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Autore: Debbie_93    17/09/2017    0 recensioni
Strinsi i denti e mi strappò quel lembo di pelle.
« Mh.. mi sembra che sia stato semplice. Ed ora Dean... dì le tue ultime preghiere. »
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abaddon, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era finita male, per me. Abbadon voleva farmi fare quello che le pareva e ci era riuscita. Il corpo della donna dai capelli rossi era crollato a terra e lei ovviamente mi aveva messo da parte. Osservai le miei mani, mentre lei prendeva il controllo lentamente. Percorreva ogni mio nervo, svuotava la mia mente riempiendola dei propri ricordi.
« Sai Dean.. sei come t'immaginavo. Ci divertiremo, credimi. »
Un demone, mentre mi squartava l'anima in due. La Queen B aveva preso ciò che voleva e ora mi stava portando in un viaggio senza ritorno. La sua voce era fastidiosa, mentre le mani percorrevano il crocifisso appeso al muro di quella chiesa. « E il tuo dio non potrà fare proprio nulla. »
Era stata tutta colpa mia, il brandello di pelle si trovava lì, ma lottare contro di lei era del tutto inutile.
Svanii in un secondo, ritrovandomi in un pub frequentato da ragazze e tanta tequila. -Dancing in the the dark- di Springsteen risuonava, mentre sorridevo sotto il suo controllo. Qualcosa mi diceva che voleva provare a farmi assaporare il cuore strappato da una di queste ragazze. S'intrometteva nei miei ricordi distorcendone il sapore amaro. Mi sentivo in catene, come all'inferno da cui avrei voluto scappare senza pensarci. Tenermi alla sua merché come la sua puttana.
« Prenderei un whiskey » il barista mi fissava con aria strana.
Il mio sguardo si orientava in tutto il locale. -Inutili che ti agiti Dean, ti ho finalmente in pugno e se non ti dispiace ora ti tappo quella bocca da uomo sacrificabile.-
Il buio lentamente mi avvolse di nuovo e la rossa, mi costrinse solo che a guardare.

 

***


« Diciamo che sono finito in questo locale solo per cercare ragazze come te. »
Ero arrivata al quinto drink della serata, mentre Bonnie: un nome così scontato, che le spogliarelliste dovevano invertarsi solo per ricalacare quell'ideale femminile eccitante. Capelli biondi, trucco non esagerato, un sorriso troppo perfetto e un corpo che al vecchio Dean avrebbe fatto rizzare anche qualcos'altro. Lei non parlava molto, al contrario si divertiva solo ad annuire, mentre parlavo delle mie faccende da uomo distrutto in cerca di un affetto temporaneo. Odiavo quel tipo di approccio, melodrammatico e noioso. La ricerca della felicità? Dean non cercava nulla di tutto questo, ma solo un corpo caldo in cui affogare e dimenticare il sangue che gli colava dalle mani. Un perfetto autolesionista, mentre supplicava in ginocchio di essere fatto fuori.
« Mi sono unito a questa congrega solo per starti accanto » la tipa frase fatta per fare più o meno colpo, ma il povero Dean non sapeva che cosa lo aspettava.
« Sai, pure io ho fatto parte di gruppi di preghiera. Mia mamma diceva che il diavolo può nascondersi dietro l'angolo. »
Gli umani così prevedibili e ipocriti. Mi venne quasi da sorridere, mentre pensavo a quella povera ragazza a cui avrei strappato il cuore dal petto. I bei vecchi tempi dell'inferno quando non c'erano altro che urla. Dean ovviamente se ne stava nel suo angolo a piagnucolare come un bambino, ma sapevo che avrebbe accettato prima o poi quella condizione.
Decisi di posare il bicchierino e ordinare un altro drink. « Il diavolo cammina sempre in mezzo a noi. Basta guardare negli occhi di chi si ha di fronte. »
Bonnie aggrottò la fronte, scuotendo leggermente il capo. Sembrava inquietata dalla mie parole, ma era la semplice verità. Lucifero avrebbe fatto ritorno oppure avrei preso il suo posto. Ovviamente dovevo togliere di mezzo Crowley, quel buon a nulla e tutti quei demoni degli incroci che non si prendevano con la forza le anime di questi patetici essere umani. Io e Dean era come fuoco e ghiaccio e questo mi solletticava la pelle, non come il sesso che lui stesso faceva con ogni donna che capitava sulla propria strada.
« Se dovessi incontrarlo gli cederei la mia anima » disse lei distratta, fissando il proprio bicchierino.
Eccole quelle parole magiche, quelle devano inizio a tutto il divertimento. Accennai ad un sorriso, osservando la ragazza che sembrava alla ricerca di qualcosa di diverso da solito. L'anima di Dean era fragile più di quanto pensanssi. Dormiva senza la consapevolezza di aver fatto solo che fallimenti. Continuava a mentire a se stesso, illudendosi di avere un'assoluzione.
« Potrei aiutarti, se è quello che vuoi. Ti posso portare da lui » la invitai.
Dean incatenato, senza difese mi faceva così tenerezza. Le fantasia oscene che scatenava su quella ragazza. I brividi sulla sua pelle, mentre il corpo si donava completamente a me.
Bonnie si alzò con un sorriso malizioso sulle labbra, avvicinò la sua mano si abbassò facendo mi capire che sarebbe stata disposta a vendere se stessa per avere la vita eterna o altre stronzate del genere. Socchiusi gli occhi a quel tocco sulla pelle del cacciatore. Le accarezzai i capelli e infine la baciai come avrebbe fatto lui, con avidità, violando la bocca di quella ragazza.
Tutto apparve più chiaro, Dean si nutriva di qualcosa di più: il sesso, il contatto, la perdita di controllo, il lasciarsi andare e infine rialzarsi di nuovo per un'altra battaglia.
Bonnie non perse tempo e mi portò in una delle stanze del locale, un probabile camerino. Quello che seguiava lo si poteva solo immaginare. Dean pensava di risolvere tutto con un pallottola, ma sbagliava. Il sapore della sua disperazione sulle su mani. Era ora di agire, mi annoiava tutti quei cerimoniali, il tocco delle sue unghie sul petto del cacciatore. Così scagliai la ragazza sul letto e le sussurrai all'orecchio. « Mi darai la tua anima e il tuo cuore, dolcezza. »

 

***


L'assassino che ero diventato. L'omicida dalle mani sporche di sangue. Il risveglio da un incubo che avrei voluto fosse solo un sogno. Buttavo solo un ennesimo grido d'aiuto per controllare me stesso. La perdita di tutto quello a cui tenevo. Scappare da me stesso.
« Vedi Dean, questo è quello che succede e penso che non ti sia dispiaciuto. »
Abaddon aveva cavato il cuore da quella ragazza fra le sue urla e il suono della mia risata. Lentamente si era dedicata a torturarla con una spada angelica, incidendole tagli profondi su tutto il corpo fino a darle il colpo di grazia.
L'animale che ero divenuto. Il killer che mi stava fissando dallo specchio, dal demone di me stesso che la stessa aveva fatto emergere. Nessuna fuga. Nessuna scelta.


 

   
 
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