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Autore: samy_97_    20/09/2017    3 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

13. Dice il saggio: quando il sole si alza, iniziano i problemi.

 

Non so se dovrei sentirmi divertita o depressa. Sta di fatto che questa scena è a dir poco esilarante.

Sesshomaru è seduto con la schiena contro un albero, impassibile, con Rin e Jaken rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra; Maru, Sango, Miroku e le due Kagome sono seduti pacatamente a bere un the davanti al fuoco, praticamente impassibili alla scena che si sta svolgendo in questo esatto momento.

I due Inuyasha, entrambi assolutamente umani, stanno discutendo –se così si possono chiamare le urla e gli sbraiti che volano da una parte all’altra della radura.- sulla futura direzione da prendere. Inuyasha insiste nel voler tornare indietro per cercare Naraku, e si premunisce nel nominare un paio di volte il nome di Kikyo, cosa che fa immediatamente intristire Kagome, mentre Inucchan vuole continuare nella direzione già intrapresa da Sesshomaru, sicuro della sua decisione.

Questo incontro-scontro di opinioni genera una scena che non ha precedenti. Non mi sorprenderei se Sesshomaru stesso scoppiasse a ridere da un momento all’altro. O li uccidesse entrambi.

-Non hanno ancora capito che è Sesshomaru che decide.- dice Kagome, pacatissima come il Buddha nel bel mezzo della sua ascesa verso il Nirvana.

Kacchan annuisce. –Dubito che questa conversazione influenzerà Taisho-sama.-

Sebbene avesse fatto pace con mio fratello, Kacchan aveva mantenuto il suo nuovo vizio di lanciargli frecciatine. E, sebbene ormai Maru non la trattasse più come sua allieva, lei non aveva perso nemmeno il vizio di chiamarlo per cognome.

Dopo quest’esperienza non riuscirò mai più a capirla interamente.

Ad un certo punto della litigata –più o meno quando i due litiganti passano alle mani- sento Sesshomaru sbuffare impercettibilmente prima di prendere il volo ed allontanarsi di tutta carriera seguito dalle urla ansiose di Jaken.

-Oh, Jaken, non gridare: Sesshomaru-sama tornerà presto, come sempre.- gli sussurra Rin, mesta, azzardandosi a battergli qualche pacchetta di consolazione sulla testa.

-Ragazzina impertinente, padron Sesshomaru potrebbe lasciarci qui senza una spiegazione! Ne ha tutto il diritto!- grida, prima di rivolgersi nuovamente al cielo. –Mio signoreee, sono il vostro umile servitore, portatemi con voiiiii!-

Sbuffo e roteo gli occhi, incontrando quelli perplessi di Rin. –Non dire idiozie Jaken. Sesshomaru non lascerebbe mai Rin qui.- dico, prima di sollevarlo da terra e lanciarlo dentro un cespuglio. Magari quello riuscirà a soffocare le sue suppliche finché Sesshomaru non torna.

Mi accoccolo a fianco a Rin, tornando a rivolgere la mia attenzione ai due litiganti. In effetti, inizio a capire perché Sesshomaru se ne è andato: quei due non hanno intenzione di farla finita tanto in fretta.

E’ dopo quasi dieci minuti che Miroku attira la nostra attenzione. –Fate silenzio, voi due!- esclama, con tono autorevole. –Ascoltate.-

Tendiamo tutti l’orecchio, mentre il silenzio scende opprimente. Ed è allora che sentiamo una fortissima aura demoniaca avvicinarsi a tutta velocità.

-Aya-chan, cosa succede?- mi domanda Rin, tirandomi una manica. Mi rendo conto che anche Maru ci sta guardando interrogativi, ma presumo che abbia già intuito l’imminente pericolo: dopotutto, ha combattuto moltissime battaglie nella sua vita.

-Rin, prendi Jaken e Kagome e rifugiatevi da qualche parte con Ah-Uhn.- ordina Inucchan, indicando la sua ragazza. Kacchan lo fulmina con lo sguardo, stringendo con determinazione il suo arco. –Io non me ne vado da nessuna parte.-

-Certo che te ne vai!- ribatte mio fratello, prendendo Kacchan per un polso. –Non permetterò che ti venga fatto del male!-

Nemmeno io sono d’accordo che la mia amica resti nel bel mezzo della battaglia –perché è di questo che si tratterà- ma d’altronde non è un nostro diritto proibirle di combattere: io per prima non voglio andarmene.

