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Autore: queenjane    14/09/2017    0 recensioni
Alessio Romanov, erede al trono di Russia, vive alla Stavka, ovvero il quartier generale delle truppe con suo padre, lo Zar. E' il 1915, ha 11 anni, soffre di emofilia, ogni urto può essere fatale ma è curioso, avido di vita. Nonostante o forse per la prima guerra mondiale. Un suo incontro, un suo inopinato amico, il principe Andres Fuentes dal misterioso passato, più grande di lui, che racconterà storie, avventure e molto altro. Collegato a The Phoenix. Buona lettura. Dal capitolo 9;" In quella notte del luglio 1918, mentre il buio lo sommergeva, Alessio si trovò d’un tratto sopra un baio, a cavalcare il vento, come un antico guerriero, in una valle piena di luci e suoni e profumi, il vento portava il rombo delle onde, diede di sprone e il suo ultimo sospiro fu lieve come il mare quando muore a riva. ."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Nel mese di novembre, si era riunita la Terza Duma e i membri espressero tutto il risentimento della Russia. Puriskevic, deputato conservatore, così a destra che si diceva che dopo di lui vi fosse solo un muro, denunciò i ministri imperiali, in toni veementi, tuonanti, sostenendo che erano burattini di Alessandra e Rasputin. Il capo del partito moderato, Miljukvov accuso Sturmer di peculato, Alix e Rasputin di abuso di potere e tradimento, parola che venne scandita da tutti nei momenti successivi.

Il discorso di M., stampato e distribuito illegalmente in milioni di copie, fece il giro di tutto il Paese, aumentando il risentimento, la paura. Fino alla primavera non vi sarebbe stata alcuna battaglia, il lungo inverno forniva una pausa in quel senso. E tanto, detta in sintesi, perfino i servizi segreti inglesi avvertirono lo Zar che doveva essere deciso, che vi era la minaccia di una rivoluzione, se non cambiava rotta, concordando con i suoi consiglieri, nell’immediato futuro.
Alla fine, Sturmer cadde, sostituito da Trepov, ministro dei trasporti, Nicola II non diede retta ai consigli di Alix, che lo implorò di non dare retta a nessun altro, se non a padre Rasputin, supplica che lo zar ignorò.



  Nel 1916, nei buoni salotti della capitale si osservava che l’imperatrice doveva essere tolta di torno, mandata in Crimea, era così odiata che la sua stessa vita era in pericolo, i complotti per rovesciare lo zar non parevano più questione di se, ma di quando…
Che amarezza, annoverai tra me, mentre facevo una foto ad Alessio che studiava, un piccolo momento tranquillo. Sul tavolo il quaderno, scriveva e aveva davanti una mela, la testa china e il viso concentrato. “Poi tocca a te”
“Sai che non mi piace essere fotografata, zarevic”
“Tu no e io sì?”spostò i fogli mi venne vicino
“Cresci da un mese all’altro, almeno abbiamo testimonianze..” le spalle più larghe, le gambe lunghe, il ragazzino stava diventando un adolescente, senza perdere la sua grazia. Anche se lo imbarazzava il tono di voce che stava cambiando, il pomo d’Adamo in evidenza, ogni tanto si guardava allo specchio, controllando eventuali segni di peluria, che latitava al momento. “Facciamola insieme”
“Aggiudicato” affettuoso lo era sempre, tranne che non lo toccavo se non lo chiedeva, a quell’età poteva essere una bella ingerenza, cercavo di rispettarlo, sempre. Vicinanza, non petulanza, non ero certo la Vyribova, che pretendeva di avere tempo e coccole e attenzioni della zarina e dei suoi figli, in fondo era una povera invalida, ora, tranne che le dinamiche sfuggivano ai più. Se la zarina alla lunga la definiva asfissiante, tributandole l’epiteto di Vacca, perché non la allontanava? Olga se la vedeva come il fumo negli occhi, non la sopportava come il sommo Rasputin, il suo temperamento solo in apparenza imbrigliato. Olga e i suoi segreti, il suo sorriso, ritrovato nelle foto e nei ricordi.




