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Autore: Vago    23/09/2017    4 recensioni
Questo mondo è impazzito ed io non posso farci nulla.
Non so cos'hanno visto in me, ma non sono in grado di salvare chi mi sta vicino, figurarsi le centinaia di persone che stanno rischiando la vita in questo momento.
Sono un allenatore, un normale allenatore, non uno di quegli eroi di cui si parla nelle storie sui Pokémon leggendari.
Ed ora, isolato dal mondo, posso contare solo sulla mia squadra e sulle mie capacità, nulla di più.
Sono nella merda fino al collo. No, peggio, sono completamente fottuto.
Non so perchè stia succedendo tutto questo, se c'entrino davvero i leggendari o sia qualcosa di diverso a generare tutto questo, ma, sicuramente, è tutto troppo più grande di me.
Hoenn, Sinnoh, due regioni in ginocchio, migliaia di persone sfollate a Johto dove, almeno per ora, pare che il caos non sia ancora arrivato.
Non ho idea di come potrò uscirne, soprattutto ora che sono solo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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- Provaci pure a spiegarmi questa merda, perché non ho idea di dove cazzo mi hai mandato. –
- Ti ho detto che sono quello che si può definire un Custode. Un Custode è una persona legata a un pokémon leggendario. –
Mi scappò un sorriso cinico.
- Legata a un pokémon? Hai una catena che te lo tiene attaccato? –
- No. Io sono nato con il marchio di Darkrai. Io sono nato con il solo scopo di proteggere questo pokémon anche a costo della mia vita, come hanno fatto tutti i custodi di Darkrai nati prima di me. Li vedi quegli affari in vetro lì davanti? Sono macchinari creati con l’unico scopo di studiare i Custodi come se fossero delle cavie, loro e i pokémon leggendari a loro legati. –
Guardai un attimo le capsule collegate ai monitor su cui avevo appena lavorato.
Non credo di aver capito bene.
- Facciamo finta che ti creda, visto che c’è Darkrai là davanti. Tu saresti il suo custode, quindi sei costretto a proteggerlo. Immagino che ci siano altri come te. –
Karden fece un altro passo verso di me.
Mi sentii addosso una strana pressione. Il mio cuore cominciò a battere sempre più forte, mentre riuscivo a percepire la mia fronte imperlarsi di sudore.
Mi mancò il fiato, come se quelle pareti di metallo si stessero stringendo su di me.
Perché quell’uomo, ora, mi faceva quell’effetto?
- Ci sono altri come me. Ci sono sempre stati. I Custodi esistono da quando Arceus creò Mew e, con esso, il primo Custode a lui legato. –
Provai a calmarmi, invano, costringendomi a non abbassare lo sguardo da quei duri occhi scuri.
- Va bene… Come fai a sapere di questo posto? Ti hanno catturato? Hanno fatto esperimenti su di te… su di voi? –
- No. Non sono mai riusciti a prendermi. Tutto quello che so lo devo all’uomo che mi ha detto di scappare. –
- Karden, ascolta. Io non voglio essere un tuo nemico, ma ho bisogno di sapere. Per quanto questa storia dei Custodi sia incredibile, non è quella che mi interessa di più. Perché mi hai seguito per tutto questo tempo? Sono anch’io uno di questi custodi? –
- No, tu non possiedi il marchio. Io ti ho protetto perché lo devo all’uomo che mi ha salvato. –
- Devi capire che non mi basta questa risposta! Chi era l’uomo che ti ha salvato? Chi ti voleva catturare? Ho bisogno di nomi! –
- Non conosco il suo nome, mi disse solo chi era il ragazzo che dovevo proteggere. Tu. Da allora non lo ho più visto. –
Mi lasciai ricadere nuovamente sulla sedia, con le gambe che tremavano vistosamente per l’agitazione.
Piegai il capo in avanti, nascondendo la faccia tra le mani.
Blaziken, a quel mio gesto, parve tranquillizzarsi un poco, rilassando quasi impercettibilmente i muscoli tesi.
