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Autore: Saigo il SenzaVolto    18/09/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!

 

 

Guerriero


“Cosa diavolo sta succedendo?” era la domanda che riecheggiava nelle confuse e completamente perse teste di Naruto, Sarada e gli altri sette ninja.

La persona che aveva suscitato quella confusione e quello stupore in loro non era nessun altro che Boruto Uzumaki.

Il ragazzo del futuro infatti, per la prima volta da quando erano giunti in questo mondo, aveva improvvisamente deciso di mettersi a viaggiare insieme a loro mentre di solito preferiva starsene in disparte, adeguando il suo passo a quello del gruppo e restando vicino a Sarada per tutto il tempo.

Quest’ultima era rimasta più che felice di questa inaspettata novità, e non aveva perso tempo, cogliendo quest’occasione d’oro per tentare di parlare col suo amico d’infanzia e scambiare quattro chiacchiere con lui su qualsiasi cosa che le venisse in mente.

Boruto per la maggior parte del tempo si limitava a risponderle con cenni del capo o con pochissime parole, tentando sempre di ignorarla inutilmente. Tuttavia, vedere il suo sopracciglio sinistro contrarsi dal fastidio ogni dieci secondi era uno spettacolo nuovo ed esilarante per il resto del gruppo.

Naruto era anch’egli rimasto piacevolmente sorpreso dall’improvviso atteggiamento del suo futuro figlio. Questa era un’occasione perfetta per tentare di parlare di nuovo con lui! Non se la sarebbe lasciata sfuggire di certo.

“…e da quel giorno Inojin non ha più sfidato Chocho ad una gara di abbuffata di patatine! Dovevi vedere la sua faccia!” finì di dire Sarada con un sorriso divertito, mentre continuava a correre al suo fianco.

Boruto sentì che il suo sopracciglio sinistro aveva perso la sensibilità a furia di contrarsi. Da quando Sarada era capace di parlare così tanto? Non la ricordava affatto così loquace ai tempi dell’Accademia. Era da un’ora piena che quella ragazza continuava a parlargli ininterrottamente, ma lui aveva smesso di ascoltare circa tre quarti d’ora fa.

“Forse quest’idea di restare vicino a loro per impedirle di parlare di me alle mie spalle non è stata così saggia…” pensò con un sospiro mentale.

Ma la cosa che lo infastidiva non era soltanto l’ininterrotto discorso della giovane e il suo continuo tentativo di farlo parlare. Era anche quella particolare e maliziosa ondata di aggressività che aveva cominciato a percepire alle sue spalle con l’occhio destro da quando quella mattina lui e tutti gli altri si erano messi in viaggio. Ed il responsabile di quella suddetta onda era Sasuke.

Il giovane Uchiha sembrava non aver preso di buon grado l’improvviso cambiamento della situazione, a differenza del resto del gruppo, ed anche se non si era espresso esplicitamente al riguardo, continuava a lanciare sguardi freddi e sospettosi verso di lui, come se stesse cercando di capire a cosa mirava il Nukenin con quella sua mossa.

Anche se non voleva ammetterlo, quegli occhi lo spaventavano. Quei dannati occhi lo avevano messo in guardia in più di un’occasione in passato, e ritrovarseli continuamente puntati su di sé con una tale intensità lo innervosiva parecchio, nonostante il ragazzo sapesse che il Sasuke presente non fosse affatto il suo vecchio maestro.

L’unico sollievo era il fatto che Naruto non aveva ancora tentato di rivolgergli la parola-

“Ehi, Boruto!” disse improvvisamente il suddetto biondino con un sorriso, mentre continuavano ad avanzare. “Posso fare a te e a Sarada una domanda?”

Boruto sentì un improvviso bisogno irrefrenabile di sbattere la testa ripetutamente contro un albero. “Perché non imparo mai a stare zitto?” pensò con rabbia.

“Una domanda?” ripeté Sarada, curiosa.

“Me lo sono sempre chiesto da quando vi ho conosciuti, ma non ho mai trovato il momento giusto per chiederlo.” spiegò lui grattandosi la testa. “Potete dirci qualcosa sul futuro?” domandò loro con un ghigno.

Entrambi i giovani s‘irrigidirono appena udirono la domanda del biondo.

“Oh! Anche io mi sono sempre chiesta come potesse essere il futuro!” esclamò Sakura.

