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Autore: Aysa R Snow    22/09/2017    0 recensioni
Non tutti abbiamo la fortuna, di trovare la persona giusta, e non perderla.
Tutti abbiamo perso, c'è chi perde qualcosa, chi perde qualcuno.
Lei, ha perso la sfida più importante della sua vita: non perdere la sua persona giusta.
Ma se invece, la sfida più importante della sua vita, fosse riuscire a vincere il dolore che ormai è diventato un peso troppo ingombrante?
Questa è la storia di Arianna, o come lei ama farsi chiamare, Aria.
Perché lei è così.
Leggera e pura come l'aria che respiri in alta montagna.
Questa, non è una classica e semplice storia d'amore.
Questa, è una battaglia.
Da una parte c'è l'amore, dall'altra la vita.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: all'interno del capitolo sono presenti affermazioni a "sfondo religioso" che potrebbero non essere condivise da tutti.
Vi chiedo, gentilmente, di non prendere tali affermazioni come offensive o altro.
Sono pareri, pensieri che ogni persona qui è libera di esporre.
Ovviamente utilizzando sempre le giuste parole e rimanendo educati
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
 
 
***
 

Mi chiedevo se era quella la rassegnazione, quel vuoto aspettare, contando i giorni come i grani di un rosario, sapendo che non ci appartengono, ma sono giorni che pure dobbiamo vivere perché ci sembrano preferibili al nulla.

-Ennio Flaiano

 

 

 

In un mondo cinico, abituato alla violenza e ormai quasi privo di ogni emozione bisogna fare l'impossibile per tenersi strette le cose che ancora ci fanno sentire umani.

È incredibile come l'essere umano evolvendosi, abbia perso ogni traccia di umanità. Come abbia perso quel dettaglio che per secoli lo ha contraddistinto dalle bestie.

Eravamo dotati della ragione, avevamo la piena facoltà degli eventi, o quasi.

E ora? Eravamo convinti di poter gestire il nostro potere.
L'essere umano, in cima ad ogni cosa!
La specie, che svetta sulla piramide alimentare.
La specie più simile a Dio, i figli di Dio! 
Esseri che altro non stanno facendo se non autodevastarsi. I continenti, gli stati, i paesi; tutti inclini a distruggersi.

Abbiamo vissuto nella convinzione di essere i più forti.
I migliori.

Ma non si può essere migliori se non si fa altro che uccidersi tra simili.

Qualcuno disse che non puoi scoprire nuovi oceani fino a quando non hai il coraggio di perdere di vista la spiaggia.
E a quanto pare, è arrivato il momento di spostare lo sguardo altrove.

Ed io ci provai.
Provai a scoprire un nuovo oceano.
Ho tentato con tutta me stessa per anni a lasciare la mia piccola spiaggia.

Ma l'ignoto era così oscuro, poco prevedibile ed io avevo bisogno di stabilità.
Una stabilità tenuta da due pilastri forti e sicuri: la prevedibilità, appunto e la conoscenza.

Non volevo rischiare di ritrovarmi in situazioni a me sconosciute.
Prevedibilità e conoscenza.
Prevedibilità e conoscenza.
Prevedibilità.
Conoscenza.

Mi circondai di abitudini, la cosa per un po' sembrò funzionare.

Non vedevo Davide a scuola da quasi due mesi.
Ho provato a cercarlo al palazzetto, al parco.
Andai da lui ma la sorella rispose al citofono e con voce flebile, mi disse che Davide non c'era.

Stanca di girare a vuoto mi rassegnai all'idea che se avesse voluto vedermi, mi avrebbe cercata. 
E così fu dopo non molto tempo che simisi di cercarlo. 
Ci incontrammo al lago dove finalmente mi raccontò tutto.

" Ho un problema. " aveva iniziato col dire mentre percorrevamo la lunga strada in discesa con villette a destra e a sinistra.

" Perché solo ora mi cerchi? " domandai consapevole che sapeva benissimo da quanto lo stessi cercando io.
Ma ignorò la mia domanda è riprese a parlare.

" Proprio qui, e mi sta dando dei problemi. " disse indicandosi la testa.

" Ho provato con le chemio, ma non hanno funzionato. Quindi ho deciso di smettere. " sgranai gli occhi incredula.

" Smettere? Dio Davide! " esclamai sconvolta.

" Non puoi arrenderti! " scosse lievemente la testa.

