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Autore: BlazingStarR3D    17/09/2017    0 recensioni
Olimpus è una storia in Tie-in di Spider-Boy.
Sempre ambientata nello stesso universo ma è scritta da un mio amico.
La storia vedrà un giovane ragazzo di Bari: Roberto Rossi il quale diventerà piano piano un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bari, domenica 9 Ottobre 2016 Quella mattina tutta la città era eccitata: infatti sarebbe stata inaugurata, dopo anni di ritardi e lavori, la nuova fontana monumentale al centro del parco. Quindi la folla iniziò a radunarsi nel parco già dalle prime ore, compreso il nostro protagonista e i suoi amici. “Ho letto che un benefattore ha finanziato l’opera … ma chi è?”chiese Roberto. “Robert Janseen. Filantropo di New York e, cosa più importante, ha una figlia della nostra età stupenda! L’ho vista in TV”rispose Francesco. “Sshh! La cerimonia sta iniziando!”zittì la loro amica Flavia. In quel momento un uomo molto elegante sulla quarantina stava salendo sul palco e iniziò a parlare nel microfono di quanto fosse lusingato di essere a Bari in quella settimana ma qualcosa attirò lo sguardo di Roberto. Gli sembrò di vedere un passamontagna nella folla che subito dopo svanì e pensò che fosse solo un’allucinazione. Ma, durante lo scroscio di applausi, una donna poco più avanti dei 5 amici gridò “Aiuto! Mia figlia è scomparsa! Qualcuno mi aiuti!” Le amiche di Roberto, insieme a Francesco, si girarono verso di lui che mormorò un sommesso “Ok” e corse dietro una siepe. Una volta lì, tirò fuori dallo zainetto il suo costume (maglia a maniche lunghe e pantaloni lunghi bianchi) e l’elmo che aveva trovato nel loro rifugio e lo indossò: calzava alla perfezione ma non c’era il tempo per ammirarsi. Allora uscì allo scoperto e si alzò in volo sopra il parco per scorgere un eventuale movimento sospetto. Durante questa operazione, sentì lo sguardo della folla su di lui ed ebbe la certezza che anche le telecamere presenti lo stavano riprendendo. Si riscosse da questo pensiero quando vide un uomo, o più probabilmente vista la corporatura un ragazzo, correre con sulle spalle una bambina imbavagliata e semisvenuta. Scattò in avanti e pochi decimi di secondo più tardi era al centro di un piccolo avvallamento da lui creato davanti al sequestratore che, appena lo vide, mise la bambina per terra ed estrasse un coltello a serramanico. Roberto per nulla spaventato (si stava abituando facilmente ai suoi poteri) colpì con una scarica energetica al minimo il ginocchio dell’avversario che cadde di faccia a terra. Fece un passo in avanti e tolse il passamontagna: come aveva previsto era una ragazzo … ed era in lacrime! “Chi sei tu?”fece Roberto. “Ti prego non farmi del male! Mi hanno costretto!” “Chi ti ha costretto? Chi può essere così bastardo da rapire una bambina?!” “Io non posso dirtelo. Altrimenti la uccideranno” Roberto iniziò a premere la mano sulla ferita del suo interlocutore che, ovviamente, gridò dal dolore “Chi ucciderà chi? Dimmelo, ora!” “C’è una famiglia di criminali che domina ad insaputa di tutti la città. Mi hanno costretto a rapire bambine da vendere: il carico parte stasera. Ti prego aiutami! Hanno mia sorella!” “Dove e quando parte il carico?” “All’una, stanotte” “Grazie. Mi dispiace per aver usato la tortura. Con un po’di fortuna salverò tua sorella e le altre ragazzine” e se ne andò portando la bambina alla madre che non appena lo vide scoppiò a piangere e lo abbracciò ringraziandolo. Quando si staccò dalla donna, si trovò davanti ad un’orda di giornalisti e fotografi che volevano sapere tutto di lui, compresa l’identità. Lui disse solo “Sono Olimpus. E sono qui per fare del bene” fece l’occhiolino a Lucia che era sopraggiunta facendosi largo tra la folla e le disse “Tra poco al nostro posto” e schizzò in aria seguito da un fragoroso boom sonico. Pochi minuti dopo i suoi amici fecero irruzione nel loro capanno e lo trovarono in mutande al centro della stanza. “Aaah” strillò il ragazzo, cosa che fece arrossire Lucia (la sua fidanzata da qualche giorno) e scatenò le risate di Flavia e Chiara. Roberto si vestì in fretta e furia. Fu Francesco a rompere l’imbarazzo: “Amico, bell’uscita di scena!” “Grazie” e si scambiarono il cinque e si diedero il pugno. “Chi era il tizio che ha rapito la ragazzina?”chiese Chiara “Un ragazzo. Ma era ricattato e