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Autore: EmLy28    21/09/2017    0 recensioni
Louis significa "combattente", colui che cade, ma che ogni volta si rialza, sempre più forte di prima. Eppure non sembra essere così, almeno per lui. Per Harry invece è il ragazzo più forte che abbia mai incontrato...semplicemente ha solo bisogno di qualcuno che abbatta quel muro, con cui si è sempre protetto e far di lui il combattente che è, aiutandolo a costruirsi un'armatura. Harry ne sarà in grado?
"Si decise che doveva buttare giù quel dannato muro che lo divideva da Louis, che avrebbe fatto di tutto, perchè dietro un muro non si può stare da soli o prima o poi, il muro crollerà insieme a te. "
"-ti fidi di me?- gli chiese Louis, non staccando il contatto. Sembrava che i loro sguardi si fossero ancorati.Nessuno poteva rompere quell'atmosfera magica che si era creata, nemmeno le sue paure infondate. Come poteva avere paura lui e Louis no? Con tutto quello che aveva passato, non avrebbe dovuto nemmeno avere la forza di farsi toccare di nuovo, eppure eccolo li, il più coraggioso tra loro. Un guerriero.
-mi fido di te- sussurrò."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Harry si trovava sul divano di Niall, mentre l'amico gli stava preparando un the caldo.

-io non so più che fare, quel ragazzo è impossibile- borbottò, affondando di più nel divano.

-non devi mollare con lui, è fatto così, ha bisogno di qualcuno che gli stia sempre addosso- gli spiegò Niall.

-ma non posso sempre andargli dietro!- esclamò il riccio.

Il biondo sospirò. -proverò a parlarci io, okay? Ma perchè avete discusso? -

ed in quel momento Harry si ricordò di non avergli ancora detto nulla riguardo il viaggio in Italia. Oops.

-e-ecco c'è qualcosa..che forse non ti ho detto- balbettò, cercando di evitare gli occhi dell'amico.

-Harry Styles!- Battè un pide a terra, attirando la sua attenzione. -cosa mi stai nascondendo?- gli chiese accusatorio.

-forse,tra meno di tre settimane potrei, ecco, partire per l'Italia, per lavoro- mormorò, nascondendo il viso nel cuscino.

Non sentendo Niall reagire in qualche modo, magari urlandogli contro o lanciandogli addosso oggetti, abbassò leggermente il cuscino, giusto per far uscire gli occhi e vide il biondo con la bocca spalancata.

-mi dispiace- sussurrò.

Niall si riscosse e la sua espressione passò da sorpresa a sconvolta ed arrabbiata, molto arrabbiata.

-tu mi hai nascosto una cosa del genere?! E perchè mai!?- esclamò, stando in piedi davanti a lui.

-giuro che volevo dirtelo, ti avevo chiamato lo stesso giorno, ma poi eri con Louis, così...- borbottò nella federa del cuscino.

-metti giù quel robo, che così sembri un bambino!- lo sgridò Niall e subito lui eseguì, riappoggiando il cuscino al suo posto.

-hai avuto un sacco di giorni per dirmelo!- continuò furioso. - cazzo Harry, non puoi uscire con ste cose come se fosse niente- cercò di calmare il tono ed il riccio lo ringraziò per questo: non gli erano mai piaciute le persone che gli urlavano contro e poi quel giorno ci aveva già pensato Louis.

-magari mi sarebbe piaciuto che ti confrontassi anche con me, per la decisione- e ora era deluso. Bene, un Niall deluso nessuno desidererebbe trovarselo davanti, sopratutto se era deluso proprio di te.

-mi dispiace..- ripetè Harry. Non sapeva che altro dire, non aveva scuse. -mi perdoni?- gli chiese, facendogli la faccia da cucciolo, sperando in una sua affermazione.

Niall sospirò, per poi andarsi a sedere di fianco a lui.

-tu sei il mio migliore amico Harry, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere- Niall diceva sempre la verità ed era una qualità che Harry apprezzava molto. Non girava troppo intorno ai concetti, te li diceva chiaro e tondo, subito. Quando si sentiva di dirti grazie, te lo diceva, ma anche quando c'era bisogno di una critica, non sprecava tempo. Era un amico davvero fantastico e sincero, e non era nell'intenzione di Harry perderlo così facilmente.

-scusa se non ho chiesto un tuo parere... è un' occasione imperdibile, potrebbe far crescere di molto la mia carriera- si scusò di nuovo e gli spiegò il perchè aveva accettato.