Che cosa volevano tutti da me?
- Ascolta. – tornai a dire dopo alcuni secondi di silenzio – Ho bisogno di sapere una cosa da te. Cosa vuoi fare? Quali sono i tuoi obiettivi? –
- Non morire e mantenere la parola che ho dato. Null’altro. –
Cominciai a calmarmi un poco, tornando a ragionare lucidamente.
- Va bene. Sai se uno dei leggendari è implicato nel casino che c’è là fuori? –
- No. Ma so che quelli che mi davano la caccia volevano replicare i poteri dei pokémon leggendari. –
- Ascolta, Karden. Ti dirò tutto quello che so, per dimostrarti la mia buona fede. Probabilmente qualcuno all’interno della commissione della lega è implicato e sta cercando di eliminare chiunque sia sulle sue tracce. Ora ho intenzione di portare qui, al sicuro, tutti i feriti che si è lasciato alle spalle. Se mi darai una mano, prometto che ti aiuterò nel tuo tentativo di non rimetterci la pelle. –
- Non sono interessato a queste cose. –
Il resto della frase di Karden si perse nel boato prodotto dalla mossa che scaraventò a terra Darkrai.
- Cosa sta succedendo? – mi urlò contro Karden, precipitandosi dal pokémon dalla criniera bianca per proteggerlo con il suo stesso corpo da un eventuale secondo colpo.
- Nail, stai pure indietro. Ora ci penso io a lui. – Una voce femminile, dura, rimbombò nella stanza e nel corridoio precedente a questa.
Ora ci pensi tu a cosa?
Col cazzo che mi faccio mettere ancora i piedi in testa da qualcuno.
Qui ci penso io a tutto.
E già che ci siete, fottetevi tutti, che ne ho le balle piene delle persone che si cercano di uccidere a vicenda.
La figura slanciata di Mary comparve oltre la soglia d’ingresso, stretta negli abiti neri che le fasciavano il suo magro corpo atletico.
Non potevi rimanere ad interpretare il ruolo della crocerossina, vero? Dovevi essere anche tu una pazza omicida.
Sembra essere diventata una mania, questa.
Alle spalle della donna dai capelli bruni, comparve il volto roseo di un pokémon che avevo visto chiaramente solamente nei libri.
Cresselia.
Mi sentii dannatamente fuori posto, qui.
Non dovrei c’entrare nulla con tutta questa merda, eppure eccomi qui, barricato dietro un muro di monitor impolverati.
No, fanculo.
Io non me ne starò ancora in disparte.
Pensa velocemente, Nail.
Mary continuò ad avanzare verso i suoi obiettivi con passo certo, puntando con degli occhi dardeggianti Karden, che stava disperatamente cercando di coprire il corpo del signore degli incubi.
Cresselia.
Vale lo stesso anche per lei, è solo un pokémon.
È solo un grosso Taillow rosa.
Il tipo?
Credo Psico.
Ottimo, sono in vantaggio. Ho solo bisogno di distrarla il tempo necessario per mandare in campo uno qualunque dei miei pokémon.
- Ti ho trovato, finalmente. Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti. –
- Non ho intenzione di lasciarvi Darkrai. Non voglio vendermi come hai fatto tu. – le rispose il Guardiano dai capelli scuri, con la voce rotta.
Guardai il soffitto.
Avevo trovato il mio asso nella manica.
- Blaziken. – borbottai per attirare l’attenzione del mio pokémon, per poi indicargli con l’indice la cupola d’acciaio che ci stava sovrastando.
Sperai solo che avesse intuito il mio piano.
La mia mano corse alle sfere appese alla cintura, staccandone una.
Avevo bisogno di qualcuno in grado di reggere un paio di colpi.
Lo stramontante del mio compagnò impattò perfettamente al centro di una delle lampade al neon che illuminavano la stanza, facendo cadere frammenti di vetro misti a scintille sul pavimento.
Tutti gli occhi si spostarono per una frazione di secondo in direzione di ciò che aveva provocato quel suono.
