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Autore: NicolaAlberti    21/09/2017    0 recensioni
Prima parte cap. 1-10 "PURGATORIO" - Seconda parte cap. 12 - 21 "INFERNO"
Una storia d’amore impossibile immersa in un’ambientazione surreale dai tratti cyberpunk e dai richiami danteschi. Una minaccia robotica che spinge il protagonista alla paranoia e alla fuga tra i meandri di una labirintica e utopica costruzione babelica che ha sostituito l’antica città di Parigi. La ricerca della verità tra le intricate illusioni di una nuova era tecnologica che ha stravolto il mondo, mentre qualcosa di oscuro e insondabile, un dubbio perenne nella mente del protagonista, continuerà a modificare la sua percezione del reale, costringendolo ad esplorare il dedalo della propria coscienza.
Genere: Introspettivo, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il rumorio frastornante del Dedalus accompagnò, totalmente ignorato, il mio ritorno all'hotel cubilcolare. L'affermazione dell'osservatore risuonava costante nel mio cervello: «identità confermata, anomalia non rilevata», ma più la ripetevo dentro di me, meno la trovavo convincente. Il gatto nero sul nastro, il comportamento di tutte le persone che mi circondavano, il volto allo specchio che non mi apparteneva, la miriade di sensazioni inspiegabili che mi assalivano in continuazione da quando mi trovavo al Dedalus, infine le sei dita della mia mano sinistra. Non c'era analisi genetica che potesse convincermi del fatto che tutto ciò fosse normale. Cos'altro mi sarebbe capitato? Fino a quando avrei potuto mantenere la mia sanità  mentale? Sempre che questi stessi avvenimenti non fossero già  da cogliersi come segnali di una forma di follia che serpeggiava nella mia psiche.

Sentivo la necessità  di trovare il modo di occupare la mia mente e nel contempo bramavo un briciolo di spiegazione logica che sostituisse, o quanto meno confermasse, le mie più buie supposizioni. Quando tornai al mio cubiculum chiesi all'olofono se c'erano messaggi. La risposta negativa che ricevetti non mi sorprese affatto. Mi buttai sfinito sul letto, il materasso si adattò perfettamente alla mia forma senza darmi il sollievo che mi aspettavo e cominciarono a salirmi le lacrime agli occhi. Piansi caldamente, sbuffando come un bambino, sentendo nella maniera più imperante la mia totale solitudine. Non saprei dire quanto rimasi in quelle condizioni, dato che il tempo in quel nuovo mondo, come ho già  avuto modo di puntualizzare, era praticamente inesistente. Non mangiai, non mi lavai ne mi cambiai. Mi alzai con uno scatto deciso, mentre il letto si riassettava in automatico, e mi convinsi che sarebbe stato opportuno visitare la Biblioteca di Alessandria, per affogare i pensieri nella lettura e nel lavoro. Dentro di me covavo l'improbabile speranza di trovare qualche risposta.

La Biblioteca di Alessandria era la più grande raccolta di libri digitali del mondo moderno e si trovava proprio nel Dedalus. Al suo interno era possibile trovare file risalenti direttamente al mondo pre-aggregato e sistemi informatici in grado di leggerli e interpretarli. Durante il periodo della grande digitalizzazione, tutti gli antichi manoscritti della cultura classica e moderna vennero trasformati in versioni anastatiche digitali, accompagnate da sistemi di traslitterazione e traduzione in ogni lingua. A tutela della cultura e del sapere, la maggior parte di questi cimeli di dati non erano disponibili nella rete pubblica, quindi si rendeva necessario recarsi di persona in questi "luoghi di culto", che oramai interessavano solamente pochi esperti del settore e qualche appassionato. Alessandria sarebbe diventata il nuovo punto di riferimento per le mie ricerche linguistiche e letterarie, ma anche questa volta le mie speranze sarebbero state inevitabilmente disilluse.

La struttura si trovava ai piani alti, anche se non propriamente nella vetta di questa torre di Babele. Il tragitto in ascensore mi sembrò interminabile. Mi trovai a sorridere ironicamente, mentre pensavo che avrebbero potuto creare dei piccoli materializzatori per permettere alle persone di teletrasportarsi velocemente dai piani inferiori a quelli superiori. Mi venne un brivido al solo pensiero di dover effettuare un altro trasferimento. Quando le porte dell'ascensore si aprirono mi trovai di fronte ad uno spettacolo incredibile.

