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Autore: Nicolessa    17/09/2017    0 recensioni
Questa storia di fantasia (ripeto: di fantasia), seppur includendo dei dettagli reali, ripercorre gli episodi della (da me tanto adorata) ship O'Broden. Partendo dai provini per entrare a far parte del cast di Teen Wolf, scopriremo cosa sia passato per la testa di Holland e Dylan durante il loro rapporto.
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“ «Sai, saresti una Lydia perfetta per me» mi disse mentre andava via, dandomi il cambio per entrare in sala. «Cioè, per il mio Stiles» si corresse poi grattandosi la nuca (al tempo nuda e appena ispida). Adorabile.
Tre giorni dopo ebbi la conferma ufficiale: il ragazzetto che aveva recitato con J.Lo e quello dal collo di gomma avrebbero ricoperto rispettivamente i ruoli di Scott e Stiles.
L'inizio di un'era.”
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dylan O'Brien, Holland Roden, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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An O'Broden Story (6) Dylan(6) Omino verde





Dylan POV


Colton Haynes e Jackson Witthemore sono due entità diverse. La prima è una persona reale, concreta, con emozioni e paure come chiunque altro; la seconda è un personaggio creato dalla mente geniale di Jeff Davis che viene “portato in vita” da un attore.
Purtroppo però non tutti sanno cogliere la differenza e questo per un attore può essere estremamente frustrante: le azioni del personaggio che si interpreta vengono accollate alla tua persona e, volente o nolente, si finisce per sentirsene responsabili, anche quando si sa perfettamente che non è così che dovrebbe andare o che ci si dovrebbe sentire.
Ecco perché mi sono sempre ritenuto fortunato nell’interpretare Stiles. Tutto sommato, abbiamo molte cose in comune (al di là dell’aspetto, eheh) e questo mi ha aiutato parecchio nel dargli una personalità ben definita.
Per Colton non è mai stato così. Ma d’altronde la gente non può sapere che dopo il ciak della scena tra Lydia e Jackson ambientata per i corridoi del liceo di Beacon Hills, quella nella quale lui la accusa di aver rovinato tutto, se l’è stretta tra le braccia per quasi dieci minuti. Come potrebbe saperlo?
Fatto sta che, seppure Colton non avesse fatto altro che il suo lavoro, si sentì in qualche modo talmente in colpa da dover recuperare con Holland dei punti che era stato Jackson a perdere… con Lydia.
In sostanza, essere un attore è un casino. Ed è per questo che tra attori si crea una sorta di legame naturale, uno che si potrebbe riassumere con “anche io sono un attore, so quello che provi, ti capisco!”. E la comprensione reciproca è un grande mattone per il muro di una relazione sociale felice.



