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Autore: MaryFangirl    15/09/2017    5 recensioni
Cosa succede dopo il matrimonio fallito? Akane decide che potrebbe aver bisogno di apportare alcuni cambiamenti e Ranma finalmente inizia a prendere una posizione.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Era colpa sua. Tutta colpa sua, cazzo. Dopo Jusendo, aveva capito esattamente dove Shan Pu fosse disposta ad arrivare per ottenere quello che voleva. Non aveva dimenticato l'occhiata maliziosa nello sguardo dell'amazzone mentre aveva fra le braccia un'Akane disidratata, minacciando di ucciderla. Poi, dopo quello che Ranma aveva passato per salvare la sua fidanzata, Shan Pu aveva lanciato delle bombe contro di lei al matrimonio. E lui cos'aveva fatto? Niente. Non aveva fatto un dannato niente e ora l'avevano presa! Se Shan Pu o Cologne avessero fatto qualcosa ad Akane, non se lo sarebbe mai perdonato. Ranma corse a piena velocità verso il Neko Hanten quando Sayuri gli disse che Akane era stata presa di fronte alla loro porta. La rabbia cresceva ad ogni passo, finché l'ira non gli si deteriorò in petto.
-Se le fanno qualcosa, vivranno abbastanza a lungo da pentirsene- pensò Ranma brutalmente. Presto, Ranma comparve dalle porte del ristorante e si piazzò con posizione leggermente difensiva mentre guardava all'interno del ristorante. Sembrava che stessero ancora preparando la sala per la cena visto che Shan Pu stava sistemando i tavoli e il locale era vuoto. Lei sollevò lo sguardo sorpresa all'improvvisa intrusione e i suoi occhi si strinsero alla vista del suo ai ren. Normalmente, avrebbe adorato una visita di Ranma ma era ancora arrabbiata per l'incidente dei dolcetti. Dopo essere scappata, Happosai aveva cominciato a inseguirla ed era sorprendentemente veloce per essere un vecchio pervertito. L'aveva afferrata e lei sapeva di non poter sconfiggere il grande maestro da sola. Con ben poche opzioni disponibili, era corsa verso il canale e vi era saltata dentro, trasformandosi immediatamente nella sua forma felina. La cosa peggiore era che aveva dovuto trascorrere due giorni come gatta per aspettare che la pozione perdesse potere. Happosai era stato persistente nel perseguitarla al ristorante e perfino la bisnonna non era riuscita a liberarsi di lui. Non che ci avesse provato poi molto. Aveva riso sonoramente quando aveva scoperto del piano fallito e aveva detto a Shan Pu di nascondersi finché la pozione fosse stata smaltita dal sistema del vecchio brontolone. Se le cose fossero andate a modo suo, Shan Pu avrebbe trascorso quei due giorni in maniera molto più piacevole. Quindi, era ancora arrabbiata con Ranma per aver rifiutato i dolci e per aver completamente ignorato il fatto che a causa sua era rimasta intrappolata in una posizione tanto imbarazzante. Tuttavia, sapeva che se voleva vincere Ranma, avrebbe dovuto giocare sul suo ego e aspettare di fargli pagare la sua parte della sconfitta.
Con un sorriso seducente, camminò con disinvoltura verso di lui e disse, "Ranma, sei venuto per portare Shan Pu a un appuntamento?"
Il ragazzo col codino la guardo direttamente in faccia e assottigliò gli occhi, ringhiando, "Dov'è Akane?"
Shan Pu si stizzì alla menzione della sua rivale. "Non so dov'è quella ragazza pervertita. Non importa, usciamo, sì?"
"Dannazione, Shan Pu! So che è stata presa qui. Dimmi dov'è!"
Improvvisamente, l'amazzone pensò a un'idea brillante per ottenere finalmente un po' di tempo da sola col suo ai ren.
"Va bene. Portami fuori e ti dico dov'è quella demolitrice di cucine" disse scaltramente.
Essendosi esclusivamente focalizzata su se stessa e sulla propria rabbia, non notò lo stato di agitazione di Ranma e le sfuggì completamente i segnali di avvertimento sul fatto che quello non era il momento per scherzare. Ranma strinse gli occhi e serrò la mascella. Lo sapeva! Era colpa loro e se avessero fatto male ad Akane in un qualsiasi modo, l'avrebbero pagata. Con un ringhio di collera, afferrò Shan Pu per le spalle, e prima che lei potesse battere ciglio, la sollevò in modo da guardarla direttamente negli occhi. La stringeva con tanta forza che lei sussultò per il dolore. Fu allora che Shan Pu guardò Ranma per bene. I suoi occhi si spalancarono. L'aura combattiva di Ranma era diventata nera e, per la prima volta in vita sua, Shan Pu si spaventò.
"Non prendermi PER IL CULO, dov'è?!" sbraitò furiosamente mentre la scuoteva.
"Futuro marito, cosa significa tutto questo?" esclamò Cologne severamente dalla soglia della cucina. Era giunta in sala non appena Ranma era piombato nel ristorante, avvertendo la sua pericolosa aura battagliera, ed era uscita a indagare. Aveva osservato tutta l'interazione, intervenendo solo quando realizzò che sua nipote era in pericolo.
"Shan Pu ha preso Akane e la rivoglio!" scattò Ranma, non lasciando la guerriera. Nella rabbia, la sua presa si strinse intorno alle braccia di lei, facendola trasalire.
"Non ha fatto niente del genere. È stata qui con me tutto il pomeriggio"
"Allora perché ha detto che me l'avrebbe restituita?"
Cologne sospirò, "Mia nipote voleva solo servirsi di quest'opportunità per un appuntamento. Non è vero, bambina?"
"Sì. Non so dove sia" disse Shan Pu nervosamente.
"Allora chi ha preso Akane?" ringhiò Ranma. "È stata rapita di fronte alla vostra porta!"
"Shan Pu non ha Akane e ti giuro che non siamo coinvolte" disse Cologne con fermezza. Non aveva nemmeno idea che la ragazza non si trovasse e non aveva idea di chi avrebbe potuto volerla per farle del male. La vecchia amazzone sperava solo che fosse al sicuro. Anche se Akane era rivale di Shan Pu, Cologne non aveva nulla contro di lei. Addirittura le piaceva un po', anche se precedentemente l'aveva usata come esca. Con il suo talento naturale e il suo fegato, sarebbe potuta essere una buona amazzone, e quella era davvero una grande lode.
Ranma fulminò la vecchia per un lungo momento ma non avvertì alcun sotterfugio. Guardando Shan Pu, la lasciò velocemente, come se avesse una malattia contagiosa, e fece un passo indietro.
"Dov'è Mousse?"
"Lo stupido papero cieco è uscito a spazzare l'entrata, non è tornato" sbuffò Shan Pu, tentando di ricomporsi. Le amazzoni non mostravano la paura.
"Te l'ho detto, non siamo coinvolti. Mousse non ha niente a che vedere con questa storia"
Ranma le credeva. Dopo aver trascorso del tempo con i Tendo, era sicuro che Mousse non avrebbe fatto del male ad Akane, ma sperava di trovarlo per ricevere aiuto nel trovare la sua fidanzata. Ora che aveva scoperto che le amazzoni non avevano nulla a che fare con il rapimento, iniziava di nuovo a sentirsi disperato. Doveva trovarla prima che le accadesse qualsiasi cosa. Si voltò per andarsene ma fu fermato per il braccio. Si girò e vide Shan Pu che lo teneva per il braccio sinistro con un'espressione determinata.
