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Autore: Napi    22/09/2017    2 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima Fan Fic, spero vi piaccia.
La storia è ambientata alla fine della 2x20, Alec e i suoi, sono impegnati nella ricerca degli Asmodei, ma la situazione si complica quando una sua vecchia conoscenza arriva all'istituto...
Dal Testo:
“Ma che bel quadretto di perfetti soldatini” biascicò ironica una voce vellutata.
Tutti si bloccarono, volgendo lo sguardo sulla gradinata di vetro da cui era arrivata quella voce.
In cima una splendida ragazza bionda con degli incantevoli occhi verdi che, fasciata in un meraviglioso tubino scarlatto, scendeva decisa le scale. Ai piedi un paio di tacchi a spillo vertiginosamente alti.
“Oh, mio…wow!” sputò fuori Jace sbigottito.
“Wow? Davvero? Wow?” chiese infastidita Clary prima di assestare una gomitata nel fianco del biondino per costringerlo a distogliere lo sguardo.
“Scusa” alzò le mani in sua difesa Jace “forza dell’abitudine”.
“Per quanto mi diverta il vostro stupido teatrino” intervenne Izzy, voltando lo sguardo verso la ragazza chiese “Tu saresti?”
Lei non rispose, limitandosi a fissare i ragazzi con un ambiguo sorriso stampato sul volto.
“Anghela!”
Tutti i presenti, sorpresi, si volsero verso Alec che incredulo guardava la donna avanzare.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. I fantastici 4 e mezzo!

 
Percorse il corridoio come un condannato a morte, attardandosi di fronte alla porta del suo ufficio. Improvvisamente le venature di legno, le crepe del muro, persino la maniglia malconcia erano diventati particolari interessantissimi, tutto pur di non entrare in quella stanza.
Eppure, sapeva che tentennare non avrebbe risolto niente, così prese il coraggio a due mani ed entrò.
Appena mise piede nella stanza, per un attimo, rimase sorpreso di non vedere Anghela, sperando quasi che la ragazza avesse deciso di fare dietro front e tornare da dove era venuta, ma le sue illusioni andarono in frantumi quando udì la melodiosa voce della biondina “Mio caro, devo dirtelo, hai davvero dei pessimi gusti in fatto di alcool! Ma ti sembra roba da offrire questa?” chiese alzando il bicchiere in direzione dello shadowhunter.
Alec si voltò, osservando Anghela stesa sul suo divanetto di pelle. Il busto adagiato sul bracciolo del divano, la testa posata sul dorso della mano, le gambe distese sui soffici cuscini e i piedi liberi dalle scarpe, che ora giacevano abbandonate a terra. Abbozzò un sorriso e con la mano libera fece segno al moro di accomodarsi accanto a lui.
Alec non se lo fece ripetere e, prendendo al volo un bicchiere vuoto, si accomodò sull’ampio divano. Anghela spostò le gambe per permettergli di accomodarsi, mettendogliele in grembo una volta che si fu seduto. 
“Era qui prima di me…” iniziò Alec indicando il liquido ambrato “…non l’ho neanche mai assaggiato…” e avvicinò il bicchiere per farsi versare due dita di liquore “…lo sai che non sono mai stato un grande bevitore!” concluse buttando giù l’intero contenuto del bicchiere. Una smorfia di disgusto sul volto.
“Come dimenticarlo” sorrise la ragazza “mai incontrato uno più negato di te!”
“Allora, ne parliamo?” chiese brusco rigirandosi il bicchiere vuoto tra le mani.
“mmmm” bofonchiò lei “sono ancora troppo sobria per farlo” e versò altre due dita di whisky ad entrambi.    
                                                

