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Autore: RickyChance98    14/09/2017    0 recensioni
Un'epoca lontana, un regno dimenticato. Vivi la storia di amore e coraggio di Celia alla ricerca del suo posto del mondo, al confine tra il bene e il male, fra luce e oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPISODE X – Il potere della spada

QUINDICI ANNI PRIMA, NEL CASTELLO DEL REGNO…
“Re Nelmo! Re Nelmo!” – esclamò una servitrice, correndo per il corridoio alla ricerca del re.
“Sono qui, Maria, dimmi!” – disse.
“Presto, venga! Il momento è arrivato!” – continuò Maria.
 
“Cora, presto, spinga! Ci siamo quasi!” – Alcune servitrici stavano aiutando la donna a partorire. Il dolore per ella era indicibile, e le forze stavano per abbandonarla per sempre.
“Non ci abbandoni adesso!” – Cora prese per mano una di loro: era Juanita.
“Cora, la prego!” – Juanita le disse, stringendole la mano.
“Mia cara, la bambina starà bene. Tu sai ciò che è da fare.” – disse Cora.
“Sì, mi hai spiegato, farò tutto ciò che sarà necessario!” – continuò Juanita.
“C’è una cosa però che non ti ho detto”
“Che cosa?”
“Io non sarò lì con te per lei. Non ci potrò essere.”
“Di cosa sta parlando??”
“Nella visione io non c’ero. Questo vuol dire solo una cosa… non sopravvivrò.”
“Cosa, no, non è possibile! Lei ce la farà!” – disse Juanita, aiutando le altre servitrici con il parto.
 
“Sono arrivato appena ho potuto!” – esclamò Re Nelmo, non appena entrò nella camera da letto accompagnato da Maria.
L’uomo si avvicinò al letto: “Come sta?”. Nessuna rispose, e tutto ciò che si sentì poco dopo fu il pianto di una bambina, una bambina speciale.
Juanita tornò da Cora, stringendole la mano.
“E’ bellissima!” – le disse. Cora strinse la mano della donna un’ultima volta, poi chiuse gli occhi.
“No, no! E’ proprio qui!” – Juanita esclamò piangendo, tenendo in braccio la piccola. Cora non era riuscita nemmeno a guardare la sua bambina negli occhi.
“NO!” – urlò Re Nelmo, che raggiunse l’amata spingendo una servitrice. Si inginocchiò e prese la sua mano, baciandola.
“Come hai potuto, no…” – disse piangendo.
Juanita strinse a sé la neonata piangente, poi notò sul comodino lì accanto un foglio su cui Cora, poco prima di morire, aveva scritto qualcosa.
“Ti voglio bene, Celia.”
Re Nelmo si alzò e guardò la bimba: “Non voglio vederla, portatela via…”.
“Ma signore, “ – cercò di insistere Juanita.
“Basta, andate tutte via, TUTTE!” – urlò l’uomo, avvicinandosi ancora una volta alla sua amata. In quel momento entrò Charlotte, la piccola non capiva cosa stesse succedendo.
“Mamma, cosa sta succedendo?” – chiese, innocente.
“Piccola cara, vieni qua…” – la chiamò Nelmo, abbracciandola e stringendola.
“La mamma non è più con noi. Lei… non stava bene. Vivrà nel ricordo di tutti noi, te lo prometto!” – le disse, asciugandosi le lacrime.
Le servitrici e Juanita intanto lasciarono la stanza.
“Non preoccuparti Celia, non sarai sola. Non lo sarai mai.” – disse alla piccola, dandole un bacio sulla fronte.
 
NEL PRESENTE, A RALLAHES…
“Eccole che arrivano!” – gridò Theo pronto a lanciare le pietre che aveva raccolto, mentre Piffy si proteggeva dietro a una sua gamba.
“Dovete soltanto provarci!” – esclamò Celia.
Le guardie entrarono nella stanza: “Eccoli! (…) Posate a terra le armi!” – disse una.
ANDATE VIA!” – urlò Celia, muovendo energicamente la spada all’aria.
Le guardie si fermarono per qualche secondo, poi alcune si misero a ridere.
“Forza, prendetel…” – una guardia venne bloccata non appena dalla spada lucente venne rilasciata una fortissima ondata di luce che li fece volare via di qualche metro.
Theo rimase a bocca aperta.
“Cosa-cosa è successo, Theo?” – chiese spaventata Celia. Il ragazzino le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla, esclamando “Ce l’hai fatta!”.
“Davvero??” – chiese sorpresa.
“Davvero, ora però dobbiamo andare!” – Theo raccolse Piffy, poi prese per mano Celia e corsero via.
 
I tre stavano correndo per il lungo corridoio segreto, quando all’improvviso davanti a loro i mattoni di pietra che ricoprivano la pavimentazione e le pareti si staccarono, riunendosi e formando degli spaventosi mostri di pietra.
“Cosa sta succedendo?” – chiese spaventata Celia.
“Non ne sono sicuro…” – rispose ancora più terrorizzato Theo, che provò a lanciare degli altri sassi a quelle strane creature appena formatosi, che però non davano alcun segno di cedimento.
“Theo, dimmi qualcosa!”.
“Torniamo indietro, sono dei mostri di pietra!” – rispose il ragazzino, prendendo per mano Celia, che però rimase ferma, affermando: “Possiamo farcela”.
Ripropose i movimenti della spada, la portò in alto e la mosse ancora più forte.
“…Allora?” – chiese all’amico.
“Corri!” – Theo rispose, riprendendo per mano l’amica (che stavolta non oppose resistenza) e tornando indietro da dove erano venuti.
“Non ha funzionato??”.
“Direi di no!”.
Mentre correvano davanti a loro ritrovarono le guardie stordite poco prima pronte ad attaccarli. Sembravano in trappola.
“Perché ci fermiamo??” – chiese Celia.
“Siamo bloccati!”.
Una guardia impugnò una spada e la lanciò contro uno dei mostri di pietra, distruggendolo.
“Co-cosa sta succedendo, Theo?”.
“Noi vogliamo aiutarvi” – rispose Nell, il capo del gruppo.
“Ma volevate ucciderci!” – commentò Theo.
“Non più, qualcosa è cambiato, quello che facevamo era crudele. Voi siete innocenti!” – proseguì l’uomo.
Celia e Theo sembravano non capirci più nulla.
“E adesso fatevi da parte, vi liberiamo il passaggio!” – Il gruppo di guardie si scontrò contro quelle creature, che in pochi istanti si trovarono frantumante per terra.
“Celia, cosa può volere significare tutto questo?” – chiese Theo.
“Questa spada…” – pensò ad alta voce Celia.
“Questa spada cosa?”
“E’ la spada! Non è un’arma, non lo è mai stata. Questa spada è una cura.” – continuò.
“Una cura per cosa?”
Una cura per il male.

(continua...)
   
 
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