"No! Non andare! Rimani con Shan Pu e lascia la stupida ragazza pervertita..."
Qualsiasi cosa Shan Pu stesse per dire, Ranma non l'avrebbe mai saputa perché improvvisamente lei si ritrovò sdraiata sul pavimento, a tenersi la guancia, gli occhi spalancati mentre lo guardava con paura e shock. Ranma abbassò lo sguardo sulla propria mano destra, lievemente confuso per ciò che era successo. L'aveva schiaffeggiata in viso. Aveva reagito così istintivamente di essere un po' sorpreso dalla propria reazione. Aveva soltanto sentito furia per come lei aveva parlato di Akane da scattare all'improvviso. Aveva detto cose umilianti su Akane prima di allora e lui aveva sempre lasciato correre. Ma non stavolta. Non quando era già furioso con Shan Pu e preoccupato a morte per Akane. E quando avrebbe dovuto trovarsi fuori a cercare la sua fidanzata, l'amazzone gli faceva perdere il suo prezioso tempo inventandosi bugie e ora cercava di non farlo andare via. Non sentì assolutamente senso di colpa per quanto appena fatto. La guardò con i suoi occhi blu, freddi. "Non toccarmi più" si voltò per andarsene ma si fermò, aggiungendo con tono minaccioso, "Se scopro che hai qualcosa a che fare con tutto questo, ti stanerò e ti darò il mio personale bacio della morte"
Uscì senza guardarsi indietro.
 
C'era una piccola parte di Ranma che dubitava dell'onesta di Cologne ma non voleva perdere tempo prezioso in una lotta contro le amazzoni. Doveva trovare Akane velocemente e ulteriori confronti avrebbero fatto sprecare solo altro tempo. Senza meta, si diresse all'Ucchan per sapere se Ukyo avesse visto o sentito nulla. Non penso neanche per un minuto che fosse responsabile del rapimento ma forse sarebbe stato fortunato nello scoprire che lei sapeva qualcosa. Non aveva ancora visto Ukyo dall'appuntamento disastroso, ancora arrabbiato per i suoi commenti. Ma non c'era tempo per i sentimenti feriti o qualsiasi altro imbarazzo ci fosse tra loro. Akane era in pericolo e ciò aveva la priorità su qualsiasi altra cosa. A differenza del Neko Hanten, Ukyo aveva ampliato la sua attività con la folla che giungeva dopo la scuola sperando in un rapido spuntino prima di tornare a casa o di dedicarsi ad altre attività. Quando entrò, il ristorante era pieno e Ukyo era già impegnata alla piastra a preparare okonomiyaki. Alzò lo sguardo per salutare il nuovo arrivato quando vide che era il suo Ran-chan. Non lo vedeva fin dall'appuntamento disastroso ed era felice che lui avesse smaltito l'irritazione e fosse entrato per mangiare qualcosa. Sapeva che non poteva resistere alla sua cucina.
"Ehi, Ranchan! Perché non...?"
"Sai dov'è Akane?" Ranma la interruppe con tono scontroso.
Il sorriso svanì dal volto della cuoca e strinse gli occhi. Perché diamine le stava chiedendo di quella ragazza?
Alzando gli occhi, disse, "Perché dovrei avere idea di dov'è? Ora, se vuoi mangiare, siediti..."
"Dov'è Konatsu?"
Iniziando a scaldarsi, lei disse, "Prima, mi chiedi di LEI, ora chiedi di lui. Perché diamine sei venuto qui, tesorino? Ti sembro un banco informazioni?"
"Dannazione, Ukyo! Dove diavolo è?!" gridò Ranma. Il ristorante si zittì per l'esplosione, la cuoca e i clienti lo guardarono preoccupati. La maggior parte dei clienti era composta da studenti del Furinkan, abituati alle pagliacciate di Ranma, ma non l'avevano mai visto in quello stato. Il solitamente gioviale artista marziale era inusualmente furioso. Ukyo, l'unica artista marziale presente a parte Ranma, vide la sua aura combattiva riempire la soglia del piccolo ristorante. Deglutì nel guardarlo. Non era il suo Ran-chan. Il suo Ran-chan era spensierato e divertente, anche quando era stressato. Colui che aveva di fronte sembrava pericoloso e capace di poter arrecare seri danni per com'era attualmente. La cuoca si schiarì la gola nervosamente e disse, "N-non so dove sia. L'ho mandato a spargere un po' di volantini e ancora non è tornato"
Ranma ringhiò per la frustrazione e uscì, non notando tutte le occhiate che ricevette dai compagni di classe.
 
L'unica altra informazione che Sayuri gli aveva dato era la direzione generale in cui la macchina era andata. Corse lungo la strada ma senza idea di dove guardare, si sentiva perso. Non c'era traccia di Akane e non sapeva nemmeno cosa cercare. Non c'era nulla in quella direzione a parte negozi e s'imbatté in un'altra area residenziale prima di decidere di controllare nel parco. Il panico stava crescendo dentro di lui. Tutte le altre volte in cui Akane era stata rapita, aveva avuto almeno qualche indizio su chi l'aveva presa o sul luogo. Ma questa volta era completamente smarrito. Non sapeva neanche che tipo di macchina l'aveva presa. Se n'era andato così in fretta dopo aver sentito delle amazzoni che non si era neanche disturbato di ascoltare ciò che Sayuri aveva ancora da dire. Dopo aver cercato nel parco, Ranma era a corto di idee. Il cuore gli martellava nel petto e i palmi delle mani sudavano. Stava perdendo talmente tanto tempo a girare in tondo! Forse era stato troppo ingenuo nel credere alle amazzoni. Forse Ukyo sapeva più di quanto aveva detto. Stava diventando disperato e tirò un pugno a una grossa roccia vicino all'area giochi per bambini, riducendola in frammenti. Ciò lo fece sentire leggermente meglio. Decise di tornare a casa nella speranza che Akane si fosse in qualche modo liberata ed era lì. Se non altro, avrebbe potuto ottenere altri dettagli che non aveva ottenuto da Kasumi oppure avrebbe potuto chiamare Sayuri per scoprire qualcos'altro. Si stava dirigendo velocemente verso l'area dei Tendo quando notò un quartetto di individui molto ben vestiti che camminavano verso di lui. Non prestò loro attenzione finché l'unica ragazza sorrise a ciò che uno degli altri aveva detto e si fermò. Avrebbe riconosciuto quel sorriso ovunque. Corse in avanti e l'afferrò con forza tra le braccia mentre il corpo gli tremava per il sollievo. Era lì. Stava bene.
"Ranma...non riesco...a respirare" ansimò Akane. Ranma la lasciò rapidamente e fece un passo indietro per scrutarla. Sembrava a posto. Meglio che a posto, in realtà. Indossava un vestitino blu dal taglio asimmetrico all'altezza del collo, con un paio di sexy scarpe nere col tacco e una borsa abbinata che mai aveva visto prima. A parte il fatto che avesse il fiatone, sembrava in perfetta salute.