 
 “Un altro buco nell’acqua!” sentenziò rassegnata Clary entrando nell’ampia sala dell’istituto.
“Incredibile, come fanno ad essere sempre un passo avanti a noi?” incalzò Isabelle.
“Ve l’ho detto ragazzi, queste disgustose bestioline, sono molto furbe ed ostinate! Se continuiamo così non riusciremo a venirne a capo…”
“Allora cosa proponi di fare Magnus?” chiese Jace.
“Dobbiamo fare un passo in dietro, analizzare da un’angolazione diversa la situazione. Ci dev’essere un tratto comune, c’è sicuramente qualcosa che ci sfugge…” dichiarò pensieroso lo stregone, tamburellando un dito sulle labbra.
“Si! C’è qualcosa, anzi qualcuno di molto sfuggente oggi…” jace si guardò un attimo intorno, poi afferrando il braccio di Raji, che stava passando di lì, chiese “Dove diavolo è Alec?”.
“Non l’ho visto per tutto il pomeriggio” poi alzando le spalle “credo sia ancora nel suo ufficio!”
Jace ridusse gli occhi a due fessure, arricciando le labbra in una smorfia infastidita “Ora basta con i misteri, Alec deve darci delle spiegazioni” e marciò verso il suo ufficio.
“Oh beh, questa non voglio certo perdermela” Izzy lo seguì a ruota.
“Cosa facciamo? Andiamo anche noi?” chiese titubante Clary.
“Mi conosci biscottino, adoro i pettegolezzi!” e, con un sorriso complice, anche Magnus e la rossa corsero dietro gli amici.
 “Ora basta con i segreti, fratello” tuonò Jace entrando come una furia nel suo ufficio. Non vedendolo alla scrivania, fece una piroetta su sé stesso fermandosi sbigottito dinnanzi all’immagine che gli si parò davanti.
Alec ed Anghela erano sul divano, nella stessa posizione di ore prima. Unica differenza: diverse bottiglie vuote tra di loro che dormivano chiaramente ubriachi.
 “oh, per l’angelo!” esalò jace, una mano a grattarsi imbarazzato la nuca e le sopracciglia pericolosamente vicino all’attaccatura dei capelli.
“Cosa? Cosa?” domandò Isabelle entrando per guardare nella stessa direzione del biondino.
“Per Raziel” e si portò le mani sul viso “c’è puzza di alcool qui dentro!”
Magnus si fece largo tra i due ragazzi e, soffocando la sensazione di fastidio provocata dall’immagine delle gambe di quella odiosa ragazza sul grembo del suo fidanzato, si avvicinò ad Alec e scrollandolo delicatamente, provò a chiamarlo “Alexander?”
L’arciere aprì piano gli occhi, la stanza gli girava tutt’intorno e la testa gli martellava dolorosamente. Dopo un paio di momenti di fastidiose vertigini, focalizzò lo sguardo sul viso dello stregone.
“Mag-nus” sbiascicò incerto.
“In tutta la mia magnificenza, tesoruccio!” cinguettò un po' troppo rumoroso, conscio che con il suo tono di voce avrebbe provocato nel compagno delle fitte dolorose alla testa. “vuoi dirci che cosa stai facendo?”
Alec cercò di alzarsi dal divano, dimenticandosi delle gambe della biondina sul suo grembo. Il loro peso lo fecero destabilizzare e ricadde rovinosamente sul sofà.
“Calma. Con calma Alexander…” poi avvicinandosi di più al compagno “...con me fai sempre il restio, ma vedo che con la giusta compagnia cedi volentieri alle gioie dell’alcool” e indicò con lo sguardo le bottiglie vuote su divano.
“Shiii” e si mise un dito davanti alla bocca con movimenti scoordinati “così si sveglierà e ricomincerà a parlare di lui!” ogni parola che usciva dalle sue labbra era impastata e biascicante “…ed io sono ubriaco!” dichiarò, sottolineando l’ovvio!
“Questo lo vediamo anche da noi!” lo rimproverò il suo Parabatai “puoi dirci, una buona volta, che cosa sta succedendo? Improvvisamente non ti riconosco più. Da quando hai dei segreti con noi?” indicandosi il petto “Da quando hai segreti con me? Sono il tuo parabatai, per l’angelo!”
“Shiii” ripeté Alec, cercando di concentrarsi sulle parole “sono ubriaco…” ripeté “l’alcool annebbia il cervello…” continuò picchiettandosi una tempia con l’indice. “Anghela dice che se abbiamo la testa annebbiata, lui non può entrarci dentro, non può parlarci e neanche vederci!” continuava a parlare dandosi sonori colpetti in testa.
“Cosa? Per carità Alec, di cosa stai parlando” implorò la sorella.
“Non cosa Izzy, ma chi!” sputò fuori Alec.
“Chi Alexander?” chiese preoccupato Magnus, “chi dovrebbe entrare nella tua testa?”
“Lui, è sempre lui…”poi chiudendo gli occhi, prima di svenire, con un filo di voce “Snow!”

