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Autore: Rohhh    22/09/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao care lettrici!
Intanto vi chiedo scusa, avevo detto che avrei aggiornato presto ma alla fine non ho retto agli impegni, ho passato dei giorni non piacevoli per una prova difficile che ho dovuto affrontare e che potrebbe darmi una possibilità di lavoro e per fortuna è andato tutto benissimo, quindi incrocio le dita.
Adesso sono liberissima per un po' quindi non vedo l'ora di dedicarmi alla storia con calma, almeno per un mesetto pieno, prima di trasferirmi di nuovo dal mio ragazzo che è partito da poco.
Per adesso quindi  mi dedico qui e, anzi, volevo cogliere l'occasione per ringraziarvi tutte, scrivere, soprattutto in questo periodo, mi ha aiutato molto a distrarmi e sapere che visualizzavate e che leggevate mi risollevava l'umore, e vi devo molto per questo.
 In particolare ci tenevo a ringraziare Angela e MusicHearth, che puntualmente ad ogni capitolo mi lasciano le loro impressioni, e mi fa un enorme piacere! 
Detto questo, il capitolo come intuite dal titolo non sarà proprio uno spasso, ma vi prometto che il prossimo vi darà qualche soddisfazione in più, datemi fiducia XD Ah, è scritto di nuovo al presente perchè mi sembrava più adatto per ciò che volevo raccontare.
Vi lascio alla lettura e stavolta credo ci risentiremo presto!
Un abbraccio!

Cap. 27 Paure inaspettate

 

 

«Coraggio Melissa, vuoi dirmi con calma chi era questa ragazza?» domanda Ashley con più delicatezza possibile, dopo aver fatto accomodare la sua amica stravolta sul letto ed averle porto dei fazzoletti, i suoi compagni più fidati di quegli ultimi giorni.

Melissa si asciuga maldestramente le lacrime, un ultimo singhiozzo la scuote finchè sembra calmarsi quel tanto che le basta per parlare.

«Che importa? In ogni caso la situazione non cambierebbe» risponde, la voce ancora impastata dal pianto che si spezza sul finale, nel momento in cui alla brunetta torna in mente l'immagine di quella bella ragazza accanto a Luke.

«Ti sbagli, invece è fondamentale!» ribatte Ashley, sedendosi accanto a lei e cercando di cavare qualche informazione in più da quella strana faccenda.

Non riesce ancora a capacitarsi del fatto che Luke, un ragazzo forse un po' troppo impertinente ma serio e di sani principi, apparentemente innamorato perso di Melissa, fosse arrivato al punto da tradirla in quel modo meschino, alle spalle e senza aver prima provato a parlarle, a farle capire che c'erano dei problemi o che non fosse più disposto a tollerare la loro situazione.

Per quanto Luke sapesse rendersi insopportabile a volte, rappresentava l'incarnazione del bravo ragazzo e un comportamento del genere se lo sarebbe aspettato più da Matt, che con quel bel faccino e l'aria da tenebroso ribelle, aveva fatto sospirare chissà quante fanciulle.

In realtà le apparenze l'avevano ingannata anche su di lui.

La sua coinquilina si volta con un'espressione contrariata sul viso e le fa capire di non essere affatto d'accordo con la sua affermazione.

«Voglio dire...potrebbe essere una compagna di corso, o un'amica...o magari sua cugina!» prova quindi a spiegarsi Ashley, non ottenendo però un gran successo.

Melissa è testarda nel suo dolore e in quel momento non crederebbe a nessun'altra versione se non a quella in cui Luke è lo stronzo che non le ha rivelato di essere in compagnia per potersela spassare con una ragazza che magari può dargli subito ciò che lei non ha ancora donato a nessuno.

Sbuffa e non si azzarda a proferire parola, le trema il labbro inferiore ed Ashley capisce che la ragazza ha difficoltà persino a parlare per colpa delle emozioni negative che la tormentano...e non può darle torto.

Si trova a doverla consolare quando lei stessa avrebbe bisogno di qualcuno che lo facesse con lei.

«Melissa, cerca di calmarti per un attimo. Prova a ragionare lucidamente...so che non è facile ma...se me la descrivi magari riusciamo a capirci qualcosa!» le propone, cingendole le spalle con un braccio e sporgendosi per scorgere il suo viso, nascosto dalla folta frangia e dai capelli, liscissimi e dritti, che le cadono a piombo sopra le guance.

Lentamente si volta verso Ashley e i suoi occhi appaiono meno annebbiati, non ci sono lacrime e la rossa le sorride per incoraggiarla.

«Beh, ecco...in realtà credo di averla già vista nel suo gruppo molte volte...è quella tizia bionda, coi capelli lunghissimi e lisci e l'aria spregiudicata...» accenna, corrucciandosi in viso per la fatica di dover spendere del fiato per parlare della ragazza che ha distrutto i suoi sogni.

Ashley, invece, ci mette poco a fare due conti.

Se prima nutriva qualche dubbio sul presunto tradimento di Luke, adesso ha la conferma che non può essere vero.

Quella descrizione appartiene a Jessica, l'ex ragazza di Matt e, se non può pronunciarsi con sicurezza sulla fedeltà amorosa di Luke, una cosa sulla quale non ha dubbi è che il ragazzo in questione non potrebbe mai fare una carognata simile al suo amico.

Ha più volte potuto constatare quanto i due ragazzi siano legati l'uno all'altro e pronti a sostenersi a vicenda e non può credere che Luke si possa essere macchiato di un tale atto infame.

Le scappa una breve risata e Melissa si volta di scatto, sorpresa e forse anche un po' dispiaciuta.

«Scusami, non volevo ridere di te! - si giustifica subito Ashley, intuendo l'equivoco in cui era caduta l'amica – ho capito chi è la misteriosa ragazza e ti assicuro che non è proprio possibile che ci possa essere una tresca tra loro!» afferma con troppa sicurezza e Melissa aggrotta le sopracciglia, non ci capisce proprio nulla.

«Come fai a dirlo?» le chiede perplessa, in un sussurro.

«La ragazza che hai visto, quella che bazzica nel loro gruppo, è l'ex fidanzata di Matt e Luke non gli farebbe mai e poi mai uno sgarbo del genere!» cerca di tranquillizzarla ma le sue parole risultano quasi incomprensibili e sospette alla sua amica.

«Come fai a sapere che quella è l'ex di Matt?» le domanda con fare inquisitorio, adesso sembra quasi incuriosita da quel particolare al punto da dimenticare Luke, le sue presunte 'corna' e l'oggetto principale del discorso.

Ashley sussulta un attimo, capisce di essersi forse fregata da sola nel tentativo di tranquillizzare Melissa e tenta di difendersi come può.

«Beh, me l'avrà detto Michelle, non ricordo bene» le spiega, cercando di non inciampare sulle sue stesse parole.

«Ed è stata sempre Michelle a dirti che Matt e Luke sono così legati da non essere lontanamente immaginabile che lui possa uscire con la sua ex?» incalza Melissa, dolcemente spietata, mentre Ashley si sente con le spalle al muro al punto da avvertirne quasi la sensazione di freddo sulla schiena.