La Biblioteca di Alessandria si distribuiva circolarmente, come una sorta di anfiteatro romano. I gradoni che ne costituivano i piani erano evidenziati da brillanti luci colorate che partivano dal suolo. I colori sfumavano, di porzione in porzione, seguendo l'ordine dei vari generi e sotto-generi letterari che vi erano contenuti. Lungo le pareti di ogni piano c'erano degli schermi di lettura: degli ampi ed eleganti vetri sospesi nell'aria. Sulla volta di questo anfiteatro del sapere, veniva perennemente proiettata una spettacolare e nitida veduta del cielo stellato di Parigi. Era uno spettacolo rarissimo in natura, poiché i cambiamenti climatici del secolo appena passato hanno dato origine ad una perenne cappa di nubi che ricopre quasi interamente il pianeta. La presenza umana nella biblioteca era una minoranza. C'erano numerosi droni a forma piramidale che scivolavano da uno schermo all'altro, lentamente e uniformemente. Alcuni sintetici, di fattezze femminili molto sobrie e anonime, facenti sempre parte dello staff della biblioteca, accompagnavano le poche anime presenti, aiutandole nelle loro ricerche. Uno di loro si avvicinò a me. A differenza dei droni e degli artificiali, che sostanzialmente erano macchine programmate per scopi specifici e con funzioni sociali molto limitate, i sintetici erano programmati e ottimizzati per interagire con gli umani, facendo da ponte interpretativo con le altre macchine.

«Benvenuto gentile lettore, il mio nome è Alma 84, come posso aiutarla nelle sue ricerche? Desidera una guida che la delucidi sulle varie sezioni di lettura di Alessandria? Oppure preferisce visitare in libertà  la biblioteca, senza le fastidiose pressioni di una macchina?». Un po' come tutti i robot del Dedalus la sua voce era calma e pacata, ma, a differenza di quelli che avevo incontrato precedentemente, forse anche per la mimica facciale estremamente realistica, la sentii meno finta, meno forzata; sicuramente mancava di quell'effetto scostante che avevo provato di fronte agli osservatori. Riflettei un attimo sul da farsi, non volevo immediatamente indagare sui miei problemi. Avevo bisogno di staccare almeno momentaneamente da quel pensiero. Decisi di proseguire con alcune ricerche che ricordavo di aver lasciato in sospeso prima di venire a Parigi.

«Cerco un testo filosofico del 1600. In realtà si tratta di un testo molto particolare... forse avete una sezione dedicata all'occultismo?». «Oh, ma certo signore! Che argomento affascinante! La sezione dedicata alla filosofia e al pensiero umano è la penultima in altezza». Sorrise in maniera molto naturale. «Un posto appropriato per una materia così elevata, non trova? Un po' come se ad una salita fisica corrispondesse una contemporanea elevazione spirituale». Mi sembrò un'osservazione molto ben centrata ed intelligente. Non mi sarei mai aspettato una simile risposta da un sintetico. Pensai che la capacità di proporre questo tipo di analogie fosse una prerogativa umana e non credevo che una macchina ne fosse capace. Sorrisi anch'io divertito e incuriosito e tentai un dialogo. «Ma certo! è sicuramente uno dei miei maggiori interessi. Anche voi sintetici vi dilettate nello studio del pensiero umano?». Sorrise ancora, ma sorprendentemente, la sua risposta fece trasparire immediatamente quelli che erano i suoi limiti. «Ha ha ha, non mi fraintenda signore, noi non siamo programmati per questo genere di cose. Il nostro compito è fare in modo di accompagnare voi lettori verso l'illuminazione, ma a noi questa possibilità è negata e, ovviamente, non ne sentiamo il bisogno, così come non possiamo realmente comprendere cosa significhi. Tutto ciò che noi diciamo ed elaboriamo non è nient'altro che una simulazione dell'umano, non l'umano stesso». Nonostante avesse appena ammesso di essere una macchina, ero affascinato dalle sfumature di pensiero che era in grado di concepire. Un po' mi metteva tristezza pensare che esistessero persone molto più superficiali di questo sintetico. Purtroppo, la sua complessa personalità non era nient'altro che una finzione molto elaborata. «Se vuole seguirmi...», disse allungando il suo sottile braccio verso una piattaforma magnetica.

