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Autore: Saigo il SenzaVolto    16/09/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!

 


Notte, Profezie e Pensieri


 



Arriverà poi il momento in cui ancora dovrai combattere,
contro mille calamità ed avversari da abbattere.
Combatterai per trovare il drago, Boruto, il drago che divora i mondi,
il drago che nessuno sa dove sta.
In questa impresa molti alleati avrai,
persone che odi, persone che ignori e persone a cui mancherai,
ma soltanto la tua famiglia ti salverà, non scordarlo mai.
E quando infine troverai il drago, Boruto, e sentirai tutto il suo potere,
allora, con coraggio, lo affronterai tu.
Ma uno di voi due, alla fine, non tornerà più!

 



Boruto si svegliò di scatto.

La piccola luna di Eldia lo abbagliò per qualche secondo, il suo occhio spalancato non abituato alla luce improvvisa. Si voltò indietro, ansimando leggermente, osservando il boschetto a poca distanza dalla distesa di prato verde dove si era disteso per la notte. Il resto del gruppo stava ancora dormendo laggiù, in mezzo agli alberi. Il silenzio regnava tutt’intorno, interrotto soltanto dal dolce soffio del vento sulla pelle.

Il biondo si alzò in piedi lentamente, facendo dei profondi respiri per calmarsi. Si mise a fissare la luna. Quanto ancora sarebbe durato? Quanto tempo mancava? Quella profezia si sarebbe avverata davvero, oppure-

Scosse la testa, cercando di dimenticare quelle parole, cercando di dimenticare quel ricordo così pesante.
 



“Ma uno di voi due, alla fine, non tornerà più!”
 



Boruto maledisse mentalmente quel dannato clan ed il se stesso del passato per la sua curiosità ed arroganza. Se solo non avesse ascoltato quella fantomatica profezia quel giorno, oggi non avrebbe avuto così tanto tormento. Se non avesse dato retta a quel dannato Otsutsuki in passato, non avrebbe sentito questa enorme ansia attanagliargli le viscere.

Non avrebbe provato la paura che provava adesso mentre si avvicinava a compiere il suo destino.

In passato non se n’era curato, ma adesso sapeva che le parole pronunciate da quell’essere misterioso stavano per compiersi. Il suo cuore lo riusciva quasi a sentire. Ne era certo. Lo aveva già intuito appena era giunto ad Eldia, quando l’Eremita aveva spiegato a lui e Sarada la missione ed aveva rivelato loro l’esistenza del drago Vrangr.

E, proprio a causa della profezia, Boruto aveva rifiutato all’inizio. Perché l’esito, per lui, sarebbe stato terribile.

“Uno di noi due dovrà morire…” pensò gravemente.

Lo scontro era inevitabile. Ne andava della salvezza del suo mondo. E da quella battaglia, soltanto uno ne sarebbe uscito vivo. Soltanto uno avrebbe continuato ad esistere. O lui, o il drago.

Boruto non era certamente un codardo. Non aveva paura della morte. Nella sua vita aveva rischiato di morire innumerevoli volte, ogni istante della sua vita era stato segnato dall’incertezza del domani. Lui era un Guerriero.

La sua era una vita dedita alla fuga, al nascondersi incessantemente dai ninja. Una vita segnata dal pericolo dell’Unione. Una vita incentrata sulla fuga da suo padre. Le difficoltà e gli imprevisti erano stati quasi all’ordine del giorno. Boruto ed i suoi amici avevano superato innumerevoli pericoli, sempre con coraggio e determinazione.

No. Boruto non era affatto un codardo.

E allora perche aveva così tanta paura?

Il giovane strinse i pugni e i denti, frustrato. Non poteva continuare così, doveva calmarsi! Decise di occupare la mente andando a fare quattro passi nella radura verde che lo circondava, immergendosi nel silenzio e nella quiete della notte.

Da due giorni aveva lasciato la Fortezza di Alkatraz, e dopo essersi ripreso completamente dall’esplosione ed aver spiegato la situazione a Sarada, Boruto ed il gruppo avevano preso a marciare a pieno ritmo verso Ovest, diretti verso lo strano muro descritto da Sasuke. Il freddo era calato da quando avevano lasciato la montagna, ed adesso si riusciva a stare bene all’aperto anche di notte.

Il ragazzo si fermò a scrutare l’orizzonte. La pallida luce della luna illuminava una distesa di erba e colline lunga molti chilometri. Le stelle nel cielo sembravano essere più numerose rispetto a quelle che si vedevano nel suo mondo. Forse era dovuto alla mancanza di illuminazione in questo mondo.

