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Autore: Teenager_Imagination    18/09/2017    0 recensioni
[Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di Fanwriter.it!]
Tracce:
20 > “Quello che tu credi sia un difetto, per me non è altro che una parte di te.” [ Shiro x Matt ]
5 > A si risveglia e il suo corpo non è più lo stesso. BONUS Protesi multiple. [Lance ]
6 > B deve far accettare ad A che la sua vita non è perduta anche se non è più del tutto… umano. BONUS seguito del prompt 5. [ Lance x Keith ]
32 > B in un incidente perde parte x, rimpiazzata poi da protesi/impianto cibernetico. A, che convive già da anni con questa situazione, aiuta B a superare il momento critico.
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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•Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di fanwriter.it!
•Numero parole: 1.540
•Prompt/Traccia: 20. “Quello che tu credi sia un difetto, per me non è altro che una parte di te.”







  Nell'oscurità che regnava in quella stanza, in un angolo semi illuminato dalla luce del corridoio, Shiro, uno dei pochi al castello nuovamente sveglio a causa degli incubi, osservava con attenzione il proprio braccio, quel braccio che aveva perso a causa delle numerose lotte fatte per il divertimento della flotta Galra.
Non si pentiva di aver affrontato i peggiori guerrieri di quel popolo, lo aveva fatto per prendere il posto di Matt, per salvare un amico ed anche per sopravvivere, ben sapendo il rischio che correva.
Poteva morire già dal primo scontro, se non fosse stato per il suo duro allenamento alla Garrison e gli anni in cui aveva praticato auto-difesa. Non era servito a molto...nonostante fosse uscito vincitore dallo scontro non si sentiva affatto vittorioso, aveva perso una parte di sé, e in quei pochi minuti in cui i suoi carcerieri lo avevano portato verso l’infermeria aveva nuovamente temuto per la sua vita...non sapeva cosa gli sarebbe successo, se sarebbe sopravvissuto . Temeva che ora, privo di quell’arto, lo avrebbero ucciso, o avrebbero costretto Matt o un altro dei prigionieri che erano con lui a prendere il suo posto, e Shiro non voleva questo, perché se lo sentiva che se fosse andata un’altra persona al suo posto, quella non sarebbe tornata; aveva sperimentato sulla sua stessa pelle la brutalità di quei guerrieri Alieni, e non voleva che quelle persone con cui condivideva la piccola cella potessero subire a loro volta la stessa cosa.
Aveva faticato ad abituarsi alla vista della protesi che ora era diventato il suo braccio, non riusciva ancora a credere che gliel’avevano messa; certo, era diventato più forte, aveva vinto gli scontri molto più facilmente, sopratutto quando aveva scoperto che oltre ad essere una protesi era anche un arma che poteva usare a suo vantaggio nei combattimenti, ma allo stesso tempo non si sentiva comunque più se stesso, era diverso.
Anche a distanza di tempo quando si guardava allo specchio ancora non riusciva ad abituarsi del tutto alla vista della protesi, era così strana, diversa, aliena.
Seduto contro la spalliera del letto, Shiro era immerso nel buio della sua stanza, ad osservarsi quella mano, non più sua, non più fatta di carne, muscoli e ossa, ma robotica, piena di cavi e in ferro, che ancora cercava di capire come funzionasse e di farsela andare bene; anche perché ormai, gli faceva ancora strano, in un certo senso si era abituato a quel mezzo braccio robotico.
Ed è proprio mentre sospirava rassegnato all’ennesimo sguardo sulla protesi, che dalla porta socchiusa della sua stanza, Shiro notó l’ombra di una persona ritornata da poco nella sua vita che a passo silenzioso, nel buio della camera, gli si avvicinó sorridente ma allo stesso tempo comprensivo, ben capendo anche solo dallo sguardo cos’avesse il maggiore.
-Shiro, perché sei sveglio?- gli chiese sedendosi ai piedi del letto.
-Ho avuto un incubo - gli sorrise Shiro, sollevando di poco le spalle -Sai li ho spesso, fin da quando mi hanno ritrovato, ho continuamente incubi su quel periodo.
-Mi dispiace, se vuoi parlarne io sono qua - gli sorrise il ragazzo, posandogli una mano sulla gamba più vicina a sé.
-E solo che.. non so. - sospirava il grande -Anche dopo tutto questo tempo, ancora faccio difficoltà ad abituarmi a questo - gli sorrise tristemente Shiro, alzando il braccio per metterlo in mostra -Mi sento così diverso, come se non fossi più io, mi sento difettoso, non più.. “umano”.
A quella parole il giovane ragazzo ai piedi del letto gli sorride comprensivo, avvicinandosi di più al grande, prendendogli la mano robotica.
-Sai Shiro… non credo di averti mai ringraziato come si deve per ciò che hai fatto per me quando eravamo la - gli sorrise, accarezzandogli il dorso della mano e portandosela in grembo -Tu mi hai salvato da una morte certa prendendo il mio posto, e hai salvato tante altre creature offrendoti volontario. Forse dovresti cominciare a vedere questa cosa, come una sorta di dono? O come un potenziamento di te. Hai perso una pezzo di te certo, ma in cambio ne hai ricevuta in regalo una migliore e con quella hai difeso tantissime persone e ora salvi l’universo.-
Shiro che aveva tenuto lo sguardo basso per tutto il tempo sulle loro mani unite, gli sorrise ancora tristemente, ancora non del tutto convinto di ciò che aveva sentito, sentendo che quel braccio invece che un dono fosse come un enorme difetto; Matt comprendendo quello sguardo, gli si avvicinó ancora di più, spostandogli con dolcezza quel ciuffo ormai cresciuto dalla fronte ed accarezzandogli con estrema dolcezza il viso, sporgendosi allo stesso tempo verso di lui fino a far toccare le loro fronti.
-Vedila così.. - gli sussurró ad occhi chiusi - ciò che tu credi sia un difetto, per me non è altro che una parte di te. - gli sorrise, aprendo gli occhi cercando lo sguardo del compagno -So che per te, anche se ormai è passato tanto tempo, sia difficile scendere a patti con questa - gli accarezzo il punto tra la pelle del grande e l’inizio della protesi, facendo rabbrividire leggermente entrambi per la diversa temperatura tra carne e metallo -Ma è grazie a questa che sei riuscito a vincere con più facilità gli scontri e ora grazie a questa salvi l’universo... forse in futuro farai altre cose straordinarie, ma ai miei occhi questo braccio robotico non ha nulla di male perché è una parte di te, dell’uomo che sei ora e di quello che era con me in quella cella nella navicella Galra, e anche del ragazzino che ho conosciuto alla Garrison, non c'è nulla di diverso - gli sorrise, accarezzandogli nuovamente il volto -Forse sei leggermente più maturo, serio e hai anche qualche capello bianco o grigio - ridacchia cercando di farlo ridere -Ma sei la stessa persona di prima ai miei occhi.-
Shiro gli sorrise, con gli occhi lucidi senza distogliere lo sguardo dal viso, ormai anche esso segnato dal tempo e dalle lotte, del suo ex compagno di missione, sussurrandogli senza voce un piccolo grazie e stringendogli a sua volta la mano, notando solo in quel momento quanto gli servissero quelle parole, di come quelle poche cose che si era sentito dire da lui fossero riuscite a sollevarlo e farlo sentire non poi così tanto diverso.
Ancora con le fronti unite e con il pollice di Matt che gli accarezzava la guancia, Shiro inizió a respirare con più tranquillità, si sentiva più sereno, come se da quel piccolo incontro nella notte, si fosse tolto un peso dal cuore.
-Ora che dici, torni a dormire? - gli sussurró nuovamente il giovane, scostandosi per aggiustarsi gli occhiali sul naso. 
-Sì.. certo - gli sorrise a sua volta Shiro, intenerito come sempre da quel piccolo e semplice movimento che faceva sempre l’altro, ma che lo rendeva adorabile ai suoi occhi -Vai anche tu?
-Sí, abbiamo tutti bisogno di dormire ed essere riposati- gli sorrise allontanandosi da lui ed alzandosi lentamente dal letto, senza però lasciargli ancora la mano, assaporandosi ancora per pochi secondi, la differenza di temperatura, tra la sua mano calda e quella metallica e fredda dell’ex compagno, lasciandogliela dopo delicatamente.
-Non scordarti mai ciò che ho detto, perché sono sincero e so che quando sarai giù o ti sentirai di nuovo un “difetto”, le mie parole ti risolleveranno l’umore; e poi ad essere sinceri, ho sempre amato gli uomini con la presa ferrea- gli ammicca giocoso ridendo- detto questo.. Buona Notte Shiro. - si chinó nuovamente verso il grande, posandogli un bacetto casto e rapido sulla guancia, prima di allontanarsi verso la porta svelto, senza sentire la risposta del grande, ma voltandosi a sorridergli leggermente triste dalla porta e sussurrandogli qualcosa.
Shiro era rimasto imbambolato da quel piccolo bacio, si toccó la guancia sorridente sussurrandogli a sua volta la buona notte.
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Di colpo Shiro si risvegliò, non accorgendosi di essersi addormentato, si rimise seduto con le spalle contro il supporto del letto, guardandosi la mano nuovamente con insistenza, ma con un dolce, ma allo stesso tempo triste sorriso, portandosi istintivamente la mano, dove poco prima aveva sentito le labbra di Matt posarsi sulla sua guancia, non accorgendosi di come improvvisamente la stanza fosse più buia, rispetto a prima quando c’era l’altro, e di quanto le sue guance fossero umide; rendendosi conto solo a quel punto, guardandosi intorno cos’era realmente successo e cosa gli aveva sussurrato prima di andarsene il ragazzo.