 
 “Alec non si è mai comportato così, sono molto preoccupata” Isabelle, fuori dalla porta della camera del fratello, le mani incrociate sul petto e l’angoscia stampata a lettere cubitali in volto.
“Izzy ha ragione, non sembra neanche lui!” ammise Clary “Jace, tu che ne pensi?”
“Penso che le bionde portino sempre guai!”   
Le due ragazze lo guardarono alzando gli occhi ironiche, sul loro viso si poteva quasi leggere il loro comune pensiero: E tu, biondino, Sei il re dei guai!
Dall’altra parte della porta, Magnus stava preparando una miscela per alleviare la sbornia del suo ragazzo, guardandolo con preoccupazione. Anche lui, come gli altri shadowhnters, sapeva che c’era qualcosa che non andava.  Non aveva mai visto Alec perdere il controllo in questo modo, lui sempre attento e ligio al dovere. Inoltre, i sui discorsi su quel fantomatico Snow lo impensieriva molto. Sembrava averne molta paura, ed Alec non era persona da spaventarsi facilmente.
“mmm” bofonchiò Alec aprendo gli occhi “dove mi trovo?” chiese confuso mentre cercava di mettersi a sedere.
“Siamo nell’istituto, nella tua stanza! Hai riposato bene bell’addormentato?”
“Cosa è…Per l’angelo, la mia testa!”
“Per uno non abituato a bere, ci sei andato giù pesante Alexander! Ora da bravo, bevi quest’infuso!” e gli passò il bicchiere.
Il cacciatore prese tra le mani l’intruglio portandoselo alle labbra, ma lo allontanò immediatamente disgustato dall’odore!
“Puzza terribilmente! Io passo!” e fece per restituire il bicchiere, ma Magnus bloccò il gesto con il palmo della mano, avvicinando nuovamente il bicchiere al viso del ragazzo “fidati di me, anche se l’odore non è dei migliori, fa miracoli! E se te lo dico io, puoi fidarti. Ricordo che una volta rimasi ubriaco per una settimana intera, Catarina e Ragnor dovettero calarmi l’infuso direttamente in gola, ma ti assicuro che nel giro di pochi minuti, sono tornato come nuovo!”    
Alec guardò dubbioso prima il bicchiere e poi il volto dello stregone.
“Vuoi che faccia entrare Jace o tua sorella? Credo che loro abbiano in mente altri metodi per farti tornare sobrio! Specie Jace…si comporta come una donnicciola tradita! Mentre dovrei essere io quello irritato, infondo era il mio ragazzo che dormiva sul divano con una donna estremamente attraente!”
Il viso dello shadowhunters assunse diverse tonalità di rosso “Magnus, non è come pensi, tra me ed Anghela non c’è un rapporto di quel tipo…” gesticolava nervoso non sapendo dove guardare.
“E lo credo bene!” dichiarò più morbido Magnus “sono quasi sicuro che le tue preferenze romantiche siano più inclini alle brache che alle gonnelle!” ammiccò ambiguo lo stregone “D’altronde non ti ho mai visto così in confidenza con nessuno” continuò inclinando il capo dubbioso “Dovrei forse preoccuparmi?” ora lo fissava serio.
“Magnus” sospirò Alec “lo sai che ti amo!”
“Ridimmelo da sobrio!” ribatté lo stregone, alzando un sopracciglio sfidandolo.
Alec si portò il bicchiere alle labbra e bevve d’un fiato l’infuso.
Un sorriso, appena accennato, illuminò il viso dello stregone “Competitivo come sempre!”  e rise, ripensando al loro primo appuntamento, al loro antagonismo durante la partita di biliardo. Adorava quel lato del loro rapporto. Pensava che tutta quella adrenalina riuscisse a tenere vivo le dinamiche della loro relazione. 
“Anghela?” chiese non appena la miscela magica iniziò a sortire l’effetto desiderato.
“Non è proprio quello che mi aspettavo di sentirti dire!” ammonì mettendo il broncio.
Alec allungò una mano, posandola sul torace dello stregone, avvicinandosi piano al suo viso. I loro nasi si sfioravano appena. Rimase un attimo fermo ad ammirare gli occhi verdi dello stregone, abbozzò un lieve sorriso, e lentamente posò le labbra su quelle del compagno.
“Ti amo” soffiò a fior di labbra.
Depositò un altro bacio sul lobo dell’orecchio destro e sussurrò “ti amo”.
Scese lungo il collo, accanto al pomo di Adamo “ti amo”
Risalì sulle labbra e vi depose un altro bacio che da dolce e casto s’infiammò immediatamente come un’indomabile incendio. Le mani dell’arciere si spostarono dal torace di Magnus per andare ad avvicinare, se è possibile, ancora di più i loro visi.
“Ti amo” Ansimò a corto d’aria, posando la fronte su quella dello stregone.
“Decisamente adoro il tuo spirito competitivo!” un sorriso soddisfatto spuntò sul viso di Magnus.