Sto per intervenire con questo proposito, quando Kagome si para davanti alla sua reincarnazione. –Lasciala combattere, Inuyasha. Non è così indifesa come credi.- dice, poi si gira leggermente verso di lei. –Non siamo la stessa persona, ma alcune cose le riconosco.-

Kacchan ricambia il sorriso e le stringe una spalla con affetto. –Grazie.-

Inucchan sbuffa frustrato, ma fa in tempo solo a guardare Ah-Uhn volare via assieme ad una Rin preoccupata, che il demone arriva davanti a noi. Prima che ci attacchi, noto con ribrezzo come assomigli, più che ad un demone unico, ad una poltiglia di vari mostri quasi amalgamati assieme a casaccio.

-Tsk, qui c’è lo zampino di Naraku!- esclama Inuyasha, nell’esatto momento in cui una delle molteplici teste del demone cerca di colpirlo. Immediatamente, egli tira fuori dal fodero Tessaiga, cercando di combattere come può: ho scoperto che, da umano, gli è impossibile usare il potere demoniaco della spada.

-Ayame!- grida Kagome, indicandomi un braccio di un Oni che si sta fiondando verso di me. Mi concentro per un secondo e, con un sorriso sornione, gli lancio addosso la palla di fuoco più grande mai fatta fino ad allora. Wow, sto migliorando!

Il mio sorriso svanisce nell’esatto momento in cui il fantomatico braccio si riforma, come se il mio attacco fosse andato a vuoto.

Ma che diamine…?

-Che diavolo succede?- sbraito, evitando un altro colpo. Quel braccio ce l’ha con me! –Perché si rigenera?-

-Naraku.- dice semplicemente Miroku, coprendo Sango mentre si presta a lanciare la sua arma. Certo che quei due sono proprio una bella squadra!

Mi impongo di concentrarmi sul mio pezzo di demone nell’esatto momento in cui riesce a spedirmi ad almeno dieci metri di distanza rifilandomi un pugnaccio in pieno stomaco. Oh, ma ti ridurrò in poltiglia, fosse l’ultima cosa che faccio!

Riesco a mettere in pratica quasi immediatamente tutte le cose che avevo imparato nei giorni precedenti con Inuyasha e Sesshomaru e riesco facilmente a calarmi in quello stato di assoluta esaltazione che mi aveva colta nell’ultima battaglia con mio fratello. Solamente che, questa volta, non mi sento in colpa a desiderare il sangue del mio avversario.

Con la coda dell’occhio tengo sempre d’occhio Kacchan e Maru, ma vedo che, la prima con il suo arco e le frecce, il secondo con una spada di fortuna, riescono a tenere abbastanza sotto controllo la situazione. Tranne quando, ad un certo punto, Kacchan prende male la mira e la sua freccia mi sfiora un orecchio. Ma sono dettagli.

Mi distraggo un attimo dai miei compagni quando al primo braccio dell’Oni se ne aggiunge un secondo: quel dannatissimo demone si è diviso in due! Come se il primo non fosse già abbastanza!

Ad un tratto, sento Kagome gridare qualcosa e, successivamente, l’urlo di mio fratello che mi fa gelare il sangue nelle vene. –Sesshomaru! Lascialo andare, dannato demone!-

Mi volto di scatto e vedo che la metà del demone contro cui non sto combattendo io, ha preso il mio Maru avvolgendolo in uno dei suoi tentacoli (?) e sta cercando di allontanarsi dalla battaglia.

Ecco perché si era diviso in due: uno doveva tenerci a bada, l’altro rapire Sesshomaru!

A quella scena, sento immediatamente il terrore salirmi per la spina dorsale e mi fiondo verso di lui, senza curarmi dell’altro mezzo demone. Demone che, nel più bello in cui sfioro il braccio di Maru, mi avvolge un tentacolo attorno alla gamba e mi sbatte violentemente addosso ad un albero. Sento la testa cozzare al tronco con un tonfo sordo e per qualche secondo una nuvola di puntini colorati mi annebbia la vista. Mi aspetto che il demone mi finisca, ma quando recupero la vista vedo che si sta allontanando in tutta fretta con Maru tra le sue grinfie.