" Sai, questo non è il primo tentativo.
E io sono stanco di star male per niente.
Non ci sono risultati per cui valga la pena lottare. " presi le sue mani e le strinsi.

" C'è sempre qualcosa per cui valga la pena lottare.
Quali sono i tuoi sogni? Cosa desideri dalla tua vita? " Davide alzò gli occhi al cielo coperto di nubi.

" Non ho niente per cui lottare, Aria. 
E i sogni non mi porteranno da nessuna parte. " scossi la testa spostando lo sguardo altrove.
Non volevo ascoltare.

" Mi hanno proposto di iniziare la terapia del dolore. " ritirai bruscamente le mani e incontrai il suo sguardo vitreo.

" Che cosa... cosa significa che vogliono iniziare la terapia del dolore? " chiesi con voce flebile. 
Davide si mise a sedere su una panchina all'ombra di un grande albero.

" Significa che non c'è più niente da fare.
Sono una bomba pronta ad esplodere.
C'è un maledetto timer proprio nella mia testa! E nessuno sa di preciso quando smetterà di ticchettare. " si chinò e prese una manciata di sassolini in una mano per poi restare ad osservarli.

" La terapia del dolore non mi darà più tempo.
Forse renderà quello che mi resta meno doloroso. " sospirò lanciando un sassolino nel lago.
Questo, rimbalzò un paio di volte sulla superficie del lago creando una serie di cerchi concentrici.

" Allora perché non farla? " chiesi confusa restando in piedi.

" Perché non voglio passare i miei ultimi giorni in una clinica imbottito di farmaci. 
O peggio sviluppare una dipendenza da morfina o qualcosa del genere. " mi misi difronte a lui e gli poggiai le mani sulle spalle.

" Cosa farai allora? Oltre a sperare in un miracolo. " puntò i suoi occhi nei miei e rise.

" Non credo nei miracoli. 
Anzi, non credo affatto. " lo guardai perplessa. Non andavo in chiesa da anni, ma mia madre mi ha da sempre cresciuta educandomi alla fede cattolica.
Non ho mai pensato a cosa in realtà credessi io.

" Non credi in Dio? " chiesi sedendomi al suo fianco.

" Non posso affermare se esista o meno, ma sono certo che non sia così buono e misericordioso con tutti.
Lui... lui non ci ama tutti. " lo guardai corrugando le sopracciglia.

" Perché dici questo? " Davide alzo gli occhi al cielo e sospirò.

" Ad ogni seduta di chemio, ad ogni 'suo figlio non sta rispondendo alle cure' o a notizie come quelle delle continue bombe sganciate sui paesi orientali, che ogni volta hanno messo fine a milioni di vite... non potevo fare a meno di pensare 'Se esisti, dove diavolo sei adesso? ' ." si passò le mani sul volto.

" Vedi, se io amo qualcuno, faccio di tutto per tenerlo al sicuro e per evitare che soffra.
Non gli rendo la vita difficile.
Non gli strappo via i figli.
Perché è così che va no? Siamo nelle mani del signore! Che sia fatta la sua volontà! " si alza e si avvicina alla riva del lago.

" Ma sai che c'è? Se è questa la sua volontà, che se la tenga per lui. Ho di meglio da fare che passare la mia vita incatenato ad un sadico. " rimasi in silenzio, non sapendo cosa rispondere dinanzi a tanta delusione e tanto dolore.

" Da piccolo andavo in chiesa con mia nonna.
Poi, la sera prima di andare a letto, pregavo per la mamma, per papà, per mia sorella.
Restavo inginocchiato vicino al mio letto a pregare in silenzio. " mi alzai e andai verso di lui.

" E guardami, guarda cosa ne ha fatto Dio di quel bimbo tanto devoto. " si indicò il volto con gli occhi carichi di rancore.

" Un maledetto straccio. " concluse esausto con voce tremante.
Si lasciò cadere sulle ginocchia e io mi chinai per sorreggerlo. 
Mi misi in ginocchio, ignorando i sassi che solcavano la pelle delle mie ginocchia nude.

Davide mi circondò le spalle con le braccia. Affondò il viso tra il collo e la spalla lasciandosi andare in un pianto silenzioso mentre gli accarezzavo la nuca.

 

Non era questo ciò che meritava. Nessuno merita tanta tristezza.
 

   
 
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