Aspettó  qualche momento prima di alzarsi, non era sicura di star facendo la cosa giusta, eppure non le veniva in mente altro.
sposto il coperchio della sua bara stando attenta a non far rumore, e furtivamente uscì dalla sua stanza. L'intero edificio era avvolto dal 
silenzio, poteva sentire i respiri  appesantiti dal sonno provenire dalle stanze a cui passava vicino, e fatto eccezione per coloro che facevano i turni di notte, tutti dormivano.
dritto, poi a destra, poi ancora dritto. Si muoveva furtiva nei corridoi, fino ad arrivare davanti ad una porta più grande e spessa delle altre. Rimase impalata ed imbarazzata qualche istante, ma una voce famigliare - e per quanto bassa e cupa anche rassicurante - la invitó ad entrare.
"si master" rispose lei aprendo delicatamente la porta.
la stanza era illuminata da una piccola lampada su un tavolino in un angolo, e attaccato al tavolino, su una grande poltrona bordeaux, Alucard stava fumando un sigaro.
si avvicinó pentendosi di averlo disturbato: il suo viso non lasciava trapelare alcuna emozione. 
Si fermó a pochi passi da lui, notando la bara aperta su cui era ancora appoggiato il cappotto, il cappello e i suoi occhiali. Era raro vederlo senza, sembrava quasi più vulnerabile.
"non riesco a dormire neppure io"
alucard si alzò, posando il sigaro in un posacenere "non riesco ancora a credere che sia finita " rispose Victoria " sento ancora il fischio delle esplosioni"
lui la fissò, lasciandosi trapelare un leggero sorriso "vivo da troppi secoli per impressionarmi o  sorprendermi "
fece qualche passo verso la bara, continuando a parlare "il millennium ormai è stato distrutto Seras, smettila di pensarci " picchietto col dito sul bordo di legno, invitandola ad entrare "sono stufo di sentirti sveglia tutta la notte, rendi difficile dormire anche a me" sorrise, un sorriso stranamente amichevole per i suoi standard "è finita" la rassicurò mentre lei entrava nella bara.
lui si distese subito accanto, abbastanza vicino da farla sentire al sicuro. "Ora dormi " la intimó chiudendo gli occhi "domani abbiamo del lavoro da fare "
victoria sbuffó ricordandosi della lunga giornata che li avrebbe attesi. "Grazie master"
nessuna risposta.... evidentemente alucard aveva già dispensato la sua dose di gentilezza giornaliera  Quando apri gli occhi si ritrovò sola nella bara "master ?" Nessuno rispose. Si alzò e andò verso le scale che portavano al primo piano, constatando che il quartiere generale era pieno di vita, e come formìche dentro un formicaio tutti lavoravano e correvano al cospetto della regina : Integra Hellsing. La signora aveva orari ben specifici e giornate scrupolosamente organizzate, e come sempre a quell'ora l'avrebbe trovata al terzo piano , a bere té e mangiare biscotti. La devastazione di qualche mese prima lasciata dalla guerra era quasi del tutto stata cancellata, il quartiere praticamente nuovo e il personale ripristinato. Arrivó in una delle sale principali, al cui tavolo trovó seduti i suoi due padroni: alucard giocherellava con un cucchiaino mentre Integra soffiava sul té caldo. Erano stranamente vicini quella mattina, lei a capotavola, lui subito a fianco; sentí un leggero sfarfallio nello stomaco vedendo quella strana confidenza fisica tra i due, ma ormai vi era abituata: passano giorni in cui non stavano a meno di cinque metri di distanza, e giorni in cui diventavano uno l'ombra dell'altro. "Seras Victoria" la annunciarono, ma Integra non sollevo neppure il viso dalla tazzina "colloquio con il vaticano... questioni prettamente burocratiche, ma voglio la scorta più sostanziosa possibile" La vampira si mise sull'attenti, ascoltando gli ordini della sua signora "voglio te ed alucard come guardie, più una decina di uomini come accompagnatori" concluse bevendo il té e mangiando l ultimo biscotti. Integra si alzò e si sistemò i polsini della camicia "iniziate ad andare in macchina, vi voglio entrambi " Alucard accennó un inchino, e seras lo imitó. "Tra 15 minuti voglio essere in macchina" aggiunse uscendo dalla stanza Alucard si avvicinó a victoria "hai dormito bene, Polizziotta?" Chiede con un che di beffeggiante. La ragazza arrossì, e accenno un "si" molto sommesso. "Anche io" sghignazzó il vampiro passandole a fianco