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Autore: Hiroyuki    19/09/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine]
La fan fiction si ispira esclusivamente alla trilogia di romanzi e non al film. I personaggi e le vicende, pertanto, sono così come vengono presentate nei libri. La storia è ambientata tre anni dopo gli eventi narrati nel terzo libro e descrive un ipotetico proseguimento, pertanto potrebbe contenere spoiler e anticipazioni per chi non avesse ancora completato la lettura. Nuovi personaggi si aggiungeranno alle vecchie conoscenze per dare vita ad un'avventura che metterà a dura prova Miss Peregrine ed i suoi ragazzi speciali, riportando alla luce le pagine più oscure e dimenticate del mondo degli Speciali.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Emma si ritrovò distesa su una superficie dura, ruvida e fredda, completamente avvolta nell'oscurità. Fece pressione sulle mani per rimettersi in piedi cercando qualche punto di riferimento con lo sguardo.

Poco a poco alcuni contorni iniziarono a delinearsi e la ragazza si rese conto di trovarsi su una strada asfaltata. Poco distante da sè scorse un marciapiede e, da qualche parte, nel buio, sentiva un rumore ritmico di passi, sicuramente il tacco di una scarpa che batteva nel cemento e rimbombava nel vuoto, facendosi sempre più vicino. Socchiuse gli occhi per mettere a fuoco la scena, scorgendo due figure che stavano camminando verso di lei: la prima, più alta, era una donna forse sulla quarantina ed erano suoi i tacchi che risuonavano nell'aria; la seconda, un bambino di non più di tredici o quattordici anni che camminava accanto alla figura femminile stringendole la mano. Emma non ebbe difficoltà a riconoscere il piccolo come una versione più giovane di Darryl.

All'improvviso, un'ombra fatta di fumo apparve dal nulla e piombo sui due. La donna, dopo aver spinto via il bambino, che iniziò a piangere, cercò di difendersi dall'aggressore. Emma iniziò a correre verso di loro, voleva aiutarli, ma più correva e più la scena si allontanava. Era solo un ricordo ed in alcun modo avrebbe potuto interferire.

Dopo qualche attimo di concitazione, si udì un colpo di pistola ed un bossolo tintinnò sulla copertura di catrame dell'asfalto; la donna si accasciò sul marciapiede e lì giacque. Il bambino rimase solo, con le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi, poi, una nuova ombra apparve dal buio ma, questa volta, la sagoma era molto più nitida ed Emma trasalì vedendo Caul avvicinarsi al piccolo Darryl.

«Non avere paura» disse. «Io ti renderò forte. Io scaccerò via da te la paura. Vieni con me e cambieremo quello che è stato. Ti mostrerò un mondo nuovo e delle possibilità che non hai mai neppure immaginato.»

La voce era melliflua, suadente, al punto che la stessa Emma per un rapido, ma significativo, istante fu sul punto di rispondere al suo invito, ma riuscì a trattenersi. Il piccolo Darryl, invece, allungò la mano, afferrò quella tesa dell'uomo ed i due si allontanarono, venendo inghiottiti dall'oscurità.
 
***

Emma aprì gli occhi, ritrovandosi nuovamente accanto al capanno degli attrezzi. Davanti a sè c'era Darryl, non più bambino ma di nuovo dell'età in cui lo aveva conosciuto che la osservava in silenzio, con le braccia distese lungo i fianchi.
«Ma... non potrai comunque fare nulla, non è possibile cambiare il passato, è oramai fissato nella storia...» cercò di spiegargli dopo qualche momento di silenzio in cui aveva cercato di trovare le parole più adatte. Il tono, questa volta, era molto più pacato, accondiscendente, quasi dolce rispetto alla durezza con cui si era sempre rivolta a lui, al punto che si stupì lei stesse di come le erano uscite quelle parole.

«Non saprei» replicò Darryl. «Questo è quello che dicono le ymbryne. Forse esistono altri modi, forse potrei portarla via, su un'isola sperduta, in modo che stia lontana dalla storia e che la storia la lasci in pace. In ogni caso devo provarci.»

Emma scosse lentamente il capo ed aprì la bocca, per rispondere qualche altra cosa, ma lui la anticipò. «Perdonami, ma ora vorrei restare un po' da solo, se non ti dispiace. Sai... è faticoso mascherare agli Spettri sia la mia presenza che la tua.»

Era una bugia, e ad Emma non servì saper leggere nel pensiero per accorgersene, comunque annuì in silenzio, quindi gli scivolò alle spalle, portò la mano al pomello di legno della porta e la aprì. Si voltò a lanciargli un'ultima occhiata, quindi entrò, richiudendo l'uscio dietro di sè.
***

Quando Emma rientrò nel capanno, tutti la stavano osservando preoccupati.

«Che cosa è accaduto là fuori? Che cosa ti ha detto? Ti abbiamo sentita piangere...» domandò Bronwyn preoccupata per l'amica.

«Non è niente,  va tutto bene.» Rispose lei forzando un sorriso.

