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Autore: _ A r i a    20/09/2017    1 recensioni
{ Oikawa e Iwaizumi | kid!fic | 1418 parole | fluff, slice of life | happy b-day to the best waifu ever, _Lady di inchiostro_! ♥ }
«Oikawa» lo richiamò piano, cercando di non essere troppo scortese. «Gli alieni non esistono.»
Oikawa rimase fermo sul posto, divertito e sbigottito al tempo stesso. Non riusciva a comprendere se quella fosse una sua ennesima provocazione o se se Iwaizumi credesse davvero in ciò che gli aveva appena detto. A giudicare dallo sguardo serio di Hajime doveva immaginare di sì, eppure quel pensiero gli sembrava così irrazionale…
«C-come sarebbe a dire… come sarebbe a dire che non esistono…?» domandò Tooru, la voce inclinata in più punti. «Certo… certo che esistono!» strepitò allora, battendo i piedi per terra come un principino.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oikawa Tooru era sempre stato un bambino particolare.
Esuberante, certo, eppure il suo carattere sembrava quasi legittimato dall’aura affascinante che, fin da piccolo, lo aveva circondato.
Non si poteva invece dire lo stesso di Iwaizumi: aveva un’attitudine ad essere piuttosto schivo, pur non essendo cattivo; non aveva mai avuto grande simpatia per la maggior parte delle persone – bambini e adulti – che aveva conosciuto fino a quel momento, inoltre difficilmente lo si vedeva scambiare una parola con qualcuno.
In effetti, lui e Oikawa erano un po’ come il sole e la luna: diametralmente opposti l’uno rispetto all’altro, eppure – almeno all’apparenza – incapaci di vivere separati.
Oikawa amava essere al centro dell’attenzione, un po’ come se si trovasse sotto la luce dei riflettori, e amato da tutti; capitava molto spesso che, invece, Iwaizumi rifilare commenti non troppo gentili al ragazzino per via di quel suo comportamento. Non che Hajime non apprezzasse l’idea di essere ammirato, solo che farlo in maniera tanto plateale era per lui, evidentemente, una dimostrazione di spocchia.
In effetti, quando faceva qualcosa di buono, Iwaizumi cercava di restare più nell’ombra possibile, prendendosi i propri meriti solo se gli altri insistevano lungamente affinché lo facesse. Tooru, al contrario, amava tutte quelle voci che lo acclamavano – forse per paura che, un giorno, potessero diventare silenti, chi lo sa – e ciò era veramente indigesto per Hajime.
Paradossalmente, tuttavia, capitava spesso che i due si ritrovassero per parlare, anche se solo in quella maniera sarcastica e piena di provocazioni tutta loro; al di là di quella sorta di rivalità, forse, era nato un rapporto più profondo, così difficile da inquadrare – eppure tanto paradossalmente simile a qualcosa che, seppur in maniera piuttosto lontana, potesse essere definito amicizia.


