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Autore: SaintPotter    21/09/2017    4 recensioni
“ Lo scarlatto scoppiettio delle fiamme era ciò che di più vivo albergasse nel maniero. Il fuoco, alimentato dalla legna del caminetto, sembrava ardere, producendo quei brevi rumori ripetuti, ma non bruciava veramente. Era estate ed in quella stagione qualcuno si disturbava a lanciare l’Incantesimo Freddafiamma al focolare. Le fiamme non avevano il fine ultimo di riscaldare le pelli diafane degli abitanti del maniero, ma i loro cuori. Sempre che qualcuno, lì, avesse un cuore. ” ( ... ) “ Albus Potter era il fratello che Scorpius Malfoy non aveva mai avuto, era più lui la sua famiglia che Draco Malfoy. Era tutto, o quasi. Perché c’era qualcun altro. O meglio, c’era stato, ma poi era successo un disastro. Uno di quei disastri che parevano irrisolvibili. Un disastro gigante. E così Lily Potter si era ritrovata a diciassette anni incinta della figlia di Scorpius Malfoy ed ora, due anni ed un mese dopo, i due nemmeno si parlavano. ” ( ... ) “ Tutti soffrono. ” ( ... ) #TeamScorily.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Everybody hurts

SaintPotter
 
 
 
 
 


5
 


 
Alexandra Potter era una bambina di due anni dai (tanti, troppi) capelli biondo fragola che portava lunghi già sino alle spalle, lisci quanto la sua candida pelle, chiara poiché gli inglesi non si smentivano mai, e dagli espressivi occhi grigi. Non era un grigio spento, quello dei suoi occhi. Era un grigio luminoso. Un grigio che avrebbe potuto colorare un mondo privo di colori. Un grigio pieno di vita. Lo stesso grigio che colorava le iridi di Scorpius Malfoy nei suoi tempi migliori (leggasi “quando lui e Lily si amavano alla follia”). Dalla madre, Alexandra avrebbe presto ereditato le lentiggini, ma per quelle bisognava aspettare i cinque o sei anni. Nel frattempo, da lei, che l’educava insieme alla famiglia che soleva darle una mano, aveva preso la curiosità, il carattere gioioso, l’allegria sempre presente nello sguardo persino nei terribili due anni, il periodo più temibile per i genitori in quanto era praticamente come se i figli avessero il ciclo costantemente. Era una bambina dolce, ma era anche abbastanza scalmanata e con lei i capricci erano all’ordine del giorno. Nonostante tutto, era adorabile e persino Lord Voldemort non sarebbe riuscito a resistere alla sua tenerezza. (O alle sue grida acute, Merlino!)
Alexandra Potter, chiamata da tutti soltanto Alex, in realtà era una Malfoy. Legalmente, c’era stata una lotta già prima della sua nascita per farla essere una Potter, poiché Scorpius non avrebbe fatto il padre, così tutti avevano vinto, tranne lui. Persino e soprattutto Draco Malfoy aveva vinto contro il figlio. Era stato semplice per gli altri vincere: i due nemmeno erano sposati, non bastava il fatto che fosse stato “convinto” il biondastro a non riconoscere la bambina come sua. Anche se tutti, ovviamente, sapevano che Scorpius era suo padre, e lo sapeva la stessa Alex. Per quanto una bambina di due anni potesse capire.
Non solo era una Malfoy, ma avrebbe dovuto chiamarsi Lyra Astoria secondo uno Scorpius estremamente dolce, probabilmente grazie ad un drink alcolico al gusto di fragola, lo stesso sapore delle labbra di Lily, che a diciassette anni e mezzo se ne era uscito dicendo che la loro figlia, un giorno, avrebbe preso quel nome. Lily aveva ribattuto dicendo che quel nome facesse davvero schifo e che per sua figlia, un giorno, avrebbe scelto un nome più normale. Scorpius si era ribellato dicendo che fosse tradizione per i Malfoy (o così sembrava) avere almeno un nome di una costellazione, anche se lei gli aveva riso in faccia. Allora aveva aggiunto che non importava, ma che volesse il nome di sua madre per la bambina. Anche Lily quindi, dopo aver gonfiato le guance come una bambina, aveva improvvisamente deciso che il secondo nome di sua figlia sarebbe stato Ginevra, quello di sua madre. Alla fine si erano arresi concludendo che magari avrebbero avuto un maschio. Oppure non avrebbero avuto mai figli. Chi lo sapeva, loro quella volta erano brilli e non volevano davvero dei figli. Erano solo ragazzi che si divertivano a pensare al futuro.