«È per il sogno fatto da Horace? Lui legge nella mente, quindi magari lo ha già visto.» domandò Claire ed, in effetti, solo ora Emma si era resa conto che Horace si era ridestato dal sonno indotto dal proiettile degli Spettri. Era ancora seduto e si massaggiava la nuca, ma oramai del tutto cosciente.

«Sogno? Hai sognato Darryl?» gli domandò Emma stupita.

«Sì» annuì con un cenno del capo. «Più precisamente, ho sognato la sua morte.»

Emma sgranò gli occhi a quella rivelazione, dimostrando un’ansia che sorprese tutti gli Speciali. «Morte? Ma come, quando?»

«Be', non ho visto esattamente quando, ma credo di aver capito come accadrà.»

«Avanti, parla!» gli intimò lei, che voleva venire a conoscenza di tutti i dettagli.

Horace la fisso per un momento, per poi puntarle contro l'indice. «Accadrà per soccorrere te. Tu verrai aggredita da uno strano essere viscido e lui, per aiutarti, verrà ucciso.»

«Cosa?» sbottò lei. «Ma questo non è possibile.»

«Ma che ti prende? Fino ad una settimana fa lo avresti ucciso tu stessa e ora te ne preoccupi? Cosa è successo là fuori? Ti ha sussurrato parole dolci all'orecchio e ora palpiti per lui?» Enoch la sferzò nel modo più sgradevole che sapeva fare. Avrebbe voluto anche aggiungere qualcosa sull'essersi già consolata per la perdita di Jake, ma quello fu troppo anche per lui.

«No!» replicò lei sulla difensiva. «Ma non voglio essere causa della morte di nessuno. Anzi, meglio se la smette di seguirci, tanto non ci fidiamo di lui, giusto?»

Cadde un silenzio imbarazzato , poi Hugh comunicò un'altra notizia, cambiando completamente discorso: «C'è un altro problema.... Millard... non si trova. Non è qui con noi. Pensavamo che fosse semplicemente invisbile, ma abbiamo provato a chiamarlo e non risponde.»

«Quando siamo scappati da casa, gli Spettri dietro di noi ci hanno sparato, ma nessuno ci ha colpito» aggiunse Bronwyn con un filo di voce. «Pensiamo che, forse, è perchè qualcuno ha intercettato i proiettili....»

«Millard....» riuscì solo a dire Emma. Poi corse alla porta e la spalancò, «Millard, lo senti? Tu puoi percepirne la presenza. Dov'è?» chiese a Darryl.

Il ragazzo si voltò verso di lei, quindi abbassò il testa. Restò qualche istante in quella posizione e poi tornò a posare lo sguardo su di lei. «Non è qui, non lo sento. E non credo che sia nemmeno nelle vicinanze... almeno, non all'esterno della casa.»
Bronwyn appoggiò tutto il suo peso allo stipite, sconsolata. «Prima Miss Peregrine, e ora Millard.... ci prenderanno tutti.»

«No!» la rimproverò Darryl. «Li salveremo tutti. Gli Spettri sono stati tutti richiamati in casa vostra da Caul e, se lo conosco bene come penso, credo che userà il panellopticon per raggiungere Devil's Acre. Probabilmente vuole imprigionare Miss Peregrine in qualche anello punitivo, e dobbiamo salvarli prima che riescano ad arrivarci.»

La risolutezza del ragazzo lasciò tutti di stucco. Solo Enoch provò a controbattere «E cosa ti fa pensare che ci fiderem...» ma Bronwyn lo interruppe con una leggera gomitata al fianco, ringalluzzita da quella nuova speranza. «Avanti, andiamo.» Esclamò.

***

Gli Speciali si incamminarono verso casa, percorrendo a ritroso la strada fatta poco prima, determinati a riconquistare la propria dimora. Emma si accertò che nessuno la stesse osservando, quindi si avvicinò a Darryl, lo afferrò per un braccio e lo trascinò in disparte, lontano da orecchi indiscreti.

«Dovresti andare via, ce la possiamo cavare da soli» gli sussurrò, ma poi si affrettò a precisare meglio. «Non è che non ci fidiamo di te, è solo che questa è la nostra battaglia e... vorremmo combatterla da soli.»

Darryl la osservò per un istante, perplesso. «E non leggere i miei pensieri, non è educato.» lo rimproverò preventivamente, temendo che potesse in qualche modo capire le sue vere intenzioni.

Il ragazzo sorrise. «Non ne avevo intenzione e, comunque, ti ho detto che sei sfuggente. In questo momento più del solito.» Emma si sentì arrossire le guance, ma lui continuò: «In ogni caso sono stato chiamato da Miss Peregrine e...» si arrestò puntando lo sguardo verso la casa. «Stanno arrivando.» Annunciò, indicando tre ombre che stavano scendendo dalla collinetta, andandogli incontro.

«Quello a sinistra è Caleb, può emettere onde sonore dalla bocca. Al centro c'è Mabel, capace di diventare intangibile e, a destra, Lukas, l'uomo-leone.» li identificò tutti e tre, nonostante fossero appena visibili le loro sagome nella notte.