«Iwa-chan!» uno scalpiccio concitato di passi riempì l’aria, mentre qualcuno scendeva di corsa le scale, probabilmente a balzi.
Hajime non fece una piega, restandosene comodamente seduto sul divano della sala, con espressione noncurante, intento a cambiare i canali del televisore senza troppo interesse.
Oikawa, invece, fece il suo trionfale ingresso nella stanza con un gran fiatone, tenendo stretto in una mano il braccio di quello che probabilmente doveva essere il peluche di un alieno.
«Iwa-chan!» riprese il bambino, tutto tronfio. «Ho appena finito di leggere il mio libro!»
Hajime ricordava quel libro. Era stato regalato dai genitori di Oikawa al proprio figlio giusto qualche giorno prima, e trattava di quello che, dall’ultimo periodo a quella parte, era diventato l’argomento di discussione preferito di Oikawa: gli alieni.
«Uh» commentò allora Iwaizumi, senza troppo interesse. «E allora?»
Iwaizumi non riusciva a comprendere l’entusiasmo del suo amico. Era solo un libro con le figure come un altro, niente di più. Oikawa, tuttavia, si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto, come quello di un gatto che è appena riuscito ad acchiappare la preda che tanto desiderava. Quell’espressione di trionfo si dipinse in maniera innegabile sul suo volto, mentre non esitava a riprendere, poco dopo, grato che l’amico gli avesse servito su un piatto d’argento le basi che gli servivano per iniziare il discorso che voleva proporgli.
«E allora» continuò infatti, di lì a poco «ho fatto una scoperta fantastica!»
Iwaizumi sospirò lentamente, senza farsi notare dall’altro ragazzino. Sapeva che avrebbe dovuto mettere un freno a tutto quell’entusiasmo: d’altronde, si meravigliava del fatto che un bambino tanto sveglio come Oikawa potesse credere ad una sciocchezza come quella degli alieni. Rivolse gli occhi al soffitto: sapeva che avrebbe dovuto stroncare sul nascere quella fantasia, altrimenti, una volta che si fosse ritrovato faccia a faccia con la realtà, non avrebbe potuto che soffrire ancor di più.
Hajime posò nuovamente gli occhi sul suo amico, osservandolo attentamente. Anche l’abbigliamento richiamava la sua fissazione per quei marziani: Oikawa indossava infatti una felpa di un blu scuro profondo, la faccia verdastra di un alieno sul davanti, il cappuccio penzolante giù dalle spalle. Gli occhi di Tooru erano grandi come tazze da tè, carichi di entusiasta aspettativa, e in parte Iwaizumi si sentiva un mostro al pensiero di dover deludere le convinzioni del ragazzino; si ripeté ancora una volta che, tuttavia, era la cosa giusta da fare. Prese un bel respiro, dopodiché tornò a fissare l’altro direttamente negli occhi.
«Oikawa» lo richiamò piano, cercando di non essere troppo scortese. «Gli alieni non esistono.»
Oikawa rimase fermo sul posto, divertito e sbigottito al tempo stesso. Non riusciva a comprendere se quella fosse una sua ennesima provocazione o se se Iwaizumi credesse davvero in ciò che gli aveva appena detto. A giudicare dallo sguardo serio di Hajime doveva immaginare di sì, eppure quel pensiero gli sembrava così irrazionale…
«C-come sarebbe a dire… come sarebbe a dire che non esistono…?» domandò Tooru, la voce inclinata in più punti. «Certo… certo che esistono!» strepitò allora, battendo i piedi per terra come un principino.
Iwaizumi, d’altro canto, se ne restò fermo immobile, seduto sul divano, intento a fissare i canali della televisione che cambiavano, uno dietro l’altro, lasciando dietro di sé per qualche secondo nient’altro che una manciata di pixel e un rumore metallico simile ad una cascata di stelle.
Il silenzio di Hajime non fece che confermare i sospetto di Tooru. I suoi occhi si riempirono di lacrime, tuttavia Oikawa non diede loro tempo di scendere a rigargli le guance – non in quel luogo, perlomeno – schizzando di lì a poco in direzione delle scale.


Oikawa si strinse le ginocchia al petto, avvolgendole con le braccia; tirò su col naso, nonostante la coperta che si era avvolto attorno alle spalle continuava a sentire un gran freddo. Sapeva che la sua era una convinzione sciocca, eppure crederci lo faceva sentire più sicuro, più felice; era consapevole del fatto che Iwaizumi avesse ragione, che avrebbe fatto meglio a liberarsi di quei pensieri il prima possibile. Questo, tuttavia, non significava che facesse meno male.
Nella penombra dell’armadio dentro cui si era rifugiato, Oikawa percepì uno spiraglio di luce colpirgli le spalle, passando attraverso le ante che aveva lasciato socchiuse. Sapeva di avere lo sguardo di Iwaizumi su di sé – d’altronde il suo era un nascondiglio talmente banale che chiunque l’avrebbe scoperto, lì – ma, in fin dei conti, la cosa non lo preoccupava più di tanto. Detestava il pensiero che potesse vederlo in un simile momento di debolezza, tuttavia ormai aveva più importanza?
«Oikawa…» lo richiamò piano Iwaizumi, cercando di fare attenzione a mantenere un tono quanto più cauto possibile.
«Lasciami stare, Iwa-chan!» protestò Tooru, cercando di arrogarsi il proprio diritto a restare da solo.
Iwaizumi sospirò profondamente. Aprì le ante dell’armadio, per poi posare le mani sulle spalle dell’amico, circondate da una coperta pesante, costringendolo a voltarsi; quando si ritrovarono occhi negli occhi, Iwaizumi notò subito le lacrime che erano cadute lungo le guance di Oikawa, così come quelle che continuavano a rendere annacquati gli occhi del ragazzino. Si morse un labbro, se da una parte non era assolutamente abituato a vedere il suo amico – sempre così allegro e coraggioso – in quello stato, dall’altra sentiva il proprio cuore stretto in una morsa, poiché detestava il pensiero di essere la causa di tutta quella sofferenza ingiusta.
«Oikawa» ripeté ancora, stavolta con tono più fermo. «Ehi, ascoltami. Quelle cose che ho detto prima… non ci credevo sul serio. Scusami, non volevo farti stare male…»
Gli occhi di Oikawa fecero una capriola. Paradossalmente, si riempirono ancor più di lacrime, e dovette impegnarsi un bel po’ per non slanciarsi in avanti ad abbracciare l’amico.
«Iwa-chan…!» esclamò, agitando convulsamente le mani per l’entusiasmo.
Iwaizumi, d’altro canto, cercò di dimostrarsi quanto più neutrale e distaccato possibile, sebbene non riuscisse a nascondere a sé stesso che la ritrovata eccitazione di Tooru fosse un toccasana anche per il suo cuore. Valutò che, in effetti, non ci voleva poi molto per far cambiare umore ad un bambino, e non poté che dirsi soddisfatto del proprio operato.
«Su, forza» lo richiamò all’ordine, cercando di mantenere un tono vagamente autoritario anche mentre un leggero sorriso si formava sul suo volto. «Scendiamo di sotto, la merenda è pronta.»
Le parole di Iwaizumi non ebbero altro effetto che quello di aumentare ancor di più la foga di Oikawa, che per questo schizzò subito in avanti, abbandonando la vecchia coperta nell’armadio e precipitandosi a correre giù per le scale. Ad Iwaizumi non rimase perciò altra scelta se non quella di seguirlo a sua volta, seppur con passo più moderato, in direzione della cucina, mentre un lieve sorriso fioriva sulle sue labbra.