«Credo di sì...te l'ho detto, non ricordo...so che sono amici perciò...l'ho immaginato» cerca di arrampicarsi sugli specchi, scivolando miseramente.

Melissa la osserva con gli occhi finalmente asciutti, il viso più disteso e l'espressione serena adesso che la versione raccontata dalla rossa sembra, in effetti, plausibile.

La visione di Luke con un'altra le ha fatto perdere completamente la testa ma il quadro si è fatto più chiaro e può tornare a respirare.

Resta sempre il fatto strano che lui le abbia mentito su quell'incontro ma forse ci sarà una qualche spiegazione per quel segreto.

Sa benissimo dai racconti di Luke quanto i due ragazzi siano legati come fratelli ma...come fa Ashley ad affermarlo con così tanta certezza?

Lei intanto è arrossita, da quando Melissa la conosce non gliel'ha mai visto fare e, ora che il suo dolore si è fatto un po' da parte, sembra accorgersi che la sua coinquilina ha gli occhi gonfi e il viso smunto e non è affatto normale.

«Ashley, che cosa ti succede?» le chiede senza mezzi termini, spostando improvvisamente il discorso da lei alla sua amica.

La diretta interessata sussulta silenziosamente, abbassa il viso e lascia che i capelli le ricadano poco oltre il collo, oscurandola in parte.

Le dita delle sue mani si intrecciano nervosamente, non sa cosa fare ma è stanca di nascondersi e, in mezzo all'indecisione sovrana e alla voglia di sfogarsi che preme inesorabile, finisce per dire una mezza verità.

«Credo di aver ferito irrimediabilmente una persona – mormora dopo qualche secondo di silenzio, con gli occhi fissi sul pavimento – e non riesco a perdonarmelo» aggiunge a bassa voce, con un nodo alla gola.

Melissa schiude leggermente le labbra per lo stupore: Ashley le è sembrata sempre una ragazza forte, chiusa e riservata e spesso triste, questo sì, ma...non l'ha mai vista così affranta e distrutta come in quel periodo e di colpo le pare di avere davanti la stessa ragazza disorientata e confusa che ha incontrato nel bagno di quel locale non molto tempo prima.

«E questa persona era molto importante per te?» azzarda, con un tono dolce e per niente invadente, dal quale traspare solo tanta voglia di aiutarla.

Ashley esita giusto un attimo, poi prende un lungo respiro e non ha più dubbi, muove il capo affermativamente.

Melissa non sa di chi stia parlando ma un certo sesto senso le comunica che esiste qualche collegamento tra i discorsi di prima e la confessione di Ashley.

«É davvero così irreparabile?» chiede Melissa, stavolta è il suo turno di provare a tirarla sù di morale e non farle credere che sia tutto finito.

Ashley fa spallucce, lei non sa proprio cosa pensare al momento, non sente Matt da quel terribile pomeriggio e non ha nemmeno la faccia tosta di farsi di nuovo viva dopo quello che ha fatto.

«A dire il vero non ne ho idea, so solo di essermi comportata da stupida e...darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro.» le dice ma sembra più un rimprovero verso sè stessa.

«Indietro non si può tornare, è vero...ma si può andare avanti e tentare di sistemare le cose. A volte ciò che sembra perduto non lo è...magari basta chiedere scusa e provare a ricominciare» le suggerisce, sperando che quel misero consiglio le possa comunque essere d'aiuto.

Ashley solleva finalmente la testa, Melissa è accanto a lei, ha ancora la faccia arrossata per il pianto ma sta provando a darle conforto e miracolosamente si sente meno sola.

«É complicato ma...forse hai ragione, grazie Melissa» le sorride, e l'amica ricambia.

«Grazie a te, se non mi avessi parlato a quest'ora sarei chiusa in camera a piangermi addosso come una fallita. Mi hai fatto ragionare e...ho sbagliato a trarre subito conclusioni sbagliate, non si dovrebbe mai fare. Voglio chiarire con Luke e non intendo solo per questo equivoco. - Melissa si fa seria e la sua voce risuona più determinata che mai – Se non fossi così indecisa e codarda non saremmo in questa situazione, potremmo avere una relazione normale e non dovrei sentirmi minacciata da qualunque altra ragazza. La colpa di tutto è mia e...sai che ti dico? Sono stanca di fare soffrire Luke, di tenerlo appeso a un filo, reggere il peso delle bugie è insopportabile, forse sta diventando più estenuante che affrontare tutto. Credo sia arrivato il momento di fare una scelta» conclude, sollevando la testa e mostrando i suoi occhi verdi, più limpidi e sicuri.

Ashley la guarda, vorrebbe avere la metà della sua determinazione e non può che augurarle il meglio, anche se sa che non sarà facile.

«Qualunque cosa tu decida di fare...sappi che avrai il mio appoggio» le dice subito, Melissa la ringrazia con gli occhi, poi le due si abbracciano ancora una volta.

Ashley la stringe, anche se non ha potuto rivelarle molto si sente comunque più leggera, sa che quel senso di oppressione e rimorso non la abbandonerà facilmente ma vuole credere che qualcosa di salvabile in tutto quello si possa ancora scovare.

 

 

Sono passati due giorni dallo sfogo di Melissa, la ragazza ha poi chiarito con Luke via telefono ma quel pomeriggio hanno fissato appuntamento per parlarsi ed Ashley freme tanto quanto lei.

Desidera che almeno la sua amica sia felice e che abbia il suo meritato lieto fine.

Lei invece ci ha quasi rinunciato, non trova il coraggio di contattare Matt, ha troppa paura di un suo rifiuto e di provare per la seconda volta quel devastante senso di perdita che l'ha stravolta da quasi una settimana ormai.

Sgattaiola in fretta fuori dal negozio, portandosi dietro il sacchetto col suo pranzo da consumare al volo prima di iniziare le lezioni del pomeriggio. Le sue azioni si ripetono come una noiosa routine e da quando non c'è più quel ragazzo irritante a mettere il pepe nella sua vita, sembra tutto così vuoto e anonimo.

O forse deve solo farci l'abitudine, per quanto appaia difficile.

Cammina svelta, è in ritardo e si maledice per aver messo quelle ballerine scomode invece che le solite scarpe da ginnastica, ma per una volta non voleva sentire le solite lamentele di Carol sul suo abbigliamento troppo casual per il lavoro.

«Ehilà ciao!» sente una voce femminile ignota alla sua destra, si volta senza arrestarsi, temendo una scocciatrice o un'appartenente a qualche setta religiosa che vuole farle il lavaggio del cervello, ma è costretta a rallentare immediatamente per consentire al suo cervello di elaborare il senso di quella presenza vicino a lei.

Il saluto proviene da una bionda e attraente giovane che le si è affiancata e che risponde al nome di Jessica.

Ashley sgrana gli occhi, spiazzata, poi li assottiglia infastidita, le lancia uno sguardo poco amichevole e riprende un'andatura veloce.

«Non credo che ci conosciamo» ribatte secca, senza guardarla in viso, Jessica fa una smorfia divertita.

Luke l'aveva messa in guardia sul caratterino poco socievole di Ashley, ma lei è un tipo che non si fa mica spaventare da così poco e se ha un obiettivo le dà enormemente fastidio fallire.