“Siamo stati a Novgorod, Cat, per visitare gli ospedali dei feriti, noi quattro sorelle, Mamma e Madame Vyribova, ci ha accolto il governatore provinciale alla stazione. La città è antica, circondata da frutteti, ora spogli e hanno donato a Mamma le mele dell’ultimo raccolto, conservate con cura (..) Nessuna ovazione, solo una tranquilla compostezza [tradotto, il governatore doveva avere selezionato la folla] La visita all’ospedale, i vari monumenti, la funzione religiosa e un party tea organizzato dai nobili..E siamo andate a vedere una famosa starica che vive nel monastero di Desjatin,Maria Michajlovna, di 107 anni, per avere la sua benedizione. Anziana è anziana, ha proclamato benedicendo Mamma “Rallegrati, sposa senza corona. Ecco l’imperatrice martire Alessandra” Madame V. si è inginocchiata e ha baciato la mano della starica e di Mamma, piangendo commossa (!!!), per rialzarla ci sono voluti un paio di tentativi..Che inventate  al Quartiere Generale? Che combina il nostro amante dei cavalli? Ps Ti salutano anche Tanik, Marie e Anastasie, dai un bacio ad Aleksey per noi”
“..a chi ti riferisci? Mio marito ha una smoderata passione per gli equini, come ben noto.. No, battute a parte, ove fosse un maschio, Felipe ci piace molto, e tanto giugno è ben lontano, intanto sul momento presente è venuta mia mamma con Sasha per il Natale (cattolico), lo Zarevic lo ha cooptato per costruire un fortino di neve, pupazzi, battaglie e varie altre, compreso giocare a pallone, Andres dietro, anche l’austero principe Rostov Raulov, ovvero mio zio  della partita. La principessa Ella è elettrizzata all’idea di diventare nonna, è prodiga di consigli e tenerezza, mi assicura che quando lo sentirò muoversi sarà un regalo giornaliero. E intanto io mi regalo peso, vivo di frutta e insalata, pollo freddo, e pochi dolci, tenendo conto che in genere avevo poco appetito, ora sono perennemente affamata.. Scherzo, tranne che colazione, pranzo, uno spuntino e cena mi sono ricordati con svizzera precisione da un certo languorino.. E intanto continuo a visitare le famiglie dei contadini, i reparti ospedalieri, etc, tranne che mi stanco più facilmente di prima. Sarà una sistemazione inopinata, e tanto l’eccezione che conferma la regola sono sempre io.. PS chi scrive è lo Zarevic, Olenka, notiamo il cambio di scrittura, portando via la penna a Catherine, che sbuffa, intanto un bacio a TE e Mamma e Tanik e Marie E Imp..(nomignolo con cui era appellata Anastasia) PPS Catherine sbuffa di nuovo che si era fatta uno chignon e glielo ho demolito PPPS Olga un bacio da entrambi, per tutti, e alla prossima, che andiamo sulla slitta, abbiamo costruito una montagnola di neve ..notato che ho scritto in francese senza errori? La tua amica mi ostina a parlarmi in questa lingua, sennò salta direttamente allo spagnolo, di cui capirò 20 parole al massimo.. No, non ha corretto..la sua parlantina si affianca a quella di M. Gilliard, solo io li batto” Alessio scriveva spesso in coda alle nostre lettere, si divertiva e io ero contenta, in quelle settimane eravamo tranquilli, in pace. Era molto più pacato e in varie occasioni aveva soccorso e confortato chi aveva bisogno, se sapeva che qualche persona stava male si faceva in quattro per aiutare. Do recente era rimasto accanto al generale V., che aveva perso il figlio più giovane per le ferite di guerra e lo aveva confortato.
“..Ciao Catherine, un saluto affettuoso, al volo e una risata. Come noto, Anastasia non scrive bene in francese, a questo giro si è superata, doveva scrivere di Francesco e il suo guanto, scopo della copiatura era quello, tranne che la traslitterazione era orrida, Mr G. la ha brontolata per le sue atroci maniere di copiare, LEI ha replicato che le sue maniere sono fini, il suo spelling (apparentemente) no.. Che, essendovi neve e ghiaccio, non si può certo arrampicare sugli alberi per sfuggire alle lezioni, abitudine che ha ben sviluppato …che potrebbe rompersi un braccio o una gamba, magari confinata a letto e allora non evaderebbe più..
