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Autore: Ladyhawke83    20/09/2017    7 recensioni
Note: piccola One Shot senza pretese, direttamente collegata e conseguente all’altra One shot “The marriage”, e con i miei personaggi di D&D e della “promessa del mago”. Può essere letta tranquillamente come un’originale fantasy-medioevale.
Buona lettura.
Ladyhawke83
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The magician's promise'
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The marriage. The ballad.

 

Ballava Isabeau, ballava come se fossero soli, come se a quel ballo di nozze ci fossero solo lei e Callisto. La giovane druida non si curava nemmeno dei due sposi, o almeno fingeva di non farlo.

La musica d’improvviso cambiò di tono, facendosi più incalzante, Callisto allungando una mano prese saldamente quella di Isabeau nella propria e se la avvicinò facendole fare una giravolta, lei rise e la treccia morbida in cui erano raccolti i suoi lunghi capelli chiari si scompose, facendo cadere a terra alcuni petali dei fiori che la adornavano.

“Profumi di mughetto” le disse lo stregone, sfiorandole il viso.

“Non so quanto durerà, visto che me li stai facendo cadere tutti per terra!!” Disse lei, mentre cercava con la mano libera di sistemarsi uno dei mughetti al lato della testa, e salvare il salvabile di quell’acconciatura un po' traballante.

I due si allontanarono per poi riavvicinarsi con un inchino, come voleva il ballo tradizionale del “saltarello”, lo stregone la prese sottobraccio e volteggiò con lei in cerchio, la sua tunica nera con accenti argentati, produsse un leggero fruscìo, in risposta al suono morbido dell’abito verde e dorato di Isabeau.

“Lui ti sta guardando” disse Callisto, passandosi una mano sui capelli bianco celesti, mentre con lo sguardo indicava in direzione dello sposo.

“Veramente a me pare che stia ballando con la sua sposa, come ogni marito dovrebbe fare in questi casi” lo corresse lei, non prima di aver guardato Vargas di sfuggita.

“Sarà, ma oggi mi sono sentito addosso parecchie frecciatine da parte del mezzorecchie, soprattutto quando ti abbraccio così…” disse lo stregone, mentre con entrambi le mani stringeva la vita della druida, facendole fare un piccolo saltello.

“Senti, è già difficile per me accettare il matrimonio del padre di mio figlio con un’altra, per di più una bambina, almeno tu lasciami godere della festa”  disse la druida, evidentemente a disagio per quella situazione.

Isabeau aveva amato molto Vargas, ma si sa, amare un mago esige sempre un prezzo, e il prezzo da pagare era stato altissimo per lei. 

Il mago dai lunghi capelli corvini era stato caldamente “consigliato” a sposare Vivian, una ragazza giovane, di bell’aspetto, sicuramente un migliore partito per un mezzelfo come lui, la sua sposa  dagli occhi bruni e i capelli scuri e la pelle ambrata, non era certo paragonabile ad una volgare druida, come vedevano Isabeau gli altri maghi, colleghi di Vargas, con appresso un figlio bastardo, nato fuori dalla Sacra Unione.

“Forse dovresti parlargli. Non è da me dire questo, e sai che non lo farei mai in un’altra situazione, ma dovresti chiarire con il mezzorecchie una volta per tutte. Tesoro, tu mi piaci, ma i suoi sguardi carichi d’odio verso di me e i tuoi carichi di malinconia verso di lui, sono insopportabili” Confessœ lo stregone dalle orecchie appuntite e i grandi occhi color nocciola.

“Oh certo, e per dirgli cosa? Che doveva sposare me, mandando a scopare il mare tutta la congrega dell’Academia? Io ci sono dentro da un po' come allieva e capisco come funziona. Non cambieranno mai, quello che conta è la rispettabilità dell’istituzione, poco importa dei sentimenti altrui. Persino un matrimonio combinato rientra nei doveri di un mago…” disse lei, ma le ultime parole le si spensero sulla bocca, sovrastate dalla melodia dei musici.

Isabeau sfiorò il viso dell’elfo, suo compagno di ballo, e dondolando i fianchi spostò il peso da un piede all’altro, in attesa del prossimo ballo.