Mentre la piattaforma si alzava con una dolce parabola verso il penultimo piano, osservai i piani sottostanti. La biblioteca aveva un sistema di indicizzazione e catalogazione bibliografica molto singolare. Comprendevo ora che la battuta di spirito di Alma 84 era probabilmente legata proprio all'ordine e alla disposizione dei testi all'interno della sala e che, probabilmente, era qualcosa che ripeteva di routine a tutti coloro che chiedevano di vedere dei testi di filosofia. Era come se ogni piano fosse legato ad una sorta di gerarchizzazione del sapere, ma non si riusciva a capire completamente quale dei due estremi fosse ritenuto quello più importante. Se da un lato la filosofia era posta tra i piani più alti, era anche vero che il primo piano era quello immediatamente accessibile all'utente e quindi il più consultato. Per citare solo alcune delle cose che riuscii a cogliere di sfuggita, vidi che alla base c'era l'hobbistica, la manualistica di stampo pratico e gli "How to". Appena sopra c'era la narrativa di consumo. Salendo compariva la sezione dedicata agli sport e al benessere psicofisico. Poi c'erano le arti dello spettacolo, comprendenti: la musica, il cinema, i fumetti, il teatro, etc., quindi la letteratura classica e moderna, la sezione linguistica, le scienze pratiche, le tecniche e la tecnologia, le scienze teoriche etc. Ogni piano era suddiviso in spicchi di diverso colore, ognuno legato a un sottogenere. Nella narrativa di consumo ogni sezione colorata era legata a un genere: narrativa per ragazzi, giallo, horror, erotico, onirico, storico, comico, e via via secondo questa logica. Giungemmo al piano dedicato alla filosofia e svoltammo con un ampio movimento circolare verso una sezione color ambra: l'occultismo.