dietro a questo c’è una famiglia criminale. Hanno rapito più bambine … probabilmente le vogliono vendere come schiave” “Cazzo! E’ roba grossa questa! Ho sentito l’altro giorno la notizia di due gemelle scomparse in città. Che intendi fare Rob?”chiese Flavia “Stanotte andrò al porto per vedere e vedrò cosa posso fare.” “Siamo con te”disse Lucia e si avvicino al ragazzo che la prese a sé e la baciò. Era il primo bacio in pubblico! Tutti gli amici arrossirono e Lucia disse “Che avete da guardare?!” e scoppiarono tutti a ridere anche per allentare la tensione. “Buona fortuna per stanotte allora! A domani”disse Francesco “A domani a scuola” E ognuno tornò a casa propria, tranne Lucia che si trattenne un altro po’per raccomandarsi di fare attenzione. “Tranquilla”la rassicurò lui e si abbracciarono a lungo, prima di salutarsi. Più tardi a cena Roberto stava parlando con la famiglia quando saltò fuori l’argomento del nuovo eroe. “Speriamo righi dritto”disse il padre “A volte agli eroi la fama dà alla testa.” “Secondo me vuole fare del bene”intervenne la madre. “Anche secondo me”replicò la figlia. “Sì, può darsi”disse Roberto alzandosi da tavola “Stasera mi corico presto perché domani è lunedì e ricomincia la settimana” e andò a letto dove stette in silenzio per un paio d’ore, in attesa che tutti andassero a dormire. Una volta accertatosi di ciò, uscì dalla finestra della sua camera con indosso il costume e l’elmo dorato e spiccò il volo in direzione del porto. Procedeva a bassa velocità per non avvertire i criminali della sua presenza e durante il tragitto rimuginava su una cosa: “Devo dire alla mia famiglia dei miei poteri? O li farei preoccupare solamente?”. Si riscosse, poiché ormai il porto era sotto di lui di circa 200 metri, ed atterrò lentamente su un container. Qualche metro più in là sentì un richiamo: “Giovanni! Porta qui le ragazze presto! La nave è in anticipo”. Era uno di quelli che stava cercando! Il quel momento arrivo Giovanni spingendo un gruppo di una ventina di ragazze, a giudicare dall’aspetto dai 11 ai 17 anni: tutte minorenni! Fu in quel momento che Roberto decise di agire: prese Giovanni dalle spalle da dietro, lo sollevo di un paio di metri e lo lasciò cadere a terra privo di coscienza. L’altro chiamò “Tutto bene amico? Che era quel rumore?” prendendo la torcia e la pistola. Il fascio di luce colpì dapprima l’elmo dell’eroe e poi il resto del corpo. Il criminale sparò una raffica di colpi, molti dei quali lo colpirono al braccio, le ragazze iniziarono ad urlare. Sotto l’elmo il ragazzo fece una smorfia di dolore mentre il malvivente guardava stupito i fori dei proiettili che si richiudevano. “Cosa ca$$o sei?!” Il ragazzo replicò “Linguaggio” e gli diede un pugno che lo fece accasciare per terra. In quel momento stavano arrivando di corsa degli energumeni,attirati dagli spari, da una barca appena attraccata, e si fiondarono verso il ragazzo: 8 in tutto! Roberto gli abbattè tutti, chi con scariche energetiche, chi con i pugni, tranne uno che gli stava dando del filo da torcere; allora Roberto ricorse all’intangibilità: ordinò alla sua mano destra di diventare intangibile e sferrò un pugno verso il braccio sinistro del suo avversario. La mano del giovane usciva per metà e fu allora che Roberto ordinò alla mano di tornare tangibile. Muscoli e tendini furono recisi in un batter d’occhio e il colosso iniziò ad urlare e imprecare. “Corri dal tuo capo e digli che ora deve iniziare a temere” Quello obbedì. Roberto si pulì la mano insanguinata con la maglietta di uno degli uomini a terra e disse alle ragazze: “Tranquille. Non ho ucciso nessuno. Ora chiamate la polizia e tornate a casa vostra. Io devo ancora fare una cosa”e schizzò in aria seguendo il malvivente che nel frattempo aveva sequestrato una macchina e si dirigeva a velocità vertiginosa verso uno stabile ai confini della città. Il ragazzo, dopo aver visto tutto dall’alto, si ritenne soddisfatto e decise di tornare a casa, non prima però di essere passato sopra al porto, dove vide le luci lampeggianti della polizia e uomini ammanettati. Tornò a casa. Il mattino dopo arrivò in classe e non si parlava d’altro. I suoi amici lo salutarono e gli si avvicinarono. Francesco iniziò a parlare: “Penso sia inutile chiedere come è andata quindi … complimenti!” “Grazie ragazzi!”
   
 
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