Si è fatta rivelare dal ragazzo il luogo di lavoro di Ashley, l'ha intravista dalla vetrina e ha aspettato che finisse il turno per seguirla e tentare un approccio.

Deve parlarle, Matt pare avere archiviato la questione ma è diventato più schivo e si legge lontano un miglio che sta soffrendo per lei.

«Oh, dalla tua reazione poco simpatica credo proprio che invece tu sappia alla perfezione chi sono» insiste, per nulla impressionata dalla rigidità della rossa, che imperterrita continua a cercare di seminarla.

«Ti sbagli, non ho nulla da spartire con te!» dichiara gelida, non sa cosa cavolo voglia Jessica da lei, il pensiero che si tratti della ex di Matt le procura un leggero voltastomaco e le risparmia una serie di insulti solo perché Luke ha ampiamente negato a Melissa di avere una tresca in corso con la biondina e, al contrario, ha ammesso di trovarla a dir poco odiosa e di averci avuto a che fare esclusivamente per una questione di vitale importanza.

Di quale questione si tratti non ha specificato ma Ashley spera che lo faccia quel pomeriggio.

«É Michelle che ti ha insegnato a comportarti così coi nemici? - le domanda con fare sfottente, mentre un sorrisetto adorna le sue labbra piene – peccato che non sia stata molto brava nell'insegnarti a stare lontana da Matt, evidentemente!» dice schietta, facendola finalmente fermare di botto.

Ashley si è bloccata, è rigida e spaventata e punta gli occhi sul viso sfacciato della bionda, che adesso appare ancora più vittoriosa.

La sua sembra una minaccia bella e buona.

«Oh, grazie al cielo ti sei decisa a fermarti! Non puoi capire quanto è scomodo correre con queste scarpe!» esclama la bionda, simulando un tono affranto mentre indica i suoi stivaletti forniti di una zeppa vertiginosa.

Ashley non sa cosa pensare, la rivelazione di Jessica l'ha confusa, pensava che nessuno a parte Luke fosse al corrente di quello che c'era stato tra lei e Matt ma a quanto pare le voci stanno già girando.

Forse la ragazza di fronte a lei è venuta a saperlo e, in quanto sua ex, si sente calpestata nel suo stesso territorio e vuole darle una lezione, vendicandosi.

In fondo, immagina non debba fare molto piacere agli amici di Matt sapere che si vedeva con una ragazza del gruppo di Terence, potrebbero anche prenderla come un affronto o un tradimento.

«Che diavolo vuoi da me?» sbotta con le braccia incrociate strette sul petto, nel tentativo di non mostrarsi debole ma senza riuscire a celare una certa agitazione.

Jessica ghigna, non le ci è voluto molto per metterla ko e ha la conferma che deve ancora nascere qualcuno capace di zittirla.

«Calmati, tesorino, vengo in pace, non ho cattive intenzioni! – mette subito in chiaro Jessica, intuendo dagli occhi terrorizzati di Ashley che la ragazza sta fraintendendo – Io faccio parte dei buoni, anche se so che stenti a crederlo! É vero, Matt e io siamo statai insieme tempo fa e sì, come forse già sarai a conoscenza, siamo andati a letto insieme anche dopo ma...puoi capirmi, lui ci sa abbastanza fare, tu lo sai bene, non è così?» le strizza l'occhio maliziosa, ma Ashley non ha per nulla voglia di scherzare, si sente ribollire di rabbia e non ha ancora compreso come la bionda sia a conoscenza di quei particolari, nè il motivo di quell'agguato in pieno giorno.

«Chi ti ha detto che questo? Guarda che ti sbagli...» prova a mentire ma stavolta non ha davanti le sue ingenue coinquiline, stavolta fronteggia una ragazzza troppo scaltra per essere fregata da quattro povere scuse.

«Inutile che sprechi fiato, so già tutto e, prima che te la prenda con lui, Matt non c'entra nulla, sono stata io a capire tutto, vi lanciate certe occhiate da sesso che passerebbero inosservate solo a quegli ottusi dei tuoi amici!» la interrompe, Ashley ne ha abbastanza della sua insolenza.

«Non mi va di perdere tempo, ho di meglio da fare che stare qui ad ascoltare tutti i tuoi gentili insulti, quindi mi faresti la gentilezza di smetterla di parlare a vanvera e arrivare al punto?» controbatte la rossa, fredda come un pezzo di ghiaccio ma tremante.

Jessica sorride, le sembra di avere a che fare con i modi poco diplomatici di Matt e non si stupisce che quei due abbiamo legato in così poco tempo, sono praticamente due bei caratteracci.

«Sono qui per Matt, anche se ci siamo lasciati gli voglio bene e tu, mia cara, l'hai trattato di merda e ...non sopporto di vederlo così!» la informa, lanciandole uno sguardo di rimprovero a cui Ashley, stavolta non ha nulla da obiettare.

Il pensiero di Matt le fa deporre le armi, la abbatte in un istante e non ha più forza di contrastare Jessica.

Abbassa gli occhi, colpevole.

Sapere che Matt è stato male per colpa sua la spacca in due ma non vede davvero altra via d'uscita per quella trappola infernale che è diventata la sua vita.

«Non volevo certo farlo...ho sbagliato e...credimi...mi odio per quanto è successo.» mormora, il suo viso è contratto in una maschera di sofferenza.

Jessica la osserva, nota le occhiaie scure, segno di molti pianti e notti insonni, e decide di non infierire oltre, quella ragazza si è già autoinflitta la pena peggiore con le sue stesse mani.

«Ascolta, tu non mi piaci granchè e posso intuire che neanche io ti stia particolarmente a genio ma...in un certo senso capisco di non potermi mettere nei tuoi panni, non ho idea di cosa tu abbia passato e non voglio giudicarti. Non condivido tutta la storia di Michelle e il fatto che vi debba imporre il suo odio però...Matt tiene davvero tanto a te e sono sicura che valga lo stesso da parte tua, anche se forse è presto per parlare di sentimenti importanti. Pensi davvero di voler rinunciare a capire cosa ti lega a lui solo per i capricci di due viziati?» le domanda, esagerando forse con le parole ma centrando il punto.

«É tutto troppo complicato...io...Matt mi manca da impazzire – le confessa infine, sopraffatta dal dolore e con la voce spezzata – ma...allo stesso tempo non so cosa fare, vorrei poter trovare la soluzione giusta, vorrei che ne esistesse una che non ferisca nessuno e...sembra davvero impossibile» ammette sconfitta, fissando mestamente gli occhi colore del cielo di Jessica.