«Qual è il testo che desidera consultare?», chiese Alma 84. «Il De Occulta Philosophia, di Cornelius Agrippa. Potrebbe visualizzare per me una versione anastatica con traslitterazione latina a fianco, per favore?». «Ma certo!», rispose sempre sorridendo. A quel punto emise un segnale wifi verso uno dei droni. Immediatamente dopo la mia richiesta, vidi la piramide più prossima a noi avvicinarsi e posizionarsi di fronte allo schermo di vetro. Una delle punte si illuminò e vidi comparire un fotogramma digitale della copertina del libro, con un ingrandimento e una risoluzione fantastiche. Non mi fu quindi difficile accorgermi che c'era qualcosa di strano. Il titolo in copertina recitava: «DJ @(%%GHTA PJ892SDPJ8 (?ìè]]». Anche la traslitterazione a fianco era un insieme di caratteri senza senso. Mi sembrò evidente che il file caricato era corrotto o qualcosa del genere. «Mi scusi Alma 84, abbia pazienza, ma il file che ha caricato il drone deve essere corrotto oppure questo terminale è malfunzionante». «Ma ciò non è possibile, mio gentile lettore, a me sembra perfettamente leggibile. Infatti, come da lei richiesto, il testo a fronte recita: "De Occulta Philosophia di Cornelius Agrippa"». Fui immediatamente infastidito dalla cosa, sembrava una presa in giro, tuttavia mantenni la calma e riflettendo risposi: «Alma, probabilmente il suo programma di decriptazione linguistica le permette di interpretare queste stringhe ugualmente, ma questa è una cosa che personalmente, tramite il mio limitato bagaglio umano, non posso fare». «è sicuro di conoscere la lingua in questione?», rispose pacatamente il sintetico. «No, io conosco il latino antico, ma il file che vedo proiettato, ripeto, è in un linguaggio criptato che non riesco a interpretare... comunque... lasciamo stare! Mi mostri, cortesemente, il codice Hamilton 90 del Decameron di Boccaccio». Ci avviammo verso la sezione di letteratura volgare classica, la scena si ripeté identica: il testo era illeggibile. L'unica cosa distinguibile erano i bozzetti dei personaggi disegnati a margine dall'autore stesso. Di fronte alle patetiche scuse del sintetico e alle sue stupide domande di conferma sul mio livello di conoscenza linguistica, cominciò a salire in me un senso di frustrazione. Sentivo in maniera sempre più pesante la distanza tra uomo e macchina. Chiesi di visionare i testi più disparati, per epoca e per genere: il "Simposio" di Platone, "V per Vendetta" di Alan Moore, il "Siddharta" di Herman Hesse, "Il signore degli anelli" di J.R.R: Tolkien, "Esplorando il mondo dei Sogni Lucidi" di Stephen LaBerge, "Le montagne della follia" di Lovecraft, "Lo stretching scientifico" di Thomas Kurtz e "L'arte della guerra" di Suntzu. Tentai anche tra i più banali testi di narrativa contemporanea come, "Anche Dio può sbagliare" di Oolon Colluphid, ma si ripeteva sempre e inevitabilmente lo stesso fenomeno. Mi sembrò quantomeno strano che i pochi utenti che vedevo nei paraggi non lamentassero lo stesso problema. Ero tentato di rivolgere loro la parola per una conferma, ma provavo una certa vergogna per la situazione, un po' come se infondo fosse colpa mia. C'era inoltre una sorta di vago ed inspiegabile presentimento dentro di me, che mi faceva sospettare che quelle persone non esistessero e fossero in realtà una sorta di proiezione virtuale: una simulazione atta a dare la sensazione all'utente di trovarsi in un luogo di studio. Non volevo dipendere da un sintetico per interpretare ciò che vedevo. Il mio scopo era quello di leggere in solitudine e fare le mie valutazioni. Era come se tutti i testi della biblioteca fossero stati corrotti e resi illeggibili da un virus, un tragico incendio digitale. Pensai all'ironia della cosa: il ripetersi delle vicende della storia in contesti con evidenti analogie, ma in forme completamente diverse. Alma mi assicurò che tutti i file subivano diversi backup di sicurezza e che questi venivano opportunamente dislocati al fine di proteggere le informazioni. Tuttavia il problema riscontrato necessitava di un'analisi dall'esterno e non si sarebbe potuto fare niente prima di diverse ore o forse giorni. Cambiai argomento, spostando la mia curiosità su un soggetto che precedentemente era stato escluso dalle spiegazioni del sintetico. «Cosa tenete all'ultimo piano?», domandai ad Alma. Rimase per qualche secondo in silenzio e poi, come se fosse una risposta automatica, disse: «l'ultimo piano è inaccessibile, è una zona riservata». Alzai le sopracciglia, «come? Riservata a chi?». «Al personale del Dedalus», rispose Alma immediatamente. Personale? Di quale personale stava parlando? Se, seguendo il precedente ragionamento di Alma, all'ultimo piano della biblioteca c'era la più alta forma di conoscenza umana, significava che vi si tenevano dei testi di fondamentale importanza (oppure della più inutile specie). Fui mosso da maggiore curiosità . «Serve un permesso speciale? Come si può accedervi?». Dopo qualche secondo di silenzio ripeté meccanicamente la stessa frase precedente: «l'ultimo piano è inaccessibile, è una zona riservata». Dato che, vista la situazione, non sarei riuscito comunque a leggere ciò che di misterioso si celava tra quei testi, lasciai cadere la questione, ma mi ripromisi di tornare in futuro per indagare più a fondo. Volli però chiedere ad Alma se c'era qualche testo o qualche informazione ai quali avrei potuto accedere, almeno in forma acustica o video, che riguardassero il processo di materializzazione. Mi interessava capire se il sistema poteva generare errori o creare problemi fisici alle persone trasferite. «Oh, ma, mio caro lettore, a questo posso tranquillamente rispondere io stessa. I dati genetici vengono automaticamente registrati nel nucleo centrale di materializzazione e possono essere ripristinati a piacimento, seguendo ovviamente le leggi del paese di destinazione. Non può esserci quindi nessun errore irreparabile. Per correggerlo è sufficiente un semplice ripristino, previa verifica genetica e convalida data dagli osservatori». La sua risposta mi fece sobbalzare. «Intende dire quindi che se dovessi riscontrare qualche problema potrei essere automaticamente rimaterializzato?». «Certamente! E le sue memorie, così come il suo stadio di coscienza attuale, non subirebbero alcuna alterazione, poiché lei tornerebbe ad essere semplicemente quello che era al momento del trasferimento». Non potevo credere a ciò che mi era stato appena detto, era una totale e inumana assurdità! «Ma, mi scusi, ci deve essere sicuramente un errore, nessuna delle legislazioni umane lo permetterebbe!». Mentre Alma continuava a osservarmi con un sorriso ingessato continuai: «e cosa dovrebbe accadere alla "copia" materializzata in maniera erronea?». «Ha ha ha, ma è molto semplice, mio caro lettore», rispose Alma, «ogni osservatore che riscontri un errore genetico deve provvedere immediatamente con una dematerializzazione della copia errata». Un brivido mi corse lungo la schiena. In parole povere ogni trasferimento comportava potenzialmente la propria cancellazione e ripristino. Significava morire e rinascere identico a prima, ma in un altro luogo. Significava che da qualche parte, in un computer, c'era un file con l'esatta riproduzione di ogni persona trasferita! Le implicazioni di questo sistema erano assurde. Com'era possibile che venisse approvata una cosa del genere? Ma soprattutto mi sembrava inconcepibile che nessuno si fosse mai posto domande simili alle mie.Perché poi, io stesso, mi ponevo il problema solo ora? Era come se tutte le persone del pianeta fossero sotto una sorta di incantesimo dal quale, per qualche ragione incomprensibile, io mi ero momentaneamente svincolato, riuscendo a vedere la terrificante realtà che vi era dietro. Al momento del trasferimento, una mia copia era stata salvata in un dispositivo, per poter essere in seguito ricaricata e materializzata presso lo Snodo Centrale del Louvre!