Mentre le osservava, Boruto sentì una sensazione che aveva cominciato a provare spesso da quando era giunto a Eldia. Una sensazione che ricordava molto bene dalla sua infanzia.

Si sentiva solo.

Boruto emise un lungo sospiro pieno di nostalgia. Sentiva la loro mancanza. Da morire. Sentiva con forza la mancanza di quei due. Quei due volti che lo avevano incessantemente accompagnato sin da quando aveva sette anni. Quelle due persone che lo avevano salvato dalla disperazione e dalla crudeltà del mondo. Anche se spesso la loro presenza era un po’ ingombrante, Boruto non l’aveva mai ritenuta eccessiva o fastidiosa. Né mai avrebbe voluto separarsi da loro. Ma adesso, era tornato ad essere da solo.

Gli mancava la sua famiglia.

Quanto avrebbe voluto rivederli. Nel corso degli anni, si era ormai abituato alla loro presenza. Erano sempre rimasti al suo fianco, accompagnandolo in tutti i momenti, belli e brutti, della sua vita. Ogni volta che loro tre erano stati costretti a separarsi, ogni volta che gli eventi che avevano vissuto li avevano costretti a restare da soli, ognuno di loro aveva sempre lottato incessantemente per riuscire a tornare insieme. Ogni volta, loro tre avevano sfidato qualsiasi pericolo e nemico, pur di riunirsi e tornare a vivere in pace. Il legame tra di loro era qualcosa che nessuno sarebbe mai riuscito a spezzare. Era troppo profondo. Era qualcosa che andava oltre l’amicizia, qualcosa di molto più simile al rapporto tra consanguinei, come quello tra fratelli, anche se neppure questo riusciva a descriverlo.

Soprattutto il suo rapporto con lei non poteva certo definirsi come quello tra fratello e sorella. Loro tre insieme, erano completi. Loro tre insieme, formavano una vera famiglia. Ed ora, a sole due settimane e mezzo dalla sua comparsa in questo mondo, a Boruto mancavano da morire.

Ripensare a quei due gli fece balenare una realizzazione in testa. La realizzazione di qualcosa che aveva già intuito in passato.

Il motivo per cui aveva paura di affrontare il drago erano loro due. Il motivo per cui ogni giorno lui provava una crescente ansia, man mano che si avvicinava allo scontro finale, era la sua famiglia.

Perché se lui avesse perso contro il drago, se lui fosse stato davvero sconfitto come presagiva la profezia, non avrebbe potuto più rivederli. L’unica ragione per cui il Nukenin temeva la morte era questa.

Ma non era soltanto quello il motivo. Boruto aveva fatto una promessa. Aveva giurato di proteggerli da qualsiasi pericolo. E se fosse morto, non avrebbe potuto farlo. Se fosse morto, avrebbe abbandonato la sua famiglia. Li avrebbe abbandonati proprio come era stato abbandonato lui quando era piccolo.

E Boruto non poteva permettere una cosa del genere. Per nessuna ragione al mondo. Non voleva far sperimentare a loro due quella rabbia, quel dolore e quella disperazione che aveva provato lui. Loro lo avevano salvato da quell’incubo, e lui era determinato a fare lo stesso. Glielo doveva. Era il suo debito nei loro confronti. Boruto li amava troppo per riuscire anche solo a pensare di poterli abbandonare in quel modo. Senza contare che con la sua morte, Vrangr avrebbe messo in pericolo anche il loro mondo.

Perciò, per riuscire a proteggerli, doveva sopravvivere a tutti i costi.

“Io non morirò in questo modo!” si promise mentalmente con forza e decisione, mentre continuava a fissare il cielo. “Ho fatto una promessa, e niente e nessuno mi impedirà di mantenerla! Affronterò quel drago e lo sconfiggerò! E poi tornerò da loro ad ogni costo!”

Quel pensiero era l’unica cosa che riusciva a placare momentaneamente la sua paura, rimpiazzandola con una feroce determinazione. Niente e nessuno sarebbe riuscito a dividere Boruto dalla sua famiglia. Il loro era un legame che aveva superato incalcolabili difficoltà, innumerevoli pericoli, ed era passato attraverso a miriadi di situazioni complicate e dolorose. Il loro legame si basava su una serie di esperienze e circostanze che loro tre avevano superato insieme. Per questo, anche se stavolta Boruto era da solo, non avrebbe permesso a se stesso di perdere. Nessuno gli avrebbe impedito di ritornare da loro, proprio come in passato nessuno fu in grado di riuscirci.