Buffo, comunque, che ebbero davvero una figlia insieme, anche se per sbaglio. Buffo che Scorpius Malfoy finì proprio a fare sesso con Lily Potter. Quando avevano rispettivamente sedici e quattordici anni, non sembravano molto propensi a ciò.
«E ora che cazzo vuoi?» aveva sbottato lei, stanca delle prese in giro dell’amico di suo fratello. Le sue braccia erano incrociate sul petto ed aveva appena soffiato con rabbia contro una ciocca di capelli che era andata a coprirle il viso. Scorpius aveva ancora il suo grosso dito puntato contro il petto di lei, era scioccato. Ovviamente, era tutta teatralità.
«Che hai qua?»
«Non ci casco, Malfoy» aveva risposto Lily, credendo che lui le avrebbe fatto chissà quale scherzo infantile su una macchia che in realtà non aveva sulla sua maglietta. E ci era cascata comunque, infatti aveva abbassato gli occhi. Lui finalmente aveva parlato.
«Niente! Neanche l’ombra di un paio di tette.»
Lei nemmeno l’aveva vista la sua espressione scioccata per finta, a cui sarebbe seguito un ghigno divertito, ché in un secondo quella era già sparita, la Potter aveva dato un pugno in faccia al ragazzo. E poi, ovviamente, gli aveva urlato qualcosa come «vaffanculo, stronzo!»
Perciò… già, Lily e Scorpius si amavano alla follia. E da loro era nata questo mix perfetto che era Alex, nessun secondo nome, né Ginevra, né Astoria. Né alcuna costellazione da Malfoy con la puzza sotto al naso. Anche se, con gli anni, Lily aveva imparato che la puzza sotto al naso non ce l’aveva davvero, Scorpius. Lui era migliore di quanto lei stessa pensava. E lo amava. E ora del loro amore non sembrava essere rimasto niente, se non una bambina.
Scorpius era alla Tana da ormai un’ora. In un primo istante, Molly Weasley l’aveva guardato male, ma in quello dopo era stato Albus a guardarla male e lei si era arresa ad un sorriso. Aveva lasciato la bambina al padre e questo si era messo ad interagire finalmente con lei, lasciandosi trascinare da questa in giardino. Lo zio e la bisnonna si erano alla fine rintanati in cucina, perché che Albus Potter avesse costantemente lo stomaco vuoto lo sapevano tutti, così come tutti sapevano che con le nonne ci fosse sempre troppo cibo in giro. E lei continuava ad offrire al nipote dolci e nemmeno il mal di pancia lo fermò dal chiederne o accettarne altri.
«Papà! Papà, il fiolellino!» esclamò con gioia la piccola, piegandosi goffamente per raccogliere una margherita dal terreno. Scorpius le sorrise e la fermò in tempo, piegandosi sulle ginocchia pure egli.
«No, Alex» le disse dolcemente, «non staccare il fiorellino! Lasciamolo vivere!»
La bambina lo guardò incerta, così il padre decise di spiegarsi, un misero «i fiorellini muoiono se li stacchi dal terreno!», ma poi decise di sorridere anche lei, che sembrò capire, allontanando la manina dalla margherita e posandola sulle proprie labbra.
Scorpius afferrò con delicatezza quella mano minuscola con le proprie dita prima che la piccola potesse infilarsela in bocca. Cosa che faceva spesso con qualsiasi oggetto, ma si sa!, i bambini nella fase orale si mettevano in bocca di tutto! Alex strinse con la poca forza che aveva le dita del padre e lo usò come ancora, dopodiché, tenendosi in equilibrio grazie a lui, iniziò a saltellare. La sua attenzione in un attimo non fu più sul fiore, anche se si sarebbe potuta ribellare, poiché la madre non le diceva mai di non coglierlo, anzi lo coglieva o lo posava trai capelli biondo fragola della figlia, o insieme facevano “m’ama, non m’ama”, ma per Alex riusciva sempre a far finire i petali con “m’ama”, dicendole che lei, la mamma, l’amasse tanto. Continuò a saltellare e Scorpius dovette tirarsi su per stare meglio in equilibrio, poi lei lo trascinò in giro per il giardino e lui, giusto un tantino curvo, la seguì senza opporsi. Si lasciò trascinare di qua e di là con un sorriso sulle labbra che nessuno avrebbe saputo se definirlo “felice” o “nostalgico”. Lei lo chiamò tante volte “papà” ed il suo cuore, intenerito, poté soltanto fare tanti salti di gioia, energici come i saltelli della piccola.