Niall si voltò verso di lui. - tu non vuoi davvero questo, non vuoi la fama, la ricchezza, almeno non in questo modo, non in questo mondo. È per questo che non mi hai detto nulla? Perchè sapevi che ti avrei fatto ragionare, pensando al tuo bene?-

ed ecco un'altra qualità di Niall, sapeva cosa passasse per la testa del ragazzo, sempre. Harry era un libro aperto per lui. Sapeva colpire i punti giusti e fargli cambiare totalmente idea, riportandolo sulla retta via ogni volta. Ma questa volta, non poteva fare nulla, perchè Harry non poteva, non voleva fare nulla.

Harry annuì, con lo sguardo rivolto alle sue mani.

-spero che un giorno, potrai capire che la cosa più importante è la tua felicità, nient'altro- gli disse a bassa voce, sincero.

* **

-quindi fra tre settimane non ci vedremo più?- chiese Niall con il broncio. L'atmosfera si era rilassata ed ora stavano mangiando una pizza in cucina.

-no! Ti verrò a trovare e tu verrai da me, assolutamente- annuì forte il capo, per sottolineare la frase. L'unico motivo per il quale sarebbe potuto non partire, era proprio Niall. Non si era ancora abituato a vivere da solo, senza la sua presenza in giro per casa, ma essere dall'altra parte del mondo, era completamente differente.

-quanto starai via?-

Harry alzò le spalle. - dipende come va, sicuramente tre mesi e poi tutto sarà nelle mani del destino-

-è per questo che avete discusso tu e Louis quindi?- sembrava che gli stesse facendo l'interrogatorio.

-esatto. Lyana ha offerto anche a lui quest'opportunità e poi, ieri mi invia un messaggio dicendomi che non può partire- gli spiegò la situazione, raccontandogli meglio cos'era successo dopo pranzo.

-e poi non capisco perchè un attimo prima è tutto sorridente ed allegro ed un attimo dopo, torna depresso ed apatico a tutto- concluse.

Niall sgranò gli occhi. -che c'è?- gli chiese Harry. Il biondo finì di mandare giù il boccone di pizza, bevette un sorso d'acqua e poi si voltò verso di lui.

-Harry, è ovvio che con la sua famiglia non può tenere il broncio tutto il giorno. Se si facesse vedere triste , o apatico come dici tu, le sue sorelline ne risentirebbero. Poi quando non è con loro, boom, tira giù la maschera-

Harry lo fissò, sconvolto: come aveva fatto a non capire subito la situazione? Era ovvio che Louis fosse molto più allegro in presenza delle sue sorelle, se no non sarebbe un bravo fratello

-ma si vedeva che era falso, come fanno a non accorgersene?-

-Lottie l'ha capito, anche fin troppo bene...- disse Niall, tirando un sorriso triste. Harry avrebbe voluto tanto chiedergli cos'era successo, ma preferì rimandarlo.

-fizzy invece è troppo impegnata a messaggiare con i suoi amici e quindi lo ignora, ma sa anche lei. Le piccole invece sono ancora troppo ingenue e Louis sa recitare molto bene- continuò Niall.

-bhè, non è giusto- disse Harry. -nessuno dovrebbe fingere con la propria famiglia-

Niall annuì, ma poi sospirò.

-se Louis non cambia idea riguardo al viaggio, che succede?- chiese Niall dopo una manciata di minuti di silenzio.

-Louis ha un contratto con Lyana, quindi se non parte con lei, il contratto si annulla-

-e quindi si ritorna alla situazione precedente- concluse il biondo ed Harry annuì.

-senti...-cominciò Niall. Gli si era illuminata la lampadina ed il riccio sperò che fosse una buona idea. - ma se vi portaste Daisy e Phoebe con voi in Italia? Tanto per la scuola materna non rimangono indietro, in più starebbero lontane da quella casa e cambierebbero aria. Louis non si dovrebbe preoccupare e passerebbe le giornate con loro- alzò le spalle, come se non fosse nulla di che.