"Dov'eri?! Che diamine è successo?! Sayuri ha chiamato e ha detto che eri stata rapita"
"Oh, mi sono completamente dimenticata di Sayuri e Yuka! Spero non siano troppo preoccupate" disse Akane, le sopracciglia aggrottate. Chiudendo gli occhi, il ragazzo col codino fece un profondo respiro. Stava decisamente bene se si preoccupava più per le sue amiche che per se stessa.
"Concentrati, Akane! Che diamine è successo?!"
La sua fidanzata scosse il capo e sorrise, con un gesto disinvolto della mano, "Sono stata rapita, ma è stato un malinteso"
Ranma scoppiò. "Un malinteso? Come diavolo fa un rapimento ad essere un malinteso?"
"Beh, vedi, la signora Chihari ha detto a suo marito che voleva vedermi immediatamente e non avrebbe ricevuto un no come risposta. Con la sua...impazienza di compiacerla, il signor Chihari è stato un po' troppo...stacanovista nel...recuperarmi" disse Akane, scegliendo con cautela le parole per non farlo arrabbiare. Era sempre così sensibile quando si trattava di certe cose.
"Dannazione! Sapevo che non c'era da fidarsi! Cosa diavolo voleva Akane da te? Non ti ha toccato, vero?" ringhiò a denti stretti. Se solo si fosse azzardato a torcerle un capello, Ranma avrebbe pianificato di spaccargli quelle belle manine.
"No" Akane si affrettò a rassicurarlo. "Te l'ho detto, sua madre voleva parlarmi. Sota non c'entra niente"
"Esatto, abbiamo ascoltato tutto, la signora Chihari era molto mortificata per il comportamento di suo marito e suo figlio era a dire poco imbarazzato. Ho paura che il signor Chihari rimarrà solo come un cane per un po'"
Ranma si guardò intorno per vedere chi stesse parlando. Era stato così concentrato su Akane da essersi completamente dimenticato che stava camminando con altre tre persone. Riconobbe la voce ma la kunoichi che si aspettò di vedere non c'era. Invece, di fronte a lui c'era un ragazzo dall'aria piuttosto effeminata che indossava un completo color antracite, una camicia bianca, una cravatta e il fazzoletto nel taschino abbinato, un cilindro e un bastone, i capelli legati in una coda bassa. Ranma si spostò da Akane e diresse lo sguardo direttamente all'altro, scrutando per bene i suoi lineamenti e poi indietreggiando per far scorrere gli occhi sui suoi abiti. Si abbassò e toccò leggermente il ragazzo sul viso con l'indice.
"Konatsu?"
Il ragazzo in questione gli rivolse un enorme sorriso e agitò la mano freneticamente, dicendo, "Ehi, Ranma!" poi fece a Ranma l'occhiolino con aria civettuola e gli inviò un bacio.
-Sì, giusto, è Konatsu- pensò Ranma. Poi vide chi altro c'era. Vicino ad Akane c'era Taro, anche lui con nuovi abiti. Indossava jeans scuri, una giacca nera in pelle e una camicia blu sotto di essa, stivali neri e occhiali da sole grigi appoggiati sul naso. Accanto a lui c'era Mousse, con un completo blu scuro, una camicia nera col colletto alla coreana, scarpe nere e un cappotto di lana nero che arrivava fino al ginocchio. L'unica cosa che non era cambiata in lui erano i capelli.
"Qualcuno può dirmi cosa cazzo sta succedendo? Com'è che voi tre siete con lei?"
"Beh, vedi, stavo distribuendo volantini vicino al Neko Hanten quando ho visto Akane venire presa da una macchina!" iniziò Konatsu, agitando le braccia mentre parlava.
"Stavo andando verso il dojo per incontrare Nabiki quand'è successo" aggiunse Taro con tono annoiato.
"E io stavo spazzando sul marciapiede per preparare il locale all'ora di cena. Ho sollevato gli occhi appena in tempo per vedere la macchina che si fermava e Akane che veniva trascinata dentro. La macchina è partita prima che potessi fare qualcosa ma ho lasciato la scopa e ho iniziato a correrle dietro e improvvisamente sono stato raggiunto da questi due" aggiunse Mousse con calma.
"Li abbiamo inseguiti ma la macchina andava troppo velocemente! Ho dovuto strappare il kimono per poter tenere il passo"
"Ho detto loro che mi sarei trasformato nella mia forma da chimera per seguire la macchina dall'alto"
"Ma io ho pensato che fosse una cattiva idea. La sua trasformazione è troppo facilmente visibile. Ho pensato di seguirli nella mia forma maledetta visto che nessuno dà peso a un papero che vola"
"Ero d'accordo con lui. Nessuno sapeva chi fosse il responsabile, pensavo ci servisse l'elemento sorpresa"
"Quindi ho bagnato il ragazzo papero con la mia bottiglia d'acqua ed è volato dietro la macchina"
"Mi sono assicurato di tenere la macchina sotto controllo consentendo a questi due di seguirmi"
"Abbiamo percorso alcuni chilometri quando abbiamo visto Mousse che girava fuori da un negozio vuoto e sarei morto per vederlo aperto! Quella catena produce gli abiti più deliziosi!"
"Quando abbiamo raggiunto il negozio, Paperino qui ci stava aspettando in un vicolo vicino e l'ho trasformato col mio thermos"
"Quando sono arrivato, erano già entrati e non avevo informazioni su Akane. Quindi ho fatto il giro dell'edificio cercando di guardare all'interno ma non vedevo niente"
"Abbiamo escogitato un rapido piano d'attacco, decidendo di intrufolarci nell'edificio. Oh, è stato così eccitante!"
"Abbiamo seguito la Principessa del Potere* qui fin dentro e abbiamo velocemente trovato Akane con delle persone che non avevamo mai visto prima"
"Ho tirato fuori il mio lazo e ho afferrato Akane, attirandola verso di noi, mentre gli altri due hanno combattuto contro il gruppo"
Ranma ascoltò e osservò con assorta attenzione. Aveva la sensazione che i tre stessero parlando seguendo una sorta di copione visto che andavano in sequenza, da Konatsu a Taro a Mousse e poi da capo con perfetta armonia. In qualche modo quell'improbabile trio era riuscito a salvare Akane senza il suo aiuto, legando al tempo stesso.
"È stato piuttosto seccante essere afferrata e circondata improvvisamente. I Chihari hanno agito in fretta, pensando che mi stessero aggredendo e si sono messi tutti in posizione difensiva. Per fortuna, erano sorpresi e ci hanno messo un secondo a reagire, o non mi avrebbero sentito mentre gridavo a tutti di smetterla. Mi hanno soltanto fissato mentre cercavo di spiegare cosa stava succedendo. Posso solo immaginare cosa sarebbe successo se si fossero tutti messi a lottare" aggiunse Akane. Aveva ascoltato la storia con la stessa attenzione di Ranma. I suoi tre amici avevano appena incominciato a raccontarle la stessa faccenda quando Ranma l'aveva attirata in quell'abbraccio così stretto. Per quanto l'abbraccio fosse stato piacevole – essere stretta al suo fidanzato era sempre bello – si sentiva in colpa per il fatto che fosse preoccupato per lei.