«Hai ragione, è difficile e non posso sapere cosa significhi ma, se mi permetti, voglio dirti cosa faccio io quando non so che scelta fare per miliardi di motivi diversi. - inizia, avvicinandosi ad Ashley e sorridendole – allora, chiudo gli occhi, mi rilasso e immagino di essere su un'isola deserta... non c'è più nulla che mi circonda, il mondo intero è sparito, la gente, i problemi, il lavoro, tutto si è volatilizzato ed esisto solo io. Ci sei? - si accerta che la rossa stia seguendo, lei annuisce, quasi incredula di essere lì, ferma, ad ascoltare i consigli di Jessica – Bene! A quel punto mi concentro e penso alla decisione da prendere e stavolta lo faccio lì, in quell'isola dove niente e nessuno potrà condizionarmi. Solo facendo così riesco a capire cosa veramente voglio io e solo io, senza che tutto il resto possa sviarmi e farmi mettere da parte me stessa.» le spiega, ravvivando la chioma e portandosela sulla spalla sinistra.

Ashley rimane un attimo in silenzio a riflettere, poi punta Jessica ma il suo volto non appare meno turbato rispetto a prima.

«Ho capito cosa intendi, il fatto è che non viviamo su un'isola deserta, possiamo anche fare finta che sia così ma, quando torneremo coi piedi per terra, il resto del mondo esisterà eccome e dovremo farci i conti, volenti o nolenti.» dichiara, fin troppo razionale e pratica, non riesce proprio ad illudersi che ci sia un altro modo.

«Sì, questo è vero, hai perfettamente ragione. - concorda Jessica, senza fare una piega nonostante Ashley abbia demolito il suo metodo – però, forse, così capiremmo cosa desidera davvero il nostro cuore e, a quel punto, risolvere i problemi rimanenti verrebbe di certo più semplice. Come pretendi di poter uscire da questa situazione se non sai nemmeno cosa vuoi tu per prima?» la provoca ed Ashley si rende conto di averla sottovalutata, Jessica è più intelligente di quanto sembri e le ha dato una lezione che non avrebbe mai immaginato di poter ricevere da lei.

Annuisce e tra le due sembra calare la tensione che aleggiava fino a qualche minuto prima.

«Beh, non ti tengo in ostaggio oltre, sarai in ritardo! - esclama, allontanandosi da lei e lasciandola confusa – promettimi che ci penserai sù e, chi lo sa, magari un giorno diventeremo anche amiche! Potresti decidere di lasciar perdere chi ti ostacola e passare al lato oscuro, non è così tanto male, sai?» ridacchia, facendole un cenno con la mano e avviandosi, i suoi capelli biondissimi ondeggiano sulla schiena mentre avanza sopra quei trampoli vertiginosi.

Ashley la guarda sparire tra la folla e, vorrebbe negarlo, ma sa che Jessica ha terribilmente ragione.

 

 

Lunedì mattina, il giorno più soporifero e tedioso della settimana.

Ashley sbadiglia: il negozio è deserto e silenzioso, concilia il sono peggio di un documentario serale sulle barbabietole, e in più lei non sta dormendo molto bene la notte, tutta colpa della sua insonnia, decisamente peggiorata dopo i recenti avvenimenti.

Melissa e Luke hanno chiarito e sembrano andare d'amore d 'accordo anche se l'amica non ha potuto ancora raccontarle i dettagli per un imprevisto a casa dei suoi che l'ha tenuta lontana un paio di giorni.

É tornata quella mattina ma non si sono viste ed Ashley spera di beccarla più tardi.

«Sapevi che si possono individuare i giorni fertili tramite la misurazione della temperatura basale?» domanda Carol all'improvviso, senza sollevare il naso dalle pagine del suo manuale sacro del concepimento.

Si è quasi abituata alle pillole di biologia non richieste che la riccia si ostina a propinarle quotidianamente da quando ha deciso di avere un bambino e di condividere col mondo intero quella decisione così personale.

«No» risponde annoiata Ashley, spalmata sopra la scrivania, con una mano che a stento regge la sua testa pesante, l'altra giocherella distrattamente con una matita, e gli occhi semi chiusi, vacui e privi di alcun interesse verso qualunque cosa graviti attorno a lei.

«E sapevi che in realtà i giorni utili per concepire sono solo due al mese e che è consigliabile avere rapporti a giorni alterni per avere più successo?» continua imperterrita la sua logorroica collega, con lo sguardo assorto e concentrato nella lettura.

«No» ripete lei, stavolta con un tono nettamente più esasperato mentre si sforza di cancellare l'immagine terrificante di Carol che costringe il suo povero marito a pianificare la vita coniugale in funzione di quel libro inquietante.

Oggi si fa l'amore, domani no e così via, il massimo della spontaneità, insomma.

O magari lui è matto tanto quanto lei e lo accetta di buon grado, d'altronde, per vivere tutti i giorni a stretto contatto con Carol o hai coraggio da vendere o devi somigliarle per forza.

Un tonfo giunge alle sue orecchie e le fa intuire che la ragazza si è finalmente decisa a mettere da parte la sua bibbia e tornare nel mondo reale.

Ashley si volta appena, la vede sospirare soddisfatta, lisciare le pieghe della gonna e sorridere. «Questo mese abbiamo seguito alla lettera le istruzioni, tra pochi giorni aspetto il ciclo ma a questo punto spero in un lungo, lunghissimo ritardo!» cinguetta al settimo cielo, giungendo le mani come a simulare un applauso e rizzandosi sulla sedia.

Ashley mugugna qualcosa di indistinto, troppo stanca persino per parlare e articolare una frase, poi una lampadina si accende nel suo cervello intontito, pare risvegliarsi e alcune parole chiave in mezzo ai balordi discorsi di Carol, catturano misteriosamente la sua attenzione, cominciando a girarle in testa con una certa insistenza.

Ciclo, ritardo, mese.

Ashley aggrotta le sopracciglia e raccoglie le poche energie che si ritrova per fare un piccolo lavoro di memoria.

Ma il suo ciclo? Lo ha avuto quel mese?

Per quanto ci provi, non riesce proprio a ricordarlo e, a occhio e croce, le pare di non avere sperimentato le consuete 'gioie' di quell'evento di recente.

Sono successe talmente tante cose in quell'ultimo arco di tempo, che non è rimasto nemmeno uno spazietto libero nella sua mente affollata, tra poco non ricorda nemmeno di alzarsi dal letto per seguire le lezioni del mattino, figuriamoci annotare con precisione le date.

In un altro periodo avrebbe semplicemente fatto spallucce, dato la colpa ai cambiamenti climatici o allo stress, e si sarebbe limitata ad aspettare che la natura facesse il suo corso.

Questa volta, però, è diverso, questa volta non può fare lo stesso e ne è consapevole, per sua sfortuna.

La matita che rigira tra le dita scivola via di colpo, rotolando miseramente sulla scrivania, ed Ashley, con gli occhi sbarrati e il colorito di un cadevere, si solleva lentamente, facendo forza con le braccia.

Qualche settimana prima, in effetti, è capitata giusto una 'cosina' che può avere un certo collegamento con quel ritardo, e il solo pensiero le procura un capogiro tale da farla quasi cadere dalla sedia.

Si impone di calmarsi e di non trarre conclusioni azzardate, prende un lungo respiro e fa mente locale, spreme le meningi più che può per tornare indietro a quei giorni e, dopo qualche calcolo e uno sforzo immane per cercare di ricostruire gli eventi, realizza che i suoi suoi sospetti hanno un fondamento.

Dopo l'incontro con Matt non ha ancora avuto il ciclo.