Nessuno tranne due persone. Due persone ci erano quasi riuscite, e ancora oggi tentavano di braccare lui ed i suoi amici per catturarlo. I due uomini più forti del suo mondo. I due eroi della Quarta Guerra Mondiale Ninja.

Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha.

Suo padre ed il padre di Sarada erano, senza ombra di dubbio, la minaccia più grave nei confronti suoi e della sua nuova famiglia. Contro di loro, Boruto non avrebbe avuto speranza di vittoria.

Con il Settimo Hokage lo aveva sperimentato di persona, quasi due anni prima. Il ricordo di quello scontro estenuante era rimasto impresso nella sua memoria con forza, ed ancora oggi provava una grande rabbia e frustrazione nel ricordare come fosse stato sconfitto da quell’uomo. In quell’occasione, Boruto aveva seriamente rischiato di non riuscire più a rivedere i suoi compagni. Aveva rischiato di restare prigioniero in un posto che considerava un inferno.

Sasuke Uchiha, invece, era un caso completamente diverso. La sua forza non si basava sulla quantità di chakra o su un Bijuu. La sua forza erano la mente, la tecnica ed i suoi occhi. Gli stessi occhi dell’Eremita delle Sei Vie.

Il Rinnegan e lo Sharingan.

Boruto non aveva mai avuto occasione di affrontarlo seriamente, per fortuna, ma era certo che quell’uomo sarebbe stato più che capace di sconfiggerlo. Il ragazzo sapeva troppo poco sul suo conto e sulle sue abilità, e questo era uno svantaggio enorme in battaglia. Lui e l’Hokage erano ancora un ostacolo insormontabile per Boruto, nonostante tutto il potere che aveva ottenuto.

Quindi era piuttosto ironico che adesso, in questa impensabile situazione, egli si fosse ritrovato proprio con loro due da giovani. Ed era ancora più ironico il fatto che lui stesso fosse il più forte del gruppo.

Sin da quando era piccolo, Boruto si era sempre chiesto come suo padre potesse essere così forte. Come aveva ottenuto il potere della Volpe a nove code? Che cosa diavolo era successo nella Guerra in cui aveva partecipato? Sapeva che insieme a Sasuke era riuscito a sconfiggere Madara Uchiha, il leggendario fondatore del clan maledetto, e Kaguya Otsutsuki, salvando il mondo dalla minaccia dello Tsukuyomi Infinito, ma il resto della storia era un mistero per lui, e coloro che conoscevano la realtà dei fatti del passato erano pochi.

Allo stato attuale però, né Naruto né Sasuke erano in grado di sconfiggerlo, di questo Boruto era certo. E questa cosa, nonostante lo riempisse di soddisfazione, era anche uno spiacevole svantaggio. Se Vrangr si fosse rivelato troppo forte per lui, allora le loro speranze di vittoria sarebbero state quasi nulle. Neanche il Quarto Hokage era al suo livello di potenza e velocità, ed a meno che fosse accaduto un miracolo, soltanto lui aveva la possibilità concreta di riuscire a sconfiggere il drago al momento.

“Ed il destino del mondo graverà su di te!” gli sussurrò una voce familiare in testa.

Boruto ricordava perfettamente quelle parole. Non avrebbe mai potuto dimenticarle. Erano le parole contenute nella prima parte della profezia di quel dannato Otsutsuki. La profezia che gli aveva rivelato anni fa appena prima di annunciargli lo scontro col drago, per poi scomparire nel nulla.

Boruto pensava di aver ormai compiuto quella parte della profezia, o quantomeno di aver capito e vissuto le esperienze celate nel suo significato. Ma mai come adesso aveva percepito un tale peso sulle sue spalle. Mai come adesso si era sentito così teso per il futuro. E mai prima d’ora, Boruto ne era certo, nessun altro a parte lui aveva vissuto con la consapevolezza di avere una tale responsabilità su di sé.

Le stelle in cielo continuavano a brillare di luce, e parevano fissarlo mentre il giovane restava assorto nei suoi pensieri. Era come se una qualche divinità o il Destino stesso si stesse prendendo gioco di lui, divertendosi a farlo soffrire sempre. Era come una maledizione. Una maledizione che gli impediva di raggiungere e godersi la sua felicità, pur avendocela davanti agli occhi.

Le parole di quella creatura gli tornarono in mente improvvisamente, come un monito carico di derisione.
 