Ho vinto.
Umbreon comparve davanti a Mary e a quel suo Cresselia fluttuante, in modo di frapporsi tra lei e Darkrai.
Non volevo attaccare nessuno, se non fosse stato necessario.
- Nail, non metterti in mezzo. –
- No, Mary. Ora mi spieghi cosa cazzo sta succedendo qui. Karden mi ha salvato la vita, quindi non ti lascerò toccarlo. –
- Non ti deve interessare. Ora vattene da qui. –
- Ti ho detto di no. Mi spiace, ma ha preso più punti lui. –
- Credevo di poter vedere in te un alleato. Mi dispiace. Cresselia, Forzalunare. –
Merda. Ha quasi tirato giù Darkrai con una mossa… ovvio, ha anche delle mosse di tipo folletto.
Attaccare, difendere, aggirare…
Una sfera di luce dal colore perlaceo nacque davanti al volto del pokémon dalla pelle rosa, per poi partire in direzione del mio Umbreon come un dardo.
Quanta fortuna ho ultimamente?
Troppa.
Spero di non averla sprecata tutta in quella lotta.
Lanciamo la moneta.
- Umbreon, Lucelunare! –
Il colpo impattò sul mio compagno, che resistette, reggendosi a stento sulle quattro zampe tremanti. L’aura baluginante che lo avvolse, poi, rimarginò la ferita che gli era stata inflitta.
Ottimo, regge.
- Umbreon, continua ad usare Lucelunare: - dissi con calma, alzando lo sguardo in direzione degli occhi di Mary, seccati.
Oramai io ero in vantaggio.
Feci cadere a terra due sfere, che rimbalzarono sul pavimento un paio di volte, prima di lasciar uscire i pokémon in esse contenuti.
Mightyena e Absol.
- Blaziken, vai da Karden, proteggili. – ordinai al mio compagno dalle piume rosse, facendo un paio di passi verso la ragazza dagli abiti scuri – Mightyena, Absol, isolate Cresselia. –
Il mio starter si mosse rapido, saltellando sulle gambe potenti per raggiungere il custode e il pokémon ferito dietro di lui.
I tre pokémon buio circondarono Cresselia, camminandoci attorno come un branco che ha finalmente messo in trappola la propria preda. La stanza venne pervasa dai loro tre ringhi.
- Ora, Mary, tu comincerai a parlare. Se quello che Karden mi ha detto è vero, tu devi essere la custode di Cresselia e, come tale, dovresti proteggerla. Ora, puoi buttarti là in mezzo e venire morsa da uno dei miei tre pokémon mentre gli altri attaccheranno la tua protetta, oppure puoi dirmi cosa cazzo vuoi da Karden. –
La ragazza dai capelli bruni sbuffò infastidita, riuscivo distintamente a vedere le sue pupille che saltellavano tra me e Cresselia, che fluttuava nel centro del cerchio della morte che le avevo creato attorno.
- Va bene. Qui dentro venivano studiati i pokémon leggendari e i rispettivi custodi. Mi hanno cresciuta i ricercatori che qui lavoravano, loro mi hanno insegnato tutto quello che so ora. –
- Karden cosa c’entra in tutto questo? –
- Otto anni fa gli scienziati che erano qui hanno cominciato a morire, uno dopo l’altro. Tutto è iniziato il giorno in cui Karden è sfuggito al gruppo inviato per arruolarlo tra le nostre fila. –
- Tu davvero credi che sia stato lui ad ammazzarli? –
- Certo che non sono stato io. Finora credevo di averceli ancora attaccati al culo. E poi, chi credi abbia cominciato a giocare con le catastrofi, se non i tuoi cari ricercatori con le loro ricerche sul potere dei pokémon leggendari? – urlò Karden, intromettendosi nel nostro discorso.
- Sono tutti morti! Ammettilo, stai scappando perché sei stato tu ad ucciderli! Ma non riuscirai a fare lo stesso con me. Chi altri sapeva di quello che facevamo qui? –
Sentii chiaramente le vene sulla mia fronte premere contro la pelle.