"Così, il signor Chihari è stato l'unico a farsi male. Dopo che Akane ha detto a tutti che la confusione era stata causata dal suo sequestro, la signora Chihari lo ha schiaffeggiato dietro la testa e Sota lo ha colpito sul braccio, facendolo volare per tutta la stanza, e gridandogli addosso per la sua stupidità" rincarò Konatsu con una risatina. "È stato fantastico! Abbiamo lavorato insieme come una macchina ben oliata!"
Konatsu aveva serrato le labbra, muovendo le braccia con fare esagerato in mosse da karate prima di abbassarsi sulla gamba destra, la sinistra stesa di fronte a sé, il braccio destro ad angolo retto sopra la testa e quello sinistro steso sopra la gamba sinistra. Rivolgeva la schiena al gruppo. Mousse si avvicinò a Konatsu e si mise in equilibrio su un piede, tirò su l'altra gamba a novanta gradi appoggiando il piede dietro la gamba ferma. Le braccia erano sollevate sopra le spalle, con i polsi abbassati e le mani a mo' di artigli. Appoggiò la schiena contro quella di Konatsu. Taro roteò gli occhi a quelle pagliacciate prima di avvicinarsi ai due e piazzandosi in mezzo. Sospirò e incrociò le braccia davanti al petto, divaricando le gambe. Una macchina si avvicinò, illuminando il trio da dietro e Ranma poté notare la forma creata dalle loro sagome. Akane ridacchiò. A differenza di Ranma, era di buon umore. Per quanto la giornata fosse stata decisamente strana, era diventata piuttosto divertente. Quando il signor Chihari aveva accostato con la macchina per salutarla, era stata lieta di vederlo, salutandolo calorosamente. Perfino quando l'aveva attirata nella macchina, si era irritata solo leggermente, pensando che avrebbe fatto tardi con le sue amiche. Quando il signor Chihari aveva spiegato la situazione, insistendo che andasse con lui, aveva ceduto. La cosa era sembrata così importante per quel poveretto. Si era ripromessa che si sarebbe fatta perdonare dalle sue amiche per averle lasciate lì e non aveva pensato neanche per un momento che la gente avrebbe pensato a un rapimento. Ranma roteò gli occhi davanti al trio e pensò, -Almeno qualcuno si è divertito oggi.-
"Avete finito? Possiamo tornare all'argomento principale? Perché la signora Chihari voleva vederti così disperatamente?" chiese Ranma voltandosi verso la fidanzata. Gli occhi di Akane si spalancarono per l'entusiasmo. "Oh! Sota ha finalmente chiesto alla sua ragazza di sposarlo, e Tatsuki – si chiama così – ha accettato! Lui l'ha detto ai suoi genitori oggi e ha spiegato loro tutto. I Chihari sono stati molto comprensivi. Quando Sota ha detto loro del nostro accordo, la signora Chihari voleva parlarmi per scusarsi per i problemi causati. Ho anche incontrato Tatsuki, che è molto gentile. La signora Chihari mi ha chiesto se voglio comunque passare una giornata di shopping con lei e Tatsuki. Ha perfino proposto che tua madre si unisse a noi. Penso volesse farsi perdonare per il loro primo incontro"
"E hanno invitato anche me!" disse Konatsu, saltellando su e giù, battendo le mani e aggiungendo, "Sarà una giornata per sole ragazze! Non vedo l'ora"
"Erano molto mortificati per tutto quanto e hanno cercato di scusarsi. Ci hanno regalato tutti questi nuovi vestiti frutto delle Arti Marziali Sartoriali, aggiungendo dei tocchi personali su tutti. Il mio cappotto ha dei ganci semplici da usare per tutte le mie armi all'interno e cinghie facili da rimuovere per ciò che metto nelle maniche" arricchì Mousse. Per enfatizzare quanto detto, aprì la giacca e Ranma fu sorpreso di vedere che ogni centimetro della giacca era completamente cosparsa da diverse armi. Non poté fare a meno di essere impressionato dall'ingegnosità dell'idea.
"Sì, sono stati forti. La mia giacca ha delle tasche per la mia bottiglia d'acqua e il thermos, entrambe protette per mantenere la temperatura fredda o calda a lungo" disse Taro, tirando fuori una bottiglia d'acqua e un thermos dall'interno della giacca in pelle.
"Anche la mia giacca è imbottita, ma la parte migliore è questa!" Konatsu abbassò la borsa e ne tirò fuori un abito viola. Coprì la parte superiore delle braccia e le picchiettò con le dita, "Guarda, incorporato di spazi per le mie bombe al pepe!"
Akane s'intromise subito dopo, "Il mio nuovo vestito ha una fascia nascosta per le stellette ninja" portò le mani al centro del vestito e tirò un lembo per rivelare una fascia piena di stellette, "Hanno anche modificato la mia divisa scolastica così da avere fasce e tasche nascoste per il bastone che mi ha fatto Mousse e per qualche kunai"
Tutti sembravano così allegri che Ranma riuscì solo ad arrabbiarsi di più.
"Quindi? Dimentichiamo tutto quanto? Li perdoni e basta? Ti hanno rapito, Akane!"
Dietro Akane, Mousse e Taro si guardarono.
"Che razza di malato bastardo rapisce qualcuno?"
I due cominciarono a sudare.
"Voglio dire, devi essere davvero un sociopatico per afferrare qualcuno in mezzo alla strada in quel modo!"
I due piegarono il capo, ondate di nero squallore soffiavano su di loro. Konatsu rimase accanto a loro, sorridendo innocentemente. Akane era stata rapita quando si erano incontrati, ma a differenza degli altri due, lui non era stato coinvolto**. Akane si schiarì la gola, "È stato un sincero sbaglio. Non c'è nulla da perdonare, nessuno si è fatto male"
"Sì, non sono sembrati tanto male" intervenne Taro.
"Perdona e dimentica è ciò che dico io" aggiunse Mousse. Ranma roteò gli occhi e li fulminò. A quel punto Taro decise che fosse meglio andare. "D'accordo, sono già in ritardo per incontrare Nabiki. Sarà arrabbiata ma sono sicuro che apprezzerà il mio nuovo outfit. E quando le avrò detto come ho eroicamente tentato di salvare sua sorella, sono certo che sarà molto compiaciuta" sollevò le sopracciglia con aria lasciva verso Akane prima di andarsene, un enorme ghigno in volto. "Sì, devo andare anch'io. Al ristorante il caos per l'ora di cena dev'essere iniziato" Mousse s'inchinò appena prima di dirigersi nella direzione opposta.
"Oh sì! Sono sicuro che anche la signorina Ukyo ha bisogno del mio aiuto! Arrivederci!" disse Konatsu, sventolando le dita e affrettandosi a raggiungere Mousse. Ancora sorridendo, Akane guardò Ranma che ancora ribolliva e il suo sorriso si affievolì.
"Non sei ancora arrabbiato, vero? Voglio dire, sto bene. Non è successo niente"
Sì, Ranma era decisamente ancora arrabbiato. Ora che non c'era pericolo e che lei era al sicuro, si sentiva...inutile. Non aveva fatto assolutamente niente per salvarla. Non aveva importanza che lei non avesse mai avuto bisogno di essere salvata, avrebbe dovuto essere in grado di trovarla. Avrebbe dovuto esserci lui al negozio per recuperarla. Avrebbe dovuto esserci lui a confrontarsi con i Chihari. Ma non aveva fatto nulla. Si era soltanto spremuto il cervello, perdendo tempo con le amazzoni e Ukyo mentre Taro, Konatsu e Mousse erano andati da lei. Lei era una sua responsabilità. Toccava a lui proteggerla. Era SUA, punto.
