Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: whitecoffee    20/09/2017    1 recensioni
❝«Ho sempre pensato che il cuore dell’uomo sia diviso in due metà esatte. Una felice, e l’altra triste. Come se fossero due porte, vicine. Le persone possono entrare e uscire da entrambe, non c’è un ordine prestabilito. Ovviamente, molto dipende dal carattere degli individui e dalle relazioni che vengono instaurate. Mi segui?» Domandò, e lei annuì. «Per TaeHyung, uno di questi usci è sprangato. Non si apre più. Costringendo chiunque a passare solo dalla parte riservata al dolore, non importa il tipo di rapporto che intercorra fra lui e gli altri. Perfino io, sono entrato da quell’unica porta. E mi sono rifiutato di uscirne, sebbene lui avesse più volte provato a sbattermi fuori»❞.
❝Tu devi sopravvivere❞.
- Dove TaeHyung impara che, rischiando, spesso si guadagni più di quanto si possa perdere.
assassin!TaeHyung | artist!JungKook | hitman/mafia!AU | boyxgirl
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad, "taewkward".
» Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=92wl42QGOBA&t=1s
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



VII.
Lie



I realize today that nothing in the world is more distasteful to a man than to take the path that leads to himself.




 

Caught in a lie, find back the pure me. I cannot get out of this lie… give me back my smile.
Caught in a lie.
Save me from this hell, I cannot get out of this chaos. Save me, who is being punished.






 
저를 중지하십시오, 나를 인도 해주십시오, 내가 숨을 주시기 바랍니다.
Please stop me, please guide me, please let me breathe. (Run)
 
  
 

TaeHyung s’incamminò per il marciapiede attorno al condominio in cui viveva con JungKook mentre, nella sua testa, idee, ricordi e stralci di conversazioni s’inseguivano come foglie al vento d’ottobre. Nel periodo d’incoscienza di Cyane, egli aveva fatto un paio di ricerche. Sapeva che la guardia del corpo del padre della ragazza costituisse quasi una sorta di figura fraterna, per lei. Aveva dunque lavorato su quella nozione, costruendosi un alibi perfettamente credibile, che avrebbe giustificato la sua presenza in quella casa e la necessaria interruzione di tutti i contatti con la sua vecchia vita. Ma sapeva che non se la sarebbe cavata così a buon mercato, e aveva bisogno di tempo per riflettere. In solitudine.
Quella ragazza sembrava meno svampita di come aveva creduto. Non si era prodotta in urla fuori controllo, né aveva frignato fin dal primo momento, scoprendo di non trovarsi più a casa sua. Gli aveva soltanto rivolto poche domande, necessarie alla sua psiche per costruire un supporto abbastanza solido su cui raggruppare le idee. La sensazione d’interesse che i pochi minuti di conversazione insieme a lei gli avessero risvegliato dentro, avevano avuto il potere di spaventarlo a morte, inducendolo ad infilare la porta e a frapporre quanta più distanza potesse fra sé e quella giovane dai capelli blu, al più presto.
TaeHyung rifletté sul suo stato sociale attuale. Per il direttore del Falco, Park Cyane era morta. Lo stesso valeva per quanto riguardava il Lupo. In quel modo, entrambe le organizzazioni criminali avrebbero potuto agire di conseguenza, andando avanti secondo i loro piani distruttivi. Ma a lui, quello non importava. Doveva far sparire l’identità della giovane nel minor tempo possibile, prima che qualche ficcanaso si fosse immischiato in faccende che non lo riguardavano. Aveva bisogno di nuovi documenti, ovviamente falsi. E doveva fare in modo che il suo aspetto non fosse più così facilmente individuabile, all’interno di una folla. Quei vistosi capelli blu dovevano sparire. E anche il suo nome.
Sfilò il cellulare dalla tasca, digitando rapidamente un numero. Si portò il dispositivo all’orecchio, attendendo che qualcuno sollevasse la cornetta dall’altro lato.
«Monster in linea» scandì una voce profonda, con una pronuncia inglese piuttosto curata.
«NamJoon hyung» precisò TaeHyung, lanciandosi un paio di occhiate alle spalle, accertandosi che il resto dei passanti che camminavano nei suoi pressi, fosse troppo occupato a badare ai propri fatti, per pensare ai suoi.
«Potresti essere un po’ più fantasioso, con i nomi. Io mi sto impegnando, qui» commentò la voce, per poi sospirare dinanzi al silenzio dell’altro interlocutore. «Avanti, cosa ti serve?»
«Documenti. Donna, ventun anni, alta sul metro e sessanta; tratti europei, doppia cittadinanza» descrisse, cercando di essere più esaustivo possibile. Sentì NamJoon prendere nota delle sue istruzioni.
«Non dirmi che ti sei trovato una ragazza, TaeTae» commentò, ridacchiando. Il giovane non si scompose.
«Mi servono il prima possibile, non c’è niente da scherzare».
«Va bene, amico, stavo solo cercando di sciogliere un po’ la tensione. Aish, sei sempre così freddo» ribadì la voce, e TaeHyung richiuse la chiamata senza nemmeno prendersi la briga di rispondere a quella frase. Ecco. Un problema su mille, era risolto.
Successivamente, si diresse al primo supermercato disponibile, ed entrò, procedendo con incertezza verso il reparto di prodotti per capelli. Cercò il colore meno vistoso che fosse disponibile, e le sue dita si strinsero attorno ad una confezione di tintura nero corvino. La maggior parte della popolazione sudcoreana aveva i capelli della medesima sfumatura. Cambiare il tono della capigliatura di Cyane da blu ad ebano, sarebbe stato un grosso passo avanti verso l’omologazione. Pagò ed uscì, chiedendosi ancora una volta per quale ragione stesse mobilitando tutto il suo mondo, per quella giovane. Avrebbe potuto lasciarla semplicemente morire per mano del Lupo, oppure sbarazzarsi della concorrenza, per poi farla fuori nel sonno. Come il suo incarico avesse previsto.
Eppure, qualcosa gli aveva semplicemente impedito di premere il dito sul grilletto, inspiegabilmente. E, da quel momento, aveva continuato a seguire il suo istinto, accumulando un errore dopo l’altro, ritrovandosi con un’inquilina nel suo letto, e una confezione di tintura fra le mani. Aveva perfino chiamato NamJoon, affinché gli procurasse un’identità fasulla nuova di zecca con cui poterla rifornire, per non permetterle di lasciarsi scovare tanto facilmente. Stava probabilmente impazzendo. Doveva essere giunta l’ora anche per lui.

