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Autore: Clara_Oswin    22/09/2017    2 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Cap 36 Salvataggio

 

Elena stava scendendo rapidamente lungo il dirupo cercando un buon punto da cui potersi tuffare, nella mano stringeva la piccola chiave che le aveva dato Lara, non sapeva nemmeno cosa aprisse ma le era ugualmente grata per il suo aiuto totalmente inaspettato. Durante quel breve colloquio con lei aveva avuto modo di capire alcune cose, ma adesso non era il momento giusto per rielaborare quanto aveva sentito e soprattutto visto.

La paura aveva iniziato a prendere il sopravvento, il sangue nelle vene aveva preso a pulsarle come impazzito quando aveva sentito il boato scaturito dal colpo di Tritone; per un istante aveva davvero creduto fosse la fine. D’improvviso Ursula era emersa dal lago e aveva capovolto la situazione cogliendo Tritone alla sprovvista, con un gesto repentino aveva salvato Aris scardinando la gabbia e allontanandola dalla furia del Re e mentre i due colossi si fronteggiavano uno contro l’altro, l’esercito squamato combatteva contro i restanti umani.

La situazione sembrava tragica, Elena non avrebbe saputo dire per quanto ancora Ursula sarebbe stata in grado di tenere a bada Tritone distogliendolo dal suo vero obiettivo, ma di certo non ancora per molto.

I rumori della battaglia seppur lontana erano tremendi, colpi fortissimi erano inferti da entrambe le parti, per un istante, mentre la bionda valutò la distanza dall’acqua per tuffarsi, vide la strega attorcigliare i suoi tentacoli attorno al Re e poi vide quello scagliarle contro delle saette che illuminarono la sua spina dorsale con la forza di una centrale elettrica.

Il tempo era poco e la strega non era abbastanza forte da tenere ancora impegnato il re, doveva muoversi, e alla svelta.

Un ennesimo boato colpì la gabbia di Aris, il colpo aveva mancato il bersaglio e aveva invece preso il gancio che reggeva tutta la struttura, il ragazzo dondolava pericolosamente davanti al re ancora imprigionato dentro quell’assurda gabbia, Tritone aveva gli occhi iniettati di sangue e non perdeva tempo a prendere bene la mira, colpiva a raffica nel disperato tentativo di mettere fine alle loro vite.

Elena prese un profondo respiro, quel salto era il più alto che avesse mai fatto, si sporse per guardare sotto, ma quello che vide non l’incoraggiò per niente, rocce affilate come rasoi erano sparse qua e là per tutta la traiettoria, avrebbe dovuto essere molto fortunata per non beccare nulla durante la sua caduta.

Dopo un istante di esitazione fece qualche passo per prendere la rincorsa

“Sto arrivando Aris”

Poi saltò giù.

 

****

 

Rachel nascosta dietro alcuni alberi stava assistendo alla battaglia, non poteva credere a quello che nell’arco di pochi minuti era successo. C’erano degli esseri mezzi pesce con armature medievali che squarciavano uomini come fossero di burro, un enorme Tritone a bordo di una carrozza dorata che brillava di luce propria come fosse una lampadina e che scagliava a destra e sinistra saette con un bastone a tre punte, per non parlare poi della donna che l’aveva condotta sin lì. La vecchia e magrolina Ursula le aveva affidato una borsa che si era portata dietro per tutto il tragitto, poi aveva estratto un ampollina ed una volta svuotata in bocca si era lanciata verso il lago dove poco dopo aveva assunto le sembianze di un enorme polipo viola minaccioso.

Ma che razza di storia era mai quella?

Si portò una mano alla testa tentando di sorreggersi da un mancamento improvviso.

Non poteva crederci.

Ed in effetti non l’aveva fatto.

Quando Ursula le aveva raccontato quella pazza storia aveva pensato fosse la trama di qualche soap opera, ma adesso tutto cambiava. Ed anche il significato di quella borsa nera che continuava a trascinarsi dietro.

“Porta questa borsa al capo dei cacciatori, ma dì di usarla solo in caso di estrema necessità” le aveva detto quella poco prima di scappare verso il lago in soccorso di Aris.

Rachel stentava a credere che tutto quello fosse reale, forse era tutto un incubo, fra poco si sarebbe svegliata nella sua stanza nella vecchia casa a West Richland e avrebbe scoperto che niente di tutto quello era reale. Doveva per forza essere così.

Chiuse gli occhi nel tentativo di convincersi che tutto quello non fosse reale, poi uno scoppio la costrinse a riaprire gli occhi, il Tritone al centro del lago aveva colpito un altro angolo della foresta mandandola a fuoco.

La radura si illuminò di rosso fuoco ed in un battibaleno le fiamme cominciarono a propagarsi di ramo in ramo. Fumo denso e scuro iniziò ad impregnare l’aria e Rachel iniziò a scappare verso l’entroterra, non pensava minimamente a dove stesse andando ma in qualche maniera si era avvicinata ad una zona presidiata da un gruppo di accampamenti mimetici.