Non si era mai sentito così impotente e non gli piaceva.
"I-io non...c'ero...avrei dovuto..." balbettò, frustrato.
Akane, volendo confortarlo, disse, "Va tutto bene, non avevo bisogno che tu mi salvassi, non sono mai stata in pericolo"
Sfortunatamente, l'ascolto selettivo non era un tratto di cui Akane era la sola a soffrire e tutto ciò che Ranma udì fu 'Non ho bisogno di te'.
Si irrigidì. Il mondo sembrava girargli intorno mentre le parole si ripetevano in continuazione nella sua testa, come se ci fossero insegne al neon che danzavano nella sua mente.
-Non ha bisogno di me- pensò Ranma tristemente.
Akane fissò Ranma, sempre più preoccupata. Non riusciva a capire perché fosse così agitato. Era una bella cosa che non fosse stata in pericolo, no? Si avvicinò lentamente a lui e gli posò una mano sul braccio, "Ranma stai bene?
Ranma alzò lo sguardo e lei riuscì a vedere la confusione sul suo viso. Lui disse lentamente, soffermandosi su ogni parola, "Non hai bisogno di me"
Lentamente, lei capì il motivo per cui era rimasto ferito. Aveva senso che Ranma, sempre al centro di tutte le attività della loro vita, si sentisse escluso per non aver fatto parte del suo 'salvataggio', per così dire. La cosa peggiore era essere stata 'salvata' da qualcuno che non fosse lui. Fece un profondo respiro e scelse con cautela le parole, dicendo, "Non ho bisogno di te. Non ho mai avuto bisogno di te"
Ranma sentì un dolore affilato al petto a quel commento, quasi come se lei lo stesse pugnalando a ogni parola.
"La verità è che stavo bene prima che tu arrivassi e se..." Akane chiuse gli occhi, le parole successive avrebbero ferito anche lei. "Se tu andassi via oggi o domani, starei comunque bene"
Il respiro di Ranma divenne irregolare. Non riusciva a capire perché lei gli stesse dicendo quelle cose. Perché lo stesse liquidando così. La fissò finché lei non sollevò lo sguardo e lo piantò dritto nel suo.
"Ma...la mia vita è migliore con te. Non preferiresti che io volessi..." il suo viso arrossì e tornò a guardare le proprie mani, iniziando a stritolarle per il nervosismo. "Non è meglio che a me...piaccia averti intorno? Invece di volerti soltanto perché ho bisogno della tua protezione?" disse dolcemente. L'espressione di Ranma si ammorbidì mentre la guardava. Capì quanto nervosa e imbarazzata fosse nell'esporre una tale dichiarazione. Diamine, si sentiva lui nervoso ad ascoltarla. Sapeva quanto fosse difficile per lui – per entrambi – ammettere qualsiasi cosa che comprendesse i loro sentimenti. Il suo cuore si riempì di calore a quell'ammissione. Fu quasi frastornato dalle sue parole. Anzi si sentì sopraffatto, come da una frustata di emozioni che andavano da un estremo all'altro. Naturalmente lei aveva ragione. Una delle cose che rendevano Akane unica era che lui le piaceva per chi era. Non lo vedeva come un premio, una proprietà, un qualcosa da vincere. Lo vedeva come una persona che era più di un artista marziale di talento o di bell'aspetto. Lei, più di qualsiasi altra ragazza, conosceva tutti i suoi difetti eppure le piaceva averlo intorno. Non aveva bisogno di soddisfare qualche accordo matrimoniale per risanare il proprio onore o di essere fedele a leggi amazzoni autoimposte. Akane lo voleva...si poteva dire così.
Lui però non sapeva cosa dire. Non era mai stato bravo con le parole e mentre le sue emozioni si mischiavano in quel modo non era proprio il momento per gestire la situazione. Improvvisamente, diventò nervoso a sua volta e si guardò le scarpe, sfregandosi dietro al collo. Schiarendosi la gola disse, "Sì, questo è..." -Perfetto. Meraviglioso. Tutto ciò che speravo. "...bello"
Sussultò per la scelta totalmente inadeguata di parole. Se avesse potuto schiaffeggiarsi, lo avrebbe fatto. Non che ad Akane importò. Era riuscita finalmente ad ammettergli quanto le piacesse averlo intorno...più o meno. E lui aveva ammesso che gli piaceva l'idea...più o meno. Per molte persone non sarebbe stato granché, ma per lei significò il mondo e si sentì piena di calore. Rimasero lì un altro istante prima che Akane alzasse lo sguardo, dicendo, "Andiamo a casa"
Voltandosi e compiendo qualche passo, Ranma chiese con curiosità, "Akane?"
La ragazza si fermò, domandandosi se volesse dire altro. "Sì, Ranma?" chiese.
"Uhm, cos'è una chimera?"
 
Un'altra volta, Ranma si ritrovava sul tetto sopra la stanza di Akane. A quel punto, si domandava se ci fosse il modo di preparare un letto, o magari un piccolo fortino per poter stare più comodo. In ogni caso, aveva portato il sacco a pelo e un cuscino.
Quando finalmente erano tornati a casa, erano stati accolti da una tesa famiglia, con un sacco di pianti (Soun), preoccupazioni (Nodoka), strette di mano (Kasumi) e grida (Genma). Ci era voluto un po' perché tutti si calmassero così che loro potessero raccontare la storia. Taro era arrivato per dire che Akane stava bene ma finché non la videro coi loro occhi, nessuno fu in grado di rilassarsi a parte Nabiki, che era uscita di fretta per il suo appuntamento. Quando il resto della famiglia aveva che il fidanzamento con i Chihari era stato ufficialmente cancellato, i festeggiamenti erano esplosi. I padri avevano tirato fuori bandiere della vittoria, danzando intorno alla stanza. Nodoka aveva abbracciato entrambi e si era sentita imbarazzata scoprendo quanto Akane aveva programmato, pensando che avrebbe dovuto avere più fiducia nella sua futura nuora. La sua già alta opinione per la ragazza aumentò per come aveva gestito la questione tanto facilmente. Kasumi era stata così contenta che era corsa in cucina per preparare una cena ancora più enorme del solito. Per l'ora di cena le cose erano tornate alla normalità, e Ranma ora aveva tempo per pensare alla giornata. Si rese velocemente conto che Akane era ancora in pericolo. Le sue azioni di quel pomeriggio l'avevano resa un bersaglio diretto per le amazzoni. Aveva dichiarato che Akane era il vero ostacolo al desiderio delle amazzoni di condurlo in Cina, e tutti sapevano cosa facevano le amazzoni con gli ostacoli. Anche se sapevano già da prima a chi erano dedicate le sue attenzioni, il suo comportamento di quel giorno poteva essere stato il telo rosso sventolato davanti al toro. Sospirò, pensando che avrebbe potuto gestire meglio la situazione ma non provava comunque rimpianti. Il suo confronto con le amazzoni era in attesa da un po' ed era un po' sollevato che il suo 'fidanzamento' con Shan Pu finalmente sarebbe stato finalmente affrontato. Ancora non provava senso di colpa nell'averla schiaffeggiata. L'idea di colpire una ragazza gli faceva ancora torcere lo stomaco ma ne aveva abbastanza delle sue cazzate. In tutto ciò che lei lo aveva ficcato – anzi, LI aveva ficcati – non provava più mortificazione per lei. Sapeva di essere responsabile di molti dei problemi che aveva con Akane ma Shan Pu aveva reso la situazione peggiore, infilandolo in posizioni sempre compromettenti. Prima di allora non aveva fatto niente – e sussultò quando pensò alle reazioni idiote che aveva avuto con quella spilla della discordia – ma ora era tutto finito. Non pensava che sarebbero state così stupide da agire su Akane quella sera, ma non era disposto a rischiare. Un quasi infarto al giorno era sufficiente per lui. Quindi decise di dormire sul tetto quella notte. Lo aveva già fatto prima – anche se contro la sua volontà – e ora era molto più comodo. Aveva anche un po' di tempo per pensare esattamente a quello che voleva dire, perché era il momento di rendere le proprie intenzioni cristalline.