Quando Emma sentì il nome dell'assassino di Jacob fu colta da un'ira cieca. Si staccò dal braccio di Darryl e gli si lanciò contro con le mani che già le ardevano. «Lui è mio!» dichiarò, mentre correva.

Quando Lukas vide la ragazza correre verso di lui emise un ruggito e si lanciò contro di lei, avanzando con tutti e quattro gli arti. Arrivati a pochi passi, spiccò un balzo e protese gli arti superiori, muniti di affilati artigli; ma Emma non si fece trovare impreparata, si lasciò cadere sull'erba morbida, facendosi superare dall'uomo bestia e gli afferrò le caviglie. Un odore acre di pelle arsa e peli bruciati si levò nell'aria, mentre Lukas guaiva dal dolore.

Lo scontro era cominciato anche fra il resto del gruppo: Bronwyn stava lottando con la ragazza intangibile, chiamata Mabel, ma ogni volta che cercava di colpirla o afferrarla, questa diventava incorporea, per poi passarle attraverso e ridiventare materiale, colpendola alle spalle. Hugh, invece, aveva sguinzagliato una nuova nube di insetti verso Caleb, per impedirgli di utilizzare la sua voce.

Lukas era riuscito a liberarsi dalla rovente morsa di Emma e le si lanciò contro, sbattendola a terra con il proprio peso, ma la ragazza generò una sfera di fuoco dalle dita che lo costrinse a ritrarsi immediatamente a causa del calore. Emma si rialzò prontamente e le scagliò contro il bolide. Lukas si schiacciò a terra per non esserne investito, quindi si lanciò nuovamente verso di lei che, anzichè ritrarsi, gli si fece contro a sua volta. L'uomo leone menò fendenti nell'aria, riuscendo ad assestare un'artigliata al braccio destro ed un'altra al fianco sinistro, ma la ragazza gli fu comunque addosso, incurante del dolore o del sangue che stava perdendo, ed appoggiò entrambi i palmi delle mani sul petto. «Questo è per Jake!» gridò, riversandogli contro tutta la rabbia che aveva in corpo. Lukas urlò, cercò di sottrarsi a quel dolore, ma Emma non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare. Cercò di divincolarsi, gemette, ma le forze gli venivano sempre meno, fino a quando le ginocchia non cedettero e crollò al suolo. Nemmeno così Emma voleva mollarlo e le mani premettero ancora sulle carni, bruciandole e disfacendole sempre di più. Solo quando smise di respirare, finalmente, si decise e staccare i palmi e restò con il fiatone ad osservarlo. Quindi scoppiò in lacrime.

Bronwyn era in grave difficoltà, essendo decisamente più lenta rispetto a Mabel e la sua forza era inutile contro un bersaglio che non riusciva a colpire. La donna diventò intangibile per evitare l'ennesimo pugno, quindi tornò materiale e sfilò dalla cintura un pugnale, che tentò di conficcarle su un fianco, ma la sua mano si arrestò nell'aria. Mabel roteò lo sguardo e vide Darryl che aveva il braccio destro sollevato verso di lei. «Sei un traditore.» gli strillò con rabbia, poi divenne intangibile e fu nuovamente libera di muoversi. Si spostò nuovamente alle spalle di Bonwyn e tornò materiale per colpirla con il coltello, ma ancora una volta il suo braccio si fermò a mezz'aria. Emise un altro verso di stizza ma prima che potesse fare altro, Darryl piegò il braccio destra e Mabel barcollò in avanti, proprio verso Bronwyn che, finalmente, la colpì allo stomaco con tutta la forza che aveva in corpo. La donna fu scagliata indietro di qualche metro e rimase riversa a terra, priva di sensi.

Era rimasto solo Caleb, il cui volto, tuttavia, era una maschera di bubboni a causa delle punture che le api di Hugh gli avevano inferto. Riuscì comunque a ritirarsi indietro quanto bastava per emettere un grido e la nuvola d'api fu scagliata lontana in cielo. Respirava a fatica e, guardandosi intorno, vide che i propri compagni erano oramai fuori gioco. Allora cercò di avventarsi sulla piccola Claire, forse nel tentativo di prendere un ostaggio, ma quando allungò il braccio per afferrarla dal collo, i boccoli biondi della bimba si sollevarono e gli aguzzi denti della bocca sulla sua nuca gli si conficcarono nelle carni. Caleb urlò, e cercò di allontanarsi vacillando, ma inciampò sulla radice di un albero e la sua fuga terminò contro il terreno umido e l'erba.

La battaglia era vinta. Gli Speciali rimasero per qualche istante a riposarsi, riprendendo fiato. Poi Emma, che nel frattempo si era ripresa, richiamò tutti all'ordine. «Avanti, dobbiamo muoverci, Miss Peregrine e Millard ci stanno aspettando.»

Gli altri annuirono e, tutti insieme, rientrarono in casa.
   
 
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