Toc toc

Toc toc

“Magnus! Ne avete ancora per molto?” la porta quasi tremò sotto i colpi energici di Jace.
“Se Alec non vuole svegliarsi lo butto di peso nel lago lyn!”
“Fastidioso come sempre!”  una smorfia d’insofferenza sul volto “giuro che ora faccio apparire uno stormo d’anatre!” le mani dello stregone già pronte a lanciare scintille blu.
Alec rise di gusto, si alzò dal letto afferrando la mano di Magnus, costringendolo così a desistere dal suo intendo, e suggerì “Andiamo dagli altri, riprenderemo la nostra sfida, con più calma, a casa”  


 
Alec, seduto dietro la sua scrivania, stava cercando di trovare le parole giuste per raccontare ai suoi amici di Vienna e di tutto quello che era successo. Si prese un attimo, cercando di mettere ordine nel fiume in piena di ricordi che gli affollavano la testa. Non sapeva proprio da dove incominciare. Una sola cosa gli era chiara: per far capire loro cosa era successo, doveva prima di tutto, parlare dei sui compagni di tirocinio e di come si sono incontrati/scontrati.


 
“Le regole di questo istituto sono poche, ma esigo che si rispettino alla lettera. Ogni minima intemperanza verrà punita severamente. Non siete più all’accademia, qui si fa sul serio. Qui si combatte e, se si sbaglia, si muore!”
Erano ore che il capo dell’istituto di Vienne snocciolava una serie di minacce, alternate a regole apparentemente infinite. Sembrava quasi che non gradisse molto la presenza dei cinque ragazzi di fronte a lui.  Alec fissò i suoi compagni dubbioso. Non aveva la minima idea su come relazionarsi con loro. Lui era cresciuto in istituto e non aveva frequentato l’accademia, allenandosi privatamente con Jace e Isabelle. Pensandoci bene, lui conosceva solo loro e non aveva mai cercato di stringere un rapporto con altri ragazzi della sua età. Si prese del tempo per analizzare i suoi compagni: erano, due ragazzi e due ragazze.
Accanto a lui c’era un ragazzo alto, biondo e con occhi color ghiaccio, aveva lo sguardo deciso e determinato. Busto ben dritto, mani dietro la schiena, completamente concentrato sulle parole del capo dell’istituto. Tutto l’opposto dell’altro ragazzo, diverso sia nei colori che nella postura. Sembrava annoiato e strafottente. I suoi gesti, il suo portamento, il modo in cui soffocava uno sbadiglio annoiato, il dondolare incessante del torace, come se seguisse il ritmo di una canzone immaginaria, tutto faceva capire che non fosse minimamente interessato a quella inutile predica. Gli ricordava un po’ Jace.
Alla fine della fila c’erano le ragazze.  Ragazze! Se si escludeva Izzy, non aveva avuto modo di scambiare più di due parole con il gentil sesso, inoltre quell’opprimente sensazione di diversità che serpeggiava, da tempo, nel suo animo, lo rendeva ancora più restio a rapportarsi con loro. Con la coda dell’occhio né analizzò i lineamenti: Una era castana, capelli a caschetto e naso aquilino. Fissava a tratti il ragazzo accanto a lui bloccandone i movimenti, quando il dondolare del suo busto diventava più accentuato, rimproverandolo con lo sguardo e minacciose smorfie del viso. Sembrava esserci confidenza tra di loro. Probabilmente si conoscevano dai tempi dell’accademia.
Alla fine dello schieramento c’era una ragazza alta, lunghi capelli biondi chiusi in una treccia che le cadeva morbida su una spalla. Aveva le braccia incrociate e il sedere appoggiato ad una scrivania dietro di loro… si era posizionata un po' distante dagli altri, dando per metà le spalle al gruppetto. Un’espressione dura in viso.
Quando finì la paternale e il capo gli congedò, lei si alzò e lasciò la stanza senza degnare nessuno di uno sguardo.
“Perfetto” si lagnò il ragazzo moro “siamo insieme alla regina di ghiaccio!” disse rivolgendo uno sguardo disgustato alla porta appena chiusa dalla ragazza con la treccia.
“Per l’angelo Marcus, abbassa la voce, se ti sente tornerà indietro e ti pesterà un’altra volta!” lo ammonì la sua amica.
“Becky è successo una sola volta!” asserì convito, poi guardandosi con circospezione chiese piano “pensi che mi abbia sentito?”