 
Subito dopo la colazione, il mattino seguente Ranma sgattaiolò fuori casa mentre Akane aiutava Kasumi con i piatti. Non voleva dirle cos'aveva in mente, sapendo che sarebbe voluta andare con lui. Il che, secondo lui, era la cosa peggiore che avrebbe potuto fare. Non aveva bisogno della sua presenza per gettare benzina sul fuoco, e quando Shan Pu e Akane erano insieme, una combustione era quasi sempre garantita. Per mitigare il senso di colpa – e mantenere la promessa ad Akane – disse a sua madre dov'era diretto, ma non quali piani aveva. Lei aggrottò la fronte ma non diede voce ad alcuna disapprovazione. Era ancora piuttosto presto ed era sicuro che avrebbe raggiunto il ristorante prima che iniziassero a preparare per l'ora di pranzo. Anche se era determinato, iniziò a sentirsi nervoso ad ogni passo. Parte di lui voleva indietreggiare per non avere a che fare con loro e se ne vergognò. Ranma Saotome non era un codardo. Ma la parte più grande di lui era stufo di tutto. Non voleva più avere a che fare con i loro complotti e le loro manipolazioni. S'indurì mentre aprì la porta del Neko Hanten. Seduta a uno dei tavoli c'era Cologne, sorseggiando una tazza di the. Al suono della porta che si apriva, Cologne alzò lo sguardo e vide Ranma sulla soglia. Aveva osservato Ranma per quasi due anni e non lo aveva mai visto così arrabbiato e sul punto di perdere il controllo come la sera precedente. Nemmeno quando gli aveva provvisoriamente tolto la virilità. Era contenta di vederlo più calmo e fu sorpresa della visita. Pensava che lui le avrebbe evitate per un po', ma vedendolo lì di mattina così presto non era un buon segno.
"Futuro marito, che sorpresa. Sei venuto a sposare mia nipote?" disse con la sua voce gracchiante. Sapeva che quel saluto lo irritava sempre, ma non voleva far capire che sapeva che qualcosa non andava. Ranma volle ringhiare a quel saluto, ma per una volta, riconobbe il suo bisogno di ingannarlo. Era impossibile che avesse lasciato correre come aveva trattato Shan Pu il giorno prima. Ignorando la provocazione, disse, "Cologne, dobbiamo parlare" Ranma si avvicinò e si sedette direttamente di fronte a lei, intrecciando le dita e posandole sul tavolo mentre la guardava esplicitamente in faccia. "Non sposerò mai Shan Pu. Non verrò mai in Cina con voi. È finita" disse senza giri di parole. Ecco. L'aveva fatto. Cologne rise, sorpresa che Ranma fosse finalmente in grado di esprimersi così chiaramente. Ma ciò non significava che doveva arrendersi.
"Per legge tu appartieni a Shan Pu"
"Non appartengo a nessuno, men che meno a lei. Dannazione, a malapena mi piace, è impossibile che la sposi"
"NON È VERO! Tu vuoi Shan Pu! Lo vedo con i miei occhi!" un acuto grido fece voltare Cologne e Ranma verso la soglia della cucina. Anche Shan Pu aveva sentito la porta aprirsi dalla cucina dove stava iniziando a preparare il brodo per la giornata. Si era avvicinata e si era fermata quando aveva visto Ranma, nascondendosi dietro la porta scorrevole per sbirciare i due al tavolo. Normalmente, sarebbe corsa fuori per dargli un grosso bacio appassionato, ma oggi era diverso. Per la prima volta da quando aveva avuto a che fare con il suo lato maschile, non voleva vederlo. Aveva trascorso tutta la giornata precedente a sentirsi insicura e non le era piaciuto. Era rimasta assolutamente attonita quando l'aveva schiaffeggiata in volto. Non si era trattato di un pugno o di un calco, non aveva nemmeno usato la mano chiusa. Aveva usato il palmo aperto, colpendola come se lei fosse una docile donnetta giapponese. Era stato così umiliante essere trattata così. Lei era una guerriera amazzone. E le guerriere non venivano trattate così. Dopo aver superato lo shock, era diventata arrabbiata. Arrabbiata perché aveva osato trattarla in quel modo! Arrabbiata perché lui la stava ancora respingendo. Arrabbiata perché era incastrata in quello stupido paese. Arrabbiata di non poter tornare a casa col suo premio. Ma una parte di lei aveva paura di lui. Lo aveva visto arrabbiato prima, ma non era mai stata dalla parte sbagliata della sua ira. Anche prima di arrivare in Giappone, Ranma riusciva a batterla in combattimento. Ma dopo tutto l'addestramento ricevuto da allora, sapeva che non c'era competizione contro di lui. Era sicura che avrebbe potuto perfino battere la sua bisnonna se avesse voluto; era impossibile che lei potesse sconfiggere un dio. Quindi, quando Ranma entrò, lei rimase in disparte, preoccupata di come avrebbe reagito con lei. Un'altra parte di sé reggeva ancora la speranza che fosse venuto per dichiararle il suo amore, aveva sempre quella scintilla speranzosa ogni volta che entrava nel ristorante. Ma quello che ottenne fu completamente l'opposto. Ranma guardò direttamente negli occhi di Shan Pu. Rilasciò la collera e la frustrazione che avvertiva fin da quando erano cominciate a montargli dentro, dal matrimonio fallito.
"Sì, sei sexy. Mi eccito quando una donna completamente nuda si lancia su di me" ammise alzando le spalle, mostrando che non aveva importanza. "Ma anche se gli irrigatori non fossero partiti quella sera, non avrei mai fatto sesso con te. Lo ammetto, quando mi hai visto nella mia forma maschile, ero tentato dal tuo aspetto ma dopo aver imparato a conoscerti, non farei sesso con te nemmeno se ne dipendesse la mia vita. Anche se sei fisicamente attraente, mi disgusti"
Shan Pu indietreggiò, le sue parole furono un effettiva sberla, uguale a quella che le aveva dato il giorno prima. Ranma, per una volta, schiacciò ogni compassone per la ragazza, davanti agli occhi aveva l'immagine della sua espressione maliziosa mentre teneva in pugno Akane disidratata.