Potevo non essere un genio, ma perfino quel pennuto sovrappeso del Peeko del signor Marino, pace all’anima di quell’uccellaccio, avrebbe capito che entrambi non avevano chiara la loro situazione.
- Mary, fai finta che Karden non c’entri nulla. Qualcun altro poteva avercela con voi? Magari un altro custode. –
- Sono l’unica custode della mia generazione, oltre a quel bastardo là, che sono riusciti a rintracciare. Ed ora sono anche l’ultima che sa a cosa serviva davvero questo posto. –
- Però ci sono stati altri custodi, prima di voi. –
- Si, prima che si spostassero qui avevano un’altra sede, non so dove. Ma parliamo di decine di anni fa e tutti quei custodi sono stati seppelliti. –
- Ora, Mary. – volevo concludere quella conversazione nel modo più veloce e unidirezionale possibile –Voglio che tu ti faccia una sola domanda. Se Karden non ha mai incontrato i tuoi ricercatori, come pensi abbia fatto a conoscere questo posto. –
- Lo avrà scoperto in qualche modo! Magari glielo ha rivelato uno di quelli che ha ucciso! –
- Davvero pensi che qualcuno di loro possa avergli dato un’informazione tanto cruciale? –
Mary stette in silenzio, incapace di darmi una risposta.
Ottimo, l’ho portata in un vicolo cieco.
- Ti dirò io come fa a saperlo. Un uomo l’ha messo in guardia, dicendogli di scappare. Se quello che mi hai detto tu è vero, l’unico che può avergli detto di fuggire doveva essere uno dei vostri. Ora facciamo una cosa, io smetto di mettere pressione su Cresselia, ma voi due la piantate di fare le teste di minchia e provate a non uccidere chi potrebbe essere dalla vostra. –
Feci un cenno del capo ai miei tre compagni, che indietreggiarono lentamente, fino a raggiungermi.
- Bene. Mary, per cortesia, hai un’iperpozione da dare a quel Darkrai? –
La ragazza tremò, come colta da uno spasmo. Poi, lentamente, sfilò dal piccolo borsello che portava attaccato alla coscia il recipiente di vetro, porgendolo goffamente all’altro custode, che in tutta risposta glielo strappò dalle dita.
Mi sedetti nuovamente alla console, fissando i tre monitor impolverati e le cartelle bloccate che in questi erano rappresentate.
- Mary. Voglio lasciarti una sola possibilità. Sei con noi o no? –
Lei parve stupita dal tono della mia voce, al punto da non riuscire a rispondermi immediatamente. – Ti ho curato già due volte, credo che questo possa bastare come risposta. –
Mi voltai di scatto nella sua direzione, con gli occhi furenti. – Ho viaggiato per dei giorni con un tizio che mi ha parato il culo un paio di volte e sai com’è finita? MI ha fatto crollare una fottuta caverna sulla testa. Ora, si o no? Se non vuoi aiutarci, per lo meno, esci di qui e non farti più vedere, non voglio altri ostacoli sul mio percorso. –
- Voglio fermare tutto questo, ma soprattutto voglio scoprire chi ha ucciso tutti i ricercatori. – fu la sua risposta risoluta. –
- Bene. Sai cosa sono queste cartelle? –
- Contengono i dati ricavati dagli esami sui pokémon leggendari. Quelle capsule servivano per tenerli in un ambiente controllato. –
- Conosci la password? Magari dentro potremo trovarci qualcosa di utile. –
- Si… -
- Bene. Inseriscila. Anzi, prima dimmi che cosa vogliono dire questi nomi. –
Tamburellai le dita sul bancone, in attesa che Mary, finalmente, si decidesse a muoversi.
Solo dopo alcuni secondi parve decidersi a fare qualche passo verso di me, per poi appoggiare le sue dita sottili sulla tastiera Unown.
- Ti ho detto, prima vorrei sapere cosa vogliono dire quei nomi. –
   
 
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