Si guardò attorno spaurita, non vi era nessuno a cui potesse rivolgersi, poi un urlo agghiacciante le fece accapponare la pelle, si voltò in direzione del lago e vide un tritone infilzare una lunga lancia con due punte ricurve dentro il petto di un uomo. Tremante dallo shock rimase pietrificata quando riconobbe una macchia bionda che correva lungo il dirupo molti metri più in là.

Incapace di muoversi da dov’era rimasta le scappò di bocca un urlo che attirò lo sguardo di alcuni occhi nel buio.

Ignorò ciò che aveva scatenato per concentrarsi a guardare la figlia, ma cosa stava facendo? Poi quando ella si fermò e prese una rincorsa verso il vuoto tutto le fu più chiaro,
si stava tuffando nel centro della battaglia.

 

***

 

Elena si lanciò quanto più lontano possibile, la sensazione di cadere nel vuoto e l’aria che prese a frecciarle contro il corpo le diedero ancora più velocità e non appena toccò l’acqua l’impatto avvenne con una tale violenza che le tolse il respiro.

Allungò i piedi sul fondo nel tentativo di trovare qualcosa con cui darsi una spinta ma fu inutile, presa dal panico aprì gli occhi per un breve momento e quando vide tutta l’acqua nera che la circondava la paura prese il sopravvento, ritrovarsi immersa nell’acqua nera attorniata dal nulla era da sempre stato il suo peggior incubo. Prese a sbattere le gambe aiutandosi con le mani per risalire a galla, doveva essere scesa molto in profondità perché ancora non riusciva a vedere la superficie e l’ossigeno le stava finendo, forse avrebbe potuto provare a respirare sott’acqua ma in quel momento talmente era presa dal panico che si dimenticò il dono che le aveva fatto Aris.

La testa aveva preso a girarle e l’acqua le schiacciava il petto soffocandola, un dolore lancinante prese a pulsarle alla gamba sinistra ma imperterrita continuò a nuotare. Finalmente, dopo secondi che le parvero ore, riemerse dal centro del lago guardandosi confusa attorno. Le orecchie erano piene d’acqua e fischiavano tanto da averle fatto perdere il senso di orientamento, il dolore aveva iniziato a farsi sentire in tutto il corpo nonostante l’acqua fredda le avesse temporaneamente anestetizzato tutti i sensi. I capelli grondanti d’acqua le annebbiarono la vista; dov’era Aris?

Dalla fronte prese a scenderle un rivolo di sangue che le bagnò gli occhi, si doveva essere tagliata con qualche scheggia durante il salto;

Un’onda anomala la investì in pieno, era a poche bracciate da Ursula e Tritone, colpi fortissimi venivano inferti da entrambi, ma mentre il re non aveva un solo graffio in corpo Ursula sembrava a pezzi e sull’orlo di cedere.

Proprio dietro di lei intravide la gabbia di Aris, è lì che doveva andare, prese una boccata d’aria ed iniziò la sua nuotata.

 

****

 

Aris stava tentando disperatamente di liberarsi quando in lontananza, camuffata dal buio, vide Elena.

A niente servirono i suoi segnali nel tentativo di farla andare via, lei stava continuando imperterrita a nuotare verso di lui.

Ad Elena quella sembrò la nuotata più lunga della sua vita; nuotò con tutte le sue forze mentre tutti erano troppo impegnati a combattere per prestare attenzione a lei, ogni volta che batteva la gamba in acqua sentiva un dolore fortissimo, ma non si lasciò scoraggiare, con un ultimo esitante sforzo riuscì finalmente a raggiungere la gabbia di Aris afferrando le sbarre di acciaio.

“Vattene via subito!” le gridò lui tutt’altro che contento di vederla.

“No,” Lei prese la chiave che aveva conservato in tasca, e gliela mostrò. “Io non ti lascio.”

Il ragazzo la guardò con ammirazione,

“Cosa apre?” le chiese

“Non lo so,” guardò le manette che il ragazzo aveva ai polsi. “ma possiamo fare un tentativo”

Il rosso avvicinò i polsi alle sbarre ed Elena provò a girare la chiave. “no, non va” rispose sconsolata. Forse non era la chiave giusta, magari Lara si era confusa e le aveva dato una chiave inutile!

“Forse apre la gabbia!” esclamò lui.

Animata di nuova speranza Elena si aggrappò alle sbarre in cerca di un altro lucchetto da aprire “Ma dov’è la serratura?”

“Credo sia in cima alla piramide, probabilmente l’hanno chiusa con me dentro, altrimenti me ne sarei accorto”

“Va bene, reggiti, adesso mi arrampico e ti sgancio” Elena puntò i piedi sul fondo della gabbia e quando si issò su tenendosi alle sbarre sentì nuovamente quel dolore alla gamba.

“Elena stai sanguinando!” le parlò il ragazzo.