Fui colto da un capogiro che mi sbilanciò e quasi svenni. La mia mente continuava a sondare le folli sfaccettature di questa aliena verità . Potenzialmente si parlava di immortalità! Gli stessi ricordi e pensieri di una persona, una volta separati dalla matrice genetica, potevano essere conservati e reintegrati di volta in volta in una copia più giovane. Sarebbe bastato separare i dati fisici da quelli legati alla memoria e alla coscienza. Il processo avrebbe potuto ripetersi in eterno! Ma chi era colui che aveva in mano tutto questo? Se c'era questa possibilità , significava anche che, questa persona o entità , poteva decidere di cancellare una qualsiasi anima e reintegrarla a piacimento in uno stadio precedente, senza che la persona in questione avesse la minima percezione di essere stata letteralmente e fisicamente manipolata!

Sentii che stavo scavando in qualcosa di estremamente pericoloso. Non ero al sicuro. «Si sente bene?», chiese Alma con una leggera nota di preoccupazione. Risposi di sì, quasi automaticamente, ma nel frattempo il mio sguardo era perso nel vuoto. Possibile che tutto ciò mi venisse rivelato con tale leggerezza? «Ne è sicuro? Mi dà l'impressione di essere sconvolto», aggiunse Alma 84. Cercai di ricomporre la mia espressione. «No, no, non si preoccupi, solamente non mi sono dovutamente rifocillato dopo l'ultimo viaggio, niente di cui preoccuparsi... la ringrazio... passerò a breve per verificare i testi di cui abbiamo già  discusso». «Ma certo! Le prometto che quanto prima cercheremo di correggere l'errore di sistema, così potrà svolgere le sue ricerche con più efficacia. Arrivederci!». Il sorriso ingessato di Alma 84 ora mi sembrava sempre di più una maschera che celava macchinazioni e ipocrisie inaudite. Probabilmente l'unico errore che avrebbero corretto sarebbe stato la mia scomoda esistenza. Mi avrebbero eliminato e avrebbero cancellato ogni ricordo di questo dialogo!

Tornando a casa evitai le vie principali e mi guardai in torno paranoico, come un ladro colto in flagrante. Iniziavo a pensare che, dopotutto, ciò che mi era capitato fino a quel momento, non fosse legato a una mia particolare condizione o a qualche errore di trasferimento, bensì a un mondo che era cambiato seguendo le direttive di un'entità maligna che aveva creato delle leggi abominevoli. Il problema non riguardava tanto me come singolo individuo, ma qualcosa di molto più grande e terribile: un'indicizzazione e digitalizzazione dell'umano! 

Dovevo trovare Amal.

 

   
 
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