 
 
 
 
 

당신이 나를 믿을 수 있습니까?
Can you trust me? (Hold Me Tight)

 
 

Rientrò in casa e rimase colpito dal caratteristico odore di buono che pervase le sue narici. Era profumo di kimchi. Qualcuno stava davvero cucinando. Richiuse la porta, sollevando un sopracciglio. Raggiunse la cucina, con il suo solito passo felpato ed inudibile, scoprendo JungKook e Cyane alle prese con quella che, molto probabilmente, sarebbe stata la loro cena. Ridevano e chiacchieravano con una certa dose di confidenza, come se fossero stati una coppia di vecchi amici che si rivedeva dopo molto tempo, e decidevano di preparare qualcosa insieme. Si appoggiò al muro con le spalle ed incrociò le braccia, osservandoli con un lieve sorriso dipinto sulle labbra.
Allora, non era rimasta a piangersi addosso nella sua stanza. JungKook aveva esercitato la sua personale magia anche su di lei. Rifletté quanto, alcune persone, fossero dotate di particolari talenti naturali. C’era chi disegnava, chi cantava, chi eccelleva negli sport o nelle discipline scientifiche. Quello del suo coinquilino, era donare una nuova vita a qualunque entità sfiorasse le sue dita, che fossero fiori, oggetti o persone. Era riuscito a ricucire i suoi lembi strappati, e ce la stava facendo anche con quella ragazza dai lunghi capelli blu, legati in una disordinata crocchia sulla testa. Li guardava sorridersi, commentare l’uno l’operato dell’altra.
«E adesso?»
«Devi aggiungere il sale».
«Ma l’ho già messo prima», protestò JungKook, ottenendo di far sospirare la giovane.
«Ti ho detto di fare come ti dico! Chi è la cuoca, qui?» Ribatté lei, poggiandosi le mani sui fianchi e scoccandogli uno sguardo di studiata superiorità. Lui rise.
«Siete passati direttamente al registro informale» commentò TaeHyung, interrompendo quell’idillio culinario. Si voltarono entrambi nella sua direzione, esibendo due espressioni diametralmente opposte.
«Hyung!» Lo accolse il moro, con un sorriso, sventolando una mano nella sua direzione. L’altro gli rivolse un cenno con il capo, e poi spostò il suo sguardo sulla ragazza. Che rimase in silenzio, limitandosi ad abbassare gli occhi e a sistemarsi una ribelle ciocca blu dietro l’orecchio. Indossava dei vestiti puliti, che egli riconobbe come una delle t-shirt bianche di JungKook e il corrispettivo pantalone della tuta, entrambi decisamente troppo grandi per lei. Si sarebbe premurato di fornirle un guardaroba adeguato, in un futuro molto prossimo.
«Cyane noona mi stava insegnando a cucinare» riprese il giovane, indicando le varie pentole sui fornelli.
«Ti chiami Cyane» commentò TaeHyung, e la vide annuire, in silenzio. Quella sua ritrosia lo faceva sorridere: era imbarazzata dalla sua presenza. Probabilmente, a causa dello scambio non proprio amichevole di battute di qualche ora prima. Si prese qualche altro istante per lasciar vagare i suoi occhi su di lei, imprimendosi bene alla mente il modo in cui quelle gote più bianche della luna si tingevano lievemente di rosa. Dopodiché, lasciò la confezione di tintura sul bancone ad isola.
«Appena possibile, dovrai cambiare colore di capelli. Quel blu elettrico, per quanto bello, è decisamente troppo vistoso. E il tuo obiettivo dev’essere quello di passare più inosservata possibile» spiegò. La vide spalancare le palpebre per un breve istante, processando le sue parole. L’espressione che andava formandosi sul suo volto, gli comunicò la totale assenza di entusiasmo per una simile richiesta. Evidentemente, cambiare nuovamente tinta non rientrava nelle sue necessità impellenti. Ma lui non poteva farci niente. Era il prezzo da pagare, per restare in vita.
«Finito con la cena, vorrei che venissi nella mia camera. Dobbiamo cambiare la fasciatura, e controllare che il tuo corpo non abbia rigettato i punti» le disse, e lasciò la cucina. Conscio dell’occhiata circospetta che i due coinquilini si fossero appena lanciati, alle sue spalle.

 


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: whitecoffee