Le viene voglia di sprofondare mentre il panico la invade, si insinua in ogni angolo più nascosto della sua coscienza, facendola passare nel giro di pochi secondi da uno stato semi-vegetativo a quello di una pazza iperattiva.

Non può essere possibile...o forse sì?

Si irrigidisce e un tremore evidente comincia a scuoterla, cerca di tornare indietro a quel giorno, di ricordare qualunque elemento, anche il più insignificante, che possa escludere quell'ipotesi che le fa gelare il sangue nelle vene, ma tutto ciò che ne ricava é solo la conferma alle sue paure.

Quel pomeriggio è accaduto tutto repentinamente, senza preavviso, senza poter pensare alle conseguenze o alle precauzioni, ed Ashley non può far altro che rendersi conto di essersi comportata come una perfetta incosciente e irresponsabile e così anche il suo compagno di sventura, ancora lì fuori, da qualche parte, beatamente ignaro del potenziale imprevisto che potrebbe sconvolgere le loro vite.

Insieme a lui, per un attimo, aveva persino dimenticato il suo nome, persa in quel vortice di piacere che era esploso in pochi secondi per poi crescere a dismisura e travolgerli entrambi, come un'onda a cui è impossibile resistere, che li portava a fondo sempre più, impedendo loro di pensare, di riflettere, di opporsi.

Le menti in corto circuito, annebbiate, vuote e finalmente serene.

Si erano lasciati andare, seguendo le emozioni, l'istinto, quel dannato bisogno di unirsi, di non essere più soli, divisi o nemici, di diventare un'unica cosa, in un giorno qualunque che alla fine si era trasformato nell'inizio di una serie di cambiamenti inevitabili nel loro rapporto.

Non avevano pensato al dopo, alle conseguenze, non avevano pensato a nulla che non fosse stato solo amarsi e assecondare i loro corpi in quella inebriante follia.

É cosa ben nota che quando non si ragiona si combinano le peggiori cazzate e loro due ci erano cascati in pieno.

Magari è solo una piccola possibilità ma esiste e non la può ignorare.

Ashley è incredula, la beffa è che non ha mai avuto problemi del genere, la sua scrupolosità ed attenzione da quel punto di vista è sempre stata maniacale, e adesso quella situazione le è nuova, la coglie alla sprovvista, la spiazza e non sa davvero come muoversi.

L' unica volta in cui c'è la seria possibilità di trovarsi nei casini sta capitando con un ragazzo con cui non sta insieme e che, come se non bastasse, ha trattato di merda solo una settimana prima, facendosi odiare probabilmente per l'eternità.

Incinta di Matt, a nemmeno 22 anni, dopo averci fatto sesso un'unica volta, sola e senza alcun aiuto.

Esisteva un quadro più sfigato e apocalittico di quello?

Ashley impreca contro la sfiga cosmica che la perseguita e si chiede come mai nella sua vita la legge di Murphy debba sempre trovare applicazione in qualunque circostanza.

Se qualcosa poteva andare peggio l'avrebbe di sicuro fatto e così accadeva ogni singolo giorno della sua esistenza.

Pensava di avere toccato il fondo con sua madre che la rinnegava, cancellandola dalla sua vita come un rifiuto, ma adesso crede davvero di stare cominciando a scavare.

Tremante e scossa, cerca di riprendere in mano le redini della situazione e di capire a grandi linee quanto sia alta la percentuale di probabilità di ritrovarsi tra meno di nove mesi con un neonato non programmato tra le braccia.

Lo scenario si è ribaltato, di colpo i discorsi di Carol sulla fertilità e sul concepimento non sono più così noiosi e allucinanti, improvvisamente riguardano anche lei e adesso tutto quello che desidera è sapere se quei due fottutissimi giorni fertili, di cui stava parlando la riccia cinque minuti prima, ha avuto la fortuna – o la sfiga, a seconda dei casi - di beccarli proprio lei.

«Ehm, Carol, dicevi prima che i giorni utili per concepire sono pochissimi ogni mese – inizia, guardandosi attorno con aria indifferente, cercando di fare apparire quella precisazione solo come un modo qualunque per riempire il silenzio tra loro – Non è che in quel libro ti spiegano anche come individuarli? Voglio dire...si può? É una cosa fattibile?» chiede, fingendo una sana curiosità per poi farsi scappare una risatina isterica, frutto del suo nervosismo dilagante.

La riccia non fa caso ai suoi atteggiamenti decisamente strani e al fatto che abbia ritirato fuori quell'argomento specifico, gli occhi le si illuminano soddisfatti, raddrizza la schiena e schiarisce la voce ed Ashley capisce che è pronta per sfoggiare una delle sue solite lezioncine.

A saperlo prima, avrebbe fatto più attenzione ai suoi sproloqui nei giorni precedenti, invece di fingere interesse e trovarsi adesso in difficoltà.

«Sono contenta che tu me l'abbia chiesto. Dunque, individuare i giorni fertili è un'operazione molto complessa, innanzitutto si contano i giorni, dovrebbero coincidere all'incirca al quattordicesimo dall'inizio del ciclo, ma questo vale solo se lo hai sempre regolare. In caso contrario potrebbero anche essere prima del quattordicesimo o dopo, in base al mese. Per questo bisogna monitorare ogni piccolo segnale che il nostro corpo ci manda!» la informa con un tono estremamente professionale, quasi da fare concorrenza a Melissa, che quelle cose le studia per davvero.

Ashley accenna un sorriso poco convinto e sospira.

La sua spiegazione non l'ha aiutata granché, anche se riuscisse a ricordare date e periodi sarebbe comunque inutile perché non esisterebbe nessuna certezza che il giorno dell'incontro con Matt fosse più o meno quello incriminato.

Di fare attenzione a sintomi e segnali è impossibile adesso, avrebbe dovuto farlo prima di combinare la frittata ma di certo non aveva previsto di finire a darci dentro con lui, annullando qualunque briciolo di razionalità.

«E in caso di sospetto, basterebbe fare un normale test di gravidanza... uno di quelli che vendono in farmacia? Credi che siano affidabili quei cosi?» le domanda, continuando a scrivere su un foglio una serie di numeri inutili, giusto per farsi vedere impegnata e dare l'impressione che quell'argomento non la sfiori personalmente.

«Sì, direi che ormai sono piuttosto precisi! Certo, sarebbe consigliabile aspettare almeno quattro giorni di ritardo per avere una sicurezza in più e soprattutto farlo di mattina, ma sì...sono abbastanza attendibili. In ogni caso, qualche falso negativo può capitare, ovviamente, per questo le analisi rimangono il metodo più sicuro per sapere con certezza se si è incinte!» conclude la bionda, sorridendo e riprendendo a digitare al computer.

Non sembra insospettirsi per tutte le domande di Ashley, forse perchè ritiene altamente improbabile che la sua collega si possa trovare in una situazione del genere, vista la sua ostinata testardaggine nel negare qualunque coinvolgimento sentimentale, al momento.

Il silenzio regna nuovamente, Carol prova ad annullarlo canticchiando e l'aria si riempie subito delle sue note soavi che contrastano irrimediabilmente con l'umore nero di Ashley.