… scrivo due righe per calmarmi, Olga, tremo letteralmente di rabbia, e pena e preoccupazione. Mio fratello Alexander ama i cavalli, peccato che non abbia ancora raggiunto i livelli che avevo io alla sua età, nove anni e rotti, tralasciando la volta che sono caduta.. Senza perdere il filo, visto gravidanza e cavalcate non vanno d’accordo, ho smesso di montare a cavallo, che Castore non è una tranquilla giumenta.. Uno e settanta al garrese, un cavallo da corsa..Hai presente? E che fa Alexander?? .. Lo ha sellato e montato, senza ammazzarsi nell’impresa, e vi è salito, peccato che abbia perso il controllo .dopo poche iarde. Che una bestia di quelle dimensioni e temperamento non la può gestire un ragazzino come lui, improvvisando, che gli esiti sono disastrosi.. si è spaventato e ..(…) Mio zio per recuperarlo si è rotto la tibia, da quanto Castore scalciava, imbizzarrito, Alexander ha fatto un volo portentoso e non si è ammazzato per miracolo.. E Castore è talmente lesionato che non so se arriverà a domani, lo abbiamo recuperato che era ormai azzoppato, era caduto malamente. E mio zio non  ha più vent’anni, ma 48 e una frattura come questa non ci voleva.. E il cretino di Alexander, che è solo un cretino, tralasciando i lividi sta bene e meno male.. Tranne che si è comportato in modo superficiale e ne pagherà, come ne ha già pagato le conseguenze. In punizione lo metterà nostra madre, non certo io, rilevo solo che deve vedere con i suoi occhi gli effetti della sua alzata di genio. Lo porterò a vedere come sta Castore, giusto per saggiarne le conseguenze, e temo che toccherà abbatterlo.. Lo zio lo ha già visto, a questo punto è in licenza forzata ed è arrabbiato. Sono arrabbiata e sono triste.. A dopo..”
”Cat..”
”Vieni con me, “dopo avere valutato le sue condizioni, tranne i lividi stava bene, almeno fisicamente
  “NO..”
“Non ti picchierò od altro, in punizione ti metterà la Mamma..”
“Se  sta male, che importa.. Un cavallo vale l’altro..”
“ AH NO: come a dire che un fratello vale l’altro.. O uno zio, eh”
“Tu vuoi bene solo allo Zarevic..e tuo fratello sono io”amaro “Sasha, muto, ora vieni con me, muoviti”
E lo portai.
Cataplasmi, dolore, l’odore di ferro del sangue, i suoi nitriti di lamento, era sul fianco, passai il braccio sulla spalla di Sasha per bloccarlo e tanto  mi si era già attaccato ai fianchi “NO..”
“Invece sì.. Impara come le tue azioni hanno conseguenze..” lo vedevo pure io
“Lo zio si è spaccato la tibia, Castore ..”sospirai, me lo tirai in braccio, come Alessio
“LUI non voleva, diceva che era una scemenza..che finiva male”
“Chi lui?” perplessa
“ Lo zarevic.. diceva che  a cavallo sei brava, come un maschio, come tuo marito, che Castore lo gestivi tu e basta e..”
“Visto che risultato.. manca poco ti ammazzi, lo zio vai a sapere quando si rimette e..” il cavallo andrà abbattuto. Lo pensammo entrambi, la sofferenza di quell’animale era senza misura, reagiva al mio tocco, inarcando il collo e tanto aveva due zampe rotte
“Non piangere..”
“Sasha, ora basta..” una pausa “Vai da Mamma.. io sono troppo stanca e arrabbiata”
“Tu non mi vuoi bene” mi accusò. Non replicai, dissi solo basta, i suoi occhi scuri, tanto simili ai miei si scontrarono senza recedere “Picchiami, avanti”
“Ah no,Sasha.. Posso alzare la voce, mai le mani, che a nulla serve.. Né frustrarti.” 
“Dovresti, me lo meriterei”
“Non serve..Sarebbe solo violenza su violenza.” Abbassò lo sguardo.



“Catherine ..”Alessio mi fece riemergere dal torpore, percepii le sue dita sul viso, calde sul ghiaccio della mia pelle. “Zarevic.. “ Una pausa, gli strinsi un polso. Brutto segno, che mi chiamasse con il nome intero..
“Basta.. lo vegli da tanto ” carezzò Castore,  era vestito da militare, un cappotto grigio su cui brillavano le mostrine, osservai che era più alto,  aveva messo su qualche altro centimetro
“Zarevic..”