“Spero riusciremo a rivederci molto presto” 



A testa bassa e coi denti che stringevano con forza il labbro inferiore, Shiro cercò di trattenere le lacrime, non volendo lasciarsi sopraffare dalla tristezza.
Era stato tutto un sogno.
Quell’incontro non era mai avvenuto, era stato tutto frutto della sua immaginazione.
Matt non era lì con lui, e di conseguenza quel loro incontro notturno era frutto della sua mente...e per quando la cosa gli mettesse tristezza, allo stesso tempo Shiro non riusciva a non scordarsi di quella sensazione di pace che aveva provato alle parole del ragazzo, ritrovandosi anche se con le lacrime che gli bagnavano le guance a sorridere al ricordo dell’amico, promettendosi di credere a quelle parole e di cominciare a non vedersi come un difetto per colpa di quella protesi Galra, perché anche con quella era pur sempre un essere umano, ma sopratutto promettendosi di ritrovare Matt Holt.
 








Note dell’Autore:
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino in fondo questa storia, spero che la storia vi sia piaciuta ~
Grazie a chi a proposto il contest (fanwriter.it) e..
Un enorme grazie alla mia beta (HappyMealsQueen) che ha letto tutto davanti a me (muhahhaah le reaction in Live sono al cosa più bella del mondo) e mi ha supportata durante le crisi e lo sclero iniziale ( e anche sulle mie mille insicurezze cof cof ).
A presto~ 


P.s. Ho intenzione di raggruppare questa storia con altre tre (penso…per ora) che scriverò in seguito qui, in una raccolta sullo stesso tema.
  
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