-okay...- disse Harry non molto convinto. - non sono per niente sicuro che possa funzionare, ma ne parlerò con Louis-

non era sicuro nemmeno lui di quell'idea. Come sarebbero riusciti a badare a loro, lavorando tutto il giorno? E poi, Harry non era pronto a gestire due bambine tutti i giorni, sopratutto dopo lunghe giornate passate a lavoro.

dopo cena, Harry salutò Niall e poi si incamminò verso la stazione. Gli piaceva camminare nel buio della notte, mentre tutto il resto dormiva. Restare solo a pensare, senza che niente potesse disturbarlo, era una cosa che ogni tanto ne sentiva il bisogno. Ripensò alla sua vita, alle decisioni sbagliate che aveva preso, per lui, ma giuste per altri. Pensò a Louis e a quel sorriso falso che gli incorniciava il viso, eppure che riusciva a far felici le persone attorno a lui. Ma lui l'aveva notato e si era sentito male. lui aveva notato tutta la verità che c'era dietro quella bugia. Una semplice bugia, una maschera, che riusciva a far cambiare così tanto gli umori degli altri.

Non riusciva a capirne il motivo, ma sentiva dentro di sé questo costante desiderio di riuscire a far ritornare quel sorriso, che Louis gli aveva donato il giorno prima inconsapevolmente.

Arrivò a casa che Gemma era già a letto e l'appartamento era avvolto dal silenzio. Si cambiò e si mise a letto, pensando alle parole da dire l'indomani a Louis, per fargli cambiare idea. Si addormentò con questi pensieri in testa, ma venne svegliato da un suono fastidioso. Mugugnò qualcosa, sperando che la smettesse di rimbombargli nelle orecchie, ma sembrava proprio intenzionato a svegliarlo. Socchiuse un occhio e quando vide che era il cellulare, sbuffò, affondando la testa nel cuscino.

Conosceva solo una persona che poteva chiamarlo a quell'ora, ed era Louis. Niall aveva bisogno della sua dose di sonno e non si sarebbe svegliato nemmeno se una banda fosse entrata nella sua camera e avesse cominciato a suonare, compresa di trombe e coro.

Avrebbe tanto voluto lanciare il cellulare contro il muro, oppure rispondere e mandarlo a quel paese, ma in mente aveva quella chiamata, quando Louis sembrava così fragile e bisogno di aiuto.

-pronto?- rispose con voce rauca. - mi dovrai spiegare questo diamine di vizio di chiamare a quest'ora- biascicò qualche parola, ma dette la colpa al ragazzo che aveva interrotto il suo sonno.

-sono in stazione...puoi venirmi a prendere?- mormorò Louis. Il riccio ci mise un secondo per riconoscerlo, non sembrava nemmeno lui. Aveva una voce così...esausta e scossa.

-intendi alla stazione, da me?- chiese incredulo Harry.

-si, io n-non so...-disse tremolante, ma la voce gli si ruppe prima di finire la frase.

-aspettami li, arrivo- e in un attimo era sveglissimo. Non sapeva che stava succedendo, ma Louis aveva bisogno di lui. Stava male, questo era ovvio, nessuno poteva dire che era solo una crisi da quella voce, c'era qualcosa di più.

Non avendo la macchina, Harry chiamò un taxi. Se Louis era solo per metà nelle condizioni in cui si poteva capire dalla sua voce, non poteva certo andare a piedi fino a casa sua.

Appena la macchina si fermò a destinazione, disse all'uomo alla guida di attenderlo ed uscì di corsa.

Entrò nella stazione, ma non vedendo nessuno, uscì. Mentre riprendeva fiato, si guardò in giro e finalmente il suo sguardo si posò su una figura accucciata su una panchina, al buio.

Se non fosse stato sicuro che quello fosse Louis, sarebbe corso più lontano possibile.

Si avvicinò trattenendo il fiato, lentamente.

-ho pensato a me stesso- soffiò lui, probabilmente sentendo la vicinanza del riccio.

Harry storse le labbra a quella frase, non capendo, ma poi gli tornò in mente le parole che gli aveva rivolto quel pomeriggio.

"-pensa anche a te stesso qualche volta-"

Dopo che il silenzio incombette su di loro, Harry decise che era meglio spostarsi da li, sopratutto perchè stava cominciando ad avere freddo.

-c'è il taxi che ci aspetta, andiamo a casa mia- gli disse e lo vide alzarsi e seguirlo, con la testa bassa.

Per tutto il tragitto, Louis tenne lo sguardo voltato verso il finestrino e quando arrivarono, uscì subito dall'abitacolo, fermandosi sul giglio della strada, aspettando che Harry gli facesse strada. Il riccio pagò l'uomo e lo ringraziò, poi andò verso casa sua.

