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Autore: clarisss95    19/09/2017    2 recensioni
Missing moments sui malec della serie tv.
Il rating è verde, ma può variare nel corso dei capitoli.
1) 2x15 - Dormi insieme a me.
2) 2x20 - Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood.
3) 1x13 - Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono.
4) 2x05 - Dolore.
5) 2x12 - Cosa accadde a Tokyo.
6) 2x07 - Occhi di gatto.
7) 2x06 - Il primo appuntamento.
8) 2x10 - Il filo rosso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SENTIMENTI CHE VANNO, SENTIMENTI CHE VENGONO.



Questo capitolo è ambientato nella puntata 1x13, dopo che Alec
vede Magnus e Camille baciarsi.













Inutile dire che quando aveva visto quella ragazza avvinghiata al suo - poteva usare quel termine? - uomo - e, anche questa, era una parola da definire, gli aveva fatto male. Era una visione che non avrebbe mai potuto sostenere nessuno: un'ex indimenticabile nella vita dello stregone, e lui.....l'aveva baciato. Alec non sapeva come prendere questa cosa. Era un novellino, alle prese con la prima esperienza amorosa - e desiderava, anzi, ci sperava - che il Sommo Stregone di Brooklyn potesse essere anche l'ultimo. Ma quella moretta aveva detto una cosa giusta....lui era immortale. Era la verità, Magnus era immortale e avrebbe vissuto per sempre, e Alec sarebbe stato uno dei tanti nella lista dei suoi ex. Ma Camille, invece, sarebbe rimasta. Perché anche lei era immortale, una vampira. Ed era anche piuttosto bella, non che ad Alec importasse della bellezza femminile, ma Camille...Camille non era come Isabelle, no. Aveva una bellezza particolare. Era per questo che era riuscita a legare a sé Magnus?
Alec non riusciva a toglierselo dalla mente. E anche se continuava a prestare attenzione a Valentine e alla ricerca del Libro Grigio, lui...non riusciva a guardare Magnus negli occhi. 
Lo Stregone se n'era accorto, dato che il ragazzo più alto l'aveva visto avvicinarsi e toccargli la spalla: - Alexander...è da quando siamo usciti dal mio loft che non mi rivolgi la parola. Mi devo preoccupare? - gli domandò. 
Alec abbassò lo sguardo, fingendo di prestare attenzione ad un libro, ma Magnus prontamente gli e lo alzò con un dito, in modo tale che si guardassero negli occhi. Verde contro nero, petrolio contro il prato. Io non ti starò accanto per tutta la vita, Magnus.  Deglutì, ma non parlò. 
Magnus distese le labbra e poi disse: - Camille è storia passata. Non hai nulla di cui preoccuparti. 
Come può non preoccuparmi? Tu sei immortale, Magnus. Io no. Non staremo insieme per tutta la vita ed io forse ho fatto un passo più lungo della gamba, avrei dovuto cercare di tenere a freno queste cose ma mi piaci talmente tanto che-
- Quanto pensi, Alexander! - esclamò lo stregone in un sorriso. Di fronte allo sguardo preoccupato del ragazzo, continuò: - Non posso leggere la mente - lo rassicurò - sfortunatamente - fece dopo - ma...parlami, ti prego.
- Non posso, Magnus - furono le sue prime parole. 
- Non puoi che cosa, Alexander?
Ogni volta il suo nome pronunciato dalle labbra del ragazzo dai tratti orientali gli dava una scarica di adrenalina, come se il suo corpo prendesse fuoco: - Tu sei immortale, Magnus. Io no. Perché hai giocato con i miei sentimenti? Perché.... - Alec deglutì - Perché hai lasciato che mi innamorassi di te? 
Magnus sbattè più volte le palpebre, come fosse rinchiuso in un sogno, ma Alec non voleva smettere di parlare: - Tu... tu ci tieni? Perché in così tanti anni, anzi secoli, avrai sicuramente avuto storie più tradizionali rispetto alla nostra, anche se non sono sicuro che definirla storia possa essere corretto, ma....
- Alexander - fece Magnus, zittendolo - Cerca di respirare, fiorellino. 
Alec lo guardò, ma non disse niente, aspettò solo che lo stregone continuasse il dialogo: - Ricordi cosa ti ho detto quando sei rimasto al loft? Provo qualcosa per te, una cosa che non avevo mai provato con nessuno. E per nessuno intendo nessuno. Che tu ci creda o meno, io tengo a te e non ti lascerei mai andare. Mai. 
- Ma tu sei immortale, Magnus...non credi che questo cambi le cose? Ora me ne sto rendendo conto, io....
Prima che Alec potesse terminare, qualcosa colpì entrambi sulla schiena, ed in qualche secondo si ritrovarono stretti in una morsa da degli uomini in divisa nera. Il Circolo. Era arrivato Valentine.