Questa smise di dire “papà” solo quando, ad occhi sgranati, lasciò la sua mano sicura e corse in avanti esclamando, sempre con gioia, “mamma!”
Lily era arrivata con un’ora di anticipo.
Scorpius sentì qualcosa rompersi, dentro di lui. Forse, semplicemente, il cuore aveva fatto un salto troppo rischioso ed ora era caduto, s’era ferito. Però aveva ricominciato a battere velocemente in fretta, s’era ripreso o ciò era quello che voleva far sembrare. Non s’era ripreso sul serio. Batteva non perché fosse divenuto più forte. Batteva perché se non l’avesse fatto, se avesse smesso, forse non avrebbe ripreso a farlo più.
Il suo sorriso si spense, le labbra furono dischiuse per un attimo per la sorpresa di vederla e l’imbarazzo. Loro non dovevano vedersi. Loro si odiavano. O meglio, lei odiava lui e lui spesso fingeva di odiare lei. Non era però un odio di quelli tra ragazzini, sapete, quando tutti dicevano “ah ah!, guardate che chi si odia si ama!”, no! Quello era un odio che era nato dalla delusione, dopo tanti anni di amore. Respirò forte ma senza far rumore, guardando la piccola che ora saltava in braccio alla mamma. Lily non sembrava scioccata, forse lei lo era stata già qualche attimo prima e lui neppure si era accorto della sua presenza. Perché ne era sicuro: anche lei doveva aver perso  un battito nel vedere Scorpius alla Tana. Sì, ne era sicuro. Completamente. Forse non per amore, ma per rabbia. Perché Lily Potter era rimasta così delusa da lui, così piena di ira, che aveva smesso di amarlo.
Tirò un sospiro, quindi si avvicinò alla ragazza, che aveva già tra le braccia Alex.
«Ciao, Lily» le disse con una fredda cordialità. Non solo. C’era anche speranza nelle sue parole, era evidente.
«Malfoy» rispose ancora più distante lei, ma al tempo stesso ridendo contro il viso della figlia a cui era rivolta la sua totale attenzione.
Fantastico, nemmeno il saluto!
Lily prese a fare il solletico alla bambina, la sua fronte posata contro quella di lei ed i nasi che si sfioravano un attimo prima; l’attimo dopo la sua faccia era contro la pancia della bambina e faceva una pernacchia per farle ancor più solletico. Alexandra rideva. Dopo un minuto, si ribellò e volle scendere.
Lily si piegò e raccolse una margherita, che fece per mettere trai capelli della figlia.
«No, mamma!» ribatté lei, mettendo su un broncio per rimproverarla. «Papà ha detto no! Cotì muore!»
Alex prese il fiore e lo adagiò sul terreno, come se così potesse nuovamente tornare in vita. Lily posò per la prima volta (da quanto ne sapesse Scorpius, almeno) lo sguardo sull’ex, ma giusto per inarcare un sopracciglio e guardarlo con incertezza, prima di ridere.
«Ah, così dai ascolto a tuo padre!» Doveva essere una frase scherzosa, ma le uscì dalle labbra con amarezza. Alex non ci badò.
«Hai uccito il fiolellino!» fu la risposta della bambina, che incrociò prepotentemente le braccia. Questo intenerì Lily, che stava per ribattere dicendo che sui suoi capelli il fiore stava molto meglio, ma alla fine fu Scorpius a parlare.
«Perché non vai a regalare quel fiorellino alla nonna?» Che in realtà era bisnonna, ma la chiamavano “nonna” lo stesso.