Lei non condivide nemmeno un quarto della sua serenità e vorrebbe solo sprofondare e sparire.

Non riesce a farne una giusta, ultimamente, e l'elenco è abbastanza lungo.

Si è comportata da perfetta stronza egoista con Matt, ha pensato solo a salvare la sua faccia di fronte agli altri e lo ha ferito ingiustamente pur di scappare dalla verità.

Lui, la spalla che ha sempre accolto i suoi dolori senza chiedere nulla in cambio, l'unico capace di farla sentire veramente leggera e felice in un periodo in cui spesso le viene difficile anche solo respirare, colui che stava cominciando a diventare qualcosa di più.

E lei non è stupida...lo sa...lo sente.

Forse si sta innamorando di lui.

Credeva di non essere più in grado di provare un simile sentimento dopo gli scombussolamenti che ancora le bruciano dentro o, per lo meno, non credeva sarebbe successo così presto, ha tanta confusione in testa, il tradimento di sua madre le fa male e non sa se potersi fidare di nuovo di sentimenti puri come l'affetto e l'amore, o delle persone che dicono di volerle bene e poi la pugnalano alle spalle.

Non sa neppure se lei stessa sarebbe capace di gestire una relazione seria per via degli sbalzi di umore e delle crisi che la affliggono troppo spesso e che potrebbero fare vacillare qualunque persona accanto a lei.

Eppure sta succedendo e ha paura.

E adesso, come se non fosse già abbastanza, le sembra di vedere le ombre di una maledizione che incombe sopra di lei.

Rischia di ritrovarsi nella stessa situazione di sua madre, in attesa di un bambino non cercato e che in quel periodo della sua vita e in quelle circostanze sarebbe la cosa più sbagliata che possa capitarle.

É orribile pensarlo in quei termini ma sa che è la verità, rabbrividisce nel ricordare il volto di sua madre e l'ultima frase che le ha rivolto prima di chiuderle la porta di casa - della sua casa - in faccia.

'Sarebbe stato meglio se avessi abortito ai tempi, tu non saresti dovuta nascere'

Quanto dolore le hanno procurato quelle parole, quanti pianti disperati e la sensazione di morire, di non avere più un posto nel mondo, di essere solo un errore e...adesso lei rischia di commettere lo stesso sbaglio e tutta quella situazione sembra proprio una beffa amara.

No, non può essere vero, non può trasformarsi dalla vittima al carnefice.

E se non fosse poi così diversa dalla donna che le ha dato la vita pur non desiderandola?

In fondo è sua figlia, ne condivide il dna, potrebbe scorrerle nel sangue la stessa cattiveria che le ha rovinato la vita e che Ashley non vuole riversare su una creatura innocente.

Che razza di madre sarebbe lei?

Se prima l'aveva invasa una certa agitazione adesso è nel bel mezzo di un attacco di panico tra i peggiori che abbia mai subito.

É bianca come un cadavere, ha i brividi e suda freddo, il cuore le sta esplodendo e, in un insperato momento di lucidità, capisce che c'è solo una cosa da fare.

«Devo uscire un attimo, stai da sola in negozio?» informa velocemente Carol, per poi agguantare con una mossa rapida il giubbotto e la borsa e fiondarsi verso l'uscita.

La bionda fa appena in tempo a sollevare la testa e ad abbandonare il suo mondo dei sogni, fatto di nuvolette e arcobaleni, che Ashley ha già varcato la soglia e sta correndo sul marciapiede di fronte.

 

Un quarto d'ora dopo esce furtivamente dalla farmacia, con fra le mani un involtino che provvede subito a seppellire più in fondo possibile nella sua tracolla.

Ha comprato un test di gravidanza e, anche se sa che non ci sarebbe niente di cui vergognarsi in quell'azione, non si è mai sentita tanto imbarazzata nella vita come davanti a quel bancone, dopo aver rivolto la sua richiesta al farmacista, sotto gli occhi degli altri clienti.

Si chiede cosa avranno pensato di lei, nel vederla così giovane e già alle prese con quel dubbio, sa che farsi simili paranoie è stupido e immaturo e che dovrebbe lasciar perdere i giudizi della gente ma non riesce ad evitarlo.

É la prima a biasimarsi e a disprezzarsi per essersi messa nei casini, per essere stata una tale irresponsabile e non aver pensato alle conseguenze.

Fa sempre così di recente, sin da quando ha iniziato quella relazione con Matt, pericolosa ma maledettamente bella, accettandone i rischi e lasciandosi trascinare dal vortice delle sue emozioni incomprensibili.

Forse quello che le sta capitando se l'è meritato, è il segnale che ha sbagliato tutto e che non avrebbe mai dovuto iniziare a frequentarlo.

Eppure lui le manca da morire, solo pensarci le provoca un dolore atroce al petto e non ha nemmeno più lacrime da versare, le ha usate tutte nei giorni precedenti e adesso gli occhi le bruciano ma rimangono asciutti.

Sta letteralmente morendo dalla paura, le tremano le gambe al pensiero del responso che potrà avere tra un paio di ore.

Aspetterà il giorno dopo per fare quel test, anche se sarà difficile resistere. Carol le ha detto che di mattina è maggiormente attendibile e lei ha bisogno di più certezze possibili.

D'un tratto l'ansia la assale, sente che da sola non può farcela ad affrontare quella prova ma realizza che non c'è nessuno a cui può dirlo, nessuno che può farle coraggio o tenerle la mano mentre aspetta che quelle linee si colorino.

Nessuno tranne...lui, che non le parla più da giorni ma che, paradossalmente, è coinvolto in quella faccenda esattamente come lei e quindi avrebbe tutto il diritto di sapere che forse potrebbe diventare padre.

Di scatto afferra il telefono, si ferma e accosta con la faccia rivolta al muro, cerca il suo numero in rubrica: le dita esitano, il respiro diventa affannato e gli occhi le si annebbiano.

Rimane qualche secondo immobile, con il dito sospeso sopra il suo nome, senza la forza di selezionarlo.

Alla fine si arrende, cancella tutto e rituffa il cellulare in borsa.

Non può farsi viva solo perché adesso ha bisogno di lui.

È quello che ha sempre fatto, lo ha usato per i suoi comodi, per consolarsi, per alleviare le sue sofferenze, con egoismo.

Anche quando, all'inizio, avevano tirato fuori la storia dello scambio reciproco di aiuti per giustificare i loro incontri, in realtà non è mai stata una relazione paritaria.

Matt si è sempre caricato il peso più grande, accollandosi le sue lagne e le insicurezze, pur portando ancora su di sè cicatrici dolorose, e l'ha fatto in silenzio, senza farglielo notare.

Con quale coraggio dovrebbe chiamarlo, ora, per mettergli sulle spalle l'ennesimo problema da risolvere, per ottenere un conforto o semplicemente un abbraccio che sa di non meritare.

Stavolta ha deciso, deve crescere e farcela da sola, non ha intenzione di cercarlo perché ne ha un disperato bisogno e non vuole coinvolgerlo in quello che potrebbe rivelarsi un falso allarme e dargli inutili preoccupazioni.

