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Autore: Le_sorelle_Laclos    15/09/2017    5 recensioni
Forse, se Josephine non avesse sostenuto sua sorella Oscar, insegnandole ad ascoltare il proprio cuore e spingendola di fatto ad accettare l'amore di André, non sarebbe successo nulla di irreparabile alla famiglia Jarjayes. Ma Josephine non è pentita di ciò che ha fatto, tutt'altro: il destino della sorella minore non poteva che essere fuori da ogni schema, come sempre da quando è nata. Ma per quanto riguarda il destino della stessa Josephine? Esiste davvero anche per lei quella felicità completa che Oscar le scrive di aver trovato? E come si può sperare in un futuro felice, quando, già all'inizio del 1787, la Francia sembra destinata a scivolare inesorabilmente verso il baratro?
Dopo le Le amicizie pericolose, continua lo scambio epistolare tra Oscar "Françoise" Grandier e Josephine de Jarjayes de Liancourt.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Sorelle Jarjeyes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cara Sorella...'
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28. Oscar

 

Parigi, 19 giugno 1787

 

 

Immagino che questa mia giungerà troppo tardi; avrai sicuramente già proposto il tè a Diane, tessuto una rete di domande apparentemente innocenti ma ben calibrate, ottenuta conferma del tuo giudizio su di lei; e la povera fanciulla non avrà idea dei tuoi progetti finché non farai in modo che lei e François si trovino l’uno davanti all’altra nelle cucine o nel cortile o nel giardino (ecco, quello potrebbe risultare la soluzione più romantica), e anche allora non sarà affatto finita: sbircerai l’esito delle tue trame con compiacimento, soprattutto quando entrambi arrossiranno e si scambieranno qualche parola impacciata. Scene che ho già visto in caserma l’anno scorso, all’ora delle visite, prima che un inferocito Soisson comparisse a scacciare François o qualunque altro intruso come mosche sul latte.

Devo ripetertelo? Un matrimonio sa essere molto gravoso per chi non possieda un reddito elevato. E la scintilla tra due anime non può scoccare a comando. Agisce, anzi, in modo imprevedibile e spietato. Dev’esserci qualche verso di poeta ad avallare queste mie parole, ma non me ne rammento in questo istante. O forse non è a un poeta che penso, ma a parole tristi e lapidarie di mio marito, quando parlando di Fersen rivelava in realtà il vicolo cieco dei propri stessi sentimenti. “Com’è potuto cadere in un amore così doloroso?”, si chiedeva.

Capisco in fondo la tua esigenza: alleggerire qualcosa che da sempre si è mostrata ostica, finanche temibile nella sua grandezza, quando non distruttiva. È vero che la maggior parte delle persone percorre la vita con semplicità, e il matrimonio appare una tappa obbligata di un percorso vessato da ben altre preoccupazioni che quelle sentimentali. La gente comune si sceglie, si sposa, fa figli; il mondo procede ozioso e regolare nonostante i tormenti di poche anime in cerca di ideali.

Mi sento d’improvviso sulle spine: per quanto io conosca la tua forza, non ho mai pensato al dolore del tuo passato con tale nitidezza. Sospetto, da quella mezza frase che hai scritto, e dalla tua ostinazione a rendere felici almeno gli altri, che sia tuttora molto arduo per te accettare quanto accaduto. Forse ora posso capirlo meglio e più a fondo. Mi permetto di porgerti queste parole perché sono scritte, potrai stracciarle e intimarmi di non ripeterle. Oppure lasciarle agire sulla tua coscienza, affinché tu possa tornare a cercare la tua propria felicità, e non già il riflesso di un pallido ideale negli idilli altrui. Te lo devi, io credo; e per Dio, il tempo non è ancora scaduto. O io stessa dovrei marcire nella solitudine, che di te sono poco più giovane.

A proposito e proprio per questo, sono lieta che tu coltivi l’arte di allestire feste. Non dubito del tuo gusto anche nella scelta degli ospiti, ma sai quanto io rifugga simili divertimenti. André, bene, André credo non li disdegnerebbe; forse potrei accontentarlo, magari per un’ora o poco più; se sarà presente Roucher, avrà anche qualcuno con cui scambiare qualche discorso. Io, già lo prevedo, mi tratterrò in un angolo ad aspettare che la cosa finisca. Nulla di personale, sorella mia, lo sai.

 

Cambiando argomento, so già tutto delle indagini, più altri dettagli che preferisco tacere al momento. La rete alle spalle dell’uomo arrestato si prospetta fitta e confusa, con molte comparse e pochi nomi sicuri. Ne verremo a capo, lo prometto, ma non so prevedere in quanto tempo. Penso al progetto del nostro lungo viaggio nel resto della Francia, e temo che l’estate trascorrerà tutta, prima che la questione sia risolta. Dovremo differire il viaggio alla prossima primavera. Per questo, André ha già cominciato a cercare impiego per questi mesi. Per carità, non dire nulla a nostro Padre, né a nostra Madre; donerebbero un appoggio generoso ai suoi progetti, silenzioso il primo, esplicita la seconda: ma André desidera trovare da solo il proprio cammino, e farlo in modo da non coinvolgere il passato e non incomodare nessuno.

Dal mio canto, ho ripreso gli addestramenti con la spada con una certa assiduità, approfittando delle licenze dei miei uomini. Con queste abilità potrei trovare un lavoro anch’io. E dopo?

Dopo non so. André dice che le cose avverranno da sé, per una semplice nostra ispirazione. Così sia.

 

Ti vedrò presto.

 

Oscar

 

   
 
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