Alex era confusa. Prima le diceva di non raccoglierlo e poi di farlo? Aggrottò la fronte, ma si piegò ancora goffamente per prendere la margherita e fare come le aveva detto il suo papà, quindi camminò più o meno stabilmente e raggiunse l’entrata della casa, urlando “noooonnaaaaa! Nooooonnaaaaaa!”
Molly Weasley la sentì subito e rispose con un «che c’è, piccola? Sono qua!», per poi raggiungerla per evitare che questa cadesse prima di arrivare alla meta.
Prima che Scorpius potesse rivolgerle la parola, Lily marciò verso la casa anche lei. Lui non le afferrò alcun polso, nessuna scena drammatica da film romantico. Gli bastò parlare. Gli bastò dire «aspetta!»
Lei si bloccò all’istante e si voltò a guardarlo, ma non voleva aspettare per nessun motivo al mondo e parlare con lui. Lo guardò con rabbia, ora che sua figlia non era nei paraggi, e gli disse un chiaro «non voglio stare ad ascoltarti» e raggiunse la figlia.
Ah, che furba! “Non voglio stare ad ascoltarti” anziché “non ho nulla da dirti!”
Scorpius serrò i pugni e prese un bel respiro, quindi entrò in casa anche lui. Erano tutti in cucina, così si fermò al fianco di Albus, le mani poggiate sullo schienale di una sedia. Alex stava cercando di mettere la margherita trai capelli della bisnonna. Lily le guardava, così non poteva guardare Scorpius. Lui sbuffò, cercando di ignorare la faccenda. Invece, si concentrò sul volto pallido dell’amico. Non che fosse tanto semplice…
«Tutto okay?»
«James non risponde.»
«Non gli sarà arrivata la lettera.»
«Neanche al telefono» disse il Potter, accennando a quello che il nonno babbanofilo aveva comprato una vita fa.
«Sarà spento» tentò l’amico.
«Non lo so» ammise Albus, preoccupato. «Stamattina era un po’ strano.»
«Non vuole parlare con te?»
«Con nessuno, credo. Infatti non risponde a nessuno.» E tirò un sospiro. A questo punto ne tirò uno anche Lily, che aveva spostato su di loro l’attenzione solo per James, non per Scorpius. E comunque non voleva concentrarsi su Scorpius.
«Da quanto tempo non risponde?» osò il biondastro.
«Bè… solo un’ora, va bene, ma…»
«Un’ora, che vuoi che sia!»
Anche Molly smise di sorridere, seppure stesse giocando con la nipote. Aveva appena terminato quella conversazione con Albus e ora questa era ripresa e lei continuava ad essere preoccupata.
«Lo so, ma James non si dà mai per disperso ed ora sembra non essere da nessuna parte.»
Scorpius gli batté una pacca sulla spalla, ma aggiunse: «capisco. Però se è passata solo un’ora non puoi neanche chiamare una squadra di Auror. Dai, scommetto che in un paio d’ore si farà vivo!»
Nessuno dei tre familiari di James ci credeva troppo (e Scorpius in realtà non capiva), ma si limitarono tutti ad annuire.
Calò il silenzio tra gli adulti, solo le risate di Alex ravvivano la stanza, e questo silenzio fu interrotto solo dieci minuti dopo da Molly.
«Poveri Granger» fece improvvisamente.
«Di che parli, nonna?» chiese Albus.
«Vostro nonno li sta tormentando da stamattina. Spero almeno abbia avuto la decenza di non autoinvitarsi a pranzo da loro, oggi.»
Albus rise. Il nonno era fissato coi Babbani, si sarebbe sicuramente trattenuto a lungo dai genitori di Hermione.
«Sarà il caso che io vada a prenderlo» constatò lei, lasciando una carezza sul volto della bambina e facendola scendere dal tavolo su cui era stata seduta per tutto il tempo. Alex corse dalle gambe di Scorpius. Lui le posò delicatamente una mano sulla schiena, lasciandola che abbracciasse le sue gambe e trattenendo un sorriso. «Voi che fate?» continuò la donna.
«Non preoccuparti, nonna» rispose Lily. «Adesso ce ne andiamo.»
L’anziana dai capelli rossi annuì, salutò i presenti con un bacio sulle guance (tranne il biondo, che lasciò con un sorriso educato) e la bambina con ben due baci, infine si Smaterializzò.