Se poi fosse davvero incinta di suo figlio, beh, a quel punto non esiterebbe a comunicarglielo, anche se il solo pensiero la fa raggelare.

Si affretta a ritornare in negozio, manca un'ora alla chiusura e almeno una dozzina prima di sapere la verità.

 

 

Durante il tragitto per casa le viene un'altra idea e spera di trovare le condizioni adatte per attuarla.

Si è ricordata che Melissa si vuole specializzare in ginecologia ed è così brava e studiosa che ne saprà di certo più di Carol su gravidanze e sintomi, pur non essendo ancora laureata.

Quando apre la porta il corridoio è buio e silenzioso e tira un sospiro di sollievo: le lezioni sono ricominciate, Michelle e Beth sono sempre impegnate a studiare nelle loro stanze e sgusciano fuori per cenare se non a tarda ora, quindi non dovrà incrociarle e rinunciare al tentativo che si è prefissata.

Non vede Melissa da giorni ed Ashley, dirigendosi a passi felpati verso la camera della sua coinquilina, nota che la porta è chiusa ma dalla fessura in basso, vicino al pavimento, filtra la debole luce della sua lampada da tavolo a dimostrare la presenza della ragazza.

Si avvicina e la sente mormorare, probabilmente sta ripetendo a bassa voce.

Esita un secondo e la sua fronte si contrae in un'espressione affranta.

Se solo si fosse confidata con lei quando ne aveva avuto occasione, adesso avrebbe potuto chiederle aiuto e avere delucidazioni da una persona fidata e competente invece che brancolare nella sua ignoranza ma, da perfetta cretina, non l'ha fatto e non può certo entrare ed esordire con un 'Ciao Melissa, posso chiederti un consulto? Sai, c'è la possibilità che sia incinta di Matt, sì, hai capito bene, proprio il migliore amico del tuo amato Luke e colui che qui dentro odiano tutti a morte!'

Stringe i pugni e sospira, poi si fa forza e capisce che dovrà improvvisare e inventarsi comunque qualcosa, non ha più niente da perdere e l'ansia la sta divorando.

Bussa alla porta e la voce sottile di Melissa la invita subito ad entrare.

La moretta si volta, quando capisce che si tratta di Ashley si illumina in viso e sorride. La rossa non può fare a meno di accorgersi che è più allegra da quando si è riappacificata con Luke e la cosa la rende felice.

Almeno per lei tutto è tornato a posto, Melissa è una ragazza così dolce e sensibile che si merita soltanto le cose migliori dalla vita ed Ashley glielo augura sinceramente con il cuore.

«Ciao Melissa, come stai?» la saluta, facendo capolino dall'uscio semi aperto. La sua voce è un sussurro incerto e Melissa se ne accorge.

«Ashley! Tutto bene, un po' stanca per il viaggio e lo studio ma stavo quasi per staccare, sono proprio stufa per oggi di sgobbare sui libri, quindi entra pure!» esclama lei, stiracchiando le braccia e scostando la sedia dalla scrivania per direzionala verso la ragazza, che nel frattempo si è seduta sul bordo del letto, Melissa le lancia una breve occhiata che conferma le sensazioni di prima.

Ashley sembra un fantasma, è pallida e sta rigida con le braccia conserte, mentre gli occhi vagano distratti per la stanza, come in cerca di risposte che non riesce a trovare.

Di solito è lei ad assumere quell'atteggiamento insicuro e ne riconosce i segni quando li vede su qualcun altro, perciò non ci sta troppo a comprendere che non si è ancora liberata dei suoi turbamenti.

«E tu che mi racconti?» riprende Melissa.

Ashley potrebbe parlare per ore dei problemi che la affliggono, in particolare dell'ultimo arrivato in ordine cronologico ma deve trattenersi.

«Come al solito, niente di nuovo» sorride forzata, anche se dentro ha più angoscia che sangue ormai.

«Oh, hai fatto bene a passare, mi fa piacere stare un po' con te!» dice Melissa, poi si accinge a riporre i suoi libri e a quel punto Ashley trova una scusa perfetta per dirottare la conversazione dove vuole lei, senza sembrare troppo diretta.

«Caspita, sono davvero enormi quei manuali! Stai già studiando ginecologia? Ti specializzerai lì, non è così?» prova a chiedere, sperando che per una dannata volta la fortuna l'assista.

Stranamente è così e Melissa fa un cenno affermativo col capo, per poi abbassare lo sguardo su un libro e sollevarlo con le sue braccia esili.

«Sì, è questa qui! L'ho iniziata da poco, è una materia di quest'anno ma sembra già abbastanza tosta! Mi piace ma...non posso di certo sottovalutarla!» le spiega, sfogliando a caso qualche pagina.

Ashley si sporge subito in avanti, se solo riuscisse a leggere qualche riga magari potrebbe carpire qualche informazione in più.

«É gigantesco anche questo! Posso darci un'occhiata?» le domanda, fingendo una innocente e disinteressata curiosità per le materie scientifiche.

«Sì, tieni!» le dà il permesso la proprietaria, la quale non sembra insospettirsi più di tanto di quella richiesta.

Ashley prende tra le mani il libro, quasi le cade a terra perché pesa un quintale e lei sta tremando per l'ansia e per la paura di farsi scoprire, poi si rende conto che non ha la più pallida idea di dove cominciare.

Saranno circa un migliaio di pagine e non può stare certo mezz'ora a leggere, sarebbe alquanto anomalo!

Fa un tentativo, apre più o meno a metà e viene bombardata subito da immagini e parole ancora più sconcertanti e complicate di quelle viste sulla guida di Carol.

Sotto i suoi occhi scorrono descrizioni scientifiche troppo tecniche e termini medici di almeno quattordici lettere ciascuno, dei quali lei ignorava l'esistenza e che non riesce a decifrare. Trascorsi cinque minuti a sfogliare qua e là e dopo aver carpito appena qualche informazione non tanto utile, decide di rassegnarsi.

Ci ha provato ma le conviene aspettare l'indomani, quando il test che conserva nella borsa le rivelerà se la sua vita dovrà cambiare per sempre.

«Sembra difficilissimo, non riuscirei mai a studiare queste materie, sono più per l'ambito letterario, io!» commenta con la voce un po' roca, mentre le restituisce il mattone di carta, impacciata e nervosa.

Melissa le fa un cenno di assenso col capo, poi si piega per conservare i libri e il silenzio cala inevitabilemente.

«Con Luke è tutto apposto, quindi?» chiede Ashley, non solo per iniziare un discorso ma anche e soprattutto perché vuole assicurarsi che i due abbiano chiarito definitivamente.

Melissa ha sofferto troppo in quei giorni e lei non vuole più rivederla col viso gonfio e pieno di lacrime.

«Sì, tutto precede come prima ma...stavolta abbiamo parlato e...finalmente ho preso una decisione, credo sia la cosa giusta da fare. - le risponde sicura, non c'è traccia di incertezza stavolta nelle sue parole – aspetterò fino a Natale e dopo...troverò il momento adatto e non ci nasconderemo più. Michelle dovrà saperlo e in questi mesi mi prepararò per quel giorno. Non voglio più soffocare i miei sentimenti, amo Luke e non sopporto di vederlo stare così male. Per adesso continueremo a frequentarci e nel frattempo ne approfitteremo per studiare meglio ciò che proviamo l'uno per l'altra.. Mi sento già molto più leggera, è stato così liberatorio!» gioisce Melissa ed Ashley è sorpresa.