“E’ il tuo cavallo, ci hai cavalcato il vento.. Era bellissimo starvi a vedere”Una pausa, era lucido e composto “ Ed è mio amico, il mio cavallino..” lo scrutò  riverso sul fianco, reagiva anche a lui “Cat..sta soffrendo..”
“Si rimetterà.. spero..”
“Ci speri.. già. Sai quello che va fatto”
“NO..” Mi strinse, come tante volte io avevo stretto lui, per confortarlo, preciso. “Sì.. Lascialo andare“ Mi tirai in piedi, ricambiai la stretta
“Salutalo, Alessio. Io vado via qualche minuto..quando ritorno farò rumore”



 
“.. lo ho salutato, Andres, raccontandogli che avrebbe smesso di soffrire..  Potevamo rimanere, io e Catherine, quando lo abbattevamo, per non lasciarlo solo..” Mio marito gli passò un braccio intorno alle spalle, annottando che erano più ampie, era cresciuto davvero in quel lungo anno, se ripensava alla crisi che lo aveva quasi ammazzato, per il raffreddore era davvero un miracolo che fossero lì, ammaccati e lucidi e sempre loro. “Non ti ha voluto?” “Mi ha fatto capire che non era il caso..”Scrollò le spalle “A casa abbiamo un cimitero per i nostri animali, sai cani e gatti.. Un piccolo angolo di un’isola artificiale, quella dei bambini, si chiama, Ma Castore.. direi qui, lui stava bene qui” “Sulla spianata dove andavano ad allenarsi, è un bel posto Zarevic.” “Lui era come quei cavalli da guerra.. Correva e saltava nel vento, era bello starli a vedere.. E mi dava retta, ci sono stato al passo, a volte al piccolo trotto..”Sorrise, nonostante la tristezza “Poi Catherine è andata da Alexander.. credi che gliele darà?” “No.. lei non alzerebbe mai le mani su un bambino, la violenza porta solo violenza.. “ “Ma ha fatto una cosa grave..” “Cercherà di ..farlo riflettere, ne ha prese così tante quando era piccola, senza ragione, che non lo rifarebbe mai “ l’ultima frase in spagnolo, che Alessio non comprese. O finse, a quel punto non avrei saputo valutare.


“.. lo ho abbattuto io, Olenka, non ho voluto che lo Zarevic rimanesse lì, poi ho ordinato che fosse messo in una spianata poco distante dalla Stavka, dove andavamo ad allenarci, un prato che in primavera si riempie di fiori, luci ed erba. E sono rimasta fino alla partenza con mia madre, Sasha e mio zio, che andrà a svernare in Crimea, con gesso e sorella e nipote.. Lasciando ad Andres l’onere e l’onore di molti suoi compiti.. Ti scrivo, che, come un animale cerca la fuga, io la solitudine, il silenzio, come se fosse un disonore avere debolezze.. Già. Come fai a sopportarmi, Olga? A volte sono così fissata e insopportabile che non mi reggo io per prima, a tra poco che sta arrivando lo Zarevic”
“.. una piccola nota, non ho letto quello che ha scritto, mi dispiace così tanto, Olga..Ho abbracciato Cat da dietro, ho rievocato alcuni buffi episodi, sono riuscito a farla sorridere.. Per un poco, che le spiaceva,e ho visto i filmati, di quando era in Spagna, per la seconda e la terza volta.. E sono rimasto IO basito..le cose divertenti che ha fatto le so sempre a rate, mica lo sapevo che aveva ucciso un lupo o che a 14 anni filasse come una vera amazzone
.e’ stato dolcissimo, senza essere lezioso, sapeva che ero triste, le proiezioni cinematografiche una idea di Andres, una copia che ci ha mandato Marianna, mia cognata, giuro che non le avevo mai viste..In effetti, sono rimasta spiazzata .. 1909, 1910.. Io e la marchesa Cepeuda andavamo in giro, di tutto un poco, esplorando i dintorni (.. diciamo che giravo molto da sola, una libertà incredibile, che ho ben apprezzato..).. Il torrente, il capanno di caccia, una radura in cui crescevano i melograni.. l’ospitalità della gente, poche parole e ti offrivano un bicchiere di vino e pane e prosciutto.. Nulla del lusso di quando vi era la regina Ena e il re Alfonso, alla grande caccia.. E il branco di cavalli inselvatichiti che corrono sul prato, io che mi avvicino ad uno.. mah.. la mia attuale cognata non mi ha trucidato per miracolo..Pensieri sconnessi, come me stasera Olga.. Nonostante il dolore rido, ora vado a mettere a letto lo zarevic, è tardi e siamo stanchi. “ tardi era per Alessio, per la cronaca le undici di sera, ignoravo il resto, la perdita, le ulteriori disfatte. Che il giorno dopo, senza saperlo, era l’ultimo che passava al Quartiere Generale, la mattina non si voleva alzare. “Va bene..rimaniamo così.. tranne che alle otto  ti butto giù, ti vesto anche se non vuoi”
“Sono stanco.. mettiti qui”
“Solo un poco” Alla fine ci alzammo, abitudini consolidate, la colazione, il bagno, studiare.. Sono contenta di non essere stata brusca, impaziente, come un presagio.