Kushina s’intromise subito nel discorso. “Ora che ci penso, la cosa incuriosisce anche me!”

I due ragazzi del futuro si scambiarono un’occhiata.

“Allora?” domandò ancora Naruto con una grande curiosità negli occhi. “Potete dirci qualcosa al riguardo?”

Boruto e Sarada esitarono per alcuni istanti. Cosa avrebbero dovuto fare? Rivelare informazioni sul futuro non era sicuramente una mossa saggia, poiché avrebbe potuto scombussolare completamente gli eventi nel loro mondo. Ed anche se la situazione nel loro tempo non era certamente la migliore immaginabile, nessuno dei due voleva che le cose cambiassero troppo.

Anche se, per la giovane Uchiha, una certa situazione familiare avrebbe certamente avuto bisogno di un cambiamento.

“No.” fu la risposta secca e decisa di Boruto. “Non possiamo rivelare informazioni sul futuro.”

Naruto non si accontentò. “Eeeeh? Ma perché?”

“Non sono affari che vi riguardano.” disse ancora il giovane col mantello senza emozione.

“Boruto! Non c’è bisogno di essere così scontrosi!” lo rimproverò Sarada.

“Boruto ha ragione,” s’intromise improvvisamente Minato. “Non è saggio rivelare qualcosa su eventi che devono ancora accadere. Potrebbe portare a cambiamenti irreversibili nel loro tempo. Meno sappiamo, meglio è.”

La spiegazione dell’Hokage mise a tacere tutti. Non ci avevano pensato, ma la situazione in cui si trovavano i due ragazzi era delicata. Non potevano forzarli a rivelare qualcosa che avrebbe potuto cambiare il loro futuro solo per un egoistico desiderio di sapere.

“È bello vedere che c’è qualcuno con un po’ di cervello in questo gruppo.” disse Boruto con un sorriso di derisione.

“Cosa diavolo intendi dire?” esclamò rabbiosamente Fugaku. Anche gli altri rimasero offesi dall’insulto rivolto verso di loro.

Il ragazzo lo guardò con sufficienza. “Esattamente quello che ho detto, Uchiha.” rispose freddamente. “Fino ad ora non avete fatto altro che pensare a soddisfare la vostra infantile curiosità sul futuro da cui proveniamo, senza pensare alle conseguenze delle vostre azioni. La cosa, a mio parere, è decisamente stupida.”

“Ci stai forse dando degli stupidi?” domandò Sasuke con tono minaccioso.

Boruto sorrise maliziosamente. “Niente affatto! Ma io sapevo che uno Shinobi deve riflettere prima di agire. Eppure nessuno di voi, tranne il Quarto Hokage, ha fatto ciò. Quindi mi scuserete se mi faccio un paio di domande sul vostro conto.” il suo tono era sarcastico e pieno di derisione e scherno.

Fugaku stava letteralmente fumando dalla rabbia. “Parli come se avessi il diritto di dire una cosa del genere!” sbottò velenosamente l’uomo. “Tu non sei uno Shinobi, sei solo un Nukenin! Un assassino ed un traditore! Quindi con che coraggio credi di poterci dire una cosa simile?”

Il ragazzo del futuro si fermò di botto, facendo arrestare la corsa anche a tutti gli altri. Con un passo deciso si portò poi davanti a Fugaku, guardandolo negli occhi con uno sguardo freddo e crudele. Nessuno ebbe il coraggio di aprire bocca.

“Stammi a sentire, Uchiha,” disse con un tono crudele il giovane. “Quel che tu pensi di me non m’interessa minimamente, e sei libero di credere quel che vuoi. Ma non osare più insultarmi in questo modo, altrimenti…”

Nessuno fu in grado di vedere il suo movimento. In un secondo, Boruto si era portato alle spalle di Fugaku misteriosamente, puntando la sua spada sul collo dell’uomo.

“…mi prenderò la tua vita con le mie stesse mani!” concluse Boruto con un sorriso malvagio.

Fugaku era rimasto sconvolto, così come tutti gli altri. Come diavolo faceva quel ragazzo ad essere così veloce? Non era possibile. Non aveva senso. Non era riuscito a vedere alcun movimento neanche con lo Sharingan. Come aveva fatto?

