui finché non leggerò la fine di questa storia dovesse essere anche tra 10 anni perché prima di tutto hai una vita e devi portarla avanti e solo in seguito quando ti sarai sistemata porterai avanti la storia perché come dice mia mamma :le cose devi farle quando te la senti, se non te la senti vengono male e allora non avrá senso averle fatte. Quindi tranquilla finisci i test d'ingresso (che tanto ti prendono all'universitá tranquilla), riprendi la tua vita e poi quando te la sentirai aggiorna che non se gli altri, ma io rimango ad aspettarti qua.

 

 

Grazie mille dell’appoggio carissima, veramente. Concordo anche sul discorso di sentirsele o meno. Più volte ho provato a mettermi e a pubblicare, ma sapevo che quello comunque non sarebbe stato il momento giusto. Ma ora, seppur a rilento, sono qui! Grazie ancora dell’appoggio, tu sei una di quelle che mi segue da tantissimo e ci tengo veramente a queste parole.

Un grosso abbraccio, alla prossima <3

 

Poi un ringraziamento a raffab_06:

Ehiii sono contenta che sei tornata e che continuerai ad aggiornare la storia.. anche perché è una Delle pochissime nel fandom "cast TVD" ad essere ancora aggiornata.. e poi è troppo bella per non sapere come va a finire..

Ti faccio un grande in bocca al lupo per mercoledì e spero di leggere presto un nuovo capitolo.. bacii

 

Grazie mille anche a te per le belle parole, gli incoraggiamenti e per essere ancora qui per questa storia. Ormai la sezione del cast e quella di The Vampire Diaries non è più seguita come un tempo e mi dispiace molto, ma ce ne faremo una ragione. Crepi il lupo, finalmente ho finito tutto e posso godermi un po’ di (meritatissimo) relax! 

Un grosso abbraccio anche a te, alla prossima <3

 

Un ringraziamento anche a Freeshane (vi consiglio di passare a leggere le sue storie, sono molto belle):

 

Ciao (: appena ho visto che hai aggiornato la storia sono corsa a leggere, io mi sono appassionata a questa long in questi ultimi mesi, in quanto sono una "novellina" in questo mondo o, almeno, sono qui da pochi mesi (precisamente dalla fine di tvd). Adoro la tua storia, adoro come scrivi e come hai rappresentato i personaggi, complimenti veramente, spero che potrai aggiornare al più presto, così posso lasciare la mia recensione :D Anche io mi diletto alla scrittura di qualche long, e anche io noto che qui ormai non c'è più nessuno che recensisce, o almeno ci sono molti visitatori ma poche recensioni, io credo che il bello di leggere una storia sia proprio quella di commentarla, anche facendo qualche critica, queste sono sempre costruttive. Infatti, ogni storia che seguo viene costantemente recensita, lo trovo anche corretto per le autrici/gli autori che si dilettano in questo! Ed è per questo che io sarò tra colore che ti seguiranno e sicuramente recensiranno :* A presto

 

 

 

 

Grazie infinite anche a te per avermi lasciato un commento di supporto. Seguo anche io le tue storie e con un po’ di tempo le recensirò, ma sappi che ho letto tutti i tuoi capitoli :)

Sono d’accordo anche io, i pareri delle altre persone (positivi e negativi) ci aiutano a crescere come scrittori/scrittrici ed è bello sapere che cosa si pensa in merito alla nostra storia. Le letture sono importanti, si, ma preferisco di gran lunga avere un dialogo con chi legge la mia storia :)

Sono felice che la mia storia ti piaccia. Un grosso abbraccio e alla prossima <3

 

Infine, ma non per importanza, semplicemente per ordine di recensione, ringrazio anche lilla 98:

 

Ciaooo sono felicissima che che sei tornata capisco benissimo sia la maturità sia i test d'ingresso ma non ti abbattere gli esami saranno anche peggio 😂😂 no dai a prate gli scherzi non ti devi preoccupare mi scuso se non ti ho scritto ma pensavo (cosa che mi è successa) che non volevi sempre ricevere messaggi su quando tornava la storia ho pensato visto che conosco la tua puntualità che era successo qualcosa e non volevo disturbarti ma se ti fa piacere sono felicissima di parlare con te imbocca al lupo per il test

 

 

 

Anche tu mi segui da una vita, quindi le tue recensioni e le tue belle parole mi onorano tantissimo (così come quelle delle altre). Speriamo che l’Università sia un tocca sana e spero veramente di fare quello che voglio, ma se non fosse così testa bassa e ci si riprova il prossimo anno ^^

Il resto lo sai già, ti ho risposto al messaggio! Un grossissimo abbraccio, alla prossima <3

 

 

Bene, ho finito! Alla prossima e grazie ancora per essere qui con me :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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