L'amica ha davvero deciso di andare fino in fondo e la invidia da morire, vorrebbe poter essere altrettanto capace di analizzare i suoi sentimenti verso Matt.

Peccato che adesso ci sia un piccolissimo problema in più a mettersi in mezzo.

«Sono felicissima per te, Melissa, ti meriti solo tanta felicità e spero che vada tutto bene! - le dice, poi guarda l'orologio e si alza di scatto, prima che l'amica possa chiederle se ha risolto la questione con quella 'persona importante' – adesso ti lascio, sono esausta e domani ho da fare di mattina presto! Se non vado non riuscirò ad alzarmi dal letto!» mente, trovando una scusa qualunque per ritirarsi in camera.

Ha solo voglia di mettersi a letto e non vedere nessuno, non riuscirà a dormire e sa che conterà le ore che la separano dal verdetto.

Spera solo che passino veloci e che il suo supplizio non duri ancora per molto.

 

 

É mattina presto, la casa è immersa ancora in un silenzio profondo ma una stanza è gia aperta e priva della sua proprietaria.

Ashley è seduta sul bordo della vasca da bagno, ancora in pigiama, ha la fronte contratta e tra le mani un foglietto illustrativo che sta studiando come fosse la materia difficilissima del suo prossimo esame.

Non permette a nessuna virgola o parentesi di sfuggirle perchè dalla corretta messa in pratica di quelle istruzioni ne andrà del suo futuro e di quello del ragazzo con cui non parla ormai da una settimana.

Per un secondo si sfiora la pancia al pensiero che lì dentro possa esserci suo figlio – il loro figlio – anche se quel pensiero è quasi assurdo.

In teoria sarebbe ancora solo un ammasso di cellule ma la sua mente bacata vola come il vento e riesce a immaginarselo con gli occhi azzurri di Matt mentre la fissa con la sua solita aria irriverente e sfrontata.

Le sue labbra si piegano involontariamente in un sorriso a quell'immagine anche se da ridere ce n'è ben poco.

Scosta di colpo la mano, si sente un idiota completa perchè, anche se fosse incinta, sarebbe ancora troppo presto per percepire anche solo un minimo rigonfiamento e lei non ha sintomi di nessun tipo, nausee, dolori, voglie strane; sarebbe presto anche per quelli.

Tira fuori dallo scatolo con decisione quella bacchetta di plastica, la maneggia con cautela come una reliquia preziosa perché sa che il suo destino dipende da lei, poi prende un lungo respiro e si decide ad iniziare.

Inutile rimandare oltre, il foglietto è abbastanza chiaro e anche un cretino lo capirebbe.

Linea singola: negativo, futuro e università salvi, nessun bambino con due genitori che nemmeno si parlano.

Due linee: positivo, ma di positivo non ci sarebbe nulla, lei neanche riesce a immaginarsi madre a quell'età, senza quattrini e con la sua intera vita da ribaltare.

Quando ha eseguito tutto alla lettera si mette sotto il neon della stanza per vedere ogni minimo segno, anche il più invisibile.

Il cuore le sta esplodendo, le sembra di stare per avere un infarto tanto le fa male nel petto per l'ansia dell'attesa, mentre le mani non ne vogliono smettere di tremare e impedirle di visualizzare bene le caselle bianche.

Davvero incredibile e beffardo che la sua intera esistenza dipenda da un pezzo di plastica e da una stupidissima linea che tra poco dovrebbe comparire e che spera vivamente rimanga da sola.

Si sforza di rimanere ferma, gli occhi le bruciano ma si concentra, le gambe oscillano nervosamente, non c'è neanche un centimetro del suo corpo che non sia scosso dalla tensione e quella manciata di secondi le sembrano durare un'eternità.

Pian piano una timida linea fa capolino in un riquadro, Ashley sussulta, il cuore le salta in gola con un tonfo, assottiglia gli occhi e se li stropiccia per vedere meglio mentre prega qualunque divinità esistente perchè nient'altro si colori su quel test.

Passano altri secondi e nulla cambia, tira finalmente un sospiro, per un attimo si era dimenticata di respirare e l'ossigeno le rinfranca i polmoni.

Aspetta ancora, altri secondi, altri battiti forsennati e tremori, lo sguardo fisso sulla casella bianca che pare non colorarsi.

La scruta, gira e rigira il test, lo avvicina alla lampadina, lo studia in controluce ma il risultato non cambia.

Rimane cinque minuti interi a osservarlo con un'attenzione maniacale, lo fissa e poi guarda l'orologio e poi di nuovo il test.

Alla fine arriva alla conclusione tanto desiderata: la linea è una sola, non ci sono dubbi, non è incinta, non diventerà madre.

L'adrenalina accumulata si riversa nel suo corpo, le gambe le cedono e non sente più forza nei muscoli, si accascia per terra, incredula per il pericolo scampato e col sollievo nel realizzare che un po' di fortuna nella vita le è ancora rimasta.

Non ha idea di come abbia fatto a sopravvivere in bilico tra la terraferma e un baratro profondo che l'avrebbe costretta a cambiare tutti i suoi progetti futuri e a prendersi la responsabilità di un bambino, al quale in quelle condizioni non avrebbe potuto assicurare una crescita decente.

Lo spavento è stato tale che si ripromette di non fare mai più una cazzata simile per nulla al mondo.

La prossima volta che accadrà, e se accadrà, sarà solo perché lo desidererà fortemente, non vuole ripetere l'errore di sua madre anche se, in cuor suo, sente che quel bimbo l'avrebbe comunque amato, nonostante tutto e non avrebbe potuto fare altrimenti.

Ci ripensa, non ci sarà nessun ammasso di cellule con gli occhi azzurri e in quell'attimo realizza che non c'è più nulla adesso che la tenga legata a Matt.

Sembra assurdo dirlo ma l'idea di quel figlio era l'unica cosa che avrebbe potuto rappresentare un collegamento tra loro e, adesso che è svanita, pur sentendosi di nuovo tornata a vivere e a sperare nei suoi obiettivi e sogni futuri, avverte di nuovo un orribile vuoto crescerle nel petto.

Non ha più motivo di parlargli, anzi, ha fatto bene a non dirgli niente fin dall'inizio e a non dargli un ennesimo disturbo.

Il suo viso felice e disteso si rabbuia improvvisamente.

Lui non c'è e adesso non esiste nemmeno il più piccolo motivo perchè ritorni, è finito tutto.

Si stringe le ginocchia e rimane ferma sul pavimento ghiacciato, lo sguardo fisso in un punto impreciso con ancora tra le mani quel test negativo e gli occhi che le si inumidiscono nuovamente.

Forse in parte sono lacrime di gioia per non aver dovuto stravolgere i suoi piani, ma è sicura che molte sono solo arretrati che pensava di avere smaltito ormai del tutto.

 

 

 

 

  
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