"Pensavi che avrei mai potuto perdonarti per aver minacciato di uccidere Akane mentre era inerme? Per aver tenuto per te la mia cura a causa di ragioni egoiste? Per esserti presentata a casa sua e averle lanciato addosso delle bombe dopo che l'avevo salvata?!" sputò fuori con furia.
"E...ero sotto il controllo di Kima. Non è stata colpa mia!" disse Shan Pu, tentando di difendersi, comprendendo esattamente ciò a cui si riferiva.
"Non mentirmi, cazzo! Kima voleva che tu mi uccidessi, non voleva che usassi Akane così da 'inventare dei ricordi' con me. Hai fatto tutto tu! Hai voluto uccidere Akane fin da quando l'hai incontrata e non voglio nemmeno pensare a tutte le volte in cui avresti potuto provarci!"
Shan Pu si contrasse per la paura osservando la sua aura combattiva fiammeggiante e in procinto di diventare scura. Le sue mani erano strette in pugni e il suo sguardo furioso non l'abbandonò mai.
"Ranma, verrà punita se torna a casa senza di te. Ha fallito nel tentativo di ucciderti quando pensava che fossi una ragazza e ora nel farti diventare suo marito. La sua punizione sarà severa; potrebbe perfino essere messa a morte" disse Cologne, tentando di premere sul senso di colpa.
Ranma osservò Shan Pu impallidire e iniziare a tremare. Non voleva che morisse ma non avrebbe passato il resto della sua vita sposato a lei per evitarlo. Voltando il capo, guardò Cologne con disgusto.
"E di chi è la colpa? L'ho battuta quando ero una ragazza in un TORNEO e mi ha dato il bacio della morte. Se non fosse stata così fottutamente meschina avrebbe accettato la sconfitta e lasciato perdere. Ma no, ha dovuto inseguirmi fino in Giappone per ottenere la sua vendetta. Poi si è presentata qui, io le ho tolto il chui dalla mano e accidentalmente l'ho messa k.o., e mi ha dato il bacio affinché la sposassi. Se vuoi incolpare qualcuno, incolpa la sua mancanza di autocontrollo!" gridò Ranma, indicando con dito accusatorio Shan Pu. "E sono le vostre leggi amazzoni che la costringerebbero a rimanere uccisa per una cosa così stupida! Quindi se la cosa non vi piace, incolpate la vostra tribù, non me"
Cologne osservò la determinazione e la rabbia di Ranma e capì che era finita. Avevano perso. Non era rimasto minimamente toccato dal pensiero che Shan Pu avrebbe potuto perdere la vita. La vecchia amazzone aveva sempre contato sul suo onore e sulla sua mancanza di consapevolezza per manipolarlo a fare qualcosa. Si era appoggiata al suo rifiuto di ammettere i propri sentimenti per indurlo a seguirle al villaggio. Ma sembrava che gli eventi in Cina avessero cambiato le cose. Era impossibile che Ranma avrebbe mai acconsentito ad andare con loro, e dopo i combattimenti contro Herb e Safulan, era preoccupata di ciò che avrebbe potuto fare se lo avessero chiuso all'angolo e in qualche modo costretto. Avrebbe potuto dare grossi danni alla tribù prima di poterlo fermare. Per quanto lo volesse nella tribù, Cologne non voleva che la questione venisse macchiata di sangue, e sapeva per esperienza quanto velocemente una situazione potesse inasprirsi. Pensando al bene del villaggio. Cologne disse, "Okay, Ranma. In quanto anziana di Joketsuzoku, in questo momento tu libero dal bacio della morte e da quello del matrimonio"
"Bisnonna, no!"
"Silenzio!"
Ranma fu un po' preso alla sprovvista dalla velocità con cui la vecchia aveva acconsentito. Era sicuro che la discussione avrebbe richiesto più tempo. Non avrebbe sfidato la sorte nell'insistere, anche se aveva un'ultima preoccupazione da affrontare.
"Voglio che sia annullato anche il bacio della morte che Shan Pu ha dato ad Akane"
Ranma osservò l'espressione di sorpresa sulla faccia di Cologne mentre guardava Shan Pu che era, se possibile, impallidita ulteriormente. Era chiaro che non avesse detto a Cologne di quella parte di avventura. Imprecò contro se stesso per aver attirato l'attenzione di Cologne sulla questione; aveva messo Akane in una posizione di ulteriore pericolo? Ma poi realizzò che la faccenda doveva essere gestita, non voleva che Shan Pu tentasse di intrufolarsi e fare del male alla sua fidanzata perché il bacio della morte era rimasto in sospeso. Cologne chiuse gli occhi e scosse il capo quasi impercettibilmente. Non pensava che la nipote fosse stata così superficiale nel dare un altro bacio della morte quando aveva fatto tanta fatica per adempiere al primo. Ammise a se stessa che forse Ranma aveva ragione e Shan Pu era troppo impulsiva, il che non era un tratto positivo per una guerriera. Specialmente se quella guerriera voleva essere una futura leader della tribù. Prima di poter capire come gestire la situazione, le parole di Ranma la interruppero.
"Se qualcosa, e intendo QUALSIASI COSA, succede ad Akane e scopro che una di voi è responsabile, ve la farò pagare, anche se dovessi inseguirvi fino in Cina"
Con un altro sospiro, Cologne disse, "Va bene. Il bacio della morte dato ad Akane sparisce. Giuro, sul mio onore di anziana, che non le verrà fatto alcun male da alcun amazzone della nostra tribù" Cologne guardò severamente Shan Pu mentre sottolineava l'affermazione in modo che venisse recepita come un ordine. Shan Pu si limitò ad annuire, muta. Ranma non sapeva ancora se fidarsi di loro. Sapeva che l'onore amazzone era qualcosa di adattabile ma Cologne era perlomeno rimasta fedele alla sua parola in passato. Inoltre, c'era poco che poteva fare oltre a dichiarare una faida sanguinosa con Shan Pu e sapeva che ciò si sarebbe esteso all'intero villaggio. Ranma si alzò e si prostrò in un breve inchino dicendo, "Grazie, Cologne" si voltò per andarsene ma venne fermato dalla voce di Shan Pu che raggiunse le sue orecchie. "Ranma..." iniziò titubante. Lui si voltò per guardarla e fu sorpreso di vedere lacrime nei suoi occhi. Vacillò, sentendosi dispiaciuto per lei. Una ragazza che piangeva era sempre stata la sua debolezza. Ma dovette soltanto pensare ad Akane per confermare la propria risolutezza.
"Perché non mi ami? Perché non mi dai mai un'occasione?" chiese Shan Pu confusa. Era bellissima ed era l'orgoglio della sua tribù, quindi non capiva perché lui non la volesse.
"Shan Pu, mi hai inseguito per tutta la Cina, tentando di uccidermi. Ti avrei perdonato ma poi hai cercato di uccidere Akane. Quando sei tornata, tu e Cologne avete soltanto tentato di manipolarmi per sposarti. Non hai mai, nemmeno una volta, pensato ad essere mia amica, per conoscermi. Era tutto ciò che volevo"
Shan Pu era ancora confusa. Era stata addestrata a essere forte e a prendere ciò che voleva. Non sapeva nulla sul farsi degli amici, men che meno con un uomo. Ranma capì che le sue parole non fecero differenza, non riusciva a capirlo, non l'avrebbe mai fatto. Ed era quello il fulcro del problema. Sospirò e disse, "Addio***, Shan Pu".