La giovane druida era una delle poche donne presenti al ricevimento di nozze, ad essere scalza e a ballare solo con un pretendente e non con gli altri. In verità Isabeau temeva di dover ballare con lo sposo, e per questo motivo, si era tenuta stretta l’amico e confidente Callisto per tutto quel pomeriggio di danze e balli.

Lo stregone, in elegante tunica nera e lucente, le sorrise, come solo lui sapeva fare, giusto un attimo prima di venire interrotto da una voce alle sue spalle.

“Posso ballare con la vostra dama?” Disse la voce, in tono formale, ma deciso. Ad Isabeau parve di scorgere anche una punta  di gelosia in quella richiesta.

“Certamente, purché me la riconsegni tutta intera” rispose prontamente Callisto all'indirizzo di Vargas, alludendo alle scarse doti di ballo del Mago mezzelfo. 

“So quello che faccio stregone” rispose il Mago un po' stizzito.

“Ne dubito, comunque prego, è giusto che un così bel fiore possa essere apprezzato anche da altri, persino da chi non vede oltre il proprio naso” Callisto non si era risparmiato, punzecchiando il suo eterno rivale, e nello stesso tempo rivolgendo un complimento esplicito alla giovane Isabeau, che per tutta risposta guardò altrove per nascondere l’imbarazzo.

Nel medesimo momento si fece avanti la sposina e chiese un ballo all’avvenente stregone, che accettò di buon grado.

“Un ballo con una così bella sposa non si può rifiutare” ammise lui, con il suo solito fare ammiccante e malizioso.

Vivian arrossì, guardando Vargas, era chiaro che non aveva molta esperienza in fatto di uomini, il mezzelfo la guardò di sfuggita, troppo preso nel guardare lei, un dolce ricordo estivo ammantato d’autunno, quelli erano i colori e le sensazioni che Isabeau rievocava in lui.

Vargas l’aveva amata moltissimo, in un certo senso l’amava ancora, pur avendo appena sposato un’altra, lui riusciva a desiderare solo lei.

“Ditemelo se vi faccio male” Disse lui, mentre con una mano la cingeva sopra la vita, fasciata dall’abito di lino verde scuro.

“Non mancherò” rispose lei, mentre quasi in punta di piedi passava un braccio dietro il collo di lui a toccare la spalla.

Il completo color blu notte che Vargas indossava per l’occasione, composto da tunica e sovratunica lunga, i pantaloni fermati in vita, da una cintura di fattura elfica, e al fondo da eleganti stivali scuri, lo faceva sembrare come fosse un personaggio di un quadro, col viso austero, nobile ed elegante.

“Sembrate come uscita da un dipinto, troppo bella per essere vera…” disse lui, quasi leggendole nel pensiero, mentre le sistemava una ciocca ribelle con le dita.

“Stavo Pensando esattamente lo stesso di voi” disse lei, stavolta guardando il Mago fisso negli occhi.

La musica incominciò di nuovo, tutti presero a danzare, tranne lo sposo e la druida.

“Ma i quadri possono danzare?” Domandò lui, rispondendo a quel suo sguardo nocciola e spaccacuore.

“Per questa volta credo di sì…” rispose lei complice, mentre un fremito d’eccitazione e di attesa la percorreva.

“Allora danziamo, mio dolce falco, almeno finché il nuovo giorno non ti strapperà via da me” 

Vargas ballava, ballava come se fosse solo con lei, come se l'anello che portava al dito non fosse una promessa. Ballava il mago, e il suo cuore sapeva che quello era il posto giusto.

Demone e Falco si muovevano insieme, sfiorandosi appena, consapevoli che il loro fragile amore poteva durare solo il tempo di quella canzone, un’unica ballata che, però,  poteva dare loro l’illusione di durare un’intera vita.

 

 

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Note: piccola One Shot senza pretese, direttamente collegata e conseguente all’altra One shot “The marriage”, e con i miei personaggi di D&D e della “promessa del mago”. Può essere letta tranquillamente come un’originale fantasy-medioevale.

Buona lettura.

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