“Ah ah ah” rise il biondo, calamitandosi immediatamente l’attenzione di tutti i presenti.
“Marcus, sei sempre il solito! Non provocarla oppure, questa volta, neanche Raziel in persona potrà proteggerti dalla sua ira.” Poi voltandosi verso Alec, che era rimasto fino a quel momento zitto in un angolo ad osservare la situazione “Salve! Credo che noi non ci conosciamo! Io sono Frederick, ma tutti mi chiamano Rick, il ragazzo cagasotto è Marcus e lei si chiama Rebecca.”    
“Ciao” rispose Alec titubante “I sono Alexander Lightwood” e tese la mano al biondino.
“Alexander è?” rispose di rimando Marcus cingendogli il collo con un braccio “non hai studiato in accademia, vero?”   e gli sorrise sornione. Si, gli ricordava decisamente Jace.
 “No, i miei gestiscono l’istituto di New York, ho studiato lì con i miei fratelli”
“Un Lightwood tra di noi! Wow, il livello di questo gruppo si è improvvisamente alzato!” gli fece l’occhiolino Becky.  Alec arrossì al commento della ragazza. Sapeva che la sua era una famiglia altolocata, una delle più vecchie ed influenti di Idris, ma sentirlo sottolineare da un’altra persona (che non fosse della sua boriosa famiglia) lo imbarazzava ed intimoriva insieme. Improvvisamente sentiva addosso il peso del suo nome.
“Bene principino Xander…” s’inchinò teatralmente Marcus.
“Xander??” una smorfia disgustata sul viso di  Alec
 “Solo principino?” chiese ironico Marcus.
“Solo Alec!” rispose
 “Ok! Ora che abbiamo fatto le nostre presentazioni, in amicizia, mi permetto di metterti in guardia dalla regina di ghiaccio! Lei è un demone sotto mentite spoglie di nelphilim, è pura violenza, è…” un’enorme palla di ferro dentata volò a pochi centimetri dalla sua testa, facendolo sbiancare di colpo.
“Non ne hai avute ancora abbastanza!” tuonò la biondina scagliandosi contro Marcus.
“Per l’angelo!” urlò lui cercando di fuggire di qua e di là, facendosi, di tanto in tanto, scudo con i corpi degli amici. Dopo averne prese a sazietà si riparò dietro le ampie spalle di Alec che, fino a quel momento, aveva cercato di rimanere fuori dalla rissa! Sentiva le mani di Marcus stringere forte la sua tenuta da combattimento, mentre due occhi verdi, pieni di odio, gli si pararono davanti.
“Togliti di mezzo o ce ne saranno anche per te!” e senza aspettare una risposta scagliò, con incredibile velocità, un pugno contro la sua faccia. Alec non si scompose, si limitò a scostare il viso all’ultimo momento, permettendo così al cazzotto di colpire in pieno il volto di Marcus. Il ragazzo crollò a terra svenuto, mentre tutti fissavano allibiti Alec.
“Questa poi! Non me lo aspettavo!” esalò sorpreso Rick “È la prima volta che vedo qualcuno riuscire a scansare l’attacco di Anghela!” dichiarò divertito.
Anghela abbozzò un sorriso sbieco “Sei stato bravo novellino! Credo che ci divertiremo molto insieme!”
Un rumore attirò l’attenzione dei quattro nephilim ancora in piedi che si voltarono verso la porta, dove ora troneggiava uno shadowhunter furente.
 “Cosa diavolo avete combinato?” urlò rosso in volto e una vena della sua tempia destra pericolosamente gonfia.
I ragazzi si guardarono in torno rendendosi conto delle devastanti condizioni della stanza.
“Per Raztiel, ditemi che non siete voi i pivelli che devo accudire per un intero anno!” sputò fuori minaccioso.
“Temo proprio di si!” fu Rick a rispondere, poi avvicinandosi agli amici e posando un braccio sulla spalla di Alec ed uno su quello di Anghela dichiarò “Siamo i suoi fantastici cinque!” poi notando lo sguardo scettico dell’adulto che fissava Backy cercare di rianimare un Marcus svenuto, alzò il sopracciglio e si corresse “i suoi fantastici quattro e mezzo!” e rise.




Salve a tutti.
Come prima cosa vorrei ringraziare chi ha letto la mia storia, inserendola tra i preferiti, e chi ha lasciato un commento.
Vi lascio con il nuovo capitolo, sperando vi piaccia!
Un bacione
 
  
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