Stavolta, davanti al pane con le gocce di cioccolato e ai loro bicchieri colmi di spremuta d’arancia, Iwaizumi rimase ad ascoltare Oikawa mentre gli raccontava tutto ciò che sapeva sugli alieni. In fin dei conti, finché quei pensieri avrebbero continuato ad illuminare gli occhi di Tooru in un modo tanto meraviglioso, Hajime non vedeva perché avrebbe dovuto mettere a tacere tanta felicità.




Angolo autrice
Ho praticamente iniziato a scrivere questa storia dopo aver pubblicato quella dell’altro giorno – ehi, non è colpa mia se le mie amiche compiono gli anni in un lasso di tempo tanto ravvicinato – ma come avrei mai potuto non pubblicare qualcosa per il birthday di niente poco di meno che la mia preziosissima waifu? chi mi segue su twitter sa
Per cui, anzitutto, buon compleanno, _Lady di inchiostro_! ♥ sei una persona meravigliosa, ti meriti solo il meglio e il bene che ti voglio non è neanche lontanamente quantificabile. Sei veramente… fantastica, sul serio, non ho altre parole per descriverti. Riesci sempre a farmi sorridere, sono così onorata di poterti avere al mio fianco.
Devo ammetterlo, questa storia mi convince un po’ di più di quella che ho postato l’altro giorno, eppure alcune cose continuano a non piacermi del tutto ho paura che Oikawa cambi umore troppo facilmente, sob— in compenso è più lunga rispetto alle storie che sto scrivendo ultimamente, per cui da una parte mi va anche bene… aiut--
Btw, nella storia Oikawa e Iwaizumi avranno all’incirca tra i sei e gli otto anni, non saprei dirvi esattamente quanti ma la fascia d’età è quella – ed è per questo che i cambi repentini d’umore sono in parte giustificati – e poi ho sempre desiderato scrivere una kid!fic in cui Tooru parla per ora di alieni. Ah, a tal proposito: a discapito del titolo GLI ALIENI ESISTONO ECCOME, e se non credete a me leggete la serie della mia meravigliosa waifu ♥
… ora che ci penso, forse oggi avrebbe avuto più senso scrivere qualcosa su Bokuto, visto che è anche il suo compleanno (auguri gufo del mio cuor ♥) but ultimamente la mia ispirazione fa un po’ come vuole, e quindi no, niente, per quanto la waifu sia una sua fan si becca il fluff della kid!fic, sob sob-- giuro che la prossima volta vedrò di rimediare e ti scriverò una storia molto più bella di questa e soprattutto sul tuo pg preferito, promesso!
E niente, ancora tanti auguri a questi due raggi di sole che ogni giorno mi migliorano un bel po’ la giornata ~ grazie a tutti coloro che leggeranno questa storia, a chi si soffermerà anche su queste stupidissime note, agli intrepidi che decideranno di recensire se mai ce ne saranno, sigh sob e alle eventuali persone che inseriranno la storia tra le preferite o le ricordate ma anche qui temo che ci sarà un vuoto cosmico, anche se alla fine va bene così, d’altronde sono stata io stessa la prima a dire che questa storia non mi convinceva del tutto, no?
Bene, adesso penso che me ne potrò stare tranquilla per un po’, visto che il prossimo compleanno è tra qualche mese ~ magari nel frattempo scrivo quella KageHina di cui vi parlavo nelle note dell’altra storia, chi lo sa.
A presto

Aria
   
 
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