“Adesso basta, Boruto!” esclamò Sarada. “Non possiamo metterci a discutere e minacciarci tra di noi! Dovremmo agire come una squadra!”

Il giovane rinfoderò la sua arma dietro la schiena, ma non rispose. La ragazza si rivolse poi verso suo nonno.

“E voi, piantatela di dire queste cose su Boruto!” disse con un tono serio e deciso. “Lui non è un traditore o un assassino! Ve l’avevo già detto, quindi smettetela di insultarlo!”

“Posso anche difendermi da solo, Sarada.” sospirò esasperatamente il Nukenin.

“È stato lui ad insultarci per primi!” disse Mikoto, tentando di giustificare suo marito.

“Non mi interessa! Sembriamo bisticciare come dei bambini!” urlò ancora lei.

Boruto fece un passo avanti. “Per una volta, sono d’accordo con lei.” disse con un tono privo di emozione. “Non ho più intenzione di tollerare i vostri sospetti nei miei confronti. Anche se il mio atteggiamento può risultarvi fastidioso, non sono obbligato a cambiare solo perché non vi piace. Non mi sembra di aver mai causato problemi a nessuno, tranne quando ero stato insultato prima. Io non sono uno Shinobi come voi, quindi il modo in cui io decido di comportarmi non vi riguarda.”

Naruto strinse i pugni in un moto di frustrazione. Il giovane del futuro aveva ragione, e stava usando questo ragionamento per tentare ancora una volta di distaccarsi da loro. Non poteva permetterlo. Aveva troppe domande, aveva ancora più bisogno di sapere qualcosa. Doveva agire per impedire che Boruto tornasse ad isolarsi dal gruppo.

“Allora, cosa sei?” domandò il biondo lentamente.

 Il giovane col mantello lo guardò con un sopracciglio incurvato.

“Se non sei uno Shinobi e non sei neanche un traditore, allora cosa sei, Boruto?”

Tutti si voltarono verso di lui. Per la prima volta, Naruto aveva fatto una domanda azzeccata una volta tanto. Una domanda che, in cuor loro, ognuno si era posto nei confronti del ragazzo del futuro. E adesso ognuno di loro era particolarmente interessato a sentire la sua risposta. Cosa avrebbe risposto?

Boruto sorrise. “Se ci tenete proprio a saperlo, allora ve lo dirò.” rispose con un tono privo di emozione. Gli altri rimasero in attesa, tesi come se stessero per udire una rivelazione sconvolgente.

“Io,” dichiarò il giovane con un sorriso malizioso e puntandosi un dito sul petto. “Sono un Guerriero!”



“Un guerriero?” si chiesero Naruto, Sasuke e Minato.

“Cosa vorrebbe dire?” gli chiese Fugaku, le sue sopracciglia aggrottate. Un guerriero? Che scherzo era questo? Non voleva dir niente. Ogni ninja era un guerriero. Le parole di quel moccioso sembravano soltanto un mucchio di fandonie alle sue orecchie.

“Significa,” riprese Boruto, il suo sorriso sempre presente. “Che io non credo nella vostra fantomatica e venerata Volontà di Fuoco. Significa che io non credo nei vostri fasulli ideali di sacrificio per il bene di Konoha. Significa che io non credo nella ricerca del benessere per quante più persone possibili. Per me tutte queste cose sono soltanto un patetico tentativo di giustificare le stragi e le morti di cui ogni Villaggio è responsabile. Dei falsi adornamenti della crudele realtà che il Villaggio inculca nelle menti dei suoi Shinobi allo scopo di apparire nel giusto ai loro occhi.”

Gli altri ascoltavano attentamente e con stupore le parole del ragazzo. Il suo tono era sempre freddo e distaccato, ma la certezza delle sue parole era evidente per chiunque.

“L’unica cosa in cui credo,” continuò il biondo, guardando il cielo. “È che il nostro mondo, anzi, che tutti i mondi che esistono sono crudeli e spietati. Ma credo anche che siano bellissimi e generosi. La vita da e toglie a chiunque, a chi più e a chi meno, indistintamente. La realtà in cui ci troviamo è ambivalente, ed ogni uomo, dal momento della nascita, è libero. Ed ognuno diviene artefice del suo destino, lottando per raggiungere i suoi obiettivi.”