Sto per alzarmi con tutta l’intenzione di inseguire il demone, ma sento qualcuno afferrarmi saldamente per un braccio e trattenermi a terra. Quando riesco a liberarmi è troppo tardi: il demone è sparito, portandosi Sesshomaru con sé.

Mi volto di scatto verso l’imbecille che si è permesso di tenermi a terra e tiro a vuoto un pugno, con tutta la forza che ho. Sento il setto nasale di Inuyasha rompersi con un sonoro crick.

-Come diavolo ti sei permesso?- grido, con rabbia. Come aveva osato trattenermi? Potevo salvare Sesshomaru! Potevo tenerlo qui con me e invece per colpa sua quel demone è riuscito a portarlo chissà dove! In questo momento potrebbe essere morto e io non ho nemmeno potuto provare a salvarlo! Il mio Maru..

-Non avevi possibilità contro quel demone Ayame!- ribatte il mezzodemone, stringendo la mascella. La sua frustrazione non mi suscita nessun sentimento di empatia.

Carico un altro pugno e, questa volta, lo colpisco dritto sullo stomaco, facendolo piegare in due. Dopotutto, rimarrà umano per ancora qualche ora. –Sei un bastardo!- ringhio. –Non avevi nessun diritto di impedirmi di andare! Potevo liberarlo!- stringo i denti e i pugni. Tutto il mio corpo è teso e l’unica cosa che riesco a pensare è che voglio fare del male ad Inuyasha. Voglio prenderlo a botte e vederlo soffrire. Lui mi ha impedito di salvare Sesshomaru!

Mi rendo a malapena conto della voce di Kacchan –o è Kagome?- che grida il mio nome, prima di fiondarmi addosso al mezzodemone. Inuyasha, colto alla sprovvista, finisce a terra, con le mie mani attorno al collo: sento distintamente l’odore di carne bruciata e i suoi occhi scuri si sbarrano.

-Ayame!- mio fratello grida, mentre gli altri gli fanno eco. Vengo quasi immediatamente strattonata via e bloccata con le braccia dietro la schiena, e, per quanto ci provi, non riesco a liberarmi.

-Lasciami!- ringhio a mio fratello, sentendo il suo respiro solleticarmi il collo. –Vi odio!-

-Piantala, sciocca ragazzina!- mi dice all’orecchio, stringendo la presa. –Cosa diavolo stai facendo?-

-Lasciami andare!- mi sembra irreale non riuscire a liberarmi.

Vedo Kagome correre da Inuyasha e sfiorargli preoccupata la bruciatura sul collo, ma lui la spinge gentilmente indietro e si mette di fronte a lei, iniziando a fissarmi guardingo. Come se potesse proteggersi da una delle mie palle di fuoco.

Miroku fa un paio di passi avanti, alzando le mani. -Ti prego Ayame, calmati. Capisco quello che provi, ma…-

-Tu non capisci proprio niente!- sbraito, tanto che addirittura Kacchan spalanca gli occhi. Mi sento totalmente fuori controllo. –Non avere la presunzione di credere di sapere cosa provo!-

-Credi di essere l’unica a rischiare di perdere le persone che ami?- dice Inuyasha, avvicinandosi di un passo, con una calma che non gli si addice. La scottatura spicca nel suo collo. –Non saresti stata in grado di sconfiggere quel mostro! Saresti morta, Ayame.-

Io scuoto la testa, guardandolo con collera. -Sarebbe stato meglio di questo! Meglio io che lui!-

Al che, Inuyasha abbassa le braccia e la testa, e, per la prima volta da quando l’ho incontrato in questa epoca, rimane zitto. Nessuno osa obbiettare e per qualche secondo l’unico suono che si sente è il mio sospiro affannato.

Mio fratello mi lascia andare le braccia, mentre quasi nello stesso istante la mia migliore amica corre verso di me per coinvolgermi in un abbraccio stritolatore. Io ricambio dopo qualche secondo, ma la stringo a me con tutta la forza che ho. E per qualche minuto rimaniamo solo io e lei, la mia piccola migliore amica che è diventata la ragazza più forte che abbia mai conosciuto.

-Non temere.- mi sussurra. –Lo ritroveremo.-

Non rispondo.

 

-Cosa diavolo vuol dire “dobbiamo ideare un piano”?- ringhio, sentendo nuovamente la mia rabbia aumentare. Sono già passate parecchie ore dal rapimento di Maru, e loro vogliono riunirsi attorno ad un falò e fare una chiacchierata?