E di averlo portato a passeggio nei prati, per sparare ai bersagli, accogliendo la sua gentilezza, un braccio passato sulla vita, lui una carezza sui corti capelli castani, reciproca concessione una foto, le stelle diventavano blu, come la mia gonna, lui ride di non so cosa, ci hanno immortalato così, allegri e tranquilli.
“.. curiosa di vederle, in quella foto dove hai 14 anni e sei di profilo, tenendo le redini sei radiosa, assorta, una Fuentes in fieri. E sei venuta davvero bene, che non ti ha chiesto di metterti in posa. Chissà a cosa pensi.. Forse all’epidemia di proposte di matrimonio di cui eri stata oggetto, che si rinnovarono la volta successiva.. Davvero, Catherine, portavi i capelli sciolti, eri solo una ragazza, che non aveva ancora compiuto il suo ingresso in società e .. Od, ancora, riflettevi sul lupo che avevi abbattuto..??La Spagna ti è piaciuta, sempre, altro che storie, ora occorre vedere come è Ahumada e dintorni, quando venite?..Ti voglio tanto bene, Kitty Cat. Al diavolo quando sei insopportabile, sei sempre troppo dura, difetti ne hai, se fossi perfetta non saresti tu..”
“..che storia è che R. è sparito? Lo zar ha letto i telegrammi di Tua Mamma, che chiedevano di ritornare, Alessio era scocciato di lasciare la Stavka, spera di ritornare presto, che ora ha preso il via, tra studio, ispezioni e quanto altro.. Sarà splendido, una volta grande, quando vestirà l’uniforme.
.” intanto lo avevo messo a letto nel vagone del treno imperiale,
"Cat..”gli avevo rimboccato le coperte, tralasciando che mi si era stretto addosso
“  Alexei.. domani sei al Palazzo di Alessandro, torni  a casa per il natale ortodosso, e anche prima ..”
“ Voi cattolici avete già festeggiato..”un massaggio sulla schiena, tra le scapole, a volte fosse diventato un angelo ansioso
“ E tu dietro, con mezzo calice di champagne..”
“... ci troviamo ? “ la voce incerta, i toni rotti, a mezzo tra il bambino e l'adolescente
“Certo, che pensi.. mica ti liberi di me.”.
“Prometti che non mi lasci..”
“Alexei, ora che hai l’ansia....Certo che non ti lascio. Vengo quando vuoi..” “Va bene.. mettimi il pannolino, per favore, per sicurezza” “Alessio, no..” “Sì, ti prego” “No, sei grande” tacendo che a volte glielo avevo messo per sicurezza, quando era esausto e lo avevo cambiato senza rilievi. “Tanto poi me lo mettono, che credi, fallo te, per piacere, hanno ancora paura che cada nell’andare in bagno e ..me lo mettono ancora” una pausa straziante, non lo feci supplicare oltre. E piccoli sussurri, la neve cadeva leggera, un attimo incantato, mi baciò, si fidava, aspettai che si addormentasse, gli lasciai un biglietto sotto il cuscino “Ciao, zarevic.. un pensiero, per dirti buongiorno, ti ho dato un bacio, prima di venire via, fai conto che sia quello del buongiorno, appunto Un abbraccio Catherine ps Mi manchi già da ora” . E lo avevo vegliato per un pezzo, prima che il treno partisse, era il mio bambino, guai a chi gli faceva qualche cosa.
   
 
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