“Un problema alla volta” lo ignorò lei. “Pensiamo a sganciarti prima” trovò un lucchetto in cui confluivano le sbarre della gabbia, provò ad infilare la chiave e quella entrò subito senza difficoltà.  Elena tirò un sospiro di sollievo “Reggiti, adesso provo a sganciarti”

Aris si strinse alle sbarre mentre Elena girò la chiave nel lucchetto, subito una delle quattro aste in metallo scivolò via,

“Che succede?” le chiese preoccupato

“Si è incastrata! La barra non viene via!”

Il sistema della gabbia era abbastanza complicato, essendo piramidale vi era una base dove sedeva Aris e quattro lati formati da sbarre che confluivano in quattro aste metalliche che erano tenute insieme da un lucchetto, aprendo questo sarebbero dovute cadere tutte e quattro aprendo così la gabbia, ma ciò non era successo.

“ci sarà qualche blocco”

“proviamo a tirare la barra, non importa se non si apre tutta la gabbia, ti basta un lato per uscire” mentre la bionda diceva questo i due ragazzi furono investiti da un onda gigantesca che li fece sbattere violentemente contro il metallo.

“adesso!” gli disse Elena tirando l’asta, lentamente grazie anche ad Aris l’asta iniziò ad uscire dal lucchetto. “Ancora un piccolo sforzo”

Con un ultimo sforzo l’asta uscì completamente aprendo così un intero lato della gabbia, Elena che vi era appoggiata sopra cadde in acqua nello stesso istante in cui Aris riuscì a liberarsi.

Mentre era ancora sott’acqua il rosso le si avvicinò e la trascinò via di lì,

“Leviamoci di qui” le disse nuotando verso la cascata,

La bionda riemerse dall’acqua con il ragazzo al suo fianco che le teneva un braccio, stava cercando un posto dove nascondersi, poi d’un tratto il suo volto si illuminò

“Presto da questa parte” la trascinò per un braccio verso la cascata che lei prima aveva costeggiato, non aveva idea di cosa lui avesse in mente ma non obiettò. Inaspettatamente si ritrovò ad attraversare la cascata d’acqua salata, quella aveva formato e protetto un insenatura invisibile dall’esterno e ben nascosta.

Sempre più stupita e bagnata si fece guidare verso un sporgenza, era stata formata nel corso dei secoli dall’acqua che aveva scavato la roccia ricavandone dei gradini naturali.

Elena si ritrovò suo malgrado seduta su quei gradini con il corpo per metà fuori dall’acqua che già rabbrividiva di freddo. Aris a differenza sua non sentiva il freddo, era abituato a temperature ben più glaciali e il suo sangue caldo gli permetteva di sopravvivere senza problemi, la ragazza stava invece praticamente congelando visti anche i vestiti bagnati che le attanagliavano il corpo come spira affamate, con un gesto fluido Aris sollevo le mani ancora legate con le manette e la circondò in un abbraccio per riscaldarla, proprio come quella volta in cui l’aveva ritrovata ad Atlantica.

“Qui siamo al sicuro per ora” guardò verso la cascata tentando di scorgere qualche movimento esterno, ma a parte i rumori della battaglia non riuscì a captare nient’altro.

“Sei stata un pazza! Cosa credevi di fare?” tutta la sua paura che aveva messo temporaneamente da parte riemerse in una bella ramanzina “Buttarti dalla rupe a quel modo?! Lo sai che potevi morire??” e per un istante il ragazzo aveva davvero temuto il peggio, quando l’aveva intravista in cima alla scogliera e l’aveva vista buttarsi giù aveva sentito il suo cuore fermarsi; nessuna persona sana di mente avrebbe fatto un salto del genere, era pericolosissimo e le possibilità di morire sul colpo molto alte.

Ma Elena ovviamente non era una persona qualunque.

La ragazza ignorò i suoi rimproveri e gli si strinse contro, il suo petto emanava un dolce calore pari ad una bella stufa in inverno; qualunque cosa le avesse detto in quel momento lei non l’avrebbe ascoltata, poteva stringerlo fra le sue braccia e anche se sapeva che presto sarebbe arrivato il peggio voleva rimandare quei pensieri mesti e godersi quel momento da sola con lui.

Anche se solo per poco avrebbe fatto tesoro di quel breve momento passato insieme.

 

 

A.A:
Ok, questo capitolo non ha nè grandi colpi di scena nè un grande sviluppo per la trama, è infatti la prima parte di un capitolo unico più lungo che ho deciso di spezzare, non voglio farvi stare sempre con il fiato sospeso perciò ho previsto questi due capitoli più calmi e con una scena romaticosa fra i due protagonisti, certo, c'è da ricordarci che siamo sempre durante una guerra perciò non aspettatevi chissà chè.
I colpi di scena per ora sono rimandati, e fidatevi, io so già come andrà a finire e di certo il finale vi lascerà senza fiato.
prossima settima altro aggiornamento, e poi ci rivedremo ad ottobre!
A presto!
  
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