-mia sorella dorme- lo avvisò quando si trovarono davanti alla porta. Aprì e lo fece entrare. Louis non aveva aperto bocca da quella frase e la situazione stava cominciando ad essere imbarazzante.

Harry accese la luce, voleva vedere gli occhi del ragazzo per capire se in quel momento c'era o meno il muro innalzato.

-alza il viso- gli sussurrò. Louis sembrò tentennare, ma poi eseguì.

Harry sgranò gli occhi. -cos'è successo?- gli chiese, riferendosi all'occhio nero che si ritrovava.

-nulla- mormorò lui, riabbassando il viso.

Il riccio si avvicinò e lo prese per il mento, congiungendo i loro occhi. Verde e azzurro.

-è-è stato tuo padre?-

Louis si allontanò con uno scatto. -che ne sai tu di mio padre?- gli chiese accusatorio.

Harry scosse la testa. Gli era scappato, non voleva che lo venisse a scoprire. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare di quella storia, ma non in quel momento.

-è stato lui? Louis, parla – lo implorò quasi.

Lui annuì una volta. Harry non perse tempo: gli prese il polso e lo tirò fino al bagno, dove lo fece sedere sul bordo della vasca e – aspetta qui- gli disse, prima di uscire dalla porta e rientrare con le mani piene di batuffoli di cotone, ghiaccio e disinfettante.

-non ce n'è bisogno- disse Louis, ma Harry lo zittì subito. Prese del cotone, lo imbevette di disinfettante e cominciò a tamponare la parte lesa.

Louis mugugnò qualcosa dal dolore.

-scusa- gli disse Harry sincero, ma senza fermarsi. Dopo aver finito, gli mise in mano il ghiaccio e Louis se lo mise sull'occhio.

-ti ha fatto male da qualche altra parte?- gli chiese, quasi sicuro della risposta.

Louis scosse la testa.

-Louis, ti sto aiutando. Dove ti ha fatto male?- ed ora la domanda la pose come un ordine. Capì subito che stava fingendo: stava diventando bravo a conoscere ogni suo dettaglio e movimento. Quando diceva una bugia, i suoi occhi si sgranavano leggermente e diventavano opachi.

Il ragazzo abbassò la testa. Tirò su lentamente la maglietta, scoprendo il fianco e una parte della schiena.

Harry trattenne il respiro. Sul fianco si stagliava un grosso livido e sembrava che avesse graffiato contro qualcosa, mentre sulla schiena, intravedeva dei graffi, alcuni rossi e altri in fase di guarigione.

Gli si inumidirono gli occhi, osservando quei segni: aveva paura della causa.

Prese un batuffolo di cotone e con mano tremante, lo passo sul fianco. Avrebbe voluto prendersi cura anche di quei graffi, che deturpavano quella pelle così chiara, ma non poteva. Era sicuro che se l'avesse fatto, sarebbe crollato e non poteva essere debole davanti a lui, non se era in quella condizione.

Mise una garza sul livido e poi gli tirò giù la maglietta, cercando di ignorare la schiena.

Finito,lo accompagnò nella sua stanza, gli diede in mano una delle poche tute che teneva nell'armadio e gli disse di sistemarsi.

Harry invece andò in balcone, a prendere una boccata d'aria. Si calmò, si disse che doveva essere forte, che Louis aveva bisogno di lui. Aurora miagolò, come per attirare la sua attenzione. gli si strusciò sulla gamba, così lui si abbassò e le accarezzò la testolina. Si convinse a non pensare a quei graffi e dopo aver preso un grosso respiro, rientrò. Mancavano ancora alcuni passi per entrare in camera, quando sentì dei singhiozzi.

Anche se non lo conosceva da molto, sapeva che tipo era Louis. Era quel tipo che non mostrava a nessuno le sue emozioni e che non piangeva mai, eppure in quel momento gli sembrava di non conoscerlo proprio.

Entrò nella stanza e lo vide rannicchiato su se stesso, seduto sul materasso.

-ehi- sussurrò, per non farlo spaventare,ma sussultò comunque e lo guardò: aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.

Harry ebbe un tuffo al cuore a quella scena. Si avvicinò e si sedette anche lui, ma più distante possibile, avendo paura che potesse andarsene.

-ho lasciato Phoebe e Daisy li- disse tra i singhiozzi, poi riprese dopo qualche attimo di silenzio -gli avevo promesso che non le avrei mai abbandonate, invece l'ho fatto-

Harry rimase qualche secondo immobile, avrebbe voluto abbracciarlo, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire, così si limitò ad avvicinarsi di poco.