“E tu per cosa lotti?” lo incalzò Sasuke, dubbioso. Nei recessi della sua mente, il ragazzo corvino ignorò il pensiero che il ragionamento di quel tipo avesse molto più credito di quel che pensava.

Boruto riprese a fissarli uno ad uno, il suo occhio gelido.“Io non combatto per nessun Villaggio, né tantomeno lotto solo per me stesso.”

Naruto era completamente confuso. Se non lottava per un Villaggio e nemmeno per se stesso, allora per che cosa combatteva il suo futuro figlio? Le sue parole erano contraddittorie.

“E allora per cosa combatti?” domandò ancora Sakura.

Il ragazzo li guardò con indifferenza. “A differenza di quel che potreste pensare, anche io ho dei valori in cui credo e per cui darei la vita. Anche io ho dei valori che mi hanno portato ad essere la persona che sono oggi. È grazie a quei valori che oggi continuo a lottare e ad andare avanti.”

“Q-Quali valori?” chiese debolmente Hinata, le mani unite nervosamente davanti al petto.

Lo sguardo di Boruto divenne ancora più freddo, il suo occhio pieno di determinazione.

“Il più importante valore per me,” dichiarò con decisione. “È la famiglia!”

Per diversi secondi, il mondo sembrò fermarsi per tutti i presenti.

Tutti i nove ninja rimasero allibiti dalla rivelazione. Nessuno riusciva a credere a quelle parole. Minato e Kushina rimasero a bocca aperta, entrambi sconvolti dalla fermezza con cui Boruto aveva pronunciato quella parola.

Fugaku e Mikoto erano rimasti similmente basiti dalla rivelazione. Sakura fu immensamente colpita dalla sua determinazione, chiedendosi cosa diavolo avesse vissuto quel tipo per riuscire a renderlo così deciso.

Persino Sasuke era rimasto scioccato. Anche lui in passato aveva agito in nome di quello stesso ideale. Anche lui in passato aveva deciso di sfidare ed andare contro al mondo ninja per vendicare la sua famiglia ed il suo clan. Possibile che lui e Boruto fossero più simili di quel che pensasse?

Nessuno, però, era rimasto più stupito di quanto lo fossero Naruto ed Hinata. I due giovani erano stati completamente pietrificati e sconvolti da quella parola.

Famiglia? Com’era possibile? Appena lo avevano conosciuto, Boruto aveva pubblicamente ed apertamente rinnegato sia Naruto che Hinata, i quali erano senza ombra di dubbio i suoi futuri genitori. Erano la sua famiglia. La cosa non aveva alcun senso. Come poteva Boruto lottare per la sua famiglia, quando l’aveva rinnegata davanti ai loro stessi occhi?

Sarada, intanto, aveva la testa rivolta a terra, i pugni serrati con tanta forza che le nocche erano diventate completamente bianche.

“C-Che cosa vuoi dire?” domandò Naruto, completamente perso e sconvolto.

Boruto posò il suo sguardo su di lui. “Anche io ho una famiglia,” rispose il ragazzo con un sorriso. “Anche se non è quella che voi potreste pensare. Ed è per quella famiglia che combatto ogni giorno.”

Fu quella la goccia che fece traboccare il vaso.

“NO!”

Tutti quanti, Boruto compreso, si voltarono di scatto all’udire quell’esclamazione inaspettata. Sarada aveva alzato la testa, e guardava intensamente col suo Sharingan attivato l’occhio del Nukenin con forza e determinazione.

“Loro non sono la tua famiglia!” disse ancora lei con decisione, facendo un passo in avanti. “La tua vera famiglia è quella che hai lasciato indietro cinque anni fa! Quelle stesse persone che hai rinnegato, e che ancora oggi, nonostante tutto, stanno tentando in tutti i modi di riportarti a casa!”

Naruto e gli altri rimasero in silenzio, incapaci di comprendere la situazione.

Boruto guardò Sarada con freddezza. “La famiglia non si basa soltanto sul legame di sangue!” disse con forza. “La vera famiglia sono quelle persone che ti amano, che ti sostengono e che ti accompagnano nelle difficoltà e nei momenti belli della vita! Sono quelle persone che non ti abbandonano mai, per nessun motivo al mondo!”

La ragazza digrignò i denti. “Perché sei così ostinato?” esclamò con un tono frustrato. “Non puoi decidere chi sia la tua famiglia a tuo piacere! Non funziona in questo modo!”