-Cerca di ragionare, Ayame. Non possiamo metterci in viaggio alla cieca: saremmo troppo esposti e non dimenticare che per questa notte di Luna Nuova Inuyasha è senza poteri demoniaci. Entrambi.- dice Miroku, incrociando le braccia.

-E oltretutto dobbiamo aspettare Sesshomaru: con lui abbiamo di certo più possibilità di riuscita.- aggiunge Sango-chan, dando man forte al bonzo. –Inoltre, sono ragionevolmente convinta che l’obiettivo di Naraku fosse proprio quello di attirarlo nel suo rifugio: dopotutto, è risaputo che aspira da tempo al suo potere demoniaco.-

-Non mi sorprenderei se si facesse localizzare non appena Sesshomaru inizierà a dargli seriamente la caccia.-

Apro la bocca per obiettare, ma non trovo argomentazioni: hanno dannatamente ragione. Eppure, mi sembra solamente di perdere del tempo prezioso.

Scuoto la testa irritata e mi allontano dal gruppo. Mi sento così arrabbiata e così nervosa e non riesco a trovare un modo per sfogare la mia frustrazione.

Mi vado a rifugiare sul ramo di un albero, chiudendo gli occhi e cercando di riprendere il controllo di me stessa: se fossi riuscita a trasformare la mia rabbia in Potere, il maledetto che ha rapito Maru avrebbe di che temermi. Cerco disperatamente di concentrarmi su qualcos’altro, ma i miei pensieri non ne vogliono sapere di seguire la mia volontà.

Il mio Sesshomaru è in pericolo. Credo non ci sia altro a cui posso pensare in questo momento, se non a lui. Lui e il suo sguardo gelido e così dolce, lui e i suoi abbracci caldi, i suoi baci, i suoi meravigliosi occhi. Lui che si siede sempre vicino a me durante i pasti, che fa sempre “accidentalmente” sfiorare le nostre ginocchia, creandomi quel familiare senso di vuoto allo stomaco che mi fa battere forte il cuore. Lui che mi rimprovera ogni sacrosanta volta che prendo un brutto voto nella sua materia e che poi è il primo a venirmi a disturbare mentre studio o cerco di concentrarmi, sussurrandomi all’orecchio che, per prendere bei voti, potrei sempre corromperlo. Abbiamo faticato così tanto a trovarci, ad accettarci e ad imparare a stare insieme, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E anche se in queste ultime settimane è stata dura, sia per me che per lui, il mio amore non è vacillato neanche per un istante. Sesshomaru è l’amore della mia vita e non ne sono mai stata più certa.

Sento le lacrime salirmi agli occhi, ma non riesco a piangere. Sento semplicemente una compressione al petto a causa della quale faccio fatica a respirare.

Dopo del tempo –non riesco a capire se siano ore o semplicemente pochi minuti- sento in lontananza la presenza di Ah-Uhn, Rin, Jaken e Sesshomaru. Sospiro, chiedendomi se sia il caso di raggiungere l’accampamento improvvisato, ma desisto subito: credo che un resoconto dettagliato dell’accaduto sia l’ultimissima cosa che mi serve.

Li lascerò che ideino un piano, come mi aveva più volte sottolineato Miroku. Nel frattempo tornerà la luna e mio fratello e Inuyasha riacquisteranno i loro poteri demoniaci e io mi risparmierò la noia di dover discutere sulla strategia.

Che decidano il loro dannato piano da soli: voglio solamente riavere Maru sano e salvo. E magari, già che ci sono, fare il culo a un bel po’ di demoni. Kyosuke compreso.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Salve a tutti, gente! Mi sono resa conto che questa fic ha compiuto un anno da poco: sono così felice di essere riuscita a scrivere questo sequel di Set fire to the rain. Ce l’avevo in mente da un pezzetto, ma alla fine sono riuscita a metterlo “su carta” dopo più tempo del previsto e adesso non manca molto alla fine: solamente 6 capitoli. Spero di riuscire a pubblicare un pochino più velocemente in questo periodo.

Come al solito, ringrazio di cuore chi ha inserito questa storia in una delle liste e chi continua a leggerla e recensire: so che il ritmo con cui pubblico è molto lento, ma assicuro che faccio il possibile.

Un grande abbraccio e fatemi sapere cosa ne pensate.

Un abbraccio,

Sami

  
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