«Okay» batté le mani Albus. «Io vado da Dominique. Magari lei sa qualcosa di James. Ci vediamo!»
Scorpius aprì la bocca per ribattere, ma l’altro sparì all’istante. Alex salutò lo zio muovendo una mano nella sua direzione, ma neanche lei fece in tempo, ché di quello non c’era più ombra. Tornò a dedicarsi al padre, su cui ora cercò di arrampicarsi. Scorpius sorrise, arrendendosi troppi secondi dopo e prendendola in braccio.
«Adesso andiamo anche noi, va bene, Alex?»
Lily non voleva una risposta. Loro due se ne sarebbero andate, punto.
«No!!!!»
La madre fu senza parole per qualche istante, il suo volto si colorò di rosso. «Sì, invece.»
«Voglio stale con papà!!!!!»
Ovviamente, la loro discussione proseguì per cinque buoni minuti senza che Scorpius dicesse nulla ed alla fine vinse la bambina, che guardò la mamma con la lingua da fuori per farle una smorfia e poi il padre con aria soddisfatta. E spiaccicò il suo volto nel suo petto. Scorpius le accarezzò ancora la schiena, stringendola a sé. Le accarezzò anche i capelli, così morbidi, quei capelli che non erano né biondi come i propri, né rossi come quelli della madre, ma biondo fragola, un misto, ed erano così belli. Poi guardò Lily anche lui con aria trionfante e pure un po’ troppo da Serpeverde, a cui questa rispose con una smorfia.
«Al gialdino!!!» ordinò la bambina, alzando un braccio in aria come ad imitare la posa di un supereroe, così il padre dovette uscire di casa e la madre seguì entrambi. Due minuti dopo, Alex stava osservando un bellissimo bruco (veramente era un verme schifoso), mentre i genitori stavano qualche passo dietro di lei ad osservarla. Poi Scorpius osò.
«Dovresti insegnarle a non toccare certi insetti schifosi.»
«Non lo sta toccando, infatti» rispose prontamente lei, convinta. Ed in effetti per ora il vermiciattolo non era tra le grinfia di Alex.
«Di solito le ragazze non hanno paura degli insetti?»
«Stai cercando di insultare tua figlia?»
«Sto cercando di insultare te.» Non era vero. Voleva parlarle. Non litigare. Voleva solo…
Lily sbuffò.
«Tu e i tuoi stereotipi! Non tutte le ragazze hanno paura degli insetti!»
«No, infatti tu vai matta per i vermi lunghi.»
SCIAFF!
Uno schiaffo colpì una guancia del biondastro. Naturalmente, la bambina non aveva ascoltato la loro conversazione (e comunque non avrebbe potuto cogliere il doppio senso detto dal padre), ma il rumore della mano posata per niente delicatamente della madre sul viso del padre l’aveva sentito eccome e questo l’aveva fatta voltare.
«MAMMA! NON TI PICCHIA PAPÀ!» Che ovviamente era un “non si picchia”, non un “non ti picchia”, ma i bambini parlano così, si sa!
Lily guardò la figlia che ora la rimproverava mentre Scorpius se la rideva. Ah ah ah!
«Uffa», le scappò, «ma perché devi essere il suo preferito?» “Anche se vive con me?” era inteso. Questa cosa la faceva imbestialire. Scorpius rise di nuovo e dischiuse le labbra per rispondere, ma la bambina lo precedette.
«Pecché papà è bello.»
«Oooh oooh!», ridacchiò il “bel papà”, guardando la ex con aria di sfida. Un punto per Scorpius!
Alex aveva ragione. Papà era bello. Papà era bellissimo. Ed ormai non era più suo. L’aveva deciso lei stessa, tempo fa. Lily tirò un sospiro, prima di prendere per mano la bambina e Smaterializzarsi via con lei.





 


Angolo autrice.
ED ECCO CHE LILY E SCORPIUS SI SONO INCONTRATI FINALMENTE!
Non so che cavolate ho scritto, in realtà,  ma vabbé. Non ho avuto internet per parecchio tempo ed intanto ho scritto alcuni capitoli, magari li pubblico tutti assieme! Però ditemi cosa ne pensate, altrimenti mi fermo pensando che sia uno schifo completo, hahaha!
SaintPotter.
   
 
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