“Sei tu quella ostinata.” replicò distaccatamente il biondo. “Quelle tre persone mi hanno abbandonato, e lo sai bene anche tu! Una famiglia non avrebbe mai abbandonato un proprio membro, a prescindere dalla motivazione!”

“So bene che hanno sbagliato nei tuoi confronti,” riprese a dire lei dopo un secondo di esitazione. “Ma loro si sono pentiti da molto tempo! E stanno tentando in ogni modo di riportarti a casa per proteggerti e farsi perdonare per le loro azioni!”

Boruto rise di gusto alle sue parole. “E questo dovrebbe bastarmi?” domandò con disprezzo. “Questo dovrebbe aiutarmi a farmi dimenticare il dolore che mi hanno causato? Questo dovrebbe riuscire a farmi perdonare i loro errori?”

Sarada sentì i suoi occhi cominciare a riempirsi di lacrime. Aprì la bocca per parlare, ma lui la batté sul tempo.

“Il loro rimorso non cancellerà il mio dolore Sarada!” disse il giovane con un tono tagliente e pieno d’odio. “Il loro pentimento non mi farà riavere di nuovo la mia infanzia! Quello che mi hanno fatto è qualcosa di talmente crudele e spietato che il ricordo del passato mi tormenterà per sempre, e per questo non li perdonerò mai! MAI!”

“Ma loro ti vogliono bene!” urlò la ragazza, disperata. “Ti prego, Boruto! Concedigli una possibilità! Permettigli di mostrarti quanto sono pentiti! Se solo tu avessi visto quanto hanno sofferto quando sei andato via, non avresti dubbi al riguardo!”

L’occhio sinistro di Boruto si ridusse ad una fessura. “Se mi avessero davvero voluto bene, non mi avrebbero mai abbandonato. Quello che loro provano nei miei confronti non è amore. Quello che loro provano nei miei confronti è rimorso! L’unico motivo per cui mi rivogliono indietro è per riuscire ad alleviare il dolore che loro stessi si sono causati con le loro azioni! Non ho intenzione di ritornare indietro per dare loro questa soddisfazione!”

Sarada ringhiò furiosamente, incapace di accettare l’ottusità del suo vecchio amico. Tutti gli altri erano rimasti sempre in silenzio, incapaci di proferire parola ed intenti ad ascoltare la discussione dei due giovani.

Mentre ascoltavano gli scambi di battuta tra quei due, Naruto ed Hinata sentirono una strana e confusa sensazione formarsi dentro di loro. Una sensazione che non riuscirono a distinguere subito, ma che non piacque loro per niente.

“Il vero amore è quello che quei due mi hanno mostrato,” riprese a dire il ragazzo con un tono più pacato. “Loro sono l’unico motivo per cui sono ancora vivo oggi. Quei due mi hanno accettato per quello che ero realmente, ed insieme abbiamo affrontato ogni situazione, prendendoci cura l’uno dell’altro. Questa è una famiglia, Sarada. Questo è il posto in cui voglio stare. E se quello che dici è vero, se quelle tre persone mi vogliono davvero bene, allora dovrebbero accettare il fatto che io voglia rimanere con quei due. Dovrebbero capire che non voglio più avere a che fare con loro, e farsene una ragione.”

Sarada scosse la testa lentamente. “È proprio perché ti amano così tanto che non possono accettarlo. Non possono vivere senza di te, Boruto! Tu sei troppo importante per loro!”

Il ninja traditore sbuffò di derisione col naso. “Se lo fossi davvero stato, non mi avrebbero mai abbandonato, non mi avrebbero mai trattato in quel modo!”

Fu in quel momento che Naruto s’intromise.

“Di che cosa state parlando?” domandò improvvisamente, la sua testa rivolta verso il basso e la sua voce priva di emozione. Boruto e Sarada si voltarono verso di lui.

“La cosa non ti riguarda.” rispose Boruto.

Naruto strinse i denti. “Non credo proprio!” sibilò sommessamente. “Chi sono queste tre persone? Chi sono questi tre che ti hanno abbandonato, Boruto?”

“Non sono affari tuoi.” fu la replica secca del biondo.