-non le hai abbandonate, ci sono le altre tue sorelle a badare loro-

lui annuì e tirò su col naso. - ora riposati e poi domani le andremo a riprendere, okay?- gli chiese conferma e lui annuì di nuovo. Solitamente, non avrebbe accettato tutto così, anzi, sarebbe saltato in piedi e avrebbe cominciato ad urlargli che lui non poteva sapere, non poteva capire e che se diceva che le aveva abbandonate, le aveva abbandonate. Ma quel Louis, che si trovava sul suo letto, non era il suo Louis. Anche se lo odiava quando faceva il presuntuoso e lo stronzo, lo preferiva mille volte così, piuttosto di come si trovava ora.

Lo osservò mentre si sdraiava sul letto, prendeva le coperte e si nascondeva in esse.

-dormi qui?- chiese ad un certo punto.

-il divano è comodo, tranquillo- gli rispose Harry, dirigendosi verso la porta.

-dormi qui- e questa volta non era una domanda.

Il riccio ne rimase sorpreso, mai avrebbe pensato che Louis potesse dire frasi del genere.

In silenzio, si rimise il pigiama e poi si sdraiò dall'altra parte del letto.

Louis stava ancora tremando per il pianto, Harry lo osservò, finchè il ragazzo non alzò la testa.

-ho pensato a me stesso, solo a me stesso e non alle mie sorelle- sussurrò.

-le tue sorelle stanno bene- lo rassicurò il riccio. -e se pensi che hai sbagliato ad andartene da li solo per un po', allora non pensi solo a te stesso-

Harry pensò cosa avrebbe fatto lui in una situazione del genere. Probabilmente se ne sarebbe andato, per sempre, o avrebbe ceduto,non sopportando tutto quel male e quel peso.

-sei forte Louis, più di quanto tu creda- gli sussurrò, ma quando si voltò verso si lui, vide che aveva già gli occhi chiusi e che il respiro si era regolarizzato ed era più pesante.

Osservò il suo viso, che ora aveva un'espressione più serena, anche se notò che sulla sua fronte aleggiava ancora qualche rughetta. Alzò la mano e passò le dita su di esse, che subito si distesero.

Gli spostò anche un piccolo ciuffo di capelli che gli copriva un occhio, sorridendo: da sveglio, non si sarebbe mai permesso di compiere un tale gesto.

-buonanotte Louis- gli mormorò, per poi girarsi e finalmente poter dormire.

Venne svegliato da una mano sulla sua spalla, che continuava a scuoterlo. Capì che non era giornata per il suo sonno. Socchiuse gli occhi e la luce che veniva dalla finestra lo colpì. Si portò un braccio agli occhi e poi guardò chi aveva davanti. In piedi davanti a lui, c'era Gemma, che lo guardava con un sorrisino e un sopracciglio alzato. -mi spieghi che ci fa Louis nel tuo letto?- sussurrò ed Harry capì che il ragazzo stava ancora dormendo.

-fuori di qui, arrivo- gli disse e la guardò chiudere la porta. Harry si girò e si ritrovò il viso di Louis a pochi centimetri di distanza.

Sorrise.

Ogni mattina si svegliava con il broncio, mentre spegneva quell'allarme fastidioso che lo riportava alla realtà, mentre quella mattina, dopo così tanto tempo, riuscì a sorridere di nuovo,pronto ad iniziare una nuova giornata forse diversa dalle solite.

-grazie- sussurrò a Louis.

Si alzò cercando di non fare rumore e uscì dalla stanza, socchiudendo la porta.

-Louis è nel tuo letto! Oh mio dio! Devo chiamare subit- Harry venne travolto da sua sorella, che cominciò a straparlare, fino a che lui la bloccò, tappandole la bocca.

-non so chi devi chiamare, ma non c'è nulla da raccontare. Calmati- le disse, per poi abbassare la mano.

-non avete fatto nulla nulla?!- esclamò con voce delusa, facendo sporgere il labbro inferiore. Harry scoppiò a ridere.

-no sorella, scusaci. La prossima volta vedremo di rimediare per te – le fece l'occhiolino, per poi andare verso la cucina, per preparare la colazione a Louis.






°° °°°°°°°°

chi ama Louis quanto me? 

okay, nuovo capitolo e nuove scoperte! commentate e fatemi sapere cosa ne pensate fino a questo punto ;)

al prossimo capitolo,

-EmLy


   
 
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