Vedere Jace prendere quell'orribile decisione di andare via con suo padre lo fece rabbrividire, ma capiva che solo lui avrebbe potuto cambiare le cose. Valentine non gli aveva lasciato molto su cui confrontarsi: o me o i tuoi amici. E Jace aveva messo al primo posto gli amici. 
Vederlo scomparire in quel portale che lo avrebbe portato chissà dove gli fece stringere i pugni, ma si preoccupò quando Clary decise di gettarsi senza sapere esattamente cosa stesse facendo, tanto che la afferrò ricordandogli che si sarebbe potuta perfino disintegrare. Solo Valentine conosceva il posto in cui si stavano recando. Lei no. 
Alec aveva notato che la ragazza non si era data pace, ma aveva accantonato quel pensiero quando si era ritrovata ad avere tra le mani il libro grigio. Sua madre poteva essere risvegliata.
Perciò Alec, che si ritrovava in istituto, era con la testa per aria appoggiato al muro, che si domandava per quale motivo stessero capitando cose del genere. Aveva vissuto vent'anni in piena tranquillità, ed ora era tutto scivolato nel caos per colpa di Valentine. E loro non avevano alcun potere.
Sentiva il suo legame parabatai scivolare nell'abisso, se l'era portato via, Valentine aveva portato via suo fratello, il suo migliore amico, la sua altra parte....e il dolore faceva così male....ma non si sarebbe fatto sopraffarre dalle emozioni. Avrebbe direttamente agito, come sempre, perché lui era un Lightwood e anche Jace lo era e lo sarebbe sempre stato.
Perso com'era nei suoi pensieri non si rese conto che qualcuno era giunto nel suo campo visivo, qualcuno con i lineamenti felini e di poco più basso di lui. Magnus. 
- Ti ho trovato - gli disse in un sorriso. 
- Già... - disse il più alto, abbassando lo sguardo. 
Magnus sospirò, prima di dire: - So che non vuoi sentirlo, ma te lo dirò un'ultima volta: qualunque cosa io provassi per Camille...è storia passata. Quasi letteralmente.
Alec lo guardò negli occhi: - Si, ma quello che ha detto sull'essere immortale...aveva ragione. Tu vedi le persone che ami invecchiare e morire.
Ci fu silenzio, tra loro.  Gli sguardi parlavano tra loro, entrambi carichi di comprensione. Fu Magnus a spezzare il silenzio: - Alexander...sarò pure il Sommo Stregone di Brooklyn ma nemmeno io posso vedere il futuro.
Quella frase non l'aveva rassicurato per niente. 
Vide l'occhiata di Magnus, significava 'continuiamo a parlarne più tardi', perché Luke l'aveva chiamato. Era il momento di risvegliare Jocelyn. Si, perché a quanto pare tutto girava intorno a Clary. 
Alec pensava che non avrebbe mai avuto una vita felice se fosse stato insieme a lei.





- Sono felice che Jocelyn sia rinsavita - disse Magnus, giungendo nella stanza di Alec.
Alec strabuzzò gli occhi vedendolo entrare: - Come fai a sapere che questa è camera mia?
- Alexander, per favore... - disse Magnus - me l'ha detto tua sorella - confessò. - E come mai ti trovi tutto solo soletto in questo sgabuzzino? - domandò poi, con la sua voce soave. 
- Volevo solo un po' di tranquillità. 
- Ti sei pentito per quello che è successo al tuo non-matrimonio?
- E' che... è stato tutto così...improvvisato - annaspò Alec. Era tutto così strano.
- Io credo che le cose improvvisate siano le migliori. Tu no?
- Si...anche a me piacciono le cose improvvisate. 
- Ah si? - domandò lo stregone, e il suo sorriso malizioso non prometteva niente di buono.
Infatti.
Magnus lo prese per la vita e gli assalì le labbra in una morsa famelica. Questo bacio non aveva niente a che vedere con quello che si erano dati al matrimonio, casto e innocente, questo era famelico, Magnus voleva assaporare di e per tutto le sue labbra, e Alec, anche se inesperto, cercò di adeguarsi. Non voleva che Magnus pensasse fosse un novellino. 
Alec non aveva mai baciato nessuno, ma con quel bacio il suo cuore prese a galoppare in modo frenetico, e non appena Magnus si staccò da lui si sentì vuoto. Si guardarono, ancora vicini, respirando il loro odore.
- Non smetti mai di sorprendermi, Magnus - disse Alec, citando il suo uomo al matrimonio. 
L'altro sorrise e disse in risposta: - Spero sia in senso buono.



   
 
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