“Sii consapevole di questo: sii consapevole del fatto che una volta che qualcuno ha sconfitto un Dio, egli cessa di essere una persona ordinaria. E che il Destino morde con forza e continua a percorrere sempre il suo cammino...”
 



Boruto strinse i denti.

“Non ho mai voluto questo!” urlò improvvisamente il biondo alle stelle con rabbia. “Non ho mai desiderato di salvare il mondo! L’unica cosa che ho sempre voluto è vivere e restare al fianco della mia famiglia! E allora perché proprio a me? Perché devo continuare sempre a soffrire? Perché non posso mai trovare la pace? PERCHÉ? CHE COSA DIAVOLO VUOI DA ME?”

La sua domanda disperata ricevette soltanto il silenzio della notte come risposta. Stringendo i denti con rabbia, Boruto maledisse mentalmente qualsiasi divinità potesse esistere in cielo o sulla terra, e maledisse anche il proprio destino che gli aveva negato sempre la felicità sin da quando era piccolo. Tuttavia si calmò subito. Se c’era una cosa che la sua famiglia gli aveva insegnato, era che piangere o lamentarsi del proprio destino era inutile. Se volevi cambiarlo, allora dovevi metterti in gioco e lottare con tutte le tue forze. E Boruto Uzumaki era più che mai determinato a farlo.

Anche se questo non rendeva affatto le cose più facili.

E poi, come se non fosse stato già abbastanza turbato da tutta questa situazione, il Destino lo aveva preso nuovamente in giro affidandogli quei compagni di viaggio, il che lo aveva infastidito non poco. I suoi pensieri balenarono improvvisamente verso i nove ninja assopiti a qualche centinaia di metri dietro di lui.

Alcuni di loro, più precisamente i genitori di Sasuke e quelli di Naruto, gli erano completamente indifferenti, poiché non sapeva quasi nulla sul loro conto, eccezion fatta per il Quarto Hokage. Ma il resto della banda era interamente composto da persone che il giovane riusciva a malapena a sopportare.

Il fastidio minore era Sakura Haruno.

La futura madre di Sarada non sembrava curarsi minimamente di Boruto, limitandosi a stare il più vicino possibile al suo amato Sasuke. Il che, a differenza di quello che la Sakura del futuro gli aveva fatto quando aveva dodici anni, era più che accettabile. Oltre che meno doloroso.

Poi c’era Hinata Hyuuga, la sua futura madre.

A Boruto non andava per niente a genio quella ragazza. Il motivo era il suo carattere timido ed impacciato, il quale si accentuava ogni volta che lei era vicina a Naruto. Diverse volte, spesso sorprendendosi lui stesso dei suoi pensieri, Boruto si era chiesto come potesse quella fragile ed insicura diciassettenne diventare la donna che lui conosceva e che tanto lo aveva fatto soffrire. La sua bontà e gentilezza erano le stesse che aveva sempre, ma nel vederla agire in questo modo anche da giovane, il ragazzo del futuro non riusciva a capacitarsi del perché sua madre si fosse comportata in quel modo così diverso nei suoi confronti in passato, per poi tornare ad essere la persona altruista e gentile di sempre. La cosa lo faceva infuriare immensamente ogni volta che la guardava. L’unico lato positivo era il fatto che lei non aveva tentato, perlomeno ancora, di parlare con lui per scoprire qualcosa sul suo conto.

La stessa cosa non si poteva dire per Naruto Uzumaki.

Quel biondino gli dava decisamente sui nervi. Boruto aveva notato lo sguardo con cui Naruto lo guardava ogni volta che posava gli occhi su di lui, e ciò che aveva visto non gli era piaciuto affatto. Quello era uno sguardo pieno di dolore e sconforto, uno sguardo che lo implorava di parlargli e di dargli delle risposte. Uno sguardo che il giovane conosceva bene. Ma Boruto si guardava bene dal donare risposte, soprattutto a quel ragazzo. Senza guardare agli avvenimenti che sarebbero successi tra loro due in futuro, al biondo col mantello la sola vista di Naruto infastidiva più di qualsiasi altra cosa. Senza contare poi il suo atteggiamento da idiota ed il suo modo brusco ed istintivo di agire su ogni cosa. Sapeva che quel ragazzo non era ancora suo padre, eppure il ricordo di quello che aveva passato per causa sua gli continuava a venire in mente ogni volta. Boruto poi non era abituato ad essere aperto con nessuno se non con i suoi familiari, ed anche se il Naruto del presente non avesse ancora fatto nulla contro di lui, al giovane non andava di certo di mettersi a raccontare la sua vita al suo futuro genitore. Ed il fatto che Naruto stesse cercando di avvicinarsi a lui non gli andava di certo a genio.