Le due donne lo osservarono uscire senza rivolgere uno sguardo indietro. Cologne sospirò. Si era davvero divertita durante il tempo trascorso in Giappone ed era triste di vederlo finire. Dopo essersi assicurata che se ne fosse andato, Cologne disse ad alta voce, "Mousse, vieni fuori. So che sei lì"
Shan Pu si voltò indignata, il viso che diventava rosso per la rabbia. Si era tanto concentrata su Ranma da non aver avvertito la presenza di Mousse. Una cosa era essere respinta da Ranma, ma era umiliante che Mousse fosse testimone della sua vergogna.
"Sì, anziana" disse Mousse avvicinandosi. Prima che la nipote potesse fare altro di folle, disse, "Vattene. Abbiamo molto di cui discutere e non ti riguarda. Non tornare fino a domani"
Mousse fece un breve cenno col capo e uscì dalla porta. Cologne, a differenza di Shan Pu, aveva visto i cambiamenti in Mousse da quando era in Giappone. Era diventato un bravo guerriero, e con l'intervento alla vista, aveva l'abilità per diventare uno dei migliori nella loro tribù. Non che lui lo avrebbe mai saputo. Anche se non lo mostrava mai, provava una sorta di affetto per il ragazzo e gli avrebbe dato l'opportunità di prendere le proprie decisioni. Ma prima doveva gestire la situazione con sua nipote. Ranma ci aveva visto giusto. Anche se Cologne aveva dato la sua parola, sarebbe stato troppo allettante per la giovane guerriera costruire una sorta di vendetta contro la giovane Tendo se fossero rimaste in Giappone, a prescindere dalle conseguenze.
"Torniamo in Cina immediatamente. Vai a preparare i bagagli. Io mi occuperò del resto"
All'ordine, Shan Pu finalmente scoppiò in lacrime e collassò sul pavimento. Parlando nella sua lingua nativa, supplicò, "Nonna, io lo amo. Lo amo davvero. Non farmi arrendere. Ti prego!"
Cologne la guardò comprensiva. Ricordava i propri sentimenti di amore e smarrimento a quell'età quando aveva dovuto cacciare Happosai dal villaggio. Per quanto fosse rimasta ferita, sapeva ora che si era risparmiata un dolore molto più grande e si era resa più forte. Sarebbe stato lo stesso per Shan Pu e avrebbe dovuto superare la sofferenza col tempo.
"Ma lui non ti ama. Non l'ha mai fatto e non lo farà mai. Imparerai ad accettarlo"
Il gentile tono di Cologne ammorbidì le parole aspre. Osservò la nipote iniziare a piangere. Era una vista pietosa per una donna usualmente forte e la vecchia amazzone non voleva fare altro che prenderla fra le braccia e confortarla. Ma Shan Pu era una guerriera, e le guerriere non venivano coccolate.
"Vai di sopra e fai i bagagli, ho delle cose da sistemare prima di potercene andare"
Shan Pu annuì senza dire niente e con indolenza andò di sopra. Era stata addestrata a fare sempre quanto ordinato da un anziano. In quel momento di afflizione, avrebbe seguito gli ordini quasi ciecamente. Cologne voleva darle un vantaggio portandola velocemente fuori dal Giappone, prima di superare lo shock e di reagire contro la giovane Tendo. La vecchia amazzone non aveva dubbi sul fatto che Ranma avrebbe mantenuto la parola, cercando vendetta se fosse successo qualcosa ad Akane e non voleva che la nipote rimanesse ferita. Nonostante le imperfezioni di Shan Pu, Cologne era fiera di lei. Ma mantenne comunque i sensi in all'erta per assicurarsi che la giovane non sgattaiolasse fuori di casa durante i preparativi.
 
Quando Mousse uscì dal Neko Hanten, si diresse verso il complesso dei Tendo. Aveva sentito Ranma entrare ed era sceso a indagare e non era rimasto sorpreso da quanto udito. A differenza della sua amata, conosceva i cambiamenti che avevano pervaso il ragazzo col codino. Per quanto odiasse vederla stare male, sapeva che quel confronto era in programma da molto tempo. Non era nemmeno felice che il suo principale rivale fosse fuori da giochi. Quando arrivò a casa, fu accolto calorosamente da Kasumi e poteva dirigersi al dojo per trovare Akane o al laghetto delle carpe koi per trovare Ranma. Andò verso il laghetto e vide Ranma seduto seduto sulla roccia più grossa. Gli si mise accanto e disse a Ranma che sapeva tutto quello che era successo. Fu sorpreso che Ranma gli chiese soltanto di non dire nulla ad Akane. Gliel'avrebbe spiegato lui quando fosse giunto il momento giusto. Non avendo altro da fare, trascorse il resto della giornata insieme ai Tendo e ai Saotome. Era piuttosto rilassante allenarsi con Akane, combattere con Ranma, e aiutare le signore con la cena. Vide un film con Ranma e Akane prima di andare a letto e osservò quanto i due rimasero vicini, lanciandosi occhiate. Quando giunse a casa il giorno dopo, trovò ad attenderlo una lettera di Cologne. Gli diceva che lei e Shan Pu erano partite per la Cina e non sarebbero tornate. Mousse avrebbe dovuto riunire le loro cose e spedirle al villaggio. Avrebbe dovuto continuare a gestire il ristorante finché non lo avesse venduto. Oppure, se lo avesse deciso, avrebbe potuto rimanere in Giappone a mandare avanti il ristorante e spedire una parte dei profitti a Cologne. Non c'era nulla da parte di Shan Pu. Nemmeno una parola. Non ne fu sorpreso. Prima di allora era andata via dal villaggio senza dirgli niente. Non aveva mai fatto nulla per mostrargli la più piccola briciola di incoraggiamento e spesso lo aveva disprezzato. Ma ciò servì a poco per attenuare il dolore che gli riempiva il cuore.
 
*Riferimento a She Ra, protagonista di una serie animata della Filmation.
**Ammetto di avere ricordi blandi della vicenda di Konatsu, tanto da averlo scambiato con Tsubasa, prego a qualcuno che sicuramente si ricorda meglio la vicenda di rispiegarmi cos'era successo. Pur avendo letto Ranma diverse volte mi sono sempre concentrata sulle vicende di Ranma e Akane mentre altre parentesi le ho un po' trascurate xD
***L'autrice ha scritto 'Bi lao', ma non ho trovato quest'espressione da nessuna parte e ho preferito non lasciarla perché non penso sia corretta. Ho fatto qualche ricerca ma non sapendo la lingua non posso essere sicura di quale sia la frase giusta, per cui ho messo 'addio' dato che mi sembra, dal contesto, che il termine giusto sia quello, anche in base al titolo del capitolo. Io ho trovato 別了, che dovrebbe pronunciarsi 'bie le', ma è anche vero che esistono tantissimi dialetti. Se qualcuno sa il cinese e vuole correggermi sono più che lieta di imparare. Forse sono pesante ma voglio evitare di scrivere scemenze xD
  
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