“Boruto, io credo che sia il caso di dirgli la-” cominciò a dire Sarada, ma le sue parole furono interrotte da un improvviso sibilo elettrico. Una scia sottile di fulmini bluastra le sfrecciò affianco alla testa ad un’enorme velocità prima che lei potesse concludere la frase. La ragazza sgranò gli occhi.

Boruto la stava fissando col suo occhio gelido, la mano destra alzata in avanti e puntata verso di lei, ancora circondata dal bagliore bluastro dell’attacco di prima.
“La faccenda non riguarda nessuno di loro!” disse ancora il ragazzo del futuro con un tono freddo. “Loro non hanno il diritto di conoscere il mio passato, né tu hai quello di poterlo rivelare a nessuno. Se lo farai, io ti ucciderò. Sono stato chiaro?

Sarada sentì le lacrime scendere copiosamente sulle sue guance.

“Dannazione!” imprecò mentalmente Boruto. “Mi sono lasciato prendere troppo dalla rabbia, e nella discussione con Sarada ho lasciato trapelare altre cose sul mio passato! Sono stato uno sciocco!”

Poi si voltò verso il resto del gruppo. “La cosa vale anche per voi!” disse con fermezza. “Non provate più a chiedere a Sarada qualcosa su di me! Qualsiasi cosa! Non ho intenzione di rivelare altre informazioni sul mio conto. Se baderete ai fatti vostri e non ficcherete il naso in questa faccenda, allora vi assicuro che non ci saranno problemi. Ma se proverete ancora a chiedere qualcosa, a lei o a me, allora non esiterò ad intervenire. E nessuno di voi, neanche il Quarto Hokage, sarà in grado di salvarvi dalla mia ira! Questo è il mio ultimo avvertimento!”

Detto questo, Boruto si voltò e riprese a correre verso Nord, senza neanche degnarsi di aspettare una loro risposta. Nessuno si mosse. Nessuno era capace di reagire. Tutti erano rimasti sconvolti dalle parole e dalla ferocia di Boruto nel tentare di celare il suo passato.

Dopo alcuni secondi di silenzio totale, Sarada scoppiò a piangere. Mikoto le andò subito incontro nel tentativo vano di consolarla, ma le sue parole non raggiunsero il cuore e la mente affranti della ragazza. Il suono dei suoi singhiozzi riecheggiò nell’aria per diversi minuti.

Naruto, mentre osservava la giovane Uchiha piangere, sentì ancora quella strana sensazione di prima tornare a formarsi dentro di lui, questa volta, però, ancora più forte rispetto a poco fa. E stavolta, la riconobbe subito.

Paura.

Naruto rimase scioccato dalla rivelazione. Lui aveva paura. Perché? Non aveva senso. Che cosa gli aveva fatto nascere un simile terrore nel suo cuore? Perché così all’improvviso provava una simile sensazione? Poi, di colpo, lo capì. Naruto aveva paura. Di cosa?

Di un presentimento. Di un’intuizione. Di un semplice pensiero.

Era terrorizzato dalla possibilità che una di quelle tre persone che avevano ferito Boruto potesse essere lui.

Ed improvvisamente, una voce bestiale gli riecheggiò nella mente senza preavviso.

'Sei davvero patetico, moccioso.'

 



ATTENZIONE!!!

Salve gente! Oggi devo fare un annuncio!

Da domani la persona che si cela dietro l’account di Saigo il SenzaVolto ricomincerà le attività universitarie. Questo significa che i capitoli già pronti potrebbero uscire con un’alternanza diversa ancora una volta.
Io vi prometto che ce la metterò tutta per farli uscire quanto prima, anche se non posso dirvi con esattezza il periodo di tempo che potrebbe passare tra un capitolo e un altro. Potrebbe essere un paio di giorni, o settimane o ancora oltre. Non so dirlo con esattezza.

Cercherò comunque di fornirvi un lasso di tempo preciso tra la pubblicazione di un capitolo e l’altro scritto nelle note dell’autore, quindi vi chiedo di leggerle ad ogni capitolo!

Tuttavia, ripeto e ribadisco che la storia continuerà assolutamente. Anche se sarò costretto a pubblicare alle tre di notte, lo farò di certo! I capitoli sono già pronti, vanno solo riletti e corretti. Quindi non abbiate dubbi al riguardo.

 Non so dirvi quando uscirà il prossimo capitolo, ma lo pubblicherò quanto prima potrò! Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno!

   
 
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