Il secondo, vero problema era Sasuke.

Il giovane Uchiha non rappresentava certo una minaccia per Boruto, né tantomeno si era mai messo a cercare di parlargli in qualche modo come Naruto. Tuttavia c’era un ma. Sasuke non si fidava di lui neanche un po’. Ora, mentre normalmente questo gli sarebbe andato assolutamente bene, c’era un piccolo problemino che sorgeva a causa di un altro membro del loro gruppo.

Sarada Uchiha.

La ragazza era, per Boruto, un completo mistero. Il fatto che non si fosse arresa mai durante tutti questi anni nel tentativo di riportarlo indietro era qualcosa che a Boruto infastidiva ed incuriosiva contemporaneamente. La sua determinazione era certamente ammirevole, ma lui sapeva che si basava su un’illusione. L’illusione che il vecchio Boruto che lei amava fosse ancora vivo dentro di lui. Il Nukenin non sapeva cosa fare con lei. In passato aveva sempre cercato di farle cambiare idea sul suo conto, in modo da permetterle di andare avanti con la sua vita, ma senza successo. Non la considerava di certo un’amica, ma l’affetto e la dedizione che lei provava nei suoi confronti erano evidenti. Come anche la forte determinazione che aveva nel difenderlo dalle accuse degli altri.

E questo era il vero problema.

Date l’incessante curiosità di Naruto ed il sospetto di Sasuke nei suoi confronti, Sarada aveva assunto un ruolo decisivo in quella situazione. La ragazza era l’unica che sapeva del suo passato, e quei due avrebbero potuto indurla a rivelare qualcosa sul suo conto. Sarada voleva, dopotutto, proteggerlo dai sospetti e dalle accuse che gli altri avevano su di lui, e nel tentativo di fare ciò non avrebbe esitato a parlare del passato che lui aveva vissuto. Naruto lo voleva sapere al solo scopo personale, mentre Sasuke avrebbe potuto scoprire qualcosa riguardo ai suoi poteri.

La cosa era, da entrambe le prospettive, inaccettabile! Boruto l’aveva già sorpresa a discutere con gli altri sul suo conto una volta, e doveva impedire che una cosa del genere potesse accadere di nuovo.

Perché se lei avesse rivelato loro la verità su di lui, molte cose sarebbero potute cambiare nel loro futuro.

Il giovane sentì un forte mal di testa cominciare a formarsi dopo tutti questi pensieri. Chiuse l’occhio sinistro e sospirò pesantemente. Non serviva a niente continuare a riflettere su queste cose. Doveva agire per impedire che potesse accadere qualcosa di spiacevole nei suoi confronti, ed in fretta. Al prossimo tentativo di Naruto e Sasuke di scoprire qualcosa su di lui, decise, avrebbe agito personalmente al riguardo, e al diavolo le conseguenze.

La sua mente tornò a posarsi ancora una volta sulla sua famiglia. Non poté fare a meno di chiedersi cosa stessero facendo quei due in quel momento. Erano forse preoccupati per la sua scomparsa? Erano ancora rimasti nell’Astro? Oppure lo stavano cercando in giro per il mondo? E Toneri cosa stava facendo? E come stavano tutti i suoi amici? Tutti gli altri membri della loro Organizzazione?

Troppe domande senza risposte.

Boruto decise di rimettersi a dormire, dato che il giorno dopo avrebbero dovuto continuare a procedere verso Ovest. Si distese di nuovo per terra, le braccia poggiate dietro la testa. I suoi ultimi pensieri si soffermarono ancora sui suoi amici. Su quelle due persone per le quali avrebbe dato anche la vita. La sua famiglia.

“Sora… Mikasa…”

Ma non ebbe il tempo di riaddormentarsi, perché le prime luci del sole dell’alba spuntarono all’improvviso dalle colline ad Est, investendogli la faccia coi suoi raggi caldi ed accecanti.

“È ufficiale,” pensò con un sospiro. “Qualcuno lassù mi odia decisamente.”

 

 



Note dell’autore!!!

Salve gente! Ecco a voi il nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. Il prossimo uscirà il 18 settembre. In questo capitolo sono state rivelate in parte alcune verità sul conto di Boruto, ma la sua vera storia sarà svelata a suo tempo e a suo modo.
Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti quelli che hanno commentato in questi giorni e quelli che anche solo con un messaggio privato mi hanno dato le loro opinioni. Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e quelli che commenteranno!
A presto! ;)

   
 
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