Ultimamente sto passando troppo tempo con Hoec ed ora sto cominciando a parlare come lui, lo so.
Come quella volta in cui, volendo mettermi al corrente del fatto che Colton e Holl fossero andati via dalla festa insieme, fece un giro di parole così pieno di fronzoli e di metafore che credevo si fosse lasciato andare tra le braccia dello spumante, saggiamente brillo. E invece no. Stava solo sperando che io cogliessi nelle sue perle da Nonna Salice il messaggio “Ehi, cretino, dovresti darti una mossa”.
Che illuso.
Alla fine dovette arrivare Colton, la sera dopo, a rendermelo palese.
«I tacchi hanno deciso di abbandonarla mentre andavamo a prenderci qualcosa da bere all’angolo bar; l’ha interpretato come un segno divino e così siamo andati via. Era disperata!» Raccontò a me e Super-Tayler. «Abbiamo raggiunto il McDrive, mangiato un McFlurry per risollevarle il morale e parlato un po’. Niente di eccezionale» spiegò con nonchalance prima di sciogliersi in un sorrisetto ed aggiungere: «È una ragazza dolcissima».
Queste furono le quattro parole che fecero alzare in piedi, infastidito, l’omino verde che neanche sapevo di avere nella testa.
Voglio dire, che diamine! Quelle scarpe le aveva messe per fare un dispetto a me e loro decidono di ribellarsi quando io non ci sono?! Andiamo! Non fraintendetemi: adoro Colton. È uno dei tanti fratelli acquisiti che la famiglia di Teen Wolf mi ha donato, ma avrei dovuto essere io quello a portarla lì - magari optando per qualcosa di più “consistente”, conoscendomi -, farla rallegrare con qualche squallida battuta e… e non lo so! Resta il fatto che sarebbe toccato a me!
E mentre la mia faccia cominciava a sformarsi in una smorfia poco chiara ma palesemente non entusiasta, Nonna Salice alzava le spesse sopracciglia. Neanche delle grandi insegne al neon avrebbero potuto esprimere un più esplicito “te l’avevo detto”.
Ha la bocca da decifrare e le sopracciglia eloquenti. Non si fa mancare nulla.
Cos’è che stavo dicendo?
Ah, sì, giusto! Le due entità diverse.
Il punto è che Colton ha voluto bene ad Holland sin dall’inizio e, al di là della trama che ha dovuto seguire per Jackson, non ha mai nemmeno pensato di ferirla o farla stare male. Era l’ultima cosa che avrebbe voluto per lei. Ed anche se poi è successo, si è sentito una merda per questo.
Ciò che c’è ora tra loro è speciale, sul serio. Un legame che è difficile da spiegare a parole ma che allo stesso tempo è facilmente mal interpretato dagli occhi esterni.
Non mentirò dicendo che sono stato contento nell’apprendere la notizia del loro fidanzamento, non sarebbe da me. Posso assicurarvi però che, una volta finita l’ufficiale relazione amorosa, tra loro è nato qualcosa di ancora più forte.
Entrambi ad oggi concordano che sia stato meglio così ed io mi accodo alla loro opinione.
«Ti ho fatto perdere anni preziosi, eh?» Scherzò una volta col sorriso sulle labbra ma uno strano senso di colpa negli occhi. La loro storia era terminata da circa un mesetto, allora. Per i media invece era ancora tutto un segreto. «Naah, figurati, amico!» Gli diedi una fraterna pacca sulla spalla. «È andata come doveva andare!» Tentai di farlo sentire meno uno schifo alzando le spalle. Gli anni avevano fatto cadere in un lungo coma l’omino della gelosia. Forse perché vederla felice aveva reso felice anche me, alla fin fine. «Saremmo rimasti solo amici, con o senza di te.»
«Non ne sarei così sicuro» mi contraddisse. «Holl è sveglia, la conosci. Una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto.» Per sdrammatizzare sparai un «Modestamente!» compiaciuto (ed ironico) e che lui lo smontò con una risata ed un «L’importante è crederci!» ma, com’è ovvio, non me la presi. Sapevo di non essere acuto tanto quanto la genietta biondo fragola che lavorava come attrice e che contemporaneamente frequentava il college.
«Sono serio, però. Ci sono stati momenti in cui le hai fatto da fidanzato più tu di quanto potessi farlo io. E se l’ho notato io, sono sicuro che l’abbia fatto anche lei.»
Non capii a cosa si stesse riferendo, sarò onesto. Mi ero sempre comportato da buon amico con lei, specialmente quando si mise assieme ad uno dei miei amici/fratelli di cast. Ma niente più di questo.
Colton mi lesse dentro e, chiaro come mai sarebbe stato Tyler Hoechlin in vita sua (gli voglio bene, lo giuro), mi spiegò cosa intendesse.
«Ricordi quando agli MTV Movie Awards le cadde la pochette per terra nel ben mezzo delle foto di gruppo?»
Sarebbe voluta sprofondare sotto terra mentre Crystal se la rideva di gusto, incapace di aiutarla lei stessa in quanto entrambe limitate da cortissime gonne che però facevano divinamente la loro figura. Lo ricordavo, sì, ma non come un episodio chiave, insomma.
Annuii e lo lasciai proseguire.
«Ti sei chinato a raccoglierla senza esitare un attimo. Non te n’è importato niente di uscire male nelle foto, l’hai fatto e basta. In perfetto stile Dylan-Disagiato-O’Brien ma l’hai fatto!» Mi lasciò mezzo minuto di silenzio per rifletterci su, sperando che cogliessi i mille messaggi subliminali che c’erano dietro il suo esempio, e poi riprese. «L’ho amata per tanto tempo senza capire cos’è che davvero volessi» si confidò. «Tu invece non hai mai dovuto capirlo perché l’hai sempre saputo. E in un modo o nell’altro l’hai sempre dimostrato. Sarei contento di saperla accanto a qualcuno che ci tiene così tanto a lei. Seppur irrimediabilmente disagiato.»

Fu l’unica volta che parlammo così apertamente di lei.
A quel tempo lasciai cadere il discorso abbassando la testa e sorridendo, incassando quel velato complimento con una confusa gratitudine.
Ovunque andassi e con chiunque parlassi, tutto e tutti mi spingevano verso di lei.

Ma sono sempre arrivato in ritardo.

  
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